Ercole Farnese: differenze tra le versioni
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== Storia == |
== Storia == |
Versione delle 12:54, 25 nov 2018
Ercole Farnese | |
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Autore | Glicone di Atene |
Data | III secolo |
Materiale | marmo |
Altezza | 317 cm |
Ubicazione | Museo Archeologico Nazionale, Napoli |
Coordinate | 40°51′12.24″N 14°15′01.8″E |
L'Ercole Farnese è una scultura ellenistica in marmo alta 317 cm di Glicone di Atene databile al III secolo d.C. custodita nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
Essa risulta essere una copia dell'originale bronzea creata da Lisippo nel IV secolo a.C.[1] Sulla roccia, sotto la clava, è presente la firma del copista Glicone, scultore ateniese del II secolo d.C.
Storia
La statua, assieme a tutta la collezione Farnese presente nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli, è stata rinvenuta alle terme di Caracalla a Roma intorno al 1546.
Successivamente è entrata a far parte della collezione del cardinale Alessandro Farnese. Per generazioni l'Ercole è stato posto nella sala d'Ercole del palazzo Farnese di Roma, e con esso, nello stesso palazzo, vi erano collocate anche gran parte delle sculture antiche.
Nel 1787, grazie all'eredità ottenuta da Carlo di Borbone, figlio di Elisabetta Farnese, l'intera collezione Farnese fu trasferita a Napoli e collocata prima nella reggia di Capodimonte, edificata proprio a tal scopo, e poi, successivamente, nel Palazzo del Real Museo.
La statua fu trovata per la prima volta priva di alcuni pezzi, tra i quali i due polpacci. Così Guglielmo Della Porta, allievo di Michelangelo, eseguì il restauro della scultura inserendo le suddette parti mancanti. Successivamente, quando furono ritrovati i due frammenti di arti inferiori, si decise di lasciare i pezzi di recente aggiunta in quanto considerati di maggior fattura. Solo durante il periodo dei Borbone di Napoli, alla fine del Settecento, si decise di ripristinare gli antichi arti sostituendoli a quelli di restauro. Oggi nel museo archeologico di Napoli è possibile vedere alle spalle dell'Ercole una parete sulla quale sono esposti i due polpacci scolpiti da Guglielmo Della Porta.[1]
Descrizione
L'eroe personificava il trionfo del coraggio dell'uomo sulla serie di prove poste dagli dèi gelosi. A lui, figlio di Zeus, era concesso di raggiungere l'immortalità definitiva. Nel periodo classico, il suo ruolo di salvatore dell'umanità era stato accentuato, ma possedeva anche difetti mortali come la lussuria e l'avidità.
L'interpretazione che ne diede Lisippo rispecchiava questi aspetti della sua natura mortale e fornì all'eroe un ritratto al quale si guardò per il resto dell'antichità. Questa statua rappresenta Ercole, stanco al termine delle fatiche, che si riposa appoggiandosi alla clava, tenendo con la mano destra, dietro la schiena, i pomi d'oro rubati alle Esperidi.
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Il viso
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Il braccio sinistro appoggiato sulla clava
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Il piede destro
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La mano destra dietro la schiena con i pomi
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Firma di Glicone
Altre versioni
Diverse sono le opere eseguite nei secoli con il medesimo soggetto. Si ricordano la copia presente nel cortile di palazzo Pitti a Firenze, fino al XVI secolo; un'altra bronzea in scala ridotta fu trovata a Foligno ed è oggi conservata nel Museo del Louvre; un'altra, chiamata Ercole Curino, sempre bronzea in scala ridotta del III secolo a.C., fu trovata a Sulmona ed è oggi conservata nel museo archeologico nazionale d'Abruzzo a Chieti; poi vi è una simile a quella di Napoli presente nel salone d'onore della reggia di Caserta, la stessa fu ritrovata assieme all'Ercole Farnese ed è chiamata Ercole Latino; ancora, un'opera in marmo ritraente lo stesso soggetto è presente nel museo dell'Antica Agorà di Atene; e ancora, a Kassel, città del nord Hessen in Germania, è presente una replica, posta su un edificio in pietra ottagonale ("Oktagon") che sormonta uno dei parchi più importanti della città. Nel complesso il sistema edificio-statua raggiunge 69 metri d'altezza: è secondo al mondo dopo la statua della Libertà di New York.
Una copia dell'Ercole Farnese si trova a Palermo, nel parco della Favorita, posta su una colonna al centro della Fontana d'Ercole, da cui parte l'omonimo viale che dalla città porta alla Palazzina Cinese, residenza estiva del re di Napoli.
Infine, un calco in gesso è esposto nella stazione "Museo" della linea 1 della metropolitana di Napoli.
Note
- ^ a b Museo Archeologico Nazionale di Napoli, su cir.campania.beniculturali.it. URL consultato il 3 marzo 2015 (archiviato dall'url originale il 2 aprile 2015).
Bibliografia
- La collezione Farnese, Editrice Electa (1995)
- Carlo Gasparri (a cura di), Le sculture delle Terme di Caracalla, collana Le sculture Farnese, vol. 3, Milano, Electa, 2010, ISBN 978-88-510-0607-5.
- Carlo Gasparri (a cura di), Le sculture Farnese. Storia e documenti, Napoli, Electa Napoli, 2007, ISBN 978-88-510-0358-6.
Voci correlate
Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sull'Ercole Farnese