Ion Iliescu
Ion Iliescu | |
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Presidente della Romania | |
Durata mandato | 20 dicembre 2000 – 20 dicembre 2004 |
Capo del governo | Mugur Isărescu Adrian Năstase |
Predecessore | Emil Constantinescu |
Successore | Traian Băsescu |
Durata mandato | 22 dicembre 1989 – 29 novembre 1996 |
Capo del governo | Petre Roman Theodor Stolojan Nicolae Văcăroiu |
Predecessore | Nicolae Ceaușescu |
Successore | Emil Constantinescu |
Senatore della Romania | |
Durata mandato | 19 dicembre 2004 – 14 dicembre 2008 |
Durata mandato | 22 novembre 1996 – 30 novembre 2000 |
Legislatura | III, V |
Gruppo parlamentare | PDSR (1996-2000) PSD (2004-2008) |
Circoscrizione | Bucarest |
Sito istituzionale | |
Presidente del Consiglio del Fronte di Salvezza Nazionale e del Consiglio Provvisorio di Unità Nazionale | |
Durata mandato | 22 dicembre 1989 – 20 maggio 1990 |
Membro del Comitato Centrale del PCR | |
Durata mandato | 12 agosto 1969 – 22 novembre 1984 |
Presidente del Consiglio Nazionale delle Acque (con rango di ministro) | |
Durata mandato | 28 agosto 1979 – 16 marzo 1984 |
Capo del governo | Ilie Verdeț Constantin Dăscălescu |
Predecessore | Florin Ioan Iorgulescu |
Successore | Ion Badea |
Ministro della Gioventù (In qualità di Segretario-Generale del C.C. dell'Unione dei Giovani Comunisti - UTC) | |
Durata mandato | 11 dicembre 1967 – 17 marzo 1971 |
Capo del governo | Ion Gheorghe Maurer |
Successore | Dan Marțian |
Deputato della Grande Assemblea Nazionale | |
Durata mandato | 1957 – 1961 |
Durata mandato | 1965 – 1973 |
Durata mandato | 1975 – 1985 |
Presidente del Partito della Democrazia Sociale di Romania | |
Durata mandato | 17 gennaio 1997 – 10 dicembre 2000 |
Predecessore | Oliviu Gherman |
Successore | Adrian Năstase |
Presidente del Fronte di Salvezza Nazionale | |
Durata mandato | 7 aprile 1990 – 26 luglio 1990 |
Predecessore | carica istituita |
Successore | Petre Roman |
Presidente onorario del Partito Social Democratico | |
In carica | |
Inizio mandato | 2006 |
Dati generali | |
Partito politico | PCR (1953-1989) FSN (1989-1990) Indipendente[1] (1990-1996) PDSR (1997-2000) Indipendente[1] (2000-2004) PSD (dal 2005) |
Titolo di studio | Laurea in Ingegneria idroelettrica |
Università | Università Politecnica di Bucarest Istituto per l'Energia di Mosca |
Professione | Ingegnere |
Firma |
Ion Iliescu (Oltenița, 3 marzo 1930) è un ingegnere e politico romeno.
È stato Presidente della Romania per tre mandati, dal 1989 al 1992, dal 1992 al 1996 e dal 2000 al 2004, separati dalla presidenza di Emil Constantinescu. Dal 2004 fino al suo pensionamento nel 2008, Iliescu è stato un senatore del Partito Social Democratico (PSD), di cui rimane presidente onorario.
Si unì al Partito Comunista Romeno nel 1953 e divenne membro del Comitato Centrale nel 1965, ma a partire dal 1971 ne fu progressivamente emarginato da Nicolae Ceaușescu. Ha avuto un ruolo di primo piano nella rivoluzione romena. È stato eletto come primo presidente postcomunista della Romania nel 1990. Iliescu è ampiamente riconosciuto come una figura predominante nei primi quindici anni di politica postrivoluzione. Durante la sua presidenza la Romania ha aderito alla NATO.
Il 13 giugno 2017 è stato convocato a fianco di Petre Roman, Gelu Voican Voiculescu, Virgil Măgureanu, Miron Cozma e altri in tribunale per crimini contro l'umanità nell'ambito dell'inchiesta giudiziaria sulla mineriada del giugno 1990.[2] Nel 2018 fu imputato per lo stesso reato nell'ambito dell'inchiesta sulla rivoluzione romena.
Infanzia
Ion Iliescu era figlio di Alexandru Iliescu, membro del comitato centrale del P.C.d.R. e della sezione Romena del Comintern; questi, in qualità di rappresentante del Comitato Centrale della Romania, partecipò ai lavori del V congresso del P.C.d.R. tenutisi a Gorikovo vicino a Mosca nel 1930, sotto l'egida del presidente della Sezione Esteri del P.C.U.S. Georgi Dimitrov.
Ion Iliescu nacque dall'unione tra il padre Alexandru e Maricica Toma, una bulgara di origine zigana. La madre però, morta nel 1932, non figura nella biografia ufficiale dell'ex presidente romeno, essendo stato adottato dalla attivista antifascista Marita Savu, militante delle brigate internazionali durante la Guerra di Spagna. Lo zio di Ion Iliescu, Eftimie, fu collaboratore del Ministro degli Interni comunista Alexandru Draghici ed esponente di spicco della Securitate, la polizia politica, sotto l'allora denominazione di D.G.S.P. (Directia Generala a Securitatii Poporului).
Militanza politica nelle associazioni studentesche
Ion Iliescu comincia prestissimo la militanza e la formazione nell'ambito del partito. A soli 14 anni, durante l'estate del 1944, viene mandato in Albania nel quadro di ristrutturazione delle cosiddette Brigate di Lavoro (ex Brigate Internazionali) nuclei stakanovisti implicati nella formazione dei futuri quadri del partito di tutti i paesi dell'Europa orientale.
Nel frattempo dopo l'invasione della Romania da parte dell'Armata Rossa, all'interno di un programma più ampio di sovietizzazione del paese, viene perseguito e strutturato un processo di stalinizzazione dell'insegnamento scolastico. Ion Iliescu viene promosso responsabile nel 1948 del U.A.E.R. (Uniunea Asociatiilor Elevilor din Romania) e l'anno seguente viene nominato membro del Comitato Centrale dell'U.T.M. (Uniunea Tineretului Muncitoresc).
Tutte queste associazioni, implicate con l'indottrinamento leninista e l'epurazione dei quadri-docenti nel complesso del sistema dell'insegnamento scolastico, confluivano nell'U.I.S. (Uniunea Internationala a Studentilor-Unione Internazionale degli Studenti) con sede a Praga.
Iliescu studiò ingegneria elettronica al Politecnico di Bucarest, membro del Comitato Centrale dell'U.T.M. divenne "per linea politica" responsabile dei suoi stessi professori. In effetti, il Ministero dell'istruzione era subordinato alle direttive dell'U.T.M. e soprattutto alle sue sezioni interne riguardanti "l'insegnamento medio e superiore".
Nel 1950 completa la sua formazione studiando ingegneria energetica all'Istituto per l'Energia di Mosca, specializzandosi nel campo dell'energia idroelettrica e delle risorse idriche. Oltre a espletare le normali attività di studente universitario, Ion Iliescu divenne responsabile del S.U.A.E.R. (Soviet Unificato degli Aspiranti Studenti Romeni) organizzazione strettamente collegata al Komsomol.
Tutti i soviet degli studenti, nel complesso delle sezioni nazionali si rapportavano alla IX sezione del II Direttorato del KGB. In pratica svolgevano il ruolo di cinghia di trasmissione delle direttive tra gli organi del P.C.U.S. e gli studenti stranieri che si trovavano in Unione Sovietica. Inoltre i responsabili nazionali di sezione dovevano promuovere e caldeggiare studenti particolarmente capaci ai direttori del KGB, per poi esser selezionati a seguire corsi speciali suppletivi in U.R.S.S.
Nomine e attività all'interno del P.C.R.
Ritornato in Romania, dal 1955 lavorò come ingegnere progettista all'Istituto per le Ricerche Energetiche di Bucarest. Nel 1956 viene nominato membro del Comitato Centrale del U.I.S.
Verrà nominato ulteriormente capo-sezione nel Comitato Centrale del P.C.R. (1965), primo segretario del CC del P.C.R. per il distretto di Timiș e Iași (fino al 1977).
Dal 1979 al 1984 presiedette il Consiglio Nazionale per le Risorse Idriche, ma fu licenziato per la sua opposizione ai progetti del presidente Nicolae Ceaușescu.
Aderì al Partito Operaio Rumeno, e appoggiò la "via romena al socialismo" proposta da Ion Gheorghe Maurer: nominato ministro della Gioventù (1967-1971), condannò l'invasione della Cecoslovacchia (1968). Segretario per sei mesi del Comitato Centrale del Partito Operaio nel 1971, fu costretto a dimettersi per l'opposizione al culto della personalità introdotto da Ceaușescu; accusato di deviazionismo intellettuale, fu gradualmente escluso dalla vita politica.
Allo scoppio della rivoluzione del 1989 assunse la presidenza del Consiglio del Fronte di Salvezza Nazionale (FSN), organo paravento degli ex membri del secondo scalone del Partito Comunista Rumeno; Iliescu riuscì a convogliare la rivoluzione in seno al Fronte Nazionale, inglobando anche gli esponenti anti-comunisti e attivisti segreti dei partiti liberali inoperosi dopo il colpo di Stato del 1947. Mise fuorilegge il POR (1990) e fu eletto presidente della Repubblica, ma represse con la forza le manifestazioni studentesche con le mineriade (dal nome delle squadracce para-militari di minatori mandati a Bucarest a reprimere le proteste) che lo accusavano di procedere troppo lentamente nell'introduzione di riforme liberali e nell'epurazione degli ex comunisti (che in effetti avevano appoggiato la sua ascesa nel 1989).
Dopo la promulgazione di una nuova Costituzione liberale e parlamentare (1992), fu rieletto presidente della Repubblica (1992-1996), ma la Romania fu travagliata dalla crisi economica (che diede i primi segni di stabilità a partire dal 1994) e dall'instabilità dei governi, mentre il potere si concentrava sempre più nelle mani degli ex comunisti legati al Partito Socialdemocratico (il partito di Iliescu, nato dal frazionamento del FSN). Eletto senatore (1996-2000) e presidente del partito (1997), nel 2000 fu rieletto presidente della Repubblica, dopo la pessima prova di governo data dai partiti di centro-destra riuniti nella Convenzione Democratica.
Presidente della Romania
Presidenza ad interim della Romania
Nel tardo 1989 il FSN prese il potere e formò un governo provvisorio, guidato da Petre Roman, nominato dal presidente ad interim della Romania Ion Iliescu, il quale doveva mantenere l'autorità esecutiva fino alle Elezioni presidenziali in Romania del 1990.
Nel gennaio 1990 il FSN, dichiarò inizialmente il governo del FSN un corpo organizzato per l'esercizio del potere, decidendo di trasformarsi in un partito politico. Considerando che esso era essenzialmente il discendente dell'ex Partito Comunista Rumeno, ciò portò allo scoppio di proteste anti-governative, il FSN venne approvato dai partiti politici dell'opposizione (Partito Nazionale Liberale (PNL) e il Partito Nazionale Contadino Cristiano Democratico (PNȚCD)). In risposta, Ion Iliescu invitò la classe lavoratrice al supporto del FSN contro le forze fasciste "cercando di destabilizzare il paese." Questa ingiunzione condusse allo scoppio della Prima Mineriada, quando minatori dalla Valle del Jiu, guidati da Miron Cozma, arrivarono a Bucarest e repressero le manifestazioni di opposizione democratica.
Tuttavia, i leader del FSN decisero di condividere il potere con i partiti di opposizione fino all'elezione. Così, il 13 febbraio 1990 Iliescu venne eletto Presidente del Consiglio provvisorio di unità nazionale, un corpo creato per assumere poteri presidenziali nello stato, in cui erano inclusi i rappresentanti di tutti i partiti politici che furono presenti dopo la rivoluzione (ma la maggior parte rimase tuttavia nel FSN), prendendo il posto di presidenza de facto ad interim.
Primo mandato (1990-1996)
Nelle elezioni presidenziali del 20 maggio 1990, le prime elezioni dopo la caduta del PCR, e il presidente finora è eletto solo uno scrutinio della Romania, nel corso di un periodo di due anni. Dopo l'installazione in base alla vittoria FSN alle elezioni legislative, il primo ministro nominato Petre Roman inizialmente considerato un accolito politico del nuovo presidente. Come risultato di conflitti tra i gruppi costituiti nell'ambito del partito, le autorità chiesero ai minatori di venire a Bucarest per intimidire i manifestanti e la protesta anti-comunista contro il governo. Questi eventi si intensificarono in quella che è stata chiamata Mineriada del settembre 1991. Dopo l'accaduto dei fatti Petre Roman si dimise dalla carica di primo ministro.
Nel 1991, fu formulata e adottata una nuova costituzione con un referendum. Nel 1992, a seguito delle prime elezioni presidenziali dalla Costituzione, Ion Iliescu vinse le elezioni con il 61% dei voti al secondo turno. Secondo gli analisti politici romeni come Daniel Barbu e Dan Paul, la sua scelta si basò quasi esclusivamente sui voti delle persone nelle zone rurali, gli operai più bassi che furono manipolati e disorientati dai media controllati dallo Stato (la Televiziunea Română era l'unica stazione TV fino al 1993).
Durante il suo primo mandato Iliescu, la Romania si stabilizzò e divenne parzialmente liberalizzata, si mosse lentamente da un'economia diretta a un'economia di mercato; riprese le sue relazioni esterne con i paesi dell'Unione europea e della NATO, e introdusse riforme sociali ed economiche che iniziarono presto, passando un lungo periodo di transizione del paese verso la democrazia. Iliescu è stato sostenuto dal governo, dominato dal Partito della Democrazia Sociale di Romania (PDSR), che era una coalizione di gruppi comunisti e nazionalisti, con pochi (PRM PUNR, PSM - chiamati dalla stampa di opposizione "Quadrilatero Rosso" per la resistenza di qualsiasi riforma di profondità). Nel 1996 il PDSR fu in corsa per un altro mandato. Il 1º turno si concluse al primo posto con 47.34% delle opzioni di voto, passando al 2º turno del candidato della CDR Emil Constantinescu, con il 8,82% dei voti di differenza.
Periodo di opposizione (1996-2000)
Alle elezioni parlamentari del 1996, Iliescu vinse un mandato elettorale per Bucarest e portò il gruppo parlamentare del PDSR al Senato nel 1996-2000. Eletto Presidente del PSDR dopo la Conferenza Nazionale nel 1997, adottò il modello europeo di democrazia sociale e invitò il suo partito ad unirsi all'Internazionale Socialista. Nel 1999, il PDSR siglò un'alleanza con il Partito Umanista Romeno (PUR), che portò alla creazione del Polo della socialdemocrazia in Romania.
Il 29 giugno 1999, il governo adottò un progetto di legge relativo alla concessione di diritti alle persone che agitarono il Capo dello Stato: gli ex presidenti della Romania dovevano ricevere a vita un assegno mensile equivalente a quello del presidente in carica, una vettura a disposizione, una residenza protocollare, e inoltre godere di sicurezza e protezione permanente. Iliescu colse l'occasione per attaccare l'ex re, Michele di Romania, che aveva anche lui beneficiato di diritti ai sensi della presente legge: annunciando il rifiuto di questi vantaggi, disse che le priorità del governo dovevano essere altre, mentre il progetto mirava a concedere benefici salariali all'ex re Michele I.[3]
Secondo mandato (2000-2004)
Nelle elezioni presidenziali del 2000 Iliescu ha corso di nuovo e ha vinto al secondo turno contro l'ultranazionalista[4] Corneliu Vadim Tudor. Ha iniziato il suo secondo mandato come de facto e il terzo mandato il 20 dicembre 2000 conclusosi il 20 dicembre 2004, succedendo alla carica di presidente Traian Băsescu. Ha vinto le elezioni del 2000, dopo il malcontento pubblico sulle riforme economiche dure nei quattro anni precedenti presi dal centro di governo e l'instabilità politica e le lotte interne nella coalizione di governo. La popolazione urbana avendo la possibilità di scegliere tra Tudor e Iliescu ha preferito astenersi o votare con Iliescu.
Il Governo Năstase è salito al potere durante la presidenza di Iliescu, Iliescu ha continuato una parte delle serie di riforme avviate dai precedenti governi tra il 1996 e il 2000. Durante il secondo mandato di Ion Iliescu, la Romania è entrata nella NATO e ha completato i negoziati per l'adesione all'Unione europea. Una delle azioni dell'istituzione presidenziale durante il secondo mandato di Ion Iliescu fu l'istituzione della "Commissione internazionale sull'Olocausto in Romania", dopo incidenti diplomatici causati dalla negazione dell'Olocausto praticata da figure di spicco del governo. La Commissione, guidata dal Premio Nobel per la pace Elie Wiesel ha preparato una relazione sulla Shoah in Romania .
Dopo la presidenza
Alle elezioni parlamentari del 2004, ottenne un nuovo mandato elettorale a Bucarest, tornando alla ribalta del gruppo parlamentare del PSD.
Alle elezioni interne del PSD del 21 aprile 2005 Iliescu perse contro Mircea Geoană, ma è stato eletto presidente onorario del partito nel 2006, una posizione non esecutivo all'interno del partito, creata appositamente per lui.
Nel 2005 è iniziata un'inchiesta per determinare il ruolo di Ion Iliescu nei fatti della Mineriada del giugno 1990, perpetrata dai minatori della Valle del Jiu, guidata da Miron Cozma, facendo irruzione a Bucarest per reprimere le manifestazioni anti-governative. In risposta, Iliescu ha dichiarato che lo scopo delle indagini è la "vendetta" contro di lui. Il 13 ottobre 2008 l'Ufficio Stampa del Pubblico Ministero ha emesso un comunicato stampa in cui dichiarava che il presidente Ion Iliescu non sarebbe stato perseguito per i fatti dei minatori accaduti nel 1990. I procuratori hanno deciso che non vi sono prove sufficienti e conclusive per le quali Iliescu possa essere perseguito.[5] Nel giugno 2009 Ion Iliescu è stato rimosso dai procedimenti penali nel caso della "Mineriada dal 13 al 15 giugno 1990", in cui era stato accusato di genocidio, complicità in torture, propaganda per la guerra, trattamenti di distruzione umana, favoreggiamento e complicità in maltrattamento.[6] Nell'ottobre 2015 ha annunciato di essere stato processato nello stesso caso per crimini contro l'umanità.[7][8][9]
Nel 2009 è apparso in una scena del film Medaglia d'onore.[10]
Controversie
Pur godendo di una certa popolarità a causa della sua opposizione a Ceaușescu e l'immagine di un rivoluzionario, la sua carriera politica dopo il 1989 è stata caratterizzata da molteplici polemiche e scandali. L'opinione pubblica per quanto riguarda il suo mandato come presidente è ancora divisa.[11]
Presunte connessioni con il KGB
Alcuni desumono che Iliescu avesse collegamenti con il KGB, le accuse sono continuate nel corso del 2003-2008, quando il dissidente russo Vladimir Bukovskij, a cui era stato concesso l'accesso agli archivi sovietici, dichiarò che Iliescu e alcuni dei membri CFSN erano agenti del KGB, che Iliescu era stato in stretta connessione con Michail Gorbačëv sempre da quando si erano presumibilmente incontrati durante il soggiorno di Iliescu a Mosca, e che la rivoluzione rumena del 1989 fu un complotto organizzato dal KGB per riprendere il controllo delle politiche del paese[12] (gradualmente perso sotto il regime di Ceausescu). Solo delle prove concrete vennero pubblicate, era una discussione tra Gorbačëv e il bulgaro Aleksandar Lilov dal 23 maggio 1990 (dopo la vittoria di Iliescu del 20 maggio) in cui Gorbaciov disse che Iliescu detenne una posizione "calcolata", e che, nonostante la condivisione di visioni comuni con Iliescu, Gorbačëv ha voluto evitare di condividere questa impressione con il pubblico.[13]
Mineriada
Lui, insieme ad altre figure del CFSN, erano state ritenute responsabili di chiamare i minatori della valle del Jiu a Bucarest il 28 gennaio e il 14 giugno 1990 per porre fine alle proteste dei cittadini riuniti in Piazza dell'Università, a Bucarest, le proteste mirate contro i dirigenti ex-comunisti della Romania (come lui). Il termine dispregiativo per questa dimostrazione è stata la Golaniada (dal rumeno Golan, mascalzone). Il 13 giugno, un tentativo delle autorità di rimuovere dalla piazza circa 100 manifestanti, che erano rimasti in strada anche dopo le elezioni di maggio che avevano confermato Iliescu e il CFSN, provocarono gli attacchi contro diverse istituzioni statali, quali il Ministero dell'Interno, la Questura di Bucarest e la televisione nazionale. Iliescu lanciò un appello al popolo romeno a venire e difendere il governo, spingendo molti gruppo di minatori che scendevano sulla capitale, armati di mazze di legno. Cestinarono l'Università di Bucarest, alcuni uffici di quotidiani e le sedi dei partiti di opposizione, sostenendo che erano oasi di decadenza e immoralità - droga, armi e munizioni, "una macchina da scrivere automatico", e di valuta falsa. Nel giugno 1990 i Mineriad in particolare, vennero ampiamente criticati sia in patria che a livello internazionale, con uno storico (Andrei Pippidi) confrontando gli eventi della Germania nazista, Notte dei cristalli. Le richieste del governo in seguito stabilirono che i minatori erano infiltrati e istigati da cooperative ex Securitate. Nel febbraio 1994 un tribunale di Bucarest "ha condannato due agenti di sicurezza, il colonnello Ion Nicolae e il maresciallo Corneliu Dumitrescu, colpevoli di aver saccheggiato la casa di Ion Rațiu, una figura di spicco nel partito contadino Nazionale Democratico Cristiano, durante la quale i minatori fecero un'incursione, e rubarono 100 mila dollari".
Re Michele
Nel 1992, tre anni dopo la rivoluzione che rovesciò la dittatura comunista, il governo rumeno permise al re Michele di tornare nel suo paese per le celebrazioni pasquali, cui parteciparono grandi folle di persone. A Bucarest oltre un milione di persone si riunirono per vederlo. La popolarità di Michele allarmò il governo del presidente Ion Iliescu, così all'ex re Michele venne proibito di visitare la Romania di nuovo per cinque anni. Nel 1997, dopo la sconfitta di Iliescu da parte di Emil Constantinescu, il governo rumeno ripristinò la cittadinanza di Michele e di nuovo gli fu permesso di visitare il paese.
Grazia
Nel dicembre 2001, Iliescu perdonò tre detenuti condannati per corruzione, tra cui George Tănase, ex commissario capo della Guardia di Finanza del Ialomița. Iliescu ha dovuto revocare il perdono di Tănase pochi giorni dopo a causa del clamore dei media, sostenendo che "un consulente legale era superficiale nell'analisi del caso". In seguito, i motivi umanitari invocati nel perdono sono stati contraddetti da un'altra perizia medica. Un altro indulto controverso è stato quello di Dan Tartagă, un uomo d'affari di Brașov che, in stato di ebbrezza, aveva investito e ucciso due persone su un attraversamento pedonale. Venendo condannato a tre anni e mezzo, ma venne graziato dopo solo un paio di mesi. Tartagă fu poi condannato a una pena di due anni per frode.
Più controverso di tutti, il 15 dicembre 2004, pochi giorni prima della fine del suo ultimo mandato, Iliescu graziò 47 detenuti, tra cui Miron Cozma, il leader dei minatori durante i primi anni 1990, che era stato condannato nel 1999 a 18 anni in carcere per i fatti della mineriada del settembre 1991. Questo ha attirato dure critiche da tutti i media romeni. Molti dei graziati erano stati condannati per corruzione o altri reati economici, mentre uno era stato imprigionato per il suo coinvolgimento nei tentativi di reprimere la rivoluzione del 1989.
Decorazione di Vadim Tudor
Negli ultimi giorni dei suoi mandati il presidente ottenne l'Ordine della Stella di Romania (rango di cavaliere cerimoniale) per il politico controverso ultranazionalista Corneliu Vadim Tudor, il gesto che ha attirato critiche della stampa e ha spinto il vincitore del Premio Nobel per la Pace Elie Wiesel, quindici giornalisti di Radio Free Europe, il sindaco di Timișoara Gheorghe Ciuhandu, il cantautore Alexandru Andries, e lo storico Randolph Braham a restituire i loro onori rumeni in segno di protesta. Il leader dell'Unione democratica degli ungheresi in Romania, Marko Bela, non ha dimostrato fino a reclamare il premio ricevuto nella stessa occasione. Uno dei suoi successori alla carica di presidente, Traian Băsescu, ha revocato l'aggiudicazione concessa a Tudor il 24 maggio 2007, ma la causa è ancora in corso anche dopo il decreto di Basescu è stata dichiarata costituzionale.[14]
Siti neri
Ion Iliescu è menzionato nella relazione del Consiglio d'Europa, dal ricercatore in attività illegali della CIA in Europa, Dick Marty. Egli è ricordato come una delle persone che sapevano ed erano autorizzate o almeno dovevano renderne conto per le carceri di tortura all'Aeroporto Internazionale Mihail Kogălniceanu, base aerea dal 2003-2005.[15] Nell'aprile 2015 Iliescu ha confermato di aver concesso una richiesta della CIA per un sito in Romania, ma non era a conoscenza della natura del sito, descrivendolo come un piccolo gesto di buona volontà verso un alleato in vista dell'eventuale adesione della Romania alla NATO. Iliescu ha inoltre affermato che se avesse saputo della destinazione d'uso del sito, non avrebbe certamente approvato la richiesta.[16]
Reddito
Nel 2008, Ion Iliescu ha avuto i seguenti redditi nella dichiarazione di ricchezza:
- circa 54.000 lei di assegno da senatore
- circa 55 000 lei di indennità come ex presidente
- 33 000 lei di pensione
- 8.400 lei dell'Accademia delle scienze agrarie e forestali
- un appartamento nella Capitale, 156 metri quadrati, acquistato nel 1996.
Nella dichiarazione di ricchezza del 2007 c'erano 16 dipinti di pittori e piccoli oggetti d'arte rumeni acquistati prima e dopo il 1989 e un'automobile Volkswagen nel 2004, ma non comparivano nella dichiarazione di ricchezza del 2008. La moglie di Iliescu, Nina, aveva nel 2008 una pensione annuale di 10 600 lei.[17]
Opere
- (RO) Geneza ideilor estetice în cultura românească, 1972.
- (RO) Cultura și cărturarii bănățeni în deceniile independenței, 1977.
- (RO) Probleme globale. Creativitate, 1992.
- (RO) Revoluție și reformă, 1993.
- (RO) România în Europa și în lume, 1994.
- (RO) Revoluție trăită, 1995.
- (RO) Toamnă diplomatică: septembrie-decembrie 1994, 1995.
- (RO) Momente de istorie, 3 vol., 1995-1996.
- (RO) Dialoguri româno-americane, 1996.
- (RO) Probleme globale ale omenirii, 1996.
- (RO) Viața politică între dialog și violență, 1998.
- (RO) Societatea românească, încotro?, 1999.
- (RO) Sub tirul întrebărilor, 2000.
- (RO) Renașterea speranței, 2001.
- (RO) Revoluția română, 2001.
- (RO) Integrare și globalizare, 2001.
- (RO) Marele șoc. Din finalul unui secol scurt. Despre comunism, postcomunism, democrație. Ion Iliescu, în dialog cu Vladimir Tismăneanu, 2004.
- (RO) Cultură românească și identitate europeană, 2005.
- (RO) Pentru dezvoltare durabilă, 2006.
- (RO) România și lumea, 2009.
- (RO) După 20 de ani. 1989 - an de cotitură în istoria națională și în viața internațională, 2010.
- (RO) Fragmente de viață și de istorie traită, 2011.
- (RO) Destinul unui om de stângă, 2014.
Onorificenze
Onorificenze rumene
— 4 maggio 1971[19]
Onorificenze straniere
— 12 maggio 2003[27]
— 6 ottobre 2003[29]
— 15 ottobre 2003[30]
Note
- ^ a b Sebbene legato al FSN, al FDSN, al PDSR e al PSD, nei periodi in cui fu Presidente della Romania fu formalmente indipendente, in quanto l'affiliazione politica del capo di Stato era vietata dalla legge.
- ^ (RO) R.M., Ion Iliescu, Petre Roman, Virgil Magureanu si Miron Cozma, trimiși în judecată în dosarul Mineriada, la 27 de ani de la sângeroasele evenimente din București, in HotNews, 13 giugno 2017. URL consultato il 14 giugno 2017.
- ^ (RO) Guvernul asigură o batrînețe liniștită foștilor șefi ai statului, in Evenimentul zilei, 30 giugno 1999. URL consultato il 22 marzo 2014 (archiviato dall'url originale il 22 marzo 2014).
- ^ (RO) Preda: Antonescu îl secondează pe Vadim Tudor cu discursul ultranaţionalist, su realitatea.net, Realitatea, 27 settembre 2012. URL consultato il 28 dicembre 2012 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2012).
- ^ (RO) Ministerul Public: Ion Iliescu nu va fi urmărit penal în dosarul Mineriadei din '90, 13 octombrie 2008, Antena 3, accesso al 15 luglio 2013
- ^ Iliescu, scăpat de dosarul „Mineriada 13-15 iunie”, 19 giugno 2009, Amalia Derscariu, evz.ro, accesso al 18 dicembre 2011
- ^ (RO) Ionel Stoica, Cristian Delcea, Mihai Voinea, În sfârșit: Iliescu, cercetat pentru sângele vărsat, in Adevărul, 21 ottobre 2015. URL consultato il 22 ottobre 2015.
- ^ (RO) Dosarul Mineriadei. Procurorii cer aviz pentru urmărirea penală a lui Petre Roman și Gelu Voican Voiculescu, in Digi24, 22 ottobre 2015. URL consultato il 22 ottobre 2015.
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Voci correlate
- Capi di Stato della Romania
- Consiglio del Fronte di Salvezza Nazionale
- Elezioni presidenziali in Romania del 1990
- Elezioni presidenziali in Romania del 1992
- Elezioni presidenziali in Romania del 1996
- Elezioni presidenziali in Romania del 2000
- Golaniada
- Mineriada
- Partito Comunista Rumeno
- Partito Socialdemocratico (Romania)
- Petre Roman
- Presidente della Romania
- Presidenti della Romania
- Rivoluzione rumena del 1989
- Università Politecnica di Bucarest
Altri progetti
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Collegamenti esterni
- Iliescu, Ion, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010.
- (EN) Ion Iliescu, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Opere di Ion Iliescu, su Open Library, Internet Archive.
- (RO) Biografia di Ion Iliescu sul sito della Presidenza della Romania
- (RO) Blog di Ion Iliescu
Controllo di autorità | VIAF (EN) 59528 · ISNI (EN) 0000 0001 1019 7220 · BAV 495/169851 · LCCN (EN) n94115165 · GND (DE) 119288818 · BNE (ES) XX1315135 (data) · BNF (FR) cb122078449 (data) · J9U (EN, HE) 987007360489005171 · NSK (HR) 000572835 |
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