Raffaele de Cesare: differenze tra le versioni
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==Citazioni di Raffaele de Cesare== |
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*{{NDR|[[Carlo Filangieri]]}} Molto era il suo prestigio. Figlio di Gaetano Filangieri; soldato di Napoleone; uccisore in duello del generale Franceschi, perché sparlava dei napoletani; crivellato di ferite al ponte San Giorgio nella disgraziata campagna di Murat contro gli austriaci; imparentato con quanto di più alto contava la nobiltà dell'Isola<ref>La Sicilia.</ref>, poiché la principessa di Satriano nasceva Moncada di Paternò<ref>Agata Moncada, moglie del Filangieri, era figlia del principe di Paternò.</ref>; dotato di una inflessibile energia, di cui aveva dato prova durante la campagna: tutto concorreva ad aumentare questo prestigio. Egli seguiva fedelmente la massima napoleonica: messo a governare un paese ribelle, doveva innanzi tutto farsi temere; possibilmente, farsi amare, doveva togliere via via con la forza e col tatto, le cause, le occasioni e perfino i pretesti di ogni tentativo di rivolta. E vi riuscì. (da ''La fine di un Regno (Napoli e Sicilia)'', Parte prima Regno di Ferdinando II, S. Lapi Tipografo |
*{{NDR|[[Carlo Filangieri]]}} Molto era il suo prestigio. Figlio di Gaetano Filangieri; soldato di Napoleone; uccisore in duello del generale Franceschi, perché sparlava dei napoletani; crivellato di ferite al ponte San Giorgio nella disgraziata campagna di Murat contro gli austriaci; imparentato con quanto di più alto contava la nobiltà dell'Isola<ref>La Sicilia.</ref>, poiché la principessa di Satriano nasceva Moncada di Paternò<ref>Agata Moncada, moglie del Filangieri, era figlia del principe di Paternò.</ref>; dotato di una inflessibile energia, di cui aveva dato prova durante la campagna: tutto concorreva ad aumentare questo prestigio. Egli seguiva fedelmente la massima napoleonica: messo a governare un paese ribelle, doveva innanzi tutto farsi temere; possibilmente, farsi amare, doveva togliere via via con la forza e col tatto, le cause, le occasioni e perfino i pretesti di ogni tentativo di rivolta. E vi riuscì. (da ''La fine di un Regno (Napoli e Sicilia)'', Parte prima Regno di Ferdinando II, S. Lapi Tipografo Editore, Città di Castello, 1900, cap. 1, p. 13) |
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*Raffaele de Cesare, ''Il Conclave di Leone XIII'', S. Lapi Tipografo Editore, Città di Castello, 1888. |
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Versione delle 09:23, 28 gen 2019
Raffaele de Cesare (1845 – 1918), storico, giornalista e politico italiano.
Citazioni di Raffaele de Cesare
- [Carlo Filangieri] Molto era il suo prestigio. Figlio di Gaetano Filangieri; soldato di Napoleone; uccisore in duello del generale Franceschi, perché sparlava dei napoletani; crivellato di ferite al ponte San Giorgio nella disgraziata campagna di Murat contro gli austriaci; imparentato con quanto di più alto contava la nobiltà dell'Isola[1], poiché la principessa di Satriano nasceva Moncada di Paternò[2]; dotato di una inflessibile energia, di cui aveva dato prova durante la campagna: tutto concorreva ad aumentare questo prestigio. Egli seguiva fedelmente la massima napoleonica: messo a governare un paese ribelle, doveva innanzi tutto farsi temere; possibilmente, farsi amare, doveva togliere via via con la forza e col tatto, le cause, le occasioni e perfino i pretesti di ogni tentativo di rivolta. E vi riuscì. (da La fine di un Regno (Napoli e Sicilia), Parte prima Regno di Ferdinando II, S. Lapi Tipografo Editore, Città di Castello, 1900, cap. 1, p. 13)
Incipit di Il Conclave di Leone XIII
Il Conclave di Leone XIII sarà dei più memorabili che ricordi la storia della Chiesa: memorabile per condizioni e circostanze storiche del tutto nuove, per la libertà che godette, e anche per i criterii, che suggeriscono la scelta del nuovo pontefice. I padri non furono turbati da interessi politici, o da gare personali e mondane; né l'inframmettenza degli Stati cattolici, aventi il diritto di veto, li distolse dallo scegliere il Papa, che essi credevano più atto al governo della Chiesa. Nessuno di quegli Stati esercitò il suo diritto direttamente, né indirettamente mercé istruzioni ai propri cardinali e diplomatici. Liberissima elezione, quale non vi fu mai, forse, e piena smentita del tradizionale motto "esce cardinale dal Conclave chi vi entra Papa".
Note
Bibliografia
- Raffaele de Cesare, Il Conclave di Leone XIII, S. Lapi Tipografo Editore, Città di Castello, 1888.
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