Carcere di Tora
Carcere di Tora | |
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Localizzazione | |
Stato | Egitto |
Coordinate | 29°56′36.02″N 31°16′20.42″E |
Informazioni generali | |
Condizioni | In uso |
Inaugurazione | 1908 |
Il carcere di Tora (in arabo سجن طرة?, Sijn Tura) è un istituto di detenzione egiziano per detenuti criminali e prigionieri politici, situato nell'omonima città di Tora, a sud del Cairo. Comprende quattro prigioni, un ospedale militare e due carceri di massima sicurezza[1] di cui uno è noto come "Lo Scorpione" (in arabo سجن العقرب?, Sijn'al-'aqrab)[2].
Storia del penitenziario
[modifica | modifica wikitesto]Il carcere è stato fondato nel 1908 da Muṣṭafā al-Naḥḥās mentre era ministro degli interni, nel tentativo di alleviare il sovraffollamento della prigione di Abu Zaabal.
In passato, la prigione di Tora è stata spesso menzionata nei rapporti degli attivisti per i diritti umani e degli altri osservatori per le sue gravi disfunzioni e per gli abusi che vi sono stati perpetrati in complicità con la pratica delle extraordinary rendition della CIA sotto il governo di Ḥosnī Mubārak[3], mentre si reputa che attualmente il carcere sia utilizzato dal Mukhābarāt (i servizi segreti egiziani) come centro di detenzione e di tortura per i dissidenti del regime di ʿAbdel Fattāḥ al-Sīsī (perlopiù affiliati alla Fratellanza Musulmana).
Nel dicembre 2020 il Parlamento europeo ha definito "spaventose" le condizioni di detenzione in Egitto, ed ha chiesto di autorizzare un'organizzazione indipendente ad accedere al carcere di Tora per verificarne le condizioni, anche in relazione al sovraffollamento e alla pandemia di COVID-19. [4]
Detenuti di rilievo
[modifica | modifica wikitesto]- Shukrī Muṣṭafā (1965−1967)
- ʿAbd al-Ḥamīd Kishk (1981-1982)
- Fioravante "Gabriellino" Palestini (1983-2003)
- Muḥammad al-Ẓawāhirī (1999−?2011, 2013)
- Hassan Mustafa Osama Nasr (2003−?2007, torturato con scariche elettriche, percosse e stupri, vedi Caso Abu Omar)
- Blogger ʿAlāʾ ʿAbd al-Fattāḥ e dozzine di altri attivisti per i diritti civili (2014)
- ʿAlāʾ Mubārak e Gamāl Mubārak (2011-2015)
- Ahmad Nazif
- Khayrat al-Shater
- Muḥammad Badīʿ
- Moḥamed Morsī (2013-2019)
- Ḥosnī Mubārak (2012, condannato all'ergastolo, ma rilasciato nel 2013 dopo che un tribunale ha constatato che non vi erano motivi legali per la sua detenzione)
- Tarek Loubani e John Greyson, due cittadini Canadesi arrestati nelle proteste egiziane del 2013 e detenuti per 50 giorni senza accuse
- Ahmed Nagi, condannato il 20 febbraio 2016 dal tribunale del Cairo a due anni di detenzione per oltraggio al pudore, in seguito alla pubblicazione di un capitolo del suo romanzo Istikhdam al Hayat (Vita: istruzione per l'uso) sul periodico letterario egiziano Akhbar al Adab[5].
- Ezzat Ghoniem (2018[6], ancora detenuto)
- Shady Habash (2018-2020), deceduto in carcere[7].
- Patrick George Zaki (2020-2021)
Non confermati:
- Abū Ayyūb al-Maṣrī (1999−?)
- Ibn al-Shaykh al-Libi (2002−?2006)
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) “WHAT DO I CARE IF YOU DIE?” NEGLIGENCE AND DENIAL OF HEALTH CARE IN EGYPTIAN PRISONS (PDF), su amnesty.org, 2021, p. 13. URL consultato il 14 luglio 2021.
- ^ Middle East Watch (Organization), Prison Conditions in Egypt, Human Rights Watch, 1993, ISBN 978-1-56432-090-2.
- ^ Mayer, Jane. The New Yorker, 14 February 2005. Outsourcing Torture: The secret history of America's 'extraordinary rendition' program., su newyorker.com. URL consultato il 20 febbraio 2007.
- ^ Parlamento europeo, Risoluzione del Parlamento europeo del 18 dicembre 2020 sul deterioramento della situazione dei diritti umani in Egitto, segnatamente il caso degli attivisti dell'organizzazione Egyptian Initiative for Personal Rights (EIPR) (PDF), su europarl.europa.eu, venerdì 18 dicembre 2020. URL consultato il 26 dicembre 2020.. Punto 7.
- ^ Autori: Ahmed Nàgi, su internazionale.it, Internazionale, 2016. URL consultato il 1º maggio 2016.
- ^ (EN) Amnesty International, Egyptian defenders and journalists deteined (PDF), su amnesty.org, 2 aprile 2018. URL consultato il 28 dicembre 2020.
- ^ Pierfrancesco Curzi, Egitto, sulla morte di Shady Habash l’ipotesi atto dimostrativo: “Forse ha ingerito detersivo. Limite detenzione era scaduto da due mesi”, su ilfattoquotidiano.it, 3 maggio 2020.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su carcere di Tora
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]Controllo di autorità | GND (DE) 1209529297 |
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