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Paolo Toffanin: differenze tra le versioni

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Figlio di Domenico Toffanin (1861-1920) e di Maria Rodella (1868-1962) era fratello di [[Giuseppe Toffanin]] e di Anna che sposò il fisiologo antifascista [[Enoch Peserico]].
Figlio di Domenico Toffanin (1861-1920) e di Maria Rodella (1868-1962) era fratello di [[Giuseppe Toffanin]] e di Anna che sposò il fisiologo antifascista [[Enoch Peserico]].


Personaggio controverso e poco studiato, fu amico di [[Cesare Musatti]] che di lui scrisse: "Egli, pur non essendo per nulla fascista, e neppure uomo di chiesa era amico di tutti: di [[Roberto Farinacci]], di padre [[Agostino Gemelli]], di [[Francesco Carnelutti]], di [[Novello Papafava]] (ultimo rappresentante di un certo liberalismo illuminato esistente a Padova), ed anche amico mio (lo conoscevo da molti anni sopra tutto attraverso il fratello, che insegnava letteratura italiana nell'Universtà di Padova".
Personaggio controverso, fu amico di [[Cesare Musatti]] che di lui scrisse: "Egli, pur non essendo per nulla fascista, e neppure uomo di chiesa era amico di tutti: di [[Roberto Farinacci]], di padre [[Agostino Gemelli]], di [[Francesco Carnelutti]], di [[Novello Papafava]] (ultimo rappresentante di un certo liberalismo illuminato esistente a Padova), ed anche amico mio (lo conoscevo da molti anni sopra tutto attraverso il fratello, che insegnava letteratura italiana nell'Universtà di Padova".


Durante l'occupazione nazista Musatti  fu tratto in salvo dal Toffanin che lo aiutò a trasferirsi a [[Ivrea]], ospite dell’amico [[Adriano Olivetti]]. Nel 1944 gli fu impedita la difesa di [[Galeazzo Ciano]] nel [[processo di Verona]]. La [[Gestapo]] lo svegliò all'alba per intimargli l'ordine di non presentarsi e per comunicargli che la difesa di Ciano sarebbe stata assegnata d'ufficio all'Avv. Paolo Tommasini. Per la difesa del suo assistito il Toffanin era riuscito a convincere [[Roberto Farinacci]] a testimoniare a rischio della sua stessa vita. La testimonianza di Farinacci era infatti rischiosa in quanto pendeva su di lui un procedimento avanti allo stesso Tribunale speciale. L’8 gennaio 1944, due giorni prima della sentenza, Farinacci si presentò comunque nell’aula dove si svolgeva il processo, ma gli fu impedito di parlare.
Durante l'occupazione nazista Musatti fu tratto in salvo dal Toffanin<ref>Maria Bocci, Agostino Gemelli rettore e francescano: chiesa, regime, democrazia, Morcelliana, 2003, p.552</ref> che lo aiutò a trasferirsi a [[Ivrea]], ospite dell’amico [[Adriano Olivetti]]. Nel 1944 gli fu impedita la difesa di [[Galeazzo Ciano]] nel [[processo di Verona]]<ref>ivi, p.522; [http://lanostrastoria.corriere.it/2012/06/07/farinacci_e_il_tentativo_non_r/ corriere.it]</ref>. La [[Gestapo]] lo svegliò all'alba per intimargli l'ordine di non presentarsi e per comunicargli che la difesa di Ciano sarebbe stata assegnata d'ufficio all'Avv. Paolo Tommasini. Per la difesa del suo assistito il Toffanin era riuscito a convincere [[Roberto Farinacci]] a testimoniare a rischio della sua stessa vita. La testimonianza di Farinacci era infatti rischiosa in quanto pendeva su di lui un procedimento avanti allo stesso Tribunale speciale. L’8 gennaio 1944, due giorni prima della sentenza, Farinacci si presentò comunque nell’aula dove si svolgeva il processo, ma gli fu impedito di parlare.


Sempre nello stesso anno, in aprile a Parma, il Toffanin difese [[Carlo Scorza]], ultimo Segretario del [[Partito Nazionale Fascista]], ottenendone la scarcerazione. Nel 1945, dopo la caduta del fascismo fu incarcerato ma subito liberato anche per i buoni uffici di mons. [[Carlo Agostini]] (1888-1952) vescovo di Padova e dal 1949 Patriarca di Venezia. Fra i molti motivi che spinsero Agostini ad aiutare il Toffanin non vi era solo la considerazione che l'avvocato padovano godeva fra gli antifascisti ma anche la sua sincera amicizia con Angelo Roncalli futuro [[Papa Giovanni XXIII]].
Sempre nello stesso anno, in aprile a Parma, il Toffanin difese [[Carlo Scorza]], ultimo Segretario del [[Partito Nazionale Fascista]], ottenendone la scarcerazione<ref>Alfredo De Marsico, 25 luglio 1943: memorie per la storia, Laterza, 1983, p.XII</ref>. Nel 1945, dopo la caduta del fascismo fu incarcerato ma subito liberato anche per i buoni uffici di mons. [[Carlo Agostini]] (1888-1952) vescovo di Padova e dal 1949 Patriarca di Venezia. Fra i molti motivi che spinsero Agostini ad aiutare il Toffanin non vi era solo la considerazione che l'avvocato padovano godeva fra gli antifascisti ma anche la sua sincera amicizia con Angelo Roncalli futuro [[Papa Giovanni XXIII]].


Una volta liberato il Toffanin si preparò a difendere il Ministro dell’Educazione Nazionale [[Carlo Alberto Biggini]], nascosto nella basilica antoniana di Padova, difesa resa vana dalla morte del Biggini per un cancro al pancreas, mentre era ricoverato, sotto falso nome, in una clinica milanese.
Una volta liberato il Toffanin si preparò a difendere il Ministro dell’Educazione Nazionale [[Carlo Alberto Biggini]], nascosto nella basilica antoniana di Padova, difesa resa vana dalla morte del Biggini per un cancro al pancreas, mentre era ricoverato, sotto falso nome, in una clinica milanese.
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* Giuseppe Pardini "Roberto Farinacci, ovvero, Della rivoluzione fascista", Le Lettere, 2007
* Giuseppe Pardini "Roberto Farinacci, ovvero, Della rivoluzione fascista", Le Lettere, 2007
* Roberto Festorazzi "Farinacci cercò di salvare Ciano e rischiò la vita", Avvenire 20/06/2012
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Versione delle 22:38, 13 nov 2012

Paolo Toffanin (Padova, 9 marzo 1890Padova, 9 novembre 1971) è stato un avvocato italiano.

Biografia

Figlio di Domenico Toffanin (1861-1920) e di Maria Rodella (1868-1962) era fratello di Giuseppe Toffanin e di Anna che sposò il fisiologo antifascista Enoch Peserico.

Personaggio controverso, fu amico di Cesare Musatti che di lui scrisse: "Egli, pur non essendo per nulla fascista, e neppure uomo di chiesa era amico di tutti: di Roberto Farinacci, di padre Agostino Gemelli, di Francesco Carnelutti, di Novello Papafava (ultimo rappresentante di un certo liberalismo illuminato esistente a Padova), ed anche amico mio (lo conoscevo da molti anni sopra tutto attraverso il fratello, che insegnava letteratura italiana nell'Universtà di Padova".

Durante l'occupazione nazista Musatti fu tratto in salvo dal Toffanin[1] che lo aiutò a trasferirsi a Ivrea, ospite dell’amico Adriano Olivetti. Nel 1944 gli fu impedita la difesa di Galeazzo Ciano nel processo di Verona[2]. La Gestapo lo svegliò all'alba per intimargli l'ordine di non presentarsi e per comunicargli che la difesa di Ciano sarebbe stata assegnata d'ufficio all'Avv. Paolo Tommasini. Per la difesa del suo assistito il Toffanin era riuscito a convincere Roberto Farinacci a testimoniare a rischio della sua stessa vita. La testimonianza di Farinacci era infatti rischiosa in quanto pendeva su di lui un procedimento avanti allo stesso Tribunale speciale. L’8 gennaio 1944, due giorni prima della sentenza, Farinacci si presentò comunque nell’aula dove si svolgeva il processo, ma gli fu impedito di parlare.

Sempre nello stesso anno, in aprile a Parma, il Toffanin difese Carlo Scorza, ultimo Segretario del Partito Nazionale Fascista, ottenendone la scarcerazione[3]. Nel 1945, dopo la caduta del fascismo fu incarcerato ma subito liberato anche per i buoni uffici di mons. Carlo Agostini (1888-1952) vescovo di Padova e dal 1949 Patriarca di Venezia. Fra i molti motivi che spinsero Agostini ad aiutare il Toffanin non vi era solo la considerazione che l'avvocato padovano godeva fra gli antifascisti ma anche la sua sincera amicizia con Angelo Roncalli futuro Papa Giovanni XXIII.

Una volta liberato il Toffanin si preparò a difendere il Ministro dell’Educazione Nazionale Carlo Alberto Biggini, nascosto nella basilica antoniana di Padova, difesa resa vana dalla morte del Biggini per un cancro al pancreas, mentre era ricoverato, sotto falso nome, in una clinica milanese.

Come il suo amico, padre Agostino Gemelli, fu un abilissimo manovratore che seppe giocare su mille piani e su mille piazze. L'interesse della più recente storiografia intorno a questo personaggio può chiarire molti fatti oscuri sull'antifascismo liberale della borghesia italiana. Come scrive la storica Maria Bocci nel suo libro dedicato ad Agostino Gemelli, Paolo Toffanin apparteneva a una famiglia: "imparentata ad alcuni dei più rinomati casati padovani, famiglia che era al centro di una trama di rapporti e di conoscenze che la rendevano un punto di riferimento importante della borghesia cittadina della prima metà del Novecento".

Fonti e Bibliografia

  • Lettera inedita di Paolo Toffanin, Padova, a Giovanni Semeria, 24 luglio 1919
  • "Sentenza nella causa contro il Conte Ettore Arrigoni degli Oddi fu Oddo" Bottaro 1926
  • Tiziano Tessitori, "Storia del movimento cattolico in Friuli: 1858-1917", Del Bianco, 1964
  • Concetto Pettinato, "Bandiera a mezz'asta", G. Volpe, 1970
  • Dino Campini, "Piazzale Loreto", Edizioni del Conciliatore, 1972
  • Giuseppe Toffanin Jr, "Cent'anni in una città", Rebellato 1973
  • Cesare Musatti, "Il pronipote di Giulio Cesare", Mondadori, 1979
  • Silvio Lanaro, "Il Veneto", Einaudi, 1984
  • Luigi Russo "Belfagor, Volume 41,Edizioni 1-3", L.S. Olschki, 1986
  • Pierantonio Gios, "Un vescovo tra nazifascisti e partigiani, Istituto per la Storia Ecclesiastica Padovana", 1986
  • Massimiliano Griner, "La Banda Koch: il reparto speciale di polizia, 1943-44", Bollati Boringhieri, 2000
  • Luciano Garibaldi "La pista inglese: chi uccise Mussolini e la Petacci?", Ares, 2002
  • Maria Bocci, "Agostino Gemelli rettore e francescano: chiesa, regime, democrazia", Morcelliana, 2003
  • Roberto Festorazzi "Farinacci: l'antiduce", Il Minotauro, 2004
  • Lorenzo Benadusi "Il nemico dell'uomo nuovo: l'omosessualitÁ nell'esperimento totalitario fascista", Political Science 2005
  • Francesca Garello, "Le carte di Concetto Pettinato tra giornalismo e politica", Fondazione Ugo Spirito, 2006
  • Giuseppe Pardini "Roberto Farinacci, ovvero, Della rivoluzione fascista", Le Lettere, 2007
  • Roberto Festorazzi "Farinacci cercò di salvare Ciano e rischiò la vita", Avvenire 20/06/2012

Note

  1. ^ Maria Bocci, Agostino Gemelli rettore e francescano: chiesa, regime, democrazia, Morcelliana, 2003, p.552
  2. ^ ivi, p.522; corriere.it
  3. ^ Alfredo De Marsico, 25 luglio 1943: memorie per la storia, Laterza, 1983, p.XII