Ido (personaggio)
Ido | |
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Universo | Cronache del Mondo Emerso |
Lingua orig. | Italiano |
Autore | Licia Troisi |
1ª app. in | Nihal della terra del vento |
Ultima app. in | Gli ultimi eroi |
Editore it. | Mondadori |
Caratteristiche immaginarie | |
Specie | Gnomo |
Sesso | Maschio |
Luogo di nascita | Terra del Fuoco |
Professione | Cavaliere di Drago |
Affiliazione |
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Ido è un personaggio immaginario del Mondo Emerso, la terra fantastica al centro di una vasta saga fantasy ideata dalla scrittrice italiana Licia Troisi. Ido ricopre il ruolo di mentore della protagonista Nihal nel primo ciclo della saga, Cronache del Mondo Emerso, e di capo della resistenza nella seconda, Le guerre del Mondo Emerso, facendo infine alcune apparizioni in Le leggende del Mondo Emerso.
Ido è uno gnomo, principe della Terra del Fuoco e valente Cavaliere di Drago. Porta una lunga barba, intrecciata e decorata secondo la moda del suo popolo, e fuma spesso la pipa. Il suo drago si chiama Vesa. È descritto come un guerriero con una vasta esperienza ed un forte senso dell'onore, ma anche numerosi rimorsi per gli sbagli commessi. Ha un carattere leale e paterno, ma anche fiero e testardo, e ciò lo porta più volte in conflitto con altri personaggi, come Nihal. A quest'ultima, col passare del tempo, si affeziona in particolar modo.
Biografia
Con il Tiranno
Ido e suo fratello minore Dola sono figli di Moli, re spodestato ed esiliato della Terra del Fuoco. Moli è deciso a tutti i costi di riprendersi il trono e per tutta la vita incita i figli a non dimenticare mai i torti subiti e a vendicarsi, ma mentre il primogenito ed erede designato gode di attenzioni e viene mandato all'Accademia dei Cavalieri di drago, Dola è debole e trascurato. Il giovane Ido è arrogante e scapestrato, che si compiace della superiorità della propria forza e in combattimento uccide senza pietà. Un giorno il padre li conduce al cospetto del Tiranno, il quale gli promette di aiutarlo nella riconquista del trono, in cambio di avere Ido e Dola come generali del suo esercito. Segno visibile di questo patto sono le rune del giuramento inciso sulla spada di Ido; ma stavolta è Dola che riceve favori maggiori (una corazza stregata e un drago nero, diventando Cavaliere di drago nero), per i quali il fratello in un primo momento lo invidia. Con l'aiuto del Tiranno Moli riesce in effetti a riprendersi il trono della Terra del Fuoco e vendicarsi crudelmente dell'usurpatore, ma ben presto il Tiranno lo riduce a semplice vassallo e infine lo fa assassinare dal più fedele Dola, che sale al trono al suo posto.
Conversione e ritorno fra i Cavalieri di drago
Ido combatte per poco più di dieci anni al servizio del Tiranno. Le cose cambiano quando questi ordina il genocidio dei mezzelfi della Terra dei Giorni. All'assalto a Seferdi la Bianca (la capitale della Terra dei Giorni) Ido è inorridito dalla carneficina e vorrebbe sottrarsi. Dola lo fa arrestare ed è allora che Ido scopre altresì dell'assassinio del padre. Resosi conto della gravità dei crimini commessi, Ido fugge e si consegna al Consiglio dei Maghi, il quale gli offre la possibilità di riabilitarsi combattendo per le Terre Libere contro il suo precedente signore. A memoria del suo passato, Ido mantiene la stessa spada con cui combatteva al servizio del Tiranno, ma cancella dalla lama i segni del giuramento prestatogli. Grazie alla sua abilità, Ido riesce quindi a distinguersi come Cavaliere di drago e viene poi promosso a generale. I suoi trascorsi e il suo carattere non facile gli procurano però la diffidenza del Generale Supremo Raven, che gli metterà più volte i bastoni tra le ruote.
È Raven che affida ad Ido il compito di addestrare la giovane mezzelfa Nihal a Cavaliere di drago, apparentemente ancora per astio, perché anche Nihal gli è invisa, trattandosi dell'unica femmina riuscita ad accedere all'Accademia dopo averlo umiliato in una dura sfida. Il rapporto di Ido con l'allieva è in principio tutt'altro che facile, soprattutto per la caparbietà della ragazza e il suo ossessivo desiderio di vendetta, che la porta a disubbidire continuamente agli ordini e a mettere a repentaglio la vita propria e degli altri. Ma col tempo i due instaurano un rapporto di reciproca fiducia: per Nihal Ido diventa un punto di riferimento importantissimo, addirittura un secondo padre. Sarà poi Nihal a sconfiggere Dola, fratello di Ido.
Generale delle Terre Libere
Ido guida l'esercito delle Terre Libere nella apparentemente disperata guerra contro le truppe del Tiranno. Lo gnomo trova un pericoloso antagonista in Deinoforo, Cavaliere di drago nero con un'armatura vermiglia; questi era un tempo un giovane soldato di nome Debar, che Ido conosceva, e che fu costretto a fuggire dopo che la sua famiglia fu ingiustamente accusata di tradimento, i genitori furono linciati e la sorella violentata. Ido e Deinoforo si battono due volte a duello: nel primo lo gnomo mozza una mano all'avversario e perde per contro un occhio (la menomazione lo costringerà a stare lontano per un po' di tempo dai campi di battaglia), nel secondo riesce a sconfiggerlo e ucciderlo. Dopo la caduta del Tiranno Ido viene proclamato Generale Supremo dei Cavalieri di drago, dopo che Raven è morto nella Battaglia d'Inverno per proteggere Nihal e quest'ultima ha rifiutato la carica.
Mentre Nihal e Sennar, dopo la fine della guerra col Tiranno, lasciano il Mondo Emerso per vivere in tranquillità nelle Terre Ignote, Ido rimane e assurge ad un importante ruolo nel Consiglio e a leggendario eroe di guerra. Diventa pure compagno della maga Soana, maestra di Sennar e zia di Nihal. Ma una quarantina di anni dopo nel Mondo Emerso imperversa di nuovo la guerra, stavolta portata avanti dal re Dohor della Terra del Sole. Questi in gioventù, quand'era allievo all'Accademia dei Cavalieri di drago, fu redarguito e pubblicamente umiliato proprio da Ido e nutre pertanto forte rancore contro di lui. Dohor monopolizza il Consiglio, fa accusare di tradimento Ido e si nomina Supremo Generale al suo posto. Nell'infruttuosa campagna per difendere dalle truppe di Dohor la Terra del Fuoco, l'anziano gnomo perde Soana, stroncata da una malattia, e il suo drago Vesa. Lui solo riesce a fare ritorno nella Terra dell'Acqua, dove continua ad animare la resistenza.
In Le due guerriere Ido, nonostante sia ormai ultracentenario, stanco e prostrato dalle numerose perdite, decide di partire personalmente alla ricerca di Tarik e San, i discendenti di Nihal, sui quali ha posto gli occhi la Gilda degli Assassini. Quando arriva alla meta, per Tarik è ormai troppo tardi, ma Ido riesce a raggiungere i due Assassini che hanno rapito il piccolo San, batterli e portare il ragazzino al Consiglio delle Acque. Ivi decide di riparare con lui nel Mondo Sommerso. San è testardo e irrequieto e dotato di un grande talento per la magia, con il quale sogna di vendicare l'uccisione dei genitori; Ido tenta come può di rassicurarlo, ma senza successo: dopo un aspro litigio il ragazzino, in un impeto di superbia, fugge dal Mondo Sommerso con un Assassino e si fa condurre alla sede della Gilda. Lo gnomo allora si unisce a Dubhe, Sennar e Lonerin per sferrare un attacco decisivo alla Casa, dove San è tenuto prigioniero. Ivi si trova ospite anche Dohor, da tempo un segreto alleato della Gilda, col quale Ido, montando in groppa ad Oarf, il drago di Nihal, si scontra un'ultima volta in duello e gli trapassa il cuore. Vinto lo scontro, lo gnomo, sfinito dalla stanchezza e dalle numerose ferite, si accascia accanto ad Oarf ed esala l'ultimo respiro.
La morte di Ido lascia un grave rimpianto nel cuore di San, che se ne sente responsabile e, ancora a cinquant'anni di distanza, sentendosi solo al mondo e abbandonato da tutti, non prova affetto per nient'altro che per il vecchio gnomo. Arriva a stringere un patto con il fanatico re elfico Kryss, che gli promette di riportare in vita Ido, se in cambio San porrà i suoi poteri al servizio del piano d'invasione degli elfi. San riesce ad incontrare lo spirito di Ido due volte sulla soglia tra il mondo dei vivi e quello dei morti, ma alla fine i maghi elfi falliscono nel rituale di evocazione e quello che ne emerge è una mostruosità che del vecchio gnomo ha solo alcuni tratti. San stesso, inorridito e sconvolto, la distrugge, per poi rivolgere la propria ira contro gli elfi, dai quali si sente ingannato. Fattane strage e precipitato il loro re giù dal palazzo di Nuova Enawar, anche San, rendendosi conto di essere prossimo alla morte senza aver ottenuto nulla, viene sopraffatto dall'odio e finisce distrutto dal potere dello spirito del Marvash, che un'ultima volta tenta vanamente di annientare il Mondo Emerso, fermato dagli eroi Adhara e Amhal.