Othonninae: differenze tra le versioni
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*[http://www.tropicos.org/Name/100384887 ''Othonninae''] Tropicos Database |
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Versione delle 07:57, 30 mar 2018
Othonninae Less., 2007 è una sottotribù di piante spermatofite dicotiledoni appartenenti alla famiglia Asteraceae (sottofamiglia Asteroideae, tribù Senecioneae).
Il nome scientifico di questa sottotribù è stato definito per la prima volta dal botanico tedesco Christian Friedrich Lessing (Syców, 1809 – Krasnojarsk, 1862) nella pubblicazione "Linnaea. Berlin & Halle, Germany - 6: 93. 1831" nel 1831.[1]
Descrizione
Le piante di questa sottotribù sono erbe annuali o perenni, oppure arbusti. Alcune specie sono completamente glabre. Altre possiedono dei grossi rizomi (Hertia e Lopholaena) oppure tuberi (Othonna).[2]
Le foglie sono sia cauline che rosulate. In genere sono sessili con lamina intera con forme da lanceolate a lobate o pennatosette. I margini possono essere interi o seghettati. La superficie in genere è glabra. In alcuni casi la consistenza è più o meno succulenta, o carnosa o coriacea.
Le infiorescenze sono composte da capolino di tipo radiato o disciforme o discoide. I capolini sono in posizione ascellare o terminale, sono solitari o numerosi, in questo caso formano dei corimbi o anche dei panicoli. I capolini sono formati da un involucro composto da diverse squame (o brattee) disposte su una sola serie, al cui interno un ricettacolo fa da base ai fiori di due tipi: quelli esterni del raggio e quelli più interni del disco. Le brattee sono connate alla base (raramente sono libere). Il ricettacolo è piatto e privo di pagliette.
I fiori sono tetraciclici (a cinque verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (ogni verticillo ha 5 elementi). I fiori del disco sono ermafroditi e fertili o funzionalmente maschili (in questo caso possono avere semplicemente uno stilo sterile). Le corolle sono gialle, rosa o purpuree con i lobi a forma deltato-ovata.
L'androceo è formato da 5 stami con filamenti liberi e antere saldate in un manicotto circondante lo stilo.[3] Le antere sono prive di coda. Il tessuto dell'endotecio è disposto radialmente.[4]
Il gineceo ha un ovario uniloculare infero formato da due carpelli.[3]. Lo stilo è unico e con due stigmi nella parte apicale. Gli stigmi sono troncato-ottusi, oppure con lunghe subulate appendici; le superfici stigmatiche sono evidenti; inoltre sugli stigmi possono essere presenti delle zone papillose.
I frutti sono degli acheni con pappo. Gli acheni hanno una forma ellittico-oblunga, possono essere sia glabri che pubescenti con delle coste longitudinali. Il pappo è formato da setole disposte su una sola serie, sono flessuose e caduche; a volte il pappo è assente. In alcuni casi il pappo è colorato: paglierino, rosato, fulvo o purpureo (Othonna).
Distribuzione e habitat
La distribuzione delle specie di questa sottotribù è prevalentemente africana.
Tassonomia
La famiglia di appartenenza della sottotribù (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) è la più numerosa del mondo vegetale e comprende oltre 23000 specie distribuite su 1535 generi[5] (22750 specie e 1530 generi secondo altre fonti[6]). La sottofamiglia (Asteroideae) è una delle 12 sottofamiglie nella quale è stata suddivisa la famiglia Asteraceae, mentre Senecioneae è una delle 21 tribù della sottofamiglia. La tribù Senecioneae a sua volta è suddivisa in 5 sottotribù.
Filogenesi
Il primo riconoscimento di questo gruppo fu fatto dal botanico George Bentham (1800-1884) e altri, includendo però un genere (Werneria) dell'America Meridionale appartenente alla sottotribù Senecioninae. Successivi studi hanno dimostrato la separazione da un punto di vista filogenetico di Othonninae da Senecioninae confermando Euryops e Othonna come generi centrali e principali (con la maggioranza delle specie) del gruppo. La struttura della sottotribù Othonninae nell'attuale circoscrizione è probabilmente provvisoria; sono quindi necessari ulteriori studi perché la sottotribù venga definita meglio e riconosciuta dalla maggioranza dei botanici. Othonna, ad esempio, è un genere sicuramente polifiletico ed è ancora in fase di studio.[2] All'interno della tribù Senecioneae, Othonninae è “gruppo fratello” della sottotribù Senecioninae. Il cladogramma a lato, tratto dalla pubblicazione citata, fa vedere la struttura filogenetica interna della sottotribù.[7]
Generi della sottotribù
La sottotribù nell'attuale circoscrizione comprende 5 generi e circa 250 specie.[2][7]
Genere | N. specie | Distribuzione |
---|---|---|
Euryops (Cass.) Cass., 1820 | 100 spp. | Africa, Arabia e Socotra |
Gymnodiscus Less., 1831 | 2 spp. | Africa (meridionale) |
Hertia Less., 1832 | circa 10 spp. | Africa (non equatoriale) e Asia (parte sud occidentale) |
Lopholaena DC., 1838 | 18 spp. | Africa (meridionale) |
Othonna L., 1753 | circa 120 spp. | Africa (meridionale), Angola e Zimbabwe |
Il numero cromosomico delle specie di questo gruppo varia da 2n = 18 a 2n = 80.[2]
Alcune specie
Note
- ^ Tropicos Database, su tropicos.org. URL consultato il 23 marzo 2013.
- ^ a b c d Kadereit & Jeffrey 2007, pag. 208-241
- ^ a b Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 1
- ^ Funk & Susanna, pag. 183
- ^ Judd 2007, pag. 520
- ^ Strasburger 2007, pag. 858
- ^ a b Funk & Susanna, pag. 510
Bibliografia
- Pag. 512 V.A. Funk, A. Susanna, T.F. Steussy & R.J. Bayer, Systematics, Evolution, and Biogeography of Compositae, Vienna, International Association for Plant Taxonomy (IAPT), 2009.
- Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume 3, Bologna, Edagricole, 1982, ISBN 88-506-2449-2.
- Kadereit J.W. & Jeffrey C., The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VIII. Asterales. Pag 208.241, Berlin, Heidelberg, 2007.
- Strasburger E, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN 88-7287-344-4.
- Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN 978-88-299-1824-9.
Altri progetti
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- Wikispecies contiene informazioni su Othonninae
Collegamenti esterni
- Othonninae GRIN Database
- Othonninae Tropicos Database
- (EN) Othonninae, in Universal Protein Resource (UniProt) Taxonomy Database. URL consultato il 23 marzo 2013.