Portale:Risorgimento/Risorgimento nella letteratura: differenze tra le versioni
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Il memoriale ''[[Le mie prigioni]]'' del [[carboneria|carbonaro]] [[Silvio Pellico]] pubblicato nel 1832 è il libro più famoso legato alla storia risorgimentale, di cui [[Metternich]] ammise che danneggiò l'Austria più di una guerra persa. L'anno successivo [[Massimo d'Azeglio]] scrive ''[[Ettore Fieramosca (romanzo)|Ettore Fieramosca]]'', [[romanzo storico]], di ambientazione [[medioevo|medioevale]], ma inneggiante alla rinascita italiana con il pretesto di descrivere la [[Disfida di Barletta|disfida vittoriosa]] di cavalieri italiani contro cavalieri stranieri. |
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[[Alessandro Manzoni]] pubblica dopo i moti del 1848 l'[[ode]] ''[[Marzo 1821]]'', scritta durante i moti [[carboneria|carbonari]] piemontesi del 1821 che avevano suscitato speranza di liberazione del [[Lombardo-Veneto]] dal dominio austriaco. |
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Pubblicato dopo la morte del suo autore, ''[[Le confessioni d'un italiano]]'' di [[Ippolito Nievo]] narrano l'arco storico dal periodo napoleonico alla conclusione dei [[moti del '48]]. |
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Risorgimento nella letteratura |
Il memoriale Le mie prigioni del carbonaro Silvio Pellico pubblicato nel 1832 è il libro più famoso legato alla storia risorgimentale, di cui Metternich ammise che danneggiò l'Austria più di una guerra persa. L'anno successivo Massimo d'Azeglio scrive Ettore Fieramosca, romanzo storico, di ambientazione medioevale, ma inneggiante alla rinascita italiana con il pretesto di descrivere la disfida vittoriosa di cavalieri italiani contro cavalieri stranieri. Alessandro Manzoni pubblica dopo i moti del 1848 l'ode Marzo 1821, scritta durante i moti carbonari piemontesi del 1821 che avevano suscitato speranza di liberazione del Lombardo-Veneto dal dominio austriaco. Pubblicato dopo la morte del suo autore, Le confessioni d'un italiano di Ippolito Nievo narrano l'arco storico dal periodo napoleonico alla conclusione dei moti del '48. Numerosa è la memorialistica garibaldina nella quale spicca Da Quarto al Volturno. Noterelle d'uno dei Mille scritta da Giuseppe Cesare Abba, e lo stesso Giuseppe Garibaldi si produsse in numerosi libri di memorie, tra cui I mille, oltre che a scrivere romanzi di carattere storico patriottico come Clelia. Il governo del monaco e Cantoni il volontario, romanzo storico. Giuseppe Giusti, nella sua poesia più famosa Sant'Ambrogio, ironizza sulla dominazione austriaca terminando con parole di pietà verso i militari austriaci, definiti Povera gente! che vive lontana da' suoi, In un paese qui che le vuol male, a cui rifiuta tuttavia un abbraccio fraterno per non tradire l'impegno patriottico. Giosuè Carducci raccoglie in antologie molti scritti risorgimentali e compila l'ode In morte di Giovanni Cairoli morto durante lo Scontro di Villa Glori. Giovanni Verga ambienta in Calabria il suo primo racconto giovanile I carbonari della montagna narrando con passione la storia del carbonaro Corrado, capo di un piccolo gruppo di ribelli patrioti che combattono l’esercito straniero al tempo di Murat. Anni dopo nella novella Libertà racconterà delle tragiche vicende di Bronte e racconterà ne I Malavoglia la battaglia di Lissa. Compiuta l'unificazione iniziano ad essere pubblicati libri rivolti al consolidamento della nuova nazione: nel 1870 Francesco De Sanctis scrive la prima, sistematica, e coerente Storia della letteratura italiana. Nel 1876 l'abate Antonio Stoppani pubblica Il Bel Paese che ebbe una vasta diffusione nell'Italia e contribuì a migliorare negli italiani la conoscenza della loro nuova nazione. Nel 1886 Edmondo De Amicis compone il romanzo Cuore con l'intento di educare le giovani generazioni italiane trasmettendo loro il ricordo degli eventi risorgimentali assieme all'insegnamento delle virtù civili. Antonio Fogazzaro, nel 1895 scrive Piccolo mondo antico, ambientato nel comasco, sullo sfondo della lotta dei patrioti del Lombardo-Veneto contro il dominio austriaco. È il romanzo italiano più importante ambientato nel risorgimento, opera di uno scrittore che visse quel periodo e la cui trama inizia nel 1850, due anni dopo le rivolte e le successive repressioni del 1848, e si conclude con la seconda guerra di indipendenza. |