Vai al contenuto

Raggruppamento sahariano "Maletti"

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Raggruppamento sahariano o Raggruppamento "Maletti"
Colonna di autocarri sahariani AS37 del Raggruppamento "Maletti" in marcia verso Sidi Barrani.
Descrizione generale
Attivagiugno 1940 - 9 dicembre 1940
NazioneItalia (bandiera) Italia
Servizio Regio esercito
Tiporaggruppamento a livello divisionale
Equipaggiamentomezzi: M11/39, L3/35, Autocarro sahariano AS37, Camionetta desertica AS37, Fiat 634
artiglierie:65/17 Mod. 1908/1913, 75/27 Mod. 1911, 105/28, 47/32 Mod. 1935, 20/65 Mod. 35
Battaglie/guerreSeconda guerra mondiale
Invasione italiana dell'Egitto
Operazione Compass
Battaglia di Nibeiwa
Parte di
10ª Armata (Regio Esercito)
Comandanti
Degni di notagenerale Pietro Maletti
Voci su unità militari presenti su Wikipedia

Il Raggruppamento sahariano "Maletti", dal nome del comandante il generale Pietro Maletti (per distinguerlo dal successivo Raggruppamento sahariano "Mannerini"), fu una grande unità del Regio Esercito operante in Libia italiana durante la seconda guerra mondiale.

Storia

Il Raggruppamento "Maletti" fu un'unità del Regio Corpo Truppe Coloniali della Libia creata attivata nel 1940, nei primi mesi della seconda guerra mondiale in Africa settentrionale. Composto come la e la 2ª Divisione libica sia da personale nazionale che da truppe libiche, il raggruppamento, a volte non ufficialmente indicata come 3º Divisione libica, fu posto sin dalla formazione al comando del generale Pietro Maletti ed assegnato alle dirette dipendenze della 10ª Armata.

Lo stesso argomento in dettaglio: Invasione italiana dell'Egitto.

Il 13 dicembre il raggruppamento penetrava in territorio egiziano insieme alle altre unità della 10ª Armata; il 15 settembre le truppe libiche raggiunsero Bug-Bug, il raggruppamento e le altre truppe motorizzate (1ª Divisione CC.NN. "23 marzo" e 1º Raggruppamento carristi) ricevettero l'ordine di avanzare con la massima celerità verso Sidi el Barrani, a 100 chilometri dal confine libico, dove entrarono il 16 settembre[1]. Qui il generale Rodolfo Graziani, a corto di carburante e rifornimenti, arrestò l'avanzata e fortificò le posizioni. Il raggruppamento si attestò sulle colline di Nibeiwa, 20 chilometri a sud si Sidi el Barrani, in posizione protetta da campi minati, terrapieni e fossati.

Lo stesso argomento in dettaglio: Operazione Compass e Battaglia di Nibeiwa.

In tali posizioni il raggruppamento fu sorpreso dalla controffensiva inglese, denominata Operazione Compass. Il 9 dicembre i reparti della 4ª Divisione fanteria indiana ed i carri Mk II Matilda della 7ª Divisione corazzata inglese, distruggendo immediatamente 15 carri italiani e penetrando nel campo trincerato dal lato ovest, libero dalle mine per consentire i rifornimenti. Nello scontro, che portò alla distruzione dell'unità ed alla cattura di 4.000 prigionieri (soprattutto libici), cadde combattendo lo stesso generale Maletti. I superstiti del raggruppamento andarono a formare il XXXIV Battaglione libico.

Organizzazione

Si trattava una grande unità interamente motorizzata con più di 450 automezzi, concepita per la manovra a lungo raggio nel Sahara libico (Territorio Militare del Sud) ed egiziano. La punta di lancia del Raggruppamento "Maletti" era la componente corazzata, costituita da una compagnia di carri M11/39 del 32º Reggimento fanteria carrista ed una di carri L3/35 del LX Battaglione carri , distaccati dalla Brigata corazzata speciale "Babini". La fanteria era costituita da quattro battaglioni di ascari libici, interamente trasportati su autocarri quali i Fiat-SPA AS37 ed i Fiat 634, e dall'efficiente I Battaglione Sahariano. Questo reparto, costituito da Italo Balbo il 1º luglio 1937 ed assegnato al Comando truppe Sahara Libico di Cufra della Guardia alla Frontiera, all'inizio delle ostilità fu trasferito al raggruppamento; aveva in organico quattro compagnie auto-avio sahariane, speciali unità veloci specializzate in ruoli esploranti, di ricognizione e controricognizione, operanti a bordo di camionette desertiche Fiat-SPA AS37 specificamente adattate al contesto desertico e munite di mitragliatrici pesanti, cannoncini leggeri da 47 mm e 65 mm e cannoncini antiaerei Breda 20/65 Mod. 1935[2]. La componente d'artiglieria comprendeva due gruppi artiglieria motorizzati e due batterie contraeree, mentre per le armi di accompagnamento erano assegnati un battaglione di mortai da 81 e due compagnie di cannoni controcarro da 47/32.

Ordine di battaglia: 1940

Note

  1. ^ Cronologia - Settembre 1940>
  2. ^ N. Pignato e F. Cappellano, op. cit.

Bibliografia

  • Ian W. Walker, Iron Hulls, Iron Hearts : Mussolini's elite armoured divisions in North Africa., Crowood, Marlborough 2003.
  • Emanuele Cattarossi, Delusione nel deserto. Dall’entrata in guerra (10-6-1940) alla vigilia del contrattacco inglese (9-12-1940), Arsmilitaris.
  • Nicola Pignato e Filippo Cappellano, Gli autoveicoli tattici e logistici del Regio Esercito italiano fino al 1943, Stato Maggiore dell’Esercito – Ufficio Storico, Roma 2005.

Voci correlate

Collegamenti esterni