Talks by Luca Di Mauro
by Alessandro Capone, Carmine Pinto, Marco Rovinello, Silvia Siniscalchi, Laura Di Fiore, Albergoni Gianluca, Annunziata Berrino, Francesco Saggiorato, Luca Di Mauro, Andrea Azzarelli, Emilio Scaramuzza, Michele Di Giorgio, and Mariamichela Landi
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Viaggi e soggiorni di primo Ottocento. Oltre Napoli, verso Amalfi e Sorrento, 2017
Political and Military Travellers in Naples from 1799 to 1805. Abstract. Mentre in Europa continu... more Political and Military Travellers in Naples from 1799 to 1805. Abstract. Mentre in Europa continua a infuriare la "Guerra della prima coalizione", i rapporti tra Regno di Napoli e Francia vivono un quinquennio di pace dettati dall'impossibilità per la monarchia borbonica di continuare le ostilità contro la Repubblica. Durante questo periodo, oltretutto, alcune divisioni francesi presidiano le fortezze dell'Adriatico meridionale e gli ufficiali transalpini possono, durante le licenze, recarsi a visitare la capitale del Regno, che nel XVIII secolo era stata un centro di estrema vivacità culturale nonché una delle mete più frequentate del Gran Tour. Questi spostamenti all'inizio destano la preoccupazione delle autorità locali, timorose di una nuova ondata rivoluzionaria, tuttavia esse si rivelano ben presto infondate. Le visite dei militari stranieri segnano, al contrario, un nuovo inizio per le strutture ricettive napoletane e la sola natura politica è quella del "pellegrinaggio politico" di chi vuole ricordare)e certamente non rivivere) le dolorose vicende del '99.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Book Reviews by Luca Di Mauro
Revue Historique, 2019
Bookmarks Related papers MentionsView impact
il Risorgimento, 2021
Bookmarks Related papers MentionsView impact
«Meridiana», n. 95 BIBLIOTECA,
The article is a review of Viviana Mellone’s book Napoli 1848, i... more «Meridiana», n. 95 BIBLIOTECA,
The article is a review of Viviana Mellone’s book Napoli 1848, il movimento radicale e la rivoluzione, published by Franco Angeli in 2017. It aims at underlining the importance of the Neapolitan experience among the Europeans revolutions of 1848, while the traditional historiography describes it as an experience of minor importance in comparison with the ones in Paris, Vienna or Milan. To do so, Viviana Mellone analyses, on one hand, a group of «radical liberals» from Calabria deploying their political activity in the capital of the Kingdom of the Two Sicilies; on the other, she considers the city of Naples as a physical and political space that participates as a protagonist in the constitutional experience. As far as the methodology is concerned, the author uses the concept of pre-political to take into account not only the projects and laws directly discussed in 1848 debate, but also the wider world of popular expectations. Viviana Mellone’s book manages to throw light on the Mediterranean contribution to the political ideas of 1848, and to clarify that a comparison between Naples and other European capitals is not only possible, but also necessary to understand the complexity of the phenomenon. Il volume di Viviana Mellone sul 1848 napoletano 1 nasce da una costata-zione: le principali correnti storiografiche sul Risorgimento hanno considera-to marginale l'esperienza partenopea durante la «primavera dei popoli» (fino ad arrivare a negare l'esistenza stessa di un '48 alle falde del Vesuvio) e la storia di quei mesi è rimasta indefinita e, sostanzialmente, ancora da scrivere. Anche la scuola storiografica napoletana del Novecento, positivista, idea-lista e infine gramsciana, ha teso a minimizzare il peso della rivoluzione na-poletana all'interno di quelle europee, descrivendo il movimento liberale più attraverso le sue debolezze e i suoi fallimenti che attraverso le sue specificità: ciò ha consolidato un pregiudizio secondo cui sarebbero esistite alcune «na-zioni guida» nell'Europa occidentale e settentrionale destinate a dettare una linea politica, mentre i paesi posti ai margini del continente-ed in particolare quelli mediterranei-si sarebbero limitati ad abbozzare pallide ed insufficienti imitazioni dei modelli parigino e viennese. Questa lettura risulta, alla luce degli studi più recenti, insostenibile, ed era stata già criticata da un punto di vista post-coloniale da autori come Nelson Moe e Marta Petrusewicz 2 che hanno invece sottolineato l'inverosimiglianza di dinamiche unidirezionali in materia di passaggi di idee e suggestioni politi-che suggerendo invece l'ipotesi di una voce diversa e specifica in relazione con gli altri liberalismi europei.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Book review of two books by Robert Darnton:
De la Censure, Essai d’histoire comparée, Gallimard,... more Book review of two books by Robert Darnton:
De la Censure, Essai d’histoire comparée, Gallimard, 2014.
L’affaire des Quatorze, Poésie, police et réseaux de communication à Paris au XVIIIe siècle, Gallimard, 2014.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Papers by Luca Di Mauro
Risorgimento : rivista di storia del Risorgimento e contemporanea, 2022
Tra il dicembre 1820 e il febbraio 1821, quando il regime costituzionale di Napoli era già minacc... more Tra il dicembre 1820 e il febbraio 1821, quando il regime costituzionale di Napoli era già minacciato dai progetti di restaurazione della Santa Alleanza, la polizia scoprì la società segreta ultrarealista dei "calderari" che organizzava un complotto per far cadere il governo del Parlamento e restituire i pieni poteri a Ferdinando I di Borbone. Anche se non ebbe effetti pratici, questa azione mostra una complessa rete di azione e di reclutamento e ci permette di analizzare le ragioni (sia legate agli ideali politici che agli interessi personali) alla base della politicizzazione dei vari gruppi sociali coinvolti.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Rassegna Storica del Risorgimento, 2021
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Società e Storia, 2021
La scelta della Spagna come meta d'esilio per molti dei napoletani che avevano animato l'ottimest... more La scelta della Spagna come meta d'esilio per molti dei napoletani che avevano animato l'ottimestre costituzionale delle Due Sicilie risponde a una serie di esigenze oggettive-pratiche, politiche, linguistiche-ma testimonia soprattutto della convinzione, per i protagonisti, di proseguire la lotta momentaneamente interrotta dalla disfatta di Rieti-Antrodoco contro gli austriaci continuando, in un paese dalle condizioni politiche e culturali ragionevolmente simili a quelle di provenienza, a combattere lo stesso nemico, la Santa Alleanza, per sua natura transnazionale e responsabile, al pari di Ferdinando I, della fine violenta dell'esperimento costituzionale. La comunità transfuga nella penisola iberica, senza per questo ignorare le conseguenze della disfatta nel Meridione, conserva la convinzione di un confronto ancora aperto e porta con sé nel paese d'accoglienza non solo l'esperienza maturata durante il governo liberale ma altresì le proprie differenze e divisioni in materia di programmi politici e modelli iniziatici. Tali linee di frattura tuttavia, lungi dall'essere estranee al contesto spagnolo, affondano le loro radici proprio nei contatti che i cospiratori del Meridione italiano e della penisola iberica avevano intrattenuto prima e durante i mesi della rivoluzione napoletana. Ciò contribuisce a dimostrare come lo "spazio borbonico" (per lo meno nella sua dimensione europea) costituisca uno spazio politico comune non solamente per quanto riguarda l'alleanza dinastica e diplomatica tra i diversi rami della casa di Borbone, ma anche per coloro che, nell'illegalità e nella clandestinità, si erano opposti al governo assoluto della stessa.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Annales Historiques de la Révolution française, 2020
La reconquête du Royaume de Naples par l'armée paysanne du cardinal Ruffo devient, pour Ferdinand... more La reconquête du Royaume de Naples par l'armée paysanne du cardinal Ruffo devient, pour Ferdinand IV de Bourbon, non seulement l'occasion de se rétablir sur le trône et de purger toute trace de républicanisme, mais aussi de moderniser l'État dans le sens d'une centralisation monarchique, menant finalement à bien les réformes limitant le pouvoir de la noblesse initiées lors de la décennie précédente et jusque-là restées inachevées.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Le royaume de Naples à l’heure française, 2018
L’année 1811, période de tensions entre Naples et l’Empire Le Sud continental de la péninsule ita... more L’année 1811, période de tensions entre Naples et l’Empire Le Sud continental de la péninsule italienne fait partie du « système napoléonien » en 1806 lorsque, à la suite de la bataille d’Austerlitz, l’empereur décide de punir la conduite déloyale de la dynastie des Bourbons – et de la reine Marie-Caroline en particulier – en envoyant une armée à la conquête le royaume. Les territoires nouvellement acquis sont confiés à Joseph Bonaparte et, à partir de 1808, à Joachim Murat : les deux souvera..
Bookmarks Related papers MentionsView impact
La Révolution française, 2016
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Uploads
Talks by Luca Di Mauro
Book Reviews by Luca Di Mauro
The article is a review of Viviana Mellone’s book Napoli 1848, il movimento radicale e la rivoluzione, published by Franco Angeli in 2017. It aims at underlining the importance of the Neapolitan experience among the Europeans revolutions of 1848, while the traditional historiography describes it as an experience of minor importance in comparison with the ones in Paris, Vienna or Milan. To do so, Viviana Mellone analyses, on one hand, a group of «radical liberals» from Calabria deploying their political activity in the capital of the Kingdom of the Two Sicilies; on the other, she considers the city of Naples as a physical and political space that participates as a protagonist in the constitutional experience. As far as the methodology is concerned, the author uses the concept of pre-political to take into account not only the projects and laws directly discussed in 1848 debate, but also the wider world of popular expectations. Viviana Mellone’s book manages to throw light on the Mediterranean contribution to the political ideas of 1848, and to clarify that a comparison between Naples and other European capitals is not only possible, but also necessary to understand the complexity of the phenomenon. Il volume di Viviana Mellone sul 1848 napoletano 1 nasce da una costata-zione: le principali correnti storiografiche sul Risorgimento hanno considera-to marginale l'esperienza partenopea durante la «primavera dei popoli» (fino ad arrivare a negare l'esistenza stessa di un '48 alle falde del Vesuvio) e la storia di quei mesi è rimasta indefinita e, sostanzialmente, ancora da scrivere. Anche la scuola storiografica napoletana del Novecento, positivista, idea-lista e infine gramsciana, ha teso a minimizzare il peso della rivoluzione na-poletana all'interno di quelle europee, descrivendo il movimento liberale più attraverso le sue debolezze e i suoi fallimenti che attraverso le sue specificità: ciò ha consolidato un pregiudizio secondo cui sarebbero esistite alcune «na-zioni guida» nell'Europa occidentale e settentrionale destinate a dettare una linea politica, mentre i paesi posti ai margini del continente-ed in particolare quelli mediterranei-si sarebbero limitati ad abbozzare pallide ed insufficienti imitazioni dei modelli parigino e viennese. Questa lettura risulta, alla luce degli studi più recenti, insostenibile, ed era stata già criticata da un punto di vista post-coloniale da autori come Nelson Moe e Marta Petrusewicz 2 che hanno invece sottolineato l'inverosimiglianza di dinamiche unidirezionali in materia di passaggi di idee e suggestioni politi-che suggerendo invece l'ipotesi di una voce diversa e specifica in relazione con gli altri liberalismi europei.
De la Censure, Essai d’histoire comparée, Gallimard, 2014.
L’affaire des Quatorze, Poésie, police et réseaux de communication à Paris au XVIIIe siècle, Gallimard, 2014.
Papers by Luca Di Mauro
The article is a review of Viviana Mellone’s book Napoli 1848, il movimento radicale e la rivoluzione, published by Franco Angeli in 2017. It aims at underlining the importance of the Neapolitan experience among the Europeans revolutions of 1848, while the traditional historiography describes it as an experience of minor importance in comparison with the ones in Paris, Vienna or Milan. To do so, Viviana Mellone analyses, on one hand, a group of «radical liberals» from Calabria deploying their political activity in the capital of the Kingdom of the Two Sicilies; on the other, she considers the city of Naples as a physical and political space that participates as a protagonist in the constitutional experience. As far as the methodology is concerned, the author uses the concept of pre-political to take into account not only the projects and laws directly discussed in 1848 debate, but also the wider world of popular expectations. Viviana Mellone’s book manages to throw light on the Mediterranean contribution to the political ideas of 1848, and to clarify that a comparison between Naples and other European capitals is not only possible, but also necessary to understand the complexity of the phenomenon. Il volume di Viviana Mellone sul 1848 napoletano 1 nasce da una costata-zione: le principali correnti storiografiche sul Risorgimento hanno considera-to marginale l'esperienza partenopea durante la «primavera dei popoli» (fino ad arrivare a negare l'esistenza stessa di un '48 alle falde del Vesuvio) e la storia di quei mesi è rimasta indefinita e, sostanzialmente, ancora da scrivere. Anche la scuola storiografica napoletana del Novecento, positivista, idea-lista e infine gramsciana, ha teso a minimizzare il peso della rivoluzione na-poletana all'interno di quelle europee, descrivendo il movimento liberale più attraverso le sue debolezze e i suoi fallimenti che attraverso le sue specificità: ciò ha consolidato un pregiudizio secondo cui sarebbero esistite alcune «na-zioni guida» nell'Europa occidentale e settentrionale destinate a dettare una linea politica, mentre i paesi posti ai margini del continente-ed in particolare quelli mediterranei-si sarebbero limitati ad abbozzare pallide ed insufficienti imitazioni dei modelli parigino e viennese. Questa lettura risulta, alla luce degli studi più recenti, insostenibile, ed era stata già criticata da un punto di vista post-coloniale da autori come Nelson Moe e Marta Petrusewicz 2 che hanno invece sottolineato l'inverosimiglianza di dinamiche unidirezionali in materia di passaggi di idee e suggestioni politi-che suggerendo invece l'ipotesi di una voce diversa e specifica in relazione con gli altri liberalismi europei.
De la Censure, Essai d’histoire comparée, Gallimard, 2014.
L’affaire des Quatorze, Poésie, police et réseaux de communication à Paris au XVIIIe siècle, Gallimard, 2014.
Napoleone è indebolito e Murat pensa sia giunta l’occasione di guadagnare, di fatto, la propria indipendenza dall’ingombrante cognato. La prospettiva del distacco di Napoli dal sistema imperiale francese – se non addirittura quella di un cambio di alleanze – non lascia indifferenti le varie cancellerie. La possibile liberazione dall’influenza transalpina è causa di effervescenza anche nel mondo della Carboneria: un arcipelago di gruppi e posizioni diverse, unificate essenzialmente dalle idee di Costituzione e indipendenza nazionale. Gli agenti di Londra, Napoli e Palermo prendono contatti con gli affiliati delle società segrete per servirsi di loro come arma di pressione o destabilizzazione dell’avversario.
In linea di principio antitetico alle idee dell’Illuminismo, il “segreto rivoluzionario” nasce tuttavia per sfuggire alla repressione monarchica. Le vicende politiche del Regno di Napoli tra il 1789 e il 1805 costituiscono un caso di studio esemplare di un percorso che, dall’originaria riluttanza, porta alla creazione delle società segrete tipiche del Risorgimento italiano.