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Pinocchio (film 2002)

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Pinocchio

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Titolo originale

Pinocchio

Lingua originale italiano
Paese Italia
Anno 2002
Genere fantastico, commedia
Regia Roberto Benigni
Soggetto Vincenzo Cerami, Roberto Benigni
Sceneggiatura Vincenzo Cerami, Roberto Benigni
Produttore Gianluigi Braschi
Interpreti e personaggi

Pinocchio, film italiano del 2002 diretto e interpretato da Roberto Benigni.

Frasi

  • Dare allegria è la cosa più bella che si possa fare al mondo. (Fata Turchina)
  • Se una cosa che viene al mondo non ci rende la vita più gradita, tanto valeva che non nascesse affatto. (Medoro)
  • La farfalla, si dice, non sa cos'è il dolore. Vive un giorno felice e poi per sempre muore. (Medoro)
  • [Indicando direzioni diverse] Di là. (Gatto e Volpe)
  • Fa venire sonno l'abbiccì | gl'è che noi ragazzi siam così, tutti così | a noi un ci garba punto quel cri cri! (Pinocchio)
  • Quello che devo fare io, lo decide solo Lucignolo! (Lucignolo)
  • [Riferendosi al lecca lecca al mandarino] La fine del mondo... (Lucignolo)
  • Solo uno scemo può farsi scappare un burattino da sotto il naso, [Pinocchio si libera dalla sua presa e fa afferrare al carabiniere un'altra persona] Adesso, questo viene in prigione con noi, andiamo! [si volta e vede un uomo al posto del burattino] Chi è?! (Carabinere) [a Geppetto]
  • Anima grande! (Pinocchio) [a Lucignolo]
  • Che pensavate di diventare? Dottori? Professori? Ah ah ah ah. Tutti somari! Tutti somari!!! (L'Omino di Burro) [ai ragazzi trasformati]

Dialoghi

  • Pinocchio: Chi è?
    Grillo: Sono io. Sono il Grillo Parlante.
    Pinocchio: Toh, un Grillo Parlante. Grillo, sai mica dove tiene le torte i' mi' babbo?
    Grillo: Guai a quei ragazzi, che si ribellano e non obbediscono ai loro genitori. Primo o poi se ne pentiranno.
    Pinocchio: Ma dici a me?
    Grillo: Sì, dico a te. Guai!
    Pinocchio: Senti, Grillo: io da qui, me ne vado! Perché se rimango qui, mi toccherà studiare, e a me di studiare, non ne ho alcuna voglia, non mi piace.
    Grillo: Povero Pinocchio. Sappi che cosi facendo diventerai un bellissimo somaro! E tutti rideranno di te.
    Pinocchio: Ma Grillo! Puoi stare zitto? Anche perché hai una voce antipatica che non ti sopporto proprio... Antipatica, non lo so.
    Grillo: Ma se proprio non vuoi andare a scuola, almeno vai a lavorare.
    Pinocchio: "A lavorare"? Io?
    Grillo: Eh! Ci sarà un mestiere che ti piacerà fra tutti.
    Pinocchio: Sì, Grillo, c'è un mestiere che mia piace proprio tanto, tanto, tanto.
    Grillo: Oh, bravo Pinocchio, lo vedi? E qual è questo mestiere?
    Pinocchio: Quello di mangiare, bere, dormire, divertirmi dalla mattina a sera e far quello che mi piace a me! Ah, ah!
    Grillo: Sei proprio un burattino e rimarrai sempre un burattino.
    Pinocchio: E tu sei un Grillo del malaugurio, e resterai sempre un Grillo del malaugurio.
    Grillo: Per tua regola, quelli che fanno questo mestiere, finiscono sempre in prigione o all'ospedale.
    Pinocchio: Ma allora sei un Grillaccio del Maluguriaccio proprio, eh? [afferra un martello] Quelli come me finiscono in prigione o all'ospedale, eh? E quelli come te... Lo sai dove finiscono, Grillo?
    Grillo: Dove, Pinocchio?
    Pinocchio [prova a schiacciarlo col martello]: Al cimitero!! [fuggito alle mazzate, Grillo si rifugia sulle travi del soffitto] Dai dove sei? Dai, Grillo, scherzavo, non volevo mica farti del male. Ma dove sei, Grillo? Grillo? Grillino?
    Grillo: Va bene, mi fido. Mi posso fidare?
    Pinocchio: Non si sente niente: rimbomba da dove parli. Non potresti venire un po più vicino?
    Grillo: Dove?
    Pinocchio: Mah, per esempio... Qui. Qui vicino, così si parla...
    Grillo: Vengo. Vengo perché devo dirti una cosa importante.
    Pinocchio: Ma davvero? Lo voglio proprio sentire...
    Grillo [avvicinandosi al burattino]: Quelli come te finis... [Pinocchio lo schiaccia col martello]
    Pinocchio: Preso! Ah! Ci sei cascato, c'hai una voce antipatica che non ti sopport... [niente sotto il martello] Ma dove sei?
  • Volpe: Buongiorno, signor Pinocchio.
    Gatto: 'nocchio.
    Pinocchio: Buongiorno, ma come sapete il mio nome?
    Volpe: Abbiamo visto tuo padre sull'uscio di casa, era in canottiera e tremava come una foglia al vento. Povero vecchio.
    Gatto: Povero. Vecchio.
    Pinocchio: Povero babbo. Allora corro subito da lui. Comunque, da oggi in poi, non tremerà più.
    Volpe: E perché?
    Pinocchio: Perché io sono diventato un gran signore! [Volpe e Gatto ridono] C'è poco da ridere, perché se ve ne intendete, questi sono cinque bellissimi zecchini d'oro!
    Volpe: Ah, ah, ah, ah! Cinque... Zecchini d'oro! Oh, oh, oh, oh. [Pinocchio continua per la sua strada]
    Gatto [smette di ridere]: Cinque zecchini d'oro!?!
    Volpe: Sì, cinque zecchi. Cinque zecchini d'oro!
    Gatto [prende un sasso e rincorre Pinocchio]: Io lo accoppo subito, ci prendiamo il malloppo! Gli tiro una sassata, ma 'na sassata che-
    Volpe [cercando di fermare il socio]: No, fermo. Non adesso. Aspetta! [i due finiscono davanti a Pinocchio] Signor Pinocchio! Mi deve scusare, non ci siamo neanche presentati: io sono la Volpe, e questo il Gatto.
    Pinocchio: Piacere.
    Gatto [nascondendo il sasso]: 'cere.

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