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Lorenza Foschini: differenze tra le versioni

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'''Lorenza Foschini''' (1949 – vivente), giornalista e scrittrice italiana.
'''Lorenza Foschini''' (1949 – vivente), giornalista e scrittrice italiana.


==Citazioni di Lorenza Foschini==
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*Ho cominciato {{ndr|a scrivere}} da bambina, a Positano quando avevo sei o sette anni e mi sono inventata un giornalino. Scrivevo poesie, la prima cominciava (non l'ho mai dimenticato) così: "[[Positano]] paese di cani e di signori pelati..."<ref name="sulromanzo">Dall'intervista di [[Morgan Palmas]], ''[https://www.sulromanzo.it/blog/intervista-a-lorenza-foschini Intervista a Lorenza Foschini]'', ''sulromanzo.it'', dicembre 2010.</ref>
*Sono pigra, mostruosamente pigra, quando scrivo non mi piace quello che scrivo e allora tra pigrizia e narcisismo ferito passano giorni e giorni di "nullafacenza".<ref name="sulromanzo" />
*Cosa sarebbe il nostro presente senza il passato? Penso al quadro di [[Paul Klee]] tanto amato da [[Walter Benjamin]]. È raffigurato un angelo con le ali spiegate ma con il volto girato all’indietro. Per Benjamin è L’angelo della storia con gli occhi rivolti alla memoria del passato e le ali aperte verso il futuro. Io non saprei capire né tantomeno scrivere senza guardare quello che abbiamo alle spalle.<ref name=librellula16">Dall'intervista di [[Donatella Schisa]], ''[https://www.iocistolibreria.it/intervista-a-lorenza-foschini-di-donatella-schisa/ Intervista a Lorenza Foschini, di Donatella Schisa]'', ''Librellula'' n. 16, IoCiSto Libreria, Napoli, febbraio 2023.</ref>

{{Int|''[https://www.mangialibri.com/interviste/intervista-lorenza-foschini Intervista a Lorenza Foschini]''|[[Giovanni Pannacci]], ''mangialibri.com''.|h=2}}{{cronologico}}
*Amo essenzialmente la letteratura francese. Mi piace leggere le memorie di [[Henri de Saint-Simon|Saint-Simon]], e mi diverto molto a leggere gli intrighi, gli amori e le lotte del potere alla corte del [[Re Sole]].
*Amo essenzialmente la letteratura francese. Mi piace leggere le memorie di [[Henri de Saint-Simon|Saint-Simon]], e mi diverto molto a leggere gli intrighi, gli amori e le lotte del potere alla corte del [[Re Sole]].
*{{NDR|Su [[Pascal]]}} I suoi ''Pensieri'' anticipano di secoli certe pagine degli esistenzialisti e in generale di molta saggistica contemporanea. Pascal aveva intuito la solitudine, la noia e la nevrosi dell'uomo moderno.
*{{NDR|Su [[Pascal]]}} I suoi ''Pensieri'' anticipano di secoli certe pagine degli esistenzialisti e in generale di molta saggistica contemporanea. Pascal aveva intuito la solitudine, la noia e la nevrosi dell'uomo moderno.
*Ho lavorato molti anni alla radio prima di approdare in televisione. A quell'epoca la parola scritta aveva molto peso per me. È stato il passaggio in tv che mi ha svelato l'importanza e la forza dell'immagine. Ne sono rimasta affascinata, ma ne ho anche avvertito l'insidia e nel corso degli anni mi sono resa conto che più l'immagine era predominante più il testo risultava svilito, mortificato. Diventava sciatto. L'immagine rende il telespettatore "passivo". La parola scritta lo trasforma in un fruitore "attivo". Ecco perché bisogna battersi per restituire alla parola scritta tutto il suo peso e la sua importanza. Insegnare a leggere significa insegnare a pensare. Rispettare la sintassi e la grammatica significa mettere ordine nei nostri pensieri.
*Ho lavorato molti anni alla radio prima di approdare in televisione. A quell'epoca la parola scritta aveva molto peso per me. È stato il passaggio in tv che mi ha svelato l'importanza e la forza dell'immagine. Ne sono rimasta affascinata, ma ne ho anche avvertito l'insidia e nel corso degli anni mi sono resa conto che più l'immagine era predominante più il testo risultava svilito, mortificato. Diventava sciatto. L'immagine rende il telespettatore "passivo". La parola scritta lo trasforma in un fruitore "attivo". Ecco perché bisogna battersi per restituire alla parola scritta tutto il suo peso e la sua importanza. Insegnare a leggere significa insegnare a pensare. Rispettare la sintassi e la grammatica significa mettere ordine nei nostri pensieri.

{{Int|''[https://www.intervisteromane.net/interviste%20pronte%202/lorenza_foschini.htm Intervista di Gianfranco Gramola]''|[[Gianfranco Gramola]], ''intervisteromane.net'', maggio 2022.|h=2}}{{cronologico}}
*[[Wojtyla]] è stato un grande politico che ha contribuito a cambiare la storia d’Europa, anzi direi del mondo. Era un uomo di grandissima intelligenza, un uomo piacevolissimo, io l’ho frequentato in tutti i viaggi papali con l’aereo, sono stata nell’appartamento dove lui viveva in vaticano, conoscevo benissimo padre Stanislao Jan Dziwisz che ora è cardinale di Cracovia, che era il segretario di Wojtyla. Era una occasione irripetibile di essere vicino a uno dei grandi personaggi che in quel momento abitava nel mondo.
*Penso che in noi agiscono due elementi, lo diceva [[Blaise Pascal]] e anche Lainez, che è molto stretta la strada che dall’intelligenza porta fino al cuore. Praticamente in ogni individuo, secondo me, ci devono essere queste due forze propulsive che ci spingono a vivere: l’intelligenza e il sentimento, per cui diciamo che spalancare gli occhi su argomenti che sembrano non spiegabili, che sembrano irrazionali, non vuol dire giustificarli, vuol dire essere curiosi.
*Io scrivo facendo delle indagini come se facessi la giornalista, cioè non invento, non sono una romanziera, non ho fantasia, però amo ricostruire le storie sulla base di testimonianze, delle ricerche e far uscire poi un po’ la verità dei fatti.

==Incipit di ''La principessa che incantò Bakunin==
{{centrato|{{maiuscoletto|un profumatissimo tè nero}}<br />Napoli, marzo 1866}}
«Michail Aleksandrovič...»<br />
«Zoja Sergeevna...»<br />
Con le grosse e larghe dita Bakunin sfiora la piccola mano della principessa, carica di anelli. Basta questo semplice gesto accompagnato dal risuonare dei loro nomi pronunciati in un russo antico ed elegante tra le volte del vecchio palazzo napoletano perché per un attimo a un uomo e a una donna lontani da casa sembri di ritrovare tutto un mondo. Non importa che quel mondo sia stato rinnegato per sempre perché odioso e inaccettabile. Esso sta lì, a ricordare che non c'è bisogno di parole, spiegazioni, commenti.

==Note==
<references />

==Bibliografia==
*Lorenza Foschini, ''La principessa che incantò Bakunin. Passioni e anarchia all'ombra del Vesuvio'', Mondadori Libri, Milano, 2016. ISBN 9788804664406


==Altri progetti==
==Altri progetti==

Versione delle 17:52, 30 nov 2024

Lorenza Foschini (1949 – vivente), giornalista e scrittrice italiana.

Citazioni di Lorenza Foschini

Citazioni in ordine temporale.

  • Ho cominciato [a scrivere] da bambina, a Positano quando avevo sei o sette anni e mi sono inventata un giornalino. Scrivevo poesie, la prima cominciava (non l'ho mai dimenticato) così: "Positano paese di cani e di signori pelati..."[1]
  • Sono pigra, mostruosamente pigra, quando scrivo non mi piace quello che scrivo e allora tra pigrizia e narcisismo ferito passano giorni e giorni di "nullafacenza".[1]
  • Cosa sarebbe il nostro presente senza il passato? Penso al quadro di Paul Klee tanto amato da Walter Benjamin. È raffigurato un angelo con le ali spiegate ma con il volto girato all’indietro. Per Benjamin è L’angelo della storia con gli occhi rivolti alla memoria del passato e le ali aperte verso il futuro. Io non saprei capire né tantomeno scrivere senza guardare quello che abbiamo alle spalle.[2]

Giovanni Pannacci, mangialibri.com.

Citazioni in ordine temporale.

  • Amo essenzialmente la letteratura francese. Mi piace leggere le memorie di Saint-Simon, e mi diverto molto a leggere gli intrighi, gli amori e le lotte del potere alla corte del Re Sole.
  • [Su Pascal] I suoi Pensieri anticipano di secoli certe pagine degli esistenzialisti e in generale di molta saggistica contemporanea. Pascal aveva intuito la solitudine, la noia e la nevrosi dell'uomo moderno.
  • Ho lavorato molti anni alla radio prima di approdare in televisione. A quell'epoca la parola scritta aveva molto peso per me. È stato il passaggio in tv che mi ha svelato l'importanza e la forza dell'immagine. Ne sono rimasta affascinata, ma ne ho anche avvertito l'insidia e nel corso degli anni mi sono resa conto che più l'immagine era predominante più il testo risultava svilito, mortificato. Diventava sciatto. L'immagine rende il telespettatore "passivo". La parola scritta lo trasforma in un fruitore "attivo". Ecco perché bisogna battersi per restituire alla parola scritta tutto il suo peso e la sua importanza. Insegnare a leggere significa insegnare a pensare. Rispettare la sintassi e la grammatica significa mettere ordine nei nostri pensieri.

Gianfranco Gramola, intervisteromane.net, maggio 2022.

Citazioni in ordine temporale.

  • Wojtyla è stato un grande politico che ha contribuito a cambiare la storia d’Europa, anzi direi del mondo. Era un uomo di grandissima intelligenza, un uomo piacevolissimo, io l’ho frequentato in tutti i viaggi papali con l’aereo, sono stata nell’appartamento dove lui viveva in vaticano, conoscevo benissimo padre Stanislao Jan Dziwisz che ora è cardinale di Cracovia, che era il segretario di Wojtyla. Era una occasione irripetibile di essere vicino a uno dei grandi personaggi che in quel momento abitava nel mondo.
  • Penso che in noi agiscono due elementi, lo diceva Blaise Pascal e anche Lainez, che è molto stretta la strada che dall’intelligenza porta fino al cuore. Praticamente in ogni individuo, secondo me, ci devono essere queste due forze propulsive che ci spingono a vivere: l’intelligenza e il sentimento, per cui diciamo che spalancare gli occhi su argomenti che sembrano non spiegabili, che sembrano irrazionali, non vuol dire giustificarli, vuol dire essere curiosi.
  • Io scrivo facendo delle indagini come se facessi la giornalista, cioè non invento, non sono una romanziera, non ho fantasia, però amo ricostruire le storie sulla base di testimonianze, delle ricerche e far uscire poi un po’ la verità dei fatti.

Incipit di La principessa che incantò Bakunin

un profumatissimo tè nero
Napoli, marzo 1866

«Michail Aleksandrovič...»
«Zoja Sergeevna...»
Con le grosse e larghe dita Bakunin sfiora la piccola mano della principessa, carica di anelli. Basta questo semplice gesto accompagnato dal risuonare dei loro nomi pronunciati in un russo antico ed elegante tra le volte del vecchio palazzo napoletano perché per un attimo a un uomo e a una donna lontani da casa sembri di ritrovare tutto un mondo. Non importa che quel mondo sia stato rinnegato per sempre perché odioso e inaccettabile. Esso sta lì, a ricordare che non c'è bisogno di parole, spiegazioni, commenti.

Note

  1. a b Dall'intervista di Morgan Palmas, Intervista a Lorenza Foschini, sulromanzo.it, dicembre 2010.
  2. Dall'intervista di Donatella Schisa, Intervista a Lorenza Foschini, di Donatella Schisa, Librellula n. 16, IoCiSto Libreria, Napoli, febbraio 2023.

Bibliografia

  • Lorenza Foschini, La principessa che incantò Bakunin. Passioni e anarchia all'ombra del Vesuvio, Mondadori Libri, Milano, 2016. ISBN 9788804664406

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