Vai al contenuto

Salvatore Cuffaro: differenze tra le versioni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Riga 9: Riga 9:
|Attività =politico
|Attività =politico
|Nazionalità =italiano
|Nazionalità =italiano
|PostNazionalità=, divenuto per due volte [[Presidente della Giunta Regionale|presidente]] della [[Sicilia|Regione Sicilia]]
|PostNazionalità=, eletto per due volte [[Presidente della Giunta Regionale|presidente]] della [[Sicilia|Regione Sicilia]]
|Epoca = 1900
|Epoca = 1900
}}
}}
Riga 26: Riga 26:
Dopo i primi due governi di centro destra, partecipa al 52° e al 53° governo regionale, guidati da Angelo Capodicasa, in quota al centro - sinistra. Infatti, nel [[1998]] aveva abbandonato il [[Cristiani Democratici Uniti|CDU]] per aderire all'[[Popolari-Udeur|UDEUR]] di [[Clemente Mastella|Mastella]], partito con cui si candida alle elezioni europee del 1999, ottenendo 89.471 voti (risulta il candidato dell'[[Popolari-Udeur|UDEUR]] più votato in Italia, pur non scattando il seggio). Nel 1998, infatti, buona parte del [[Cristiani Democratici Uniti|CDU]] e del [[Centro Cristiano Democratico|CCD]] siciliani era confluita nell'[[Popolari-Udeur|UDEUR]], determinando il "ribaltino" e la sostituzione del presidente della regione [[Giuseppe Drago]], alla guida di una giunta di centro - destra, con [[Angelo Capodicasa]], dei [[Democratici di Sinistra|DS]]. In entrambi Cuffaro è assessore all'agricoltura e foreste.
Dopo i primi due governi di centro destra, partecipa al 52° e al 53° governo regionale, guidati da Angelo Capodicasa, in quota al centro - sinistra. Infatti, nel [[1998]] aveva abbandonato il [[Cristiani Democratici Uniti|CDU]] per aderire all'[[Popolari-Udeur|UDEUR]] di [[Clemente Mastella|Mastella]], partito con cui si candida alle elezioni europee del 1999, ottenendo 89.471 voti (risulta il candidato dell'[[Popolari-Udeur|UDEUR]] più votato in Italia, pur non scattando il seggio). Nel 1998, infatti, buona parte del [[Cristiani Democratici Uniti|CDU]] e del [[Centro Cristiano Democratico|CCD]] siciliani era confluita nell'[[Popolari-Udeur|UDEUR]], determinando il "ribaltino" e la sostituzione del presidente della regione [[Giuseppe Drago]], alla guida di una giunta di centro - destra, con [[Angelo Capodicasa]], dei [[Democratici di Sinistra|DS]]. In entrambi Cuffaro è assessore all'agricoltura e foreste.


Mentre il centro - sinistra pensa di candidarlo sindaco di [[Palermo]], la caduta del secondo governo [[Angelo Capodicasa|Capodicasa]], nel [[2000]], determina il suo ritorno nel centro - destra e nel [[Cristiani Democratici Uniti|CDU]] nel governo presieduto da Vincenzo Leanza.
Mentre il centro - sinistra pensa di candidarlo sindaco di [[Palermo]], la caduta del secondo governo [[Angelo Capodicasa|Capodicasa]], nel [[2000]], determina il suo ritorno nel centro - destra e nel [[Cristiani Democratici Uniti|CDU]] nel governo presieduto da [[Vincenzo Leanza]].


Il [[17 luglio]] [[2001]], come candidato presidente della coalizione di [[centrodestra]] nella prima elezione diretta del presidente del governo regionale, è risultato eletto con il 59% dei voti, battendo altri due candidati accomunati dalla comune provenienza democristiana: [[Leoluca Orlando]] (37%) e [[Sergio D'Antoni]] (4%).
Il [[17 luglio]] [[2001]], come candidato presidente della coalizione di [[centrodestra]] nella prima elezione diretta del presidente del governo regionale, è risultato eletto con il 59% dei voti, battendo altri due candidati accomunati dalla comune provenienza democristiana: [[Leoluca Orlando]] (37%) e [[Sergio D'Antoni]] (4%).
Riga 34: Riga 34:
Con il CDU ha partecipato alla fondazione dell'[[Unione dei Democratici Cristiani e Democratici di Centro]] (UDC), che ha unito a livello nazionale partiti che si richiamano alla Democrazia Cristiana e che sono favorevoli a un'alleanza all'interno della coalizione di [[Silvio Berlusconi]].
Con il CDU ha partecipato alla fondazione dell'[[Unione dei Democratici Cristiani e Democratici di Centro]] (UDC), che ha unito a livello nazionale partiti che si richiamano alla Democrazia Cristiana e che sono favorevoli a un'alleanza all'interno della coalizione di [[Silvio Berlusconi]].


Eletto nell'[[Elezioni europee del 2004]] come capolista dell'UDC nella circoscrizione isole, ha rinunciato al seggio a favore del primo dei non eletti, Raffaele Lombardo.
Eletto nell'[[Elezioni europee del 2004]] come capolista dell'UDC nella circoscrizione isole, ha rinunciato al seggio a favore del primo dei non eletti, [[Raffaele Lombardo]].


Nel [[2005]] è stato nominato vice-segretario nazionale dell'UDC, quando [[Lorenzo Cesa]] è subentrato a [[Marco Follini]] nella carica di segretario nazionale.
Nel [[2005]] è stato nominato vice-segretario nazionale dell'UDC, quando [[Lorenzo Cesa]] è subentrato a [[Marco Follini]] nella carica di segretario nazionale.

Versione delle 11:14, 21 lug 2007

Salvatore Cuffaro (o Totò Cuffaro) (Raffadali, 21 febbraio 1958) è un politico italiano, eletto per due volte presidente della Regione Sicilia.

Biografia

E' nato a Raffadali (Ag) il 21 febbraio 1958. E' sposato e padre di due figli. Alle medie e alle superiori ha studiato presso i Salesiani del collegio "Don Bosco Sampolo" di Palermo. Negli anni '80 si è laureato in medicina e chirurgia, ed ha fatto parte del Consiglio di Facoltà e del Consiglio di amministrazione dell'Università di Palermo in rappresentanza degli studenti. Dopo aver ottenuto la specializzazione in radiologia, ha partecipato alla fondazione del "Centro siciliano Don Luigi Sturzo".

Politica

Da studente ha aderito alla Democrazia Cristiana, di cui è stato delegato regionale del movimento giovanile e dirigente organizzativo in Sicilia. Nel 1980 è stato eletto consigliere comunale di Raffadali, dove ha rivestito il ruolo di capogruppo. In seguito ha continuato la sua attività politica locale a Palermo, nuovamente eletto consigliere comunale.

Nel 1991, con una buona affermazione personale (79.970 voti di preferenza su 287.166 della lista DC), diviene deputato del collegio di Palermo all'Assemblea Regionale Siciliana. In questa legislatura è stato componente della Commissione attività produttive e vice presidente della Commissione regionale antimafia.

Con l'uscita di scena di Calogero Mannino per problemi giudiziari (accusato di aver stretto un patto con la Mafia, fu poi assolto nel 2005), Cuffaro, da sempre vicino alle sue posizioni politiche, gli subentra in ruoli di primo piano nel partito in Sicilia. Lascia il Ppi seguendo Buttiglione, e viene rieletto nel 1996 deputato all'Assemblea regionale siciliana (15.988 voti di preferenza su 61.367) nella lista dei Cristiani Democratici Uniti (CDU), il nuovo partito di Rocco Buttiglione, nato dopo la scissione avvenuta nel Partito Popolare Italiano, il partito che riprese l'eredità della Democrazia Cristiana. Nella XIII^ legislatura ha rivestito la carica di assessore per l'agricoltura e le foreste nei 5 governi regionali dal 50° al 54°.

Dopo i primi due governi di centro destra, partecipa al 52° e al 53° governo regionale, guidati da Angelo Capodicasa, in quota al centro - sinistra. Infatti, nel 1998 aveva abbandonato il CDU per aderire all'UDEUR di Mastella, partito con cui si candida alle elezioni europee del 1999, ottenendo 89.471 voti (risulta il candidato dell'UDEUR più votato in Italia, pur non scattando il seggio). Nel 1998, infatti, buona parte del CDU e del CCD siciliani era confluita nell'UDEUR, determinando il "ribaltino" e la sostituzione del presidente della regione Giuseppe Drago, alla guida di una giunta di centro - destra, con Angelo Capodicasa, dei DS. In entrambi Cuffaro è assessore all'agricoltura e foreste.

Mentre il centro - sinistra pensa di candidarlo sindaco di Palermo, la caduta del secondo governo Capodicasa, nel 2000, determina il suo ritorno nel centro - destra e nel CDU nel governo presieduto da Vincenzo Leanza.

Il 17 luglio 2001, come candidato presidente della coalizione di centrodestra nella prima elezione diretta del presidente del governo regionale, è risultato eletto con il 59% dei voti, battendo altri due candidati accomunati dalla comune provenienza democristiana: Leoluca Orlando (37%) e Sergio D'Antoni (4%).

Gli viene affidato anche l'incarico di Commissario straordinario per l'emergenza idrica e di Commissario delegato per l'emergenza rifiuti, questo gli permette di occuparsi della riorganizzazione del sistema acquedottistico e della predisposizione del piano energetico.

Con il CDU ha partecipato alla fondazione dell'Unione dei Democratici Cristiani e Democratici di Centro (UDC), che ha unito a livello nazionale partiti che si richiamano alla Democrazia Cristiana e che sono favorevoli a un'alleanza all'interno della coalizione di Silvio Berlusconi.

Eletto nell'Elezioni europee del 2004 come capolista dell'UDC nella circoscrizione isole, ha rinunciato al seggio a favore del primo dei non eletti, Raffaele Lombardo.

Nel 2005 è stato nominato vice-segretario nazionale dell'UDC, quando Lorenzo Cesa è subentrato a Marco Follini nella carica di segretario nazionale.

Candidato alle elezioni politiche del 2006, è stato eletto senatore come capolista dell'UDC nella regione Sicilia, ma ha lasciato l'incarico dopo la sua rielezione a presidente della Regione (28 maggio 2006), come candidato del centrodestra, battendo Rita Borsellino, sua principale avversaria, con il 53% contro il 41,6%.

Procedimenti giudiziari

Durante la sua prima presidenza alla Regione Sicilia Cuffaro è entrato, insieme ad altri, nel registro degli indagati per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa nell'ambito dell'inchiesta sui rapporti tra il clan di Brancaccio e ambienti della politica locale. [1] Con gli elementi raccolti, gli inquirenti ritengono che, attraverso l' intermediario Miceli (precedentemente assessore UDC al Comune di Palermo, legato a Cuffaro) e grazie alle talpe presenti nella Direzione distrettuale antimafia di Palermo, Cuffaro abbia informato Giuseppe Guttadauro, boss mafioso ma anche collega medico di Miceli all'Ospedale Civico di Palermo, e, grazie ad altri contatti, personalmente, Michele Aiello, il più importante imprenditore siciliano, indagato per associazione mafiosa, di notizie riservate legate alle indagini in corso che li vede coinvolti. Nel settembre del 2005, Cuffaro per questi fatti, negati dall'interessato, è stato rinviato a giudizio per favoreggiamento aggravato alla Mafia e rivelazione di notizie coperte da segreto istruttorio, mentre non è stata accolta l'accusa di concorso esterno. Secondo il GUP è accertato che abbia fornito all'imprenditore Aiello informazioni fondamentali per sviare le indagini[2], grazie a una fonte non ancora nota, incontrandolo da solo in circostanze sospette, riferendo che le due talpe che gli fornivano informazioni sulle indagini che lo riguardavano erano state scoperte. Nell'incontro, anche una discussione riguardante l'approvazione del tariffario regionale da applicarsi alle società di diagnosi medica posseduta dall'imprenditore. Aiello ha ammesso entrambi i fatti, Cuffaro afferma soltanto che si sia discusso delle tariffe. Il GUP ipotizza che il mafioso Guttadauro sia venuto a conoscenza da Cuffaro delle microspie, in funzione del suo rapporto con Aiello, sempre per via del contatto con i due marescialli corrotti, in servizio ai nuclei di polizia giudiziaria della Procura di Palermo, uno dei quali è stato l'autore del piazzamento delle microspie.

Al vaglio del processo rientrano altri supposti rapporti con la Mafia. Nel 1991, Cuffaro incontrò Angelo Siino, che allora però era solo un consigliere comunale democristiano, a casa sua e ne chiese i voti. La difesa, sostiene nel processo, è che ciò sia dovuto al fatto che l'accusato ignorava il ruolo assunto, di particolare rilievo, negli affari mafiosi, e che ne abbia chiesto il soccorso come semplice imprenditore, con alle dipendenze molti operai.

Secondo una perizia ordinata dal tribunale nel corso del processo a Miceli, nei momenti in cui si è scoperta a casa di Guttadauro la microspia, sarebbero state confermate le testimonianze secondo le quali la moglie del boss mafioso ha dato merito a Totò Cuffaro del ritrovamento. [3]

Nel dicembre 2006, Miceli é stato condannato in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa[4]. Il processo a Cuffaro per favoreggiamento aggravato è ancora in corso al Tribunale di Palermo.

Il caso dei volantini elettorali

Nell'aprile del 2006, nel corso delle perquisizioni successive all'arresto di Bernardo Provenzano sono stati rinvenuti all'interno di un edificio adiacente al covo, in un barattolo, dei volantini elettorali di Cuffaro per le elezioni politiche del 2006 al Senato come candidato dell'UDC, insieme ad altri di Nicolò Nicolosi, sindaco di Corleone, candidato per il Patto per la Sicilia. Di questo particolare i giornali e le televisioni hanno dato ampiamente notizia. [5] [6] A un più attento esame si vide che i volantini non erano del Patto della Sicilia, la lista di Nicolosi, ma di Nuova Sicilia, una formazione autonomista, da cui Nicolosi era uscito da tempo.

Cuffaro, commentando le foto che ne documentano il ritrovamento, ha affermato di essere vittima di una "congiura": la disposizione artificiosa dei volantini accanto ad un lavandino, ad opera di un giornalista, ha prodotto una polemica conclusasi con il chiarimento dello stesso giornalista, che si è affrettato a spiegare di persona all'interessato: «Presidente, sono stato io a trovare quei volantini arrotolati in un portapenne e metterli accanto al lavabo per farli fotografare». [7] Cuffaro, anche in seguito al chiarimento, ha però deprecato il fatto che ad un giornalista, solo poche ore dopo la cattura di Provenzano, sia stato permesso di entrare nella masseria alterando a proprio piacimento lo stato dei luoghi. In molti però continuano a sostenere che il vero complotto sia stato quello ai danni del giornalista stesso, costretto a fare marcia indietro sui suoi passi e a chiedere scusa in modo umiliante e dequalificante.

Curiosità

Nel 1991 Cuffaro, all'epoca deputato regionale, intervenne ad una puntata speciale della trasmissione televisiva Samarcanda condotta da Michele Santoro in collegamento con il Maurizio Costanzo Show e dedicata alla commemorazione di Libero Grassi, l'imprenditore ucciso dalla mafia.

In quella occasione, Cuffaro - presente tra il pubblico - si scagliò con veemenza contro conduttori ed intervistati, sostenendo come le iniziative portate avanti fossero degne dell'attività mafiosa tanto criticata e comunque lesive della dignità della Sicilia.

In trasmissione era presente Giovanni Falcone, che fece cenno a Costanzo di non conoscerlo, mentre Rita Dalla Chiesa, figlia del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, ed altri ospiti criticarono l'intervento di Cuffaro (Video).

A Marzo del 2007 Cuffaro è stato criticato da alcuni esponenti politici del centrosinistra [8] per la sua partecipazione ad uno spot dell'emittente siciliana Teleacras. Nello spot in questione il governatore appariva con la coppola in testa (caratteristico cappello siciliano) e un bicchiere di vino in mano mentre, con accento marcatamente dialettale, ironizzava sul Governo nazionale ed ipotizzava una guerra agli USA (Video).

Note e riferimenti

  1. ^ Informazione di garanzia a Cuffaro indagato per mafia, «La Repubblica», 26 giugno 2003
  2. ^ «È accertato che l´onorevole Cuffaro ha fornito ad Aiello informazioni fondamentali. Fondamentali poiché attinenti proprio al sistema di intelligence predisposto dall´Aiello» (come citato in «La Repubblica», 12 dicembre 2005, 27)
  3. ^ cfr. La Repubblica Palermo, 22 giugno 2006
  4. ^ http://newscontrol.repubblica.it/item/256512/mafia-condannato-a-8-anni-ex-assessore-udc-miceli
  5. ^ Corriere: l'arresto di Provenzano
  6. ^ Adnkronos: elezioni regionali siciliane
  7. ^ Corriere della Sera: Cuffaro e i volantini nel covo: «Congiura»
  8. ^ cfr. Corriere della Sera, 06 Marzo 2007

Altri progetti

Voci correlate

Collegamenti esterni

Predecessore Presidente della Regione Sicilia Successore File:SicilyFlag.gif
Vincenzo Leanza 17 luglio 2001 - in carica -