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Aglauro (figlia di Cecrope): differenze tra le versioni

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== Venerazione ==
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== Letteratura ==
== Letteratura ==

Versione delle 12:03, 21 ott 2017

Aglauro e le sue due sorelle mentre cercano Erittonio. Dipinto di Jasper van der Lanen (1620 circa).

Aglauro (in greco antico: Ἄγλαυρος?, Áglauros) o Agraulo (in greco antico: Ἄγραυλος?, Ágraulos) è un personaggio della mitologia greca, figlia di Cecrope e Aglauro (omonima, figlia di Atteo). Lei ha avuto due figlie con due dei diversi, Alcippe (con Ares) e Cerice (con Ermes). Ci sono numerose versioni del suo mito.

Mitografia

Prendendo per primo il più antico, Euripide, Ione, versi 22–23 e 484–485, la menziona.

Secondo la Biblioteca, Efesto tentò di rapire Atena, ma fallì. Il suo seme cadde sulla terra, riempendo Gea. Gea non voleva il bambino Erittonio, quindi lo diede alla dea Atena. Atena diede il bambino in una scatola a tre donne (Aglauro e le sue due sorelle Erse e Pandroso) avvertendole di non aprirla mai. Aglauro ed Erse aprirono la scatola. La visione del bambino (che aveva una coda di serpente al posto della gambe) fece diventare entrambe pazze e si lanciarono giù dall'Acropoli[1], oppure secondo Igino, nel mare[2].

Un'altra versione del mito è questa, mentre Atena era andata a prendere una montagna di calcare dalla Penisola Calcidica per usarla nell'Acropoli, le sorelle, ancora senza Pandroso, aprirono la scatola. Un corvo, assistendo all'apertura, volò via per dirlo ad Atena, che si infuriò e lasciò cadere la montagna (ora Licabetto). Ancora una volta, Erse e Agraulo impazzirono e si lanciarono da una scogliera.

Un altro mito rappresenta Agraulo in una luce differente. Atene fu coinvolta in una lunga guerra, e un oracolo dichiarò che sarebbe cessata se qualcuno si fosse sacrificato per il bene della sua patria. Agraulo si fece avanti e si butto giù dall'Acropoli. Gli ateniesi, essendole grati per questo, le costruirono un tempio nell'Acropoli, nel quale è successivamente diventato usuale per i giovani ateniesi ricevere il loro primo vestito dell'armatura, per fare un giuramento: avrebbero difeso sempre la loro patria fino alla fine.[3][4][5][6].

Secondo Ovidio, Ermes si innamorò di Erse ma sua sorella gelosa, che lui chiama Agraulo, si mise tra di loro, sbarrando l'entrata di Ermes alla casa e si rifiutò di muoversi. Ermes si arrabbiò per la sua presunzione e la trasformò in una pietra[7].

Venerazione

Uno dei demi attici deriva dal nome di questa eroina, ad Atene venivano celebrati in suo onore sia un festival che dei misteri[8][9].
Secondo Porfirio, fu anche adorata a Cipro, dove le venivano offerti sacrifici umani fino ad un tempo abbastanza recente[10].
I mitografi credono che Aglauro abbia un'origine diversa dalle sue sorelle, dovuto in parte al fatto che lei ha il suo tempio di Aglaureion nell'Acropoli[11] e diversamente da sua sorella Pandroso, fu più affezionata ad uomini giovani od a soldati (efebi) che ai bambini e fu particolarmente associata alla festa di Atena chiamata Plinteria[12].

Letteratura

Aglauro è citata da Dante Alighieri nel XIV Canto del Purgatorio tra gli invidiosi.

Note

  1. ^ Pausania, I, 18, 2.
  2. ^ Igino, 166.
  3. ^ Suda e Esichios.v. Ἄγραυλος
  4. ^ Eneo Domizio Ulpiano, Ad Demosth. de fals. leg..
  5. ^ PlutarcoAlcibiade, 15.
  6. ^ Filocoro, Frammenti, p. 18, ed. Siebelis.
  7. ^ Ovidio, II, vv. 710 ss.
  8. ^ Stefano di Bisanzios.v. Ἀγραυλή.
  9. ^ Christian Lobeck, Aglaophamus, p. 89.
  10. ^ Porfirio, De Abstinentia, I, 2.
  11. ^ Erodoto, VIII, 53.
  12. ^ Emily Kearns, Aglaurus, in Oxford Classical Dictionary, Oxford, Oxford University Press, 1996.

Bibliografia

Fonti primarie
Fonti secondarie

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