Goguryeo

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
La versione stampabile non è più supportata e potrebbe contenere errori di resa. Aggiorna i preferiti del tuo browser e usa semmai la funzione ordinaria di stampa del tuo browser.
Goguryeo (Goryeo)
Goguryeo (Goryeo) – Bandiera
Goguryeo (Goryeo) - Localizzazione
Goguryeo (Goryeo) - Localizzazione
Dati amministrativi
Nome ufficiale高句麗
Lingue ufficialiGoguryeo
Lingue parlateLingua di Goguryeo
CapitaleJolbon
(37 a.C. – 3 d.C.)

Gungnae
(3–427)

Pyongyang
(427–668)
Politica
Forma di governoMonarchia
Re, poi dae-wang
Guksang, poi mangniji e dae mangniji
  • Myeongnim Dap-bu
    (primo guksang, 67?-179 a.C.)
  • Wang San-ak
    (ultimo guksang)
  • Yeon Ja-yu
    (primo mangniji)
  • Eulji Mundeok
    (ultimo mangniji)
  • Yeon Gaesomun
    (603-666, primo dae mangniji)
  • Yeon Namgeon
    (635-?, ultimo dae mangniji)
Nascita37 a.C. con Dongmyeong di Goguryeo
Fine668 con Bojang di Goguryeo
Territorio e popolazione
Bacino geograficoCorea, Manciuria
Popolazione3 500 000 nel 476
Religione e società
Religioni preminentiBuddismo, Taoismo, Confucianesimo, Sciamanesimo
Evoluzione storica
Preceduto daBuyeo
Succeduto daBaekje, Balhae, Silla
Ora parte diCina (bandiera) Cina
Corea del Nord (bandiera) Corea del Nord
Corea del Sud (bandiera) Corea del Sud
Russia (bandiera) Russia

Goguryeo (고구려?, 高句麗?, KoguryŏMR, ko.ɡu.ɾjʌ) fu uno dei Tre regni di Corea, assieme a Baekje ed a Silla. Collocato nel sud della Manciuria, sud-est della Russia, e Corea settentrionale e centrale, e considerato un potente stato dell'Asia orientale[1][2][3], fu fondato da Jumong, principe di Buyeo, nel 37 a.C. Partecipò attivamente alle lotte di potere fra i paesi della regione per il controllo della penisola coreana ed ebbe contatti con i governi vicini in Cina e con il Giappone del Periodo Yamato. Cadde nel 668 sotto l'alleanza tra Silla e Tang, dopo prolungati conflitti interni causati dalla morte del generale Yeon Gaesomun[4]. Il suo territorio fu suddiviso tra Silla unificato e Balhae.

Il regno fu noto come Goryeo (고려?, 高麗?, KoryŏMR, ko.ɾjʌ) a partire dall'anno 520 nelle cronache storiche e diplomatiche cinesi e giapponesi[5][6].

Storia

Origini (I secolo a.C.)

Nelle monografie geografiche del Libro degli Han, la parola "Goguryeo" fa la sua prima comparsa nel 113 a.C. come "contea di Gaogouli" sotto la giurisdizione della comanderia di Xuantu. Nel Libro dei Tang del 945, l'imperatore Taizong afferma che Goguryeo abbia una storia lunga circa novecento anni e, secondo il Samguk sagi e il Samguk yusa, un principe di Buyeo di nome Jumong era fuggito in seguito ad una lotta di potere con gli altri principi della corte e aveva fondato Goguryeo nella regione denominata "Jolbon Buyeo", collocata nel bacino tra i fiumi Yalu e Tongjia, nel 37 a.C.[7]. Sebbene i testi scritti collochino la fondazione nel 37 a.C. o a metà del I secolo a.C., i ritrovamenti archeologici sembrano far risalire l'origine di Goguryeo già al II secolo a.C., collegandola agli Yemaek che, nel 75 a.C., fecero un'incursione nella comanderia di Xuantu a ovest dello Yalu[7], ma nessuna prova diretta suggerisce che fossero noti o che si identificassero con il regno di Goguryeo. Una prima menzione in questo senso proviene dallo Han Shu, nell'ambito della narrazione di una rivolta scoppiata a Goguryeo nel 12, durante la quale gli Yemaek si liberarono dall'influenza dei cinesi di Xuantu[7].

Si crede che, al momento della fondazione, il popolo di Goguryeo sia stato una commistione tra la gente di Buyeo e gli Yemaek, supponendo che i comandanti del primo siano fuggiti dal proprio regno e si siano uniti alle tribù[8]. Le Cronache dei Tre Regni, nella sezione "Rendiconti sui barbari orientali", suggeriscono che il popolo di Buyeo e quello Yemaek fossero etnicamente imparentati e parlassero lingue simili[9].

Goguryeo e Baekje condivisero miti della fondazione somiglianti ed ebbero entrambi origine da Buyeo[10].

Jumong e il mito della fondazione

Il mito di fondazione vede lo stato di Goguryeo come affiliato dello confederazione tribale di Buyeo. Il Samguk sagi ed il Tongguk Yi sangguk chip sono concordi nel far risalire le origini dell'ecista di Goguryeo, Jumong, al ramo dei Buyeo settentrionali. Egli viene menzionato per la prima volta sulla stele di Gwanggaeto, risalente al IV secolo; "Jumong" è una trascrizione in coreano moderno degli hanja 朱蒙 (Jumong), 鄒牟 (Chumo) o 仲牟 (Jungmo). Di origini divine, suo padre era il principe Hae Mo-su, figlio del Cielo, mentre sua madre era Yuhwa, una delle tre figlie del Conte del Fiume Giallo Habaek[9][11][12][13]; ella in seguito diventò una concubina del re di Buyeo Geumwa. Si narra che Jumong nacque da un uovo che, per le enormi dimensioni, fu visto come segnale di malaugurio. Subendo le gelosie del principe ereditario di Buyeo, fu costretto a migrare a sud, a Jolbon Buyeo, dove sposò la figlia del re, Soseono; successivamente fondò lo stato di Goguryeo insieme ad un piccolo gruppo di suoi seguaci e ne divenne il sovrano. Quando Yuri, figlio di Jumong e della sua prima moglie, la dama Ye, raggiunse il padre per succedergli, Soseono partì verso sud insieme ai due figli avuti dal marito, Biryu e Onjo. Essi vengono citati nel mito di fondazione dello stato di Baekje, e ciò sancisce strette connessioni tra esso e Goguryeo; si pensa difatti che le lingue dei due stati siano state molto simili fra di loro e dissimili da quella parlata al tempo a Silla. Jumong avrebbe poi conquistato gli stati tribali di Biryu nel 36 a.C., di Haeng-in nel 33 a.C. e l'Okjeo Settentrionale nel 28 a.C.

Centralizzazione e prima espansione (I-II secolo)

Goguryeo si sviluppò da una lega di varie tribù Yemaek ed espanse rapidamente il proprio potere dall'originale bacino del fiume Hun, un affluente dello Yalu. Sotto re Taejodae nel 53, cinque tribù locali furono riorganizzate in altrettanti distretti governati centralmente; i rapporti con l'estero e la milizia erano invece controllati dal sovrano. La prima espansione può essere collegata alla morfologia della zona, prevalentemente montagnosa e povera di terreni arabili. Una volta centralizzato Goguryeo avrebbe potuto non essere in grado di nutrire la sua popolazione e quindi, seguendo le storiche tendenze pastorali, avrebbe cercato di razziare e sfruttare le terre e le risorse delle società vicine. Anche attività militari aggressive potrebbero aver contribuito all'espansione, permettendo a Goguryeo di esigere tributi dai propri vicini tribali e dominarli politicamente ed economicamente[14].

Taejodae conquistò le tribù di Okjeo nella Corea nordorientale, oltre a quelle di Dongye e ad altre stanziate nella Manciuria sudorientale e nella Corea settentrionale. Grazie all'aumento di risorse e manodopera fornite dai popoli soggiogati, Taejodae guidò Goguryeo all'attacco delle comanderie di Han di Lelang e Xuantu nelle penisole coreana e del Liaodong, conquistando l'indipendenza da esse. Se da un lato permise alle tribù conquistate di mantenere i propri capi, dall'altro Taejodae chiese che facessero rapporto ai governatori legati alla casa reale di Goguryeo e che pagassero ingenti tributi. Egli e i suoi successori sfruttarono le risorse in più per continuare l'espansione di Goguryeo a nord e ad ovest. Nuove leggi regolarono i contadini e l'aristocrazia, mentre i capi tribali continuarono ad essere assorbiti nell'aristocrazia centrale. La successione reale cambiò da fraterna a patrilineare, stabilizzando la corte reale[15].

Il regno in espansione entrò presto in contatto militare diretto con la comanderia di Liaodong a ovest. Le sue pressioni costrinsero Goguryeo a spostare la capitale dalla valle del fiume Hun a quella del fiume Yalu, vicino alla fortezza di montagna di Hwando[14].

In guerra contro Wei (III secolo)

Nel caos successivo alla caduta della dinastia Han nel 220, le sue quattro comanderie si dichiararono indipendenti e passarono sotto il governo di vari condottieri. Circondato da questi signori della guerra aggressivi, Goguryeo si adoperò per migliorare i propri rapporti con la nuova dinastia cinese di Cao Wei e le inviò dei tributi. Nel 238, i due stati si allearono per distruggere la comanderia di Liaodong, ma, quando questa fu infine conquistata da Wei, l'accordo si sciolse: Goguryeo attaccò i confini occidentali di Liaodong e Wei rispose. Nel 242, il regno coreano volle impedire l'accesso dei cinesi al proprio territorio tentando di conquistare un loro forte, ma Wei contrattaccò invadendolo e sconfiggendolo; la capitale di Hwando fu distrutta nel 244[16]. Si racconta che re Dongcheon, ormai privo di un esercito, si sia rifugiato per qualche tempo ad est, nello stato di Okjeo. Wei invase nuovamente Goguryeo nel 259, ma fu sconfitto a Yangmaenggok[17]; secondo il Samguk sagi, re Jungcheon avrebbe riunito cinquemila cavalieri d'élite e sconfitto le truppe di Wei decapitando ottomila nemici.

Ripresa e ulteriore espansione (300-390)

In soli 70 anni, Goguryeo ricostruì la capitale di Hwando e ricominciò a razziare le comanderie di Liaodong, Lelang e Xuantu. L'ultima, quella di Lelang, fu assorbita da re Micheon nel 313, portando Goguryeo a governare sull'intera penisola coreana[15], oltre che alla fine del governo cinese, durato quattro secoli, sui territori dell'estremità settentrionale della Corea[16][18]; da quel momento fino al VII secolo, la penisola sarebbe stata contesa principalmente dai Tre regni di Corea.

Goguryeo subì battute d'arresto e sconfitte durante il regno di Gogukwon. All'inizio del IV secolo, i nomadi Xianbei occuparono la Cina settentrionale[16]; nell'inverno del 342, gli Xianbei degli Yan Anteriori, governati dal clan Murong, attaccarono e distrussero la capitale Hwando, catturando cinquantamila coreani da usare come schiavi, oltre a far prigioniere la regina e la regina madre e a costringere Gogukwon a fuggire[18]. Nel 371, Geunchogo di Baekje uccise Gogukwon nella battaglia di Chiyang e saccheggiò Pyongyang, una delle città più grandi di Goguryeo[19].

Sosurim, che succedette a Gogukwon, riformò le istituzioni dello stato per impedire una grave crisi[20]. Pensando alla stabilità interna e all'unificazione di varie tribù conquistate, Sosurim proclamò nuove leggi, abbracciò il buddhismo come religione di stato nel 372 e istituì un istituto educativo nazionale chiamato Taehak[15]. Avviò riforme militari atte ad impedire ulteriori sconfitte come quelle ad opera degli Xianbei e di Baekje[20], ponendo le basi per la successiva espansione di Gwanggaeto il Grande[15]. Il successore di Sosurim e padre di Gwanggaeto, Gogukyang, invase gli Yan Posteriori nel 385 e Baekje nel 386[21].

Goguryeo usò la milizia per proteggere e sfruttare le popolazioni semi-nomadi, che fecero da vassalli, fanti o schiavi, come gli abitanti di Okjeo nel nordest della penisola e i Mohe in Manciuria, che sarebbero in seguito diventati gli Jurchen[16].

Culmine e declino (391-551)

Goguryeo e i regni confinanti nel 476.

Goguryeo sperimentò un'età dell'oro sotto Gwanggaeto il Grande e suo figlio Jangsu[22][23][24][25]. Durante questo periodo, il territorio incluse tre quarti della penisola coreana, compresa l'area della successiva Seul, quasi tutta la Manciuria[20], parte della Mongolia interna[26] e della Russia[27]. Le rovine di alcune fortezze dimostrano che la massima estensione del regno raggiunse la Mongolia dell'era moderna ad occidente[28][29][30].

Gwanggaeto il Grande (r. 391-412) fu un imperatore energico ricordato per la rapida espansione militare del reame. Diede alla sua era il nome di Yeongnak, affermando che la dignità di Goguryeo fosse pari a quella delle dinastie cinesi[20][15][31]. Gwanggaeto conquistò 64 città fortificate e 1.400 villaggi durante le sue campagne[20][15]. Ad ovest, distrusse le vicine tribù Kitai e invase gli Yan Posteriori, conquistando l'intera penisola di Liaodong[20][15][31]; a nord e ad est, annesse gran parte di Buyeo e conquistò i Sushen, antenati tungusi di Jurchen e manciù[32], e a sud sconfisse e soggiogò Baekje, contribuì alla dissoluzione di Gaya e sottomise Silla dopo averlo difeso da una coalizione formata da Baekje, Gaya e Wa[33]. I suoi successi vennero ricordati su un'enorme stele eretta da suo figlio Jangsu nel territorio che sarebbe stato occupato, in età moderna, dalla città di Ji'an al confine tra Cina e Corea del Nord.

Jangsu (r. 413-491) ascese al trono nel 413 e nel 427 spostò la capitale a Pyongyang, regione più adatta a diventare una metropoli fiorente[15], e Goguryeo raggiunse così alti livelli di prosperità culturale ed economica[20]. Continuò l'espansione territoriale verso la Manciuria e raggiunse il fiume Songhua a settentrione[20], invase i Kitai e attaccò i Didouyu, nella Mongolia orientale, insieme agli alleati Rouran[34]. Anch'egli, come suo padre, raggiunse una relativa unificazione dei Tre regni di Corea: sconfisse Baekje e Silla e annesse ampi territori di entrambi[15][20]. Inoltre, il suo lungo regno vide il perfezionamento degli accordi politici, economici e istituzionali di Goguryeo. Jangsu governò per settantanove anni[15], fino all'età di 98 anni, il regno più lungo nella storia dell'Asia orientale[32].

Sotto re Munja, Goguryeo annesse totalmente Buyeo, segnando l'espansione massima a nord, e continuò ad influenzare fortemente Silla e Baekje, e le tribù Wuji e Kitai.

Raggiunto l'apice nel corso del VI secolo, Goguryeo iniziò successivamente un progressivo declino. Anjang fu assassinato e gli successe suo fratello Anwon, durante il cui regno aumentò la faziosità degli aristocratici. Lo scisma politico si accentuò quando, giunto il momento della successione, le fazioni si schierarono con principi diversi. Alla fine fu incoronato Yangwon, di soli otto anni, ma la lotta per il potere non si risolse mai in modo definitivo, poiché i magistrati rinnegati che disponevano si eserciti privati si auto-nominarono governatori di fatte delle loro aree di controllo.

Approfittando dei conflitti interni al regno, il gruppo nomade dei Tuchueh attaccò le fortezze settentrionali nel corso degli anni 550 e conquistò parte dei territori a nord. Inoltre, mentre i signori feudali continuavano a dissentire sul tema della successione reale, Baekje e Silla si coalizzarono e attaccarono Goguryeo da sud nel 551.

Conflitti e crollo (tardo VI secolo-VII secolo)

Nel tardo VI secolo e all'inizio del successivo, Goguryeo intraprese frequenti campagne militari contro le dinastie cinesi Sui e Tang; i suoi rapporti con Baekje e Silla furono complessi e si alternarono tra alleanze e ostilità.

Perdita della valle del fiume Han

Nel 551, Silla e Baekje si allearono per appropriarsi della valle del fiume Han, importante punto strategico vicino al centro della penisola e regione particolarmente fertile. Dopo che Baekje si esaurì con una serie di costosi assalti alle fortificazioni di Goguryeo, le truppe di Silla, arrivando con la pretesa di offrire assistenza, attaccarono e presero possesso dell'intera valle del fiume Han nel 553. La guerra ebbe conseguenze molto importanti: fece di Baekje lo stato più debole della penisola e diede a Silla una risorsa importante come base per la propria espansione. Al contrario, negò a Goguryeo l'uso della zona, indebolendolo. Fornì inoltre a Silla l'accesso al Mar Giallo, aprendo il commercio e l'accesso diplomatico diretto alle dinastie cinesi e accelerando l'adozione della cultura cinese da parte di Silla. La crescente inclinazione di Silla verso la Cina si tradusse in un'alleanza che si rivelò disastrosa per Goguryeo alla fine del VII secolo.

Guerra contro Sui

Lo stesso argomento in dettaglio: Guerra Goguryeo-Sui e Battaglia di Salsu.

L'espansione di Goguryeo si scontrò con la Cina dei Sui. Nel 598, il regno coreano lanciò un attacco preventivo a Liaoxi[15], portando l'imperatore Wen a rispondere per terra e per mare; il contrattacco fu un disastro per Sui[35].

La campagna cinese più disastrosa fu nel 612, quando Sui mobilitò trenta divisioni dell'esercito, circa un milione e 133.800 soldati. Appoggiato lungo la linea di fortificazioni di Goguryeo sul fiume Liao, un distaccamento di nove divisioni, circa 305.000 soldati, scavalcò le principali linee difensive e si diresse verso la capitale Pyongyang per collegarsi alle forze navali dei Sui, che avevano rinforzi e rifornimenti. Tuttavia, Goguryeo fu in grado di sconfiggere la marina Sui, così, quando le nove divisioni raggiunsero finalmente Pyongyang, non ebbero le risorse per un lungo assedio. Le truppe Sui si ritirarono, ma il generale Eulji Mundeok condusse le truppe di Goguryeo alla vittoria attirando i Sui in un'imboscata fuori Pyongyang. Nella battaglia di Salsu, i soldati di Goguryeo aprirono una diga, che divise l'esercito Sui e interruppe la loro via di fuga. Dei 305.000 soldati originali delle nove divisioni Sui, si dice che solo 2.700 riuscirono a fuggire.

Le campagne del 613 e del 614 furono stroncate quasi subito: la prima quando il generale di Sui Yang Xuangan si ribellò all'imperatore Yang, la seconda quando Goguryeo propose una tregua e restituì Husi Zheng, un generale disertore che era fuggito dalla Cina. L'imperatore Yang pianificò un altro attacco nel 615, ma a causa del deteriorarsi delle condizioni interni dell'impero non fu mai in grado di lanciarlo. Sui era indebolito a causa delle ribellioni contro il dominio dell'imperatore e dei suoi falliti tentativi di conquistare Goguryeo, e non poté attaccare ulteriormente perché le province non avrebbero inviato supporto logistico. Le disastrose sconfitte dell'imperatore Yang in Corea contribuirono notevolmente al crollo della dinastia Sui[35][36][37].

Guerra contro Tang e l'alleanza Silla-Tang

Lo stesso argomento in dettaglio: Guerra Goguryeo-Tang.

Nell'inverno del 642 il re Yeongnyu, preoccupato per uno dei maggiori nobili di Goguryeo, Yeon Gaesomun, complottò per assassinarlo. Tuttavia questi venne a saperlo e uccise il re e cento funzionari in un colpo di stato, procedendo a incoronare il nipote del defunto, Go Jang, che diventò re Bojang; il potere era però di fatto in mano a Yeon. Egli assunse una posizione sempre più provocatoria contro Silla e la dinastia Tang, che aveva sostituito Sui. Nel 643, sotto la pressione dell'alleanza Goguryeo-Baekje, Silla chiese aiuto militare a Tang, che l'anno dopo iniziò i preparativi per una grande campagna contro Goguryeo.[4]

Nel 645, l'imperatore Taizong, che aveva l'ambizione personale di sconfiggere Goguryeo ed era determinato a riuscire dove l'imperatore Yang aveva fallito, guidò personalmente un attacco. L'esercito Tang conquistò un certo numero di fortezze di Goguryeo, tra cui l'importante fortezza di Yodong (Liaodong), e sconfisse i grandi eserciti coreani sul suo cammino. La città di Ansi era l'ultima fortezza rimasta e, alla sua caduta, la penisola di Liaodong si sarebbe ritrovata priva di importanti opere difensive, perciò fu prontamente messa sotto assedio. Tuttavia, la difesa preparata dal comandante generale di Ansi (il cui nome è controverso, ma tradizionalmente si crede sia Yang Manchun) decimò le forze Tang e, in autunno inoltrato, con l'inverno che si avvicinava rapidamente e le scorte in esaurimento, l'imperatore Taizong si ritirò. La campagna non fu un successo per i cinesi[19], che non riuscirono ad impossessarsi della fortezza di Ansi dopo un lungo assedio durato più di 60 giorni. L'imperatore invase nuovamente Goguryeo nel 647 e nel 648, ma fu sconfitto entrambe le volte[20][37][38][39][40].

Lì'imperatore Taizong preparò un'altra invasione nel 649, ma morì in estate, forse a causa di una malattia contratta in Corea[39][20]. Suo figlio Gaozong continuò la sua opera e nel 657 gli eserciti Tang sconfissero i Göktürk, alleati di Goguryeo. Su suggerimento del cugino della regina di Silla, Kim Chunchu, Silla e Tang conquistarono prima Baekje nel 660 per spezzarne l'alleanza con Goguryeo, poi puntarono quest'ultimo[41]. Tuttavia nemmeno Gaozong riuscì a sconfiggere Yeon Gaesomun[17]: una delle sue vittorie principali più nel 662 durante la battaglia di Sasu, quando annientò le forze di Tang e uccise il generale invasore Pang Xiaotai e i suoi tredici figli[42][43].

Caduta

Nell'estate del 666, Yeon Gaesomun morì per cause naturali e Goguryeo fu gettato nel caos e indebolito da una lotta di successione tra i suoi figli e il fratello minore. Inizialmente fu suo figlio maggiore Yeon Namsaeng ad assumere la carica di dae mangniji (generalissimo) che era stata del padre. Mentre effettuava un viaggio per il territorio del regno, tuttavia, cominciarono a diffondersi voci secondo cui avrebbe ucciso i suoi fratelli più giovani Yeon Namgeon e Yeon Namsan, che aveva lasciato a Pyongyang, e che questi ultimi stavano progettando di ribellarsi. Quando Yeon Namsaeng in seguito mandò alcuni ufficiali vicini a lui a spiare la situazione, Yeon Namgeon li arrestò e si dichiarò dae mangniji, attaccandolo. Yeon Namsaeng mandò suo figlio a Tang per cercare aiuto e l'imperatore Gaozong la considerò un'opportunità per attaccare e distruggere Goguryeo, inviando perciò il suo esercito. Nel bel mezzo delle lotte di potere tra i successori di Yeon Gaesomun, suo fratello minore, Yeon Jeongto, disertò a Silla.[15]

Nel 667, l'esercito cinese attraversò il fiume Liao e conquistò la fortezza di Xin; successivamente combatterono contro di Yeon Namgeon, unendo le forze con Yeon Namsaeng, anche se inizialmente non furono in grado di attraversare il fiume Yalu a causa della resistenza. Nella primavera del 668, Li Ji rivolse la sua attenzione alle città settentrionali di Goguryeo, catturando l'importante città di Buyeo. Nell'autunno del 668, attraversò il fiume Yalu e pose Pyongyang sotto assedio in concerto con l'esercito di Silla.[15]

Yeon Namsan e re Bojang si arresero e, mentre Yeon Namgeon continuava a resistere nel centro della città, il suo generale, il monaco buddista Shin Seong, gli voltò le spalle e consegnò la città interna alle forze Tang. Yeon Namgeon provò a suicidarsi, ma fu catturato e curato. Ciò segnò la fine del regno coreano, che Tang annesse al suo territorio, con Xue Rengui inizialmente nominato responsabile del precedente territorio di Goguryeo come protettore generale. Il violento dissenso derivante dalla morte di Yeon Gaesomun si rivelò la ragione principale del trionfo di Tang, grazie alla divisione, alle defezioni e alla diffusa demoralizzazione che causò. Anche l'alleanza con Silla si rivelò preziosa, giacché poterono attaccare Goguryeo da direzioni opposte, oltre a fruire degli aiuti militari e logistici di Silla.[4]

Tuttavia, ci fu molta resistenza al governo di Tang (alimentata da Silla, risentito dal non aver ricevuto né il territorio di Goguryeo né quello di Baekje) e, nel 669, in seguito all'ordine dell'imperatore Gaozong, una parte del popolo di Goguryeo fu costretta a trasferirsi nella regione tra il fiume Yangtze e il fiume Huai, e in quelle a sud delle montagne Qinling e ad ovest di Chang'an, lasciando solo gli abitanti vecchi e deboli nella terra originale. Alcune persone entrarono al servizio del governo Tang, come Go Sagye e suo figlio Gao Xianzhi (Go Seonji in coreano), il generale che comandò le forze Tang nella battaglia del Talas.[4][44][45][46][47]

Silla unificò quindi gran parte della penisola coreana nel 668, ma la dipendenza del regno dalla dinastia Tang ebbe il suo prezzo. Tang istituì il Protettorato generale per pacificare l'est, governato da Xue Rengui, ma affrontò crescenti problemi governando gli ex-abitanti di Goguryeo, oltre alla resistenza di Silla all'imposizione del dominio cinese sull'intera penisola; essa portò alle guerre Silla-Tang.

Sovrani

  1. Dongmyeong (37–19 a.C.)
  2. Yuri (19 a.C.–18)
  3. Daemusin (18–44)
  4. Minjung (44–48)
  5. Mobon (48–53)
  6. Taejo (53–146)
  7. Chadae (146–165)
  8. Sindae (165–179)
  9. Gogukcheon (179–197)
  10. Sansang (197–227)
  11. Dongcheon (227–248)
  12. Jungcheon (248–270)
  13. Seocheon (270–292)
  14. Bongsang (292–300)
  15. Micheon (300–331)
  16. Gogugwon (331–371)
  17. Sosurim (371–384)
  18. Gogugyang (384–391)
  19. Gwanggaeto il Grande (391–413)
  20. Jangsu (413–490)
  21. Munja (491–519)
  22. Anjang (519–531)
  23. Anwon (531–545)
  24. Yangwon (545–559)
  25. Pyeongwon (559–590)
  26. Yeongyang (590–618)
  27. Yeongnyu (618–642)
  28. Bojang (642–668)

Campo militare

Goguryeo era uno stato altamente militarista[15], descritto come "impero" dagli studiosi coreani[48][49]. Inizialmente, c'erano quattro distretti parzialmente autonomi basati sulle direzioni cardinali e un distretto centrale guidato dal monarca; tuttavia, nel I secolo i quartieri cardinali vennero centralizzati e amministrati dal distretto centrale, e alla fine del III secolo persero ogni autorità politica e militare in favore del sovrano[50]. Nel IV secolo, dopo aver subito sconfitte contro gli Xianbei e Baekje durante il regno di Gogukwon, Sosurim attuò delle riforme militari che aprirono la strada alle conquiste di Gwanggaeto[15][20]. Durante il suo apice, Goguryeo fu in grado di mobilitare 300.000 soldati[51][52]. Spesso arruolava i vassalli semi-nomadi, come il popolo Mohe, come soldati a piedi[16]. Ogni uomo di Goguryeo era obbligato a prestare servizio militare o poteva evitare la coscrizione pagando una tassa sui cereali. Un trattato di Tang del 668 registrò un totale di 675.000 sfollati e 176 presidi militari dopo la resa di re Bojang.

Cultura

Una pittura tombale.

Il popolo di Goguryeo adorava gli antenati e li considerava sovrannaturali[53]. Jumong, il fondatore di Goguryeo, era adorato e rispettato tra la gente, ed a lui era dedicato un tempo a Pyongyang.

L'arte, largamente preservata negli affreschi tombali, è nota per il vigore del suo immaginario, per i dettagli raffinati e lo stile pittorico originale.

Le eredità culturali di Goguryeo si possono trovare nella cultura coreana dell'era moderna, ad esempio nelle fortezze coreane, nello ssireum[54], nel taekkyeon, nella danza coreana, nell'ondol (il sistema di riscaldamento a pavimento) e negli hanbok.

Sistema amministrativo

Ognuno dei tre stati coreani va considerato agli inizi come non più di confederazioni tribali, nelle quali il sempre maggiore accentramento del potere ha portato alla costituzione di una monarchia ereditaria. All'inizio la popolazione di Goguryeo era divisa in cinque clan, dei quali le fonti riportano i nomi: Yeonno, Jeollo, Sunno, Gwanno e Gyeru. Si pensa che in un primo momento il capo tribù venisse scelto tra questi clan a turno, per poi passare ad un predominio del clan Yeonno, terminato il quale i Gyeru presero le redini dell'amministrazione, dando vita ad uno stato più o meno formato e regnando di conseguenza sulle altre tribù. Il carattere tribale che si riferisce ad un primo periodo Goguryeo lo si ritrova anche in seguito, quando, ad un potere stretto nelle mani di un re e di alcuni eletti membri dell'aristocrazia, si affianca l'uso del termine "hyeong" ("fratello maggiore") nella nomenclatura di alcune cariche. Sempre secondo le fonti, siamo anche a conoscenza di un'altra carica amministrativa, il Saedaero, capo del consiglio degli aristocratici, il quale rimaneva in carica per tre anni.

Controversie moderne

I coreani considerano Goguryeo uno dei tre regni di Corea. Alcuni ricercatori cinesi ritengono invece che il regno di Goguryeo appartenga alla storia regionale cinese anziché coreana[55], mentre altri ricercatori, cinesi e non[56][57][58], ritengono che Goguryeo sia stato un regno coreano e non cinese. Queste controversie hanno risvolti diplomatici e politici in ambedue le Coree e in Cina.

Note

  1. ^ (EN) John Morris Roberts e Odd Arne Westad, The History of the World, Oxford University Press, 2013, ISBN 978-0-19-993676-2. URL consultato il 5 marzo 2018.
  2. ^ (EN) Hall Gardner, Averting Global War: Regional Challenges, Overextension, and Options for American Strategy[collegamento interrotto], Palgrave Macmillan, 27 novembre 2007, ISBN 978-0-230-60873-3. URL consultato il 5 marzo 2018.
  3. ^ (EN) Sigfried J. de Laet, History of Humanity: From the seventh to the sixteenth century, UNESCO, 1994, ISBN 978-92-3-102813-7. URL consultato il 5 marzo 2018.
  4. ^ a b c d (EN) David Graff, Medieval Chinese Warfare 300-900, Routledge, 2 settembre 2003, ISBN 978-1-134-55353-2. URL consultato il 5 marzo 2018.
  5. ^ 고려, su culturecontent.com, Digital Three Kingdoms Dictionary, Development of Museum. URL consultato il 5 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 19 novembre 2018).
  6. ^ ‘고구려’와 ‘고려’는 같은 나라였다 - 조선닷컴, su chosun.com. URL consultato il 15 maggio 2018 (archiviato dall'url originale il 22 giugno 2017).
  7. ^ a b c (EN) Christopher Beckwith, Koguryo: The Language of Japan’s Continental Relatives: An Introduction to the Historical-Comparative Study of the Japanese-Koguryoic Languages, with a Preliminary Description of Archaic Northeastern Middle Chinese. Second Edition, BRILL, 28 maggio 2007, ISBN 978-90-474-2028-6. URL consultato il 5 marzo 2018.
  8. ^ (EN) C. Melvin Aikens, Pacific northeast Asia in prehistory: hunter-fisher-gatherers, farmers, and sociopolitical elites, WSU Press, 1992, ISBN 978-0-87422-092-6. URL consultato il 5 marzo 2018.
  9. ^ a b Lee, Peter H., 1929- e De Bary, Wm. Theodore, 1919-2017., Sources of Korean tradition, Columbia University Press, ©1997-2000, ISBN 978-0-231-12031-9, OCLC 34553561.
  10. ^ (EN) The National Folk Museum of Korea (South Korea), Encyclopedia of Korean Folk Literature: Encyclopedia of Korean Folklore and Traditional Culture Vol. III, 길잡이미디어, 27 novembre 2014, ISBN 978-89-289-0084-8. URL consultato il 5 marzo 2018.
  11. ^ (KO) 유화부인. URL consultato il 5 marzo 2018.
  12. ^ (KO) 하백, in 한국민족문화대백과. URL consultato il 5 marzo 2018.
  13. ^ (KO) 하백, in 두산백과. URL consultato il 5 marzo 2018.
  14. ^ a b Barnes, Gina Lee., State formation in Korea : historical and archaeological perspectives, Curzon, 2001, ISBN 0-7007-1323-9, OCLC 43717473.
  15. ^ a b c d e f g h i j k l m n o Yi, Ki-baek., A new history of Korea, Published for the Harvard-Yenching Institute by Harvard University Press, 1984, ISBN 0-674-61576-X, OCLC 9283320.
  16. ^ a b c d e Tennant, Charles Roger, 1919-2003., A history of Korea, Kegan Paul International, 1996, ISBN 0-7103-0532-X, OCLC 33334921.
  17. ^ a b Shin, Michael D.,, Korean history in maps : from prehistory to the twenty-first century, ISBN 978-1-107-09846-6, OCLC 894930995.
  18. ^ a b Chinul, 1158-1210. e Chinul, 1158-1210., Tracing back the radiance : Chinul's Korean way of Zen, University of Hawaii Press, 1991, ISBN 0-8248-1427-4, OCLC 24320273.
  19. ^ a b Ackermann, Marsha E., Encyclopedia of world history, Facts on File, 2008, ISBN 978-0-8160-6386-4, OCLC 82287280.
  20. ^ a b c d e f g h i j k l Kim, Jinwung,, A history of Korea : from "Land of the Morning Calm" to states in conflict, ISBN 0-253-00078-5, OCLC 826449509.
  21. ^ (EN) King Gogukyang, su world.kbs.co.kr. URL consultato il 9 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 24 ottobre 2016).
  22. ^ Yi, Hyŏn-hŭi, 1937- e Yun, Nae-hyŏn, 1939-, New history of Korea, Jimoondang, 2005, ISBN 978-89-88095-85-0, OCLC 62589481.
  23. ^ Hall, John Whitney, 1916-1997. e 山村, 耕造., The Cambridge history of Japan, Cambridge University Press, 1988-1999, ISBN 978-0-521-22352-2, OCLC 17483588.
  24. ^ Embree, Ainslie Thomas. e Asia Society., Encyclopedia of Asian history, Scribner, 1988, ISBN 978-0-684-18899-7, OCLC 15653934.
  25. ^ Cohen, Warren I., East Asia at the center : four thousand years of engagement with the world, Columbia University Press, 2000, ISBN 978-0-231-50251-1, OCLC 51214668.
  26. ^ Tudor, Daniel., Korea : the Impossible Country., Tuttle Pub, 2012, ISBN 978-1-4629-1022-9, OCLC 818814904.
  27. ^ (EN) Stephen Kotkin e David Wolff, Rediscovering Russia in Asia: Siberia and the Russian Far East: Siberia and the Russian Far East, Routledge, 4 marzo 2015, ISBN 978-1-317-46129-6. URL consultato il 12 marzo 2018.
  28. ^ (KO) 한국과 몽골, 그 천년의 비밀을 찾아서, su pressian.com. URL consultato il 12 marzo 2018.
  29. ^ (KO) 시사저널 - 고고학자 손보기 교수, su sisapress.com. URL consultato il 12 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 13 marzo 2018).
  30. ^ (KO) [초원 실크로드를 가다](14)초원로가 한반도까지. URL consultato il 12 marzo 2018.
  31. ^ a b Kim, Chun-gil, 1940-, The history of Korea, Second edition, ISBN 978-1-61069-582-4, OCLC 890146633.
  32. ^ a b Walker, Hugh Dyson., East asia : a new history, AuthorHouse, 2012, ISBN 978-1-4772-6516-1, OCLC 819071069.
  33. ^ Recorded Books, Inc., Sources of Korean tradition., Columbia University Press, 2010, ISBN 978-0-231-51531-3, OCLC 946043635.
  34. ^ (KO) 이윤섭, 한나절에 읽는 백제의 역사, ebookspub(이북스펍), 4 ottobre 2014, ISBN 979-1155191965. URL consultato il 13 marzo 2018.
  35. ^ a b White, Matthew., The great big book of horrible things : the definitive chronicle of history's 100 worst atrocities, 1st ed, W.W. Norton, 2012, ISBN 978-0-393-08192-3, OCLC 711051782.
  36. ^ (EN) Robert Bedeski, Human Security and the Chinese State: Historical Transformations and the Modern Quest for Sovereignty, Routledge, 12 marzo 2007, ISBN 978-1-134-12597-5. URL consultato il 21 marzo 2018.
  37. ^ a b (EN) Patricia Buckley Ebrey, Anne Walthall e James B. Palais, East Asia: A Cultural, Social, and Political History, Volume I: To 1800, Cengage Learning, 2013, ISBN 1-111-80815-5. URL consultato il 21 marzo 2018.
  38. ^ Tucker, Spencer, 1937-, A global chronology of conflict : from the ancient world to the modern Middle East, 1st ed, ABC-CLIO, 2010, ISBN 978-1-85109-672-5, OCLC 617650689.
  39. ^ a b Chen, Jack Wei., The poetics of sovereignty : on Emperor Taizong of the Tang Dynasty, Harvard University Asia Center for the Harvard-Yenching Institute, 2010, ISBN 978-0-674-05608-4, OCLC 555658453.
  40. ^ Guo, Rongxing., Intercultural economic analysis : theory and method, Springer-Verlag, 2009, ISBN 978-1-4419-0849-0, OCLC 489215710.
  41. ^ (EN) Trudy Ring, Noelle Watson e Paul Schellinger, Asia and Oceania: International Dictionary of Historic Places, Routledge, 12 novembre 2012, ISBN 978-1-136-63979-1. URL consultato il 21 marzo 2018.
  42. ^ Yi, Hŭi-jin, 1963- e 이 희진, 1963-, Yŏp ŭro ingnŭn Tong Asia samgukchi  : Han-Chung-Il Tong Asia sa rŭl han panŭl ro kkweŏnaen sin kaenyŏm yŏksasŏ, Ch'op'an, ISBN 978-89-6262-072-6, OCLC 864758218.
  43. ^ (KO) 통일기 - 문화콘텐츠닷컴, su culturecontent.com. URL consultato il 21 marzo 2018.
  44. ^ Grant, R. G., e Doughty, Robert., 1001 battles that changed the course of world history, Universe Pub, 2011, ISBN 978-0-7893-2233-3, OCLC 657595162.
  45. ^ (EN) S. Frederick Starr, Xinjiang: China's Muslim Borderland, Routledge, 4 marzo 2015, ISBN 978-1-317-45137-2. URL consultato il 22 marzo 2018.
  46. ^ (EN) Peter Connolly, John Gillingham e John Lazenby, The Hutchinson Dictionary of Ancient and Medieval Warfare, Routledge, 13 maggio 2016, ISBN 978-1-135-93681-5. URL consultato il 22 marzo 2018.
  47. ^ (EN) Jason Neelis, Early Buddhist Transmission and Trade Networks: Mobility and Exchange Within and Beyond the Northwestern Borderlands of South Asia, BRILL, 19 novembre 2010, ISBN 90-04-18159-8. URL consultato il 22 marzo 2018.
  48. ^ Sin, Hyŏng-sik. e 신형식., Koguryosa, Ihwa Yŏja Taehakkyo ch'ulp'anbu, 2003, ISBN 978-89-7300-528-4, OCLC 54842257.
  49. ^ Yi, Tŏg-il., 이 덕일. e 김 병기., Koguryŏ nŭn ch'ŏnja ŭi cheguk iŏtta, Ch'op'an, Yŏksa ŭi Ach'im, 2007, ISBN 978-89-958849-7-3, OCLC 173650707.
  50. ^ (KO) 한국사 콘텐츠, su contents.koreanhistory.or.kr. URL consultato il 23 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 28 dicembre 2017).
  51. ^ (KO) 한정주, 한국사 전쟁의 기술: 한국사의 판도를 바꿔 놓은 36가지 책략, Dasan Books, 28 luglio 2010, ISBN 978-89-6370-406-7. URL consultato il 23 marzo 2018.
  52. ^ (KO) 이윤섭, 고구려와 수나라의 전쟁, ebookspub(이북스펍), 7 marzo 2014, ISBN 9791155191965. URL consultato il 23 marzo 2018.
  53. ^ Goguryeo. History of Korea, su mygoguryeo.net, 28 maggio 2007. URL consultato il 5 aprile 2018 (archiviato dall'url originale il 28 maggio 2007).
  54. ^ DEMIAN, History, su ynucc.yeungnam.ac.kr. URL consultato il 5 aprile 2018.
  55. ^ per esempio Sun, Jinji (1986), Dongbei minzu yuanliu (Le origini etniche del nord-est), Harbin: Heilongjiang Renmin Chubanshe, ma soprattutto pubblicazioni dal 2000 in poi
  56. ^ Yonson, Ahn (2006), Korea China Textbook War. What's It All About?, History News Network (in inglese)
  57. ^ Korea finds some allies in Goguryeo history spat, su Korea JoongAng Daily. URL consultato il 15 maggio 2018.
  58. ^ Asia Times - News and analysis from Korea; North and South, su atimes.com. URL consultato il 15 maggio 2018 (archiviato dall'url originale il 2 aprile 2009).

Bibliografia

  • Maurizio Riotto, Storia della Corea, Giunti/Bompiani, Firenze/Milano, 2018, pp. 83-94.

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

Controllo di autoritàVIAF (EN123604127 · LCCN (ENsh85073028 · GND (DE4739723-8 · BNF (FRcb12649135d (data) · J9U (ENHE987007545964205171 · NDL (ENJA00573696
  Portale Storia: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di storia