Luisa Gallotti Balboni: differenze tra le versioni
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Template:Membro delle istituzioni italiane Luisa Gallotti Balboni (Parma, 28 aprile 1916 – Rapallo, 31 dicembre 1979) è stata una politico italiano.
Biografia
Nata in una famiglia della piccola borghesia, dopo essersi laureata presso l'Università Ca' Foscari Venezia in lingue e letterature moderne, iniziò ad insegnare lingua inglese nei licei. Nel capoluogo veneziano conobbe il futuro marito, Piero Balboni che sposò nel 1941. Trasferitisi a Ferrara, entrambi convinti antifascisti, si avvicinarono durante quel periodo alla Resistenza e ai movimenti locali delle sinistra e del Partito Comunista Italiano.
Grazie al suo forte impegno politico fu eletta nel 1946 consigliere al comune di Ferrara e si dedicò attivamente ad attività sociali e a sostegno delle donne in seno all'Unione Donne Italiane (UDI).
Nominata Sindaco di Ferrara il 25 marzo 1950, fu la prima donna ad amministrare una città capoluogo di provincia. Successivamente riconfermata, rimase in carica fino al 1958 quando, il 25 maggio 1958, fu eletta Senatore della Repubblica della III Legislatura della Repubblica Italiana nelle file del Partito Comunista Italiano.
A causa delle precarie condizioni di salute del marito, rifiuterà di candidarsi nuovamente alle successive elezioni ma non per questo abbandonerà l'attività politica, seppure in posizione più defilata. Dopo la morte del marito, avvenuta nel 1963, nel 1964 si trasferì a Milano per accudire la madre a ammalata, e quindi nel 1972 si spostò definitivamente a Rapallo dove morì nel 1979.
Attività polititica
L'attività politica di Luisa Gallotti Balboni iniziò con l'impegno antifascista nel periodo della Resistenza, portato avanti con il supporto e la collaborazione del marito. La loro casa, infatti, era sede delle riunioni clandestine comuniste. Nel dopoguerra mise a buon frutto le esperienze maturate nell'attuazione di iniziative di impegno sociale rivolte alle categorie più bisognose.
Grazie alla notorietà acquisita durante la militanza politica svolta nella provincia ferrarese, la Balboni viene eletta consigliere comunale nel 1946. Nel 1948 assume l'incarico di Assessore alla Pubblica Istruzione e Arte.
Il 25 marzo del 1950 avviene la sua nomina a Sindaco di Ferrara, ad opera del Consiglio Comunale, per l'epoca eccezionale attestato di stima nei confronti di un politico donna, viene avversata dalla stampa anticomunista facente capo al quotidiano il Secolo d'Italia.[1] Il Prefetto, forte di una presunta irregolarità procedurale non riconbbe la legittimità della nomina la cui effettiva validità fu tuttavia confermata dal pronunciamento del Consiglio di Stato il 5 novembre 1951. Nonostante l'avversa ed incessante campagna denigratoria ad opera di alcuni quotidiani quali l'Avvenire d'Italia e il Giornale dell'Emilia che ipotizzarono dietro l'attività amministrativa della donna la regia di Giovanni Buzzoni, ex Sindaco ferrarese dimissionario a seguito di uno scandalo per essersi fregiato del titolo di Dottore senza averne diritto,[1] a seguito delle elezioni del 25 maggio 1952 la Balboni venne riconfermata alla guida della città di Ferrara. Ulteriore riconferma avvenne alle elezioni del 28 maggio 1956. Durante l'amministrazione della città ferrarese prodigò i suoi sforzi nell'edilizia scolastica che versava in pessime condizioni dopo la seconda guerra mondiale, alla refezione scolastica, all'assistenza delle famiglie disagiate, alla tutela della salute dei minori con la creazione di ambulatori specifici per tale scopo e al rilancio della cultura nel territorio da lei amministrato. Nel 1951 si prodigò con la cittadinanza nel fornire aiuti alle popolazioni del Polesine colpite dall'inondazione del fiume Po.
Alle elezioni politiche del 1958 fu candidata al Senato per il collegio di Portoferraio dal Partito Comunista Italiano ed ottenne il seggio con più di 50.000 voti di preferenza.
Note
- ^ a b Bruna Bignozzi, Luisa Gallotti Balboni la «sindachessa» tra stima e sarcasmo, La Nuova Ferrara, 21-1-2004, pag.25 Leggi l'articolo
Bibliografia
Oscar Gaspari, Storie Di Sindaci Per la Storia D'italia, 2009, Donzelli Editore, Roma, ISBN 978-88-6036-425-8