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Paramount International Networks

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Paramount International Networks
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StatoRegno Unito (bandiera) Regno Unito
Forma societariadivisione
Fondazione1987 (come MTV Networks International)
2010 (come Viacom International Media Networks)
2019 (come ViacomCBS Networks International)
2022 (come Paramount International Networks)
Sede principaleLondra
GruppoParamount Global
ControllateParamount Global Italy
Settoretelevisione

Paramount International Networks è una divisione per il mercato non statunitense, che è invece di competenza di Paramount Domestic Networks, del conglomerato dei mass media Paramount Global. Questa trasmette vari canali internazionali tra cui MTV, Comedy Central, Nickelodeon, Paramount Network e VH1.
Presidente e amministratore delegato è dal 2021 l'italiano Raffaele Annecchino[1][2].

A partire da gennaio 2020, Paramount Networks International opera attraverso due brand (Entertainment e Youth Brands, Kids and Family) e tre divisioni territoriali (Americas, UK e Australia ed EMEAA).

  • Paramount Networks Americas: questa divisione serve Canada e America Latina.
  • Paramount Networks UK & Australia: questa divisione serve Regno Unito, Irlanda, Australia e Nuova Zelanda. La sede principale è a Londra, ma conta un ufficio periferico anche a Sydney.
  • Europe, Middle East, Africa and Asia (EMEAA): Paramount Networks Europe, Middle East, Africa & Asia (EMEAA) è una sussidiaria di Paramount Networks International. Le sue sedi principali sono a Londra e a Varsavia, mentre gli uffici regionali sono situati ad Amsterdam, Berlino, Johannesburg, Milano e Stoccolma. EMEAA si struttura in altrettante divisioni:
  • Paramount Networks Northern Europe

Questa divisione serve Paesi Bassi, Belgio, Danimarca, Finlandia, Norvegia, Svezia, Germania, Austria, Svizzera, Estonia, Lettonia, Lituania, Ungheria, Macedonia del Nord, Romania, Polonia, Ucraina e Russia.

  • Paramount Networks Southern Europe, Middle East, and Africa

Questa divisione serve Francia, Spagna, Portogallo, Medio Oriente e Africa.

Questa divisione serve l'Italia e ha sede a Milano.

Viacom 18 è una joint venture tra Paramount Global e TV18 che serve India e mercato asiatico.

Questa è una lista di canali nazionali di MTV, in ordine di lancio:

Canali digitali terrestri e satellitari

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Paneuropei

Italia

Grecia

Africa

Francia

Spagna

Regno Unito e Irlanda

Marchi localizzati

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Black Entertainment Television

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  • Africa
  • Francia
  • Italia
  • Korea di Sud
  • Medio Oriente
  • Regno Unito e Irlanda

Comedy Central

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  • Comedy Central HD
  • Africa
  • America Latina
  • Asia
  • Belgio
  • Brasile
  • Danimarca
  • Germania
  • India e Sri Lanka
  • Israele
  • Italia
  • Nuova Zelanda
  • Paesi Bassi
  • Polonia
  • Regno Unito e Irlanda
  • Spagna
  • Svezia
  • Ungheria
  • VH1 & Comedy Central Family Poland
  • Nickelodeon HD
  • America Latina
  • Australia e Nuova Zelanda
  • Austria
  • Brasile
  • Bulgaria
  • Repubblica Ceca
  • Estonia
  • Lettonia
  • Lituania
  • Malta
  • Slovacchia
  • Canada
  • Croazia
  • Danimarca
  • Norvegia
  • Finlandia
  • Filippine
  • Francia
  • Germania
  • Grecia
  • India
  • Israele
  • Italia
  • Malesia
  • Medio Oriente
  • Nordafrica
  • Sudafrica
  • Ungheria
  • Paesi Bassi
  • Polonia
  • Pakistan
  • Regno Unito e Irlanda
  • Serbia
  • Spagna e Portogallo
  • Svezia
  • Svizzera
  • Turchia

Paramount Channel

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Questa è una lista di canali nazionali di Paramount Channel, in ordine di lancio:

  • Arabia
  • Asia
  • Brasile
  • Francia
  • Ungheria
  • America Latina
  • Medio Oriente
  • Polonia
  • Romania
  • Russia
  • Svezia
  • Canada
  • Repubblica Ceca
  • Ungheria
  • Russia
  • America Latina
  • Paesi Bassi
  • Spagna
  • Regno Unito
  • Medio Oriente
  • India
  • Brasile
  • Italia
  • CIS
  • Danimarca
  • Paesi arabi
  • Paneuropa
  • Polonia
  • Romania

Canali soppressi

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  1. ^ Annecchino alla guida di ViacomCbs Networks International, su primaonline.it. URL consultato il 3 gennaio 2021.
  2. ^ ViacomCBS nomina Raffaele Annecchino presidente e CEO di ViacomCbs Networks International, su ansa.it. URL consultato il 3 gennaio 2021.

Collegamenti esterni

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