Religioni in Italia

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Religioni in Italia (2023)[1]

██ Cattolicesimo (61%)

██ Non religiosi/atei/agnostici/spirituali (28%)

██ Altre religioni (9%)

██ Non dichiarato (2%)

Affiliazione al cattolicesimo in Italia per macroregioni statistiche (analisi demoscopica Doxa 2019).[2] Notevole la differenza tra le regioni del nord e il resto d'Italia.
Frequentazione delle funzioni religiose almeno una volta a settimana per regione.

In Italia, la religione più diffusa è il cristianesimo cattolico, presente fin dai tempi apostolici e maggioritaria già a partire dal IV secolo. La Costituzione della Repubblica garantisce, nell'articolo 3, l'uguaglianza degli individui a prescindere dalla religione. Sebbene il principio di indipendenza tra stato e Chiesa cattolica fosse già presente nell'articolo 7 della costituzione fin dal 1948, si arrivò ad una piena laicità dello stato solo con la revisione dei Patti Lateranensi del 1984[3] (Protocollo addizionale, punto 1) e con la sentenza 203/1989 della Corte costituzionale.

Secondo rilevamenti statistici Ipsos, nel 2023 il 61% degli italiani (pari a circa 35 milioni di persone) si dichiarava cattolico; il 7% (circa 4 milioni) affiliato ad altre denominazioni cristiane; il 2% ad altre religioni; il 28% (circa 16 milioni) irreligioso; mentre il 2% preferiva non rispondere.[1] Secondo rilevamenti statistici della stessa Ipsos, nel 2017 il 74,4% degli italiani (pari a circa 45 milioni di persone) si dichiarava cattolico; seguivano i non religiosi e i credenti senza religione, complessivamente rappresentanti il 22,6% (pari a circa 13 milioni di persone).[4]

Sono presenti diverse altre confessioni cristiane: al 2020, i fedeli ortodossi sono più di 1,8 milioni, per lo più di recente immigrazione da paesi quali Moldavia e Romania; i protestanti sono circa 600.000; i restaurazionisti (sebbene la definizione di "cristiani" non gli sia riconosciuta dalle chiese cristiane "storiche") poco meno, tra i quali 400.000 testimoni di Geova e 100.000 di altre denominazioni (dei quali circa 28.000 mormoni e 20.000 avventisti). Di antichissima origine è la comunità ebraica italiana, che oggi conta circa 41.000 membri.[5] La diffusione di altre religioni è stata in gran parte agevolata dai fenomeni migratori degli ultimi decenni: si stima che in Italia risiedano al 2020 circa 2,2 milioni di musulmani, 332.000 buddisti, 210.000 induisti, 20.000 sikh, 4.000 bahá'í e 97.000 seguaci di altre religioni orientali.[5] Le maggior parte delle altre religioni minoritarie sono estremamente frammentate e di scarsissima consistenza numerica, se si pensa che nel 2021 il Centro studi sulle nuove religioni (CESNUR) ha censito ben 866 gruppi religiosi organizzati presenti nel paese, tra religioni "storiche" (abramitiche, dharmiche, taoiche e tradizionali) e nuovi movimenti religiosi (spesso definiti dai media "sette"), in crescita rispetto ai 658 del 2001[6].

Non è raro che, specialmente nelle città più grandi e cosmopolite come Roma, Milano o Firenze, vengano organizzati eventi pubblici legati a importanti festività religiose non cattoliche, quali ad esempio l'Id al-adha islamico, il Ratha Yatra degli Hare Krishna, l'Holi induista, il Vesak buddhista o il Vaisakhi dei Sikh. Infine, da alcuni anni, alcune associazioni neopagane afferenti alla Via romana agli dei prendono parte ai festeggiamenti del Natale di Roma, che si svolgono nell'omonima città.

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia degli ebrei in Italia.

Preistoria ed età antica

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Pozzo sacro di Santa Cristina, a Paulilatino (OR), realizzato per il culto dell'acqua dalla Civiltà nuragica, una delle civiltà protostoriche italiane, intorno all'XI secolo a.C.

L'Italia preistorica e protostorica fu abitata da numerose civiltà che praticavano religioni oggi in gran parte sconosciute. A questo periodo risalgono numerosi siti e ritrovamenti archeologici, tra i quali altari, iscrizioni, megaliti, sepolture e statuette, che fanno ritenere che le religioni praticate fossero incentrate sul culto di elementi naturali e dei defunti, e che fossero spesso di tipo matriarcale. Infatti, tra i più diffusi culti di questo periodo si annoverano quelli della Dea Madre.

Tempio della Concordia di Agrigento, edificato dalle popolazioni di origine greca che si insediarono nell'Italia meridionale

In epoca antica si stabilizzarono nella penisola italiana diversi popoli, di origine indoeuropea e non solo. Tra questi, si annoverano gli Italici (tra cui Latini e Sanniti) e gli Etruschi nel centro Italia, i Celti nel nord, i coloni greci nella parte dell'Italia meridionale che costituiva la Magna Grecia, i Punici in Sicilia e Sardegna. Queste popolazioni seguivano diverse religioni, ognuna delle quali avente proprie gerarchie di divinità e proprie narrazioni mitologiche, indicate poi col termine generico di "paganesimo" dalla cultura cristiana che le avrebbe succedute. A questo periodo risalgono numerosi siti archeologici religiosi, tra i quali ad esempio la celebre Valle dei Templi di Agrigento in Sicilia, patrimonio dell'umanità, e il Tempio di Poseidone di Taranto, Puglia, di culto greco, il Tempio di Antas a Fluminimaggiore in Sardegna meridionale, di culto punico, il Santuario di Portonaccio, vicino a Roma, di culto etrusco, e le Necropoli di Ornavasso e di Monterenzio Vecchio, dove sono presenti sepolture celtiche.

Al periodo "pagano" risalgono anche alcuni toponimi attuali quale ad esempio Fano, derivante dalla presenza di un fanum (tempio) dedicato alla dea Fortuna.

Pantheon di Roma (anche Santa Maria ad Martyres dopo la cristianizzazione), tempio della religione romana universale

L'ascesa della civiltà romana riunì tutte queste popolazioni all'interno di un'unica entità statale, e la religione romana, così come la rispettiva mitologia, assimilò culti propri dei popoli assoggettati, in particolare le religioni etrusca e poi greca nel centro-sud della penisola, e la religione celtica nel nord. Dell'Italia romana rimangono innumerevoli templi e luoghi sacri tra i quali ad esempio il Pantheon (letteralmente "Tutto il Divino"), tempio della religione romana universale, l'altare pubblico Ara Pacis a Roma e il Tempio di Vesta a Tivoli, nel Lazio.

Mitreo di San Clemente a Roma

Nel tardo periodo romano si diffusero nuove religioni e dottrine provenienti dal Vicino Oriente, portate da immigrati del Levante e del Nordafrica che si insediarono soprattutto a Roma e nel centro-sud della penisola italiana. Tra queste, il mitraismo, l'ebraismo e altri culti di origine semitica, la religione egizia e altri ancora, che spesso diedero luogo a sincretismi con le religioni e dottrine greco-romane. Esempi archeologici di questo periodo sono il Mitreo di San Clemente e quello di Santa Prisca, i resti delle antiche sinagoghe di Ostia Antica e di Bova Marina, la Basilica sotterranea di Porta Maggiore, esempio di luogo di culto neopitagorico, e i numerosi templi di Iside giunti fino a noi, come ad esempio quello di Pompei.

Il cristianesimo, nato come riforma dottrinale in seno all'ebraismo presto apertasi all'adesione anche di non-ebrei, comparve a Roma già in età apostolica, soprattutto alle periferie dell'impero romano, e anche nelle sue forme "eretiche". Ad esempio, secondo Ippolito (Adv. Haer., IV, xxxv), Tertulliano (Adv. Valent., iv) e Clemente Alessandrino (Exc. ex Theod., titolo) era presente nel II secolo in Italia una scuola gnostica del valentinianesimo, detta "italiana".

I cristiani furono inizialmente perseguitati dalle autorità romane in quanto, così come altri gruppi religiosi proibiti, erano un'organizzazione che operava al di fuori delle leggi e delle strutture sociali normali del periodo. Nel 313, con l'Editto di Milano promulgato dall'imperatore Costantino I, fu concessa libertà di culto a tutte le religioni, incluso il cristianesimo, ma nel 380, con l'Editto di Tessalonica promulgato dall'imperatore Teodosio I, il cristianesimo fu stabilito come dottrina religiosa ufficiale dell'impero, e ogni altra religione fu messa fuori legge. Dell'epoca paleocristiana rimangono importanti testimonianze archeologiche, artistiche e architettoniche, come ad esempio le catacombe di Roma. Con l'affermazione del cristianesimo, le altre religioni praticate nell'impero scomparvero, o furono assimilate e adattate alla dottrina ufficiale, e molti templi furono trasformati in chiese.

Chiesa dello Spirito Santo a Ravenna, antica cattedrale dell'arianesimo ostrogotico fatta erigere dal re Teodorico

Con la dissoluzione dell'impero romano nel V secolo, molti dei suoi territori furono ripopolati da genti germaniche, le quali formarono i regni romano-germanici. Questi popoli che si insediarono nei territori ex-romani spesso praticavano il paganesimo germanico, anche se molti di essi si erano convertiti al cristianesimo, inizialmente nella dottrina dell'arianesimo, che differiva dalla dottrina ufficiale di Roma, il cattolicesimo. Già nel tardo impero romano alcuni popoli germanici furono insediati nei territori dello stesso come laeti o foederati; nella pianura padana furono insediati come laeti i Taifali. Secondo alcuni studiosi, il toponimo Udine deriverebbe dal nome del dio Odino.

Tempietto longobardo di Santa Maria in Valle a Cividale del Friuli, in provincia di Udine

Dopo l'effettivo crollo di Roma, nella penisola italiana si insediarono prima gli Ostrogoti, di religione ariana, e, dopo la guerra greco-gotica (535-553) che devastò e spopolò la penisola, i Longobardi, che fondarono un proprio regno duraturo ripopolando, come gli Ostrogoti e i Taifali che li precedettero, soprattutto il nord della penisola, che da loro prese il nome di Lombardia. Nella parte nord-orientale della Lombardia, l'Austria (corrispondente grossomodo alle attuali regioni Orobia/Lombardia orientale, Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige), erano diffusi soprattutto l'arianesimo e il paganesimo germanico, mentre nella parte occidentale, la Neustria (corrispondente grossomodo alle attuali Insubria/Lombardia occidentale, Piemonte, Valle d'Aosta, Liguria ed Emilia), si radicò meglio il cattolicesimo romano, che successivamente prevalse in tutta la Lombardia.

La transizione tra il paganesimo e il cristianesimo generò fenomeni di sincretismo, quali la Stregoneria italiana e la Vecchia Religione.

Mentre il nord della penisola italiana veniva ripopolato e riorganizzato dai popoli germanici, buona parte dei territori dell'Italia meridionale, con l'eccezione dei vicereami longobardi minori (exclavi) di Spoleto e Benevento, rimase sotto l'orbita dell'impero bizantino (la parte orientale, di lingua greca, dell'ex impero romano) e dei suoi costumi religiosi (non ancora formalmente separatisi dal cattolicesimo romano, cosa che si sarebbe verificata nel 1054 con il Grande Scisma tra Chiesa cattolica romana e Chiesa ortodossa). Il potere bizantino si scontrò con il regno lombardo in varie guerre. Dall'influenza culturale bizantina si svilupparono alcune Chiese cattoliche di rito orientale, come ad esempio la Chiesa italo-bizantina, presente nell'Italia centro-meridionale, soprattutto tra la minoranza etno-linguistica arbëreshë. Sempre in epoca bizantina, a seguito delle diaspore armene, si formò la comunità armena di Venezia, tuttora esistente.

Dal 756 la Chiesa cattolica, grazie alla Donazione di Sutri operata in suo favore dal re lombardo Liutprando, divenne una vera e propria entità statuale, esercitando il potere temporale sullo Stato Pontificio, nel centro della penisola italiana.

La cattedrale di Palermo, chiesa cattolica in epoca bizantina, fu trasformata in moschea durante la dominazione araba della Sicilia e poi nuovamente in chiesa cattolica con la cacciata degli Arabi. Tracce del suo passato islamico sono ancora visibili, come una Sura incisa su una colonna.

Alcune zone del Meridione, in particolare la Sicilia, caddero sotto la dominazione islamica per circa due secoli a partire dall'827, per poi essere riconquistate dai Normanni, che fondarono il Regno di Sicilia che coprì tutta la parte meridionale della penisola italiana. I musulmani siciliani furono in gran parte riconvertiti al cattolicesimo, mentre un gruppo di essi, che mantenne la sua fede islamica, fu deportato nell'insediamento di Lucera, poi distrutto nel 1300.

Tutto il periodo medievale fu profondamente caratterizzato dal cristianesimo. La Chiesa cattolica dovette fronteggiare scismi (soprattutto il già citato Grande Scisma) e combatté la diffusione di dottrine alternative rispetto al quella ufficiale, definite "eretiche", nell'ambito di quella che è stata definita "riforma spirituale medievale". Tra queste, quelle dette "manichee" come il catarismo, di origine francese, e il patarismo, sorto a Milano nell'XI secolo. Inoltre, nella penisola italiana si diffusero soprattutto tre movimenti di origine "lombarda" (ossia del nord), i cui fondatori furono tutti e tre condannati alla morte sul rogo: gli arnoldisti nel XII secolo, che si formarono intorno alla figura di Arnaldo da Brescia, e, nel XIII secolo, gli apostolici di Gherardo Segarelli e i dolciniani di Fra Dolcino. Altri movimenti riformatori, come ad esempio alcuni di quelli afferenti al pauperismo, rimasero invece all'interno della Chiesa cattolica. Tra questi ultimi si annoverano i francescani di San Francesco d'Assisi.

La popolazione della penisola italiana rimase sempre a grande maggioranza cattolica, e le piccole comunità non cristiane presenti, come ad esempio quelle ebraiche, vissero diversi gradi di tolleranza nei diversi regni italiani e nelle diverse epoche, subendo talvolta limitazioni e persecuzioni, dall'obbligo di risiedere in ghetti fino a veri e propri pogrom. Oltre alle minoranze ebraiche, è attestata la presenza di mercanti musulmani ottomani e di minoranze ortodosse greche in diverse città marinare, specialmente nella Repubblica di Venezia.

Nel Rinascimento si diffuse tra personalità politiche, artistiche e intellettuali dell'epoca l'interesse per l'esoterismo, e in particolare per l'alchimia, sebbene questa pratica fosse stata proibita ai cattolici da Papa Giovanni XXII. Testimonianze di questa fase sono ad esempio la Rocca di Sassocorvaro (PU), l'Accademia dei Segreti di Napoli, le porte alchemiche di Roma e di Rivodutri e il Parco dei Mostri di Bomarzo (VT).

Monumento in memoria del Sinodo di Chanforan tenuto dalla chiesa valdese nel 1532, ad Angrogna (TO), nelle Valli Valdesi

A partire dal XVI secolo gli echi della riforma protestante, originata in Germania dall'ex monaco agostiniano sassone Martin Lutero, giunsero in Italia, ma non riuscirono ad attecchire come nell'Europa germanica (e, inizialmente, nella Francia meridionale, Occitania), con l'eccezione di aree del Piemonte, poi denominate "Valli Valdesi", dove la dottrina protestante del valdismo ebbe grande diffusione. Nell'ambito delle guerre di religione in Europa, questa minoranza subì persecuzioni anche in Italia, tra cui la strage dei Valdesi di Calabria del 1561 e le guerre sabaudo-valdesi tra il 1655 e il 1690. Tuttavia, non mancarono esponenti italiani della Riforma anche nel resto della penisola, come ad esempio la famiglia Diodati di Lucca, Pietro Martire Vermigli, Paolo Sarpi, Bernardino Ochino, Pietro Paolo Vergerio, Celio Secondo Curione e personaggi importanti che ne vennero influenzati, come Giordano Bruno. Anche la successiva Riforma radicale trovò alcuni esponenti italiani, con comunità anabattiste in Veneto, Lombardia e Alto Adige, poi cancellate dalle successive persecuzioni.

Rimasero comunque presenti piccole comunità di mercanti protestanti nord europei in varie città portuali, come ad esempio la Congregazione olandese alemanna a Livorno.

A seguito del Concilio di Trento, del 1545, prese il via il processo di Riforma cattolica, meglio nota come Controriforma.

Nel frattempo, continuò per tutta l'epoca moderna lo scontro tra potenze europee e Impero ottomano, già in corso fin dal Medioevo, sia con guerre dirette che tramite il ricorso alle incursioni dei temuti Corsari barbareschi, anche sulle coste italiane.

La scoperta dell'America e le grandi esplorazioni del XVII secolo, e le successive colonizzazioni di paesi lontani da parte di potenze europee, dettero nuovo slancio all'attività di evangelizzazione dei missionari (da sempre presente nel Cristianesimo), anche italiani.

Età contemporanea

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Le campagne napoleoniche d'Italia (1796-1814) contribuirono a introdurre nel paese la laicità e il giacobinismo della Rivoluzione Francese e, come reazione, a scatenare le insorgenze antinapoleoniche di stampo cattolico tra le quali quella denominata Viva Maria nell'Italia centro-settentrionale e la resistenza sanfedista in quella meridionale.

Nel periodo austro-ungarico si insediò la minoranza ortodossa dei serbi di Trieste, tuttora presente nella città portuale.

Alla fine del XIX secolo si diffusero in alcuni gruppi sociali, spesso anticattolici e legati alla massoneria, dottrine esoteriche e ci furono i primi tentativi di fondare una chiesa nazionale protestante italiana, come ad esempio la Chiesa libera evangelica italiana.

Con lo Statuto Albertino del 1848, il Regno di Sardegna, pur mantenendo il cattolicesimo come religione di stato, concesse libertà di culto portando all'emancipazione degli ebrei e dei valdesi. Nel 1861 tali norme furono poi adottate dal neonato Regno d'Italia.

L'unificazione d'Italia fu sostenuta prevalentemente da forze laiche, anticattoliche e anticlericali, tra le quali erano presenti varie correnti ideologiche esoteriche, tra cui la Carboneria, massoniche, deiste e protestanti, oltre ad esponenti ebrei. Dopo questo evento e, soprattutto dopo la presa di Roma del 1870, che segnò la definitiva sconfitta dello Stato Pontificio da parte del Regno d'Italia e diede inizio alla cosiddetta Questione romana sul potere temporale del Papa,[7] gran parte dei cattolici si autoesclusero dalla politica attiva. Di conseguenza, tutti i principali partiti politici e raggruppamenti parlamentari ebbero un carattere laico fino all'inizio del XX secolo.

L'obelisco in piazza Savoia a Torino, eretto nel 1853, commemora l'abolizione del foro ecclesiastico.

In questo periodo, il Regno di Sardegna prima e il Regno d'Italia poi, emisero una serie di misure spiccatamente anticlericali quali ad esempio la Legge Siccardi, che aboliva numerosi privilegi ecclesiastici e le cosiddette "Leggi eversive", che decretavano lo scioglimento degli ordini religiosi e l'incameramento dei loro beni da parte dello stato.

A partire da fine XIX - inizio del XX secolo ci fu in Italia una grande attività di missionari di numerose chiese protestanti e restaurazioniste provenienti da paesi stranieri, soprattutto dagli Stati Uniti, e il ritorno in patria di alcuni emigranti italiani convertitosi all'estero e desiderosi di diffondere la loro nuova fede in Italia. In questo clima Davide Lazzaretti fondò in Toscana il movimento di ispirazione cristiana del giurisdavidismo.

Chiesa ortodossa di Cristo Salvatore a Sanremo (IM), appartenente alla Diocesi dell'Europa Occidentale della Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia[8]

Nello stesso periodo, si diffuse tra le classi ricche europee la moda del turismo e l'Italia fu tra le principali mete. Per questo motivo, per venire incontro alle esigenze spirituali dei villeggianti stranieri, furono costruite nelle località più in voga all'epoca, numerose chiese non cattoliche. Esempi di queste architetture religiose sono le ex chiese anglicane di Bagni di Lucca e di Viareggio e la chiesa ortodossa russa di Sanremo.

Inoltre, tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo, come nel resto dell'Occidente, anche in Italia le dottrine esosteriche divennero di moda tra le personalità politiche e intellettuali dell'epoca. Testimonianze di questa fase sono ad esempio le simbologie esoteriche di Torino, il borgo di Rosazza (BI) e Villa Palagonia a Bagheria (PA). All'inizio del XX secolo, in alcuni circoli esoterici, come il Gruppo di Ur, si svilupparono le prime idee neopagane in Italia, mentre, nello stesso periodo l'esoterista inglese Aleister Crowley sceglieva Cefalù (PA) per fondare la sua Abbazia di Thélema.

Nel 1905 fu costituita l'Unione elettorale cattolica italiana per coordinare la partecipazione degli elettori cattolici alle competizioni elettorali italiane.[9] Il partito, pur non ottenendo la maggioranza, raggiunse risultati significativi e, con il cosiddetto patto Gentiloni del 1913, entrò in alleanza con la costituenda Unione Liberale.[10]

Come nel resto dell'Occidente, all'inizio del XX secolo trovarono ampia diffusione le ideologie socialiste, comuniste e anarchiche, generalmente accompagnate da una visione religiosa apertamente atea.

Sia durante la Prima che nella successiva Seconda guerra mondiale, in Italia combatterono truppe di diverse confessioni cristiane e religioni non cristiane, tra le quali quelle musulmane, indù e sikh provenienti dalle colonie degli imperi europei, comprese quelle integrate nel Regio esercito italiano, i cui caduti sono oggi sepolti in numerosi cimiteri di guerra, come ad esempio il Cimitero degli Indiani a Forlì.

Nella corso della Prima guerra mondiale, in alcune località sul fronte furono anche realizzate alcune moschee per le necessità di culto dei soldati austroungarici di religione musulmana, provenienti principalmente dalla Bosnia, poi smantellate dopo la guerra, la più grande delle quali, dotata di minareto, si trovava a Ziano di Fiemme[11].

Cimitero degli Indiani a Forlì dove sono sepolte le truppe sikh dell'Impero britannico cadute nel corso della Seconda guerra mondiale

Dopo la prima guerra mondiale, i cattolici organizzarono il Partito Popolare Italiano,[12] evoluto, nel secondo dopoguerra, nel movimento della Democrazia Cristiana dopo il forzato scioglimento del partito da parte del regime fascista il 9 novembre 1926.

A seguito dell'incontro con un predicatore pentecostale, Donato Manduzio cominciò ad interessarsi all'Antico Testamento fino a convertirsi all'ebraismo nel 1920 e a fondare la Comunità ebraica di San Nicandro Garganico, tuttora esistente.

Via della Conciliazione a Roma, realizzata a seguito dei Patti Lateranensi, Idealmente collega la capitale d'Italia con lo Stato Vaticano.

Durante il fascismo, la questione romana fu risolta con i Patti lateranensi, firmati dalla Santa Sede e dal Regno d'Italia nel 1929, che dettero vita allo Stato della Città del Vaticano. Il fascismo perseguitò le minoranze religiose: il 9 aprile 1935, Guido Buffarini Guidi mise completamente fuori legge il pentecostalismo,[13] mentre vennero perseguitati con incarcerazioni e confino i testimoni di Geova[14][15] e i membri dell'Esercito della Salvezza[16]. Nei primi anni di regime fascista gli ebrei non vennero discriminati e addirittura furono costruite le grandi sinagoghe di Genova e di Fiume (oggi in territorio croato), ma dal 1938, con le leggi razziali, la situazione cambiò drasticamente e per gli ebrei iniziò una fase di dure persecuzioni culminate nel successivo Olocausto, nel quale furono perseguitati e uccisi anche i Testimoni di Geova. Tali politiche violentemente repressive furono proseguite dalla Repubblica Sociale Italiana e durante l'occupazione nazista con rastrellamenti, quali quello del ghetto di Roma, e la realizzazione di veri e propri campi di concentramento, come la tristemente nota Risiera di San Sabba a Trieste e numerosi altri.

La resistenza italiana vide la partecipazione di cattolici,[17] protestanti (i valdesi furono particolarmente attivi nel Partito d'Azione),[18] ed ebrei (attraverso la Brigata ebraica). Nel 1943 un gruppo di cattolici, tra cui alcuni ex popolari e molti membri dell'Azione Cattolica (una diffusa associazione laica di ispirazione cattolica), formò il partito della Democrazia Cristiana e, con Alcide De Gasperi, guidò il governo provvisorio italiano dal 1945.[19]

La Costituzione della Repubblica Italiana del 1947 sancì la libertà religiosa in Italia.

Dopo la seconda guerra mondiale, la Chiesa cattolica, dopo alcune riserve iniziali (Papa Pio XII era favorevole a una soluzione simile a quella della Chiesa nella Spagna franchista, mentre alcuni cardinali volevano una pluralità di partiti cattolici, eventualmente anche uno comunista), sostenne attivamente la Democrazia Cristiana di De Gasperi,[20][21] un partito di ispirazione cattolica ma formalmente non confessionale, e la cosiddetta «unità politica dei cattolici».[22]

A partire dalla seconda metà del XX secolo, a seguito di fenomeni di immigrazione di cittadini stranieri in Italia, dell'interesse per religioni non tradizionalmente presenti nel paese, dei cambiamenti demografici in atto (inverno demografico, denatalità e ripresa del fenomeno dell'emigrazione di cittadini italiani all'estero) e del processo di secolarizzazione che attraversa l'Occidente, si sono iniziate a sviluppare cospicue minoranze religiose nel paese.

A seguito del movimento hippy e della controcultura degli anni '60, si cominciarono a diffondere in Italia le dottrine New Age e altre dottrine religiose alternative.

Nel 1967 si verificò lo Scisma di Montaner, che portò la maggior parte degli abitanti del paese di Montaner (TV) ad abbandonare la Chiesa cattolica per l'ortodossia, a causa di contrasti con la locale diocesi.

Nel 1984, a seguito di un nuovo accordo con il Vaticano, il cattolicesimo perse il suo status di religione ufficiale dello Stato italiano[23] e l'Italia divenne uno stato laico. Lo stato italiano cominciò a sancire intese con confessioni religiose diverse da quella cattolica.

Oggi l'Italia è ancora un paese a maggioranza cattolica, ma in cui è presente un ampio pluralismo religioso.

Libertà religiosa

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Lo stesso argomento in dettaglio: Libertà religiosa in Italia.
Cappella policonfessionale presso l'ospedale NOA di Massa, luogo adibito alla preghiera di qualsiasi religione. Simili spazi di pluralismo religioso sono sempre più comuni in luoghi pubblici quali ospedali, aeroporti e grandi stazioni italiane.

L'Italia è uno stato laico e la costituzione italiana sancisce il diritto per tutti di professare liberamente qualunque fede religiosa (art. 3, 19, 20 e 21), la laicità dello stato (art. 7) e il diritto di ogni denominazione religiosa di auto-organizzarsi nel rispetto della legge (art. 8).

Rapporti tra stato e chiese

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Concordato e Intese

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Lo stesso argomento in dettaglio: Accordo di Villa Madama, Intesa e Otto per mille.

I rapporti tra lo stato con le singole confessioni religiose vengono regolati da appositi accordi, richiamati nell'art. 7 per la Chiesa cattolica e nell'art. 8 per tutte le altre confessioni non cattoliche. Per quanto riguarda la prima, tale accordo prende il nome di Concordato, redatto nel 1929 (Patti Lateranensi) e modificato nel 1984 (Accordo di Villa Madama). Gli accordi con le altre religioni prendono invece il nome di Intese e possono essere richieste con apposita procedura da tutti gli enti di culto dotati di personalità giuridica che abbiano chiesto e ottenuto lo status di "confessione religiosa" in base alla legge 1159/1929[24] e al suo regolamento di attuazione, il regio decreto 28 febbraio 1930, n.289[25].

La differenza tra questi due strumenti risiede nel fatto che il Concordato è un accordo internazionale tra Italia e Santa Sede mentre le Intese sono contratti di diritto pubblico stipulati tra lo stato e specifici enti religiosi italiani.

La Chiesa cattolica e le confessioni che hanno stretto un'Intesa con lo stato godono di norme specifiche finalizzate a tutelare aspetti peculiari del proprio credo e di diversi vantaggi, tra i quali la ripartizione della quota dell'otto per mille del gettito IRPEF. Si possono inoltre dedurre ai fini fiscali atti di liberalità fino a 1032,91 € a loro favore[26].

Intese approvate con legge ai sensi dell'art. 8 della Costituzione

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Intese firmate e mai perfezionate

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In alcuni casi, come ad esempio con l'UCOII, non si è ancora riusciti ad arrivare ad una bozza di intesa nonostante l'apertura delle trattative[27][28], mentre in altri, esse sono state firmate ma successivamente non sono perfezionate dal parlamento, e pertanto non sono mai entrate in vigore:

Enti di culto ufficialmente riconosciuti come confessione religiosa

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Ad oggi, alcune altre decine di enti di culto sono riconosciuti ufficialmente come confessione religiosa in base alla legge 1159/1929, passo necessario per la successiva eventuale stipula di un'intesa con lo stato italiano. Qualunque ente di culto può fare domanda di riconoscimento sottoponendo il proprio statuto al prefetto della provincia dove ha sede, il quale avvierà la pratica. In caso di esito positivo della stessa, verrà emanato un apposito decreto del presidente della repubblica.

Gli enti di culto riconosciuti, ma privi di intesa, non godono dell'8 per mille ma, qualora ne abbiano i requisiti, possono chiedere di ricevere il 5 per mille.

Consulta per l'islam italiano

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Lo stesso argomento in dettaglio: Consulta per l'islam italiano.

Organismo di carattere esclusivamente consultivo del Ministero dell'Interno, composto da alcuni autorevoli rappresentanti dell'islam in Italia, dietro nomina ministeriale. Istituita nel 2005, riformata nel 2010, è stata ricostituita nel 2016 - sempre con nomi differenti.

Nel 2017 si giunse alla firma del documento Patto per l'Islam Italiano, sottoscritto da numerose comunità[29].

Nel 2024 l'intero consiglio si dimise in polemica con il ministero dell'interno, accusato di aver interrotto il dialogo[30].

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Adesione a una religione (2017)[4]

██ Credenti che aderiscono ad una religione (77,4%)

██ Credenti senza religione, non credenti, agnostici (22,6%)

Nel 2017, il 77,4% degli italiani dichiarava di seguire una specifica religione, mentre il 22,6% si dichiarava non religioso (credente, ma non affiliato ad alcuna religione), ateo o agnostico[4].

Religioni abramitiche

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Lo stesso argomento in dettaglio: Religioni abramitiche.

Cristianesimo

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Lo stesso argomento in dettaglio: Cristianesimo in Italia.

Il cristianesimo raccoglie in Italia, nelle sue diverse confessioni la grandissima maggioranza dei credenti. La maggior parte dei cristiani italiani sono cattolici, ma gran parte delle principali correnti cristiane sono rappresentate nel paese, dove esistono cospicue minoranze di ortodossi, soprattutto stranieri provenienti da paesi dell'Europa orientale, protestanti, sia italiani e sia stranieri, e restaurazionisti (non considerati cristiani dalle chiese cristiane storiche), per la maggior parte testimoni di Geova e mormoni.[5]

In Italia sono presenti alcune cappelle ecumeniche, utilizzate dalle diverse confessioni cristiane, e organizzazioni ecumeniche, come ad esempio la Comunità monastica di Bose, nata nell'omonima frazione di Magnano (BI).

16 luglio 1054


Cattolicesimo
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Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa cattolica in Italia.
Il Duomo di Milano, di rito ambrosiano, è il più grande edificio di culto cattolico d'Italia[31]

Il cattolicesimo è la religione maggioritaria in Italia e, per motivi storici e culturali, riveste nel paese un'importanza particolare, essendo stato religione di stato dal 1848 al 1948[32]. Oggi i rapporti tra stato e la Chiesa cattolica sono regolati dal Concordato, come modificato dagli Accordi di Villa Madama del 1984 che prevede, tra le altre cose, anche le varie modalità e finalità dei finanziamenti pubblici alla chiesa cattolica in Italia.

La Santa Sede, organo che governa la Chiesa cattolica a livello globale e al quale si riferiscono circa 1,5 miliardi di fedeli di tutto il mondo, si trova presso lo Stato della Città del Vaticano, il quale è un'enclave sovrana all'interno di Roma, istituita con i Patti Lateranensi del 1929 per chiudere la Questione romana conseguente all'annessione dello Stato Pontificio al Regno d'Italia, avvenuto nel 1870.

Roma, della quale il papa stesso è vescovo, è considerata una città santa ed è meta di pellegrinaggi da secoli. Diversi sono gli antichi cammini, alcuni dei quali sono oggi riconosciuti come itinerari culturali del Consiglio d'Europa, che conducevano qui i pellegrini, quali ad esempio la Via Francigena. La città di Roma ospita la quasi totalità delle zone extraterritoriali della Santa Sede in Italia così come alcuni dicasteri, organi e uffici della Curia romana. Anche la maggior parte dei principali ordini religiosi cattolici, tra i quali Gesuiti, Salesiani, Francescani, Cappuccini, Conventuali, Benedettini, Domenicani, Missionari del Verbo Divino, Redentoristi e Oblati di Maria Vergine hanno in questa città la loro casa madre a livello globale.

La Santa Casa nella Basilica della Santa Casa di Loreto (AN), uno dei principali santuari d'Italia

Oltre a Roma, anche nel resto d'Italia si trovano diverse altre località meta di turismo religioso, tra le quali numerosi cammini, come ad esempio il Cammino Celeste e il Cammino di San Benedetto, e santuari, alcuni dei quali legati al culto mariano, come ad esempio il Santuario della Madonna del Divino Amore di Roma, altri alla presenza di celebri reliquie, come la Basilica della Santa Casa di Loreto (AN), o alla venerazione di santi, tra i quali la Basilica di Sant'Antonio di Padova, la Basilica di San Francesco di Assisi (PG) e il Santuario di San Pio da Pietrelcina a San Giovanni Rotondo (FG), altri ancora legati a specifici miracoli, come ad esempio la Chiesa di San Francesco a Lanciano (CH).

A causa del particolare legame religioso, storico e culturale tra Chiesa cattolica e Italia, le tradizioni e il folclore del paese affondano quasi sempre le proprie radici nel cattolicesimo o nelle forme di religiosità del cattolicesimo popolare. Ad esempio, in molte località si predispongono addobbi e si organizzano processioni, sagre ed eventi per le festività religiose cattoliche principali o locali, quali ad esempio le feste patronali.

Basilica di Santa Maria Assunta ad Aquileia (UD), fondata nel IV secolo e oggi riconosciuta come Patrimonio UNESCO

Una quota considerevole dei beni culturali, artistici, storici, archivistici e architettonici italiani, sia di proprietà di enti religiosi come ad esempio i musei diocesani, sia di proprietà pubblica che privata sono riconducibili all'ambito cattolico. Tra questi si annoverano anche numerosi patrimoni UNESCO e siti di rilevanza mondiale. Il paesaggio antropico del paese è caratterizzato da numerosissime architetture religiose cattoliche quali chiese, cappelle, oratori, conventi, monasteri e palazzi di istituzioni religiose, ma anche da elementi minori quali ad esempio edicole, capitelli votivi, croci, croci di vetta, statue, affreschi, simboli e iscrizioni religiose. Ad esempio, il Colosso di San Carlo Borromeo, realizzato nel 1698 presso il Sacro Monte di Arona (NO), è ancora oggi la statua più alta d'Italia. Non è insolito che edifici privati edificati fino al XIX secolo, come ville, palazzi, università, fabbriche ed edifici rurali, avessero annesse cappelle private. Anche la toponomastica del territorio, così come l'araldica e la vessillologia di enti e istituzioni pubbliche e private, sono ricche di riferimenti al cattolicesimo.

Celle dell'Eremo di Camaldoli, a Poppi (AR), consacrato nel 1027, è uno dei più famosi eremi d'Italia

L'Italia è suddiviso in 16 regioni ecclesiastiche, a loro volta composte da diverse province ecclesiastiche, costituite da una sede metropolitana e da una o più diocesi suffraganee. Le circoscrizioni ecclesiastiche, tra diocesi, arcidiocesi, prelature, abbazie territoriali e sedi di vari ranghi, sono complessivamente 227, i cui vescovi formano la Conferenza episcopale italiana, le parrocchie sono oltre 25.000, e circa 100.000 sono le chiese e cappelle presenti nel paese. Sono presenti in Italia circa 35.000 sacerdoti, di cui 32.000 in servizio attivo (dati 2017[33]), circa 1.800 seminaristi divisi in 120 seminari (dati 2021[34]) e alcune decine di migliaia di religiosi (20.000 uomini e 89.000 donne nel 2014[35]) divisi in numerose case religiose di varia tipologia: monasteri, abbazie, conventi ed eremi.

Sono inoltre presenti comunità laiche dove alcuni gruppi cattolici vivono la loro religione secondo particolari stili di vita, tra le quali la Comunità di Sant'Egidio, Nomadelfia, Pro Civitate Christiana, Loppiano, numerose comunità cristiane di base e varie società di vita apostolica, di diritto pontificio.

Come in molti paesi occidentali, il processo di secolarizzazione è crescente, soprattutto tra i giovani, e numerosi luoghi di culto, ormai in disuso, vengono sconsacrati e ridotti all'uso profano. Tuttavia, non manca nel paese la presenza di numerose associazioni e movimenti cattolici, alcuni dei quali nati proprio in Italia. Del vasto e variegato mondo associazionista cattolico presente nel paese, si possono citare, a titolo di esempio, prelature personali come l'Opus Dei, fondazioni come il Cammino neocatecumenale, movimenti come il Rinnovamento Carismatico Cattolico, il Movimento dei Focolari o Comunione e Liberazione, associazioni come Azione Cattolica, Gioventù Francescana, AGESCI, enti confessionali come Caritas Italiana, confraternite quali ad esempio la Misericordia, comunità missionarie e numerose onlus e organizzazioni caritatevoli e sociali di ispirazione cattolica. Sono inoltre presenti in Italia iniziative culturali e di media cattolici, tra i quali Edizioni San Paolo, Avvenire, Radio Maria (appartenente al World Family of Radio Maria), Radio Mater, InBlu, TV2000 e Padre Pio TV. Infine, si trovano nel paese numerosi istituti di formazione, case di cura, quali ad esempio l'ospedale Casa Sollievo della Sofferenza, società e cooperative di ispirazione cattolica ed istituti finanziari che agiscono secondo i principi della finanza cattolica. Tra le istituzioni formative, si annoverano enti riconosciuti dallo stato italiano quali università pontificie, tra cui l'Università Cattolica del Sacro Cuore, facoltà teologiche e istituti superiori di scienze religiose e numerose scuole e collegi cattolici. Infine il catechismo viene insegnato tramite corsi parrocchiali per bambini e adulti e scuole teologiche organizzate dalle diocesi.

Abbazia di Santa Maria di Grottaferrata (RM) appartenente alla chiesa bizantina cattolica in Italia

La maggioranza dei luoghi di culto cattolici italiani è parte della Chiesa latina e come rito liturgico seguono il rito romano, salvo nell'arcidiocesi di Milano, dove il più diffuso è il rito ambrosiano. Dal XVI secolo fino agli anni 1990 l'unica Chiesa greco-cattolica radicata in Italia con proprie sedi ecclesiastiche è stata la Chiesa cattolica italo-albanese, presente nelle eparchie di Lungro, di Piana degli Albanesi e nell'Abbazia territoriale di Santa Maria di Grottaferrata (Ordine basiliano), dove è osservato il rito bizantino. Per la formazione dei sacerdoti italo-albanesi di rito greco opera il Pontificio collegio greco di Sant'Atanasio in Roma.

A seguito delle storiche diaspore armene, che hanno avuto luogo in vari periodi storici, si sono anticamente stabilite in Italia alcune comunità armene, in parte afferenti alla chiesa armeno-cattolica, altra chiesa sui iuris ma di rito armeno, delle quali la principale è quella di Venezia, che gestisce il monastero di San Lazzaro sull'omonima isola (Congregazione mechitarista) e la Chiesa di Santa Croce degli Armeni. Altre importanti istituzioni cattolico-armene presenti nel paese sono il Pontificio Collegio Armeno e la casa generalizia delle Suore Armene dell'Immacolata Concezione, entrambe a Roma.

Oggi, a seguito della recente immigrazione in Italia di cittadini cattolici provenienti da paesi stranieri, si sono stabilite altre piccole e differenti comunità cattoliche di rito orientale, in piena comunione con la Santa Sede. Tra queste si contano: rito bizantino: chiesa greco-cattolica ucraina[36], chiesa greco-cattolica melchita, Chiesa greco-cattolica rumena, Chiesa greco-cattolica russa; rito antiocheno: Chiesa maronita[37], Chiesa cattolica siro-malankarese[38], Chiesa cattolica sira; rito alessandrino: Chiesa cattolica eritrea, Chiesa cattolica etiope; rito caldeo: Chiesa cattolica siro-malabarese. La Chiesa greco-cattolica ucraina dal 2019 è organizzata nell'Esarcato apostolico d'Italia, immediatamente soggetto alla Santa Sede, che conta circa 70.000 fedeli. Inoltre, in alcune chiese affidate a comunità congolesi, la liturgia viene talvolta officiata secondo il rito congolese.

In alcune città, in particolar modo nei centri maggiori, vengono celebrate messe in diverse lingue. Talvolta sono state costituite delle "chiese nazionali", ovvero dei luoghi di culto affidati alle varie comunità etniche, che celebrano i riti nella propria lingua e secondo le proprie liturgie e tradizioni; fenomeno, questo, particolarmente antico e rilevante a Roma. Secondo il Rapporto Immigrazione di Caritas Italiana e Fondazione Migrantes, nel 2012 erano presenti nel paese 750 comunità cattoliche di lingua straniera[39].

La cappella del Priorato Madonna di Loreto a Spadarolo di Rimini, dei Lefebvriani, gruppo separato dalla Chiesa cattolica, ma con il quale è in corso un dialogo di riavvicinamento

Un caso particolare è quello della Fraternità sacerdotale San Pio X (Lefebvriani), gruppo tradizionalista separatosi dalla Chiesa cattolica a seguito del Concilio Vaticano II, ma con il quale è in corso un dialogo di riavvicinamento, per evitare lo scisma. In Italia sono presenti piccolissime comunità, con alcune proprie e cappelle.[40]

Secondo un sondaggio Doxa, nel 2019 erano cattolici il 66,7% degli italiani, pari a circa 40 milioni di persone.[2] Secondo un sondaggio Ipsos, nel 2017 erano cattolici il 74,4% degli italiani, pari a circa 45 milioni di persone.[4] Secondo il rapporto Eurispes del 2016, il 71,1% dei cittadini italiani si dichiarava cattolico di cui il 25,4% cattolico praticante, ovvero il 18% del totale dei cittadini[41], in calo rispetto al 2006, quando i cattolici erano l'87,8% della popolazione di cui i praticanti il 36,8%, ovvero il 32,3% della popolazione totale.[42]

Il cattolicesimo è più presente nell'Italia meridionale (78,5%), nel centro (75,6%) e nelle isole (71,0%), mentre è meno presente nell'Italia del nord-est (64,6%) e soprattutto nel nord-ovest (49,2%).[2] L'aderenza al cattolicesimo è più forte nella fascia d'età oltre i 65 anni (76,9%), mentre scende fino a circa metà della popolazione nella fascia d'età 15-34 (54,5%).[2] È inoltre più comune essere cattolico per le donne (73,7%) che per gli uomini (59,1%).[2]

Le principali festività cattoliche, come ad esempio il Natale (durante il quale vengono comunemente esposto in luoghi pubblici il presepe e altri simboli religiosi) e la Pasqua, sono considerate anche feste civili in Italia mentre la festa del santo patrono locale è prevista come giornata festiva dai contratti collettivi nazionali di lavoro. Nelle scuole dell'obbligo italiane è previsto l'insegnamento della religione cattolica, come materia opzionale, e l'esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche è facoltativo.

Vetero-cattolicesimo e sedevacantismo
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Abbazia di Montecuccoli della chiesa vetero-cattolica "Chiesa d'Oriente", nei pressi di Barberino del Mugello (FI)

Le chiese vetero-cattoliche sono un insieme di chiese indipendenti che si autodefiniscono "cattoliche" tradizionaliste, sebbene non siano in comunione con la Chiesa cattolica a causa dello scisma per il mancato riconoscimento del Concilio Vaticano I da parte di queste chiese. In Italia sono presenti piccolissime comunità, come ad esempio la Chiesa vetero-cattolica italiana, nessuna delle quali è più sotto la giurisdizione dell'Unione di Utrecht delle Chiese vetero-cattoliche dalla chiusura della missione italiana nel 2011, ad eccezione della comunità di Bolzano che è stata posta sotto la giurisdizione della Chiesa vetero-cattolica d'Austria. Parrocchie e comunità che un tempo erano parte della missione ultraiactense sono oggi sotto la giurisdizione della Chiesa d'Inghilterra o della Chiesa episcopale americana.

La Chiesa vetero cattolica romana, nella quale si colloca anche la Chiesa ortodossa in Italia (chiesa autocefala nata nel 1991, da non confondere con le chiese ortodosse "storiche", con le quali non è in comunione; oggi nota come Chiesa Vecchio-Cattolica in Italia) dipende invece dalla Chiesa Cattolica Nordica (parte dell'Unione di Scranton), ed è riconosciuta dal Patriarcato greco-ortodosso di Antiochia e dal Patriarcato greco-ortodosso di Alessandria come una "chiesa ortodossa di rito occidentale"[43].

A Barberino del Mugello (FI), in località Montecuccoli, è presente un'abbazia della denominazione vetero-cattolica "Chiesa d'Oriente", afferente alla Chiesa Vetero Cattolica del Brasile[44]. Nonostante tale nome e nonostante il fatto che ne richiami alcune tradizioni, come ad esempio l'esicasmo[45], questa chiesa non ha alcun legame con la Chiesa d'Oriente (che era invece una confessione cristiana pre-efesina di orientamento nestoriano) e con le chiese da essa derivate.

Sono infine in Italia presenti piccoli gruppi delle varie correnti del Sedevacantismo[3].

Cristianesimo ortodosso
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Lo stesso argomento in dettaglio: Cristianesimo ortodosso in Italia.
Chiesa di San Giorgio dei Greci a Venezia, dal 1991 cattedrale dell'Arcidiocesi ortodossa d'Italia e Malta del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli

Il termine Chiesa ortodossa indica una pluralità di chiese indipendenti ("autocefale") nazionali, ma in comunione tra loro e afferenti a uno dei patriarcati. I patriarcati storici erano quello di Costantinopoli, che riveste il ruolo di primus inter pares avendo il compito di presiedere ogni concilio di vescovi e la funzione di principale portavoce della Comunione ortodossa, Alessandria, Antiochia e Gerusalemme. Successivamente si sono aggiunti i patriarcati nazionali moderni di Georgia, Serbia, Bulgaria, Romania e successivamente altre chiese autocefale o autonome. Per quanto riguarda il Patriarcato di Mosca, esso è stato in comunione con quello di Costantinopoli fino allo Scisma del 2018. A seguito di questi eventi è stata creata la Chiesa ortodossa dell'Ucraina, autocefala e in comunione con Costantinopoli; sebbene una parte consistente della chiesa ortodossa ucraina sia rimasta fedele al Patriarcato di Mosca.

Infine, ci sono chiese non riconosciute da alcun patriarcato, come ad esempio quella montenegrina e quelle bielorussa, e altre chiese scismatiche.

Il cristianesimo ortodosso rappresenta in Italia la seconda confessione cristiana dopo la cattolica, con oltre 1.818.000 fedeli[5]. Le varie chiese ortodosse gestiscono numerosi luoghi di culto e alcuni monasteri. Il numero degli ortodossi in Italia è cresciuto molto nel primo decennio del XXI secolo, a seguito della forte immigrazione da paesi dell'Europa orientale.

Nel 1967 si verificò lo Scisma di Montaner, che portò la maggior parte degli abitanti del paese di Montaner (TV) ad abbandonare la Chiesa cattolica per l'ortodossia, a causa di contrasti con la diocesi.

Le principali chiese ortodosse presenti in Italia sono:

Sono presenti anche piccole comunità e luoghi di culto delle chiese bulgara, serba, montenegrina, macedone e georgiana, legate soprattutto alle relative comunità etniche.

Inoltre, a partire dagli anni '90 ci sono stati vari tentativi di creare una "Chiesa ortodossa italiana" indipendente, finora rimasti numericamente sempre molto esigui[46][47].

Sono infine presenti piccole comunità di ortodossi vecchio-calendaristi[48] greci[49] che gestiscono alcuni luoghi di culto, tra i quali, ad esempio, il Monastero di San Serafino di Sarov a Pistoia[50] e romeni[51]. Inoltre, a Torino si trova una comunità di qualche centinaia di Vecchi Credenti[52].

Alcune delle chiese ortodosse italiane coordinano insieme tramite la Conferenza episcopale ortodossa d'Italia e Malta.

Cristianesimo ortodosso orientale (Monofisismo e Miafisismo)
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Chiesa copta di Campalto a Venezia

In Italia sono presenti piccole comunità e alcuni luoghi di culto delle chiese ortodosse orientali, monofisite o miafisite (pre-calcedoniane): copta[53], etiope[54], eritrea[55] e armena[56], diffuse principalmente tra le relative comunità immigrate.

Tra queste, la Chiesa copta è la più presente, con diversi luoghi di culto quali ad esempio la Chiesa di Santa Mina a Scandicci (FI), la Chiesa di San Pietro Celestino a Milano, il Monastero Anba Shenuda di Lacchiarella (MI) e la Chiesa Copta di Campalto, inaugurata il 14 ottobre 2023, in presenza del papa copto Tawadros II di Alessandria. È seguita da circa il 25% degli egiziani in Italia, circa 40.000 persone, per la quale costituisce la seconda religione dopo l'Islam[53]. Presente dagli anni '70 nell'area metropolitana di Milano, è oggi diffusa in gran parte d'Italia e in rapida crescita[53].

La chiesa ortodossa etiope[54] è presente dai primi anni 2000 a Roma, ospite in una chiesa cattolica, e dal 2010 ha un proprio edificio di culto a Torino, con tanto di tabot (riproduzione dell'Arca dell'Alleanza) consacrato. Costituisce la religione maggioritaria della comunità etiope in Italia.

Le chiese eritrea e armena sono presenti con una sola parrocchia ciascuna, entrambe a Milano, presenti rispettivamente dagli anni '90[55] e da fine anni 1950[56]. Pur essendo gli eritrei in maggioranza musulmani, la Chiesa ortodossa eritrea è la religione maggioritaria della comunità eritrea in Italia[55].

La Chiesa apostolica armena è seguita dalla maggioranza degli armeni in Italia[56].

Chiese d'Oriente (Diafisismo)
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In Piemonte esisteva una piccolissima comunità afferente alla Chiesa assira d'Oriente, discendente dalla Chiesa d'Oriente, di teologia diafisita (nestoriana) e pre-efesina, ma nel 2005 i responsabili della comunità sono rientrati in comunione con la Chiesa cattolica[57].

Pertanto oggi non sono piu presenti in Italia comunità organizzate delle chiese nestoriane, diversamente da altri paesi occidentali dove risiedono diaspore assire e mediorientali più numerose.

Protestantesimo
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Principali rami del Protestantesimo
Principali rami del Protestantesimo

Protestantesimo è un termine generico che indica una gran varietà di chiese nate in seguito alla Riforma protestante, spesso molto diverse tra loro, incluse quelle nate nell'ambito della Riforma Radicale, nel Primo grande risveglio e nel Secondo grande risveglio. Anche i confini di questo termine non sono definiti in modo netto: ad esempio l'Avventismo, sebbene generalmente classificato come dottrina Restaurazionista, è considerato da taluni come un ramo del Protestantesimo.

Talvolta anche l'Anglicanesimo, così come l'Anabattismo, sono considerati come rami a sé stanti rispetto al Protestantesimo, sebbene generalmente ne siano considerati parte.

Le chiese protestanti presenti in Italia si possono suddividere in due macrogruppi principali: le chiese storiche, che hanno fatto la loro comparsa dalla Riforma Protestante al XIX secolo e quelle evangelicali più recenti, sebbene anche tale suddivisione non sia così netta[58]. Nel complesso, le varie chiese protestanti contano in Italia circa 620.000 fedeli, compresi gli stranieri[5].

Le chiese storiche sono stimate avere in totale 71.000 fedeli, contando però in questo numero anche gli anglicani, oltre che: valdesi, luterani, calvinisti, presbiteriani, battisti, metodisti, e altri.[5]

Tra le chiese evangelicali, le principali sono quelle di orientamento pentecostale (da non confondere con i movimenti pentecostali e carismatici interni alla Chiesa cattolica, quali ad esempio il Rinnovamento Carismatico Cattolico[59]). L'evangelicalismo raggruppa tra il 70 e l'80% dei protestanti italiani, le cui chiese partecipano all'Alleanza evangelica italiana (AEI). Un'altra parte delle chiese evangeliche sono invece raggruppate nell'Alleanza di Chiese cristiane evangeliche in Italia (ACCEI).

Alcune chiese storiche (valdese, metodista, luterana e battista), assieme ad altre denominazioni pentecostali minori, si sono riunite nella Federazione delle Chiese evangeliche in Italia. Alcune chiese protestanti gestiscono facoltà teologiche, scuole domenicali di catechismo e media, come ad esempio la rivista multiconfessionale Riforma - L'Eco delle Valli Valdesi.

A causa dell'immigrazione in Italia di cittadini appartenenti a chiese protestanti, sono presenti numerose chiese gestite da specifiche comunità etniche[58].

Anglicanesimo
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Tempio anglicano di Trieste, consacrato nel 1831

La chiesa anglicana è una congregazione eterogenea composta da gruppi più o meno vicini al cattolicesimo o al protestantesimo, storicamente definite nelle due principali correnti di Chiesa Alta (filocattolica) e Chiesa Bassa (filoprotestante)[60]. Oggi le principali correnti sono: anglo-cattolici ("via media"), neo-liberali, riformati, evangelicali, pentecostali/carismatici.

In Italia sono presenti venti cappellanie e congregazioni della chiesa anglicana[61] e delle sue derivazioni episcopali[60] che si stima offrano servizi religiosi a fino a 100.000 persone all'anno[62].

L'Associazione Chiesa d'Inghilterra ha un'intesa con lo stato dal 2021.

Lo stesso argomento in dettaglio: Luteranesimo in Italia.
Chiesa luterana di Roma

Le chiese luterane furono presenti nella Repubblica di Venezia sin dal tempo della Riforma protestante, e in altre città dal XVIII secolo. Nel 1948 si organizzarono come Chiesa evangelica luterana in Italia (CELI), che ha un'intesa con lo stato dal 1995. In gran parte si tratta di comunità di lingua tedesca, ma nel Golfo di Napoli sono presenti due comunità italofone. Sono stimati in circa 7.000 fedeli[58].

Chiese riformate
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Ciabàs, costruito nel 1555, è il più antico tempio valdese d'Italia

Di seguito sono elencate le principali chiese riformate, di derivazione calvinista o zwingliana, secondo l'ordine della loro comparsa in Italia.

Chiesa Cristiana Evangelica Indipendente Berea, luogo di culto anabattista di Roma

L'anabattismo (da non confondere con il successivo battismo) è un movimento religioso nato in Europa nel XVI secolo, nell'ambito della Riforma radicale, e che presenta notevoli differenze rispetto al protestantesimo "storico". Nonostante ciò, in alcune statistiche vengono conteggiati insieme ad essi.

Anche in Italia sorsero nel Cinquecento, soprattutto nella Repubblica di Venezia, fiorenti comunità anabattiste e nel 1550 ebbe addirittura luogo, a Venezia, un Sinodo anabattista con sessanta delegati[64].

Tuttavia, oggi l'anabattismo è quasi assente in Italia, contando meno di 400 membri[65] suddivisi in diverse congregazioni tra i quali i mennoniti[66].

Alcune delle chiese afferenti alla Riforma radicale, come anabattisti, mennoniti, quaccheri e unitariani (anche se quest'ultima denominazione viene talvolta considerata restaurazionista), si sono associati nella Metropolitan Community Church.

La Chiesa battista di La Spezia, costruita nel 1870, è la più antica d'Italia[67]

I battisti giunsero in Italia nel 1863 da missioni americane e inglesi. La loro organizzazione è di tipo congregazionalista, ovvero ogni comunità locale è autonoma. La maggior parte delle chiese battiste italiane è in comunione con l’Unione cristiana evangelica battista d'Italia (UCEBI), che ha un'intesa con lo stato dal 1995, sebbene esistano anche altri gruppi quali ad esempio le Chiese evangeliche riformate battiste in Italia. In totale contano circa 6.000[58].

Chiesa metodista fatta costruire a Roma da Alessandro Gavazzi nel 1872

La chiesa metodista giunse in Italia durante il Risorgimento, nel 1859[58]. Nel 1975 si è unita alla Chiesa valdese, dando vita all'Unione delle Chiese metodiste e valdesi, che ha un'intesa con lo stato fin dal 1984. Sono stimati essere 5.000[58].

Chiese dei Fratelli
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Chiesa dei fratelli a Firenze, tra i primi enti di culto non cattolici ad essere ufficialmente riconosciuto in Italia, nel 1891

La chiesa cristiana evangelica dei fratelli (o assemblee dei fratelli), derivata dal movimento Plymouth Brethren, si diffuse in Toscana in alcuni circoli risorgimentali dal 1833[58]. Non ha un’organizzazione centralizzata; nel complesso hanno 23.500 fedeli[5].

Movimento di Santità
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Tra i principali gruppi afferenti al Movimento di Santità (Holiness movement), si annovera l'Esercito della Salvezza, giunto in Italia nel 1887 e presente oggi in circa 40 località per un totale di 2.000 persone[58]. Un'altra denominazione presente nel paese, ma numericamente minore, è la Chiesa del Nazareno.

Pentecostalismo
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Chiesa pentecostale a Isola di Capo Rizzuto (KR)

La maggior parte dei protestanti italiani praticano il pentecostalismo, presente in Italia dal 1908, e che contava nel 2020 circa 250.000 fedeli nel paese[58]. I pentecostali sono suddivisi in numerose chiese, molte delle quali di tipo congregazionalista, e che si possono derivanti da tre "Ondate" (Waves): il pentecostalismo "classico", quello del Movimento Carismatico e il Neopentecostalismo. Alcuni gruppi pentecostali, specialmente quelli appartenenti alla "Seconda ondata" (Second wave), tendenzialmente organizzati come chiese indipendenti, hanno dato vita a organismi di cooperazione, tra i quali il principale è la Federazione delle chiese pentecostali, con circa 50.000 fedeli[5], e che gestisce la Facoltà Pentecostale di Scienze Religiose tramite la Fondazione Chàrisma[68].

I principali gruppi appartenenti a tale confessione sono:

Chiese non denominazionali
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Oltre alle chiese pentecostali libere, sono presenti piccoli gruppi di fedeli appartenenti a numerose chiese libere o chiese indipendenti non pentecostali, di derivazione puritana e anabattista e spesso di orientamento battista, quali ad esempio la Chiesa libera evangelica italiana, costituita nel 1852 e altri. I cristiani italiani appartenenti a chiese non denominazionali possono essere stimati in circa 20.000[70].

Altre denominazioni protestanti
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Il centro Pilgrim Parking di Quaglietta (AV) del gruppo itinerante Cristo è la Risposta II, afferente al Jesus movement

Sono presenti altri piccoli gruppi, quali ad esempio quaccheri e unitariani (anche se quest'ultima denominazione viene talvolta considerata restaurazionista).[5] Sono rappresentate nel paese anche diverse parachiese e organizzazioni evangeliche, quali ad esempio quelle nate dal Jesus movement, Agape Italia e i Gedeoni, attive in campo missionario, sociale, culturale, oltre a istituzione educative ed accademiche di orientamento protestante.

Restaurazionismo
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Lo stesso argomento in dettaglio: Restaurazionismo in Italia.
Tempio Roma Italia, il primo tempio mormone d'Italia[71]

Restaurazionismo è un termine generico che indica diverse chiese anche molto diverse tra loro, generalmente accomunate da primitivismo, fondamentalismo e millenarismo. Sebbene le chiese cristiane "storiche" contestino la definizione di "cristiano" per molte delle confessioni afferenti al restaurazionismo, esse si autodefiniscono generalmente tali.

Di seguito sono elencate le principali confessioni restaurazioniste secondo l'ordine della loro comparsa in Italia.

Sono inoltre presenti numerose altre chiese minori, ad esempio gli unitariani (talvolta considerati protestanti radicali), i Cristadelfiani, i vari scismi dei testimoni di Geova, quali ad esempio la Chiesa del Regno di Dio e la Chiesa cristiana millenarista, e la House of Yahweh, di derivazione avventista.

Altri gruppi di ispirazione cristiana
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Rovine della Torre Giurisdavidica sul Monte Labbro

In Italia sono presenti anche movimenti diversi altri gruppi di ispirazione cristiana, talvolta annoverati nella variegata categoria della "corrente metafisica" e delle "religioni di guarigione"[76]. Tra di esse, alcuni gruppi afferenti al Nuovo Pensiero (New Tought) e alle sue derivazioni[77], tra i quali ad esempio il Cristianesimo scientista, presente fin dal 1897[5] e la Scienza religiosa. È inoltre attivo, con due templi: uno a Leinì (TO) e l'altro a Poggiana (TV), il culto sincretico "Chiesa Anima Universale", nato proprio in Italia[78].

Sono inoltre presenti vari "movimenti profetici e messianici" di origine cristiana[79], tra i quali la Chiesa dell'unificazione, oggi nota come "Federazione delle famiglie per la pace mondiale e l'unificazione". Uno di questi gruppi, i Bambini di Dio, oggi noto come "The Family", alla fine del XX secolo pur essendo numericamente molto esiguo, giunse alla fama nazionale a causa di fatti di cronaca che lo coinvolsero[80]. Il suo scisma "Orizzonti Nuovi" (da non confondere con la Comunità Nuovi Orizzonti, cattolica), ebbe origine in Italia. Esiste inoltre un piccolissimo gruppo derivato dalla Chiesa giurisdavidica[81], movimento messianico fondato proprio in Italia nel XIX secolo e attivo fino al 2002, la cui storia è documentata dal Centro studi David Lazzaretti. Questa religione aveva un proprio luogo di culto sul Monte Labbro, le cui rovine sono ancora visibili.

Rovine della sinagoga di Ostia Antica, del I secolo

La religione più antica presente in Italia è l'ebraismo, di cui a Roma è segnalata una presenza ininterrotta fin dai tempi precedenti la comparsa del cristianesimo. La sinagoga di Ostia Antica, del I secolo e di cui sono oggi visibili resti archeologici, è stata la più antica sede di culto ebraico in Europa occidentale e una dei più antichi luoghi di culto della diaspora ebraica, posteriore solo alla sinagoga di Delo[82]. La seconda più antica d'Italia è stata la Sinagoga di Bova Marina, del IV secolo, di cui sono visibili resti archeologici[83]. Storicamente, molte comunità ebraiche hanno vissuto in quartieri appositi, denominati ghetti o quartieri ebraici. Alcuni tra i principali siti storici ebraici sono stati inseriti nell'itinerario culturale del Consiglio d'Europa "Itinerario europeo del patrimonio ebraico".

Sono presenti ventuno comunità ebraiche per un totale di circa 41.500 persone nel 2022, di cui 5.000 stranieri residenti[5], consociate nell'Unione delle comunità ebraiche italiane (UCEI) che ha un'intesa con lo stato dal 1989 e che, tramite il Collegio Rabbinico Italiano, provvede all'ordinazione dei rabbini (semikhah). Questo ente fornisce inoltre altre qualifiche accademiche riconosciute dallo stato italiano, come ad esempio il diploma universitario triennale in cultura ebraica[84].

La più grande comunità italiana è quella di Roma, che pubblica anche la rivista Shalom, ed costituita per la maggior parte da ebrei italiani, che praticano il minhag Italkim ("rito italiano")[85]. La seconda comunità per numero è quella di Milano, che è la più internazionale, comprendendo un cospicuo numero di ebrei Mizrahì provenienti dalla Libia e dal Medio Oriente[86]. Sono inoltre presenti comunità di ebrei Ashkenaziti che si sono insediati soprattutto nelle terre dell'ex Repubblica di Venezia (Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Lombardia orientale) e in Piemonte, a partire dal tardo Medioevo, ed ebrei Sefarditi che, dopo l'espulsione dal Regno di Napoli, si sono stabilirono soprattutto a Livorno, Firenze, Venezia e in diverse città dell'Emilia[85]. Inoltre ad Asti, Fossano e Moncalvo sono presenti comunità Appam, discendenti degli ebrei espulsi dalla Francia nel Medioevo, la cui liturgia è simile a quella degli aschenaziti, ma con alcuni elementi distintivi.

In Italia è consentita la macellazione rituale ebraica e sono presenti negozi, macellerie[87] e ristoranti kosher[88] e aziende con certificazioni kosher[89].

Ebraismo ortodosso
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L'Ebraismo ortodosso (da non confondere con il successivo Ebraismo Ultraortodosso, cioè le varie correnti Charedì) è la denominazione più antica e maggioritaria dell'ebraismo rabbinico. La maggior parte delle comunità italiane aderenti all'Unione delle comunità ebraiche si riferiscono a questa scuola.

Ebraismo riformato
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L'ebraismo riformato, chiamato anche liberale o progressista, ha avuto origine nel XIX secolo in Germania. In Italia sono presenti comunità ebraiche riformate a Milano, Firenze, Roma, Bologna, Bergamo e Brescia, associate nella Federazione Italiana per l'Ebraismo Progressivo[90]. A Serrastretta, in Calabria, nel 2006 è stata fondata la comunità ebraica riformata Ner Tamid del Sud dalla rabbina Barbara Aiello, la quale ha condotto ricerche secondo cui circa il 40% dei calabresi avrebbero almeno parziali origini ebraiche, discendendo da anusim, ossia ebrei costretti in passato ad adottare il cristianesimo[91].

Ebraismo ultraortodosso (Charedì)
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L'Ebraismo ultraortodosso o Charedì è un movimento religioso ebraico che comprende una diversità di orientamenti spirituali e culturali, tra cui molti afferenti al Chassidismo, che si basano su una strettissima osservanza di precetti religiosi. In Italia esistono piccole comunità e luoghi di culto ultraortodossi, specialmente del movimento Chabad Lubavitch[92], che è presente a Bologna, Camaiore (LU), Firenze, Milano, Roma, Trieste, Valenza (AL) e Venezia[93].

Lo stesso argomento in dettaglio: Islam in Italia.
Rovine della Moschea del Venerdì di Segesta (TP), edificata nel XII secolo presso la cima del Monte Barbaro e distrutta nel XIII

La storia dell'Islam in Italia ha radici antiche ed è legata al dominio arabo sulla Sicilia tra l'827 e il 1091 e di altre zone dell'Italia meridionale per più brevi periodi nel corso del medioevo.

Successivamente la presenza islamica scomparve, ma negli ultimi decenni il numero di fedeli è cresciuto in Italia, soprattutto a seguito dell'immigrazione proveniente da paesi islamici. L'Islam, nelle sue diverse scuole e correnti, è oggi la seconda religione più numerosa in Italia dopo il cattolicesimo, con circa 2.297.000 fedeli, ma dei quali solo 528.000 sono cittadini italiani al 2022[5].

L'Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia (UCOII) è la più diffusa e radicata organizzazione islamica italiana riunendo 122 associazioni sia territoriali sia di settore e gestendo circa 80 moschee e 300 luoghi di culto non ufficiali tramite l'associazione Al-Waqf al-Islāmī fī Īṭāliya.[94]

Il primo luogo di culto islamico moderno in Italia fu un piccolo locale in pieno centro storico di Perugia, chiamata "moschea di Via dei Priori", aperta negli anni 1970 e tuttora in funzione. Nello stesso periodo, a Roma nacque il Centro culturale islamico d'Italia (CCII), con l'appoggio e il coinvolgimento degli ambasciatori di paesi sunniti presso l'Italia o la Santa Sede. Al CCII si devono i primi progetti per la Grande Moschea di Roma, realizzati dell'architetto Paolo Portoghesi a partire dal 1974. La moschea fu poi costruita tra il 1984 e il 1995.

Nel 1980 fu invece inaugurata a Catania la prima moschea ufficiale italiana, la Moschea di Omar, oggi chiusa in quanto sostituita nel 2012 dalla Moschea della Misericordia. Secondo dati del Ministero dell'Interno, nel 2016 erano presenti in Italia 1.251 luoghi di culto islamici, in grandissima parte semplici sale di preghiera (masjid) non ufficiali e registrate come centri culturali o associazioni[95]. Dal 2024 alcuni di questi luoghi di culto, sebbene non riconosciuti come "moschee" vere e proprie, hanno ripreso a praticare in Sicilia il rito del richiamo alla preghiera (adhān) da parte del muezzin.[96]

Le moschee vere e proprie, con le caratteristiche archittettoniche canoniche, la cui edificazione è stata spesso oggetto di polemiche e islamofobia[97], sono invece solo una dozzina, di cui solo sei complete di minareto, ma altre sono in costruzione, quali ad esempio la futura moschea di Pisa[98].

Dagli ani 1980[99] fino agli anni 2010[100] si sono susseguiti tentativi di aprire un'università islamica in Italia, al momento senza successo; sono tuttavia presenti alcuni istituti di studi islamici, tra i quali ad esempio l'Istituto Bayan[101], e l'Istituto di studi islamici Al-Mustafa, che collabora con l'Università islamica internazionale Al-Mustafa[102].

In Italia è consentita la macellazione rituale islamica e sono presenti negozi, macellerie e ristoranti halal[103] e aziende con certificazioni halal[104].

Anche in Italia, come nel resto del mondo, è presente il fenomeno del fondamentalismo islamico, anche con casi di violenza e omicidi legati all'applicazione della Shari'a[105], ma in misura minore rispetto ad altri paesi occidentali[106]. Sono inoltre presenti diverse associazioni islamiche che promuovono invece l'Islam liberale, come ad esempio il Centro Studi Averroè di Roma[107].

La Grande Moschea di Roma, di religione sunnita, come la quasi totalità di quelle presenti in Italia

La quasi totalità dei musulmani in Italia sono sunniti e per la maggior parte, circa il 60%, sono arrivati in Italia dai paesi balcanici (in maggioranza da Albania, Kosovo e Bosnia ed Erzegovina), in seguito alle instabilità politico-sociali venutesi a creare nelle regioni dopo le guerre jugoslave e la guerra del Kosovo.

Si stima il numero complessivo di sciiti in Italia in 15.450 unità, cioè circa l'1,48% del totale dei musulmani[108]. Le due principali associazioni[109] di questa corrente sono l'Associazione Islamica Ahl-al-Bait[110] e l'Associazione islamica Imam Mahdi[111].

Teqeja della comunità albanese bektashi a Capena (RM)

Sono presenti anche alcune confraternite sufi, tra le quali la Muridiyya che secondo una stima riunisce circa due terzi dei senegalesi in Italia[112] e Layene, diffusa anch'essa nelle comunità senegalese e capoverdiana[113]. Tra gli albanesi è invece presente -sebbene assai minorataria- la fede bektashi, di derivazione sufi, che dal 2021 ha un proprio teqeja (luogo di culto) a Capena (RM)[114].

La moschea ahmadi di San Pietro in Casale (BO)

L'Ahmadiyya, nuovo movimento religioso islamico, è presente in Italia con l'associazione “The Ahmadiyya Muslim Jama’at Italia”, con sede nazionale a San Pietro in Casale (BO)[115].

Lo stesso argomento in dettaglio: Bahai in Italia.

La fede bahá'í è una religione monoteistica nata in Iran durante la metà del XIX secolo, i cui membri seguono gli insegnamenti di Bahá'u'lláh (1817-1892). Questa religione è presente in Italia dagli inizi del Novecento, portata da credenti americani e iraniani che soggiornavano nella penisola durante i loro pellegrinaggi per raggiungere 'Abdu'l-Bahá in Terra Santa. La comunità bahá'í in Italia si aggira intorno alle 4.500 persone nel 2020, presenti in 300 località sparse sul territorio nazionale.[5]

Religioni asiatiche

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Lo stesso argomento in dettaglio: Religioni indiane.
Lo stesso argomento in dettaglio: Buddhismo in Italia e Luoghi di culto buddhisti in Italia.
Istituto Lama Tzong Khapa, monastero buddhista tibetano a Pomaia (PI) con le sue bandiere di preghiera tibetane.

Il buddhismo in Italia ha una storia relativamente recente, legata agli sviluppi culturali e sociali del XX secolo, fin dalle attività della Società Teosofica. L'interesse per il buddhismo, tuttavia, come nel resto dell'Occidente, si afferma in maniera consistente in Italia soprattutto a partire dagli anni '60 e '70, grazie alle numerose traduzioni di testi chiave delle diverse scuole buddhiste, al contributo di popolari opere letterarie e cinematografiche, e per il crescente flusso migratorio proveniente da paesi come Cina e Sri Lanka.

Il buddhismo, nelle sue varie scuole e correnti, è oggi la terza religione in Italia, dopo cristianesimo e islam. In base ai dati statistici del CESNUR, nel 2022 vi erano nella penisola italiana 217.000 buddhisti tra i cittadini italiani, cui vanno aggiunti i 125.000 buddhisti tra i residenti stranieri, per un totale di 342.000 buddhisti che rappresentano lo 0,58% della popolazione residente.[5]

In Italia sono rappresentate numerose scuole del Buddhismo, la maggior parte delle quali, come ad esempio Theravāda, Mahāyāna, Vajrayāna, Chán, Zen, Seon e Tendai si sono riunite nel 2000 nell'Unione Buddhista Italiana, con sede a Roma[116], che ha un'intesa con lo stato dal 2012.

In alcune località di montagna o di campagna, non è insolito incontrare monumenti, quali ad esempio quello a Pennabilli (RN), o simboli buddhisti come le bandiere di preghiera. Nel 2005 una statua di Buddha fu posizionata sulla vetta di Pizzo Badile, ma nel 2007 fu distrutta da ignoti[117].

Buddhismo Theravāda
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Tempio theravāda Santacittārāma afferente alla Tradizione della foresta, presso Poggio Nativo (RI)

Il buddhismo Theravāda è particolarmente diffuso tra le comunità di immigrati originarie del Sud-est asiatico, come quella srilankese. In Italia è presente dagli anni '90 con alcuni monasteri tra i quali il Santacittārāma (Giardino del Cuore Sereno) aperto nel 1990 a Sezze (LT) e poi spostato a Poggio Nativo (RI)[118] e afferente alla Tradizione della foresta.

Buddhismo cinese
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Tempio Buddhista Cinese Putuoshan dell'Esquilino, Roma

Le correnti che costituiscono il buddhismo cinese, principalmente Mahāyāna (soprattutto scuole Tiāntái e Fǎxiāng), Nikāya, Chán e altre, sono ampiamente diffuse tra i cinesi in Italia. A tali tradizioni appartengono numerosi templi tra i quali il Tempio Buddhista Cinese Putuoshan dell'Esquilino, il Tempio Buddhista Huayi (Tempio della Virtù Fiorente), anch'esso a Roma e il Tempio Buddhista Puhua (Tempio del Fiore Universale) di Prato[119]. È attualmente in costruzione a Campi Bisenzio (FI) il grande Monastero Huazang Si (Monastero del Tesoro del Loto)[120].

Buddismo tibetano
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Gompa di Merigar West, tempio buddhista del Monte Labbro, Grosseto

Per quanto concerne le correnti buddhiste tibetane, cioè le varie scuole del Mahāyāna e Vajrayāna, in Italia sono presenti numerose istituzioni e luoghi di culto, molti dei quali aderenti al Buddhismo della Via di Diamante. Tra i più prestigiosi si annoverano l'Istituto Lama Tzong Khapa di Pomaia (PI), al servizio del quale sarà realizzato nei prossimi anni un grande monastero[121], il complesso di Merigar West della comunità Dzogchen presso Arcidosso (GR), l'Albagnano Healing Meditation Center dell'associazione Kunpen Lama Gangchen di tradizione NgalSo Ganden Nyengyu, che nella sede di Albagnano (VB) ha realizzato il grande Tempio del Cielo sulla Terra[122] e il Centro Sakya Ngon Ga Ling di Montespertoli (FI), di tradizione Sakya. Nelle campagne della Maremma Pisana, tra Santa Luce (PI) e Castellina Marittima (PI) sono stati posizionati alcuni stūpa.

Buddhismo coreano
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Il buddhismo coreano è costituito principalmente dalla corrente Seon, affine allo Zen. In Italia è presente con il tempio Musang Am di Lerici (SP), che si richiama alla spiritualità di Bodhidharma[123].

Buddhismo giapponese
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Zendō del tempio buddhista zen Shinnyoji di Firenze

Il buddismo giapponese tradizionale è rappresentato in Italia soprattutto dalle correnti Zen e Mahāyāna (soprattutto scuole Nichiren e Tendai). In Italia sono presenti numerosi templi dove si pratica lo Zen, ad esempio il tempio Shinnyoji di Firenze, afferente al monastero giapponese Daijoji[124]. La comunità Enso-ji Il Cerchio gestisce due monasteri della scuola zen Sōtō-shū: uno a Milano e uno a Berceto, nei pressi di Parma.

Sono presenti anche organizzazioni afferenti al buddhismo Nichiren quali la Nichiren-shū, che ha un proprio tempio (Tempio Renkoji) a Cereseto; la Nipponzan-Myōhōji-Daisanga, che ha provveduto all'edificazione di uno stūpa (Pagoda della Pace) a Comiso (RG) e la Honmon Butsuryū-shū, che nel 2014 è entrata a far parte dell'Unione buddhista italiana, che conta il Tempio Kofuji a Firenze e diverse comunità sul territorio.

La scuola Tendai è rappresentata dal tempio Tenryuzanji di Cinte Tesino (TN), che gestisce anche una scuola di arti marziali[125].

Villa Le Brache a Firenze, sede dell'Istituto Soka Gakkai Italiano

Il Soka Gakkai è un nuovo movimento religioso[126] che si è separato dal Nichiren Shōshū giapponese[126] e che in Italia conterebbe fino a 85.000 fedeli.[116] Pur essendo membro dell'Unione Buddhista Europea, non è parte dell'Unione Buddhista Italiana. Gestisce numerosi kaikan (luoghi di culto) tra i quali i maggiori sono l'Istituto Buddhista Italiano Soga Gakkai di Firenze, principale sede italiana di questa confessione, quello di Roma, e il grande Centro culturale Ikeda per la pace di Corsico (MI).

L'Istituto buddista italiano Soka Gakkai ha un'intesa con lo stato dal 2015.

Lo stesso argomento in dettaglio: Induismo in Italia e Induismo in Occidente.
Prabhupada Desh, tempio Hare Krishna ad Albettone (VI).

L'altra religione di origine indica, l'induismo, in Italia è praticata al 2022 da 167.000 residenti originari dal subcontinente indiano e da 55.000 cittadini italiani, per un totale di 222.000 persone, lo 0,5% della popolazione residente[5]. Sono rappresentate numerose scuole afferenti a diverse correnti devozionali quali ad esempio Visnuismo, Scivaismo e Śhaktismo[127]. In questo numero sono contati anche i membri del movimento Hare Krishna e dei vari gruppi del Viṣṇuismo gauḍīya[128].

La maggior parte dei centri induisti italiani fanno parte dell'Unione induista italiana, che ha un'intesa con lo stato dal 2012.

Induismo tradizionale
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Sono presenti in Italia alcuni mandir (templi), tra i quali Shri Hari Om di Pegognaga[129], afferenti a varie darśana (scuole teologiche). Inoltre, ad Altare (SV) si trova il monastero induista tradizionale Swaami Gitananda Ashrama Marici[130], che comprende diversi templi, tra i quali il grande Śrī Lalitā Maha Tripurasundarī[131].

Movimenti neoinduisti
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In Italia sono presenti diversi movimenti neoinduisti, tra i quali il principale è quello Hare Krishna, presente con nove centri[132].

Nel paese si annoverano anche affiliati ai movimenti Self-Realization Fellowship Ananda Marga e seguaci degli insegnamenti di Sathya Sai Baba.

Lo stesso argomento in dettaglio: Sikhismo in Italia.
Il gurdwara Singh Sabha di Reggio Emilia

Il sikhismo e i movimenti da esso derivati, diffusi in Italia attraverso i flussi migratori del XX secolo, contano circa 20.000 aderenti nel 2022.[5] In Italia sono presenti circa 40 gurdwara (templi), tra i quali il più grande è il Gurdwara Shri Kalgidhar Sahib di Pessina Cremonese (CR)[133]. Dal 2021 la maggior parte dei luoghi di culto Sikh italiani fanno capo all'Unione Sikh Italia[134].

Altre religioni orientali

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Al 2022, il CESNUR stima a circa 100.000 i seguaci di altre religioni orientali, includendo in questo gruppo le religioni cinesi, le religioni giapponesi, le nuove religioni giapponesi (3.800 aderenti) tra le quali il Sûkyô Mahikari, e lo zoroastrismo iraniano.[5] Varie forme di religione tradizionale cinese contano fedeli tra i cinesi residenti in Italia, tra i quali sono diffuse anche tradizioni di origine confuciana. Sarebbero presenti anche un centinaio di seguaci del Falun Gong,[135] che anche in Italia veicola il proprio credo tramite le performance della compagnia teatrale Shen Yun Performing Arts.[136]

Invece, a differenza di altri paesi europei, in Italia sono quasi totalmente assenti il giainismo e lo yazidismo.

Infine, pratiche di origine spirituale orientale, quali ad esempio reiki, qi gong, feng shui, ayurveda, medicina tradizionale cinese, yoga, meditazione trascendentale e altre tecniche di meditazione, sono ampiamente diffuse in Italia anche tra chi non segue religioni orientali. Talvolta vengono vissute come semplici tecniche, disgiunte dalla loro origine spirituale, e altre volte come esperienze religiose o quasi-religiose[137].

L'ashram Sant bani di Ribolla (GR), uno dei luoghi Radha Soami in Italia[138]

Il Radha Soami è una religione nata a fine XIX secolo, che si pone come sintesi tra il Sikhismo (religione contenente anche elementi dell'Islam Sufi) e l'Induismo di corrente Sat Mat. La sua classificazione è oggetto di controversie tra chi la considera una religione a sé stante e chi una branca del Sikhismo. Talvolta è invece considerata un'organizzazione induista. In Italia è presente dagli anni '70 con quattro gruppi.[138].

Lo stesso argomento in dettaglio: Taoismo in Italia.

Il taoismo è rappresentato in Italia da alcune organizzazioni: la Chiesa Taoista d'Italia fondata nel 2013, l'Associazione taoista italiana fondata nel 2015 dal gran maestro cinese You Xuande e presieduta dal maestro You Lidao (Giuseppe Siani), e l'associazione Il Grande Risveglio retta dal maestro Chen Feilong (Marco Montagnani). La Chiesa taoista d'Italia e l'Associazione taoista italiana afferiscono entrambe al taoismo della scuola Xuanwu dei Monti Wudang (Wǔdāng Xuánwǔ pài). L'associazione Il Grande Risveglio rappresenta invece la dottrina sincretica della Via per Rinvenire l'Autentico (Xiu Zhen Dao), di base taoista, ma integrante altre tradizioni cinesi e non cinesi.

La Chiesa taoista d'Italia ha sede a Caserta presso il Tempio della Suprema Armonia. L'Associazione taoista italiana ha sede a Roma e ha contribuito alla fondazione dell'Associazione taoista europea nel 2017, con sede in Sardegna. L'associazione Il Grande Risveglio ha sede a Chiusi della Verna (AR), presso il Tempio delle Sei Armonie, fondato nel 2012 e residenza di una comunità semi-monastica.

L'organizzazione religiosa cinese Yiguandao è presente tra i cinesi in Italia. Il primo luogo di culto dello Yiguandao è stato inaugurato nel 2011 nel quartiere di Torpignattara di Roma.[139] Lo Yiguandao affonda le radici in un'antica tradizione cinese di organizzazioni religiose popolari di salvazione: il culto è reso alla Venerabile Madre Eterna (Wúshēng Lǎomǔ), matrice suprema primordiale anche detta Splendente Deità Suprema (Míngmíng Shàngdì), attraverso una serie di intermediari tra cui il dio delle arti marziali Guangong e la dea della misericordia Guanyin. Lo Yiguandao è anche caratterizzato da una dottrina millenaristica rappresentata da Maitreya, atteso come futuro messaggero della Madre Eterna.

Jinja galleggiante di Massarosa (LU), raro esempio di tempio shintoista in Italia

In Italia non ci sono luoghi di culto ufficiali dello Shintoismo affiliati alla Jinja Honcho, e i fedeli di questa religione devono riferirsi al San Marino Jinja presente nella vicina Repubblica di San Marino.

Tuttavia, a Massarosa (LU) è presente un jinja (santuario shintoista) dedicato ad Amaterasu, la dea del sole, edificato dalla Fondazione Scibetta e cosiddetto "galleggiante" perché l'honden è costruito su un isolotto artificiale in un laghetto. L'accesso al santuario avviene passando attraverso un torii[140] dal quale parte il sandō che conduce alla parte più sacra dell'area. In prossimità dell'ingresso, è presente anche un chōzuya (tempietto per i riti di purificazione)[141]. Il luogo di culto è indicato anche come "tempio buddhista shintoista"[142] (jingū-ji), secondo l'antica tradizione shinbutsu shūgō, precedente alla shinbutsu bunri (separazione tra i kami e i buddha avvenuta a seguito della Restaurazione Meiji).

Lo Shintoismo è diffuso principalmente tra i giapponesi in Italia.

Tra i nuovi movimenti religiosi, il movimento di Osho Rajneesh (i cosiddetti "arancioni"), spiritualità con caratteristiche sincretiche di origine gianista ma che incorpora elementi di svariate tradizioni e filosofie, è tra i più significativi numericamente[143], contando secondo alcune stime fino a 4.000 aderenti[5].

Altre religioni

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Movimenti del potenziale umano, religioni ufologiche, New Age e Next Age

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Il CESNUR al 2022 stima circa 30.000 membri di movimenti del potenziale umano tra i quali Scientology e circa 20.000 membri di movimenti New Age e Next Age, comprendente una grande varietà di organizzazioni che combinano sincreticamente concetti tratti dalle religioni storiche.[5]

Tra le realtà New Age più significative, si annovera la Federazione Damanhur, a Vidracco (TO), dove è presente anche il Tempio dell'Umanità. Inoltre, secondo la teoria New Age delle ley lines, in Italia si trovano ben tre punti della Linea di San Michele Arcangelo, su un totale di otto.

In Italia sono inoltre presenti numerosi centri che propongono tecniche di origine spirituale New Age quali ad esempio la psicologia transpersonale, le costellazioni familiari, l'agricoltura biodinamica, la musica New Age e specifiche tecniche di meditazione e massaggi. Talvolta esse sono vissute come semplici tecniche, disgiunte dal loro originario aspetto spirituale, e altre volte come esperienze religiose o quasi-religiose.

Tra le religioni ufologiche, cioè la cui fede si baserebbe su entità aliene, è presente in Italia un piccolo gruppo di seguaci del movimento raeliano. Secondo alcuni osservatori, anche Scientology può essere classificato come religione ufologica[144][145], a causa della sua cosmogonia basata sulla figura di Xenu, sebbene gli Scientologist abbiano sempre respinto questa etichetta[146].

A inizio anni 2020 è nato in Italia in ambienti complottisti e terrapiattisti[147][148] il nuovo movimento religioso Culto del Nuovo Mondo/Culto di ShinSekai[149].

Antica sapienza esoterica

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Lo stesso argomento in dettaglio: Esoterismo a Torino.

Secondo i dati forniti dal CESNUR nel 2022 circa 16.800 persone aderiscono a numerosi e variegati movimenti di "antica sapienza esoterica", includendo in questa categoria quelli afferenti all'esoterismo occidentale e dell'esoterismo in genere, le pratiche occultiste, lo spiritismo e il satanismo. Tra questi: 3.100 teosofi e post-teosofi, come ad esempio gli afferenti all'archeosofia (dottrina sviluppata proprio in Italia da Tommaso Palamidessi alla fine degli anni '60), 2.100 rosacrociani, 2.000 martinisti, ermetici, kremmerziani e aderenti ad altri gruppi di magia cerimoniale, come ad esempio quelli di derivazione thelemica[150] che ebbero proprio in Italia uno dei loro principali centri e vari gruppi della via della mano sinistra o della mano destra, 1.500 gnostici, 1.000 spiritisti e seguaci di gruppi di parapsicologia e ricerca psichica, e 350 satanisti.[5] Sono inoltre presenti diversi altri gruppi esoterici minoritari, quali ad esempio quelli di derivazione gurdjieffiana[151] e i neotemplari (di cui tuttavia esistono anche gruppi cattolici, come ad esempio i Templari Cattolici d'Italia)[152].

Per quanto riguarda i satanisti, sono presenti sia organizzazioni strutturate, anche a diffusione internazionale, come ad esempio l'Ordine dei Nove Angoli o il Tempio di Set, sia piccoli gruppi locali, come i Bambini di Satana, noti per fatti di cronaca avvenuti negli anni '80 e '90[153] o l'Unione Satanisti Italiani. Nonostante l'esiguità del loro numero, hanno avuto grande eco mediatica a causa dei terribili omicidi rituali commessi da alcuni di loro, tra i quali i più noti sono quelli delle Bestie di Satana tra il 1998 ed il 2004 e il martirio di una suora cattolica a Chiavenna nel 2000 ad opera di tre sataniste.

Tra i numerosi luoghi italiani che hanno fama d'essere rilevanti punti d'interesse esoterici, si annovera la città di Torino, definita "città del diavolo" e che il folclore indicherebbe come un importante centro magico e satanico[154]. Tuttavia, nonostante tale fama possa avere effettivamente una base storica, è stata nel corso del tempo alimentata e ingigantita da leggende urbane ed è oggi sfruttata a fini turistici[155].

In Italia sono inoltre presenti circa 40.000 iscritti alle varie obbedienze massoniche che, sebbene non vengano generalmente considerate religioni, né si autodefiniscano tali, vengono tuttavia ritenute da alcuni osservatori affini all'esoterismo[5][156]. L'appartenenza alla Massoneria è infatti considerata da alcune religioni, come ad esempio quella cattolica, altre confessioni cristiane e alcune scuole di pensiero islamiche, incompatibile con il proprio credo.


Neopaganesimo, neodruidismo, neosciamanesimo e neostregoneria

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Lo stesso argomento in dettaglio: Neopaganesimo in Italia e Stregoneria italiana.

Secondo i dati del CESNUR nel 2020 in Italia vi erano circa 3.200 aderenti a religioni neopagane, neodruidiche, neosciamaniche o di neostregoneria[5].

Il neopaganesimo è un insieme di culti variegati che dichiarano di discendere o di ispirarsi alle religioni pagane di epoca classica. Tra questi, si annoverano il neopaganesimo romano-italico, rappresentato dalla Via romana agli dei, ispirato alla mitologia romana, cui aderiscono organizzazioni come l'organizzazione Nova Roma, l'Associazione Tradizionale Pietas, che gestisce diversi luoghi di culto in varie regioni italiane, la Communitas Populi Romani, il Movimento Tradizionale Romano, l'associazione dalla più lunga continuità nel tempo, la Societas Hesperiana pro Cultu Deorum, concentrata sul culto del Genius Loci e sulla geografia sacra, e la Federazione Pagana, che presenta elementi più attinenti alla mitologia greca e alle forme neopagane e neostregoniche.

Vi sono poi neopagani che dichiarano di discendere o ispirarsi ad altre antiche religioni europee e mediterranee, come l'etenismo germanico, ispirato alle mitologia germanica e norrena, cui aderiscono la Comunità Odinista, il Tempio del Lupo (Wolfsangismo), l'associazione Άsa-Ódhinn (ramo italiano dell'Asatru Folk Assembly), l'Associazione Bosco di Chiatri e la Tribù Winniler – Cerchio Bragafull (Vanatrú); il kemetismo, ispirato all'antica religione egizia e rappresentato dall'associazione del Kemetismo Ortodosso Solare, il celtismo e il druidismo, ispirati alla mitologia celtica e rappresentati dal Cerchio Druidico Italiano, dall'Ordine Druidico Italiano Bosco dell'Awen e dal Movimento Spirituale Riformato dei Nativi d’Insubria (Celtismo); e l'ellenismo, ispirato alla mitologia greca[158].

Tra i movimenti classificabili come neosciamanici, cioè che dichiarano di discendere o ispirarsi allo sciamenesimo tradizionale, sono presenti in Italia alcuni piccoli gruppi che si rifanno al misticismo dell'America precolombiana[159] e altri afferenti al Movimento della Dea, come il Tempio della Grande Dea[160] di Roma e il Tempio della Dea a Torino[161] ed a Sassari.

Infine, la neostregoneria è l'insieme di culti che dichiarano di discendere o di ispirarsi alla Vecchia Religione e alla Stregoneria italiana. Tra queste, le più diffuse in Italia sono la Stregheria, fondata negli anni 1970 dall'italoamericano Leo Martello, e la Wicca, presente con coven appartenenti a diverse tradizioni: Wicca britannica tradizionale (gardneriana e alexandriana), Black Forest, Tempio di Ara, Fratellanza Minoica, NY Wica Tradition, Seax-wica, Wicca italica, Tempio di Callaighe e Wicca dianica. Dal 2002 è attivo il Circolo dei Trivi, una delle prime associazioni wiccan italiane, che gestisce il Tempio della Luna a Milano. Sia la Wicca che la Stregheria si ispirano al testo Aradia, o il Vangelo delle Streghe, che costerebbe informazioni sull'antica tradizione stregonesca italiana. Sono inoltre presenti piccoli movimenti locali indipendenti che vengono talvolta indicati come "stregoneria tradizionale".

Religioni africane, afroamericane e americane

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Terreiro (tempio) Candomblé ad Arborio (VR)

Nelle comunità di immigrati africani, come ad esempio quella nigeriana, si annoverano alcuni seguaci di religioni tradizionali, come il Juju e altre religioni animiste che, sebbene molto minoritarie anche tra gli stessi immigrati, hanno avuto grande eco sui mass media[163], anche a seguito di indagini di polizia che hanno riguardato la malavita africana in Italia[164].

Sono presenti inoltre piccole o piccolissime comunità di fedeli sia italiani sia immigrati sud e centroamericani, e talvolta luoghi di culto, di varie religioni di origine afroamericana e americana. In questo gruppo eterogeneo si possono fare rientrare le fedi sincretiche di origine yoruba e bantu (Macumba) quali Canbomblé[165], Umbanda[166], Santeria[167], Vudù[168], ma anche Rastafarianesimo[169] (religione di tipo abramitico con alcuni elementi di origine cristiana), Chiesa del Santo Daime[170] (nuovo movimento religioso di tipo profetico[171] che incorpora elementi di cattolicesimo popolare, spiritismo kardecista, animismo africano e sciamanesimo sudamericano), culto della Santa Muerte[172][173] (religione neopagana di ispirazione pre-colombiana), la spiritualità tradizionale (di matrice sciamanica) dei Lakota diffusa dall'associazione Wambli Gleska di Campi Bisenzio (FI)[174] e altri ancora.

Di queste religioni, il Camdomblé è tra i più presenti in Italia con diversi terreiros (templi) attivi, tra i quali ad esempio Ilê Alaketu Asé Ayrá dell'Associazione per la diffusione del Candomblé[175] di Arborio (VR), e il Centro Culturale Candomblé Milano[176]. È diffuso soprattutto nella forma Candomblé Keto[177]. A Roma è inoltre presente il terreiro Templo de Umbanda "Ventos do Oriente Caboclo Sete Flechas" dove vengono svolte giras (cerimonie) sia Umbanda che Candomblé[178].

Irreligiosità

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Lo stesso argomento in dettaglio: Irreligiosità in Italia.

Sotto la denominazione di irreligiosità viene compresa un'ampia gamma di differenti posizioni teologiche e filosofiche accomunate dal rifiuto di seguire una specifica religione. Tra esse si annoverano, ad esempio: ateismo, noncredenza, antiteismo, nonteismo, apateismo, ateismo agnostico, agnosticismo, agnosticismo forte, ignosticismo, noncognitivismo teologico, umanesimo secolare, scetticismo, razionalismo, libero pensiero, deismo, panteismo, pandeismo e le diverse forme di spiritualità dei credenti non appartenenti ad alcuna religione in particolare.

Secondo il sondaggio SWG del 2021, i credenti senza religione di riferimento sarebbero l'8% della popolazione[179]. Essi sono costituiti da variegate forme di spiritualità non istituzionale, come ad esempio i deisti, presenti con l'Unione Deista Italiana[180] (parte dell'Unione Mondiale dei Deisti).

In Italia esistono anche organizzazioni di ateismo, umanesimo secolare, razionalismo, libero pensiero e agnosticismo, quali l'Unione degli atei e degli agnostici razionalisti e l'Associazione nazionale del libero pensiero "Giordano Bruno" e il partito politico Democrazia Atea.

Non vi sono dati precisi circa la consistenza numerica degli atei e degli agnostici, in quanto entrambe le categorie sono spesso mescolate tra loro e con la categoria generica dei non religiosi (che può comprendere anche credenti che non si identificano in nessuna religione istituzionale).

Secondo il sondaggio Ipsos del 2017, gli italiani che non si identificano in nessuna religione (compresi credenti che non aderiscono nessun culto in particolare, atei e agnostici) sarebbero il 22,6% degli italiani, pari a circa 13 milioni di persone.[4]

Infine, dal 2012 è presente un gruppo organizzato della religione parodistica[181][182] del Pastafarianesimo[183].

Statistiche demografiche

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Credenti e non credenti

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Credenza in qualche dio (European Values Study 2018)[184]

██ Credenti (84,4%)

██ Non credenti (15,6%)

Secondo lo European Values Study del 2018 l'84,4% degli italiani affermava di credere in qualche dio, mentre il 15,6% dichiarava il contrario.[185]

L'indagine di Eurobarometro del 2010 ha rilevato che il 74% dei cittadini italiani afferma di "credere che esista un qualche dio", il 20% "crede che esista una sorta di spirito o di forza vitale", mentre il 6% risponde di "non credere che esista alcuna spirito, dio o forza vitale"[186].

Appartenenza a una religione

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Riguardo alle statistiche sulle religioni presenti in Italia si rileva una incertezza nei calcoli, dovuta al fatto che i numeri dei credenti vengono spesso elaborati sulla base dell'ufficialità dell'adesione alle varie religioni attraverso riti quali per esempio il battesimo; questo metodo non tiene conto però di chi abbandona in seguito quella particolare professione di fede o di chi professa apertamente l'ateismo.

Le serie storiche di rilevazioni demografiche sono concordi nel mostrare un trend di diminuzione dei cristiani cattolici, più marcato negli ultimi anni, a favore di altre religioni e di posizioni irreligiose; andamento che alcune proiezioni statistiche ipotizzano continuerà anche nei prossimi decenni[187].

Ipsos (2007-2017)

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Sondaggi Ipsos 2007-2017 (60.000 interviste annue)[4]
Gruppo religioso o non 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017
Cattolicesimo 85,4 87,0 84,0 83,2 81,9 80,7 81,0 80,2 78,4 77,0 74,4
Non religiosi 13,0 11,4 14,2 14,5 15,6 16,8 16,5 17,2 18,9 20,1 22,6
Altro 1,6 1,6 1,8 2,3 2,5 2,5 2,5 2,6 2,7 2,9 3,0

Secondo un sondaggio condotto da Ipsos su un campione di circa 60.000 persone, nel 2017 il 74,4% degli italiani erano cattolici (con il 27,0% di praticanti settimanali), il 22,6% erano non religiosi, e il 3,0% erano aderenti ad altre religioni.

Sondaggi Doxa[2]
Gruppo religioso o non 2014 2019
Cattolicesimo 74,1% 66,7%
Atei e agnostici 10,3% 15,3%
Altro e non dichiarato 15,6% 18%

Secondo un sondaggio condotto da Doxa nel 2019 il 66,7% (74,1% nel 2014) degli italiani si dichiaravano cattolici, il 5,2% credenti in altre religioni, il 10,1% credenti senza religione precisa, e il 15,3% (10,3% nel 2014) atei e agnostici (9% atei e 6,3% agnostici). Il nord-ovest d'Italia era l'area meno cattolica della penisola: i cattolici erano il 49,2%, mentre atei e agnostici il 28,5%. Al contrario, l'area più cattolica della penisola era il sud, dove il 78,5% si definiva cattolico, mentre atei e agnostici erano il 7,5%. Nella fascia della popolazione italiana tra i 15 e i 34 anni i cattolici erano poco più del 50%, mentre atei e agnostici superavano complessivamente il 22%; al contrario, tra i 65enni e oltre i cattolici rappresentavano il 76,9% e atei e agnostici una percentuale molto ridotta. I cattolici erano il 50% della fascia di popolazione laureata, mentre la proporzione di cattolici sul totale saliva all'87,6% nella fascia di popolazione con licenza elementare.[2]

SWG (2019-2021)

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Sondaggi SWG[179]
Gruppo religioso o non 2019 2020 2021
Cattolicesimo 62% 53% 50%
Altre religioni 11% 14% 17%
Credenti senza religione 5% 7% 8%
Ateismo 18% 23% 20%
Agnosticismo 4% 3% 5%

Un ciclo di sondaggi annuali condotti da SWG nel 2019, 2020 e 2021 rilevava che i cattolici erano rispettivamente nei tre anni il 62%, il 53% e il 50%, con una netta diminuzione tra il 2019 e il 2020; altre religioni aumentavano dall'11% al 14% e al 17%; i credenti in entità superiori senza religione precisa aumentavano dal 5% al 7% e all'8%; i non religiosi passavano dal 18% al 23% e al 20%; e quelli che non esprimevano alcuna opinione passavano dal 4% al 3% e al 5%.[179]

Eurobarometro (2021)

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Sondaggio Eurobarometro 2021 (caratteristiche sociodemografiche)[188]
Genere Età Orientamento
politico
Gruppo religioso o non Totale Donne Uomini 15-24 25-39 40-54 55+ Sinistra Centro Destra
Cristianesimo 84% 87% 82% 73% 76% 82% 92% 83% 89% 82%
- Cattolicesimo 79% 82% 77% 65% 68% 77% 89% 77% 83% 79%
- Cristianesimo ortodosso 4% 3% 4% 3% 6% 4% 2% 5% 4% 3%
- Altri cristiani 1% 2% 1% 5% 2% 1% 1% 1% 2% 0%
Altre religioni 3% 2% 4% 5% 6% 5% 0% 1% 2% 7%
Non religiosi/Agnosticismo 8% 6% 9% 16% 9% 8% 4% 9% 6% 8%
Ateismo 4% 4% 4% 5% 7% 4% 3% 7% 3% 3%
Senza indicazione 1% 1% 1% 1% 2% 1% 1% 0% 0% 0%

Secondo il sondaggio dell'Eurobarometro 2021 il cattolicesimo era la religione del 79% degli italiani (89% nella fascia d'età 55+ e 65% nella fascia d'età 15–24), il cristianesimo ortodosso del 4% (2% e 3%), altri tipi di cristianesimo dell'1% (1% e 5%), altre religioni del 3% (0% e 5%), mentre erano agnostici l'8% degli italiani (4% e 16%), atei il 4% (3% e 5%), e non dichiaravano alcuna affiliazione l'1% degli italiani (1% tra i 55+ e 1% tra i 15–24enni).[188]

BiDiMedia (2021)

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Secondo un sondaggio condotto nel 2021 da BiDiMedia sugli orientamenti religiosi incrociati con quelli politici degli italiani, il 60% dei maggiorenni italiani si dichiaravano cattolici (37% non praticanti, 23% praticanti), il 14% atei, l'11% agnostici, il 5% credenti senza religione, il 5% credenti in altre religioni, mentre il 5% non dava una risposta precisa.[189]

CESNUR (2022)

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Secondo il rapporto CESNUR del 2022, il 4,2% dei cittadini italiani e il 10,6% dei residenti in Italia professavano una religione minoritaria[5].

Dati CESNUR (2022)[5]
Religione / denominazione Cittadini italiani

(53.789.453)

Stranieri residenti

(5.193.669)

Popolazione totale

(58.983.122)

Membri % Membri % Membri %
Cattolici n.d. n.d. 913.000 17,6 n.a. n.a.
Cattolici “di frangia” e "dissidenti" 24.500 0,05 n.d. n.d. n.d. n.d.
Ortodossi e Ortodossi orientali 415.000 0,77 1.403.000 27,01 1.818.000 3,08
Protestanti 385.000 0,72 225.000 4,34 610.000 1,03
- Protestanti "storici" 71.000 0,13 n.d. n.d. n.d. n.d.
- Movimento di Restaurazione[190] 5.500 0,01 n.d. n.d. n.d. n.d.
- Movimento dei Fratelli 23.500 0,04 n.d. n.d. n.d. n.d.
- Chiese libere (non pentecostali), Holiness Movement 10.000 0,02 n.d. n.d. n.d. n.d.
- Pentecostali 253.000 0,47 n.d. n.d. n.d. n.d.
- Avventisti 19.500 0,04 n.d. n.d. n.d. n.d.
- Altri gruppi protestanti 2.500 - n.d. n.d. n.d. n.d.
Testimoni di Geova e assimilati 420.000 0,78 n.d. n.d. n.d. n.d.
Mormoni e assimilati 28.000 0,05 n.d. n.d. n.d. n.d.
Altri gruppi di derivazione cristiana 10.000 0,02 42.000 0,81 52.000 0,09
Ebrei 36.400 0,07 5.000 0,10 41.400 0,07
Musulmani 528.000 0,98 1.769.000 34,06 2.297.000 3,89
Bahai e altri gruppi di origine islamica 4.500 0,01 n.d. n.d. n.d. n.d.
Buddhisti 217.000 0,40 125.000 2,41 342.000 0,58
Induisti e neoinduisti 55.000 0,10 167.000 3,22 222.000 0,38
Sikh, radhasoami e gruppi derivati 24.000 0,04 n.d. n.d. n.d. n.d.
Gruppi di Osho e gruppi derivati 4.000 0,01 n.d. n.d. n.d. n.d.
Nuove religioni giapponesi 3.800 0,01 n.d. n.d. n.d. n.d.
Altre religioni orientali 8.000 0,01 95.000 1,83 103.000
Religioni tradizionali - - 70.000 1,35 70.000 0,12
Gruppi esoterici 16.800 0,03 n.d. n.d. n.d. n.d.
- Neopagani, neosciamanici, Wicca 3.200 0,01 n.d. n.d. n.d. n.d.
- Rosacroce 2.100 - n.d. n.d. n.d. n.d.
- Martinisti, kremmerziani, magia cerimoniale 2.000 - n.d. n.d. n.d. n.d.
- Neotemplari 850 - n.d. n.d. n.d. n.d.
- Gruppi teosofici e derivati 3.100 0,01 n.d. n.d. n.d. n.d.
- Fraternità universali 700 - n.d. n.d. n.d. n.d.
- Spiritismo organizzato 1.000 - n.d. n.d. n.d. n.d.
- Movimenti dei dischi volanti 1.000 - n.d. n.d. n.d. n.d.
- Chiese e movimenti gnostici 1.500 - n.d. n.d. n.d. n.d.
- Satanismo organizzato 350 - n.d. n.d. n.d. n.d.
- Altri gruppi esoterici 1.000 - n.d. n.d. n.d. n.d.
Movimenti New Age e Next Age 20.000 0,04 n.d. n.d. n.d. n.d.
Movimenti del potenziale umano 30.000 0,06 n.d. n.d. n.d. n.d.
Altri gruppi religiosi 18.000 0,03 90.000 1,73 108.000 0,18
Atei e agnostici n.d. n.d. 267.000 5,14 n.d. n.d.

Pratica religiosa

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Pratica religiosa (ISTAT 2021)[184]

██ Partecipazione settimanale a funzioni religiose (21,2%)

██ Nessuna partecipazione a funzioni religiose (29%)

██ Partecipazione saltuaria a funzioni religiose (49,8%)

La pratica religiosa è più elevata in Italia rispetto ad altri paesi dell'Europa occidentale, sebbene in calo. L'Istituto nazionale di statistica (ISTAT) italiano nel 2021 rilevava che il 21,2% della popolazione si recava settimanalmente in chiesa, sinagoga, moschea, tempio o altro luogo di culto. La quota di credenti praticanti risultava più elevata nel nelle isole (21,9%) e al sud (21,6%) rispetto al nord-ovest (19,8,8%), al nord-est (17,7%) e al centro (15,7%). Le regioni dove la pratica religiosa era più elevata erano la Puglia (24,4%) e la Sicilia (24%) e la Calabria (23,5%), quelle la più bassa erano invece la Valle d'Aosta (11,9%), la Provincia autonoma di Bolzano (11,9%) e la Liguria (12,5%)[184].

Per quanto riguarda il dato riferito ai soli cattolici, secondo stime dell'Eurispes, i praticanti rappresentavano indicativamente circa il 36% degli italiani nel 2006,[191] 33,1% nel 2014, 25,4% nel 2016.[192]

Nell'indagine Gallup del 2008-2009, il 72% degli italiani ha risposto positivamente alla domanda "la religione è importante nella vostra vita quotidiana?"[193][194].

Impatto dei flussi migratori

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Lo stesso argomento in dettaglio: Immigrazione in Italia.

I fenomeni di immigrazione di cittadini stranieri in Italia, uniti ai cambiamenti demografici in atto (inverno demografico, denatalità e ripresa del fenomeno dell'emigrazione di cittadini italiani all'estero), hanno contribuito al cambiamento della distribuzione statistica delle appartenenze religiose negli ultimi decenni, comportando un aumento del pluralismo religioso nel paese.

IDOS (2018-2021)

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Dati IDOS sulla popolazione straniera
Religione 2021[195] 2020[196] 2019[197] 2018[198]
Cristiani 51,7 51,9 52,2 52,6
- Ortodossi 28,7 28,9 29,2 29,6
- Cattolici 17,7 17,7 17,7 17,9
- Protestanti 4,5 4,4 4,4 4,4
- Altri cristiani 0,8 0,9 0,8 0,8
Musulmani 33,3 33,2 33,0 32,7
Ebrei 0,1 0,1 0,1 0,1
Buddhisti 2,4 2,3 2,3 2,3
Induisti 3,1 3,1 3,0 3,0
Altre religioni orientali 1,7 1,7 1,6 1,6
Religioni tradizionali 1,3 1,3 1,3 1,3
Altre religioni 1,7 1,7 1,7 1,7
Atei e agnostici 4,8 4,8 4,7 4,7

Secondo il Dossier Statistico Immigrazione del Centro Studi e Ricerche IDOS, nel 2021 gli stranieri residenti in Italia erano composti per il 51,7% da cristiani (dei quali: 55,6% ortodossi, 34,2% cattolici, 8,4% protestanti, 1,5% altri cristiani), per il 33,3% da musulmani, per lo 0,1% da ebrei, per 3,1% induisti, per il 2,4% da buddisti, per l'1,7% da altri. Secondo tale rapporto, gli stranieri atei e agnostici nel 2021 sarebbero stati invece il 4,8% mentre l'1,7% avrebbe praticato altre religioni orientali e il 1,3% religioni tradizionali.

Caritas-Migrantes (2020-2021)

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Dati Caritas-Migrantes sulla popolazione straniera
2021[199] 2020[200]
Religione % membri % membri
Cristiani 56,2 2.900.000 54,1 2.900.000
- Ortodossi 31,0 1.600.000 29,3 1.600.000
- Cattolici 17,0 866.000 20,1 1.100.000
- Protestanti 3,26 166.000 3,0 166.000
- Copti 4,9 142.000 0,3 19.000
- Altri cristiani 1,3 68.000
Musulmani 27,1 1.400.000 29,2 1.600.000
Buddhisti 2,8 144.000 3,2 174.000
Induisti 2,0 102.000 1,8 96.000
Sikh 1,9 98.000 1,0 51.000
Altre religioni 0,9 47.000 0,8 44.000
Atei e agnostici 9,0 461.000 9,9 531.000

Secondo il Rapporto Immigrazione di Caritas e Fondazione Migrantes, nel 2021 il 56,2% degli stranieri residenti in Italia erano cristiani, dei quali il 57,5% ortodossi (31% sul totale), il 30,3% cattolici (17% sul totale) e il 5,8% protestanti (3,26% sul totale), il 27,1% musulmani, il 9% atei e agnostici, il 2,8% buddhisti, il 2% induisti, l'1,9% sikh e lo 0,9% di altre fedi.

ISMU (2020-2021)

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Rapporto sulle migrazioni della Fondazione ISMU
Religione 2021[201] 2020[202]
Cristiani 56,2 54,1
- Ortodossi 32,3 29,3
- Cattolici 17,0 20,1
- Evangelici 3,3 3,1
- Copti 0,6 0,3
- Altri cristiani 3,0 1,3
Musulmani 27,1 29,2
Buddhisti 1,8 3,2
Induisti 2,0 2,0
Sikh 1,9 1,0
Altre religioni 0,9 0,8
Non religiosi 9,0 9,9

Secondo le stime del Rapporto sulle migrazioni della Fondazione Ismu, nel 2021 i cristiani (prevalentemente ortodossi) rappresentavano il 56,2% della popolazione straniera residente, in aumento rispetto al 2020. I musulmani erano invece il 27,1%, contro il 29,2% dell'anno precedente. I non religiosi costituivano invece il 9% della popolazione immigrata, in calo rispetto ai dodici mesi precedenti.

Religione e società

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Religione e politica

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Come illustrato nel paragrafo sulla storia, dall'Unità d'Italia per alcuni decenni, la vita politica fu dominata da forze anticlericali con l'autoesclusione dei cattolici.

Seguì un periodo di normalizzazione dei rapporti tra Italia e chiesa cattolica, culminato con i Patti Lateranensi che posero fine alla Questione romana.

Il fascismo perseguitò le minoranze religiose, che poterono nuovamente godere di piena libertà religiosa con la Costituzione Repubblicana.

Il secondo dopoguerra, per tutta la cosiddetta Prima Repubblica, la scena politica italiana fu dominata dalla Democrazia Cristiana, partito non confessionale ma di ispirazione cattolica.

Dal 1946 al 1992 tutti i primi ministri, tranne due, furono democristiani e cattolici. Tuttavia, sia i valdesi che gli ebrei hanno avuto un ruolo importante nella politica italiana. Mentre diversi partiti di ispirazione cattolica sono saliti alla ribalta politica dopo lo scioglimento della Democrazia Cristiana nel 1994 (Partito Popolare Italiano, Democrazia e Libertà, Centro Cristiano Democratico, Unione di Centro, Forza Italia), i valdesi sono stati generalmente attivi nei partiti "laici", in particolare nel Partito Socialista Italiano, nel Partito Comunista Italiano e, più recentemente, nel Partito Democratico, che ospita anche ex democristiani. Più recentemente, un gruppo di pentecostali conservatori ha formato il partito Patto cristiano allargato.

Sebbene i protestanti siano storicamente in numero esiguo, alcuni hanno ricoperto posizioni apicali nello stato, come ad esempio il due volte primo ministro Sidney Sonnino.

Per quanto riguarda gli atei, nel 2009 è stato fondato il partito Democrazia Atea, che si pone su posizioni secolariste ed anticlericali.

Religione e mass media

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In Italia sono presenti numerosi media religiosi, a distruzione sia locale che nazionale.

La religione è un argomento abbastanza trattato nella TV pubblica italiana, con rubriche dedicate: A sua immagine, in collaborazione con la Conferenza Episcopale Italiana della Chiesa cattolica, Protestantesimo, curato dalla Federazione delle Chiese evangeliche in Italia, e Sorgente di vita a cura dell'Unione delle comunità ebraiche italiane. La struttura della Rai che si occupa della trasmissione delle Messe, della copertura dei grandi eventi religiosi e dell'informazione cattolica, in collaborazione con Vatican Media, è Rai Vaticano.

Tuttavia l'UAAR ha espresso critiche su una maggior copertura dei temi cattolici rispetto a quelli di altre religioni da parte della Rai.[203] Secondo Critica liberale, sommando i dati della TV pubblica e delle principali TV private italiane, Mediaset e La 7, nel 2015 il 95% degli spazi televisivi occupati da argomenti religiosi, erano dedicati alla Chiesa cattolica.[204]

Alcuni tra i principali giornalisti cattolici italiani sono riuniti nell'Unione cattolica della stampa italiana.

Processi sociologici in atto

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In Italia, come nel resto dell'Occidente, è da anni in corso un fenomeno di scristianizzazione, e di secolarizzazione in generale, della società[205], con una crescita del numero di non credenti e una flessione della pratica religiosa tra i credenti. È in aumento anche il numero dei credenti che non si riconoscono in nessuna religione[206].

Al tempo stesso, cresce la presenza di religioni tradizionalmente poco o per niente presenti nel paese, quali ad esempio Islam[207], Induismo[208], Protestantesimo[209] e Cristianesimo ortodosso[210], portando ad un aumento del pluralismo religioso. Secondo alcune previsioni, questi trend proseguiranno nei prossimi anni[211] [212].

A questo fenomeno contribuisce anche l'immigrazione di cittadini stranieri in Italia, e i cambiamenti demografici in atto (inverno demografico, denatalità e ripresa del fenomeno dell'emigrazione di cittadini italiani all'estero).

Casi di fanatismo religioso

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In Italia si sono registrati nella storia recente casi di fanatismo religioso che, talvolta hanno portato anche ad omicidi e violenza[213]. Molti di questi crimini sono riconducibili ad omicidi rituali satanici, tra i quali quelli delle Bestie di Satana e il martirio di suor Maria Laura Mainetti[214].

Inoltre, anche in Italia, è presente il fenomeno del fondamentalismo islamico, anche con casi di violenza e omicidi legati all'applicazione della Shari'a[105] ed episodi di terrorismo.

Più rari, ma comunque non assenti, i casi in cui si sono verificate azioni violente da parte di fanatici cristiani[215] o appartenenti a gruppi che si richiamano al cristianesimo, come ad esempio nel caso della strage di Altavilla Milicia commessa nel 2024 dal gruppo dei cosiddetti "Fratelli di Dio" durante un rito di esorcismo[216].

È stata infine segnalata negli ultimi anni la presenza di piccolissimi gruppi neopagani di orientamento politico suprematista, neofascista e neonazista e con visioni religiose vicine al nazismo esoterico[217][218].

Le cosiddette "psicosette"

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In Italia agirebbero oltre 500 gruppi criminali per i quali la pratica religiosa rappresenta solamente un fine per la manipolazione psicologica degli adepti, al fine di ottenere soldi, favori sessuali o altro[219][220]. Secondo l'Associazione Internazionale degli Esorcisti, alcuni magistrati e forze dell'ordine operanti nel settore, i leader carismatici tendono a indurre la dipendenza e la rinuncia al libero arbitrio personale, attraverso il controllo e la manipolazione mentale, finalizzati a sostituire lo spirito critico e l'autostima con un senso di paura e di impotenza, e la promessa di "una strada solo all'apparenza appagante e semplice da percorrere"[221].

Questi gruppi, spesso identificati come "psicosette"[222], sono stati oggetto di numerose indagini. Il plagio e l'abuso di credulità popolare sono due figure di reato interessate dall'attività delle sette. Il plagio è stato abolito nel 1981, a seguito di una sentenza della Corte Costituzionale, mentre l'abuso di credulità popolare è stato depenalizzato nel 2016[223]

Il 2 novembre 2006, il Ministero dell'Interno ha istituito la "Squadra Anti Sette" (S.A.S.), nucleo della Polizia di Stato specializzato nel contrasto ai reati collegati a questo tipo di attività[224].

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Riferimenti normativi

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  • Legge 24 giugno 1929, n. 1159 - Disposizioni sull'esercizio dei culti ammessi nello Stato e sul matrimonio celebrato davanti ai ministri dei culti medesimi.
  • Regio Decreto 28 febbraio 1930, n. 289 - Norme per l'attuazione della legge 24 giugno 1929, n. 1159, sui culti ammessi nello Stato e per il coordinamento di essa con le altre leggi dello Stato.

Voci correlate

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