Commissione interprovinciale
La Commissione interprovinciale (anche detta Regione, Commissione regionale o Cupola regionale[1]) nel gergo di Cosa nostra è un organo direttivo che riunisce più vertici di Cosa nostra legati ad uno stesso territorio.
Storia
La prima "Commissione interprovinciale" venne creata negli anni cinquanta da Andrea Fazio, boss di Trapani, ma fu sciolta dopo l'esplosione della "Prima guerra di mafia" nel 1963.[2] Venne poi ricreata nel 1975, su proposta di Giuseppe Calderone (che voleva evitare l'oligarchia di Greco, Liggio e Badalamenti), capo della Famiglia di Catania, il quale venne anche incaricato di dirigerla[3]: venne stabilito che vi dovevano partecipare soltanto i rappresentanti mafiosi di ogni provincia siciliana (escluse quelle di Messina, Siracusa e Ragusa), i quali decisero il divieto assoluto di compiere sequestri di persona in Sicilia per porre fine ai rapimenti a scopo di estorsione operati dallo schieramento dei Corleonesi, guidati dal boss Luciano Liggio[3].
Secondo il collaboratore di giustizia Antonino Calderone, inizialmente le riunioni della «Regione» si tenevano mensilmente presso le singole province, ma in seguito si svolsero sempre presso la tenuta agricola di Michele Greco a Ciaculli[4].
Nel 1978 Calderone e Di Cristina vennero uccisi dai Corleonesi e la direzione della "Commissione interprovinciale" passò a Giuseppe Settecasi, che però venne pure assassinato nel 1981 nel quadro di un conflitto mafioso nella provincia di Agrigento che vide l'ascesa del boss Carmelo Colletti (legato a Bernardo Provenzano), il quale divenne il nuovo rappresentante provinciale di Agrigento; la direzione della "Commissione interprovinciale" passò allora al boss Michele Greco (rappresentante mafioso della provincia di Palermo in quanto dirigeva la Commissione provinciale)[5][6].
Secondo il collaboratore di giustizia Antonino Giuffrè, nel 1983 avvenne un incontro nelle campagne di Caccamo a cui parteciparono i boss Salvatore Riina, Bernardo Provenzano, Michele Greco, Bernardo Brusca, il fratello di Nitto Santapaola (in rappresentanza della provincia di Catania), Carmelo Colletti (per la provincia di Agrigento), Giuseppe "Piddu" Madonia (per le province di Caltanissetta ed Enna) ed alcuni mafiosi della provincia di Trapani; nel corso della riunione venne deciso che la direzione della "Commissione interprovinciale" passava direttamente a Riina.[7]
Attività e funzioni
Questo organismo direttivo si riuniva solitamente per deliberare su importanti decisioni riguardanti gli interessi mafiosi di più province che esulavano dall'ambito provinciale e che interessano i territori di altre Famiglie.[8]
Composizione
È formata dai rappresentanti mafiosi di ogni provincia siciliana, escluse quelle di Messina, Siracusa e Ragusa, dove Cosa nostra è tradizionalmente assente.
La prima Commissione interprovinciale del 1975 era composta da:
- Giuseppe Calderone (rappresentante della provincia di Catania), segretario. Ucciso dai corleonesi nel 1978.
- Gaetano Badalamenti (rappresentante della provincia di Palermo), già segretario della Commissione provinciale. Espulso dalla Commissione nel 1978.
- Giuseppe Settecasi (rappresentante della provincia di Agrigento). Ucciso nel 1981.
- Nicola Buccellato (rappresentante della provincia di Trapani)
- Giuseppe Di Cristina (rappresentante della provincia di Caltanissetta). Ucciso dai corleonesi nel 1978.
- Giovanni Mongiovì (rappresentante della provincia di Enna)
Nel 1978 i corleonesi uccisero Giuseppe Calderone e insediarono al suo posto come segretario Michele Greco, già segretario della Commissione provinciale e legato a Totò Riina, mentre Nitto Santapaola prese il posto di Calderone come rappresentante della provincia di Catania.
Leadership storica
Segretari della Commissione
- c. 1950-1957 — Andrea Fazio[2] — dimessosi nel 1957 (potere trasferito alla Commissione provinciale fino a 1975)
- 1957-1975 — Salvatore ''Ciaschiteddu'' Greco — fuggito in Venezuela nel 1968, dimessosi nel 1975
- 1975-1978 — Giuseppe Pippo Calderone — assassinato nel 1978
- 1978-1986 — Michele Il Papa Greco[5] — imprigionato a vita nel 1986
- 1986-1993 — Salvatore Totò u' Curtu Riina[7] — imprigionato a vita nel 1993 e morto nel 2017
- 1993-2006 — Bernardo Binnu u' Tratturi Provenzano — imprigionato a vita nel 2006 e morto nel 2016
- 2006-2007 — Salvatore Il Barone Lo Piccolo — imprigionato a vita nel 2007
- 2007-presente — Matteo Il Secco Messina Denaro
Famiglie con un seggio alla Commissione
- Famiglia Greco di Palermo (rappresenta la Commissione provinciale; 1957-presente)
- Famiglia di Agrigento (1957-presente)
- Famiglia di Trapani (1957-presente)
- Famiglia di Riesi (1957-presente)
- Famiglia di Catania (1957-presente)
- Famiglia di Enna (1957-presente)
Note
- ^ Il termine Cupola è stato coniato dagli organi di stampa per indicare i vertici di un organizzazione mafiosa.
- ^ a b Strutture - Cosa Nostra e 'Ndrangheta a confronto, pt. 5.3 Commissione regionale, Francesco Gaetano Moiraghi e Andrea Zolea, Wikimafia
- ^ a b lacndb.com::Italian Mafia
- ^ Interrogatorio del collaboratore di giustizia Antonino Calderone
- ^ a b Ordinanza contro Michele Greco+18 per gli omicidi Reina-Mattarella-La Torre (PDF).
- ^ [1]
- ^ a b Il fiume è in piena[collegamento interrotto] Antimafiaduemila.com
- ^ Sentenza di primo grado per gli omicidi Reina-Mattarella-La Torre (PDF).
Voci correlate