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Io e Annie

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Io e Annie

Immagine Annie Hall logo.png.
Titolo originale

Annie Hall

Lingua originale inglese
Paese Stati Uniti
Anno 1977
Genere commedia
Regia Woody Allen
Sceneggiatura Woody Allen, Marshall Brickman
Produttore Charles H. Joffe, Jack Rollins
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani
Note
  • Vincitore di 4 premi Oscar (1978):
    • Miglior attrice protagonista (Diane Keaton)
    • Miglior regia
    • Miglior film
    • Miglior sceneggiatura originale

Io e Annie, film statunitense del 1977, scritto, diretto e interpretato da Woody Allen.

Incipit

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C'è una vecchia storiella. Due vecchiette sono ricoverate nel solito pensionato per anziani e una di loro dice: "Ragazza mia, il mangiare qua dentro fa veramente pena", e l'altra: "Sì, è uno schifo, ma poi che porzioni piccole!". Be', essenzialmente è così che io guardo alla vita: piena di solitudine, di miseria, di sofferenza, di infelicità e disgraziatamente dura troppo poco. E c'è un'altra battuta che è importante per me; è quella che di solito viene attribuita a Groucho Marx, ma credo dovuta in origine al genio di Freud, e che è in relazione con l'inconscio; ecco, dice così – parafrasandola – ehm... «Io non vorrei mai appartenere a nessun club che contasse tra i suoi membri uno come me». È la battuta chiave della mia vita di adulto in relazione alle mie relazioni con le donne.
Sapete, ultimamente i pensieri più strani attraversano la mia mente perché sono sui quaranta e penso di attraversare una crisi o che so, chi lo sa... Io, io... Non mi preoccupa invecchiare, non sono di quei tipi, sapete? [Indicandosi la testa] Lo so, quassù mi si apre una piazzetta, ma peggio di questo per ora non mi è successo, anzi credo che migliorerò invecchiando. Ecco, sapete, credo che sarò il... il tipo virilmente calvo, sapete, come dire, l'esatto contrario dell'argentato distinto, per esempio, ecco. E se no nessuno dei due. Divento uno di quelli che si perdono i filini di bava dalla bocca, vagano per i mercatini con la borsa della spesa sbraitando contro il socialismo.
Annie e io abbiamo rotto e io ancora non riesco a farmene una ragione. Io... io continuo a studiare i cocci del nostro rapporto nella mia mente e a esaminare la mia vita cercando di capire da dove è partita la crepa, ecco... Un anno fa eravamo innamorati, sapete. È strano, non sono il tipo tetro, non sono il tipo deprimente. Io, io, io... sono stato un bimbo ragionevolmente felice, credo. Sono cresciuto a Brooklyn durante la seconda guerra mondiale. (Alvy) [rivolto alla telecamera]

Frasi

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Citazioni in ordine temporale.

  • Be', l'universo è tutto e si sta dilatando. Questo significa che un bel giorno scoppierà e allora quel giorno sarà la fine di tutto. (Alvy) [da bambino]
  • Il mio analista dice che traviso i miei ricordi di infanzia, ma giuro che sono cresciuto sotto le montagne russe nel distretto di Coney Island di Brooklyn. Forse ha influito sul mio temperamento che è un po' nervoso, credo. Sapete, soffro di iperattività immaginativa. La mia mente tende a saltare un po' qua e là e... e io ho qualche guaio tra fantasia e realtà. (Alvy) [voce narrante]
  • Sapete, avevamo un detto: "Chi non sa far niente insegna e chi non sa insegnare insegna ginnastica". Quelli che neanche la ginnastica credo li destinassero alla nostra scuola. (Alvy) [voce narrante]
  • Non m'han preso sotto le armi. Io non... non ero abile, ero... ero alienabile. [...] In caso di guerra, ero da dare in ostaggio. (Alvy) [durante una trasmissione comica]
  • Senti, io parlavo con della gente in televisione e io ho detto: "Io sono per la concisione". E Tom Christie allora ribatte: "No, ma davvero, tu, non ci credo, ma dai, per la concisione? Vorrai dire per la circoncisione." (Alvy) [a Rob]
  • Io non voglio vivere in una città dove il solo progresso culturale è che puoi curvare a destra col semaforo rosso. (Alvy) [riferito a Los Angeles]
  • Io avevo intorno il cast del Padrino! [...] Quei due non potevano che chiamarsi "Ciccio". (Alvy) [riferito a due tizi che lo avevano importunato, avendolo riconosciuto come star televisiva]
  • Ricordi i primi tempi? Lo facevamo di continuo. Forse siamo catalogati nell'annuario sportivo dei primati. (Alvy) [ad Annie]
  • Sente come ridono con lui? E allora che vuol dirmi, che se vado avranno riso con lui per due minuti, io esco adesso e devo farli ridere anch'io. Quanto possono ridere? Avranno finito le risate! (Alvy) [ad Allison, riferito al comico in scena prima di lui]
  • Grazie, io non so perché mi abbiano richiesto per questo congresso... perché non sono essenzialmente un comico politico, per niente. Di natura politica ho avuto solo una relazione con una donna durante l'amministrazione di Eisenhower ed in breve è stata un'ironia per me, perché... perché io cercavo di... di fare a lei quello che Eisenhower sta facendo al Paese da otto anni. (Alvy) [recitando una battuta durante lo spettacolo]
  • Lyndon Johnson? È un uomo politico! Conosciamo la morale di quella gente: è un gradino più giù di quelli che si inchiappettano i bambini. (Alvy)
  • Tu adoperi questa teoria della cospirazione per evitare di fare l'amore con me. (Allison)
  • Recitare è un affondo nello spirito, è un atto religioso, come... una specie di liberazione subcosciente. Un poema visuale. (Gary) [ad Annie in un flashback]
  • Ho saputo che "teosoteria" si è fusa con dissenso ed è nata dissenteria. (Alvy) [a Robin]
  • La campagna mi innervosisce: ci sono i grilli, il silenzio, non sai dove andare dopo cena e le reti alle finestre con le falene morte spiaccicate. A parte l'eventualità delle visite dei Manson o di altre famiglie di Satana. Le vuoi considerare? (Alvy) [a Robin]
  • Non lo vedi che il resto del Paese guarda a New York come se fossimo tutti comunisti, estremisti, ebrei, omosessuali e pornografi? Qualche volta penso anch'io così e io vivo qua! (Alvy) [a Rob]
  • Ma il sole fa male! Come tutto quello che faceva bene prima: il sole, il latte, la carne, l'università... (Alvy)
  • Sylvia Plath! Interessante poetessa il cui suicidio fu erroneamente giudicato romantico dalla rassegna di Pesca e Caccia! (Alvy)
  • Devo guadagnarmi il caviale quotidiano. (Alvy)
  • Come diceva Balzac: "Altra materia da romanzo." (Alvy) [dopo aver fatto l'amore con Annie]
  • È stato il più gran divertimento che abbia avuto senza ridere.[1] (Alvy) [parlando di sesso]
  • Io, sai, sono ossessionato dalla morte, credo. Sì, è il tema di fondo per me. Io sono molto pessimista nella vita. Devi saperlo, se noi staremo insieme. Sai io... io sento che la vita è divisa in orribile e in miserrimo. Sono come due categorie, sai. L'orribile sarebbe... per esempio un caso limite sarebbe quando uno è cieco, storpio... Io non so come si faccia a vivere così. È un mistero per me, sai? E il miserrimo sono tutti gli altri. Ecco allora, allora devi ringraziare Iddio se sei miserrimo perché sei fortunato... ad essere nato miserrimo. (Alvy)
  • Amore è... è un termine troppo debole per... Ecco, io ti "straamo", ti "adamo", ti "abramo"! No, è un termine troppo debole, io dovrò inventare... (Alvy) [dichiarandosi]
  • È diverso finché ti tieni il tuo appartamento. Perché, capisci, è là, noi non ci andiamo, noi lo ignoriamo. È come una zattera di libertà che è lì. È il sapere che non siamo sposati! (Alvy) [ad Annie]
  • Se io prendo la droga o gli alcolici divento insopportabilmente stupendo, divento troppo meraviglioso per descrivermi. (Alvy)
  • Io divento come un comico che si prende una risata da un pubblico drogato. Non ha valore, ecco, perché sono sempre allegri. (Alvy)
  • Gesù, quest'uomo è patetico. Sarebbe un piacere lavorarci, può essere prezioso avendo voglia di vomitare. Se solo avessi il coraggio di recitare da me i miei sketch. (Alvy) [commentando il comico che gli sta parlando]
  • Ho un pessimo ricordo dell'Università di New York. Successe che fui sbattuto fuori il primo anno, perché copiavo agli scritti di metafisica. Sapete stavo sbirciando nell'animo del compagno a fianco a me. (Alvy) [recitando una battuta durante uno spettacolo all'Università di Wisconsin]
  • Facendo la psicoanalisi, risultò che tendevo al suicidio. Mi sarei ucciso ma... il mio psicanalista era freudiano rigido e quelli se ti ammazzi, te li ritrovi con la parcella in mano fin dentro al loculo. (Alvy) [recitando una battuta durante uno spettacolo all'Università di Wisconsin]
  • Ehi, non denigrare la masturbazione: è sesso con qualcuno che amo. (Alvy) [ad Annie]
  • Senti, anche da piccolo mi piacevano sempre le donne sbagliate. Forse è questo il mio problema. Quando la mia mamma mi portò a vedere Biancaneve, tutti si innamorarono di Biancaneve. Io no. Io immediatamente mi innamorai della Regina Cattiva. (Alvy) [fermando un agente a cavallo]
  • Non simpatizzo con religioni che si fanno propaganda sul Corriere della Moto. (Alvy)
  • Io credo che si dia troppo peso all'orgasmo per colmare gli spazi vuoti dell'esistenza. (Alvy)
  • Te lo avrò detto cento volte. Devi sempre avere in casa uno spray per gli insetti. Non si sa mai chi ti può attaccare! (Alvy) [ad Annie]
  • Non ditemi che si va a piedi dalla macchina alla casa. No, siccome i miei piedi non hanno toccato asfalto da quando siamo a Los Angeles. (Alvy)
  • Per ora è solo uno spunto, ma forse troverò i soldi per trasformarlo in concetto e in seguito in idea. (Invitato al party)
  • Io ero venuto qua per fare l'elettroshock, però è mancata la corrente. (Alvy)
  • Una relazione credo sia come uno squalo, sai, che deve costantemente andare avanti o muore. Eh... credo che quello che è restato a noi sia uno squalo morto. (Alvy) [ad Annie]
  • Anche Harvard fa i suoi sbagli, sa? Ci insegnava Kissinger. (Alvy)
  • Sì, sono geloso un pochetto, come Otello! (Alvy)
  • Gli danno dei premi... Non fanno altro che dare dei premi... Non riesco a crederci! Premio al più grande dittatore nazista: Adolf Hitler. (Alvy)
  • Be', che volete, era la prima commedia... Sapete come si cerchi di arrivare alla perfezione almeno nell'arte, perché, è talmente difficile nella vita. (Alvy)

Dialoghi

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Citazioni in ordine temporale.

  • Alvy: [Insistendo per andarsene dal cinema, dove stava facendo la fila per un film che però è già iniziato da alcuni minuti] Oh, mi dispiace. Io non riesco... io... io devo vedere un film proprio dal principio alla fine. Sono a senso unico.
    Annie: Si direbbe piuttosto che hai un unico senso.
  • [Alvy ed Annie sono in fila al cinema, un signore in fila sta parlando con una signora ed Alvy si sta spazientendo]
    Signore in fila: Ho visto l'ultimo Fellini giusto martedì scorso... non è uno dei suoi migliori. È mancante di strutture coesive, si ha la sensazione che non sia del tutto sicuro di quello che vuole dire. Oddio, io l'ho sempre definito essenzialmente "un grande tecnico del cinema". D'accordo, La strada era un buon grandissimo film. Grandissimo nell'uso dell'energia negativa...
    Alvy [ad Annie]: Io sento che mi sta per venire un colpo.
    Annie: Be', smetti d'ascoltarlo.
    Alvy: Smetti d'ascoltarlo? Mi strilla le sue opinioni nelle orecchie.
    Signore in fila [continuando il suo discorso]: Mettiamo ad esempio in Giulietta degli spiriti o nel Satyricon, io lo trovo incredibilmente indulgente, sai, veramente, uno degli autori più indulgenti, ma veramente, sai...
    Alvy [ad Annie]: La parola chiave è "indulgente". Indulgente... Ma cos'hai che sei depressa?
    Annie: Non ho fatto la terapia, ho dormito troppo.
    Alvy: Ma come hai potuto dormire troppo?
    Annie: È stata la sveglia.
    Alvy: Tu sai quanto mi offendono queste allusioni...
    Annie: Lo so. Per il nostro problema sessuale, vero?
    Alvy: Ehi senti, tutta questa coda deve conoscere il ritmo delle nostre copule?
    Signore in fila [continuando il suo discorso]: È come Samuel Beckett, sai? Io ne ammiro la tecnica ma non mi colpisce mai a livello viscerale.
    Alvy [ad Annie]: Lo colpisco io a livello viscerale.
    Annie: Smettila, Alvy!
    Alvy: Ma mi sta sputando sul collo questo... mi sta sputando sul collo...
    Annie: Vuoi sapere un'altra cosa? Sei talmente egocentrico che se io non faccio la terapia tu pensi solamente a come può riflettersi su di te.
    Signore in fila [continuando il suo discorso]: Troppo interiorizzato...
    Alvy [ad Annie, riferito al signore che continua a parlare e alla sua accompagnatrice]: Forse è il primo appuntamento. Si saranno conosciuti con un'inserzione sulla rivista Vita ermeneutica. "Accademico trentenne desidera conoscere donna interessata a Mozart, James Joyce e sesso anale". Ma quale nostro problema sessuale? Io sono relativamente normale per uno cresciuto a Brooklyn.
    Annie [cominciando ad alzare sempre di più la voce, facendo girare verso di loro tutte le persone in fila]: Ok, scusa tanto... Il mio problema sessuale! Il mio problema sessuale, eh?
    Alvy [cercando di cavarsi dall'imbarazzo]: Oh, non l'ho letto. Di chi è? Di Henry James? Che cos'è, forse il seguito di Giro di vite? "Il mio problema"... [sottovoce] Non gridare!
    Annie [sottovoce]: Eh, non grido.
    Signore in fila [continuando il suo discorso]: Un certo Marshall McLuhan ha nei limiti angusti del suo essere una grande intensità, mi capisci? Lui è un grande mediatore...
    Alvy [sempre più spazientito, rivolto alla telecamera]: Che cosa non darei per avere un'enorme palata di cacca di cavallo. [si avvicina alla telecamera] Ma cosa fa uno quando si trova incastrato in una coda con un tipo del genere alle spalle? È una cosa da impazzire!
    Signore in fila [avvicinandosi anch'egli alla telecamera e parlando ad essa]: Ehi, un momento, ma cos'è, non posso dire le mie opinioni? Questo è un Paese libero!
    Alvy: Ma certo: lo può dire, ma deve dirlo a voce alta? Ma insomma, non si vergogna di pontificare così? E la cosa più buffa è Marshall McLuhan... Ma lei sa niente di Marshall McLuhan?
    Signore in fila: Ah, davvero? Senti, io tengo un corso all'università di Columbia, si chiama TV, media e cultura, e credo che le mie valutazioni sul critico McLuhan... be', abbiano una certa validità.
    Alvy: Ah, davvero?
    Signore in fila: Sì.
    Alvy: Oh, è buffo perché, guarda caso, il signor McLuhan è proprio qui... [va a prendere un uomo nascosto dietro un cartello] quindi... per favore... senta. [poi rivolto al signore in fila] Lei venga qui! [quindi a McLuhan] Diglielo!
    Marshall McLuhan: Ho sentito quello che ha detto. Lei... lei non sa niente del mio lavoro. Lei sostiene che ogni mia topica è utopica. Come sia arrivato a tenere un corso alla Columbia è cosa che desta meraviglia!
    Alvy [rivolto alla telecamera]: Ragazzi, se la realtà fosse così... [scuote la testa]
  • Allison: Sto preparando la mia tesi.
    Alvy: Su cosa?
    Allison: Sull'impegno politico nella cultura del ventesimo secolo.
    Alvy: Le piace l'ala liberale della sinistra ebraica newyorkese, il potere del non potere negro, i festival sociali estivi e il... il femminismo in difesa dei diversi e in generale... sì, l'impegno orientato verso il disimpegno... mi fermi prima che possa sembrarle un imbecille assoluto.
    Allison: No, è stato magnifico. Adoro essere ridotta così ad uno stereotipo culturale.
    Alvy: Be', sono reazionario, sa, ma per ridere... soltanto per ridere.
  • Robin: Alvy, che c'è di tanto affascinante in due branchi di affetti da gigantismo che cercano di ficcare una palla dentro un cesto? [riferendosi alla pallacanestro]
    Alvy: L'affascinante è nel fatto fisico. Sai, gli intellettuali hanno una cosa: sono la prova che puoi essere coltissimo e non afferrare la realtà oggettiva.
  • [Alvy e Robin sono a letto che cercano di fare l'amore, ma una sirena dell'ambulanza passa sotto la loro finestra e la donna si blocca]
    Robin: C'ero così vicina, capisci?!
    Alvy: Ieri sera era uno che suonava il clacson, la città non può mica chiudere! C-cosa pretendi, che chiudano anche l'aeroporto? "Voli sospesi, sennò non fornichi"?
    Robin: Sono troppo tesa, ho bisogno di un Valium! La mia analista dice che devo vivere in campagna e non a New York!
    Alvy: E io non posso viv... facciamo sempre la stessa discussione! La campagna mi innervosisce! Ci sono i grilli, e il silenzio, e non sai dove andare dopo cena, e le reti alle finestre con le falene morte spiaccicate, a parte l'eventualità di visite dei Manson e altre famiglie di Satana, quelle le vuoi considerare?!
  • [Primo incontro tra i due, dopo la partita a tennis di doppio misto]
    Alvy: Vuoi un passaggio?
    Annie: Oh... Perché... hai la macchina tu?
    Alvy: No, io a... avrei preso un taxi.
    Annie: Ah no, io ho la macchina.
    Alvy: Tu hai la macchina? Allora... allora non capisco se hai la macchina, perché m'hai chiesto "hai la macchina?" come volessi un passaggio.
    Annie: Ehm... io non... io non lo so. Io ho la Volkswagen là fuori. Che cretina sono! Lo vuoi tu un passaggio?
    Alvy: Certo. da che parte vai?
    Annie: Io vado in centro.
    Alvy: Oh, be', io vado in periferia.
    Annie: Oh, ma lo sa che ci vado anch'io?
    Alvy: Ma non hai detto che andavi in centro?
    Annie: Ehm sì però ecco. Sto in periferia ma vado in centro. Porco diavolo! Mi piace la compagnia, voglio dire, odio guidare sola.
  • Alvy: Sei una tennista straordinaria... e il peggiore guidatore che abbia mai visto in vita mia, di qualsiasi posto, il peggiore d'Europa! E mi piace come ti vesti.
    Annie: Oh davvero, sì? Oh be' questa... questa cravatta è un regalo di nonna Hall.
    Alvy: Di chi? Di nonna? Nonna Hall?
    Annie: Sì, della nonnina.
    Alvy: Scherzi? Dove sei cresciuta? Nelle illustrazioni di Mary Poppins?
    Annie: Eh sì, lo so, lo so... è alquanto sciocco.
    Alvy: Mia nonna mai fatto regali, era troppo impegnata a farsi stuprare dai cosacchi.
  • Annie: Oh, vai dallo psichiatra?
    Alvy: S-sì. Da quindici anni soli...
    Annie: Quindici anni?!
    Alvy: Sì... gli concedo un altro anno... poi vado a Lourdes.
  • Alvy: Ehi, senti, senti.
    Annie: Cosa?
    Alvy: Dammi un bacio.
    Annie: Sul serio?
    Alvy: Sì, perché tanto andremo a casa tua più tardi, vero? E ci sarà tanta tensione – sai, non ci siamo mai baciati! – e io non saprò mai quando fare la prima mossa, perciò togliamoci il pensiero subito, prima di cena, così digeriremo anche meglio!
  • Annie: Mi hai pedinato, non ci posso credere!
    Alvy: Io non ti ho pedinato!
    Annie: Mi hai pedinato.
    Alvy: Perché ti venivo dietro a distanza non perdendoti di vista? Quello non è pedinare!
    Annie: Allora qual è la tua definizione di "pedinare"?
    Alvy: Pedinare è diverso. Io ti spiavo.
  • Annie: Lei [la mia psicanalista] ha parlato di penefobia[2], tu ne sai qualcosa?
    Alvy: Io? Io sono uno dei pochi maschi che ancora ne soffrono.
  • Alvy [parlando alla telecamera e poi ad una passante]: Non so proprio dove abbia sbagliato, non riesco a crederci, in qualche modo lei è sbollita per me. Sarà... sarà per qualcosa che ho fatto?
    Passante: Non è mai per qualcosa, la gente è fatta così. L'amore svanisce.
    Alvy: L'amore svanisce, Dio che pensiero deprimente...
  • Alvy[fermando una coppia]: Ecco, voi... voi sembrate una coppia molto felice, ehm, lo siete?
    Ragazza della coppia: Sì!
    Alvy: E questo a cosa lo attribuite?
    Ragazza della coppia: Oh, io sono superficiale e vuota e... non ho mai un'idea e... non ho niente di interessante da dire.
    Ragazzo della coppia: Io sono esattamente lo stesso.
    Alvy: Ah, capito avete unito le vostre intelligenze... così da due almeno uno...
  • Alvy: Quanto viene questa [cocaina]?
    Padre di Annie: Costa circa duemila dollari all'oncia.
    Alvy: Davvero? E non mi ricordo mai quanto viene in anni di galera.
  • Annie: Sai che proprio non riesco a credere che questa sia Beverly Hills?
    Alvy: Be', l'architettura è molto coerente, no? Il neoclassico ibridato con lo spagnolo, ibridato col Tudor, ibridato col giapponese.
    Annie: Santo cielo, che pulizia!
    Alvy: È che l'immondizia non la buttano via, la mettono negli show televisivi.
  • Alvy: Sai, non sono più io da quando ho smesso di fumare.
    Ragazza: Oh, e quando hai smesso?
    Alvy: Sedici anni fa.
  • Alvy: Non vorrai vivere qui tutta quanta la vita, è come vivere nel Paese dei Balocchi. [riferito a Los Angeles]
    Annie: Che vuoi dire? Si sta meravigliosamente qua e con me Tony è molto carino e... be', conosco persone, vado ai party e poi... poi gioco a tennis. Insomma questo è stato un enorme passo per me. Voglio dire che riesco di più della compagnia della gente.
    Alvy: Du... dunque non vuoi più tornare a New York?
    Annie: Che ha di tanto bello New York? È una città morente. Hai letto Morte a Venezia?
    Alvy: Ehi, eri tu che non lo avevi letto finché non te lo comprai io.
    Annie: Sì, è vero. Mi regalavi solo libri con la parola "morte" nel titolo.
    Alvy: È vero, perché è un argomento fondamentale.
    Annie: Alvy, tu sei incapace di godere la vita. Lo sai questo? La tua vita è il centro di New York. Sei quel tipo di persona, sei come un... un'isola. Sei autosufficiente.
    Alvy: Io non posso godere di niente se non ne godono tutti. Io, sai, se qualcuno crepa di fame in qualche posto, ecco già... già mi ha rovinato la serata.[3]

Dopodiché si fece molto tardi, dovevamo scappare tutti e due. Ma era stato grandioso rivedere Annie, no? Mi resi conto che donna fantastica era... e di quanto fosse divertente solo conoscerla. E io pensai a... quella vecchia barzelletta, sapete... Quella dove uno va dallo psichiatra e dice: "Dottore, mio fratello è pazzo: crede di essere una gallina", e il dottore gli dice: "Perché non lo interna?", e quello risponde: "E poi a me le uova chi me le fa?". Be', credo che corrisponda molto a quello che penso io dei rapporti uomo-donna. E cioè che sono assolutamente irrazionali, ehm... e pazzi. E assurdi, e... Ma credo che continuino perché la maggior parte di noi ha bisogno di uova. (Alvy) [voce fuori campo]

Citazioni su Io e Annie

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  • Io ho scoperto Io e Annie nel 1977, quando ero a Los Angeles. Visto che era in lingua originale, e che il mio inglese non era perfetto, provai una grande frustrazione! Appena tornai a Parigi, mi procurai una copia, sottotitolata stavolta, e la guardai tre volte di fila nella mia sala di proiezione. Quel pomeriggio, mi dissi che Woody Allen era un regista immenso, e che avremmo sentito parlare di lui a lungo. (Claude Lelouch)

Note

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  1. Cfr. Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso* (*ma non avete mai osato chiedere) (1972):
    [Dopo aver fatto sesso]
    Gina: Ma... a te è piaciuto?
    Faustino: A me? È stato più divertente che ridere.
  2. Nel doppiaggio originale si parla di "penis envy" ("invidia del pene").
  3. Parte di questo dialogo viene ripreso, seppur leggermente modificato, dagli attori che interpretano la commedia di Alvy (ispirata proprio alla storia d'amore tra Alvy ed Annie), in una delle scene finali del film.

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