Edith Roosevelt
Edith Roosevelt | |
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26ª First lady degli Stati Uniti d'America | |
Durata mandato | 14 settembre 1901 – 4 marzo 1909 |
Predecessore | Ida Saxton McKinley |
Successore | Helen Herron Taft |
Second lady degli Stati Uniti d'America | |
Durata mandato | 4 marzo 1901 – 14 settembre 1901 |
Predecessore | Jennie Tuttle Hobart |
Successore | Cornelia Cole Fairbanks |
Dati generali | |
Partito politico | Partito Repubblicano |
Firma |
Edith Kermit Carow Roosevelt (Norwich, 6 agosto 1861 – Oyster Bay, 30 settembre 1948) fu la moglie di Theodore Roosevelt e funse da First lady degli Stati Uniti d'America durante la sua presidenza dal 1901 al 1909.
Biografia
Edith era la figlia di Charles Carow, e di sua moglie, Gertrude Elizabeth Tyler[1][2], figlia di Daniel Tyler, generale dell'Unione nella guerra civile americana[1]. Aveva una sorella minore, Emily Tyler Carow[3], e un fratello, Kermit che morì un anno prima della sua nascita[4]. Il nome "Kermit", scelto dai genitori di Edith come nome di suo fratello e come secondo nome, era il cognome di un prozio paterno, Robert Kermit[5]. Durante la sua infanzia, Edith era conosciuta come "Edie"[1].
Edith è cresciuta a Union Square a New York City[6]. Accanto abitava Theodore "Teddy" Roosevelt. Edith era la migliore amica di sua sorella, Corinne[7]. Edith, Corinne, Teddy ed Elliot studiarono insieme nella casa della famiglia Roosevelt[1]. In seguito frequentò la scuola di Miss Comstock[6]. Sebbene Edith e Teddy possano aver avuto una storia d'amore adolescenziale, la relazione svanì quando Teddy andò alla Harvard University[2][7]. Mentre era ad Harvard, Teddy conobbe Alice Lee[7]. I due si sposarono nel 1880[7] ed Edith partecipò al matrimonio[6].
Matrimonio
Alice morì nel 1884, dopo aver dato alla luce una bambina di nome Alice. Teddy ed Edith riaccesero la loro relazione nel 1885[2]. Si sposarono a St George's, ad Hannover Square, a Londra il 2 dicembre 1886[7]. Il testimone di Teddy fu Cecil Spring Rice, che in seguito prestò servizio come ambasciatore britannico negli Stati Uniti durante la prima guerra mondiale e mantenne una stretta amicizia con la coppia per il resto della sua vita[8].
Dopo la luna di miele, la coppia ha vissuto a Sagamore Hill a Long Island, New York[7]. Edith e Theodore avevano una relazione unita, ma era evidente che Edith era la sua seconda moglie. La sua prima moglie, Alice, era una donna graziosa che morì giovane, quindi Theodore riuscì a ricordarla in quel modo. Molte persone, comprese le sue sorelle, furono sorprese dall'annuncio del fidanzamento di Theodore ed Edith sul New York Times. Dimostrando l'incapacità di Theodore di superare la morte della sua prima moglie, chiamò la sua prima figlia "Baby Lee" invece di "Alice"[9].
La coppia ebbe cinque figli:
- Theodore Roosevelt Jr. (1887-1944)
- Kermit (1889-1943)
- Ethel Carow (1891-1977)
- Archibald Bullock "Archie" (1894-1979)
- Quentin (1897-1918).[10]
In seguito alla nomina alla Commissione del Servizio Civile degli Stati Uniti, dove prestò servizio fino al 1895, Edith si trasferì a Washington con i suoi figli[11]. Durante questo periodo, Edith ed Henry Adams divennero amici intimi[11]. Quando Theodore divenne commissario di polizia di New York City nel 1895, la famiglia si trasferì a New York City[1]. Nel 1897, Teddy fu scelto come assistente segretario della Marina e la famiglia tornò a Washington[1]. Nel 1898, viaggiò in treno fino a Tampa, per accompagnare suo marito a combattere nella guerra ispano-americana[2]. Al suo ritorno da Cuba, Edith sfidò una quarantena per incontrarlo a Montauk, dove aiutò i veterani dell'ospedale. Nell'ottobre 1898, quando Roosevelt fu nominato governatore, Edith lo aiutò a rispondere alla sua corrispondenza[7].
First Lady di New York
Ad Edith piaceva essere la First Lady di New York. Modernizzò la residenza del governatore, s'iscrisse a un circolo femminile locale e continuò ad aiutare suo marito nel disbrigo della corrispondenza. Edith trovò che la stretta di mano di uno sconosciuto era troppo familiare e preferiva chinare la testa in segno di saluto. Edith tornò a Washington quando Roosevelt ottenne la vice presidenza nel 1900.
First Lady
Dopo l'assassinio di William McKinley, Teddy assunse la presidenza ed Edith divenne First Lady[7]. Con il paese in lutto, la nuova First Lady non poteva fare nulla di divertente. Si concentrò su come adattare la sua famiglia numerosa alla Casa Bianca. Edith eliminò l'ufficio di governante, eseguendo lei stessa il lavoro di supervisione[11]. Edith fece un grande cambiamento istituzionale quando assunse Isabelle Belle Hagner come segretaria, la prima a servire una First Lady[11][12]. Il compito iniziale di Hagner fu di pianificare il debutto di Alice Roosevelt nel 1902[11].
Ampliato il numero di eventi sociali che si sono tenuti alla Casa Bianca, si assicurava che i suoi party non fossero superati in splendore da quelli delle mogli dei membri del governo e lavorò per rendere Washington il centro culturale della nazione. I due eventi sociali più significativi durante il mandato di Edith come First Lady furono il matrimonio della figliastra, Alice Roosevelt, e il debutto in società di sua figlia Ethel[13].
Si ritiene che Edith abbia esercitato una sottile influenza su suo marito. Lei e Teddy s'incontravano privatamente ogni giorno dalle 8 alle 9 di mattina. L'assistente del presidente, William Loeb, aiutava spesso a influenzare il modo di pensare di Edith. Edith leggeva diversi giornali al giorno e inoltrava ritagli che considerava importanti per suo marito. In un articolo del 1933 nella trascrizione di Boston, Isabelle Hagner riferì che la legislazione che aveva creato la National Portrait Gallery era stata approvata grazie dell'influenza di Edith. Gli storici ritengono che il suo più importante contributo storico sia stato quello di fungere da collegamento informale tra Teddy e il diplomatico britannico Cecil Spring Rice, che forniva a Teddy informazioni non ufficiali sulla guerra russo-giapponese[14]. A seguito della negoziazione del trattato che pose fine a quel conflitto, Teddy vinse il premio Nobel per la pace nel 1906[14].
Teddy ed Edith furono rispettivamente il primo Presidente e la prima First Lady a viaggiare all'estero mentre erano in carica, allorché fecero un viaggio a Panama[15]. Nel 1905 Edith acquistò Pine Knot, nella Virginia rurale, come rifugio per Teddy[7][13].
Ristrutturazione della Casa Bianca
Nel 1902, Edith assunse McKim, Mead & White per separare gli alloggi dagli uffici, per ampliare e modernizzare le sale pubbliche, per rifare il panorama e per ridipingere gli interni[7]. Il Congresso approvò oltre mezzo milione di dollari per il rinnovo. La nuova ala ovest ospitava gli uffici mentre l'ala est ospitava la prima famiglia e gli ospiti. L'impianto idraulico, l'illuminazione e il riscaldamento sono stati migliorati[11]. Edith mise il suo ufficio accanto a quello di Teddy in modo che potessero conferire frequentemente durante il giorno[13].
Edith ridecorò la Green Room, la Blue Room e la East Room con pezzi d'antiquariato d'epoca[13]. McKim avrebbe rimosso la maggior parte dei mobili esistenti se Edith non fosse intervenuta[16]. È grazie all'intervento di Edith che i mobili vittoriani attualmente visti nella camera da letto di Lincoln sono stati mantenuti[16]. Una sala da pranzo più grande si tradusse in un bisogno di più porcellana, così Edith ordinò un servizio Wedgwood con il Gran Sigillo degli Stati Uniti per 120 persone. Edith ha completato il catalogo della porcellana della Casa Bianca iniziato da Caroline Scott Harrison. Creò un'esposizione della porcellana al piano terra della Casa Bianca. La collezione di porcellane della Casa Bianca esposta per la prima volta da Edith Roosevelt è ancora in mostra oggi.
Di fronte alla porcellana della Casa Bianca, Edith mostrava ritratti di ex First Lady. I ritratti, precedentemente sparsi, furono un successo per il pubblico. Ora gli ospiti della Casa Bianca potevano vedere la porcellana storica e i ritratti mentre aspettavano di entrare durante i ricevimenti[11]. Edith chiamò Henry Pfister, ex giardiniere della Casa Bianca, per aiutarla a progettare un giardino coloniale sul lato ovest[16]. Un simile giardino fu infine collocato sul lato est[16]. I lavori di ristrutturazione della Casa Bianca furono rivelati al pubblico durante il ricevimento di Capodanno del 1903[13]. Fu durante il mandato di Edith come First Lady che la Casa Bianca divenne nota con questo nome. In precedenza, era conosciuta come Executive Mansion[14][17].
Relazione con i suoi figli
Edith era una madre devota, trascorrendo diverse ore al giorno con loro[18]. Il Presidente e la First Lady ebbero un ruolo attivo nella loro educazione e spesso corrispondevano con gli insegnanti dei loro figli. Edith desiderava più figli anche dopo la nascita del suo quinto figlio, ma ebbe due aborti spontanei. Edith ha avuto una relazione complicata con la figliastra Alice. Negli anni successivi, Alice espresse ammirazione per il senso dell'umorismo della sua matrigna e dichiarò che avevano gusti letterari simili.
«That I was the child of another marriage was a simple fact and made a situation that had to be coped with, and Mother coped with it with a fairness and charm and intelligence which she has to a greater degree than almost any one else I know.»
«Che io fossi la figlia di un altro matrimonio era un fatto assodato e creò una situazione con la quale bisognava aver a che fare e Mamma ci seppe fare con lealtà, fascino e intelligenza che ella possedeva in un grado molto maggiore di quasi ogni altro che io conosca.»
Ultimi anni e morte
Gli ultimi decenni di Edith sono stati caratterizzati da viaggi: in Europa, Asia, Africa e Sud America. Dopo aver lasciato la Casa Bianca, Teddy e Kermit fecero un safari mentre Edith portò Ethel, Archie e Quentin in un lungo tour in Europa. Edith non era una sostenitrice della corsa presidenziale del 1912 di Teddy, ma lo sostenne pienamente. Lo curò dopo l'attentato, lo consolò quando perse le elezioni e lo accompagnò in Brasile durante una sua esplorazione.
Durante la Grande depressione, Edith fece una breve campagna per Herbert Hoover, per sottolineare che il candidato democratico, Franklin Roosevelt, non era suo figlio. Edith non amava Eleanor e c'era stato cattivo sangue tra le due sin dagli anni '20, quando Eleanor fece una campagna contro suo figlio Theodore come governatore di New York. Prima della sua morte, Edith distrusse quasi tutta la sua corrispondenza con Teddy. Tuttavia, era una prodigiosa scrittrice di lettere e le sue lettere sono conservate negli archivi della Biblioteca di Houghton. Morì il 30 settembre 1948 a Sagamore Hill. È sepolta accanto a suo marito al Youngs Memorial Cemetery a Oyster Bay.
Note
- ^ a b c d e f (EN) Sylvia Morris, Edith Kermit Roosevelt: Portrait of a First Lady, Random House Publishing Group, 19 febbraio 2009, ISBN 978-0-307-52277-1.
- ^ a b c d (EN) Katherine A. S. Sibley, A Companion to First Ladies, John Wiley & Sons, 14 marzo 2016, ISBN 978-1-118-73218-2.
- ^ TR Center - Emily Tyler Carow, su theodorerooseveltcenter.org. URL consultato il 30 novembre 2016.
- ^ Robert Kermit Carow b. 26 Feb 1860 Norwich, New London, Connecticut, United States d. 25 Aug 1860 Norwich, New London, Connecticut, United States: Our Family History, su hughesfamilygenealogy.com. URL consultato il 30 novembre 2016 (archiviato dall'url originale il 30 novembre 2016).
- ^ National First Ladies' Library - First Lady Biography: Edith Roosevelt, su firstladies.org. URL consultato il 16 febbraio 2018 (archiviato dall'url originale il 9 maggio 2012).
- ^ a b c Edith Kermit Carow Roosevelt, in whitehouse.gov, 31 dicembre 2014. URL consultato il 30 novembre 2016.
- ^ a b c d e f g h i j TR Center - Edith Kermit Carow Roosevelt, su theodorerooseveltcenter.org. URL consultato il 30 novembre 2016.
- ^ S. Gwynn, 'The Letters and Friendships of Sir Cecil Spring Rice' (Constable & Co Lt, London, 1929), 121.
- ^ Tom Lansford, A "Bully" First Lady: Edith Kermit Roosevelt, Huntington, New York, Nova History Publications, Inc., 2001, pp. xiv, ISBN 1-59033-086-2.
- ^ Edith Roosevelt Biography, su firstladies.org. URL consultato il 3 settembre 2010 (archiviato dall'url originale il 9 maggio 2012).
- ^ a b c d e f g (EN) Lewis L. Gould, American First Ladies: Their Lives and Their Legacy, Routledge, 4 febbraio 2014, ISBN 978-1-135-31155-1.
- ^ Roosevelt, Priscilla, "Introduction: Memoirs of the First White House Social Secretary Isabella Hagner", White House Historical Association, Fall 2009 (White House History No. 26). Isabella as Hagner's formal given name, not Isabelle. Retrieved 2017-03-27.
- ^ a b c d e Edith Roosevelt—Miller Center, su millercenter.org. URL consultato il 30 novembre 2016 (archiviato dall'url originale il 4 dicembre 2016).
- ^ a b c (EN) Nancy Hendricks, America's First Ladies: A Historical Encyclopedia and Primary Document Collection of the Remarkable Women of the White House: A Historical Encyclopedia and Primary Document Collection of the Remarkable Women of the White House, ABC-CLIO, 13 ottobre 2015, ISBN 978-1-61069-883-2.
- ^ (EN) Robert P. Watson, Life in the White House: A Social History of the First Family and the President's House, SUNY Press, 1º febbraio 2012, ISBN 978-0-7914-8507-1.
- ^ a b c d (EN) Margaret Truman, The President's House: 1800 to the Present The Secrets and History of the World's Most Famous Home, Random House Publishing Group, 18 dicembre 2007, ISBN 978-0-307-41731-2.
- ^ First Lady - Edith Roosevelt | C-SPAN First Ladies: Influence & Image, su firstladies.c-span.org. URL consultato il 30 novembre 2016.
- ^ (EN) Bill Harris e Laura Ross, First Ladies Fact Book -- Revised and Updated: The Childhoods, Courtships, Marriages, Campaigns, Accomplishments, and Legacies of Every First Lady from Martha Washington to Michelle Obama, Hachette Books, 1º febbraio 2013, ISBN 978-1-60376-313-4.
- ^ (EN) Alice Roosevelt Longworth, Crowded Hours, Arno Press, 1º gennaio 1980, ISBN 9780405128462.
Bibliografia
- Lewis L. Gould, Edith Kermit Roosevelt : creating the modern first lady, Lawrence, Kansas, University Press of Kansas, 2013, ISBN 978-0-7006-2248-1.[1]
- Tom Lansford, A "bully" first lady : Edith Kermit Roosevelt, Huntington, N.Y., Nova Science Publishers, 2001, ISBN 1-59033-086-2.[2]
- Sylvia Jukes Morris, Edith Kermit Roosevelt : portrait of a first lady, New York, N.Y., Coward, McCann & Geoghegan, 1980, ISBN 0-698-10994-5.[3]
Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Edith Roosevelt
Collegamenti esterni
- (EN) Betty Boyd Caroli, Edith Roosevelt, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Opere di Edith Roosevelt, su Open Library, Internet Archive.
- (EN) Opere riguardanti Edith Roosevelt, su Open Library, Internet Archive.
- Biografia di Edith Roosevelt sul sito whitehouse.gov
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