Palazzo Reale (Sofia): differenze tra le versioni
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Solo tra il 1873 e il 1875, sotto Mazhar Pascià e con il lavoro dell'intero [[Sangiaccato di Sofia]], fu costruito un altro konak per l'amministrazione del [[vilayet]]. Rappresentava un edificio simmetrico a due piani con [[Avancorpo|avancorpi]] alle 2 estremità.<ref name=":simeon2">{{Cita web|url=https://www.kingsimeon.bg/en/dvortsi-i-izkustvo/ofitsialni-rezidentsii/tsarski-dvorets-v-sofiya/|sito=www.kingsimeon.bg|lingua=en|dataaccesso=14 febbraio 2024}}</ref> Sotto il Konak, furono assegnate le segrete per la reclusione. Attraverso tunnel sotterranei, la struttura era collegata ai luoghi vicini come la [[moschea]] Çelebi, la casa del [[Pascià]], una locanda (dove si trovava il vecchio albergo "Bulgaria") ed altri. |
Solo tra il 1873 e il 1875, sotto Mazhar Pascià e con il lavoro dell'intero [[Sangiaccato di Sofia]], fu costruito un altro konak per l'amministrazione del [[vilayet]]. Rappresentava un edificio simmetrico a due piani con [[Avancorpo|avancorpi]] alle 2 estremità.<ref name=":simeon2">{{Cita web|url=https://www.kingsimeon.bg/en/dvortsi-i-izkustvo/ofitsialni-rezidentsii/tsarski-dvorets-v-sofiya/|sito=www.kingsimeon.bg|lingua=en|dataaccesso=14 febbraio 2024}}</ref> Sotto il Konak, furono assegnate le segrete per la reclusione. Attraverso tunnel sotterranei, la struttura era collegata ai luoghi vicini come la [[moschea]] Çelebi, la casa del [[Pascià]], una locanda (dove si trovava il vecchio albergo "Bulgaria") ed altri. |
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Durante la [[ |
Durante la [[guerra russo-turca (1877-1878)]], l’edificio fu utilizzato come ospedale. Il [[Trattato di Berlino (1878)|Trattato di Berlino]] del 1878 rese la Bulgaria uno stato autonomo, il [[Principato di Bulgaria]], all'interno dell'[[Impero ottomano]], con Sofia come capitale. Pur rimanendo sotto la sovranità ottomana, il principato funzionò in modo indipendente, nominando [[Alessandro I di Bulgaria|Alessandro di Battenberg]] come primo [[Sovrani di Bulgaria|principe]] nel 1879. Il Konak fu designato come sua residenza ufficiale.<ref name=":museum">{{Cita web|url=https://nationalgallery.bg/visiting/the-palace/|sito=nationalgallery.bg/|lingua=en|dataaccesso=14 febbraio 2024}}</ref><ref name=":tsenov">{{Cita libro|nome=Yasen|cognome=Tsenov|titolo=Българските дворци - от кан Аспарух до цар Борис III|data=2018|editore=Колхида|lingua=bg|pp=104|ISBN=9789546722478}}</ref> L'Assemblea nazionale mise a disposizione i fondi per trasformare il Konak in una residenza principesca. L'edificio fu rapidamente ristrutturato dall'esercito russo sotto la guida del tenente colonnello Von Witte, ma appena un anno dopo la sua installazione divenne chiaro che la struttura non era adatta ad ospitare il principe e la sua famiglia, che dovettero trasferirsi per consentire una completa ricostruzione. |
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=== Palazzo del Principe e Palazzo reale === |
=== Palazzo del Principe e Palazzo reale === |
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[[File:BASA-3K-7-432-17-Military_parades_in_Bulgaria,_1923.jpeg|alt=Парад на българската армия пред двореца в София в 1923 г.|miniatura|263x263px|la Parata dell'esercito bulgaro davanti al palazzo nel 1923.]] |
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Fu in corso una costruzione quasi interamente nuova: dell'edificio precedente furono conservate solo le fondamenta in pietra (profondamente scavate nel terreno) e parzialmente la facciata principale<ref>[http://www.nationalartgallerybg.org/index.php?l=37 История на двореца] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20140811025437/http://www.nationalartgallerybg.org/index.php?l=37|data=2014-08-11}} – в сайта на Националната художествена галерия</ref>. La costruzione venne eseguita in 2 fasi. |
Fu in corso una costruzione quasi interamente nuova: dell'edificio precedente furono conservate solo le fondamenta in pietra (profondamente scavate nel terreno) e parzialmente la facciata principale<ref>[http://www.nationalartgallerybg.org/index.php?l=37 История на двореца] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20140811025437/http://www.nationalartgallerybg.org/index.php?l=37|data=2014-08-11}} – в сайта на Националната художествена галерия</ref>. La costruzione venne eseguita in 2 fasi. |
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* Prima fase (1880 – 1882): aibtempi del primo monarca bulgaro dopo la Liberazione, il principe [[Alessandro I di Bulgaria|Alesandro I Battenberg]], sotto la guida dell'architetto austriaco [[Viktor Rumpelmayer]] con la partecipazione degli architetti [[Václav Kolář]], ceco, e Lars e Meyerber, tedeschi, fu costruita la parte di rappresentanza (pianoterra amministrativo e sopra di esso un'[[enfilade]] di sale da ballo) con un piano di servizio. L'edificio venne solennemente inaugurato il 26 dicembre [[1882]]. Nelle sale del Palazzo venne celebrato il Capodanno del 1883. Questo fu il primo edificio rappresentativo di Sofia in stile europeo. |
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* Seconda fase (1894 – 1896): durante il periodo del successivo sovrano bulgaro, il principe [[Ferdinando I di Bulgaria|Ferdinando I]], sotto la guida dell'architetto austro-ungarico [[Friedrich Grünanger]] e lo scultore Andreas Greiss (decorazioni e ornamenti in gesso) venne completata la nuova parte nord-orientale del palazzo per gli appartamenti della famiglia reale, e le stanze di servizio. La nuova dependance ospitava anche una biblioteca, aule studio, sale giochi e intrattenimento, una sala da pranzo e un salone di ricevimento, uno speciale ingresso coperto per i [[Cocchio|cocchi]] e 2 verande. Al terzo e al piano attico si trovavano gli appartamenti per gli ospiti, gli alloggi del personale e gli uffici. In questa parte dell'edificio fu installato un ascensore. Al primo piano si trovavano gli appartamenti del principe Ferdinando, della principessa [[Maria Luisa di Borbone-Parma (1870-1899)|Maria Luisa di Borbone-Parma]] (sua moglie) e dell'erede al trono, il principe [[Boris III di Bulgaria|Boris Tǎrnovski]], e al secondo piano - del principe [[Kiril di Bulgaria|Kiril Preslavski]] e delle principesse. |
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[[File:PalacioRealSofía--bulgariapastpres00samuuoft_0242.png|alt=Княжеският дворец с парка, снимани преди 1888 г.|miniatura|220x220px|Il Palazzo del principe e il parco, ante 1888.]] |
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[[File:Sofia_-_Royal_Palace_(W_Le_Queux).jpg|alt=Входът откъм Руската църква към парка и Княжеския дворец, 1906|miniatura|220x220px|L'ingresso dalle parti della Chiesa Russa nel parco e nel Palazzo Principesco, 1906]] |
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⚫ | A quel tempo furono costruite 2 cappelle del palazzo: cattolica e ortodossa, situate sul lato posteriore nord-orientale della vecchia ala. Gli artisti bulgari [[Anton Mitov]] e [[Ivan Mrkvička]] contribuirono alla decorazione della cappella ortodossa nel 1897, così come [[Stefan Badžov]] nel 1912-1916 |
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==== Prima fase (1880 – 1882): ==== |
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⚫ | La decorazione metallica dell'intero palazzo – ringhiere su scale e terrazze, inferriate decorative, recinzioni e colonne, scale interne, ecc. , furono opera delle ditte viennesi "Rudolf Philipp Wagner" e "Valerian Gillard", nonché della tedesca "Ed. Puls" |
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Ai tempi del primo monarca bulgaro dopo la Liberazione, il principe [[Alessandro I di Bulgaria|Alesandro I Battenberg]], l'architetto austriaco [[Viktor Rumpelmayer]] diresse la ricostruzione del vecchio konak, che fu quasi completamente demolito, anche se le fondamenta furono utilizzate per erigere il nuovo palazzo, che fu anche ampliato con un'ala orientale per i ricevimenti.<ref name=":tsenov2">{{Cita libro|nome=Yasen|cognome=Tsenov|titolo=Българските дворци - от кан Аспарух до цар Борис III|data=2018|editore=Колхида|lingua=bg|pp=104|ISBN=9789546722478}}</ref> [[File:PalacioRealSofía--bulgariapastpres00samuuoft_0242.png|alt=Княжеският дворец с парка, снимани преди 1888 г.|miniatura|235x235px|Il Palazzo del principe e il parco prima del 1888.]]Allo stesso modo, tutte le facciate furono rifatte seguendo lo stile sontuoso e cosmopolita del [[Napoleone III (stile)|Secondo Impero]] con connotazioni [[châteauesque]]. L'idea era quella di conferire alla nuova residenza principesca un'aria cosmopolita che simboleggiasse la trasformazione di Sofia da città di provincia ottomana a capitale di un nuovo stato indipendente. Questo fu infatti il primo edificio rappresentativo di Sofia in stile europeo. Nell'esecuzione del progetto, Rumpelmayer fu aiutato dagli architetti [[Impero austro-ungarico|austro-ungarici]] [[Friedrich Grünanger]], Antonín Kolář (noto anche come Adolf [[Václav Kolář]], ceco), Jakob Heinrich Mayer e Leers.<ref name=":simeon3">{{Cita web|url=https://www.kingsimeon.bg/en/dvortsi-i-izkustvo/ofitsialni-rezidentsii/tsarski-dvorets-v-sofiya/|sito=www.kingsimeon.bg|lingua=en|dataaccesso=14 February 2024}}</ref><ref name=":tsenov2" /> Fu costruita infatti la parte di rappresentanza (pianoterra amministrativo e sopra di esso un'[[enfilade]] di sale da ballo) con un piano di servizio. Lo spazio dove sorgeva il demolito Konak, fungeva da residenza del principe Alessandro I e luogo di lavoro, mentre il nuovo ampliamento di Rumpelmayer era utilizzato per feste e ricevimenti ed era organizzato su tre piani: il piano terra per le funzioni amministrative, il primo piano con il grande salone da ballo, la sala del trono, la sala da pranzo di gala e un giardino d'inverno; ed il secondo piano o sottotetto per i servizi. Una cerimonia di apertura ebbe luogo il 26 dicembre 1882, con l'avvento del nuovo anno 1883 segnato da un ballo di Capodanno senza precedenti all'interno del palazzo. <ref name=":simeon4">{{Cita web|url=https://www.kingsimeon.bg/en/dvortsi-i-izkustvo/ofitsialni-rezidentsii/tsarski-dvorets-v-sofiya/|sito=www.kingsimeon.bg|lingua=en|dataaccesso=14 February 2024}}</ref> |
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Da non dimenticare è il giardino, realizzato già nel 1879, durante il regno di Alessandro I di Battenberg, che decise di impiantare un parco di due ettari progettato da Anton Kollar che circondava il palazzo e era chiuso da un cancello.<ref name=":simeon5">{{Cita web|url=https://www.kingsimeon.bg/en/dvortsi-i-izkustvo/ofitsialni-rezidentsii/tsarski-dvorets-v-sofiya/|sito=www.kingsimeon.bg|lingua=en|dataaccesso=14 February 2024}}</ref> Alle estremità ovest ed est del parco, allineati con le strade,c'erano due grandi ed elaborati cancelli.<ref name=":simeon5" /> La sua superficie era di 17.690 m<sup>2</sup>, ed era adornata da rare specie di alberi, arbusti e piante decorative. |
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Nonostante le aggiunte, il Palazzo mantenne il suo volume compatto e la stretta composizione architettonica. I collegamenti interni tra le singole ali garantivano transizioni facili e veloci, che consentivano di combinare le funzioni di un'istituzione statale di rappresentanza e di una casa familiare. Fino alla fine della [[prima guerra mondiale]] il palazzo servì da punto di riferimento per tutta l’edilizia pubblica e residenziale della capitale. |
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Il 20 agosto 1886 un gruppo di militari scontenti dell'esito della [[guerra serbo-bulgara]] (1886) prese d'assalto il palazzo e costrinse il principe ad abdicare per poi trasferirlo al confine. Tuttavia il principe Alessandro I tornò nuovamente nella capitale, ma avendo perso l'appoggio della Russia, fu costretto ad abdicare definitivamente l'8 settembre dello stesso anno.<ref name=":museum2">{{Cita web|url=https://nationalgallery.bg/visiting/the-palace/|sito=nationalgallery.bg/|lingua=en|dataaccesso=14 February 2024}}</ref> |
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Dopo il matrimonio (ottobre 1930) dello zar [[Boris III di Bulgaria|Boris III]] con la principessa italiana [[Giovanna di Savoia (1907-2000)|Giovanna di Savoia]] si verificò un serio cambiamento e rinnovamento della situazione interna. Allo stesso tempo, il principe Kiril Preslavski e la principessa [[Evdokija di Bulgaria|Evdokija]] lasciarono il palazzo e vissero indipendentemente. |
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==== Seconda fase (1894 – 1896) ==== |
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A causa della complicazione della situazione militare nel 1942, la famiglia reale si trasferì dal palazzo per vivere nelle residenze reali di Vrana (fuori dall'allora Sofia) e [[Zarska Bistrica]] (nella località [[Borovec]] a [[Rila]]). Nella sua camera da letto nel palazzo, dopo una breve malattia, il sovrano bulgaro zar Boris III morì improvvisamente il 28 agosto [[1943]]. |
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Dopo il matrimonio del successivo sovrano bulgaro, il principe [[Ferdinando I di Bulgaria|Ferdinando I di Sassonia-Coburgo-Kohary]], con [[Maria Luisa di Borbone-Parma (1870-1899)|Maria Luisa di Borbone'Parma]], fu costruita l'ala est del palazzo.<ref name=":tsenov4">{{Cita libro|nome=Yasen|cognome=Tsenov|titolo=Българските дворци - от кан Аспарух до цар Борис III|data=2018|editore=Колхида|lingua=bg|pp=104|ISBN=9789546722478}}</ref> L'architetto viennese [[Friedrich Grünanger]] supervisionò la costruzione, mentre lo scultore Andreas Greiss fu responsabile della decorazione e degli ornamenti in gesso, che incorporavano elementi del [[Architettura neobarocca|Neobarocco]] viennese e decorazioni [[fin de siècle]] ispirate agli stili [[Luigi XV (stile)|Luigi XV]] e [[Luigi XVI (stile)|Luigi XVI]].<ref name=":tsenov4" /> La nuova ala fu completata nel 1896 e comprendeva nuovi alloggi per la famiglia principesca, come una biblioteca, sale di ricevimento, una sala da pranzo, due giardini d'inverno e una [[porte-cochère]] (per [[Cocchio|cocchi]]) coperta.<ref name=":tsenov3">{{Cita libro|nome=Yasen|cognome=Tsenov|titolo=Българските дворци - от кан Аспарух до цар Борис III|data=2018|editore=Колхида|lingua=bg|pp=104|ISBN=9789546722478}}</ref> Fu inoltre installato un ascensore elettrico all'avanguardia della ditta [[Schindler Group|Schindler]], che collegava il piano terra con il primo piano. Al primo piano si trovavano gli appartamenti del principe Ferdinando, della principessa Maria Luisa (sua moglie) nonché del principe ereditario, il futuro re [[Boris III di Bulgaria|Boris III]]; al secondo piano quelle del principe [[Kiril di Bulgaria|Kiril di Preslav]] e delle principesse [[Evdokija di Bulgaria|Evdokija]] e [[Nadežda di Bulgaria|Nadežda]].<ref name=":tsenov3" /> Al terzo e al piano attico si trovavano gli appartamenti per gli ospiti, gli alloggi del personale e gli uffici. Friedrich Grünanger fu sostenuto da una vasta gamma di artisti come lo scultore Andreas Greis e gli architetti Franz Eisler, [[Janaki Šamardžiev]], [[Jordan Sevov]] e Ivan Vasilov. |
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⚫ | A quel tempo furono costruite 2 cappelle del palazzo: cattolica e ortodossa, situate sul lato posteriore nord-orientale della vecchia ala. Gli artisti bulgari [[Anton Mitov]] e [[Ivan Mrkvička]] contribuirono alla decorazione della cappella ortodossa nel 1897, così come [[Stefan Badžov]] nel 1912-1916. |
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⚫ | [[File:Sofia_-_Royal_Palace_(W_Le_Queux).jpg|alt=Входът откъм Руската църква към парка и Княжеския дворец, 1906|miniatura|220x220px|L'ingresso dalle parti della Chiesa Russa nel parco e nel Palazzo Principesco, 1906]]La decorazione metallica dell'intero palazzo – ringhiere su scale e terrazze, inferriate decorative, recinzioni e colonne, scale interne, ecc. , furono opera delle ditte viennesi "Rudolf Philipp Wagner" e "Valerian Gillard", nonché della tedesca "Ed. Puls" con sede a [[Berlino]]. Il rivestimento metallico dei [[Camino (edilizia)|camini]] fu realizzato dall'azienda francese "A-ne M-on G. Laury. B-te S.G.D.E. à Paris", e le sontuose porte in quercia lavorate in modo costoso, eseguite con la tecnica dell'"[[intarsio]]" di legni esotici, [[madreperla]], [[Ottone (lega)|ottone]], [[argento]] e [[Oro|dorature]] con immagini di corone reali e monogrammi principeschi personali, portavano il timbro dell'azienda "Franz Michel" da Vienna.[[File:BASA-3K-7-432-17-Military_parades_in_Bulgaria,_1923.jpeg|alt=Парад на българската армия пред двореца в София в 1923 г.|miniatura|263x263px|la Parata dell'esercito bulgaro davanti al palazzo nel 1923.]]Nonostante tutte queste aggiunte, il Palazzo mantenne un volume compatto, con comunicazioni interne comode e ben pensate, che consentivano un facile transito tra gli ambienti di accoglienza più istituzionali e gli spazi più domestici della famiglia principesca. La sua superficie totale era di 5742,30 m<sup>2</sup> e contava 80 sale. Fino alla [[prima guerra mondiale]] il palazzo fu l’esempio da seguire per tutti gli edifici pubblici e residenziali della capitale bulgara. |
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Durante il Natale del 1889, il Palazzo Reale ospitò il primo albero di Natale della Bulgaria in una celebrazione ufficiale, sotto gli auspici della principessa [[Clementina d'Orléans]]. L'albero faceva parte di una sontuosa celebrazione natalizia a palazzo ed è stato decorato dagli studenti delle scuole di Sofia.<ref>{{Cita web|url=https://pravoslavie.ru/89245.html|sito=pravoslavie.ru|lingua=en|dataaccesso=17 February 2024}}</ref> |
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=== Ulteriori risvolti === |
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La famiglia principesca non abitava tutto l'anno nel palazzo di Sofia, ma in estate si trasferiva a [[Euxinograd|Euxinograd,]] sulla costa del [[Mar Nero]], mentre dal 1903 in poi utilizzò sempre più spesso la palazzina di caccia di [[Palazzo Vrana|Vrana]], soprattutto dopo la sua espansione nel 1909, situato alla periferia della capitale. |
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Nel 1908, il principe Ferdinando I dichiarò l'indipendenza della Bulgaria dall'Impero ottomano, che fino ad allora ne era stato [[Suzerain|sovrano]]. Ferdinando si autoproclamò [[zar]] (cioè re) dei bulgari, pertanto, da questa data, il Palazzo del Principe venne ribattezzato Palazzo Reale. |
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Sebbene il palazzo avesse una cappella cattolica, la religione professata sia da Ferdinando I che dalle sue due successive mogli, nel 1912, per il raggiungimento della maggiore età del figlio maggiore ed erede al trono, Boris, si decise di aggiungere un'elaborata cappella [[Chiesa ortodossa bulgara|ortodossa]], la religione maggioritaria. in Bulgaria. Già nel 1893 Ferdinando aveva deciso che Boris sarebbe stato educato alla religione ortodossa, un obbligo costituzionale, nonché una delle condizioni poste dallo zar [[Nicola II di Russia]] per il ristabilimento delle relazioni diplomatiche interrotte dal 1886. Tale decisione gli valse la [[scomunica]] da parte di [[Papa Leone XIII]]. La cappella ortodossa era posizionata sul lato posteriore nord-est dell'ala vecchia del palazzo.<ref name=":tsenov5">{{Cita libro|nome=Yasen|cognome=Tsenov|titolo=Българските дворци - от кан Аспарух до цар Борис III|data=2018|editore=Колхида|lingua=bg|pp=104|ISBN=9789546722478}}</ref> Il suo ornamento fu arricchito dal contributo degli artisti Anton Mitov e [[Ivan Mrkvička]] nel 1897, nonché di Stefan Badžov dal 1912 al 1916.<ref name=":tsenov5" /> |
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Dopo la sconfitta nella [[Prima guerra mondiale|prima guerra mondial]]<nowiki/>e e l'abdicazione di Ferdinando, suo figlio Boris III divenne il nuovo monarca bulgaro. In seguito al suo matrimonio con la principessa [[Giovanna di Savoia (1907-2000)|Giovanna di Savoia]], figlia del re italiano [[Vittorio Emanuele III di Savoia|Vittorio Emanuele III]], nell'ottobre 1930, fu effettuata un'accurata ristrutturazione e ammodernamento del palazzo.<ref name=":tsenov6">{{Cita libro|nome=Yasen|cognome=Tsenov|titolo=Българските дворци - от кан Аспарух до цар Борис III|data=2018|editore=Колхида|lingua=bg|pp=104|ISBN=9789546722478}}</ref> Allo stesso tempo, il palazzo non era più abitato dal principe Kiril e dalla principessa Evdokija, e la principessa Nadežda si era sposata e viveva in Germania dal 1924.<ref name=":tsenov6" /> |
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Nel 1934, il politico di estrema destra [[Kimon Georgiev]], dopo aver organizzato un colpo di stato, fu nominato primo ministro dal re nel palazzo. Durante la [[seconda guerra mondiale]], la Bulgaria si schierò con le [[potenze dell'Asse]], con l'obiettivo di riconquistare la regione della [[Macedonia (regione storica)|Macedonia]] perduta durante la [[seconda guerra balcanica]] e la prima guerra mondiale. Nel 1942, di fronte al deterioramento della situazione militare, la famiglia reale si trasferì nel [[Palazzo Vrana]], alla periferia di Sofia, e a [[Zarska bistrica]], una palazzina di caccia sui [[Rila|monti Rila]] vicino a [[Borovec]].<ref name=":tsenov7">{{Cita libro|nome=Yasen|cognome=Tsenov|titolo=Българските дворци - от кан Аспарух до цар Борис III|data=2018|editore=Колхида|lingua=bg|pp=104|ISBN=9789546722478}}</ref> |
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Poco dopo il ritorno da una visita in Germania, il re Boris III morì inaspettatamente nella sua camera da letto nel palazzo il 28 agosto 1943 all'età di 49 anni. Si ritiene che fosse morto per avvelenamento. A Boris successe il figlio di sei anni, re [[Simeone II di Bulgaria|Simeone II]], sotto un consiglio di reggenza guidato dal fratello di Boris, il principe Kiril. |
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Nel 1944, un altro colpo di stato portò al potere il filo-comunista [[Fronte della Patria]] e Kimon Georgiev, ora allineato con i comunisti, divenne nuovamente primo ministro. Iniziò una graduale epurazione dei simboli monarchici del Palazzo reale, mentre il re ragazzo Simeone II e la sua famiglia rimasero a Vrana. Nel 1946, nel controverso referendum organizzato dal governo del Fronte della Patria, i bulgari votarono al 95% a favore della repubblica e la famiglia reale lasciò subito il Paese. |
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=== Palazzo del Governo, scuola === |
=== Palazzo del Governo, scuola === |
Versione delle 12:12, 2 ago 2024
Palazzo Reale | |
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Localizzazione | |
Stato | Bulgaria |
Località | Sofia |
Indirizzo | piazza Knjaz Aleksandǎr 1 |
Coordinate | 42°41′47.33″N 23°19′36.43″E |
Informazioni generali | |
Condizioni | In uso |
Costruzione | 1873, 1880 – 1882, 1894 – 1896 |
Inaugurazione | 1882 |
Stile | neoclassico |
Realizzazione | |
Architetto | Viktor Rumpelmayer; Friedrich Grünanger |
L'ex Palazzo del Principe/Reale (in bulgaro Княжески/царски дворец?) è l'attuale complesso dei musei nazionali di Sofia, che si trova in Piazza Knjaz Aleksandǎr I 1, nel centro della capitale bulgara. Dal 1978 è monumento della cultura. Il palazzo attualmente ospita 2 musei nazionali: la filiale della Galleria Nazionale – nella parte nord-occidentale e nell'edificio centrale, e il Museo Etnografico Nazionale – nella parte sud-orientale.
Il palazzo ha svolto un ruolo fondamentale nella storia della Bulgaria, testimoniando il viaggio del paese attraverso la monarchia, il comunismo e la democrazia. Eretto alla fine del XIX secolo come residenza reale, l'architettura del palazzo fonde vari stili, con influenze prominenti del Neobarocco austriaco e del Neorococò francese.[1]
Storia
Konak, ospedale, palazzo del Principe
La posizione del Palazzo reale era in cima ad una collina. Prima dell'edificio attuale ci fu un altro edificio: il konak, che ospitava l'amministrazione e la corte ottomana prima della Liberazione della Bulgaria. Purtroppo la struttura fu devastata da un incendio nel 1816, che ne portò la distruzione. Successivamente l’area rimase dormiente e inutilizzata per un lungo periodo.
Solo tra il 1873 e il 1875, sotto Mazhar Pascià e con il lavoro dell'intero Sangiaccato di Sofia, fu costruito un altro konak per l'amministrazione del vilayet. Rappresentava un edificio simmetrico a due piani con avancorpi alle 2 estremità.[2] Sotto il Konak, furono assegnate le segrete per la reclusione. Attraverso tunnel sotterranei, la struttura era collegata ai luoghi vicini come la moschea Çelebi, la casa del Pascià, una locanda (dove si trovava il vecchio albergo "Bulgaria") ed altri.
Durante la guerra russo-turca (1877-1878), l’edificio fu utilizzato come ospedale. Il Trattato di Berlino del 1878 rese la Bulgaria uno stato autonomo, il Principato di Bulgaria, all'interno dell'Impero ottomano, con Sofia come capitale. Pur rimanendo sotto la sovranità ottomana, il principato funzionò in modo indipendente, nominando Alessandro di Battenberg come primo principe nel 1879. Il Konak fu designato come sua residenza ufficiale.[3][4] L'Assemblea nazionale mise a disposizione i fondi per trasformare il Konak in una residenza principesca. L'edificio fu rapidamente ristrutturato dall'esercito russo sotto la guida del tenente colonnello Von Witte, ma appena un anno dopo la sua installazione divenne chiaro che la struttura non era adatta ad ospitare il principe e la sua famiglia, che dovettero trasferirsi per consentire una completa ricostruzione.
Palazzo del Principe e Palazzo reale
Fu in corso una costruzione quasi interamente nuova: dell'edificio precedente furono conservate solo le fondamenta in pietra (profondamente scavate nel terreno) e parzialmente la facciata principale[5]. La costruzione venne eseguita in 2 fasi.
Prima fase (1880 – 1882):
Ai tempi del primo monarca bulgaro dopo la Liberazione, il principe Alesandro I Battenberg, l'architetto austriaco Viktor Rumpelmayer diresse la ricostruzione del vecchio konak, che fu quasi completamente demolito, anche se le fondamenta furono utilizzate per erigere il nuovo palazzo, che fu anche ampliato con un'ala orientale per i ricevimenti.[6]
Allo stesso modo, tutte le facciate furono rifatte seguendo lo stile sontuoso e cosmopolita del Secondo Impero con connotazioni châteauesque. L'idea era quella di conferire alla nuova residenza principesca un'aria cosmopolita che simboleggiasse la trasformazione di Sofia da città di provincia ottomana a capitale di un nuovo stato indipendente. Questo fu infatti il primo edificio rappresentativo di Sofia in stile europeo. Nell'esecuzione del progetto, Rumpelmayer fu aiutato dagli architetti austro-ungarici Friedrich Grünanger, Antonín Kolář (noto anche come Adolf Václav Kolář, ceco), Jakob Heinrich Mayer e Leers.[7][6] Fu costruita infatti la parte di rappresentanza (pianoterra amministrativo e sopra di esso un'enfilade di sale da ballo) con un piano di servizio. Lo spazio dove sorgeva il demolito Konak, fungeva da residenza del principe Alessandro I e luogo di lavoro, mentre il nuovo ampliamento di Rumpelmayer era utilizzato per feste e ricevimenti ed era organizzato su tre piani: il piano terra per le funzioni amministrative, il primo piano con il grande salone da ballo, la sala del trono, la sala da pranzo di gala e un giardino d'inverno; ed il secondo piano o sottotetto per i servizi. Una cerimonia di apertura ebbe luogo il 26 dicembre 1882, con l'avvento del nuovo anno 1883 segnato da un ballo di Capodanno senza precedenti all'interno del palazzo. [8]
Da non dimenticare è il giardino, realizzato già nel 1879, durante il regno di Alessandro I di Battenberg, che decise di impiantare un parco di due ettari progettato da Anton Kollar che circondava il palazzo e era chiuso da un cancello.[9] Alle estremità ovest ed est del parco, allineati con le strade,c'erano due grandi ed elaborati cancelli.[9] La sua superficie era di 17.690 m2, ed era adornata da rare specie di alberi, arbusti e piante decorative.
Il 20 agosto 1886 un gruppo di militari scontenti dell'esito della guerra serbo-bulgara (1886) prese d'assalto il palazzo e costrinse il principe ad abdicare per poi trasferirlo al confine. Tuttavia il principe Alessandro I tornò nuovamente nella capitale, ma avendo perso l'appoggio della Russia, fu costretto ad abdicare definitivamente l'8 settembre dello stesso anno.[10]
Seconda fase (1894 – 1896)
Dopo il matrimonio del successivo sovrano bulgaro, il principe Ferdinando I di Sassonia-Coburgo-Kohary, con Maria Luisa di Borbone'Parma, fu costruita l'ala est del palazzo.[11] L'architetto viennese Friedrich Grünanger supervisionò la costruzione, mentre lo scultore Andreas Greiss fu responsabile della decorazione e degli ornamenti in gesso, che incorporavano elementi del Neobarocco viennese e decorazioni fin de siècle ispirate agli stili Luigi XV e Luigi XVI.[11] La nuova ala fu completata nel 1896 e comprendeva nuovi alloggi per la famiglia principesca, come una biblioteca, sale di ricevimento, una sala da pranzo, due giardini d'inverno e una porte-cochère (per cocchi) coperta.[12] Fu inoltre installato un ascensore elettrico all'avanguardia della ditta Schindler, che collegava il piano terra con il primo piano. Al primo piano si trovavano gli appartamenti del principe Ferdinando, della principessa Maria Luisa (sua moglie) nonché del principe ereditario, il futuro re Boris III; al secondo piano quelle del principe Kiril di Preslav e delle principesse Evdokija e Nadežda.[12] Al terzo e al piano attico si trovavano gli appartamenti per gli ospiti, gli alloggi del personale e gli uffici. Friedrich Grünanger fu sostenuto da una vasta gamma di artisti come lo scultore Andreas Greis e gli architetti Franz Eisler, Janaki Šamardžiev, Jordan Sevov e Ivan Vasilov.
A quel tempo furono costruite 2 cappelle del palazzo: cattolica e ortodossa, situate sul lato posteriore nord-orientale della vecchia ala. Gli artisti bulgari Anton Mitov e Ivan Mrkvička contribuirono alla decorazione della cappella ortodossa nel 1897, così come Stefan Badžov nel 1912-1916.
La decorazione metallica dell'intero palazzo – ringhiere su scale e terrazze, inferriate decorative, recinzioni e colonne, scale interne, ecc. , furono opera delle ditte viennesi "Rudolf Philipp Wagner" e "Valerian Gillard", nonché della tedesca "Ed. Puls" con sede a Berlino. Il rivestimento metallico dei camini fu realizzato dall'azienda francese "A-ne M-on G. Laury. B-te S.G.D.E. à Paris", e le sontuose porte in quercia lavorate in modo costoso, eseguite con la tecnica dell'"intarsio" di legni esotici, madreperla, ottone, argento e dorature con immagini di corone reali e monogrammi principeschi personali, portavano il timbro dell'azienda "Franz Michel" da Vienna.
Nonostante tutte queste aggiunte, il Palazzo mantenne un volume compatto, con comunicazioni interne comode e ben pensate, che consentivano un facile transito tra gli ambienti di accoglienza più istituzionali e gli spazi più domestici della famiglia principesca. La sua superficie totale era di 5742,30 m2 e contava 80 sale. Fino alla prima guerra mondiale il palazzo fu l’esempio da seguire per tutti gli edifici pubblici e residenziali della capitale bulgara.
Durante il Natale del 1889, il Palazzo Reale ospitò il primo albero di Natale della Bulgaria in una celebrazione ufficiale, sotto gli auspici della principessa Clementina d'Orléans. L'albero faceva parte di una sontuosa celebrazione natalizia a palazzo ed è stato decorato dagli studenti delle scuole di Sofia.[13]
Ulteriori risvolti
La famiglia principesca non abitava tutto l'anno nel palazzo di Sofia, ma in estate si trasferiva a Euxinograd, sulla costa del Mar Nero, mentre dal 1903 in poi utilizzò sempre più spesso la palazzina di caccia di Vrana, soprattutto dopo la sua espansione nel 1909, situato alla periferia della capitale.
Nel 1908, il principe Ferdinando I dichiarò l'indipendenza della Bulgaria dall'Impero ottomano, che fino ad allora ne era stato sovrano. Ferdinando si autoproclamò zar (cioè re) dei bulgari, pertanto, da questa data, il Palazzo del Principe venne ribattezzato Palazzo Reale.
Sebbene il palazzo avesse una cappella cattolica, la religione professata sia da Ferdinando I che dalle sue due successive mogli, nel 1912, per il raggiungimento della maggiore età del figlio maggiore ed erede al trono, Boris, si decise di aggiungere un'elaborata cappella ortodossa, la religione maggioritaria. in Bulgaria. Già nel 1893 Ferdinando aveva deciso che Boris sarebbe stato educato alla religione ortodossa, un obbligo costituzionale, nonché una delle condizioni poste dallo zar Nicola II di Russia per il ristabilimento delle relazioni diplomatiche interrotte dal 1886. Tale decisione gli valse la scomunica da parte di Papa Leone XIII. La cappella ortodossa era posizionata sul lato posteriore nord-est dell'ala vecchia del palazzo.[14] Il suo ornamento fu arricchito dal contributo degli artisti Anton Mitov e Ivan Mrkvička nel 1897, nonché di Stefan Badžov dal 1912 al 1916.[14]
Dopo la sconfitta nella prima guerra mondiale e l'abdicazione di Ferdinando, suo figlio Boris III divenne il nuovo monarca bulgaro. In seguito al suo matrimonio con la principessa Giovanna di Savoia, figlia del re italiano Vittorio Emanuele III, nell'ottobre 1930, fu effettuata un'accurata ristrutturazione e ammodernamento del palazzo.[15] Allo stesso tempo, il palazzo non era più abitato dal principe Kiril e dalla principessa Evdokija, e la principessa Nadežda si era sposata e viveva in Germania dal 1924.[15]
Nel 1934, il politico di estrema destra Kimon Georgiev, dopo aver organizzato un colpo di stato, fu nominato primo ministro dal re nel palazzo. Durante la seconda guerra mondiale, la Bulgaria si schierò con le potenze dell'Asse, con l'obiettivo di riconquistare la regione della Macedonia perduta durante la seconda guerra balcanica e la prima guerra mondiale. Nel 1942, di fronte al deterioramento della situazione militare, la famiglia reale si trasferì nel Palazzo Vrana, alla periferia di Sofia, e a Zarska bistrica, una palazzina di caccia sui monti Rila vicino a Borovec.[16]
Poco dopo il ritorno da una visita in Germania, il re Boris III morì inaspettatamente nella sua camera da letto nel palazzo il 28 agosto 1943 all'età di 49 anni. Si ritiene che fosse morto per avvelenamento. A Boris successe il figlio di sei anni, re Simeone II, sotto un consiglio di reggenza guidato dal fratello di Boris, il principe Kiril.
Nel 1944, un altro colpo di stato portò al potere il filo-comunista Fronte della Patria e Kimon Georgiev, ora allineato con i comunisti, divenne nuovamente primo ministro. Iniziò una graduale epurazione dei simboli monarchici del Palazzo reale, mentre il re ragazzo Simeone II e la sua famiglia rimasero a Vrana. Nel 1946, nel controverso referendum organizzato dal governo del Fronte della Patria, i bulgari votarono al 95% a favore della repubblica e la famiglia reale lasciò subito il Paese.
Palazzo del Governo, scuola
Dopo l'abolizione della monarchia e l'instaurazione del regime comunista (15 settembre 1946), il palazzo divenne sede del Consiglio dei ministri e della Scuola superiore del partito comunista, nonché residenza temporanea dei nuovi uomini politici. Una sala del palazzo fu frettolosamente adattata all'ufficio del primo ministro Georgi Dimitrov, per il quale tutti i pannelli furono strappati e distrutti, e il resto fu dipinto con vernice blanda. La recinzione del palazzo fu barbaramente distrutta nel 1946, e il suo parco fu lasciato aperto e incustodito.
Durante la costruzione del mausoleo di Georgi Dimitrov nel luglio 1949, il viale del parco davanti all'ingresso centrale fu distrutto. Al suo posto si formò un ampio piazzale, nel quale il livello del terreno circostante venne abbassato di circa 2 metri. Il trattamento barbarico degli interni del palazzo colpì quasi tutte le stanze. La ricostruzione interna fu eseguita in modo primitivo: l'interno del palazzo fu ricoperto di assi, compensato e dipinto con noncuranza con vernice blanda.
Complesso di musei nazionali
Nel 1953, con la decisione del Consiglio dei ministri della Bulgaria, l'edificio dell'ex Palazzo fu concessa all'Galleria d'arte nazionale e al Museo etnografico nazionale. L'edificio fu dichiarato monumento culturale immobile nel 1978.
La piazza, formata tra il palazzo e il mausoleo, all'epoca della Repubblica Popolare di Bulgaria portava il nome "9 settembre". Fu utilizzata per le manifestazioni di lavoratori e studenti durante le principali festività del Paese (1 maggio, 24 maggio, 9 settembre), nonché per le parate militari dell'Esercito popolare bulgaro, osservate dagli alti dirigenti statali dagli spalti del mausoleo e da diplomatici stranieri e altri funzionari delle tribune davanti al palazzo.
Note
- ^ (EN) www.kingsimeon.bg, https://www.kingsimeon.bg/en/dvortsi-i-izkustvo/ofitsialni-rezidentsii/tsarski-dvorets-v-sofiya/ . URL consultato il 14 February 2024.
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- ^ (EN) nationalgallery.bg/, https://nationalgallery.bg/visiting/the-palace/ . URL consultato il 14 febbraio 2024.
- ^ (BG) Yasen Tsenov, Българските дворци - от кан Аспарух до цар Борис III, Колхида, 2018, pp. 104, ISBN 9789546722478.
- ^ История на двореца Archiviato l'11 agosto 2014 in Internet Archive. – в сайта на Националната художествена галерия
- ^ a b (BG) Yasen Tsenov, Българските дворци - от кан Аспарух до цар Борис III, Колхида, 2018, pp. 104, ISBN 9789546722478.
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- ^ (EN) nationalgallery.bg/, https://nationalgallery.bg/visiting/the-palace/ . URL consultato il 14 February 2024.
- ^ a b (BG) Yasen Tsenov, Българските дворци - от кан Аспарух до цар Борис III, Колхида, 2018, pp. 104, ISBN 9789546722478.
- ^ a b (BG) Yasen Tsenov, Българските дворци - от кан Аспарух до цар Борис III, Колхида, 2018, pp. 104, ISBN 9789546722478.
- ^ (EN) pravoslavie.ru, https://pravoslavie.ru/89245.html . URL consultato il 17 February 2024.
- ^ a b (BG) Yasen Tsenov, Българските дворци - от кан Аспарух до цар Борис III, Колхида, 2018, pp. 104, ISBN 9789546722478.
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Collegamenti esterni
- Foto vecchie del palazzo, su stara-sofia.com
- Foto vecchie del palazzo, su lostbulgaria.com