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Babai il Grande: differenze tra le versioni

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Versione delle 13:02, 30 mar 2015

Babai il Grande (Nisibis, 551 ca. – Nisibis, 628) è stato un sacerdote e scrittore siro.

Biografia

Babai il Grande, da non confondere con Mar Babai I, fu uno dei primi Padri della Chiesa assira d'Oriente, Rivitalizzò il movimento monastico, e formulò la sua cristologia in modo sistematico. Servì come visitatore monastico e capo non ufficiale della Chiesa nestoriana dal 611 al 628 d.C., dove lasciò una tradizione di forte disciplina e di profonda ortodossia religiosa. È tuttora venerato nella Chiesa assira d'Oriente.

Nacque nel villaggio di Beth Ainata in Beth Zabdai, sulla sponda occidentale del fiume Tigri, nei pressi di Nisibis[1], in una famiglia di modesta estrazioneErrore nelle note: Parametro non valido nel tag <ref>. Cominciò i suoi studi per mezzo di libri scritti nella lingua persiana del tempo (Lingua pahlavi). Continuò nella Scuola cristiana di Nisibis, sotto la direzione di Abraham di Beth Rabban. Intorno al 571 a.D., quando l'origenista Henana di Adiabene diventò il nuovo direttore, l'insegnante di Babai, ovvero Abraham il Grande di Kashkar, fondò un nuovo monastero sul Monte Izla sopra Nisibis. Babai insegnò per un periodo allo Xenodocheio di Nisibi, dopo di ché si trasferì al nuovo monastero del suo insegnante. Quando questi morì, nel 588, Babai fondò un nuovo monastero e una nuova scuola nel suo paese nativo di Beth Zabdai. Ma nel 604 Babai divenne il terzo abate del monastero del Monte Izla.

Abraham il Grande diede inizio ad un movimento di riforma monastica, che fu proseguito da Babai e da altri discepoli. A partire da Bar Sauma e dal Sinodo di Beth Lapat, i monaci e le monache venivano incoraggiati a sposarsi. Quando Babai ritornò al Monte Izla, nel 604, espulse i monaci che vivevano con le donne nei dintorni del monastero, ed impose una rigida disciplina, enfatizzando una profonda vita di preghiera e di solitudine. Il risultato fu un esodo di massa, e non soltanto dei monaci sposati[1].

Ma la Chiesa cristiana d'Oriente fu dalla parte di Babai. Nel 604 il catholicos Mar sabrisho I morì, quindi e si doveva eleggere il nuovo catholicos. La scelta cadde tra due candidati di nome Gregorio: il vescovo Gregorio di Nisibis e il professor Gregorio di Seleucia. Il re Koshrau II, l'imperatore sassanide, disse soltanto che il suo candidato preferito fosse Gregorio, forse intendendo il vescovo. Ma Shirin, l'influente moglie del re, non apprezzò Gregorio di Nisibis e preferì Gregorio di Seleucia, che un tempo era stato il suo amministratore. Il Sinodo (Consiglio) rifiutò l'iniziale candidato del re, approfittando dell'ambiguità del nome, e scelsero Gregorio di Seleucia, che divenne Mar Gregorio I. Il re non ne fu sodisfatto. Sostenne con riluttanza il candidato eletto, dopo avergli imposto una forte multa, e disse: "Patriarca è e Patriarca sarà. Ma non permetterò più un'altra elezione."

Quando il catholicos Gregorio morì alcuni anni dopo, nel 608, i vescovi rivolsero al re la consueta richiesta di poter eleggere il nuovo catholicos; ma il re non si era scordato gli eventi della precedente elezione e si rifiutò. Il medico regale Gabriele di Shiggar, un accanito monofisita, gli consigliò di nominare catholicos Henana di Adiabene, oppure uno dei suoi studenti; e lui stesso approfittò della propria influenza presso il re per impedire nuove elezioni[2].

Dal 610 al 628 si disputarono le ultime e più devastanti guerre tra l'Impero bizantino e l'Impero persiano. Prima la Persia conquistò alcune parti del territorio bizantino, popolate per la maggior parte da cristiani monofisiti e calcedoniani. Per acquistare il favore popolare nelle province appena conquistate, il re Khosrau II non volle più favorire i nestoriani. Durante il vittorioso contrattacco bizantino (622-628), i calcedoniani e specialmente i monofisiti avanzarono in Persia e la Chiesa cristiana d'Oriente perse molti centri abitati. Il re riuscì a bloccare un'elezione nella Chiesa[1], per impedirle di nominare individui che potessero permettere la consacrazione di nuovi vescovi e metropoliti.

Durante i decenni di vacanza, la Chiesa nestoriana richiesa una sorta di autorità. Siccome il re rimaneva fermo nella sua linea di condotta, La Chiesa decise di svincolarsi dai divieti del re. Furono scelti due vekils (reggenti) come via per colmare il vuoto: l'arcidiacono Mar Aba per il nord; e per il sud Babai il Grande, che che a quel tempo era abate di un monastero sul Monte izla. Egli fu nominato ispettore generale o visitatore dei monasteri delle tre province settentrionali di Nisibis, B. Garmai e Adiabene[3]. Perciò Babai, anche se non era ancora vescovo, operò in qualità di patriarca per tutte le questioni ecclesiastiche, nonostante non potesse ordinare o consacrare nuovi sacerdoti. Fu nominato "visitatore dei monasteri" del nord, e amministrò la Chiesa in collaborazione con l'arcidiacono Mar Aba. In particolare questa nuova posizione gli permise di investigare l'ortodossia dei monasteri e dei monaci della Mesopotamia settentrionale, e di consolidarne la disciplina, pur scontrandosi talvolta con occasionali resistenze.

Babai il grande e Mar Aba amministrarono la Chiesa nestoriana per 17 anni. In quel periodo furono fatti tentativi per chiedere al re di cambiare parere perché autorizzasse un'elezione; ma le persone influenti presso la corte, primo fra tutti Gabriele di Shiggar, e Shirin, moglie del re e sotto l'influenza di Gabriele, bloccarono le richieste. Gabriele cercava di manovrare gli affari di governo in modo che che le decisioni del catholicòs fossero nelle sue mani (monofisite), il che sarebbe stato del tutto inaccettabile per i vescovi[4].

Il re difese questa opinione fino alla sua morte, nel 628. Questa situazione, e la vacanza del sovrano, durò fino all'uccisione di Khosrau II nel 628. Dopo di ciò Babai fu subito, anche se non unanimamente, eletto catholicòs, ma rifiutò. Poco dopo morì nella sua cella del monastero del Monte Izla[3], all'età di 75 o 77 anni.

Note

  1. ^ a b c (EN) Kitchen, Robert A., Chapter 21, in Augustine Casiday (a cura di), The Orthodox Christian World, London, Routledge, 2012, ISBN 9780415455169.
  2. ^ (EN) Wigram, W.A., An Introduction to the History of the Assyrian Church, or the Church of the Sassanid Persian Empire, 100-640 A.D., Gorgias Press, 1910, p. 247, ISBN 1-59333-103-7.
  3. ^ a b (EN) Wood, Philip, The Chronicle of Seert: Historical Imagination in Late Antiquity Iraq, Oxford, Oxford University Press, 2013, p. 159, ISBN 9780199670673.
  4. ^ (EN) Wigram, W.A., p. 255.

Bibliografia

  • (LA) Babai Magnus, Liber de Unione, in Corpus Scriptorum Christianorum Orientalium, Tomi 79/80 (Edizione siriaca). Syri 34/35 (Traduzione latina), Louvain, 1915.

Voci correlate