Carlo Leone Denuelle

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Carlo Leone Denuelle

Carlo Leone Denuelle, conte Léon (Parigi, 13 dicembre 1806Pontoise, 15 aprile 1881), fu il primo figlio naturale, di cui si abbia notizia, di Napoleone Bonaparte e di Eleonora Denuelle de la Plaigne.

Napoleone non volle mai riconoscerne ufficialmente la paternità, arrivando persino a non permettere alla madre di battezzare il figlio con il nome di Napoleone ma solo con la seconda metà del medesimo, in quanto non voleva trasmettere l'impero di Francia ad un erede illegittimo.

Carlo Leone fu comunque elevato dal padre alla dignità di conte. Nel suo testamento Napoleone gli lasciò 75.000 franchi, ma non è certo che lui li abbia potuti riscuotere, considerate le difficoltà legali che il principale erede ed esecutore testamentario, Carlo Tristano di Montholon dovette affrontare per far valere i relativi diritti, suoi e dei colegatari, così come apparivano dall'ultimo testamento dell'imperatore.

Carlo Leone era decisamente diverso dal padre: egli fu per tutta la vita piuttosto pigro e spendaccione. Diversamente dal fratellastro Alessandro Walewski, figlio di Maria Walewska, che non amava vantarsi della propria paternità, Carlo Leone non perdeva occasione per farsene merito. Iniziò a frequentare l'Università di Heidelberg, ma abbandonò presto gli studi. Numerose iniziative imprenditoriali temerarie (quali, ad esempio, la fabbricazione di un sottomarino) lo portarono a coprirsi di debiti. Successivamente riuscì a percorre la carriera militare fino ad arrivare al comando di un battaglione ma dovette dimettersi a causa della propria scarsa propensione all'obbedienza. Anche il tentativo di diventare prete fallì. La sua passione per il gioco d'azzardo e le donne che gravitavano nell'ambiente del gioco, lo portarono alla rovina, nonostante la disponibilità di aiuti finanziari da parte del fratellastro Alessandro Colonna-Walewski e della nonna Letizia Ramolino. Dopo un tentativo di citare in tribunale persino la madre, per ottenere denaro, finì in carcere per debiti e una volta rilasciato, dovette adattarsi a vivere per un certo tempo in un ricovero per senzatetto.

La rivoluzione del 1848 gli fornì un'altra opportunità: la politica. Si legò ai socialisti, arrivando a proclamare nemico suo cugino Luigi-Napoleone, che dopo una zuffa in Londra, provocata volutamente da Carlo Leone, gli diede un aiuto finanziario. Si recò due volte in Inghilterra, in Germania ed in Italia e nel 1862 sposò una certa Françoise Jonet, di ben 25 anni più giovane e dalla quale aveva avuto già quattro figli (e ne ebbe poi altri due):

  • Carlo (1854 – 1855)
  • Carlo, (1855 – 1894) 2º conte Léon
  • Gastone (1857 – 1934) 3º conte Léon[1]
  • Fernando (1861 – 1918)
  • Carlotta (1867 – 1946).[2]
  • Fanny (1868)
Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Giuseppe Maria Buonaparte Sebastiano Nicola Buonaparte  
 
Maria Anna Tusoli di Bocagnano  
Carlo Maria Buonaparte  
Maria Saveria Paravicini Giuseppe Maria Paravicini  
 
Maria Angela Salineri  
Napoleone I Bonaparte  
Giovanni Geronimo Ramolino Giovanni Agostino Ramolino  
 
Angela Maria Peri  
Maria Letizia Ramolino  
Angela Maria Pietrasanta Giuseppe Maria Pietrasanta  
 
Maria Giuseppa Malerba  
Carlo Leone Denuelle  
Claude Denuelle  
 
 
Dominique Denuelle  
Marie Susanne Barrau  
 
 
Eleonora Denuelle  
 
 
 
Françoise Couprie  
 
 
 
 
  1. ^ Questi si sposò ed ebbe a sua volta sei figli, tra i quali
    • Gastone (1886 – 1976), 4º conte Léon e
    • Carlo (1911 – 1995), 5º e ultimo conte Léon.
  2. ^ Carlotta aveva 14 anni quando suo padre morì. Coraggiosa, studiò e divenne istitutrice. Nominata a Boghari, in Algeria, vi lavorò per dieci anni. Il 3 agosto 1895 sposò Armand Mesnard. La coppia rientrò in Francia alla fine del 1895 e Carlotta fu nominata istitutrice a Sérignan. Colà nacque il figlio Daniele Napoleone Giovanni Fernando, il 25 agosto 1896. Quest'ultimo morì combattendo per la Francia, presso Fort de la Pompelle, (Reims) il 17 luglio 1917. La sua salma è inumata nella tomba della famiglia Denuelle de la Plaigne et Léon nel Cimitero Père-Lachaise a Parigi.
  • (DE) Stefan Gläser: Frauen um Napoleon, München, 2001
  • Max Gallo, Napoléon, Paris, Edition Robert Laffont, ISBN 2-221-09796-3, Ed. italiana Arnoldo Mondatori per Biblioteca Storica de: Il Giornale

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Controllo di autoritàVIAF (EN488150325563110090004 · ISNI (EN0000 0001 2276 2688 · BAV 495/209016 · CERL cnp00548416 · LCCN (ENno89020567 · GND (DE119145383 · BNF (FRcb106614312 (data) · J9U (ENHE987007451523905171
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