Laterite

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Laterite
Taglio di mattoni di laterite presso Angadipuram, India
Categoriaroccia sedimentaria

Laterite hee

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Caratteristiche

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Quasi tutti i tipi di roccia possono essere profondamente decomposti se sottoposti a lungo a una combinazione di piogge intense e temperature relativamente elevate. L'acqua piovana infiltrandosi causa lo scioglimento dei minerali dello strato roccioso e diminuisce la percentuale di elementi maggiormente solubili, quali sodio, potassio, calcio, magnesio e silicio. In tal modo si innalzano le percentuali relative di elementi meno solubili, come ferro ed alluminio. Le lateriti sono composte principalmente di minerali quali caolinite, goethite, ematite e gibbsite che si formano con la meteorizzazione. Inoltre molte lateriti contengono quarzo quale residuo della roccia originaria, in quanto si tratta di un minerale relativamente stabile. La presenza della goethite e dell'ematite, che sono ossidi di ferro, è all'origine del loro colore rosso-marrone.

Lo strato di laterite di solito ha uno spessore di pochi metri, ma in alcuni casi può essere molto più profondo. La sua formazione è favorita da uno scarso dislivello del terreno, che limita l'erosione della superficie ad opera delle acque piovane. Le lateriti presenti in aree non-tropicali sono il prodotto di epoche geologiche precedenti. La parte superiore dello strato lateritico è costituita dai suoli lateritici; nella scienza del suolo vengono loro attribuiti denominazioni specifiche: oxisol, latosol e suolo ferrallitico.

Nelle scienze della Terra vengono definiti lateriti solo i prodotti della meteorizzazione che dal punto di vista chimico e mineralogico sono più fortemente alterati. Li si deve distinguere dalle saproliti, che presentano un grado di alterazione minore e sono anch'esse molto diffuse nelle aree tropicali. Entrambe le formazioni possono essere classificate come rocce residue.

Le lateriti possono essere soffici e friabili o compatte e fisicamente resistenti. Le varietà indurite vengono talvolta tagliate a blocchi e usate a guisa di mattoni nella costruzione di edifici. Il primo ad usare il termine laterite fu nel 1807 il medico inglese Francis Buchanan-Hamilton, che nel corso dei suoi viaggi di studio nel sud dell'India notò l'uso nelle costruzioni di un materiale rossastro che veniva tagliato facilmente in blocchi dal terreno e si induriva rapidamente all'aria, dall'aspetto poroso ed evidentemente ricco di ferro[1].

I templi Khmer nel Sud-est asiatico furono spesso costruiti in laterite, anche se verso il XII secolo gli architetti Khmer divennero abili e sicuri nell'uso dell'arenaria come principale materiale di costruzione. La maggioranza delle parti visibili di Angkor Wat sono costruite in blocchi di arenaria, mentre la laterite fu usata per i muri perimetrali e gli elementi interni di sostegno (dato l'aspetto spugnoso e la difficile lavorabilità una volta solidificata all'aria), che sono sopravvissuti per 1000 anni. Varietà indurite di laterite furono usate anche nella costruzione di strade lastricate. Al giorno d'oggi la ghiaia grossa di laterite viene utilizzata negli acquari, dove favorisce la crescita di piante tropicali.

Importanza nell'industria estrattiva

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La laterizzazione è molto importante anche nella formazione di depositi di minerale grezzo. La bauxite, una varietà di laterite ricca in alluminio, si può formare da diversi tipi di roccia madre se la percolazione è davvero elevata e causa un'alta estrazione della silice ed un equivalente arricchimento degli idrossidi di alluminio, soprattutto gibbsite.

La laterizzazione delle rocce magmatiche ultrafemiche (serpentinite, dunite o peridotite contenenti circa lo 0,2 – 0,3% di nickel) spesso porta a un aumento considerevole della concentrazione di nickel. Devono essere distinti due tipi di minerale lateritico di nickel. Il primo è la limonite nichelifera (minerale di ossido di nickel), molto ricca di ferro, presente negli strati più superficiali, contiene legato alla goethite l'1-2% di nichel, la cui ricchezza dipende da un forte impoverimento in magnesio e silice. Al di sotto di questa zona, può formarsi un minerale di silicato di nickel, spesso contenente più del 2% di nickel incorporato in silicati, in primo luogo serpentino. In tasche e fessure della serpentinite può essere presente in quantità minime la falcondoite, o garnierite, roccia verde con altissimo contenuto di nickel, dal 20 al 40%. Si trova legato in fillosilicati di recente formazione. Tutto il nickel nella zona dei silicati deriva dal percolamento dalla soprastante zona della goethite. L'assenza di tale zona è dovuta all'erosione.

  1. ^ "What I have called indurated clay is not the mineral so called by Mr.Kirwan (...). It is diffused in immense masses, without any appearance of stratification and is placed over the granite that forms the basis of Malayala. It is full of cavities and pores, and contains a very large quantity of iron in the form of yellow and red ochres. In the mass, while excluded from the air, it is so soft, that any iron instrument readily cuts it, and is dug up in square masses with a pickaxe, and immediately cut into the shape wanted with a trowel, or large knife. It very soon after becomes as hard as brick, and resists the air and water much better than any brick that I have seen in India (...). As it is usually cut into the form of bricks for building, in several of the native dialects it is colled the brick-stone (Itica culla). Where, however, by the washing away of the soil, part of it has been exposed to the air, and has hardened into a rock, its colour becomes black (...). The most proper English name would be Laterite, from Lateritis, the appellation that may be given to it in Science." in (EN) Robert Cole, On the Geological position and association of the Latrite, or Iron Clay, formation of India, in The Madras Journal of Literature and Science, IV, 1836, pp. 100-102. URL consultato il 24 agosto 2009.
  • (EN) Aleva, G.J.J. (curatore) (1994). Laterites. Concepts, Geology, Morphology and Chemistry. 169 pp. ISRIC, Wageningen, Paesi Bassi, ISBN 90-6672-053-0
  • (EN) Aleva, G.J.J. (curatore), the CORLAT Handbook - Draft 1.2 (PDF) [collegamento interrotto], su isric.org, ISRIC, febbraio 1992. URL consultato il 24 agosto 2009.
  • (EN) Bardossy, G. and Aleva, G.J.J.(1990). Lateritic Bauxites. 624 pp. Developments in Economic Geology 27, ELSEVIER, ISBN 0-444-98811-4
  • (EN) Golightly, J.P. (1981). Nickeliferous Laterite Deposits. Economic Geology 75, 710-735
  • (EN) Schellmann, W. (1983). Geochemical principles of lateritic nickel ore formation. Proceedings of the 2. International Seminar on Lateritisation Processes, São Paulo, 119-135
  • (EN) Schellmann Werner, An Introduction in Laterite, su laterite.de. URL consultato il 23 agosto 2009.

Voci correlate

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Altri progetti

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