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Jane Seymour

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Giovanna Seymour
Hans Holbein il Giovane, Giovanna Seymour, regina d'Inghilterra, olio su tavola, 1536-37 circa, Kunsthistorisches Museum
Regina consorte d'Inghilterra
Stemma
Stemma
In carica30 maggio 1536 - 24 ottobre 1537
PredecessoreAnna Bolena
SuccessoreAnna di Clèves
Altri titoliLady d'Irlanda
Nascitac. 1508
MorteHampton Court, Londra, 24 ottobre 1537
Casa realeSeymour (per nascita)
Tudor (per matrimonio)
PadreJohn Seymour
MadreMargery Wentworth
Consorte diEnrico VIII d'Inghilterra
FigliEdoardo VI d'Inghilterra
Firma

Giovanna Seymour (Wolf Hall, 1508 circa – Hampton Court, 24 ottobre 1537) è stata regina consorte d'Inghilterra e Irlanda, dal 1536 al 1537, come terza moglie di Enrico VIII Tudor. Dama di compagnia di Anna Bolena, le succedette al trono dopo soli undici giorni dalla sua esecuzione. Fu l'unica delle mogli di Enrico VIII ad aver concepito un figlio maschio erede al trono, Edoardo VI, ma morì poco dopo a causa di febbre puerperale dopo appena un anno di regno. Non fu mai incoronata.

Biografia

Giovanna era la quinta figlia di sir John Seymour e di Margery Wentworth[1]. La famiglia Seymour non era granché ricca ma poteva vantare antiche e nobili origini: il padre di Giovanna venne nominato cavaliere da Enrico VII sul campo di Blackheath, mentre la madre discendeva da re Edoardo III, rendendola imparentata con le casate più importanti del regno, tra cui gli Howard e i Boleyn (e quindi cugina di Anna e della futura quinta moglie del re, Caterina Howard)[2]. Tale parentela dovette aver certo agevolato in un secondo momento il successo a corte dei Seymour[3]. La coppia ebbe numerosi figli (dei quali solo tre non raggiunsero l'età adulta[3]) ed entrambi discendevano da famiglie fertili, fattore che avrebbe poi fatto contribuito a risaltare Giovanna agli occhi del re[3][4].

L'esatta data di nascita di Giovanna rimane incerta, anche se viene fatta risalire convenzionalmente al 1508[5][6]. Giovanna non aveva goduto dell'istruzione principesca di Caterina d'Aragona e Anna Bolena, ma come tutte le nobildonne del suo rango sapeva leggere e scrivere ed era abile nelle arti femminili quali il ricamo e l'economia domestica. In quanto membro della corte di Caterina d'Aragona e Anna Bolena non si esclude anche una minima conoscenza del francese e del latino e qualche nozione di musica[3]. Era un'entusiasta cacciatrice, come dimostrano le sue frequenti battute di caccia in compagnia del re[3][7][8].

Tra il 1527 e il 1529 divenne dama di compagnia della regina Caterina d'Aragona[3], con cui condivideva la fervente fede cattolica e per la quale doveva provare un sincero affetto e una profonda ammirazione, affetto che, una volta regina, si sarebbe concretizzato nel perorare gli interessi della figlia di lei, la principessa Maria[9]. Caterina ebbe un grande ascendente sulla giovane Giovanna, infatti il suo abbigliamento, il modo di approcciarsi al marito e l'orientamento politico durante il suo breve regno avrebbero ricordato quello della prima regina. Bisogna comunque notare come Giovanna non era tra le dame che avevano seguito Caterina in esilio servendola fedelmente fino alla sua morte: impossibile sapere se le era stato impedito o se invece era stata invece una sua scelta pragmatica. Seguire l'ex regina in miseria avrebbe infatti determinato la fine della sua carriera a corte.

La salita al potere

Giovanna probabilmente incontrò il re nel 1536 a Wolf Hall (già proprietà dei Seymour); la giovane aveva all'incirca ventotto anni e il re, ormai quarantacinquenne, ne rimase colpito. Le fonti contemporanee alludono alla sua intelligenza e al suo carattere mite e condiscendente, ma l'ambasciatore Chapuys, in una lettera scritta subito dopo l'esecuzione di Anna Bolena definì Giovanna Seymour come "orgogliosa e altezzosa" e "con la pelle bianchissima e non molto bella".

Anna, dopo l'aborto spontaneo di un figlio maschio il 29 gennaio 1536 non era più ritenuta in grado di generare eredi e ormai Enrico affermava di essere stato costretto a quel matrimonio con sortilegi e incantesimi. A peggiorare la situazione, contribuiva il fatto che Anna, a differenza della regina che l'aveva preceduta, non era mai riuscita a costruirsi una solida base di consenso, neanche fra i parenti stretti come il duca di Norfolk, che oltre a non averne stima, non ne condivideva nemmeno le idee religiose.

Il temperamento contestatario e altezzoso di Anna Bolena, le frequenti sfuriate, l'abitudine - in seguito rivelatasi poco saggia - di circondarsi di pretendenti e i ripetuti aborti spontanei non fecero altro che far precipitare gli eventi. Molto meno affascinante e sofisticata della regina, Giovanna appariva agli occhi dei contemporanei come una donna di buon senso, intelligente, sicuramente casta e, provenendo da una famiglia numerosa, certamente fertile: in riferimento alla sua personalità, John Russell la definì come "la più bella tra le mogli del re".

Il matrimonio con Enrico VIII

Accusata di alto tradimento, stregoneria, incesto e adulterio - accuse con ogni probabilità infondate - Anna Bolena fu decapitata, insieme con i suoi presunti complici, compreso il suo stesso fratello, il 19 maggio 1536: con un bizzarro rituale, appena due giorni prima, l'arcivescovo Cranmer aveva dichiarato nullo il suo matrimonio con Enrico VIII. Il fidanzamento segreto del sovrano ebbe luogo a Hampton Court la mattina del 20 maggio con sontuosa magnificenza: esattamente dieci giorni dopo si tenne il matrimonio.

Enrico non era più "il più bel principe della cristianità", come veniva definito un tempo: aveva ormai quarantacinque anni, un'età, per l'epoca, ormai avanzata, stava diventando calvo, soffriva di piaghe ulcerose alle gambe dovute alla gotta e al diabete e cominciava a mostrare una tendenza all'obesità, ma Giovanna apparve remissiva, modesta e soddisfatta del suo nuovo ruolo di regale consorte; il motto che scelse, in perfetta sintonia col suo carattere fu: "Bound to obey and serve" ovvero "Tenuta ad ubbidire e servire".

I mesi come regina

Amata dai sudditi, dal monarca e dalla figliastra, il destino di Giovanna appariva dunque invidiabile e il 12 ottobre 1537, dopo un travaglio durato tre giorni, la regina diede alla luce il tanto sospirato erede maschio a cui venne dato il nome di Edoardo e che ebbe i titoli di principe di Galles, duca di Cornovaglia e conte di Carnarvon. La regina si riprese dal parto abbastanza in fretta da presenziare al battesimo del figlio e scrivere una lettera indirizzata al consiglio della corona in cui ringraziava Dio per la nascita di un maschio; tuttavia, nel giro di alcuni giorni, cominciò a manifestare i sintomi di quella che all'epoca era definita febbre puerperale, ovvero setticemia, probabilmente in seguito a una mancata espulsione della placenta o a una lacerazione del perineo, conseguenza del travaglio prolungato. Il giorno 24 ottobre 1537, dopo una breve agonia, Giovanna Seymour si spense nel palazzo di Hampton Court. Aveva circa ventinove anni ed era stata regina per non più di diciotto mesi, sinceramente compianta da tutto il popolo, che l'aveva accolta con favore. Dopo la sua morte, Enrico cadde in una grave depressione - che tra l'altro minò irreparabilmente la sua salute e consolidò la sua fama sinistra di sovrano spietato - e non si risposò per oltre due anni, fino alle poco fortunate nozze con la principessa tedesca Anna di Clèves. Quando morì nel 1547, il re si fece seppellire accanto a lei, la moglie che probabilmente amava di più, nella Saint George's Chapel del castello di Windsor, in una sobria tomba al centro del coro della cappella, tuttora esistente.

Il figlio della coppia, Edoardo VI d'Inghilterra - giovane di precoce intelletto ma di salute cagionevole - ebbe un regno breve e turbolento e, di fatto, non governò mai direttamente, ma fu un semplice burattino nelle mani dell'ambizioso lord protettore, Edward Seymour, I duca di Somerset, fratello della defunta Giovanna; morì, appena quindicenne, nel 1553.

Al cinema

Il personaggio di Giovanna Seymour è apparso in numerosi film:

Note

  1. ^ Ai suoi tempi una rinomata bellezza, venne immortalata dal poeta John Skelton nella lirica To Mistress Margery Wentworth.
  2. ^ Elizabeth Norton, Jane Seymour: Henry VIII's True Love, Amberley Publishing, 2009.
  3. ^ a b c d e f Norton 2009.
  4. ^ Alison Weir, The Six Wives of Henry VIII, Grove Press, 1992.
  5. ^ L'ambasciatore imperiale Eustace Chapuys indica nel suo dispaccio del 18 maggio 1536 che Jane aveva già più di 25 anni: dopo il 1510 non poteva dunque essere nata.
  6. ^ Ventinove erano le damigelle che presero parte al suo corteo funebre, una per ogni anno della defunta, com'era costume dell'epoca.
  7. ^ [...] I followed the King, who was gone out hunting with the Queen. 9 agosto 1536, Francis Bryan a Cromwell.
  8. ^ The King is away hunting with the Queen, as is his custom every year, and he stays out hunting longer than usual. 7 settembre 1536, Dr. Ortiz all'imperatrice.
  9. ^ Weir 1992.

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

Predecessore Regina consorte d'Inghilterra Successore
Anna Bolena 1536 - 1537 Anna di Clèves
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