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Arcidiocesi di Capua: differenze tra le versioni

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{{diocesi della chiesa cattolica
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|patroni= [[Santo Stefano Protomartire]]<ref>Paolo IV, ''Lettera Apostolica all'Arcidiocesi Metropolitana di Capua nel millenario della Metropolia'', Roma 29 settembre 1967. Dopo aver dichiarato San Roberto patrono dell'Arcidiocesi, il testo dice:
|cattedrale = [[Duomo di Capua|Santa Maria Assunta in Cielo]]
|patroni = [[Santo Stefano Protomartire]]<ref>Paolo VI, ''Lettera Apostolica all'Arcidiocesi Metropolitana di Capua nel millenario della Metropolia'', Roma, 29 settembre 1967. Dopo aver dichiarato San Roberto patrono dell'Arcidiocesi, il testo dice:
{{Citazione|Di tutta la Chiesa Arcidiocesana di Capua presso Dio (dichiariamo San Roberto) patrono principale celeste, al pari e insieme con santo Stefano protomartire, eletto patrono da molto tempo.|[[Lettera apostolica]], [http://www.vatican.va/holy_father/paul_vi/apost_letters/documents/hf_p-vi_apl_19670929_roma-altera_lt.html ''Roma altera quondam'']|...totius Capuanae archidioecesis caelestem apud Deum Patronum aeque principalem, una cum Sancto Stephano Protomartyre, pridem costituito Patrono...|lingua=la}}</ref><br />[[Roberto Bellarmino]]
{{Citazione|Di tutta la Chiesa Arcidiocesana di Capua presso Dio (dichiariamo San Roberto) patrono principale celeste, al pari e insieme con santo Stefano protomartire, eletto patrono da molto tempo.|[[Lettera apostolica]], [http://www.vatican.va/holy_father/paul_vi/apost_letters/documents/hf_p-vi_apl_19670929_roma-altera_lt.html ''Roma altera quondam'']|...totius Capuanae archidioecesis caelestem apud Deum Patronum aeque principalem, una cum Sancto Stephano Protomartyre, pridem costituito Patrono...|lingua=la}}</ref><br />[[Roberto Bellarmino]]
|indirizzo=Piazza Landolfo 1, 81043 Capua [Caserta], Italia
|indirizzo = Piazza Landolfo 1, 81043 Capua [Caserta], Italia
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|sito = www.diocesidicapua.it/
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[[File:Capua, cattedrale di Santa Maria Assunta - Cattedra episcopale.jpg|thumb|La cattedra episcopale]]


L{{'}}'''arcidiocesi di Capua''' ({{latino|Archidioecesis Capuana}}) è una sede della [[Chiesa cattolica in Italia]] [[Diocesi suffraganea|suffraganea]] dell'[[arcidiocesi di Napoli]] appartenente alla [[regione ecclesiastica Campania]]. Nel [[2021]] contava 191.600 battezzati su 205.400 abitanti. È retta dall'[[arcivescovo]] [[Pietro Lagnese]].
[[File:Campanile della Cattedrale di Capua.jpg|thumb|Campanile della cattedrale di Capua]]
[[File:Cattedrale di Capua, Presbiterio.jpg|thumb|Presbiterio della cattedrale di Capua]]

L<nowiki>'</nowiki>'''arcidiocesi di Capua''' (in [[lingua latina|latino]]: ''Archidioecesis Capuana'') è una sede della [[Chiesa cattolica in Italia]] suffraganea dell'[[arcidiocesi di Napoli]] appartenente alla [[regione ecclesiastica Campania]]. Nel [[2016]] contava 196.200 battezzati su 207.200 abitanti. È retta dall'[[arcivescovo]] [[Salvatore Visco]].


== Territorio ==
== Territorio ==
L'arcidiocesi comprende i comuni di Capua, [[Bellona (Italia)|Bellona]], [[Camigliano]] (limitatamente alla frazione Leporano; il restante territorio è nella [[diocesi di Teano-Calvi]]), [[Cancello ed Arnone]], [[Casagiove]] (in parte, il restante territorio è nella [[diocesi di Caserta]]), [[Casapulla]], [[Caserta]] (in parte, limitatamente alla frazione Ercole; il restante territorio è nella diocesi di Caserta), [[Castel Morrone]] (in parte, il restante territorio è nella diocesi di Caserta), [[Castel Volturno]], [[Curti]], [[Francolise]] (in parte, limitatamente alla frazione Sant'Andrea del Pizzone; il restante territorio è nella diocesi di Teano-Calvi), [[Giano Vetusto]] (in parte, limitatamente alla parrocchia di Santa Maria Maddalena; il restante territorio è nella diocesi di Teano-Calvi), [[Grazzanise]], [[Macerata Campania]], [[Marcianise]] (in parte; il restante territorio è nella diocesi di Caserta), [[Pastorano]] (in parte, limitatamente alla frazione Pantuliano; il restante territorio è nella diocesi di Teano-Calvi), [[Portico di Caserta]], [[San Prisco (Italia)|San Prisco]], [[Santa Maria Capua Vetere]], [[Santa Maria la Fossa]], [[San Tammaro (Italia)|San Tammaro]] e [[Vitulazio]].
L'arcidiocesi comprende i comuni di Capua, [[Bellona (Italia)|Bellona]], [[Camigliano]] (limitatamente alla frazione Leporano; il restante territorio è nella [[diocesi di Teano-Calvi]]), [[Cancello ed Arnone]], [[Casagiove]] (in parte, il restante territorio è nella [[diocesi di Caserta]]), [[Casapulla]], [[Caserta]] (in parte, limitatamente alla frazione Ercole; il restante territorio è nella diocesi di Caserta), [[Castel Morrone]] (in parte, il restante territorio è nella diocesi di Caserta), [[Castel Volturno]], [[Curti]], [[Francolise]] (in parte, limitatamente alla frazione Sant'Andrea del Pizzone; il restante territorio è nella diocesi di Teano-Calvi), [[Giano Vetusto]] (in parte, limitatamente alla parrocchia di Santa Maria Maddalena; il restante territorio è nella diocesi di Teano-Calvi), [[Grazzanise]], [[Macerata Campania]], [[Marcianise]] (in parte; il restante territorio è nella diocesi di Caserta), [[Pastorano]] (in parte, limitatamente alla frazione Pantuliano; il restante territorio è nella diocesi di Teano-Calvi), [[Portico di Caserta]], [[San Prisco (Italia)|San Prisco]], [[Santa Maria Capua Vetere]], [[Santa Maria la Fossa]], [[San Tammaro (Italia)|San Tammaro]] e [[Vitulazio]].


Confina con la [[diocesi di Aversa]] a sud, con la [[diocesi di Sessa Aurunca]] a nord ovest, con la [[diocesi di Teano-Calvi]] a nord, con la [[diocesi di Alife-Caiazzo]], a nord est e con la [[diocesi di Caserta]] a est.
Confina con la [[diocesi di Aversa]] a sud, con la [[diocesi di Acerra]] a sud est, con la [[diocesi di Sessa Aurunca]] a nord ovest, con la [[diocesi di Teano-Calvi]] a nord, con la [[diocesi di Alife-Caiazzo]], a nord est e con la [[diocesi di Caserta]] a est.


Sede vescovile è la città di [[Capua]], dove si trova la [[Duomo di Capua|cattedrale di Santa Maria Assunta in Cielo]].
Sede vescovile è la città di [[Capua]], dove si trova la [[Duomo di Capua|cattedrale di Santa Maria Assunta in Cielo]].
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L'arcidiocesi di Capua sarebbe, secondo la tradizione, una delle più antiche diocesi italiane, risalendo a prima della metà del [[I secolo]]. Vanta infatti origini apostoliche. Tuttavia, i primi riscontri storici di un vescovo di Capua si hanno solo con Proterio, che presenziò al [[sinodo]] di [[Roma]] del [[313]].
L'arcidiocesi di Capua sarebbe, secondo la tradizione, una delle più antiche diocesi italiane, risalendo a prima della metà del [[I secolo]]. Vanta infatti origini apostoliche. Tuttavia, i primi riscontri storici di un vescovo di Capua si hanno solo con Proterio, che presenziò al [[sinodo]] di [[Roma]] del [[313]].


Sorta come villaggio agricolo di origine osca nella prima età del ferro, forse anche prima della fondazione di Roma (ca. 900-750), gli [[Etruschi]] fecero di [[Capua]] una città fortificata, ponendola a capo della dodecapoli campana, che comprendeva le città di [[Atella (città antica)|Atella]], [[Cales]] ([[Calvi Risorta]]), [[Cassino|Casilino]], [[Cuma]], [[Ercolano]], [[Formia]], [[Napoli]], [[Nuceria Alfaterna|Nuceria]], [[Nola]], [[Pompei]], [[Pozzuoli]] e [[Sessa Aurunca|Sessa]]. Da allora Capua fu per secoli incontrastata signora della ''Campania felix'' romana e della ''Terra Laboris'' o ''Liburia'' normanna, cioè della [[Campania]], che prende il nome proprio dalla città di Capua (piana capuana, cioè piana campana).
Sorta come villaggio agricolo di origine osca nella prima età del ferro, forse anche prima della [[fondazione di Roma]] (ca. 900-750), gli [[Etruschi]] fecero di [[Capua]] una città fortificata, ponendola a capo della dodecapoli campana, che comprendeva le città di [[Atella (città antica)|Atella]], [[Cales]] ([[Calvi Risorta]]), [[Cassino|Casilino]], [[Cuma]], [[Ercolano (città antica)|Ercolano]], [[Formia]], [[Napoli]], [[Nuceria Alfaterna|Nuceria]], [[Nola]], [[Pompei (città antica)|Pompei]], [[Pozzuoli]] e [[Sessa Aurunca|Sessa]]. Da allora Capua fu per secoli incontrastata signora della ''Campania felix'' romana e della ''Terra Laboris'' o ''Liburia'' normanna, cioè della [[Campania]], che prende il nome proprio dalla città di Capua (piana capuana, cioè piana campana).


=== Le origini apostoliche ===
=== Le origini apostoliche ===
Un'antichissima tradizione, confluita nel ''Breviarium Campanum'' e nella storiografia non solo locale, vuole che a Capua il [[Vangelo]] sia stato predicato dalla bocca dell'[[Apostolo]] [[San Pietro]], diretto a Roma, che per altro vi avrebbe lasciato come primo vescovo [[San Prisco di Capua]], suo compagno di viaggio e discepolo del Signore, addirittura proprietario della casa che ospitò [[Gesù]] e gli Apostoli per l'[[Ultima Cena]].<ref>Karl Bihlmeyer-Hermann Tuechles, ''Storia della Chiesa. L'antichità cristiana'', I, Brescia, ed. Morcelliana, 1985, pp. 76-77.</ref>

Un'antichissima tradizione, confluita nel ''Breviarium Campanum'' e nella storiografia non solo locale, vuole che a Capua il [[Vangelo]] sia stato predicato dalla bocca dell'[[Apostolo]] [[San Pietro]], diretto a Roma, che per altro vi avrebbe lasciato come primo vescovo [[San Prisco di Capua]], suo compagno di viaggio e discepolo del Signore, addirittura proprietario della casa che ospitò [[Gesù]] e gli Apostoli per l'[[Ultima Cena]].<ref>Karl Bihlmeyer-Hermann Tuechles, ''Storia della Chiesa. L'antichità cristiana'', I, ed. Morcelliana, Brescia 1985, pp. 76-77.</ref>


Al di là di qualsiasi discussione sulle sue origini è certo che Capua, come Roma, ebbe i suoi primi martiri in San Prisco, San Sinoto, San Lupolo, San Rufo, San Carponio, San Quarto, San Marcello, Sant'Agostino di Capua, Santa Felicita, San Quinto, Sant'Aristeo e tanti altri; le sue catacombe, le sue basiliche paleocristiane; la sua importanza come Chiesa Ecumenica impegnata nei dibattiti dottrinali sempre al fianco della Chiesa di Roma. Lo dimostrano la corrispondenza epistolare, custodita nella Biblioteca Diocesana dell'Arcidiocesi di Capua, di [[San Cipriano di Cartagine]] e Sant'Agostino di Capua ([[249]]-[[260]]), la presenza del Vescovo Proterio ([[304]]-[[326]]) al Concilio Romano del [[313]], al [[Concilio di Arles (314)|primo concilio di Arles]] del [[314]] e agli altri due Concili Romani del [[315]] e del [[325]].
Al di là di qualsiasi discussione sulle sue origini è certo che Capua, come Roma, ebbe i suoi primi martiri in San Prisco, San Sinoto, San Lupolo, San Rufo, San Carponio, San Quarto, San Marcello, Sant'Agostino di Capua, Santa Felicita, San Quinto, Sant'Aristeo e tanti altri; le sue catacombe, le sue basiliche paleocristiane; la sua importanza come Chiesa Ecumenica impegnata nei dibattiti dottrinali sempre al fianco della Chiesa di Roma. Lo dimostrano la corrispondenza epistolare, custodita nella Biblioteca Diocesana dell'Arcidiocesi di Capua, di [[San Cipriano di Cartagine]] e Sant'Agostino di Capua ([[249]]-[[260]]), la presenza del Vescovo Proterio ([[304]]-[[326]]) al Concilio Romano del [[313]], al [[Concilio di Arles (314)|primo concilio di Arles]] del [[314]] e agli altri due Concili Romani del [[315]] e del [[325]].


Di sommo rilievo sono la definizione del vescovo Vincenzo (ca.[[341]] - dopo il [[357]]), chiamato da [[Sant'Atanasio di Alessandria]] "''vescovo di Capua metropoli della Campania''",<ref>Sant'Atanasio di Alessandria, ''Historia Arianorum'', XX, pp. 8, 9.</ref> e la collocazione di Capua, da parte del poeta [[Ausonio]] maestro di [[San Paolino di Nola]], tra le venti città principali e più illustri dell'[[Impero Romano]], facendola precedere soltanto da Roma, [[Costantinopoli]], [[Cartagine]], [[Antiochia]], [[Alessandria]], [[Treviri]] e [[Milano]].<ref>Decimo Magno Ausonio, ''Ordo Urbis Nobilium'', a cura di L. Di Salvio, ed. Loffredo, Napoli 2000, pp. 124-143.</ref>
Di sommo rilievo sono la definizione del vescovo Vincenzo (circa [[341]] - dopo il [[357]]), chiamato da [[Sant'Atanasio di Alessandria]] "''vescovo di Capua metropoli della Campania''",<ref>Sant'Atanasio di Alessandria, ''Historia Arianorum'', XX, pp. 8, 9.</ref> e la collocazione di Capua, da parte del poeta [[Ausonio]] maestro di [[San Paolino di Nola]], tra le venti città principali e più illustri dell'[[Impero Romano]], facendola precedere soltanto da Roma, [[Costantinopoli]], [[Cartagine]], [[Antiochia di Siria|Antiochia]], [[Alessandria d'Egitto|Alessandria]], [[Treviri]] e [[Milano]].<ref>Decimo Magno Ausonio, ''Ordo Urbis Nobilium'', a cura di L. Di Salvio, Napoli, ed. Loffredo, 2000, pp. 124-143.</ref>


=== Capua dal IV secolo ===
=== Capua dal IV secolo ===

Nel [[391]], per disposizione di [[Papa Siricio]], Capua fu sede di un [[Concilio di Capua|concilio plenario]] di vescovi occidentali ed orientali nel quale, sotto la presidenza di [[Sant'Ambrogio]], fu discussa e definita la dottrina riguardo alla perpetua verginità di [[Maria (madre di Gesù)|Maria]], contestata da vescovo eretico [[Bonoso di Sardica]].
Nel [[391]], per disposizione di [[Papa Siricio]], Capua fu sede di un [[Concilio di Capua|concilio plenario]] di vescovi occidentali ed orientali nel quale, sotto la presidenza di [[Sant'Ambrogio]], fu discussa e definita la dottrina riguardo alla perpetua verginità di [[Maria (madre di Gesù)|Maria]], contestata da vescovo eretico [[Bonoso di Sardica]].


È doveroso ricordare due vescovi della Sede Capuana, venerati come santi:
Fra i vescovi della sede capuana, si possono ricordare in modo particolare due, venerati come santi:
* [[San Germano di Capua]] ([[516]]-[[540]]), la cui anima al momento della morte fu vista salire in cielo dal suo carissimo amico e confidente [[San Benedetto da Norcia]], nel [[519]] dal [[Papa Ormisda]] fu inviato come delegato pontificio presso la Corte di [[Costantinopoli]], per ricomporre lo scisma tra Oriente ed Occidente causato dal patriarca [[Acacio (patriarca di Costantinopoli)|Acacio di Costantinopoli]].
* [[San Germano di Capua]] ([[516]]-[[540]]), la cui anima al momento della morte fu vista salire in cielo dal suo carissimo amico e confidente [[San Benedetto da Norcia]], nel [[519]] dal [[Papa Ormisda]] fu inviato come delegato pontificio presso la Corte di [[Costantinopoli]], per ricomporre lo scisma tra Oriente ed Occidente causato dal patriarca [[Acacio (patriarca di Costantinopoli)|Acacio di Costantinopoli]].
* San Vittore ([[541]]-[[556]]), esperto biblista, patrologo, liturgista ed astronomo, fu autore di quel prezioso testo liturgico universalmente noto con la designazione di ''Codex Fuldensis'' o ''Bonifatianus'', contenente un lezionario e un calendario in uso in [[Campania]] prima della metà del [[IV secolo]]. Con quest'opera san Vittore non solo si ricollega all'azione liturgico-pastorale ad esempio di [[papa Damaso I]], [[papa Leone I]] e [[papa Gregorio I]] e di [[Sant'Ambrogio]] e [[San Paolino di Nola]], ma dimostrava che la Chiesa di Capua, pur facendo capo a quella di [[Roma]], costituiva una famiglia liturgica, ovvero seguiva una tradizione liturgica propria come avveniva per [[Milano]], [[Aquileia]], [[Pavia]], [[Torino]], [[Nola]], [[Benevento]], [[Napoli]] e [[Montecassino]].<ref>Achille M. Triacca, ''Liturgia Ambrosiana'', in ''Nuovo Dizionario di Liturgia'', a cura di Domenico Sartore e Achille M. Triacca, ed Paoline, Roma 1984, pp. 16-17.</ref>
* San Vittore ([[541]]-[[556]]), esperto biblista, patrologo, liturgista ed astronomo, fu autore di quel prezioso testo liturgico universalmente noto con la designazione di ''Codex Fuldensis'' o ''Bonifatianus'', contenente un lezionario e un calendario in uso in [[Campania]] prima della metà del [[IV secolo]]. Con quest'opera san Vittore non solo si ricollega all'azione liturgico-pastorale ad esempio di [[papa Damaso I]], [[papa Leone I]] e [[papa Gregorio I]] e di [[Sant'Ambrogio]] e [[San Paolino di Nola]], ma dimostrava che la Chiesa di Capua, pur facendo capo a quella di [[Roma]], costituiva una famiglia liturgica, ovvero seguiva una tradizione liturgica propria come avveniva per [[Milano]], [[Aquileia]], [[Pavia]], [[Torino]], [[Nola]], [[Benevento]], [[Napoli]] e [[Montecassino]].<ref>Achille M. Triacca, ''Liturgia Ambrosiana'', in ''Nuovo Dizionario di Liturgia'', a cura di Domenico Sartore e Achille M. Triacca, Roma, ed. Paoline, 1984, pp. 16-17.</ref>


=== La distruzione dell'antica Capua ===
=== La distruzione dell'antica Capua ===
Nell'[[841]] la città di [[Capua antica]] fu distrutta dai [[Saraceni]] mandati dal Principe di [[Benevento]]. Tuttavia nell'[[856]], il vescovo Landolfo I ([[843]] - [[879]]) e il fratello Conte Landone, che erano i maggiori esponenti dell'alta nobiltà Longobarda nella Contea di Capua, ricostruirono la città presso le rive del [[Volturno]] e non nel suo antico sito, dove un'altra città riprese vita fino a svilupparsi nell'odierna [[Santa Maria Capua Vetere]].<ref>G. Centore, ''Capua. Storia di una metropoli'', Napoli, Ed. Scientifiche Italiane, 2002, p. 7.</ref>

Nell'[[841]] la città di [[Capua antica]] fu distrutta dai [[Saraceni]] mandati dal Principe di [[Benevento]]. Tuttavia nell'[[856]], il vescovo Landolfo I ([[843]] - [[879]]) e il fratello Conte Landone, che erano i maggiori esponenti dell'alta nobiltà Longobarda nella Contea di Capua, ricostruirono la città presso le rive del [[Volturno]] e non nel suo antico sito, dove un'altra città riprese vita fino a svilupparsi nell'odierna [[Santa Maria Capua Vetere]].<ref>G. Centore, ''Capua. Storia di una metropoli'', Ed. Scientifiche Italiane, Napoli 2002, p. 7.</ref>


Né trascorsero molti anni che Capua, grazie alla politica del vescovo Landolfo II, che ne fu anche conte, divenne sede del Principato.
Né trascorsero molti anni che Capua, grazie alla politica del vescovo Landolfo II, che ne fu anche conte, divenne sede del Principato.
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=== La sede metropolitana ===
=== La sede metropolitana ===

Verso la fine del [[X secolo]], Capua raggiunse il suo apogeo: il principe [[Pandolfo Testadiferro|Pandolfo I Testadiferro]], con la conquista del Principato di Salerno ([[978]]), riunificò per primo i domini dell'Italia [[longobardi|longobarda]] meridionale, detta ''Langobardia Minor''.
Verso la fine del [[X secolo]], Capua raggiunse il suo apogeo: il principe [[Pandolfo Testadiferro|Pandolfo I Testadiferro]], con la conquista del Principato di Salerno ([[978]]), riunificò per primo i domini dell'Italia [[longobardi|longobarda]] meridionale, detta ''Langobardia Minor''.


Il 14 agosto [[966]] [[papa Giovanni XIII]], che aveva trovato rifugiò a Capua, elevò la sede al rango di [[arcidiocesi]] [[metropolia|metropolitana]], che ebbe come suffraganee [[Atina#Vicende storiche circa la diocesi e la prepositura|Atina]], [[diocesi di Sora-Aquino-Pontecorvo|Aquino]], [[diocesi di Alife-Caiazzo|Caiazzo]], [[diocesi di Teano-Calvi|Calvi]], [[diocesi di Carinola|Carinola]], [[diocesi di Caserta|Caserta]], [[diocesi di Fondi|Fondi]], [[arcidiocesi di Gaeta|Gaeta]], [[diocesi di Isernia-Venafro|Isernia]], [[diocesi di Sessa Aurunca|Sessa Aurunca]], [[diocesi di Sora-Aquino-Pontecorvo|Sora]], [[diocesi di Teano-Calvi|Teano]] e [[diocesi di Isernia-Venafro|Venafro]].
Il 14 agosto [[966]] [[papa Giovanni XIII]], che aveva trovato rifugiò a Capua, elevò la sede al rango di [[arcidiocesi]] [[Sede metropolitana|metropolitana]], che ebbe come suffraganee [[Atina#Vicende storiche circa la diocesi e la prepositura|Atina]], [[diocesi di Sora-Aquino-Pontecorvo|Aquino]], [[diocesi di Alife-Caiazzo|Caiazzo]], [[diocesi di Teano-Calvi|Calvi]], [[diocesi di Carinola|Carinola]], [[diocesi di Caserta|Caserta]], [[diocesi di Fondi|Fondi]], [[arcidiocesi di Gaeta|Gaeta]], [[diocesi di Isernia-Venafro|Isernia]], [[diocesi di Sessa Aurunca|Sessa Aurunca]], [[diocesi di Sora-Aquino-Pontecorvo|Sora]], [[diocesi di Teano-Calvi|Teano]] e [[diocesi di Isernia-Venafro|Venafro]].
Questo privilegio fu concesso perché dopo l'elezione di Giovanni XIII, imposta da [[Ottone I di Sassonia|Ottone I]], fu espulso dal palazzo [[Laterano]], flagellato pubblicamente e rinchiuso in [[Castel Sant'Angelo]]. Per misteriosi motivi, riuscì ad evadere e si rifugiò nel palazzo episcopale di Capua, accolto da Pandolfo I.<ref>O. M. Testa, ''Pandolfo Capodiferro fra gli eventi del suo tempo'', Napoli 1896, p.1.</ref>
Questo privilegio fu concesso perché dopo l'elezione di Giovanni XIII, imposta da [[Ottone I di Sassonia|Ottone I]], fu espulso dal palazzo [[Laterano]], flagellato pubblicamente e rinchiuso in [[Castel Sant'Angelo]]. Per misteriosi motivi, riuscì ad evadere e si rifugiò nel palazzo episcopale di Capua, accolto da Pandolfo I.<ref>O. M. Testa, ''Pandolfo Capodiferro fra gli eventi del suo tempo'', Napoli, 1896, p.1.</ref>
Così Capua risultò la quinta metropolia in [[Italia]] dopo [[Roma]], [[Milano]], [[Aquileia]] e [[Ravenna]] e la prima in assoluto nell'Italia meridionale di rito latino perché soltanto negli anni seguenti furono costituite le metropolie di [[Salerno]] (ca.[[968]]) e [[Benevento]] (26 maggio [[969]]).
Così Capua risultò la quinta metropolia in [[Italia]] dopo [[Roma]], [[Milano]], [[Aquileia]] e [[Ravenna]] e la prima in assoluto nell'Italia meridionale di rito latino perché soltanto negli anni seguenti furono costituite le metropolie di [[Salerno]] (ca.[[968]]) e [[Benevento]] (26 maggio [[969]]).
Per questo, l'Arcivescovo di Capua divenne il Legato della [[Sede Apostolica]] e Vicario del Papa nel Principato Longobardo.<ref>Francesco Antonio Granata, ''Storia sacra della chiesa metropolitana di Capua'', Napoli 1766.</ref>
Per questo, l'Arcivescovo di Capua divenne il Legato della [[Sede Apostolica]] e Vicario del Papa nel Principato Longobardo.<ref>Francesco Antonio Granata, ''Storia sacra della chiesa metropolitana di Capua'', Napoli, 1766.</ref>


Gli arcivescovi di Capua avevano alcuni privilegi speciali: essendo legati della [[Santa Sede]], era loro riservato il diritto di ungere con l'[[Crisma|olio santo]] i [[principato di Capua|principi di Capua]], sottoscrivevano i loro diplomi con il [[minio]] o con il [[cinabro]] e autenticavano le loro bolle con il [[piombo]].
Gli arcivescovi di Capua avevano alcuni privilegi speciali: essendo legati della [[Santa Sede]], era loro riservato il diritto di ungere con l'[[Crisma|olio santo]] i [[principato di Capua|principi di Capua]], sottoscrivevano i loro diplomi con il [[minio]] o con il [[cinabro]] e autenticavano le loro bolle con il [[piombo]].


=== L'arcidiocesi e i Normanni ===
=== L'arcidiocesi e i Normanni ===
Ai Longobardi subentrarono i [[Normanni]] che accrebbero ancora di più il prestigio della sede metropolitana, conservando a Capua il centrale primato politico e militare del regno. Sotto i Normanni, Capua fu ''la gemma più preziosa della corono dei Re e l'inclita chiave del Regno [...] in Capua si videro più volte convocare le Assemblee o Parlamenti, dove, pel felice raggimento dello stato e delle chiese del regno, dietro invito del Monarca, si assembravano quasi tutti gli Arcivescovi, Vescovi, Abati, Conti e Baroni del Regno con alla testa i Principi Normanni''.<ref>G. Iannelli, ''Apologia di Capua da servire pel futuro riordinamento amministrativo giudiziario della Provincia di Terra di Lavoro'', Capua, 9 marzo 1861, pp. 16-19.</ref>

È noto che i Principi [[Normanni]] di Capua si dichiararono vassalli e sudditi della Chiesa, difendendo la [[Santa Sede]] contro le ingerenze degli imperatori, e che l'[[arcivescovo metropolita]] Erveo ([[1072]]-[[1087]]), di famiglia normanna, fu uno dei più strenui sostenitori del papato di [[Gregorio VII]] che più volte fu accolto tra le mura dell'episcopio metropolitano. È doveroso ricordare anche l'[[arcivescovo metropolitano]] Alfano che, oltre a vedersi riconfermata sede metropolitana, fu anche inviato come legato pontificio presso il re [[Enrico II d'Inghilterra]], per chiedergli di rendere conto dell'uccisione dell'[[arcivescovo di Canterbury]], San [[Tommaso Becket]]. Tornato dalla legazione, Alfano ricevette in dono dal [[Re di Sicilia]] un prezioso evangeliario, oggi conservato nel tesoro della [[Cattedrale di Capua|Cattedrale]]. La buona nomea della gloriosa Arcidiocesi visse anche negli anni seguenti, tanto che [[papa Innocenzo III]], dopo la morte dell'arcivescovo Matteo, disse al Capitolo Metropolitano della Cattedrale che ''"Fra tutte le Metropoli del mondo, Capua è quella più vicina alla Sede Apostolica"''.<ref>Granada, op. cit., p. 139.</ref>
Ai Longobardi subentrarono i [[Normanni]] che accrebbero ancora di più il prestigio della Sede Metropolitana, conservando a Capua il centrale primato politico e militare del regno. Sotto i Normanni, Capua fu ''la gemma più preziosa della corono dei Re e l'inclita chiave del Regno [...] in Capua si videro più volte convocare le Assemblee o Parlamenti, dove, pel felice raggimento dello stato e delle chiese del regno, dietro invito del Monarca, si assembravano quasi tutti gli Arcivescovi, Vescovi, Abati, Conti e Baroni del Regno con alla testa i Principi Normanni''.<ref>G. Iannelli, ''Apologia di Capua da servire pel futuro riordinamento amministrativo giudiziario della Provincia di Terra di Lavoro'', Capua 9 marzo 1861, pp. 16-19.</ref>
È noto che i Principi [[Normanni]] di Capua si dichiararono vassalli e sudditi della Chiesa, difendendo la [[Santa Sede]] contro le ingerenze degli imperatori, e che l'[[arcivescovo metropolita]] Erveo ([[1072]]-[[1087]]), di famiglia normanna, fu uno dei più strenui sostenitori del papato di [[Gregorio VII]] che più volte fu accolto tra le mura dell'episcopio metropolitano. È doveroso ricordare anche l'[[arcivescovo metropolitano]] Alfano che, oltre a vedersi riconfermata Sede Metropolitana, fu anche inviato come legato pontificio presso il re [[Enrico II d'Inghilterra]], per chiedergli di rendere conto dell'uccisione dell'[[arcivescovo di Canterbury]], San [[Tommaso Becket]]. Tornato dalla legazione, Alfano ricevette in dono dal [[Re di Sicilia]] un prezioso evangeliario, oggi conservato nel tesoro della [[Cattedrale di Capua|Cattedrale]]. La buona nomea della gloriosa Arcidiocesi visse anche negli anni seguenti, tanto che [[papa Innocenzo III]], dopo la morte dell'arcivescovo Matteo, disse al Capitolo Metropolitano della Cattedrale che ''"Fra tutte le Metropoli del mondo, Capua è quella più vicina alla Sede Apostolica"''.<ref>Granada, op. cit., p. 139.</ref>


=== I rapporti con la Sede Apostolica ===
=== I rapporti con la Sede Apostolica ===
[[File:Busto argenteo di Santo Stefano, Cattedrale di Capua.jpg|thumb|Busto argenteo di Santo Stefano nella cattedrale]]


Degli 80 arcivescovi metropoliti, 19 furono cardinali. Si ricordano fra questi: [[Ippolito d'Este]], amministratore apostolico ([[1493]]), [[Juan López (cardinale)|Juan López]] ([[1498]]), [[Nikolaus von Schönberg]] ([[1520]]), [[Luigi Caetani]] ([[1624]]), [[Niccolò Caracciolo]] ([[1703]]), [[Francesco Serra-Cassano]] ([[1826]]), [[Giuseppe Cosenza]]([[1850]]), [[Francesco Saverio Apuzzo]] ([[1871]]) e infine i due più celebri: san [[Roberto Bellarmino]] e [[Alfonso Capecelatro di Castelpagano]].
Degli 80 arcivescovi metropoliti, 19 furono cardinali. Si ricordano fra questi: [[Ippolito d'Este]], amministratore apostolico ([[1493]]), [[Juan López (cardinale)|Juan López]] ([[1498]]), [[Nikolaus von Schönberg]] ([[1520]]), [[Luigi Caetani]] ([[1624]]), [[Niccolò Caracciolo]] ([[1703]]), [[Francesco Serra-Cassano]] ([[1826]]), [[Giuseppe Cosenza]]([[1850]]), [[Francesco Saverio Apuzzo]] ([[1871]]) e infine i due più celebri: san [[Roberto Bellarmino]] e [[Alfonso Capecelatro di Castelpagano]].
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Con la [[Bolla pontificia|bolla]] ''[[De utiliori]]'' di [[papa Pio VII]] del 27 giugno [[1818]], le diocesi suffraganee di Capua furono ridotte a quelle di [[Diocesi di Isernia-Venafro|Isernia]], [[Diocesi di Teano-Calvi|Calvi e Teano]], [[Diocesi di Sessa Aurunca|Sessa]] e [[Diocesi di Caserta|Caserta]].
Con la [[Bolla pontificia|bolla]] ''[[De utiliori]]'' di [[papa Pio VII]] del 27 giugno [[1818]], le diocesi suffraganee di Capua furono ridotte a quelle di [[Diocesi di Isernia-Venafro|Isernia]], [[Diocesi di Teano-Calvi|Calvi e Teano]], [[Diocesi di Sessa Aurunca|Sessa]] e [[Diocesi di Caserta|Caserta]].


Il 29 settembre [[1967]], in forza della [[lettera apostolica]] ''Roma altera quondam'', [[papa Paolo VI]] ha proclamato San [[Roberto Bellarmino]] e [[Santo Stefano Protomartire]], [[Patrono|patroni]] principali dell'arcidiocesi.<ref>{{la}} [http://www.vatican.va/archive/aas/documents/AAS-60-1968-ocr.pdf Lettera apostolica ''Roma altera quondam''], AAS 60 (1968), pp. 12-13.</ref>
Il 29 settembre [[1967]], in forza della [[lettera apostolica]] ''Roma altera quondam'', [[papa Paolo VI]] ha proclamato San [[Roberto Bellarmino]] e [[Santo Stefano Protomartire]], [[Santo patrono|patroni]] principali dell'arcidiocesi.<ref>{{la}} [http://www.vatican.va/archive/aas/documents/AAS-60-1968-ocr.pdf Lettera apostolica ''Roma altera quondam''], AAS 60 (1968), pp. 12-13.</ref>


Il 30 aprile [[1979]] in forza della bolla ''Quamquam Ecclesia'' di [[papa Giovanni Paolo II]] l'arcidiocesi ha perso la dignità metropolitica, pur mantenendo il titolo arcivescovile, ed è divenuta suffraganea dell'[[arcidiocesi di Napoli]].
Il 30 aprile [[1979]] in forza della bolla ''Quamquam Ecclesia'' di [[papa Giovanni Paolo II]] l'arcidiocesi ha perso la dignità metropolitica, pur mantenendo il titolo arcivescovile, ed è divenuta suffraganea dell'[[arcidiocesi di Napoli]].

In occasione del XVI centenario del Concilio capuano ([[391]]-[[392]]) il 24 maggio [[1992]] [[papa Giovanni Paolo II]] ha fatto visita all'arcidiocesi di Capua.

Dall'11 dicembre [[2023]] è unita ''[[in persona episcopi]]'' alla diocesi di Caserta.


== Il capitolo metropolitano di Capua ==
== Il capitolo metropolitano di Capua ==
Nella bimillenaria storia dell'arcidiocesi, il Capitolo metropolitano ebbe ruoli importanti. La sua istituzione risale a tempi antichi. Già nel [[536]] un tale Zaffio, primicerio di Capua, nelle sue lettere a [[Papa Gregorio I|San Gregorio Magno]] parla di un arcidiacono di [[Capua]] di nome Plastico. Nel [[1205]] il Capitolo contava oltre 50 canonici, ma l'arcivescovo Marino Filomarino ne fissò il numero a 40, dividendo i canonici nella triplice classe di 10 presbiteri, 10 diaconi e 20 suddiaconi. L'arcivescovo Cesare Costa vi immise i due uffici del Canonico Teologo e del Canonico Penitenziere, assegnandoli alla classe dei suddiaconi. Il cardinal [[Roberto Bellarmino]], non riscontrando le costituzioni del Capitolo a norma del [[Concilio di Trento]], le sottopose a riforma, portandone il numero dei componenti a 20 presbiteri, 20 diaconi e 10 suddiaconi. Il cardinal [[Luigi Caetani]] mutò nuovamente il numero dei canonici, costituendoli in soli due ordini, cioè 20 presbiteri e 20 diaconi. Questa modifica restò in auge fino al 1867 quando, per effetto delle leggi civili, i Capitolari da 40 furono ridotti a 12. Nel 1881 il cardinale arcivescovo [[Alfonso Capecelatro]] ottenne da [[papa Leone XIII]] la facoltà di istituire, secondo uno speciale statuto, 8 nuovi canonici senza rendita. Il Capitolo metropolitano cattedrale ottenne vari privilegi dalla [[Santa Sede]]. Fra questi l'uso della [[cappa magna]] nelle messe pontificali, l'uso delle insegne pontificie ''ad instar abbatum'', e in particolare della mitria, concessa da [[papa Benedetto XIII]]; l'imposizione delle mitrie fu fatta per la prima volta con rito solenne la notte di [[Natale]] del [[1725]]. L'8 maggio 1725 [[papa Benedetto XIV]] concesse l'uso della cappa magna cardinalizia al pari dei capitoli di [[Milano]] e [[Lisbona]]. La cappa magna cardinalizia, di colore porpora, indossata sopra la talare di colore paonazzo, era l'abito corale del Capitolo; coperta da ermellino sul petto in inverno, e di semplice seta senza palli in estate; nei tempi di [[avvento]] e [[quaresima]], nella processione di [[San Marco Evangelista]], nella processione delle [[Rogazioni]] e nei funerali, la cappa era di una lana color paonazzo. I canonici potevano indossare tale abito persino in presenza di cardinali e del papa. Furono sapienti e abili custodi della cattedrale, deputati della segnatura. [[File:Ultima Cena, Cattedrale di Capua.jpg|thumb|Ultima Cena, Cattedrale di Capua]]
Nella bimillenaria storia dell'arcidiocesi, il Capitolo metropolitano ebbe ruoli importanti. La sua istituzione risale a tempi antichi. Già nel [[536]] un tale Zaffio, primicerio di Capua, nelle sue lettere a [[Papa Gregorio I|San Gregorio Magno]] parla di un arcidiacono di [[Capua]] di nome Plastico. Nel [[1205]] il Capitolo contava oltre 50 canonici, ma l'arcivescovo Marino Filomarino ne fissò il numero a 40, dividendo i canonici nella triplice classe di 10 presbiteri, 10 diaconi e 20 suddiaconi. L'arcivescovo Cesare Costa vi immise i due uffici del Canonico Teologo e del Canonico [[Penitenziere]], assegnandoli alla classe dei suddiaconi. Il cardinal [[Roberto Bellarmino]], non riscontrando le costituzioni del Capitolo a norma del [[Concilio di Trento]], le sottopose a riforma, portandone il numero dei componenti a 20 presbiteri, 20 diaconi e 10 suddiaconi. Il cardinal [[Luigi Caetani]] mutò nuovamente il numero dei canonici, costituendoli in soli due ordini, cioè 20 presbiteri e 20 diaconi. Questa modifica restò in auge fino al 1867 quando, per effetto delle leggi civili, i Capitolari da 40 furono ridotti a 12. Nel 1881 il cardinale arcivescovo [[Alfonso Capecelatro]] ottenne da [[papa Leone XIII]] la facoltà di istituire, secondo uno speciale statuto, 8 nuovi canonici senza rendita. Il Capitolo metropolitano cattedrale ottenne vari privilegi dalla [[Santa Sede]]. Fra questi l'uso della [[cappa magna]] nelle messe pontificali, l'uso delle insegne pontificie ''ad instar abbatum'', e in particolare della mitria, concessa da [[papa Benedetto XIII]]; l'imposizione delle mitrie fu fatta per la prima volta con rito solenne la notte di [[Natale]] del [[1725]]. L'8 maggio 1725 [[papa Benedetto XIV]] concesse l'uso della cappa magna cardinalizia al pari dei capitoli di [[Milano]] e [[Lisbona]]. La cappa magna cardinalizia, di colore porpora, indossata sopra la talare di colore paonazzo, era l'abito corale del Capitolo; coperta da ermellino sul petto in inverno, e di semplice seta senza palli in estate; nei tempi di [[avvento]] e [[quaresima]], nella processione di [[San Marco Evangelista]], nella processione delle [[Rogazioni]] e nei funerali, la cappa era di una lana color paonazzo. I canonici potevano indossare tale abito persino in presenza di cardinali e del papa. Furono sapienti e abili custodi della cattedrale, deputati della segnatura.

Al Capitolo sono riconosciuti la cura e i restauri della cattedrale; ricordiamo in particolare la Consacrazione del 6 giugno [[1255]] presieduta da [[papa Alessandro IV]], dopo i restauri degli anni [[1250]] [[1255]]; la consacrazione della basilica cattedrale inferiore (sotterranea) fatta dopo i restauri il 23 aprile [[1724]] dal cardinale arcivescovo [[Vincenzo Maria Orsini]], futuro [[papa Benedetto XIII]]; la seconda consacrazione del 19 novembre [[1724]] della cattedrale, presieduta dal cardinale arcivescovo di [[arcidiocesi di Corinto|Corinto]], [[Mondilio Orsini]],<ref>Francesco Antonio Granata, ''Storia sacra della chiesa metropolitana di Capua'', Napoli 1766, p. 177.</ref> legato pontificio e nipote di [[Benedetto XIII]] e futuro arcivescovo di Capua (dal [[1728]] al [[1743]]); la [[Rosa d'Oro]], inviata da [[papa Benedetto XIII]] il 30 aprile [[1726]] (che nell'ordine è la 142º fra le oltre 180 distribuite nel mondo); la preziosa reliquia della Vera Croce, consegnata dal suddetto papa in persona al cardinale arcivescovo [[Niccolò Caracciolo]] il 30 ottobre [[1727]]; il titolo di basilica minore dato alla cattedrale da [[papa Leone XII]] il 20 novembre [[1827]]; la terza consacrazione della cattedrale il 19 novembre [[1858]]; e infine, dopo i bombardamenti che rasero al suolo la città di [[Capua]], l'ultima consacrazione della ricostruita cattedrale presieduta dall'arcivescovo Salvatore Baccarini il 19 novembre [[1957]]. In occasione del XVI centenario del Concilio Plenario Capuano ([[391]]-[[392]]), Domenica, 24 maggio [[1992]]; [[papa Giovanni Paolo II]] ha fatto visita all'Arcidiocesi di [[Capua]] .
Al Capitolo sono riconosciuti la cura e i restauri della cattedrale; ricordiamo in particolare la Consacrazione del 6 giugno [[1255]] presieduta da [[papa Alessandro IV]], dopo i restauri degli anni [[1250]] [[1255]]; la consacrazione della basilica cattedrale inferiore (sotterranea) fatta dopo i restauri il 23 aprile [[1724]] dal cardinale arcivescovo [[Vincenzo Maria Orsini]], futuro [[papa Benedetto XIII]]; la seconda consacrazione del 19 novembre [[1724]] della cattedrale, presieduta dal cardinale arcivescovo di [[arcidiocesi di Corinto|Corinto]], [[Mondilio Orsini]],<ref>Francesco Antonio Granata, ''Storia sacra della chiesa metropolitana di Capua'', Napoli, 1766, p. 177.</ref> legato pontificio e nipote di [[Benedetto XIII]] e futuro arcivescovo di Capua (dal [[1728]] al [[1743]]); la [[Rosa d'Oro]], inviata da [[papa Benedetto XIII]] il 30 aprile [[1726]] (che nell'ordine è la 142º fra le oltre 180 distribuite nel mondo); la preziosa reliquia della Vera Croce, consegnata dal suddetto papa in persona al cardinale arcivescovo [[Niccolò Caracciolo]] il 30 ottobre [[1727]]; il titolo di basilica minore dato alla cattedrale da [[papa Leone XII]] il 20 novembre [[1827]]; la terza consacrazione della cattedrale il 19 novembre [[1858]]; e infine, dopo i bombardamenti che rasero al suolo la città di [[Capua]], l'ultima consacrazione della ricostruita cattedrale presieduta dall'arcivescovo Salvatore Baccarini il 19 novembre [[1957]].
[[File:Busto argenteo di Santo Stefano, Cattedrale di Capua.jpg|thumb|Busto argenteo di Santo Stefano, Cattedrale di Capua]]


== Cronotassi dei vescovi ==
== Cronotassi dei vescovi ==
Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.
[[File:La tomba in cattedrale.jpg|thumb|Tomba dell'arcivescovo [[Luigi Diligenza]]]]
* ''San'' [[San Prisco di Capua|Prisco]] ? † ([[42]] - [[66]])
* ''San'' [[San Prisco di Capua|Prisco]] ? † ([[42]] - [[66]])
* ''San'' Sinoto ? † ([[66]] - [[80]])
* ''San'' Sinoto ? † ([[66]] - [[80]])
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* Sicone † ([[943]])
* Sicone † ([[943]])
* Adeiperto † ([[944]])
* Adeiperto † ([[944]])
* Giovanni † ([[966]] - [[974]] deceduto)
* Giovanni Capodiferro † ([[966]] - [[974]] deceduto)
* Leone, [[Ordine di San Benedetto|O.S.B.]] † ([[974]] - 7 agosto [[978]] deceduto)
* Leone, [[Ordine di San Benedetto|O.S.B.]] † ([[974]] - 7 agosto [[978]] deceduto)
* Gerberto, O.S.B. † ([[978]] - 21 gennaio [[980]] deceduto)
* Gerberto, O.S.B. † ([[978]] - 21 gennaio [[980]] deceduto)
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* Ottone † ([[1118]] - [[1127]])
* Ottone † ([[1118]] - [[1127]])
* Filippo † (menzionato nel [[1129]])
* Filippo † (menzionato nel [[1129]])
* Ugone † ([[1129]] - [[1135]] deposto)
* [[Ugone (arcivescovo)|Ugone]] † ([[1129]] - [[1135]] deposto)
* Guglielmo † ([[1135]] - [[1137]] nominato arcivescovo di [[Arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno|Salerno]])
* Guglielmo † ([[1135]] - [[1137]] nominato arcivescovo di [[Arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno|Salerno]])
* Goffredo † ([[1137]] - [[1157]])
* Goffredo † ([[1137]] - [[1157]])
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* Rainaldo Gentile † (circa [[1216]] - [[1222]] deceduto)<ref>Norbert Kamp, [http://www.treccani.it/enciclopedia/rainaldo-gentile_(Dizionario-Biografico)/ v. ''Rainaldo Gentile''], [[Dizionario biografico degli italiani]], volume 53, 2000.</ref>
* Rainaldo Gentile † (circa [[1216]] - [[1222]] deceduto)<ref>Norbert Kamp, [http://www.treccani.it/enciclopedia/rainaldo-gentile_(Dizionario-Biografico)/ v. ''Rainaldo Gentile''], [[Dizionario biografico degli italiani]], volume 53, 2000.</ref>
* Giacomo d'Amalfi † (27 settembre [[1225]] - dopo novembre [[1242]] deceduto)<ref>Sulla vita e la complessa vicenda del suo trasferimento da [[Diocesi di Patti|Patti]] a Capua: Fulvio Delle Donne, [http://www.treccani.it/enciclopedia/giacomo_%28Dizionario-Biografico%29/ v. ''Giacomo''], [[Dizionario biografico degli italiani]], volume 54, 2000. Non si conosce la data di morte di questo vescovo: di certo la sede era [[Sede vacante|vacante]] alla fine di marzo del [[1243]].</ref>
* Giacomo d'Amalfi † (27 settembre [[1225]] - dopo novembre [[1242]] deceduto)<ref>Sulla vita e la complessa vicenda del suo trasferimento da [[Diocesi di Patti|Patti]] a Capua: Fulvio Delle Donne, [http://www.treccani.it/enciclopedia/giacomo_%28Dizionario-Biografico%29/ v. ''Giacomo''], [[Dizionario biografico degli italiani]], volume 54, 2000. Non si conosce la data di morte di questo vescovo: di certo la sede era [[Sede vacante|vacante]] alla fine di marzo del [[1243]].</ref>
** Gualtiero da Ocre † (marzo [[1247]] - giugno [[1249]] dimesso) (arcivescovo eletto)<ref>Berardo Pio, [http://www.treccani.it/enciclopedia/gualtiero-da-ocre_%28Dizionario-Biografico%29/ v. ''Gualtiero da Ocre''], [[Dizionario biografico degli italiani]], volume 79, 2013.</ref>
** [[Gualtiero di Ocre]] † (marzo [[1247]] - giugno [[1249]] dimesso) (arcivescovo eletto)<ref>Berardo Pio, [http://www.treccani.it/enciclopedia/gualtiero-da-ocre_%28Dizionario-Biografico%29/ v. ''Gualtiero da Ocre''], [[Dizionario biografico degli italiani]], volume 79, 2013.</ref>
* Marino Filomarino, [[Ordine dei frati predicatori|O.P.]] † (13 gennaio [[1252]] - 10 marzo [[1286]] deceduto)<ref>Norbert Kamp, [http://www.treccani.it/enciclopedia/marino-filomarino_%28Dizionario-Biografico%29/ v. ''Marino Filomarino''], [[Dizionario biografico degli italiani]], volume 47, 1997.</ref>
* Marino Filomarino, [[Ordine dei frati predicatori|O.P.]] † (13 gennaio [[1252]] - 10 marzo [[1286]] deceduto)<ref>Norbert Kamp, [http://www.treccani.it/enciclopedia/marino-filomarino_%28Dizionario-Biografico%29/ v. ''Marino Filomarino''], [[Dizionario biografico degli italiani]], volume 47, 1997.</ref>
* Cinzio della Pigna † (25 maggio [[1286]] - [[1290]] deceduto)
* Cinzio della Pigna † (25 maggio [[1286]] - [[1290]] deceduto)
* Salimbene † (10 febbraio [[1291]] - [[1295]])
* Salimbene † (10 febbraio [[1291]] - [[1295]])
* [[Pietro Gerra]] † (6 gennaio [[1298]] - 8 luglio [[1299]] nominato patriarca di [[Patriarcato di Aquileia|Aquileia]])
* [[Pietro Gerra]] † (6 gennaio [[1298]] - 8 luglio [[1299]] nominato patriarca di [[Patriarcato di Aquileia|Aquileia]])
* [[Leonardo Patrasso|Leonardo Patrasso da Guarcino]], [[Ordine dei Frati Minori|O.F.M.]] † (20 luglio [[1299]] - 2 marzo [[1300]] creato [[cardinale vescovo]] di [[Sede suburbicaria di Albano|Albano]])
* [[Leonardo Patrasso|Leonardo Patrasso da Guarcino]], [[Ordine dei frati minori|O.F.M.]] † (20 luglio [[1299]] - 2 marzo [[1300]] creato [[cardinale vescovo]] di [[Sede suburbicaria di Albano|Albano]])
* Alberto † (3 giugno [[1300]] - [[1300]] deceduto)
* Alberto † (3 giugno [[1300]] - [[1300]] deceduto)
* Dorricomino Ingeraimo † ([[1300]] - [[1300]])
* Dorricomino Ingeraimo † ([[1300]] - [[1300]])
* Giovanni di Capua † (2 gennaio [[1301]] - [[1304]] deceduto)
* Giovanni di Capua † (2 gennaio [[1301]] - [[1304]] deceduto)
* Andrea Pandone † (5 giugno [[1304]] - 10 settembre [[1311]] deceduto)
* Andrea Pandone † (5 giugno [[1304]] - 10 settembre [[1311]] deceduto)
* Ingeranno o Imerano<ref>{{Cita libro|titolo=Giornale araldico, genealogico, diplomatico italiano|url=https://books.google.it/books/about/Giornale_araldico_genealogico_diplomatic.html?id=LOGcHSffaeoC&printsec=frontcover&newbks=1&newbks_redir=0&source=gb_mobile_entity&hl=it&gl=IT&redir_esc=y#v=onepage&q&f=false|accesso=2023-09-20|data=1893|lingua=it|p=388}}</ref> de Stella † (23 giugno [[1312]] - [[1333]] deceduto)
* Ingeranno de Stella † (23 giugno [[1312]] - [[1333]] deceduto)
* Rinardo di Ruggiero † (18 febbraio [[1334]] - [[1350]] deceduto)
* Rinardo di Ruggiero † (18 febbraio [[1334]] - [[1350]] deceduto)
* Vasino Rolando, O.F.M. † (14 giugno [[1350]] - [[1351]] deceduto)
* Vasino Rolando, O.F.M. † (14 giugno [[1350]] - [[1351]] deceduto)
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** Giovanni di Pontecorvo † (23 maggio [[1384]] - ?) (antivescovo)
** Giovanni di Pontecorvo † (23 maggio [[1384]] - ?) (antivescovo)
* Attanasio Vindacio † (circa [[1385]] - [[1406]] deceduto)
* Attanasio Vindacio † (circa [[1385]] - [[1406]] deceduto)
* Filippo De Barillis † (19 febbraio [[1406]] - [[1435]] deceduto)
* Filippo Barile † (19 febbraio [[1406]] - [[1435]] deceduto)
* [[Niccolò d'Acciapaccio]] † (18 febbraio [[1435]] - 3 aprile [[1447]] deceduto)
* [[Niccolò d'Acciapaccio]] † (18 febbraio [[1435]] - 3 aprile [[1447]] deceduto)
* Giordano Gaetano † (17 aprile [[1447]] - 13 ottobre [[1496]] deceduto)<ref>Dopo Giordano Gaetano, Eubel inserisce, dall'8 gennaio [[1494]], Orso de Orsini.</ref>
* [[Giordano Caetani]] † (17 aprile [[1447]] - 13 ottobre [[1496]] deceduto)<ref>Dopo Giordano Caetani, Eubel inserisce, dall'8 gennaio [[1494]], Orso de Orsini.</ref>
* [[Juan Borgia (cardinale 1496)|Juan de Borja Llançol de Romaní]] † ([[1496]] - 9 agosto [[1498]] dimesso)
* [[Giovanni Borgia il Minore|Juan de Borja Llançol de Romaní]] † ([[1496]] - 9 agosto [[1498]] dimesso)
* [[Juan López (cardinale)|Juan López]] † (15 ottobre [[1498]] - 5 agosto [[1501]] deceduto)
* [[Juan López (cardinale)|Juan López]] † (15 ottobre [[1498]] - 5 agosto [[1501]] deceduto)
* [[Giovanni Battista Ferrari (cardinale)|Giovanni Battista Ferrari]] † (9 agosto [[1501]] - 20 luglio [[1502]] deceduto)
* [[Giovanni Battista Ferrari (cardinale)|Giovanni Battista Ferrari]] † (9 agosto [[1501]] - 20 luglio [[1502]] deceduto)
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* Adelelmo Gennaro Pignatelli, [[Olivetani|O.S.B.Oliv.]] † (15 dicembre [[1777]] - 9 novembre [[1785]] deceduto)
* Adelelmo Gennaro Pignatelli, [[Olivetani|O.S.B.Oliv.]] † (15 dicembre [[1777]] - 9 novembre [[1785]] deceduto)
** ''Sede vacante (1785-1792)''
** ''Sede vacante (1785-1792)''
* Agostino Gervasio, [[Ordine di Sant'Agostino|O.S.A.]] † (27 febbraio [[1792]] - 17 marzo [[1806]] deceduto)
* [[Agostino Gervasio]], [[Ordine di Sant'Agostino|O.S.A.]] † (27 febbraio [[1792]] - 17 marzo [[1806]] deceduto)
** ''Sede vacante (1806-1818)''
** ''Sede vacante (1806-1818)''
* [[Baldassare Mormile]], C.R. † (6 aprile [[1818]] - 26 luglio [[1826]] deceduto)
* [[Baldassare Mormile]], C.R. † (6 aprile [[1818]] - 26 luglio [[1826]] deceduto)
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* [[Luigi Diligenza]] † (1º marzo [[1978]] - 29 aprile [[1997]] ritirato)
* [[Luigi Diligenza]] † (1º marzo [[1978]] - 29 aprile [[1997]] ritirato)
* [[Bruno Schettino]] † (29 aprile [[1997]] - 21 settembre [[2012]] deceduto)
* [[Bruno Schettino]] † (29 aprile [[1997]] - 21 settembre [[2012]] deceduto)
* [[Salvatore Visco]], dal 30 aprile [[2013]]
* [[Salvatore Visco]] (30 aprile [[2013]] - 11 dicembre [[2023]] ritirato)
* [[Pietro Lagnese]], dall'11 dicembre [[2023]]


== Santi, beati, venerabili, servi di Dio dell'arcidiocesi ==
== Santi, beati, venerabili, servi di Dio dell'arcidiocesi ==
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* San [[Lupulo]] martire<ref name="ReferenceA">[http://www.santiebeati.it/Detailed/74140.html]</ref>
* San [[Lupulo]] martire<ref name="ReferenceA">[http://www.santiebeati.it/Detailed/74140.html]</ref>
* [[Marcello e Apuleio|San Marcello]] martire<ref>[http://www.santiebeati.it/dettaglio/73410]</ref>
* [[Marcello e Apuleio|San Marcello]] martire<ref>[http://www.santiebeati.it/dettaglio/73410]</ref>
* San [[San Modesto|Modesto martire]]<ref name="ReferenceA"/>
* San Modesto martire<ref name="ReferenceA"/>
* San [[Prisco di Capua]]
* San [[Prisco di Capua]]
* San [[Quarto di Capua]]<ref>[http://www.santiebeati.it/dettaglio/94742]</ref>
* San [[Quarto di Capua]]<ref>[http://www.santiebeati.it/dettaglio/94742]</ref>
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== Statistiche ==
== Statistiche ==
L'arcidiocesi nel 2016 su una popolazione di 207.200 persone contava 196.200 battezzati, corrispondenti al 94,7% del totale.
L'arcidiocesi nel 2021 su una popolazione di 205.400 persone contava 191.600 battezzati, corrispondenti al 93,3% del totale.
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* {{cita web|http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/apost_constitutions/documents/hf_jp-ii_apc_19790430_regio-campana_lt.html|Bolla ''Quamquam Ecclesia''|lingua=la}}
* {{cita web|http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/apost_constitutions/documents/hf_jp-ii_apc_19790430_regio-campana_lt.html|Bolla ''Quamquam Ecclesia''|lingua=la}}
* {{la}} [[Pius Bonifacius Gams]], [http://www.wbc.poznan.pl/dlibra/doccontent?id=65154&dirids=1 ''Series episcoporum Ecclesiae Catholicae''], [[Lipsia|Leipzig]], 1931, pp.&nbsp;867–869
* {{la}} [[Pius Bonifacius Gams]], [http://www.wbc.poznan.pl/dlibra/doccontent?id=65154&dirids=1 ''Series episcoporum Ecclesiae Catholicae''], [[Lipsia|Leipzig]], 1931, pp.&nbsp;867–869
* {{la}} [[Konrad Eubel]], ''Hierarchia Catholica Medii Aevi'', [http://sul-derivatives.stanford.edu/derivative?CSNID=00002716&mediaType=application/pdf vol. 1], pp.&nbsp;164–165; [http://sul-derivatives.stanford.edu/derivative?CSNID=00002717&mediaType=application/pdf vol. 2], p.&nbsp;118; [http://sul-derivatives.stanford.edu/derivative?CSNID=00002718&mediaType=application/pdf vol. 3], p.&nbsp;151; [http://sul-derivatives.stanford.edu/derivative?CSNID=00002719&mediaType=application/pdf vol. 4], pp.&nbsp;133–134; [https://www.archive.org/stream/hierarchiacathol05eubeuoft#page/141/mode/1up vol. 5], pp.&nbsp;141–142; [https://www.archive.org/stream/hierarchiacathol06eubeuoft#page/146/mode/1up vol. 6], pp.&nbsp;146–147
* {{la}} [[Konrad Eubel]], ''Hierarchia Catholica Medii Aevi'', [https://archive.org/details/hierarchiacathol01eubeuoft/page/164/mode/1up vol. 1], pp.&nbsp;164–165; [https://archive.org/details/hierarchiacathol02eubeuoft/page/118/mode/1up vol. 2], p.&nbsp;118; [https://archive.org/details/hierarchiacathol03eube/page/151/mode/1up vol. 3], p.&nbsp;151; [https://archive.org/details/hierarchiacathol04eubeuoft/page/133/mode/1up?view=theater vol. 4], pp.&nbsp;133–134; [https://www.archive.org/stream/hierarchiacathol05eubeuoft#page/141/mode/1up vol. 5], pp.&nbsp;141–142; [https://www.archive.org/stream/hierarchiacathol06eubeuoft#page/146/mode/1up vol. 6], pp.&nbsp;146–147


== Voci correlate ==
== Voci correlate ==
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== Collegamenti esterni ==
== Collegamenti esterni ==
* [[Annuario pontificio]] del 2017 e precedenti, in {{Catholic-hierarchy}}
* [[Annuario pontificio]] del 2022 e precedenti, in {{Catholic-hierarchy}}
* [http://www.diocesidicapua.it/ Sito ufficiale] dell'arcidiocesi
* [http://www.diocesidicapua.it/ Sito ufficiale] dell'arcidiocesi
* {{gcatholic|capu0}}
* {{en}} [http://www.gcatholic.org/dioceses/diocese/capu0.htm Scheda dell'arcidiocesi] su [http://www.gcatholic.org/ www.gcatholic.org]
* Gabriele Jannelli, [http://lnx.diocesidicapua.it/wp/cronotassi/ ''Serie cronologica dei vescovi dell'antica Capua, Sicopoli, Capua nuova e Berolasi e degli arcivescovi capuani''], Caserta 1872 (dal sito ufficiale dell'arcidiocesi)
* {{Cita web|autore=Gabriele Jannelli|url=http://lnx.diocesidicapua.it/wp/cronotassi/|titolo=Serie cronologica dei vescovi dell'antica Capua, Sicopoli, Capua nuova e Berolasi e degli arcivescovi capuani|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180716115203/http://lnx.diocesidicapua.it/wp/cronotassi/|città=Caserta|anno=1872}}
* [http://www.beweb.chiesacattolica.it/diocesi/diocesi/170/Capua Arcidiocesi di Capua] su BeWeB - Beni ecclesiastici in web
* [http://www.beweb.chiesacattolica.it/diocesi/diocesi/170/Capua Arcidiocesi di Capua] su BeWeB - Beni ecclesiastici in web


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Arcidiocesi di Capua
Archidioecesis Capuana
Chiesa latina
Suffraganea dell'arcidiocesi di Napoli
Regione ecclesiasticaCampania
 
Mappa della diocesi
 
ArcivescovoPietro Lagnese
Arcivescovi emeritiSalvatore Visco
Presbiteri83, di cui 69 secolari e 14 regolari
2.308 battezzati per presbitero
Religiosi14 uomini, 243 donne
Diaconi8 permanenti
 
Abitanti205.400
Battezzati191.600 (93,3% del totale)
StatoItalia
Superficie500 km²
Parrocchie60 (7 vicariati)
 
ErezioneII secolo
Ritoromano
CattedraleSanta Maria Assunta in Cielo
Santi patroniSanto Stefano Protomartire[1]
Roberto Bellarmino
IndirizzoPiazza Landolfo 1, 81043 Capua [Caserta], Italia
Sito webwww.diocesidicapua.it
Dati dall'Annuario pontificio 2022 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Italia
La cattedra episcopale

L'arcidiocesi di Capua (in latino Archidioecesis Capuana) è una sede della Chiesa cattolica in Italia suffraganea dell'arcidiocesi di Napoli appartenente alla regione ecclesiastica Campania. Nel 2021 contava 191.600 battezzati su 205.400 abitanti. È retta dall'arcivescovo Pietro Lagnese.

L'arcidiocesi comprende i comuni di Capua, Bellona, Camigliano (limitatamente alla frazione Leporano; il restante territorio è nella diocesi di Teano-Calvi), Cancello ed Arnone, Casagiove (in parte, il restante territorio è nella diocesi di Caserta), Casapulla, Caserta (in parte, limitatamente alla frazione Ercole; il restante territorio è nella diocesi di Caserta), Castel Morrone (in parte, il restante territorio è nella diocesi di Caserta), Castel Volturno, Curti, Francolise (in parte, limitatamente alla frazione Sant'Andrea del Pizzone; il restante territorio è nella diocesi di Teano-Calvi), Giano Vetusto (in parte, limitatamente alla parrocchia di Santa Maria Maddalena; il restante territorio è nella diocesi di Teano-Calvi), Grazzanise, Macerata Campania, Marcianise (in parte; il restante territorio è nella diocesi di Caserta), Pastorano (in parte, limitatamente alla frazione Pantuliano; il restante territorio è nella diocesi di Teano-Calvi), Portico di Caserta, San Prisco, Santa Maria Capua Vetere, Santa Maria la Fossa, San Tammaro e Vitulazio.

Confina con la diocesi di Aversa a sud, con la diocesi di Acerra a sud est, con la diocesi di Sessa Aurunca a nord ovest, con la diocesi di Teano-Calvi a nord, con la diocesi di Alife-Caiazzo, a nord est e con la diocesi di Caserta a est.

Sede vescovile è la città di Capua, dove si trova la cattedrale di Santa Maria Assunta in Cielo.

Il territorio è suddiviso in 60 parrocchie, raggruppate in 7 foranie: Capua, Bellona, Tifatina, Marcianise, Santa Maria Capua Vetere, Basso Volturno, Macerata.

L'arcidiocesi di Capua sarebbe, secondo la tradizione, una delle più antiche diocesi italiane, risalendo a prima della metà del I secolo. Vanta infatti origini apostoliche. Tuttavia, i primi riscontri storici di un vescovo di Capua si hanno solo con Proterio, che presenziò al sinodo di Roma del 313.

Sorta come villaggio agricolo di origine osca nella prima età del ferro, forse anche prima della fondazione di Roma (ca. 900-750), gli Etruschi fecero di Capua una città fortificata, ponendola a capo della dodecapoli campana, che comprendeva le città di Atella, Cales (Calvi Risorta), Casilino, Cuma, Ercolano, Formia, Napoli, Nuceria, Nola, Pompei, Pozzuoli e Sessa. Da allora Capua fu per secoli incontrastata signora della Campania felix romana e della Terra Laboris o Liburia normanna, cioè della Campania, che prende il nome proprio dalla città di Capua (piana capuana, cioè piana campana).

Le origini apostoliche

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Un'antichissima tradizione, confluita nel Breviarium Campanum e nella storiografia non solo locale, vuole che a Capua il Vangelo sia stato predicato dalla bocca dell'Apostolo San Pietro, diretto a Roma, che per altro vi avrebbe lasciato come primo vescovo San Prisco di Capua, suo compagno di viaggio e discepolo del Signore, addirittura proprietario della casa che ospitò Gesù e gli Apostoli per l'Ultima Cena.[2]

Al di là di qualsiasi discussione sulle sue origini è certo che Capua, come Roma, ebbe i suoi primi martiri in San Prisco, San Sinoto, San Lupolo, San Rufo, San Carponio, San Quarto, San Marcello, Sant'Agostino di Capua, Santa Felicita, San Quinto, Sant'Aristeo e tanti altri; le sue catacombe, le sue basiliche paleocristiane; la sua importanza come Chiesa Ecumenica impegnata nei dibattiti dottrinali sempre al fianco della Chiesa di Roma. Lo dimostrano la corrispondenza epistolare, custodita nella Biblioteca Diocesana dell'Arcidiocesi di Capua, di San Cipriano di Cartagine e Sant'Agostino di Capua (249-260), la presenza del Vescovo Proterio (304-326) al Concilio Romano del 313, al primo concilio di Arles del 314 e agli altri due Concili Romani del 315 e del 325.

Di sommo rilievo sono la definizione del vescovo Vincenzo (circa 341 - dopo il 357), chiamato da Sant'Atanasio di Alessandria "vescovo di Capua metropoli della Campania",[3] e la collocazione di Capua, da parte del poeta Ausonio maestro di San Paolino di Nola, tra le venti città principali e più illustri dell'Impero Romano, facendola precedere soltanto da Roma, Costantinopoli, Cartagine, Antiochia, Alessandria, Treviri e Milano.[4]

Capua dal IV secolo

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Nel 391, per disposizione di Papa Siricio, Capua fu sede di un concilio plenario di vescovi occidentali ed orientali nel quale, sotto la presidenza di Sant'Ambrogio, fu discussa e definita la dottrina riguardo alla perpetua verginità di Maria, contestata da vescovo eretico Bonoso di Sardica.

Fra i vescovi della sede capuana, si possono ricordare in modo particolare due, venerati come santi:

La distruzione dell'antica Capua

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Nell'841 la città di Capua antica fu distrutta dai Saraceni mandati dal Principe di Benevento. Tuttavia nell'856, il vescovo Landolfo I (843 - 879) e il fratello Conte Landone, che erano i maggiori esponenti dell'alta nobiltà Longobarda nella Contea di Capua, ricostruirono la città presso le rive del Volturno e non nel suo antico sito, dove un'altra città riprese vita fino a svilupparsi nell'odierna Santa Maria Capua Vetere.[6]

Né trascorsero molti anni che Capua, grazie alla politica del vescovo Landolfo II, che ne fu anche conte, divenne sede del Principato.

Gli storici sostengono che uno degli avvenimenti più importanti della storia dell'Arcidiocesi di Capua fu l'insediamento dei Cassinesi in questa città. Nell'883 l'Abbazia di Montecassino fu distrutta per mano dei Saraceni, così i monaci di San Benedetto nel 914 si trasferirono a Capua, nel monastero costruito dall'abate Giovanni (914-928).

La sede metropolitana

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Verso la fine del X secolo, Capua raggiunse il suo apogeo: il principe Pandolfo I Testadiferro, con la conquista del Principato di Salerno (978), riunificò per primo i domini dell'Italia longobarda meridionale, detta Langobardia Minor.

Il 14 agosto 966 papa Giovanni XIII, che aveva trovato rifugiò a Capua, elevò la sede al rango di arcidiocesi metropolitana, che ebbe come suffraganee Atina, Aquino, Caiazzo, Calvi, Carinola, Caserta, Fondi, Gaeta, Isernia, Sessa Aurunca, Sora, Teano e Venafro. Questo privilegio fu concesso perché dopo l'elezione di Giovanni XIII, imposta da Ottone I, fu espulso dal palazzo Laterano, flagellato pubblicamente e rinchiuso in Castel Sant'Angelo. Per misteriosi motivi, riuscì ad evadere e si rifugiò nel palazzo episcopale di Capua, accolto da Pandolfo I.[7] Così Capua risultò la quinta metropolia in Italia dopo Roma, Milano, Aquileia e Ravenna e la prima in assoluto nell'Italia meridionale di rito latino perché soltanto negli anni seguenti furono costituite le metropolie di Salerno (ca.968) e Benevento (26 maggio 969). Per questo, l'Arcivescovo di Capua divenne il Legato della Sede Apostolica e Vicario del Papa nel Principato Longobardo.[8]

Gli arcivescovi di Capua avevano alcuni privilegi speciali: essendo legati della Santa Sede, era loro riservato il diritto di ungere con l'olio santo i principi di Capua, sottoscrivevano i loro diplomi con il minio o con il cinabro e autenticavano le loro bolle con il piombo.

L'arcidiocesi e i Normanni

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Ai Longobardi subentrarono i Normanni che accrebbero ancora di più il prestigio della sede metropolitana, conservando a Capua il centrale primato politico e militare del regno. Sotto i Normanni, Capua fu la gemma più preziosa della corono dei Re e l'inclita chiave del Regno [...] in Capua si videro più volte convocare le Assemblee o Parlamenti, dove, pel felice raggimento dello stato e delle chiese del regno, dietro invito del Monarca, si assembravano quasi tutti gli Arcivescovi, Vescovi, Abati, Conti e Baroni del Regno con alla testa i Principi Normanni.[9] È noto che i Principi Normanni di Capua si dichiararono vassalli e sudditi della Chiesa, difendendo la Santa Sede contro le ingerenze degli imperatori, e che l'arcivescovo metropolita Erveo (1072-1087), di famiglia normanna, fu uno dei più strenui sostenitori del papato di Gregorio VII che più volte fu accolto tra le mura dell'episcopio metropolitano. È doveroso ricordare anche l'arcivescovo metropolitano Alfano che, oltre a vedersi riconfermata sede metropolitana, fu anche inviato come legato pontificio presso il re Enrico II d'Inghilterra, per chiedergli di rendere conto dell'uccisione dell'arcivescovo di Canterbury, San Tommaso Becket. Tornato dalla legazione, Alfano ricevette in dono dal Re di Sicilia un prezioso evangeliario, oggi conservato nel tesoro della Cattedrale. La buona nomea della gloriosa Arcidiocesi visse anche negli anni seguenti, tanto che papa Innocenzo III, dopo la morte dell'arcivescovo Matteo, disse al Capitolo Metropolitano della Cattedrale che "Fra tutte le Metropoli del mondo, Capua è quella più vicina alla Sede Apostolica".[10]

I rapporti con la Sede Apostolica

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Busto argenteo di Santo Stefano nella cattedrale

Degli 80 arcivescovi metropoliti, 19 furono cardinali. Si ricordano fra questi: Ippolito d'Este, amministratore apostolico (1493), Juan López (1498), Nikolaus von Schönberg (1520), Luigi Caetani (1624), Niccolò Caracciolo (1703), Francesco Serra-Cassano (1826), Giuseppe Cosenza(1850), Francesco Saverio Apuzzo (1871) e infine i due più celebri: san Roberto Bellarmino e Alfonso Capecelatro di Castelpagano.

È da ricordare che anche 22 pontefici visitarono Capua per ragioni politiche o pastorali, fra questi: Gregorio VII, Gregorio X, Celestino V, Bonifacio VIII, Urbano VI, Benedetto XIII, Pio IX e Giovanni Paolo II.

Con la bolla De utiliori di papa Pio VII del 27 giugno 1818, le diocesi suffraganee di Capua furono ridotte a quelle di Isernia, Calvi e Teano, Sessa e Caserta.

Il 29 settembre 1967, in forza della lettera apostolica Roma altera quondam, papa Paolo VI ha proclamato San Roberto Bellarmino e Santo Stefano Protomartire, patroni principali dell'arcidiocesi.[11]

Il 30 aprile 1979 in forza della bolla Quamquam Ecclesia di papa Giovanni Paolo II l'arcidiocesi ha perso la dignità metropolitica, pur mantenendo il titolo arcivescovile, ed è divenuta suffraganea dell'arcidiocesi di Napoli.

In occasione del XVI centenario del Concilio capuano (391-392) il 24 maggio 1992 papa Giovanni Paolo II ha fatto visita all'arcidiocesi di Capua.

Dall'11 dicembre 2023 è unita in persona episcopi alla diocesi di Caserta.

Il capitolo metropolitano di Capua

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Nella bimillenaria storia dell'arcidiocesi, il Capitolo metropolitano ebbe ruoli importanti. La sua istituzione risale a tempi antichi. Già nel 536 un tale Zaffio, primicerio di Capua, nelle sue lettere a San Gregorio Magno parla di un arcidiacono di Capua di nome Plastico. Nel 1205 il Capitolo contava oltre 50 canonici, ma l'arcivescovo Marino Filomarino ne fissò il numero a 40, dividendo i canonici nella triplice classe di 10 presbiteri, 10 diaconi e 20 suddiaconi. L'arcivescovo Cesare Costa vi immise i due uffici del Canonico Teologo e del Canonico Penitenziere, assegnandoli alla classe dei suddiaconi. Il cardinal Roberto Bellarmino, non riscontrando le costituzioni del Capitolo a norma del Concilio di Trento, le sottopose a riforma, portandone il numero dei componenti a 20 presbiteri, 20 diaconi e 10 suddiaconi. Il cardinal Luigi Caetani mutò nuovamente il numero dei canonici, costituendoli in soli due ordini, cioè 20 presbiteri e 20 diaconi. Questa modifica restò in auge fino al 1867 quando, per effetto delle leggi civili, i Capitolari da 40 furono ridotti a 12. Nel 1881 il cardinale arcivescovo Alfonso Capecelatro ottenne da papa Leone XIII la facoltà di istituire, secondo uno speciale statuto, 8 nuovi canonici senza rendita. Il Capitolo metropolitano cattedrale ottenne vari privilegi dalla Santa Sede. Fra questi l'uso della cappa magna nelle messe pontificali, l'uso delle insegne pontificie ad instar abbatum, e in particolare della mitria, concessa da papa Benedetto XIII; l'imposizione delle mitrie fu fatta per la prima volta con rito solenne la notte di Natale del 1725. L'8 maggio 1725 papa Benedetto XIV concesse l'uso della cappa magna cardinalizia al pari dei capitoli di Milano e Lisbona. La cappa magna cardinalizia, di colore porpora, indossata sopra la talare di colore paonazzo, era l'abito corale del Capitolo; coperta da ermellino sul petto in inverno, e di semplice seta senza palli in estate; nei tempi di avvento e quaresima, nella processione di San Marco Evangelista, nella processione delle Rogazioni e nei funerali, la cappa era di una lana color paonazzo. I canonici potevano indossare tale abito persino in presenza di cardinali e del papa. Furono sapienti e abili custodi della cattedrale, deputati della segnatura.

Al Capitolo sono riconosciuti la cura e i restauri della cattedrale; ricordiamo in particolare la Consacrazione del 6 giugno 1255 presieduta da papa Alessandro IV, dopo i restauri degli anni 1250 1255; la consacrazione della basilica cattedrale inferiore (sotterranea) fatta dopo i restauri il 23 aprile 1724 dal cardinale arcivescovo Vincenzo Maria Orsini, futuro papa Benedetto XIII; la seconda consacrazione del 19 novembre 1724 della cattedrale, presieduta dal cardinale arcivescovo di Corinto, Mondilio Orsini,[12] legato pontificio e nipote di Benedetto XIII e futuro arcivescovo di Capua (dal 1728 al 1743); la Rosa d'Oro, inviata da papa Benedetto XIII il 30 aprile 1726 (che nell'ordine è la 142º fra le oltre 180 distribuite nel mondo); la preziosa reliquia della Vera Croce, consegnata dal suddetto papa in persona al cardinale arcivescovo Niccolò Caracciolo il 30 ottobre 1727; il titolo di basilica minore dato alla cattedrale da papa Leone XII il 20 novembre 1827; la terza consacrazione della cattedrale il 19 novembre 1858; e infine, dopo i bombardamenti che rasero al suolo la città di Capua, l'ultima consacrazione della ricostruita cattedrale presieduta dall'arcivescovo Salvatore Baccarini il 19 novembre 1957.

Cronotassi dei vescovi

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Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Tomba dell'arcivescovo Luigi Diligenza

Santi, beati, venerabili, servi di Dio dell'arcidiocesi

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L'arcidiocesi nel 2021 su una popolazione di 205.400 persone contava 191.600 battezzati, corrispondenti al 93,3% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1950 125.028 125.115 99,9 143 131 12 874 35 308 63
1959 125.400 125.500 99,9 135 120 15 928 28 320 64
1970 134.870 135.000 99,9 119 98 21 1.133 32 407 71
1980 136.000 136.800 99,4 99 86 13 1.373 16 352 75
1990 178.000 180.000 98,9 87 76 11 2.045 13 360 60
1999 177.800 178.500 99,6 84 74 10 2.116 2 13 330 59
2000 178.800 180.500 99,1 85 75 10 2.103 2 13 330 59
2001 179.900 182.300 98,7 86 76 10 2.091 1 13 295 60
2002 180.100 183.300 98,3 92 82 10 1.957 3 23 290 59
2003 183.000 185.000 98,9 86 76 10 2.127 4 23 280 59
2004 186.000 190.000 97,9 81 70 11 2.296 2 20 270 59
2006 186.400 191.500 97,3 81 68 13 2.301 3 25 280 60
2013 192.300 203.000 94,7 82 70 12 2.345 9 12 285 60
2016 196.200 207.200 94,7 91 77 14 2.156 11 16 250 60
2019 191.315 205.000 93,3 85 71 14 2.250 9 16 243 60
2021 191.600 205.400 93,3 83 69 14 2.308 8 14 243 60
  1. ^ Paolo VI, Lettera Apostolica all'Arcidiocesi Metropolitana di Capua nel millenario della Metropolia, Roma, 29 settembre 1967. Dopo aver dichiarato San Roberto patrono dell'Arcidiocesi, il testo dice:
    (LA)

    «...totius Capuanae archidioecesis caelestem apud Deum Patronum aeque principalem, una cum Sancto Stephano Protomartyre, pridem costituito Patrono...»

    (IT)

    «Di tutta la Chiesa Arcidiocesana di Capua presso Dio (dichiariamo San Roberto) patrono principale celeste, al pari e insieme con santo Stefano protomartire, eletto patrono da molto tempo.»

  2. ^ Karl Bihlmeyer-Hermann Tuechles, Storia della Chiesa. L'antichità cristiana, I, Brescia, ed. Morcelliana, 1985, pp. 76-77.
  3. ^ Sant'Atanasio di Alessandria, Historia Arianorum, XX, pp. 8, 9.
  4. ^ Decimo Magno Ausonio, Ordo Urbis Nobilium, a cura di L. Di Salvio, Napoli, ed. Loffredo, 2000, pp. 124-143.
  5. ^ Achille M. Triacca, Liturgia Ambrosiana, in Nuovo Dizionario di Liturgia, a cura di Domenico Sartore e Achille M. Triacca, Roma, ed. Paoline, 1984, pp. 16-17.
  6. ^ G. Centore, Capua. Storia di una metropoli, Napoli, Ed. Scientifiche Italiane, 2002, p. 7.
  7. ^ O. M. Testa, Pandolfo Capodiferro fra gli eventi del suo tempo, Napoli, 1896, p.1.
  8. ^ Francesco Antonio Granata, Storia sacra della chiesa metropolitana di Capua, Napoli, 1766.
  9. ^ G. Iannelli, Apologia di Capua da servire pel futuro riordinamento amministrativo giudiziario della Provincia di Terra di Lavoro, Capua, 9 marzo 1861, pp. 16-19.
  10. ^ Granada, op. cit., p. 139.
  11. ^ (LA) Lettera apostolica Roma altera quondam, AAS 60 (1968), pp. 12-13.
  12. ^ Francesco Antonio Granata, Storia sacra della chiesa metropolitana di Capua, Napoli, 1766, p. 177.
  13. ^ Federico Marazzi, Germano, santo, Dizionario biografico degli italiani, volume 53, 2000.
  14. ^ Paolo Bertolini, v. Festo, Dizionario biografico degli italiani, volume 47, 1997.
  15. ^ Luigi Andrea Berto, v. Landolfo, Dizionario biografico degli italiani, volume 63, 2004.
  16. ^ Secondo Gams muore nel 999.
  17. ^ Secondo Gams muore nel 1008.
  18. ^ Giovanni Vitolo, v. Erveo, Dizionario biografico degli italiani, volume 43, 1993.
  19. ^ Nicola Cilento, v. Alfano, Dizionario biografico degli italiani, volume 2, 1960.
  20. ^ Norbert Kamp, v. Rainaldo di Celano, Dizionario biografico degli italiani, volume 23, 1979.
  21. ^ Norbert Kamp, v. Rainaldo Gentile, Dizionario biografico degli italiani, volume 53, 2000.
  22. ^ Sulla vita e la complessa vicenda del suo trasferimento da Patti a Capua: Fulvio Delle Donne, v. Giacomo, Dizionario biografico degli italiani, volume 54, 2000. Non si conosce la data di morte di questo vescovo: di certo la sede era vacante alla fine di marzo del 1243.
  23. ^ Berardo Pio, v. Gualtiero da Ocre, Dizionario biografico degli italiani, volume 79, 2013.
  24. ^ Norbert Kamp, v. Marino Filomarino, Dizionario biografico degli italiani, volume 47, 1997.
  25. ^ Giornale araldico, genealogico, diplomatico italiano, 1893, p. 388. URL consultato il 20 settembre 2023.
  26. ^ Dopo Giordano Caetani, Eubel inserisce, dall'8 gennaio 1494, Orso de Orsini.
  27. ^ Il 15 dicembre 1777 fu nominato arcivescovo titolare di Eraclea di Europa.
  28. ^ Nominato arcivescovo titolare di Cirro.
  29. ^ a b [1]
  30. ^ [2]
  31. ^ a b [3]
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  33. ^ [5]
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  37. ^ [9]
  38. ^ [10]
  39. ^ [11]

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