Benedetto Alfieri: differenze tra le versioni

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*[[Pecetto Torinese]], chiesa d'Eremo dei Calmadolesi, altare di marmo ( non più reperibile)([[1752]])*[[Piovà Massaia]], chiesa parrocchiale ([[1749]])
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*[[San Martino Alfieri]], villa Alfieri, rifacimento
*[[San Martino Alfieri]], villa Alfieri, rifacimento
*Varallo Sesia,basilica Sacro Monte, altare e tribuna ([[1740]])
*[[Varallo Sesia]], [[Sacro Monte di Varallo|basilica Sacro Monte]], altare e tribuna ([[1740]])
*[[Vercelli]], chiesa - cappella del beato Amedeo ([[1755]]), piano urbanistico ([[1760]])
*[[Vercelli]], chiesa - cappella del beato Amedeo ([[1755]]), piano urbanistico ([[1760]])



Versione delle 15:44, 1 gen 2007

Benedetto Alfieri in un incisione Ottocentesca

«d un cugino di mio padre, mio semi-zio, chiamato il conte Benedetto Alfieri.
Era questi il primo architetto del re; ed alloggiava contiguamente a quello stesso Regio teatro da lui con tanta eleganza e maestria ideato, e fatto eseguire.
Io andava qualche volta a pranzo da lui, ed alcune volte a visitarlo;
da Vita di V.Alfieri»

Benedetto Alfieri (Roma, 1700Torino, 1767) è stato un architetto italiano celebre per aver realizzato molti edifici barocchi in Piemonte.

Storia

Benedetto Innocenzo Gaspare Giuseppe Alfieri,nasce a Roma dall'astigiano Alessandro Alfieri Bianco e dalla romana Lavinia Ponte.
Apparteneva al ramo dei conti Alfieri di Cortemilia e, quindi, alla stessa famiglia del cronista astigiano Ogerio Alfieri e del poeta Vittorio Alfieri, che nella "Vita" lo ricorda con venerazione ed affetto.

Studiò prima a Roma presso il collegio dei padri gesuiti, e poi dal 1722 a Torino dove si laureò in legge.

Parallelamente compì studi ed approfondimenti come autodidatta, in architettura.

Asti, palazzo Gazzelli, particolare dell'androne

Ad Asti fu consigliere e poi sindaco dal 1726 al 1730.
In questo periodo di attività, progettò la facciata e lo scalone del Palazzo del Comune, Palazzo Alfieri ( casa natale del cugino Vittorio), Palazzo Ottolenghi, il Seminario vescovile, l’ ex Convento della Consolata, palazzo Gazzelli.

Su disegni di Benedetto Alfieri, fu edificato il castello della famiglia Alfieri, in San Martino Alfieri e venne trasformato il semplice edificio militare dei conti Amico di Castell'Alfero ad elegante residenza barocca.
Anche il castello di Govone, reso famoso dal soggiorno di Jean-Jacques Rousseau al servizio dei conti Solaro, fu costruito da Benedetto Alfieri su disegno di Guarino Guarini.

Ad Alessandria, nel 1730, realizzò il palazzo dello zio marchese Tommaso Ghilini.

Nel 1736 Carlo Emanuele III di Savoia lo incaricò di terminare il Teatro Regio di Torino.L'abilità dell'architetto, fu quella di dare una perfetta omogeneità architettonica alla facciata del teatro con gli edifici che si affacciano su Piazza Castello.
Purtroppo la facciata del teatro è l'unico elemento architettonico superstite dell'antico edificio costruito dall'Alfieri e distrutto dal rogo del 1936.

Nel 1739 succedette a Juvarra come "primo architetto civile del re di Sardegna".

Nel 1739, per la Palazzina di caccia di Stupinigi, Benedetto Alfieri progettò due nuove ali laterali, che tuttavia furono realizzate soltanto nel 1759

Nel 1743 Benedetto Alfieri soprintese al restauro del Palazzo Barolo dei conti Falletti di Barolo, intervenendo sia sulla facciata esterna (atrio e scalone) che al piano nobile.

La sua attività a Torino proseguì con numerosi rifacimenti di interni, fra i quali si ricordano le stanze e gallerie nel Palazzo Reale , palazzo Morozzo della Rocca (1750), Isnardi di Caraglio (1756), palazzo Chiablese (1762), Asinari di San Marzano (1767), ed intervenne nei rifacimenti dell'ala meridionale del palazzo del Senato (1741-1748), la cui costruzione iniziò nel 1720 su progetto di Filippo Juvarra.

Castello di Barolo

Inoltre, tra il 1751 ed il 1757, dopo la morte dello Juvarra, proseguì i lavori alla reggia di Venaria reale di Torino.

Fece i disegni per la modifica del Duomo di Torino , per un ampliamento di palazzo Madama e per una ricostruzione del castello di Chambéry.

L'Alfieri si occupò anche di urbanistica, con il progetto nel 1756 della piazza all'incrocio fra Via Milano e Via Garibaldi , piazza Palazzo di Città, l’antica Piazza delle Erbe, completata poi nell’ ottocento con la statua di Pelagio Palagi che raffigura Amedeo VI di Savoia detto il Conte Verde.

Nel 1753 accettò il progetto di realizzazione del campanile della Basilica di San Gaudenzio di Novara, l'opera venne però terminata nel 1786, 33 anni dopo l'apertura del cantiere e 19 dopo la morte del progettista.

Anche il Duomo di Carignano (chiesa parrocchiale dei SS. Giovanni Battista e Remigio) considerato il capolavoro assoluto dell’architetto, venne completato nel 1771, quattro anni dopo la sua morte.
La fabbrica costruita ad unica navata, presenta una sorprendente pianta a ventaglio ed una facciata concava lasciata grezza.
Vittorio Alfieri la ricordava come "quella bizzarra chiesa di Carignano fatta a forma di ventaglio ".
Secondo il Brinckmann, "il semicerchio della chiesa doveva stimolare lo spettatore a completarlo nella sua mente con l'altra metà".

Muore di polmonite il 6 dicembre 1767

Lo stile "Alfieriano"

Le costruzioni dell'architetto astigiano, sono caratterizzate da un barocco di stile michelangiolesco in apparenza molto festoso , ma di fatto freddo e rigoroso, fatto di muri spessi e superfici dure, tipico dello stile della corte di Carlo Emanuele III[1].

E' probabile che l'ispirazione per la sua architettura derivi dalla suo soggiorno giovanile a Roma , soprattutto per le opere monumentali, dove è forte il tentativo di "sprovincializzare" l'architettura piemontese, avvicinandola il più possibile a quella classica romana.[2]

Secondo R.Pommer, lo stile di Alfieri è molto più simile al Vanvitelli che allo Juvarra, o al Vittone.
Infatti, i temi conservatori e severi dell'architetto, si sposano pienamente nello stile dello scalone del Vanvitelli per la reggia di Caserta.

Il rococò per Alfieri non coinvolge mai l'architettura esterna, ma rimane confinato agli interni con geniali intuizioni nell'utilizzo degli specchi, degli scaloni, delle dorature e degli arredi.[3]

Elenco degli interventi alfieriani

Asti

Torino

Altre località

Note

  1. ^ Pommer Richard, Architettura del Settecento in Piemonte. Le strutture aperte di Juvarra, Alfieri e Vittone, Allemandi 2003
  2. ^ AA.VV: Benedetto Alfieri, l'opera astigiana, dall'introduzione di Amedeo Bellini, Lindau 1992 Torino
  3. ^ AA.VV: Benedetto Alfieri, l'opera astigiana, dall'introduzione di Amedeo Bellini, Lindau 1992 Torino

Tributi

  • La città di Asti ha intitolato l'Istituto Statale d'arte a Benedetto Alfieri.

Bibliografia

  • AA.VV: Benedetto Alfieri, l'opera astigiana, Lindau 1992 Torino
  • Mirella Macera , Benedetto Alfieri, ed. Comune di Asti 1992
  • Pommer Richard, Architettura del Settecento in Piemonte. Le strutture aperte di Juvarra, Alfieri e Vittone, Allemandi 2003
  • Noemi Gabrielli, Arte e Cultura ad Asti attraverso i secoli , S.Paolo Torino 1976

Voci correlate

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