Peacekeeping: differenze tra le versioni

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|Carica = Sottosegretario generale per le operazioni di pace
|Carica = Sottosegretario generale per le operazioni di pace
|Naz presidente = Francia
|Naz presidente = Francia
|Nome ufficiale = {{en}} United Nations Peacekeeping Forces
|Nome ufficiale = {{es}} Fuerzas de paz de las Naciones Unidas
|Nome ufficiale2 = {{es}} Fuerzas de paz de las Naciones Unidas
|Nome ufficiale2 = {{ru}} Миротво́рческие си́лы ООН
|Nome ufficiale3 = {{fr}} Forces de maintien de la paix des Nations unies
|Nome ufficiale3 = {{fr}} Forces de maintien de la paix des Nations unies
|Nome ufficiale4 = {{ru}} Миротво́рческие си́лы ООН
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|Nome ufficiale5 = {{zh}} 联合国维持和平部队
|Nome ufficiale5 = {{zh}} 联合国维持和平部队
|Nome ufficiale6 = {{ar}} قوات حفظ السلام
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{{Premio Nobel|pace|anno=1988}}
{{Premio Nobel|pace|anno=1988}}
[[File:UN Soldiers in Eritrea.jpeg|thumb|''Caschi blu'' della missione [[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]] in [[Etiopia]] ed [[Eritrea]]]]
[[File:UN Soldiers in Eritrea.jpeg|thumb|Caschi blu della missione [[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]] in [[Etiopia]] ed [[Eritrea]]]]
[[File:UN peacekeepers from Iran with UN APCs.jpg|miniatura|''Caschi blu'' [[Iran|iraniani]]]]
[[File:UN peacekeepers from Iran with UN APCs.jpg|miniatura|Caschi blu [[iran]]iani]]
[[File:Blue helmets from Benin, Bamako, 30 May 2018.jpg|miniatura|''Caschi blu'' del [[Benin]]]]
[[File:Blue helmets from Benin, Bamako, 30 May 2018.jpg|miniatura|Caschi blu del [[Benin]]]]
[[File:UN Peacekeepers Day celebration in the DR Congo (8879872657).jpg|miniatura|''Giornata internazionale dei caschi blu'' presso la missione [[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]] nella [[Repubblica Democratica del Congo]]]]
[[File:UN Peacekeepers Day celebration in the DR Congo (8879872657).jpg|miniatura|''Giornata internazionale dei caschi blu'' presso la missione [[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]] nella [[Repubblica Democratica del Congo]]]]
Il '''''peacekeeping''''' (''[[mantenimento della pace]]''), anche '''U.N. peacekeeping''', identifica le attività politiche e militari svolte dalle ''"Forze internazionali di pace delle [[Organizzazione delle Nazioni Unite|Nazioni Unite]]"'' (comunemente indicate come '''''caschi blu''''') con lo scopo di mantenere la pace internazionale.<ref name="units">[http://www.iaf-lionardo.it/dispense%20di%20organizzazioni%20internazioanli.pdf Dispensa di organizzazione internazionale di Antonietta Piacquadio] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20111119222644/http://www.iaf-lionardo.it/dispense%20di%20organizzazioni%20internazioanli.pdf |data=19 novembre 2011 }}</ref> Queste azioni sono svolte sotto il controllo del [[Organizzazione delle Nazioni Unite|Segretariato delle Nazioni Unite]] su mandato del [[Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite|Consiglio di sicurezza]] attraverso coalizioni militari internazionali. Le missioni sono gestite dal [[Dipartimento per le operazioni di mantenimento della pace|Dipartimento per le operazioni di pace]], con sede presso il [[Palazzo di vetro del Segretariato delle Nazioni Unite|Palazzo di vetro]] a [[New York]].<ref>{{Cita web|url=https://peacekeeping.un.org/en/node|titolo=United Nations Peacekeeping|sito=United Nations Peacekeeping|lingua=en|accesso=2019-08-11}}</ref> Nel [[1988]] alle Forze internazionali di pace dell'[[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]] è stato assegnato il [[premio Nobel per la pace]].
Il '''''peacekeeping''''' '''delle Nazioni Unite''' (''UN peacekeeping'') identifica le attività politiche e militari svolte dalle Forze internazionali di pace delle [[Organizzazione delle Nazioni Unite|Nazioni Unite]] (comunemente indicate come "'''caschi blu'''") con lo scopo di [[Mantenimento della pace|mantenere la pace]] internazionale.<ref name="units">{{cita testo|url=http://www.iaf-lionardo.it/dispense%20di%20organizzazioni%20internazioanli.pdf|titolo=Dispensa di organizzazione internazionale di Antonietta Piacquadio|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111119222644/http://www.iaf-lionardo.it/dispense%20di%20organizzazioni%20internazioanli.pdf }}</ref> Queste azioni sono svolte sotto il controllo del [[Segretariato delle Nazioni Unite]] su mandato del [[Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite|Consiglio di sicurezza]] attraverso coalizioni militari internazionali. Le missioni sono gestite dal [[Dipartimento per le operazioni di mantenimento della pace|Dipartimento per le operazioni di pace]], con sede presso il [[Palazzo di vetro del Segretariato delle Nazioni Unite|Palazzo di vetro]] a [[New York]].<ref>{{Cita web|url=https://peacekeeping.un.org/en/node|titolo=United Nations Peacekeeping|sito=United Nations Peacekeeping|lingua=en|accesso=11 agosto 2019}}</ref> Nel [[1988]] alle Forze internazionali di pace dell'ONU è stato assegnato il [[premio Nobel per la pace]].


== Storia ==
== Storia ==
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I caschi blu dell'ONU potevano entrare in azione quando le principali potenze (i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza) incaricavano le [[Organizzazione delle Nazioni Unite|Nazioni Unite]] di porre termine a conflitti che minacciassero la stabilità regionale e la pace e sicurezza internazionali.
I caschi blu dell'ONU potevano entrare in azione quando le principali potenze (i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza) incaricavano le [[Organizzazione delle Nazioni Unite|Nazioni Unite]] di porre termine a conflitti che minacciassero la stabilità regionale e la pace e sicurezza internazionali.


Dal 1948 al febbraio 2009, si contano [[Missioni di pace delle Nazioni Unite|63 operazioni di pace dell'ONU]], di cui sedici ancora in corso. Ogni anno ne vengono proposte di nuove.
Dal 1948 al febbraio 2009, si contano [[Missioni e operazioni di pace delle Nazioni Unite|63 operazioni di pace dell'ONU]], di cui sedici ancora in corso. Ogni anno ne vengono proposte di nuove.


La prima missione qualificabile come operazione di peacekeeping fu la [[Forza di Emergenza delle Nazioni Unite|l'UNEF I]], tali tipo di operazioni si sono poi moltiplicate negli [[Anni 1990|anni novanta]], quando hanno iniziato a configurarsi anche come peace-building ([[UNOSOM I]] e II, [[ONUMOZ]], [[UNAMIR]], etc.) o altre forme<ref name=marchisio />.
La prima missione qualificabile come operazione di peacekeeping fu la [[UNEF|l'UNEF I]], tali tipo di operazioni si sono poi moltiplicate negli [[Anni 1990|anni novanta]], quando hanno iniziato a configurarsi anche come peace-building ([[UNOSOM I]] e II, [[ONUMOZ]], [[UNAMIR]], etc.) o altre forme<ref name=marchisio />.


L'ONU prese posizione sulla [[crisi di Suez]] (1956) — una guerra condotta contro l'[[Egitto]] (sostenuto da altre nazioni arabe) da [[Regno Unito]], [[Francia]] ed Israele coalizzati. Quando nel [[1957]] fu dichiarato un cessate il fuoco, il diplomatico [[Canada|canadese]] (destinato a divenire poi Primo Ministro) [[Lester Bowles Pearson]] consigliò che le Nazioni Unite disponessero una forza internazionale sul [[canale di Suez]] per garantire che entrambe le parti onorassero il cessate il fuoco. Secondo Pearson la forza ONU poteva essere composta principalmente da soldati canadesi, ma tale soluzione suscitava la diffidenza egiziana, poiché in effetti un membro del [[Commonwealth delle nazioni|Commonwealth]] avrebbe dovuto far da guardiano al Regno Unito e relativi alleati. Di conseguenza, fu riunita una forza d'interposizione che raccoglieva militari delle più varie cittadinanze, in modo da assicurare la diversità nazionale (ritenuta presupposto d'imparzialità). Pearson avrebbe ottenuto il [[Premio Nobel per la Pace|premio Nobel per la pace]] in relazione a tale impresa, ed oggi è considerato un padre del ''peacekeeping'' moderno.
L'ONU prese posizione sulla [[crisi di Suez]] (1956) — una guerra condotta contro l'[[Egitto]] (sostenuto da altre nazioni arabe) da [[Regno Unito]], [[Francia]] ed Israele coalizzati. Quando nel [[1957]] fu dichiarato un cessate il fuoco, il diplomatico [[Canada|canadese]] (destinato a divenire poi Primo Ministro) [[Lester Bowles Pearson]] consigliò che le Nazioni Unite disponessero una forza internazionale sul [[canale di Suez]] per garantire che entrambe le parti onorassero il cessate il fuoco. Secondo Pearson la forza ONU poteva essere composta principalmente da soldati canadesi, ma tale soluzione suscitava la diffidenza egiziana, poiché in effetti un membro del [[Commonwealth delle nazioni|Commonwealth]] avrebbe dovuto far da guardiano al Regno Unito e relativi alleati. Di conseguenza, fu riunita una forza d'interposizione che raccoglieva militari delle più varie cittadinanze, in modo da assicurare la diversità nazionale (ritenuta presupposto d'imparzialità). Pearson avrebbe ottenuto il [[Premio Nobel per la Pace|premio Nobel per la pace]] in relazione a tale impresa, ed oggi è considerato un padre del ''peacekeeping'' moderno.


Nel [[1988]] il [[premio Nobel per la pace]] è stato assegnato alle Forze internazionali di pace delle [[Organizzazione delle Nazioni Unite|Nazioni Unite]].
Nel [[1988]] il [[premio Nobel per la pace]] è stato assegnato alle Forze internazionali di pace delle [[Organizzazione delle Nazioni Unite|Nazioni Unite]].
[[File:UN Peacekeeping Force.jpg|miniatura|''Caschi blu'' [[Pakistan|pakistani]]]]
[[File:UN Peacekeeping Force.jpg|miniatura|Caschi blu [[pakistan]]i]]
[[File:Chilean soldier.jpg|left|thumb|C''asco blu'' [[Cile|cileno]]]]
[[File:Chilean soldier.jpg|left|thumb|Casco blu [[cile]]no]]
Con la fine della [[guerra fredda]] si determinò un cambiamento nel ''peacekeeping'', sia ONU sia multilaterale. In un nuovo spirito di collaborazione, il Consiglio di sicurezza deliberò più ampie e complesse missioni di pace, spesso nell'intento di cooperare nell'attuazione di accordi di pace intercorsi in conflitti interni ad un medesimo Stato e [[guerra civile|guerre civili]]. Inoltre, nel ''peacekeeping'' si prese ad inserire un numero sempre maggiore di elementi non-militari per assicurare il buon funzionamento di funzioni civili, come le [[elezione|elezioni]]. Il [[Dipartimento per le operazioni di mantenimento della pace|Dipartimento per le operazioni di pace]] fu creato nel 1992 per far fronte all'accresciuta richiesta di missioni di tal genere.
Con la fine della [[guerra fredda]] si determinò un cambiamento nel ''peacekeeping'', sia ONU sia multilaterale. In un nuovo spirito di collaborazione, il Consiglio di sicurezza deliberò più ampie e complesse missioni di pace, spesso nell'intento di cooperare nell'attuazione di accordi di pace intercorsi in conflitti interni ad un medesimo Stato e [[guerra civile|guerre civili]]. Inoltre, nel ''peacekeeping'' si prese ad inserire un numero sempre maggiore di elementi non-militari per assicurare il buon funzionamento di funzioni civili, come le [[elezione|elezioni]]. Il [[Dipartimento per le operazioni di mantenimento della pace|Dipartimento per le operazioni di pace]] fu creato nel 1992 per far fronte all'accresciuta richiesta di missioni di tal genere.


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Queste operazioni si possono a buon diritto giudicare velleitarie, poiché non erano confortate né da quella potenza militare, né da quella (condivisa) volontà politica, che sarebbero state necessarie compagne ai ''caschi blu'' per centrare l'obiettivo affidato loro. Questi insuccessi—eminentemente il [[massacro di Srebrenica]] (1995) ed il [[genocidio del Ruanda]] (l'anno precedente)—causarono un periodo di ripiegamento e di autocritica nella recente storia del ''peacekeeping'' ONU.
Queste operazioni si possono a buon diritto giudicare velleitarie, poiché non erano confortate né da quella potenza militare, né da quella (condivisa) volontà politica, che sarebbero state necessarie compagne ai ''caschi blu'' per centrare l'obiettivo affidato loro. Questi insuccessi—eminentemente il [[massacro di Srebrenica]] (1995) ed il [[genocidio del Ruanda]] (l'anno precedente)—causarono un periodo di ripiegamento e di autocritica nella recente storia del ''peacekeeping'' ONU.
[[File:Evstafiev-bosnia-sarajevo-un-holds-head.jpg|thumb|''Casco blu'' [[norvegia|norvegese]] della missione [[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]] in [[Bosnia ed Erzegovina]]]]
[[File:Evstafiev-bosnia-sarajevo-un-holds-head.jpg|thumb|Casco blu [[norvegia|norvegese]] della missione [[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]] in [[Bosnia ed Erzegovina]]]]


== Caratteristiche ==
== Caratteristiche ==
Nell'ambito dei poteri generali attribuiti dallo [[Statuto delle Nazioni Unite]] al fine di mantenere la pace internazionale, gli organi delle [[Organizzazione delle Nazioni Unite|Nazioni Unite]] mettono in atto tutte le azioni volte contrastare le minacce alla pace, la violazione della pace e gli atti di aggressione secondo quanto previsto dal Capitolo VII della [[Statuto delle Nazioni Unite|Carta]]. Queste possono essere misure di carattere coercitivo o meno, implicanti l'uso della forza o meno.
Nell'ambito dei poteri generali attribuiti dallo [[Statuto delle Nazioni Unite]] al fine di mantenere la pace internazionale, gli organi delle [[Organizzazione delle Nazioni Unite|Nazioni Unite]] mettono in atto tutte le azioni volte a contrastare le minacce alla pace, la violazione della pace e gli atti di aggressione secondo quanto previsto dal Capitolo VII della [[Statuto delle Nazioni Unite|Carta]]. Queste possono essere misure di carattere coercitivo o meno, implicanti l'uso della forza o meno.


Il concetto di ''operazioni di pace'', o ''peacekeeping'', va invece ad indicare una serie di [[fattispecie]] alternative fondate sul consenso dello [[Stato]] territoriale ed altresì caratterizzate dalla neutralità ed imparzialità delle operazioni e dall'uso della forza solo per [[legittima difesa (diritto internazionale)|legittima difesa]].<ref name="marchisio" />
Il concetto di ''operazioni di pace'', o ''peacekeeping'', va invece ad indicare una serie di [[fattispecie]] alternative fondate sul consenso dello [[Stato]] territoriale ed altresì caratterizzate dalla neutralità ed imparzialità delle operazioni e dall'uso della forza solo per [[legittima difesa (diritto internazionale)|legittima difesa]].<ref name="marchisio" />
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Le missioni di pace sono organizzate e gestite dal [[Dipartimento per le operazioni di mantenimento della pace|Dipartimento per le operazioni di pace]], un [[dicastero]] del [[Segretariato delle Nazioni Unite]].
Le missioni di pace sono organizzate e gestite dal [[Dipartimento per le operazioni di mantenimento della pace|Dipartimento per le operazioni di pace]], un [[dicastero]] del [[Segretariato delle Nazioni Unite]].
Il più importante documento di elaborazione dottrinale di DPO, intitolato ''United Nations Peacekeeping Operations: Principles and Guidelines'' è stato pubblicato nel 2008.<ref name="autogenerated1">{{Cita web |url=http://pbpu.unlb.org/pbps/Library/Capstone_Doctrine_ENG.pdf |titolo=DPKO Capstone Doctrine |accesso=12 settembre 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080819214105/http://pbpu.unlb.org/pbps/Library/Capstone_Doctrine_ENG.pdf |dataarchivio=19 agosto 2008 |urlmorto=sì }}</ref>
Il più importante documento di elaborazione dottrinale di DPO, intitolato ''United Nations Peacekeeping Operations: Principles and Guidelines'' è stato pubblicato nel 2008.<ref name="autogenerated1">{{Cita web |url=http://pbpu.unlb.org/pbps/Library/Capstone_Doctrine_ENG.pdf |titolo=DPKO Capstone Doctrine |accesso=12 settembre 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080819214105/http://pbpu.unlb.org/pbps/Library/Capstone_Doctrine_ENG.pdf |urlmorto=sì }}</ref>


In ambito ONU, le operazioni di pace sono inoltre caratterizzate dalla delega del [[Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite|Consiglio di sicurezza]] al [[Segretario generale delle Nazioni Unite|Segretario generale]], sia in ordine al reperimento, sia al comando delle forze da impiegare<ref name=units />. Non tutte le operazioni finalizzate al mantenimento della pace sono qualificabili come operazioni di pace<ref name=esteri>[http://www.esteri.it/MAE/doc_dossier/dossier_pc/dp.pdf Brochure ministero]</ref> e da queste vanno distinte le operazioni di ''[[peacebuilding]]'' e di [[peaceenforcement|''peace-enforcement'']]<ref name=esteri /><ref>[http://www.iai.it/pdf/Oss_Transatlantico/90.pdf Il diritto applicabile alle Forze Armate italiane all'estero] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20110920095001/http://www.iai.it/pdf/Oss_Transatlantico/90.pdf |data=20 settembre 2011 }}</ref><ref>[http://www.globalsecurity.org/military/library/report/call/call_93-8_intro.htm INTRODUCTION]</ref>, anche se talune missioni possono avere carattere ibrido. Nella storia dell'attività dell'ONU si sogliono distinguere tre fasi caratterizzate da altrettanti tipi di ''peacekeeping''<ref name=lerda>{{Cita web |url=http://www.diritto.it/articoli/europa/lerda.html |titolo=LE OPERAZIONI DI "PEACE-KEEPING" |accesso=31 dicembre 2010 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151208033223/http://www.diritto.it/articoli/europa/lerda.html |dataarchivio=8 dicembre 2015 |urlmorto=sì }}</ref><ref>''Caschi blu e processi di democratizzazione: le operazioni di peacekeeping dell'ONU e la promozione della democrazia'', Paolo Foradori, pag. 166 e ss.</ref> I fini statutari dell'ONU prevedono espressamente che l'organizzazione debba ''mantenere la pace e la sicurezza''; uno degli strumenti usati, nel corso del tempo, per il mantenimento della pace, sono le operazioni di pace,<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://www-3.unipv.it/wwwscpol/it/Risorse%20per%20lo%20studente/Materiale%20didattico/Insegnamento/Organizzazioni%20internazionali%20(corso%20avanzato)/LUCIDI%20LEZIONE%20ATTIVITA%27%20ONU%20PACE%20E%20SICUREZZA%20per%20studenti.ppt Lucidi UNIPV] |data=marzo 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref>, missioni che tuttavia non trovano esplicita previsione nello statuto e la cui legittimità giuridica è stata ravvisata da gran parte della dottrina nel consenso delle parti in causa.<ref name=marchisio>Sergio Marchisio. ''L'ONU. Il diritto delle Nazioni Unite''. Bologna, Il Mulino, 2000.</ref>
In ambito ONU, le operazioni di pace sono inoltre caratterizzate dalla delega del [[Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite|Consiglio di sicurezza]] al [[Segretario generale delle Nazioni Unite|Segretario generale]], sia in ordine al reperimento, sia al comando delle forze da impiegare<ref name=units />. Non tutte le operazioni finalizzate al mantenimento della pace sono qualificabili come operazioni di pace<ref name=esteri>{{Cita web |url=http://www.esteri.it/MAE/doc_dossier/dossier_pc/dp.pdf |titolo=Brochure ministero |accesso=31 dicembre 2010 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20081207061952/http://www.esteri.it/MAE/doc_dossier/dossier_pc/dp.pdf |urlmorto=sì }}</ref> e da queste vanno distinte le operazioni di ''[[peacebuilding]]'' e di [[peaceenforcement|''peace-enforcement'']]<ref name=esteri /><ref>{{cita testo|url=http://www.iai.it/pdf/Oss_Transatlantico/90.pdf|titolo=Il diritto applicabile alle Forze Armate italiane all'estero|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110920095001/http://www.iai.it/pdf/Oss_Transatlantico/90.pdf }}</ref><ref>{{cita testo|url=http://www.globalsecurity.org/military/library/report/call/call_93-8_intro.htm|titolo=INTRODUCTION}}</ref>, anche se talune missioni possono avere carattere ibrido quale la tutela dei diritti umani (il c.d. "dilemma umanitario")<ref>{{Cita libro|autore=Antonio Marchesi|titolo=La protezione internazionale dei diritti umani|edizione=seconda edizione|anno=2023|pp=230-231|ISBN=979-12-211-0225-3}}</ref>. Nella storia dell'attività dell'ONU si usa distinguere tre fasi caratterizzate da altrettanti tipi di ''peacekeeping.''<ref name=lerda>{{Cita web |url=http://www.diritto.it/articoli/europa/lerda.html |titolo=LE OPERAZIONI DI "PEACE-KEEPING" |accesso=31 dicembre 2010 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151208033223/http://www.diritto.it/articoli/europa/lerda.html |urlmorto=sì }}</ref><ref>''Caschi blu e processi di democratizzazione: le operazioni di peacekeeping dell'ONU e la promozione della democrazia'', Paolo Foradori, pag. 166 e ss.</ref> I fini statutari dell'ONU prevedono espressamente che ''l'organizzazione'' debba ''mantenere la pace e la sicurezza''; per fare ciò uno degli strumenti usati, nel corso del tempo, per il mantenimento di queste, sono le operazioni di pace,<ref>{{collegamento interrotto|1={{cita testo|url=http://www-3.unipv.it/wwwscpol/it/Risorse%20per%20lo%20studente/Materiale%20didattico/Insegnamento/Organizzazioni%20internazionali%20(corso%20avanzato)/LUCIDI%20LEZIONE%20ATTIVITA%27%20ONU%20PACE%20E%20SICUREZZA%20per%20studenti.ppt|titolo=Lucidi UNIPV}} |data=marzo 2018 }}</ref> missioni che tuttavia non trovano esplicita previsione nello statuto e la cui legittimità giuridica è stata ravvisata da gran parte della dottrina nel consenso delle parti in causa oltre che in una progressiva consuetudine supplementare alla Carta ONU.<ref name=marchisio>Sergio Marchisio. ''L'ONU. Il diritto delle Nazioni Unite''. Bologna, Il Mulino, 2000.</ref><ref>{{Cita libro|autore=Andre Gioia|titolo=Diritto Internazionale|edizione=Settima Edizione|anno=2022|pp=468-471|ISBN=978-88-28-84150-0}}</ref>


=== Procedimento di richiesta ===
=== Procedimento di richiesta ===
==== Istruzione ====
==== Istruzione ====
[[File:East timor independence un2.jpg|thumb|''Caschi blu'' australiani a [[Timor Est]]]]
[[File:East timor independence un2.jpg|thumb|Caschi blu australiani a [[Timor Est]]]]
Una volta che è stato raggiunto un accordo di pace, le parti coinvolte possono richiedere all'ONU una forza di peacekeeping per la supervisione sulla pratica attuazione dei punti concordati. Questo avviene perché un gruppo sotto egida ONU difficilmente sarà propenso a fare propri gli interessi di una fazione, dato che a sua volta dipende da molti gruppi, in particolare dal Consiglio di sicurezza (composto dai rappresentanti di quindici Paesi) e dal [[Segretariato delle Nazioni Unite]] (la cui composizione è deliberatamente diversa).<ref>Per l'esattezza:
Una volta che è stato raggiunto un accordo di pace, le parti coinvolte possono richiedere all'ONU una forza di peacekeeping per la supervisione sulla pratica attuazione dei punti concordati. Questo avviene perché un gruppo sotto egida ONU difficilmente sarà propenso a fare propri gli interessi di una fazione, dato che a sua volta dipende da molti gruppi, in particolare dal Consiglio di sicurezza (composto dai rappresentanti di quindici Paesi) e dal [[Segretariato delle Nazioni Unite]] (la cui composizione è deliberatamente diversa).<ref>Per l'esattezza:

* Il ''[[Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite|Consiglio di Sicurezza]]'' è l'organo delle Nazioni Unite che ha maggiori poteri, avendo la competenza esclusiva a decidere contro gli stati colpevoli di aggressione o di minaccia alla pace. Si riunì per la prima volta il 17 gennaio 1946 a Londra. Lo scopo del Consiglio è stabilito dall'articolo 24 dello [[Statuto delle Nazioni Unite|Statuto]], al consiglio viene conferita “la responsabilità principale del mantenimento della pace e della sicurezza internazionale”. È costituito da 15 Stati membri di cui 5 sono membri permanenti mentre i restanti 10 vengono eletti ogni due anni. I membri permanenti sono: [[Cina]], [[Russia]], [[Regno Unito]], [[Stati Uniti d'America]] e [[Francia]]. Questi ultimi hanno il diritto di veto, possono bloccare qualsiasi decisione loro sgradita e fare in modo che non venga discussa durante il riunirsi dell'assemblea generale presieduta da tutti gli Stati membri. La presidenza del Consiglio è detenuta a rotazione mensile secondo ordine alfabetico dagli altri Stati. Le decisioni prese dal Consiglio prendono il nome di Risoluzioni. L'articolo 42 della [[Statuto delle Nazioni Unite|Carta]] stabilisce che il Consiglio può usare la forza contro uno Stato che è colpevole di aggressione o di violazione della Pace e l'eventuale azione militare nei confronti del Paese colpevole è riconosciuta come un'azione di polizia internazionale sotto la supervisione del Consiglio. Le forze armate anche conosciute come "caschi blu" provengono tutte dagli Stati membri.
* Il ''[[Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite|Consiglio di Sicurezza]]'' è l'organo delle Nazioni Unite che ha maggiori poteri, avendo la competenza esclusiva a decidere contro gli stati colpevoli di aggressione o di minaccia alla pace. Si riunì per la prima volta il 17 gennaio 1946 a Londra. Lo scopo del Consiglio è stabilito dall'articolo 24 dello [[Statuto delle Nazioni Unite|Statuto]], al consiglio viene conferita “la responsabilità principale del mantenimento della pace e della sicurezza internazionale”. È costituito da 15 Stati membri di cui 5 sono membri permanenti mentre i restanti 10 vengono eletti ogni due anni. I membri permanenti sono: [[Cina]], [[Russia]], [[Regno Unito]], [[Stati Uniti d'America]] e [[Francia]]. Questi ultimi hanno il diritto di veto, possono bloccare qualsiasi decisione loro sgradita e fare in modo che non venga discussa durante il riunirsi dell'assemblea generale presieduta da tutti gli Stati membri. La presidenza del Consiglio è detenuta a rotazione mensile secondo ordine alfabetico dagli altri Stati. Le decisioni prese dal Consiglio prendono il nome di Risoluzioni. L'articolo 42 della [[Statuto delle Nazioni Unite|Carta]] stabilisce che il Consiglio può usare la forza contro uno Stato che è colpevole di aggressione o di violazione della Pace e l'eventuale azione militare nei confronti del Paese colpevole è riconosciuta come un'azione di polizia internazionale sotto la supervisione del Consiglio. Le forze armate anche conosciute come "caschi blu" provengono tutte dagli Stati membri.
* Il ''[[Segretariato delle Nazioni Unite]]'' è uno degli organi principali dell'ONU. È guidato dal [[segretario generale delle Nazioni Unite]] e costituito da un insieme di uffici e dipartimenti finalizzati alla gestione amministrativa dell'ONU. Il segretario generale dispone di un vasto apparato burocratico per lo svolgimento delle proprie funzioni: in base allo [[Statuto delle Nazioni Unite|Statuto]], lo status dei funzionari, il loro reclutamento e i vari aspetti del rapporto d'impiego sono stabiliti dall'Assemblea Generale con apposite norme. Inoltre il personale del Segretariato non può ricevere istruzioni da alcun governo in quanto indipendente. Il [[Segretario Generale]] è il leader dell'Organizzazione, viene nominato dall'Assemblea generale dopo esser stato raccomandato dal Consiglio di Sicurezza, lavora come un diplomatico tra gli Stati membri e come un amministratore all'interno dell'Organizzazione; può portare all'attenzione del Consiglio di Sicurezza qualsiasi disputa o situazione secondo lui critica al fine di mantenere la pace nel mondo. È in carica per 4 anni. Attualmente il ruolo di Segretario Generale è ricoperto dal sudcoreano [[Ban-Ki-Moon]], che è stato eletto nel 2007.</ref>
* Il ''[[Segretariato delle Nazioni Unite]]'' è uno degli organi principali dell'ONU. È guidato dal [[segretario generale delle Nazioni Unite]] e costituito da un insieme di uffici e dipartimenti finalizzati alla gestione amministrativa dell'ONU. Il segretario generale dispone di un vasto apparato burocratico per lo svolgimento delle proprie funzioni: in base allo [[Statuto delle Nazioni Unite|Statuto]], lo status dei funzionari, il loro reclutamento e i vari aspetti del rapporto d'impiego sono stabiliti dall'Assemblea Generale con apposite norme. Inoltre il personale del Segretariato non può ricevere istruzioni da alcun governo in quanto indipendente. Il [[Segretario Generale]] è il leader dell'Organizzazione, viene nominato dall'Assemblea generale dopo esser stato raccomandato dal Consiglio di Sicurezza, lavora come un diplomatico tra gli Stati membri e come un amministratore all'interno dell'Organizzazione; può portare all'attenzione del Consiglio di Sicurezza qualsiasi disputa o situazione secondo lui critica al fine di mantenere la pace nel mondo. È in carica per 4 anni. Attualmente il ruolo di Segretario Generale è ricoperto dal portoghese [[António Guterres|António Manuel de Oliveira Guterres]], che è stato eletto nel 2017.</ref>


Se il Consiglio di sicurezza approva l'avvio di una missione, il [[Dipartimento per le operazioni di mantenimento della pace|Dipartimento per le operazioni di pace]] inizia la programmazione degli elementi necessari. A questo punto, viene scelta la squadra di comando supremo (come verrà spiegato più avanti). Il dipartimento interpellerà le singole nazioni aderenti all'ONU per raccoglierne l'eventuale disponibilità al concorso operativo. Dato che—come già ricordato—le Nazioni Unite non dispongono di alcuna struttura organica permanente in proposito, per ogni esigenza dev'essere formata una coalizione ad-hoc.
Se il Consiglio di sicurezza approva l'avvio di una missione, il [[Dipartimento per le operazioni di mantenimento della pace|Dipartimento per le operazioni di pace]] inizia la programmazione degli elementi necessari. A questo punto, viene scelta la squadra di comando supremo (come verrà spiegato più avanti). Il dipartimento interpellerà le singole nazioni aderenti all'ONU per raccoglierne l'eventuale disponibilità al concorso operativo. Dato che—come già ricordato—le Nazioni Unite non dispongono di alcuna struttura organica permanente in proposito, per ogni esigenza dev'essere formata una coalizione ad-hoc.
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[[Roméo Dallaire]],<ref>Bibliografia in punto:
[[Roméo Dallaire]],<ref>Bibliografia in punto:

* 4237 Dr. Adrian Preston & Peter Dennis (Edited) "Swords and Covenants" Rowman And Littlefield, London. Croom Helm. 1976.
* 4237 Dr. Adrian Preston & Peter Dennis (Edited) "Swords and Covenants" Rowman And Littlefield, London. Croom Helm. 1976.
* H16511 Dr. Richard Arthur Preston "Canada's RMC - A History of Royal Military College" Second Edition 1982
* H16511 Dr. Richard Arthur Preston "Canada's RMC - A History of Royal Military College" Second Edition 1982
* H1877 R. Guy C. Smith (editor) "As You Were! Ex-Cadets Remember". In 2 Volumes. Volume I: 1876-1918. Volume II: 1919-1984. [[Royal Military College of Canada|RMC]]. [[Kingston, Ontario]]. The R.M.C. Club of Canada. 1984
* H1877 R. Guy C. Smith (editor) "As You Were! Ex-Cadets Remember". In 2 Volumes. Volume I: 1876-1918. Volume II: 1919-1984. [[Royal Military College of Canada|RMC]]. [[Kingston, Ontario]]. The R.M.C. Club of Canada. 1984
</ref> comandante del contingente di pace in Ruanda ai tempi della [[genocidio del Ruanda|tragedia umanitaria]] che afflisse quel lembo d'Africa (1996), così descrisse tali problemi, a confronto con dispiegamenti "tradizionali" di forze militari:
</ref> comandante del contingente di pace in Ruanda ai tempi della [[genocidio del Ruanda|tragedia umanitaria]] che afflisse quel lembo d'Africa (1996), così descrisse, nel libro ''Shake Hands With the Devil<small>,</small>'' tali problemi, a confronto con dispiegamenti "tradizionali" di forze militari:<ref>''Shake Hands With the Devil: The Failure of Humanity in Rwanda'' ISBN 0-679-31171-8</ref>

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:«<small>Mi disse che l'ONU era un sistema "pull"<ref>Inglese: tirare</ref> e non un sistema "push"<ref>Inglese: spingere</ref> com'ero abituato nella NATO, nel senso che non vi era assolutamente un bacino di risorse da cui attingere. Dovevi fare domanda per qualunque cosa ti servisse, e poi aspettare che la domanda fosse analizzata… Per esempio, i soldati, ovunque si trovino, devono mangiare e bere. In un sistema "push", vivande e cibo sono fornite automaticamente nella quantità proporzionata al numero di persone. In un sistema "pull", devi chiedere che ti forniscano tali razioni, ed il buon senso non pare avere voce in capitolo.<br /></small>
{{Citazione|Mi disse che l'ONU era un sistema "pull" [tirare] e non un sistema "push" [spingere] com'ero abituato nella NATO, nel senso che non vi era assolutamente un bacino di risorse da cui attingere. Dovevi fare domanda per qualunque cosa ti servisse, e poi aspettare che la domanda fosse analizzata… Per esempio, i soldati, ovunque si trovino, devono mangiare e bere. In un sistema "push", vivande e cibo sono fornite automaticamente nella quantità proporzionata al numero di persone. In un sistema "pull", devi chiedere che ti forniscano tali razioni, ed il buon senso non pare avere voce in capitolo.|Roméo Dallaire, ''Shake Hands With the Devil'', pp. 99-100}}
:<small> (''Shake Hands With the Devil'',<ref>''Shake Hands With the Devil: The Failure of Humanity in Rwanda'' ISBN 0-679-31171-8</ref> Dallaire, pp. 99-100)</small>»
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Mentre viene messe assieme la forza di peacekeeping, la squadra diplomatica ONU pratica varie attività diplomatiche. Le esatte dimensioni e forza dello schieramento vanno concordate con il governo della nazione in cui è in corso il conflitto. Le [[Regole di ingaggio|regole d'ingaggio]] devono essere sviluppate e concordate sia dalle parti in lizza sia dal Consiglio di Sicurezza. Esse attribuiscono lo specifico mandato e scopo della missione (cioè quando i peacekeeper, se armati, possano usare la forza, e dove possano muoversi, nell'ambito del territorio che li ospita). Spesso il mandato dispone che i peacekeeper siano scortati da "guide" del governo ospitante ogniqualvolta lascino la loro base. Questa complicazione ha causato problemi sul campo.
Mentre viene messa assieme la forza di ''peacekeeping'', la squadra diplomatica ONU pratica varie attività diplomatiche. Le esatte dimensioni e forza dello schieramento vanno concordate con il governo della nazione in cui è in corso il conflitto. Le [[regole di ingaggio]] devono essere sviluppate e concordate sia dalle parti in lizza sia dal Consiglio di Sicurezza. Esse attribuiscono lo specifico mandato e scopo della missione (cioè quando i peacekeeper, se armati, possano usare la forza, e dove possano muoversi, nell'ambito del territorio che li ospita). Spesso il mandato dispone che i peacekeeper siano scortati da "guide" del governo ospitante ogniqualvolta lascino la loro base. Questa complicazione ha causato problemi sul campo.


Quando hanno avuto luogo tutti gli accordi, il personale richiesto è stato reperito, e l'approvazione finale è stata deliberata dal Consiglio di Sicurezza, i peacekeeper sono dislocati nella regione prevista.
Quando hanno avuto luogo tutti gli accordi, il personale richiesto è stato reperito, e l'approvazione finale è stata deliberata dal Consiglio di Sicurezza, i peacekeeper sono dislocati nella regione prevista.


==== Struttura ====
==== Struttura ====
Le missioni di pace ONU sono state concepite in quanto operazioni "Born out of necessity, largely improvised, a practical response to a problem requiring action"<ref>{{Cita libro|autore=United Nations|titolo=The Blue Element - A review of United Nations Peace Keeping|anno=1990|p=4}}</ref> e sono quindi tutte concepite ad hoc, condividono tuttavia una struttura ed organizzazione comune.

Una missione di pace dell'ONU ha tre centri direttivi. Il primo è il Rappresentante speciale del [[segretario generale dell'ONU|Segretario generale]], il capo ufficiale della missione. È responsabile di tutta l'attività politica e diplomatica, presiede alle relazioni tanto con le parti stipulanti del trattato di pace, quanto con gli stati membri ONU in generale. Il secondo è il comandante della forza, che è responsabile dell'apparato militare sul campo. È un alto ufficiale delle forze armate che intervengono, e spesso è scelto tra quelli della nazione che partecipa con il maggior numero di effettivi. In terzo luogo dobbiamo considerare il ''Chief Administrative Officer,''<ref>''The Evolution of UN peacekeeping: case studies and comparative analysis,'' A Stimson Center Book, di William J. Durch, Palgrave Macmillan, 1993, ISBN 0-312-06600-7, 9780312066000</ref> che ha la supervisione delle forniture, della logistica, e coordina l'approvvigionamento di ogni necessaria risorsa.
Una missione di pace dell'ONU ha tre centri direttivi. Il primo è il Rappresentante speciale del [[segretario generale dell'ONU|Segretario generale]], il capo ufficiale della missione. È responsabile di tutta l'attività politica e diplomatica, presiede alle relazioni tanto con le parti stipulanti del trattato di pace, quanto con gli stati membri ONU in generale. Il secondo è il comandante della forza, che è responsabile dell'apparato militare sul campo. È un alto ufficiale delle forze armate che intervengono, e spesso è scelto tra quelli della nazione che partecipa con il maggior numero di effettivi. In terzo luogo dobbiamo considerare il ''Chief Administrative Officer,''<ref>''The Evolution of UN peacekeeping: case studies and comparative analysis,'' A Stimson Center Book, di William J. Durch, Palgrave Macmillan, 1993, ISBN 0-312-06600-7, 9780312066000</ref> che ha la supervisione delle forniture, della logistica, e coordina l'approvvigionamento di ogni necessaria risorsa.


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Lo statuto ONU impone a tutti gli stati membri l'obbligo di mettere a disposizione del Consiglio di sicurezza le forze e le infrastrutture necessarie al mantenimento di pace e sicurezza in ogni posto del mondo. Dal 1948, quasi 130 paesi hanno contribuito a missioni di pace con personale militare e di polizia civile.
Lo statuto ONU impone a tutti gli stati membri l'obbligo di mettere a disposizione del Consiglio di sicurezza le forze e le infrastrutture necessarie al mantenimento di pace e sicurezza in ogni posto del mondo. Dal 1948, quasi 130 paesi hanno contribuito a missioni di pace con personale militare e di polizia civile.


''Caschi blu'' (dal colore dell'elmetto) è la denominazione con cui vengono indicati i militari delle Forze internazionali di pace dell'ONU, con compiti di controllo finalizzati al ripristino della normalità politica e civile nel paese in cui operano. Hanno ricevuto il [[premio Nobel per la pace]] nel 1988.<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/caschi-blu/ Caschi blu nell&apos;Enciclopedia Treccani<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
''Caschi blu'' (dal colore dell'elmetto) è la denominazione con cui vengono indicati i militari delle Forze internazionali di pace dell'ONU, con compiti di controllo finalizzati al ripristino della normalità politica e civile nel paese in cui operano. Hanno ricevuto il [[premio Nobel per la pace]] nel 1988.<ref>{{cita testo|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/caschi-blu/|titolo=Caschi blu nell&apos;Enciclopedia Treccani<!-- Titolo generato automaticamente -->}}</ref>


Nel [[1956]] è nata la prima [[Forza di emergenza delle Nazioni Unite]] in occasione del conflitto tra Israele ed Egitto.
Nel [[1956]] è nata la prima [[Forza di emergenza delle Nazioni Unite]] in occasione del conflitto tra Israele ed Egitto.
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Nel [[2000]] è stata anche istituita una [[Brigata di reazione rapida multinazionale]] per intervenire in aree a rischio in breve tempo.
Nel [[2000]] è stata anche istituita una [[Brigata di reazione rapida multinazionale]] per intervenire in aree a rischio in breve tempo.


Benché non siano disponibili informazioni dettagliate su tutto il personale che partecipò a missioni di pace dal 1948, si stima che circa un milione di operatori (soldati, agenti di polizia, e "normali civili") abbia lavorato sotto bandiera ONU in mezzo secolo abbondante. Con dati riferiti a marzo 2008, 113 paesi stavano contribuendo con un totale di 88&nbsp;862 persone tra osservatori militari, polizia, e truppe inquadrate in unità militari canoniche.<ref>[http://www.un.org/Depts/dpko/dpko/contributors/2008/mar08_1.pdf Contributors to United Nations peacekeeping operations]</ref>
Benché non siano disponibili informazioni dettagliate su tutto il personale che partecipò a missioni di pace dal 1948, si stima che circa un milione di operatori (soldati, agenti di polizia, e "normali civili") abbia lavorato sotto bandiera ONU in mezzo secolo abbondante. Con dati riferiti a marzo 2008, 113 paesi stavano contribuendo con un totale di 88&nbsp;862 persone tra osservatori militari, polizia, e truppe inquadrate in unità militari canoniche.<ref>{{cita testo|url=http://www.un.org/Depts/dpko/dpko/contributors/2008/mar08_1.pdf|titolo=Contributors to United Nations peacekeeping operations}}</ref>


Nonostante il lungo elenco di paesi partecipanti sulla carta, la parte del leone—sotto il profilo del numero di addetti sul campo—è chiaramente svolta da un nucleo di [[paesi in via di sviluppo]], che spesso traggono profitto economico da tale partecipazione. In questo senso, la classifica dei primi dieci (stima del marzo 2007) appare la seguente: [[Pakistan]] (10.173), [[Bangladesh]] (9.675), [[India]] (9.471), [[Nepal]] (3.626), [[Giordania]] (3.564), [[Uruguay]] (2.583), [[Italia]] (2.539), [[Ghana]] (2.907), [[Nigeria]] (2.465), e [[Francia]] (1.975).<ref name="unpko-summary">{{Cita web | titolo=Monthly Summary of Contributors to UN Peacekeeping Operations | url=http://www.un.org/Depts/dpko/dpko/contributors/2007/march07_2.pdf|formato=PDF| accesso=20 aprile 2007}}</ref>
Nonostante il lungo elenco di paesi partecipanti sulla carta, la parte del leone — sotto il profilo del numero di addetti sul campo — è chiaramente svolta da un nucleo di [[paesi in via di sviluppo]], che spesso traggono profitto economico da tale partecipazione. In questo senso, la classifica dei primi dieci (stima del marzo 2007) appare la seguente: [[Pakistan]] (10.173), [[Bangladesh]] (9.675), [[India]] (9.471), [[Nepal]] (3.626), [[Giordania]] (3.564), [[Uruguay]] (2.583), [[Italia]] (2.539), [[Ghana]] (2.907), [[Nigeria]] (2.465), e [[Francia]] (1.975).<ref name="unpko-summary">{{Cita web | titolo=Monthly Summary of Contributors to UN Peacekeeping Operations | url=http://www.un.org/Depts/dpko/dpko/contributors/2007/march07_2.pdf|formato=PDF| accesso=20 aprile 2007}}</ref>


Alla data di marzo [[2008]], in aggiunta al personale militare e di polizia, risultano aver collaborato a missioni peacekeeping ONU: 5&nbsp;187 "civili internazionali", 2.031 volontari delle Nazioni Unite e 12.036 civili locali.<ref>[http://www.un.org/Depts/dpko/dpko/bnote.htm Background Note - United Nations Peacekeeping Operations<!-- Bot generated title -->]</ref>
Alla data di marzo [[2008]], in aggiunta al personale militare e di polizia, risultano aver collaborato a missioni peacekeeping ONU: 5&nbsp;187 "civili internazionali", 2.031 volontari delle Nazioni Unite e 12.036 civili locali.<ref>{{cita testo|url=http://www.un.org/Depts/dpko/dpko/bnote.htm|titolo=Background Note - United Nations Peacekeeping Operations<!-- Bot generated title -->}}</ref>


Fino ad aprile 2008, 2.468 persone, di oltre cento nazionalità, hanno perso la vita in missioni di pace.<ref>[http://www.un.org/Depts/dpko/fatalities/StatsByYear%201.pdf United Nations peacekeeping - Fatalities By Year up to 31 Dec 2008]</ref> Molti dei caduti provenivano dall'India (127), Canada (114) e Ghana (113). Il 30% delle perdite umane lamentate nei primi 55 anni di ''peacekeeping'' ONU ricade negli anni dal 1993 al 1995.
Fino ad aprile 2008, 2.468 persone, di oltre cento nazionalità, hanno perso la vita in missioni di pace.<ref>{{cita testo|url=http://www.un.org/Depts/dpko/fatalities/StatsByYear%201.pdf|titolo=United Nations peacekeeping - Fatalities By Year up to 31 Dec 2008}}</ref> Molti dei caduti provenivano dall'India (127), Canada (114) e Ghana (113). Il 30% delle perdite umane lamentate nei primi 55 anni di ''peacekeeping'' ONU ricade negli anni dal 1993 al 1995.


Come già detto, i paesi in via di sviluppo tendono a partecipare al ''peacekeeping'' più delle nazioni sviluppate. Questo, in parte, può spiegarsi con il fatto che le forze armate dei paesi emergenti non evocano il fantasma dell'[[imperialismo]] nelle località di guerra (spesso trattasi di ex-[[colonia (insediamento)|colonie]]). Ad esempio, nel dicembre 2005, l'[[Eritrea]] espulse dalla missione di pace sulla propria frontiera con l'[[Etiopia]] tutto il personale statunitense, russo, europeo e canadese. Alla motivazione storico-politica, si aggiunge però l'attrattiva economica per i paesi meno agiati. L'ONU riconosce mensilmente a ciascun operatore militare: $1.028 per paga e rimborsi spese; $303 extra per gli specialisti; $68 per vestiario personale, accessori ed equipaggiamento; $5 per armamento individuale.<ref>[http://www.un.org/Depts/dpko/dpko/faq/q10.htm United Nations Peacekeepers - How are peacekeepers compensated?]</ref> Può essere un cespite finanziario di un certo rilievo per un paese emergente. Garantendo ai soldati addestramento, equipaggiamento e stipendi di elevato livello, le missioni di pace ONU consentono a tali paesi di mantenere forze armate più importanti di quello che si potrebbero permettere secondo i rispettivi bilanci. Circa il 4,5% del personale militare o di polizia impiegato nel ''peacekeeping'' ONU proviene dall'[[Unione europea]]; la percentuale scende sotto l'uno per cento se consideriamo gli addetti statunitensi.
Come già detto, i paesi in via di sviluppo tendono a partecipare al ''peacekeeping'' più delle nazioni sviluppate. Questo, in parte, può spiegarsi con il fatto che le forze armate dei paesi emergenti non evocano il fantasma dell'[[imperialismo]] nelle località di guerra (spesso trattasi di ex-[[colonia (insediamento)|colonie]]). Ad esempio, nel dicembre 2005, l'[[Eritrea]] espulse dalla missione di pace sulla propria frontiera con l'[[Etiopia]] tutto il personale statunitense, russo, europeo e canadese. Alla motivazione storico-politica, si aggiunge però l'attrattiva economica per i paesi meno agiati. L'ONU riconosce mensilmente a ciascun operatore militare: $1.028 per paga e rimborsi spese; $303 extra per gli specialisti; $68 per vestiario personale, accessori ed equipaggiamento; $5 per armamento individuale.<ref>{{cita testo|url=http://www.un.org/Depts/dpko/dpko/faq/q10.htm|titolo=United Nations Peacekeepers - How are peacekeepers compensated?}}</ref> Può essere un cespite finanziario di un certo rilievo per un paese emergente. Garantendo ai soldati addestramento, equipaggiamento e stipendi di elevato livello, le missioni di pace ONU consentono a tali paesi di mantenere forze armate più importanti di quello che si potrebbero permettere secondo i rispettivi bilanci. Circa il 4,5% del personale militare o di polizia impiegato nel ''peacekeeping'' ONU proviene dall'[[Unione europea]]; la percentuale scende sotto l'uno per cento se consideriamo gli addetti statunitensi.


=== Costi ===
=== Costi ===
I costi del ''peacekeeping'', specie dopo la fine della [[guerra fredda]], sono lievitati enormemente. Nel 1993, i costi annuali per le operazioni di pace delle Nazioni Unite sono arrivati a circa $3,6 miliardi, anche a causa delle operazioni nell'[[UNPROFOR|Ex Jugoslavia]] ed in [[UNOSOM II|Somalia]]. Nel 1998, erano crollati ad una cifra addirittura inferiore al miliardo di dollari. Con la ripresa delle operazioni su vasta scala, i costi s'impennarono di nuovo verso i $3 miliardi nel 2001. Nel 2004, fu approvato un bilancio di previsione da $2,8 miliardi, ma il costo a consuntivo fu superiore. Nel 2006, l'ammontare si aggirava sui $5 miliardi.
I costi del ''peacekeeping'', specie dopo la fine della [[guerra fredda]], sono lievitati enormemente. Nel 1993, i costi annuali per le operazioni di pace delle Nazioni Unite sono arrivati a circa $3,6 miliardi, anche a causa delle operazioni nell'ex Jugoslavia ([[UNPROFOR]]) e in Somalia ([[UNOSOM II]]). Nel 1998, erano crollati ad una cifra addirittura inferiore al miliardo di dollari. Con la ripresa delle operazioni su vasta scala, i costi s'impennarono di nuovo verso i $3 miliardi nel 2001. Nel 2004, fu approvato un bilancio di previsione da $2,8 miliardi, ma il costo a consuntivo fu superiore. Nel 2006, l'ammontare si aggirava sui $5 miliardi.


Tutti gli Stati membri sono legalmente obbligati a pagare la loro quota di costi per il mantenimento della pace, in ragione di una complessa formula che loro stessi hanno stabilito. Malgrado questa [[obbligazione (diritto)|obbligazione]], gli Stati membri nel 2004 avevano accumulato un arretrato di circa $1,2 miliardi, con riferimento a missioni in atto e pregresse
Tutti gli Stati membri sono legalmente obbligati a pagare la loro quota di costi per il mantenimento della pace, in ragione di una complessa formula che loro stessi hanno stabilito. Malgrado questa [[obbligazione (diritto)|obbligazione]], gli Stati membri nel 2004 avevano accumulato un arretrato di circa $1,2 miliardi, con riferimento a missioni in atto e pregresse.


== Missioni non-ONU ==
== Missioni non-ONU ==
[[File:En-MFO1.JPG|thumb|Elicotteri [[Bell 212|CH135 Twin Huey]] canadesi assegnati alla [[Multinational Force and Observers]], una forza di peacekeeping non-ONU, ad [[El Gorah]],<ref>[http://www.globalsecurity.org/military/facility/el-gorah.htm El Gorah su Globalsecurity.org]</ref> [[Penisola del Sinai|Sinai]], [[Egitto]], 1989]]
[[File:En-MFO1.JPG|thumb|Elicotteri [[Bell 212|CH135 Twin Huey]] canadesi assegnati alla [[Multinational Force and Observers]], una forza di peacekeeping non-ONU, ad [[El Gorah]],<ref>{{cita testo|url=http://www.globalsecurity.org/military/facility/el-gorah.htm|titolo=El Gorah su Globalsecurity.org}}</ref> [[Penisola del Sinai|Sinai]], [[Egitto]], 1989]]
Non tutte le forze di ''peacekeeping'' sono state direttamente controllate dalle Nazioni Unite.
Non tutte le forze di ''peacekeeping'' sono state direttamente controllate dalle Nazioni Unite.
Nel 1981, un accordo tra Israele ed Egitto diede vita al già ricordato ''Multinational Force and Observers'' che tuttora esercita una supervisione sulla penisola del Sinai.
Nel 1981, un accordo tra Israele ed Egitto diede vita al già ricordato ''Multinational Force and Observers'' che tuttora esercita una supervisione sulla penisola del Sinai.


Sei anni più tardi, la [[Indian Peace Keeping Force]]<ref>Collegamenti esterni in punto:
Sei anni più tardi, la [[Indian Peace Keeping Force]]<ref>Collegamenti esterni in punto:
* {{cita web | 1 = http://www.indianchild.com/india_peace_keeping_operations.htm | 2 = India Child article on IPKF operations | accesso = 24 settembre 2009 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20100315042221/http://www.indianchild.com/india_peace_keeping_operations.htm | dataarchivio = 15 marzo 2010 | urlmorto = sì }}
* {{cita web | url = http://www.indianchild.com/india_peace_keeping_operations.htm | titolo = India Child article on IPKF operations | accesso = 24 settembre 2009 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20100315042221/http://www.indianchild.com/india_peace_keeping_operations.htm | urlmorto = sì }}
* {{cita web | 1 = http://in.rediff.com/news/2000/mar/23lanka.htm | 2 = India's VietNam }}
* {{cita web | url = http://in.rediff.com/news/2000/mar/23lanka.htm | titolo = India's VietNam }}
* {{cita web|url=http://nesohr.org/human-rights-reports/StatisticsOnCiviliansAffectedByWar.pdf?PHPSESSID=8204ff9bfa58e205f71a95c3899f8835|titolo=Civilians Affected by War in Northeast Ceylon|urlmorto=sì|urlarchivio=https://archive.is/20120723133708/http://nesohr.org/human-rights-reports/StatisticsOnCiviliansAffectedByWar.pdf?PHPSESSID=8204ff9bfa58e205f71a95c3899f8835|dataarchivio=23 luglio 2012}}
* {{cita web|url=http://nesohr.org/human-rights-reports/StatisticsOnCiviliansAffectedByWar.pdf|titolo=Civilians Affected by War in Northeast Ceylon|urlmorto=sì|urlarchivio=https://archive.today/20120723133708/http://nesohr.org/human-rights-reports/StatisticsOnCiviliansAffectedByWar.pdf?PHPSESSID=8204ff9bfa58e205f71a95c3899f8835}}
* {{cita web | 1 = http://www.bharat-rakshak.com/LAND-FORCES/Army/History/1987/index.html | 2 = The Indian Army in Sri Lanka 1987-1990 | accesso = 24 settembre 2009 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20050313035608/http://www.bharat-rakshak.com/LAND-FORCES/Army/History/1987/index.html | dataarchivio = 13 marzo 2005 | urlmorto = sì }}
* {{cita web | url = http://www.bharat-rakshak.com/LAND-FORCES/Army/History/1987/index.html | titolo = The Indian Army in Sri Lanka 1987-1990 | accesso = 24 settembre 2009 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20050313035608/http://www.bharat-rakshak.com/LAND-FORCES/Army/History/1987/index.html | urlmorto = sì }}
* [http://www.indianjawan.com/ Indian Jawan] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20051016003859/http://www.indianjawan.com/ |data=16 ottobre 2005 }}- A Tribute To The Indian Soldier
* {{cita testo|url=http://www.indianjawan.com/|titolo=Indian Jawan|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20051016003859/http://www.indianjawan.com/ }}- A Tribute To The Indian Soldier
* {{cita web | 1 = http://www.rediff.com/news/2000/mar/24lanka.htm | 2 = Overview of Mission }}
* {{cita web | url = http://www.rediff.com/news/2000/mar/24lanka.htm | titolo = Overview of Mission }}
* {{cita web | 1 = http://www.stormingmedia.us/40/4004/A400492.html | 2 = Case Study in Operations Other Than War | accesso = 24 settembre 2009 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20050124105524/http://www.stormingmedia.us/40/4004/A400492.html | dataarchivio = 24 gennaio 2005 | urlmorto = sì }}
* {{cita web | url = http://www.stormingmedia.us/40/4004/A400492.html | titolo = Case Study in Operations Other Than War | accesso = 24 settembre 2009 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20050124105524/http://www.stormingmedia.us/40/4004/A400492.html | urlmorto = sì }}
* {{cita web | 1 = http://www.tamilnation.org/intframe/india/warcrimes/index.htm | 2 = Tamil Nation on Rajiv Gandhi's War Crimes }}
* {{cita web | url = http://www.tamilnation.org/intframe/india/warcrimes/index.htm | titolo = Tamil Nation on Rajiv Gandhi's War Crimes }}
* {{cita web | 1 = http://www.bharat-rakshak.com/IAF/History/1987IPKF/ | 2 = The Indian Air Force in Sri Lanka 1987-1990 }}
* {{cita web | url = http://www.bharat-rakshak.com/IAF/History/1987IPKF/ | titolo = The Indian Air Force in Sri Lanka 1987-1990 | accesso = 24 settembre 2009 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20100107083856/http://www.bharat-rakshak.com/IAF/History/1987IPKF/ | urlmorto = sì }}
* {{cita web | 1 = http://www.frontlineonnet.com/fl2418/stories/20070921505807900.htm | 2 = Shocking disclosures }}
* {{cita web | url = http://www.frontlineonnet.com/fl2418/stories/20070921505807900.htm | titolo = Shocking disclosures }}
* {{cita web|url=http://books.google.lk/books?id=MrBi0ghiZN0C&pg=PA91&dq=IPKF+German+Memories+in+Asia&sig=-NnNJKQMAxK9Xfd2b2mqOFC7lEA|titolo=A Mission in Jaffna & the Memories of War-Torn Jaffna}}</ref>
* {{cita web|url=http://books.google.lk/books?id=MrBi0ghiZN0C&pg=PA91&dq=IPKF+German+Memories+in+Asia&sig=-NnNJKQMAxK9Xfd2b2mqOFC7lEA|titolo=A Mission in Jaffna & the Memories of War-Torn Jaffna}}</ref> entrò nello [[Sri Lanka]] per concorrervi al mantenimento della pace.
entrò nello [[Sri Lanka]] per concorrervi al mantenimento della pace.
La situazione divenne stagnante, e nel 1990 il [[Primo ministro]] dello Sri Lanka, che aveva concluso un patto con le [[Tigri Tamil]], chiese all'India di ritirarsi.
La situazione divenne stagnante, e nel 1990 il [[Primo ministro]] dello Sri Lanka, che aveva concluso un patto con le [[Tigri Tamil]], chiese all'India di ritirarsi.


Nel novembre 1998, inoltre, l'India collaborò alla restaurazione del governo di [[Maumoon Abdul Gayoom]] nelle [[Maldive]], azione da inquadrarsi nell'alveo della [[Operazione Cactus]].<ref>Collegamenti esterni in punto:
Nel novembre 1998, inoltre, l'India collaborò alla restaurazione del governo di [[Maumoon Abdul Gayoom]] nelle [[Maldive]], azione da inquadrarsi nell'alveo della [[Operazione Cactus]].<ref>Collegamenti esterni in punto:
* {{cita web |url=http://www.bharat-rakshak.com/IAF/History/1988Cactus/Cactus01.html |titolo=Copia archiviata |accesso=26 settembre 2009 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090917064629/http://www.bharat-rakshak.com/IAF/History/1988Cactus/Cactus01.html |dataarchivio=17 settembre 2009 }}
* {{cita web |url=http://www.bharat-rakshak.com/IAF/History/1988Cactus/Cactus01.html |titolo=Copia archiviata |accesso=26 settembre 2009 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090917064629/http://www.bharat-rakshak.com/IAF/History/1988Cactus/Cactus01.html }}
* {{cita web |url=http://www.bharat-rakshak.com/LAND-FORCES/Army/History/1970s/Operation-Cactus.html |titolo=Copia archiviata |accesso=2 ottobre 2006 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060827180644/http://bharat-rakshak.com/LAND-FORCES/Army/History/1970s/Operation-Cactus.html |dataarchivio=27 agosto 2006 }}
* {{cita web |url=http://www.bharat-rakshak.com/LAND-FORCES/Army/History/1970s/Operation-Cactus.html |titolo=Copia archiviata |accesso=2 ottobre 2006 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060827180644/http://bharat-rakshak.com/LAND-FORCES/Army/History/1970s/Operation-Cactus.html }}
* {{cita web |url=http://www.bharat-rakshak.com/IAF/History/1988Cactus/Chordia.html |titolo=Copia archiviata |accesso=26 settembre 2009 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090917172723/http://www.bharat-rakshak.com/IAF/History/1988Cactus/Chordia.html |dataarchivio=17 settembre 2009 }}
* {{cita web |url=http://www.bharat-rakshak.com/IAF/History/1988Cactus/Chordia.html |titolo=Copia archiviata |accesso=26 settembre 2009 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090917172723/http://www.bharat-rakshak.com/IAF/History/1988Cactus/Chordia.html }}
* {{cita web |url=http://armedforces.nic.in/navy/cactus.htm |titolo=Copia archiviata |accesso=16 luglio 2010 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20020614011830/http://armedforces.nic.in/navy/cactus.htm |dataarchivio=14 giugno 2002 }}
* {{cita web |url=http://armedforces.nic.in/navy/cactus.htm |titolo=Copia archiviata |accesso=16 luglio 2010 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20020614011830/http://armedforces.nic.in/navy/cactus.htm }}
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Il 20 dicembre 1995, su mandato ONU, una forza a guida NATO ([[IFOR]])<ref>La ''Implementation Force'' (IFOR) è stata una forza multinazionale della [[NATO]] dispiegata in [[Bosnia ed Erzegovina]] per un mandato di un anno dal 20 dicembre [[1995]] al 20 dicembre 1996 sotto il nome in codice ''[[Operazione Joint Endeavor]]'' per implementare l'accordo di pace in Bosnia - Erzegovina come successore della forza delle [[Nazioni Unite]] [[UNPROFOR]].</ref> fece il suo ingresso in [[Bosnia]] per dare attuazione al ''General Framework Agreement for Peace in Bosnia and Herzegovina.''<ref>[http://www.oscebih.org/overview/gfap/eng/ General Framework Agreement for Peace in Bosnia and Herzegovina] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20100213232342/http://www.oscebih.org/overview/gfap/eng/ |data=13 febbraio 2010 }}</ref> Analogamente, un'operazione NATO ([[KFOR]])<ref>La ''Kosovo Force'' (KFOR) è una forza militare internazionale, guidata dalla [[Organizzazione del Trattato Nord Atlantico|NATO]], responsabile di ristabilire l'ordine e la pace in [[Kosovo]], una provincia della [[Serbia]] sotto l'amministrazione dell'[[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]] dal 1999.</ref> si svolge tuttora nella provincia [[Serbia|serba]] del [[Kosovo]].
Il 20 dicembre 1995, su mandato ONU, una forza a guida NATO ([[IFOR]])<ref>La ''Implementation Force'' (IFOR) è stata una forza multinazionale della [[NATO]] dispiegata in [[Bosnia ed Erzegovina]] per un mandato di un anno dal 20 dicembre [[1995]] al 20 dicembre 1996 sotto il nome in codice ''[[Operazione Joint Endeavor]]'' per implementare l'accordo di pace in Bosnia - Erzegovina come successore della forza delle [[Nazioni Unite]] [[UNPROFOR]].</ref> fece il suo ingresso in [[Bosnia]] per dare attuazione al ''General Framework Agreement for Peace in Bosnia and Herzegovina.''<ref>{{cita testo|url=http://www.oscebih.org/overview/gfap/eng/|titolo=General Framework Agreement for Peace in Bosnia and Herzegovina|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100213232342/http://www.oscebih.org/overview/gfap/eng/ }}</ref> Analogamente, un'operazione NATO ([[KFOR]])<ref>La ''Kosovo Force'' (KFOR) è una forza militare internazionale, guidata dalla [[Organizzazione del Trattato Nord Atlantico|NATO]], responsabile di ristabilire l'ordine e la pace in [[Kosovo]], sotto l'amministrazione dell'[[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]] dal 1999.</ref> si svolge tuttora nel [[Kosovo]].


La missione a guida Nato in [[Bosnia ed Erzegovina]] è stata successivamente sostituita da una missione peacekeeping a patrocinio [[Unione europea|europeo]], organizzata da [[EUFOR]].<ref>
La missione a guida Nato in [[Bosnia ed Erzegovina]] è stata successivamente sostituita da una missione peacekeeping a patrocinio [[Unione europea|europeo]], organizzata da [[EUFOR]].<ref>Collegamenti esterni in punto:
* {{cita web|url=https://www.consilium.europa.eu/cms3_fo/showPage.asp?id=1039&lang=en|titolo=Official website|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080216212031/http://consilium.europa.eu/cms3_fo/showPage.asp?id=1039&lang=en}}
Collegamenti esterni in punto:
* {{cita web|url=https://www.consilium.europa.eu/cms3_fo/showPage.asp?id=1039&lang=en|titolo=Official website|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080216212031/http://consilium.europa.eu/cms3_fo/showPage.asp?id=1039&lang=en|dataarchivio=16 febbraio 2008}}
* http://europa.eu/whoiswho/bin/dispent.pl?lang=en&entity_id=61084
* http://europa.eu/whoiswho/bin/dispent.pl?lang=en&entity_id=61084
* http://www.consilium.europa.eu/cms3_fo/showPage.asp?id=279&lang=en&mode=g
* http://www.consilium.europa.eu/cms3_fo/showPage.asp?id=279&lang=en&mode=g {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20081223073138/http://consilium.europa.eu/cms3_fo/showPage.asp?id=279&lang=en&mode=g |date=23 dicembre 2008 }}
* {{cita web|url=http://www.consilium.europa.eu/showPage.asp?id=1211&lang=en&mode=g|titolo=Official EU Operations Centre website}}
* {{cita web|url=http://www.consilium.europa.eu/showPage.asp?id=1211&lang=en&mode=g|titolo=Official EU Operations Centre website|accesso=26 settembre 2009|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160306205429/http://www.consilium.europa.eu/showPage.asp?id=1211&lang=en&mode=g|urlmorto=sì}}
* {{cita web | 1 = http://hdptcar.net/blog/2008/02/13/new-agenda-for-the-european-peace-keeping-mission-in-chad-and-car/ | 2 = United Nations website in CAR monitoring progress of EUFOR TCHAD/RCA and MINURCAT | accesso = 26 settembre 2009 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20080312032334/http://hdptcar.net/blog/2008/02/13/new-agenda-for-the-european-peace-keeping-mission-in-chad-and-car/ | dataarchivio = 12 marzo 2008 | urlmorto = }}
* {{cita web | url = http://hdptcar.net/blog/2008/02/13/new-agenda-for-the-european-peace-keeping-mission-in-chad-and-car/ | titolo = United Nations website in CAR monitoring progress of EUFOR TCHAD/RCA and MINURCAT | accesso = 26 settembre 2009 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20080312032334/http://hdptcar.net/blog/2008/02/13/new-agenda-for-the-european-peace-keeping-mission-in-chad-and-car/ | urlmorto = }}</ref> Anche l'[[Unione Africana]], a partire dal [[2003]], è stata marginalmente coinvolta nel peacekeeping [[Africa|continentale]].
</ref> Anche l'[[Unione Africana]], a partire dal [[2003]], è stata marginalmente coinvolta nel peacekeeping [[Africa|continentale]].


Nell'[[Ossezia del Sud]], [[Russia]] e [[Georgia]] inviarono le rispettive formazioni di caschi blu in applicazione all'accordo di [[Soči]] (siglato il 24 giugno 1992).<ref>[http://www.worldpoliticsreview.com/Article.aspx?id=1904 Sochi Summit Fails to Solve U.S.-Russian Missile Defense Dispute]</ref><ref>Si noti come — in questo caso — la "terzietà" dei peacekeeper, la loro natura di osservatori/arbitri ''super partes'', sia quanto meno opinabile.</ref>
Nell'[[Ossezia del Sud]], [[Russia]] e [[Georgia]] inviarono le rispettive formazioni di caschi blu in applicazione all'accordo di [[Soči]] (siglato il 24 giugno 1992).<ref>{{Cita web |url=http://www.worldpoliticsreview.com/Article.aspx?id=1904 |titolo=Sochi Summit Fails to Solve U.S.-Russian Missile Defense Dispute |accesso=26 settembre 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080625030938/http://www.worldpoliticsreview.com/article.aspx?id=1904 |urlmorto=sì }}</ref><ref>Si noti come — in questo caso — la "terzietà" dei peacekeeper, la loro natura di osservatori/arbitri ''super partes'', sia quanto meno opinabile.</ref>


La [[seconda guerra in Ossezia del Sud]] del 2008 si concluse con l'espulsione dalla regione di tutte le forze georgiane, compresi i caschi blu, ed ebbe un bilancio di 18 caduti tra i caschi blu russi.
La [[seconda guerra in Ossezia del Sud]] del 2008 si concluse con l'espulsione dalla regione di tutte le forze georgiane, compresi i caschi blu, ed ebbe un bilancio di 18 caduti tra i caschi blu russi.
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== Critiche ==
== Critiche ==
=== Danni potenziali alle truppe ===
=== Danni potenziali alle truppe ===
Naturalmente, come ogni impresa militare (o bellica in senso ampio), anche il peacekeeping potrebbe provocare danni alla salute delle persone impiegate, soprattutto per l'elevato grado di stress che comporta. I peacekeeper sono esposti a danni causati ("collateralmente", in modo non deliberato) dalle parti in conflitto e spesso anche ad un clima cui non sono avvezzi. Ne scaturiscono problemi di [[salute mentale]], [[suicidio]] ed abuso di [[droga|droghe]], come dimostrano specifiche statistiche.<ref>[http://findarticles.com/p/articles/mi_qa3912/is_200908/ai_n35631115/ PTSD Subclusters and Functional Impairment in Kosovo Peacekeepers (Military Medicine)]</ref> Avere un parente in missione all'estero per un lungo periodo è fonte di stress anche per i familiari dei peacekeeper.<ref>[http://www.mielenterveys-taimi.fi/kipunoita/2003_2/09.htm Lanan torjuntaa – Henkinen hyvinvointi rauhanturvajoukoissa.] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20080526010824/http://www.mielenterveys-taimi.fi/kipunoita/2003_2/09.htm |data=26 maggio 2008 }} Kipunoita 2/2003. Retrieved 9-3-2007. {{fi}}</ref> Oltre tutto, i peacekeeper, sebbene eventualmente agiscano su mandato ONU, possono divenire bersaglio (intenzionale) per gli attacchi di una parte belligerante.
Naturalmente, come ogni impresa militare (o bellica in senso ampio), anche il peacekeeping potrebbe provocare danni alla salute delle persone impiegate, soprattutto per l'elevato grado di stress che comporta. I peacekeeper sono esposti a danni causati ("collateralmente", in modo non deliberato) dalle parti in conflitto e spesso anche ad un clima cui non sono avvezzi. Ne scaturiscono problemi di [[salute mentale]], [[suicidio]] ed abuso di [[Droga|droghe]], come dimostrano specifiche statistiche.<ref>{{cita testo|url=http://findarticles.com/p/articles/mi_qa3912/is_200908/ai_n35631115/|titolo=PTSD Subclusters and Functional Impairment in Kosovo Peacekeepers (Military Medicine)}}</ref> Avere un parente in missione all'estero per un lungo periodo è fonte di stress anche per i familiari dei peacekeeper.<ref>{{cita testo|url=http://www.mielenterveys-taimi.fi/kipunoita/2003_2/09.htm|titolo=Lanan torjuntaa – Henkinen hyvinvointi rauhanturvajoukoissa.|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080526010824/http://www.mielenterveys-taimi.fi/kipunoita/2003_2/09.htm }} Kipunoita 2/2003. Retrieved 9-3-2007. {{fi}}</ref> Oltre tutto, i peacekeeper, sebbene eventualmente agiscano su mandato ONU, possono divenire bersaglio (intenzionale) per gli attacchi di una parte belligerante.


Un differente approccio pone in risalto come il peacekeeping potrebbe "rammollire i guerrieri" ed intaccarne la combattività, posta l'ovvia differenza di profilo tra un contingente di peacekeeping ed un reparto operativo dispiegato in un contesto schiettamente e tradizionalmente conflittuale.<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://www.usafa.af.mil/jscope/ISME2007/Papers/Prof%20Paulin%20Kaurin%20War%20Stories.doc. Kaurin, P. M. (2007) War Stories: Narrative, Identity and (Recasting) Military Ethics Pedagogy. Pacific Lutheran University. ISME 2007. Retrieved 9-3-2007] |data=marzo 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref><ref>Liu, H. C. K., The war that could destroy both armies, ''Asia Times'', 23 October, 2003. Retrieved 9-3-2007.</ref>
Un differente approccio pone in risalto come il peacekeeping potrebbe "rammollire i guerrieri" ed intaccarne la combattività, posta l'ovvia differenza di profilo tra un contingente di peacekeeping ed un reparto operativo dispiegato in un contesto schiettamente e tradizionalmente conflittuale.<ref>{{collegamento interrotto|1={{cita testo|url=http://www.usafa.af.mil/jscope/ISME2007/Papers/Prof%20Paulin%20Kaurin%20War%20Stories.doc.|titolo=Kaurin, P. M. (2007) War Stories: Narrative, Identity and (Recasting) Military Ethics Pedagogy. Pacific Lutheran University. ISME 2007. Retrieved 9-3-2007}} |data=marzo 2018 }}</ref><ref>Liu, H. C. K., The war that could destroy both armies, ''Asia Times'', 23 October, 2003. Retrieved 9-3-2007.</ref>


=== Problemi a lungo termine ===
=== Problemi a lungo termine ===
Il peacekeeping può avere come risultato la mera conservazione di un precario [[status quo]] destinato a sicuro collasso nel lungo periodo. Bisogna, per obiettività, concedere anche il fatto che l'attuale figura di peacekeeper non postula la vocazione a costruire soluzioni politiche permanenti. La sua missione è, al contrario, stabilizzare una situazione in modo tale da offrire a statisti e diplomatici l'opportunità di sviluppare una pace ''(rebus sic stantibus)'' definitiva. Nel ''Peace Department'' ONU costituiscono ancora una relativa novità le diramazioni ''peace-building'' e ''peacemaking''.<ref>A queste nozioni, meritevoli di autonomo approfondimento, abbiamo già più volte accennato in altre parti della voce.</ref>
Il peacekeeping può avere come risultato la mera conservazione di un precario [[status quo]] destinato a sicuro collasso nel lungo periodo.
Si tratta di attività e strutture concepite per muoversi in sinergia con le operazioni peacekeeping che esaminiamo qui. Mentre i peacekeeper creano un ambiente stabile, i ''peace-builder'' e i ''peacemaker'' sono indirizzati ad aspetti diplomatici di più lunga prospettiva temporale: sostanzialmente si adoperano per far sorgere le condizioni di una pace duratura e stabile, talvolta anche creando le premesse per uno [[sviluppo sostenibile]].
Bisogna, per obiettività, concedere anche il fatto che l'attuale figura di peacekeeper non postula la vocazione a costruire soluzioni politiche permanenti. La sua missione è, al contrario, stabilizzare una situazione in modo tale da offrire a statisti e diplomatici l'opportunità di sviluppare una pace ''(rebus sic stantibus)'' definitiva. Nel ''Peace Department'' ONU costituiscono ancora una relativa novità le diramazioni ''peace-building'' e ''peacemaking''.<ref>A queste nozioni, meritevoli di autonomo approfondimento, abbiamo già più volte accennato in altre parti della voce.</ref>
Si tratta di attività e strutture concepite per muoversi in sinergia con le operazioni peacekeeping che esaminiamo qui. Mentre i peacekeeper creano un ambiente stabile, ''peace-builders'' e ''peacemakers'' sono indirizzati ad aspetti diplomatici di più lunga prospettiva temporale: sostanzialmente si adoperano per far sorgere le condizioni di una pace duratura e stabile, talvolta anche creando le premesse per uno [[sviluppo sostenibile]].


=== Peacekeeping, traffico di esseri umani e prostituzione coatta ===
=== Peacekeeping, traffico di esseri umani e prostituzione coatta ===
[[File:Nicolae Samora Graça.jpg|thumb|[[Maputo]], aprile 1979. [[Graça Machel]] (a sinistra), con [[Nicolae Ceaușescu]] (al centro) ed il presidente del [[Mozambico]] dell'epoca, [[Samora Machel]]]]
[[File:Nicolae Samora Graça.jpg|thumb|[[Maputo]], aprile 1979. [[Graça Machel]] (a sinistra), con [[Nicolae Ceaușescu]] (al centro) ed il presidente del [[Mozambico]] dell'epoca, [[Samora Machel]]]]
Resoconti giornalistici attestano un rapido espandersi della [[prostituzione]] in [[Cambogia]], [[Bosnia]] e [[Kosovo]] dopo che in tali luoghi sono iniziate le missioni di peacekeeping (negli ultimi due paesi si tratta di missioni NATO, tutte le altre sono ONU).<ref>[http://www.refugeesinternational.org/content/article/detail/4146?PHPSESSID=8cd9d5b0df1ae0bbae8d3ddf647ec715 Conflict, Sexual Trafficking, and Peacekeeping] {{webarchive|url=http://webarchive.loc.gov/all/20061121070047/http%3A//www%2Erefugeesinternational%2Eorg/content/article/detail/4146 |data=21 novembre 2006 }}</ref> Nello studio del 1996 ''The Impact of Armed Conflict on Children'', [[Graça Machel]]<ref>Cenni biografici:
Resoconti giornalistici attestano un rapido espandersi della [[prostituzione]] in [[Cambogia]], [[Bosnia]] e [[Kosovo]] dopo che in tali luoghi sono iniziate le missioni di peacekeeping (negli ultimi due paesi si tratta di missioni NATO, tutte le altre sono ONU).<ref>{{cita testo|url=http://www.refugeesinternational.org/content/article/detail/4146|titolo=Conflict, Sexual Trafficking, and Peacekeeping|urlarchivio=http://webarchive.loc.gov/all/20061121070047/http%3A//www%2Erefugeesinternational%2Eorg/content/article/detail/4146 }}</ref> Nello studio del 1996 ''The Impact of Armed Conflict on Children'', [[Graça Machel]]<ref>Cenni biografici:
* {{cita web | 1 = http://news.bbc.co.uk/2/hi/africa/135280.stm | 2 = BBC Profile of Graça Machel }}
* {{cita web | url = http://news.bbc.co.uk/2/hi/africa/135280.stm | titolo = BBC Profile of Graça Machel }}
* {{cita web | 1 = http://www.sahistory.org.za/pages/people/bios/machel-g.htm | 2 = SAHistory bio | accesso = 3 ottobre 2009 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20071213161307/http://www.sahistory.org.za/pages/people/bios/machel-g.htm | dataarchivio = 13 dicembre 2007 | urlmorto = sì }}
* {{cita web | url = http://www.sahistory.org.za/pages/people/bios/machel-g.htm | titolo = SAHistory bio | accesso = 3 ottobre 2009 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20071213161307/http://www.sahistory.org.za/pages/people/bios/machel-g.htm | urlmorto = sì }}
* {{cita web | 1 = http://www.unfoundation.org/about/board/machel.asp | 2 = UN Foundation Bio | accesso = 3 ottobre 2009 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20060908155128/http://www.unfoundation.org/about/board/machel.asp | dataarchivio = 8 settembre 2006 | urlmorto = sì }}</ref>
* {{cita web | url = http://www.unfoundation.org/about/board/machel.asp | titolo = UN Foundation Bio | accesso = 3 ottobre 2009 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20060908155128/http://www.unfoundation.org/about/board/machel.asp | urlmorto = sì }}</ref>
già [[first lady]] del Mozambico ha documentato: "In sei su dodici studi nazionali preparati per questo rapporto sullo sfruttamento sessuale di bambini in situazioni di conflitto armato, l'arrivo di truppe peacekeeping è stato associato a rapido aumento della prostituzione infantile."<ref>[https://www.unicef.org/graca/a51-306_en.pdf The Impact of Armed Conflict on Children ref.
già [[first lady]] del Mozambico ha documentato: "In sei su dodici studi nazionali preparati per questo rapporto sullo sfruttamento sessuale di bambini in situazioni di conflitto armato, l'arrivo di truppe peacekeeping è stato associato a rapido aumento della prostituzione infantile."<ref>{{cita testo|url=https://www.unicef.org/graca/a51-306_en.pdf|titolo=The Impact of Armed Conflict on Children|accesso=3 maggio 2019|dataarchivio=8 luglio 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170708004644/https://www.unicef.org/graca/a51-306_en.pdf|urlmorto=sì}}</ref>




== Proposte di riforma ONU ==
== Proposte di riforma ONU ==
=== L'analisi di Brahimi ===
=== L'analisi di Brahimi ===
In reazione a queste criticità, segnatamente per quanto attiene ai casi di abuso sessuale da parte dei peacekeeper, l'ONU ha mosso alcuni passi in un progetto di riforma delle sue operazioni, come sono state sinora conosciute. Il ''Report of the Panel on United Nations Peacekeeping Operations'' (colloquialmente indicato pure come ''Brahimi Report)''<ref>[http://www.un.org/peace/reports/peace_operations/ Brahimi Report]</ref><ref>Collegamenti esterni sulla figura di [[Lakhdar Brahimi]]:
In reazione a queste criticità, segnatamente per quanto attiene ai casi di abuso sessuale da parte dei peacekeeper, l'ONU ha mosso alcuni passi in un progetto di riforma delle sue operazioni, come sono state sinora conosciute. Il ''Report of the Panel on United Nations Peacekeeping Operations'' (colloquialmente indicato pure come ''Brahimi Report)''<ref>{{cita testo|url=http://www.un.org/peace/reports/peace_operations/|titolo=Brahimi Report}}</ref><ref>Collegamenti esterni sulla figura di [[Lakhdar Brahimi]]:
* Willis Witter (April 15, 2004). [http://www.washtimes.com/world/20040415-124444-4930r.htm Al-Sadr agrees to talks with U.S.] ''[[The Washington Times]]''.
* Willis Witter (April 15, 2004). {{cita testo|url=http://www.washtimes.com/world/20040415-124444-4930r.htm|titolo=Al-Sadr agrees to talks with U.S.}} ''[[The Washington Times]]''.
* {{cita web|http://www.un.org/News/dh/iraq/brahimi-bio-jan04.htm|UN Biography for Lakhdar Brahimi - ''January 2004''}}
* {{cita web|url=http://www.un.org/News/dh/iraq/brahimi-bio-jan04.htm|titolo=UN Biography for Lakhdar Brahimi - ''January 2004''}}
* {{cita web|url=http://www.un.org/apps/news/story.asp?NewsID=16989&Cr=Brahimi&Cr1=|titolo=Veteran UN envoy and adviser Lakhdar Brahimi to retire at end of year}}
* {{cita web|url=http://www.un.org/apps/news/story.asp?NewsID=16989&Cr=Brahimi&Cr1=|titolo=Veteran UN envoy and adviser Lakhdar Brahimi to retire at end of year}}
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;Congo
;Congo
Il capitano dei peacekeeper ONU [[Gurbachan Singh Salaria]] ottenne la più alta onorificenza militare indiana, il [[Param Vir Chakra]].<ref>Collegamenti esterni in punto:
Il capitano dei peacekeeper ONU [[Gurbachan Singh Salaria]] ottenne la più alta onorificenza militare indiana, il [[Param Vir Chakra]].<ref>Collegamenti esterni in punto:
* {{cita web | 1 = http://indianarmy.nic.in/PVC/pvc.html | 2 = Indian Army Website on PVC winners from Indian Army | accesso = 19 settembre 2009 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20130815195436/http://indianarmy.nic.in/PVC/pvc.html | dataarchivio = 15 agosto 2013 | urlmorto = sì }}
* {{cita web | url = http://indianarmy.nic.in/PVC/pvc.html | titolo = Indian Army Website on PVC winners from Indian Army | accesso = 19 settembre 2009 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20130815195436/http://indianarmy.nic.in/PVC/pvc.html | urlmorto = sì }}
* {{cita web | 1 = http://www.tribuneindia.com/1999/99jun20/sunday/head2.htm | 2 = Interesting information on Savitri Khanolankar }}
* {{cita web | url = http://www.tribuneindia.com/1999/99jun20/sunday/head2.htm | titolo = Interesting information on Savitri Khanolankar }}
* {{cita web | 1 = http://faculty.winthrop.edu/haynese/india/medals/PVC.html | 2 = Good article on PVC | accesso = 19 settembre 2009 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20080725091209/http://faculty.winthrop.edu/haynese/india/medals/PVC.html | dataarchivio = 25 luglio 2008 | urlmorto = sì }}
* {{cita web | url = http://faculty.winthrop.edu/haynese/india/medals/PVC.html | titolo = Good article on PVC | accesso = 19 settembre 2009 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20080725091209/http://faculty.winthrop.edu/haynese/india/medals/PVC.html | urlmorto = sì }}
* {{cita web | 1 = http://www.funtrivia.com/en/subtopics/The-Indian-Army-208581.html | 2 = Indian Army Trivia | accesso = 19 settembre 2009 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20090710083506/http://www.funtrivia.com/en/subtopics/The-Indian-Army-208581.html | dataarchivio = 10 luglio 2009 | urlmorto = sì }}</ref>
* {{cita web | url = http://www.funtrivia.com/en/subtopics/The-Indian-Army-208581.html | titolo = Indian Army Trivia | accesso = 19 settembre 2009 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20090710083506/http://www.funtrivia.com/en/subtopics/The-Indian-Army-208581.html | urlmorto = sì }}</ref>
Nel novembre 1961 il Consiglio di Sicurezza era intervenuto per prevenire le ostilità [[Katanga (stato)|katanghesi]] in [[Repubblica Democratica del Congo|Congo]]. Per reazione, [[Moise Tshombe]], leader secessionista del Katanga, lanciò un'offensiva contro le forze ONU. Il 5 dicembre 1961, una [[compagnia (militare)|compagnia]] indiana-ONU rinforzata da [[Mortaio#Mortai medi da fanteria|mortai da 3 pollici (81 mm)]] attaccò un posto di blocco tra il quartier generale katanghese ed il campo d'aviazione di [[Lubumbashi]] (Elisabethville). Dopo che gli indiani avevano preso possesso della posizione, un [[plotone]] [[Brigata Gurkha|gurkha]] tentò di collegarsi alla compagnia per consolidare il rinnovato posto di blocco, ma incontrò elementi ostili in prossimità del vecchio aeroporto. L'attacco del plotone contro la postazione ribelle, forte di una novantina di miliziani katanghesi, fu guidato dal capitano indiano Salaria. Malgrado che disponesse solo di sedici soldati e con un armamento inferiore a quello degli avversari, il capitano Salaria — anche giovandosi della proverbiale ferocia<ref>«Se un uomo dice di non temere la morte, sta mentendo oppure è un gurkha.» ([[Feldmaresciallo]] [[Sam Manekshaw]] - [http://www.peopleforever.org/nfhomepage.aspx?nfid=307 Cenni biografici] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20090818180847/http://www.peopleforever.org/nfhomepage.aspx?nfid=307 |data=18 agosto 2009 }} -, già capo di stato maggiore dell'esercito indiano ai tempi della guerra indo-pakistana del 1971)</ref><ref>Bibliografia sui gurkha:
Nel novembre 1961 il Consiglio di Sicurezza era intervenuto per prevenire le ostilità [[Katanga (stato)|katanghesi]] in [[Repubblica Democratica del Congo|Congo]]. Per reazione, [[Moise Tshombe]], leader secessionista del Katanga, lanciò un'offensiva contro le forze ONU. Il 5 dicembre 1961, una [[compagnia (militare)|compagnia]] indiana-ONU rinforzata da [[Mortaio (arma)#Mortai medi da fanteria|mortai da 3 pollici (81 mm)]] attaccò un posto di blocco tra il quartier generale katanghese ed il campo d'aviazione di [[Lubumbashi]] (Elisabethville). Dopo che gli indiani avevano preso possesso della posizione, un [[plotone]] [[Brigata Gurkha|gurkha]] tentò di collegarsi alla compagnia per consolidare il rinnovato posto di blocco, ma incontrò elementi ostili in prossimità del vecchio aeroporto. L'attacco del plotone contro la postazione ribelle, forte di una novantina di miliziani katanghesi, fu guidato dal capitano indiano Salaria. Malgrado che disponesse solo di sedici soldati e con un armamento inferiore a quello degli avversari, il capitano Salaria — anche giovandosi della proverbiale ferocia<ref>«Se un uomo dice di non temere la morte, sta mentendo oppure è un gurkha.» ([[Feldmaresciallo]] [[Sam Manekshaw]] - {{cita testo|titolo=Cenni biografici|url=http://www.peopleforever.org/nfhomepage.aspx?nfid=307|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090818180847/http://www.peopleforever.org/nfhomepage.aspx?nfid=307}} -, già capo di stato maggiore dell'esercito indiano ai tempi della guerra indo-pakistana del 1971)</ref><ref>Bibliografia sui gurkha:


* Barthorp, Michael. (2002).''Afghan Wars and the North-West Frontier 1839-1947''. Cassell. ISBN 0-304-36294-8
* Barthorp, Michael. (2002).''Afghan Wars and the North-West Frontier 1839-1947''. Cassell. ISBN 0-304-36294-8
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* Sengupta, Kim. (2007). 'The Battle for Parity: Victory for the Gurkhas', ''The Independent'', 9 March 2007. Retrieved from: https://www.independent.co.uk/news/uk/this-britain/the-battle-for-parity-victory-for-the-gurkhas-439464.html
* Sengupta, Kim. (2007). 'The Battle for Parity: Victory for the Gurkhas', ''The Independent'', 9 March 2007. Retrieved from: https://www.independent.co.uk/news/uk/this-britain/the-battle-for-parity-victory-for-the-gurkhas-439464.html
* Tod, James & Crooke, William. (eds.) (1920). ''Annals and Antiquities of Rajasthan''. 3 Volumes. Motilal Banarsidass Publishers Pvt. Ltd., Delhi. Reprinted 1994.</ref>
* Tod, James & Crooke, William. (eds.) (1920). ''Annals and Antiquities of Rajasthan''. 3 Volumes. Motilal Banarsidass Publishers Pvt. Ltd., Delhi. Reprinted 1994.</ref>
dei combattenti gurkha — ebbe la meglio sul nemico, che si volse in fuga. Durante l'azione, Salaria fu colpito al collo, ma continuò a combattere sinché morì per le ferite riportate. Grazie alla sua abnegazione ed al suo coraggio, il quartier generale ONU di Elisabethville si salvò dall'accerchiamento.<ref name="Salaria">{{Cita web|url = http://www.bharat-rakshak.com/HEROISM/Salaria.html|titolo = Captain Gurbachan Singh Salaria|accesso = 13 maggio 2009|cognome = Rakshak|nome = Bharat|anno = undated|urlmorto = sì|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20090409164010/http://www.bharat-rakshak.com/HEROISM/Salaria.html|dataarchivio = 9 aprile 2009}}</ref><ref name="Shorey">{{Cita web|url = http://www.bharat-rakshak.com/ARMY/History/1950s/Courage.html|titolo = CAPTAIN COURAGE|accesso = 13 maggio 2009|cognome = Shorey|nome = Anil|anno = 2004|mese = aprile|urlmorto = sì}}</ref>
dei combattenti gurkha — ebbe la meglio sul nemico, che si volse in fuga. Durante l'azione, Salaria fu colpito al collo, ma continuò a combattere sinché morì per le ferite riportate. Grazie alla sua abnegazione ed al suo coraggio, il quartier generale ONU di Elisabethville si salvò dall'accerchiamento.<ref name="Salaria">{{Cita web|url = http://www.bharat-rakshak.com/HEROISM/Salaria.html|titolo = Captain Gurbachan Singh Salaria|accesso = 13 maggio 2009|cognome = Rakshak|nome = Bharat|anno = undated|urlmorto = sì|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20090409164010/http://www.bharat-rakshak.com/HEROISM/Salaria.html}}</ref><ref name="Shorey">{{Cita web|url = http://www.bharat-rakshak.com/ARMY/History/1950s/Courage.html|titolo = CAPTAIN COURAGE|accesso = 13 maggio 2009|cognome = Shorey|nome = Anil|anno = 2004|mese = aprile|urlmorto = sì}}</ref>


== Note ==
== Note ==
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== Bibliografia ==
== Bibliografia ==
* {{Cita pubblicazione| cognome = Bureš| nome = Oldřich| data =| anno = 2006| mese = giugno| titolo = Regional Peacekeeping Operations: Complementing or Undermining the United Nations Security Council?| rivista = [[Global Change, Peace & Security]]| volume = 18| numero = 2| pp = 83–99| id=PMID| doi = 10.1080/14781150600687775}}
* {{Cita pubblicazione
* {{Cita pubblicazione| cognome = Fortna| nome = Virginia Page| data =| anno = 2004| titolo = Does Peacekeeping Keep Peace? International Intervention and the Duration of Peace After Civil War| url = https://archive.org/details/sim_international-studies-quarterly_2004-03_48_1/page/n272| rivista = [[International Studies Quarterly]]| volume = 48| pp = 269–292| id=PMID| doi = 10.1111/j.0020-8833.2004.00301.x}}
| cognome = Bureš
* {{Cita pubblicazione| cognome = Goulding| nome = Marrack| linkautore = Marrack Goulding| anno = 1993| mese = luglio| titolo = The Evolution of United Nations Peacekeeping| rivista = [[International Affairs]]| volume = 69| numero = 3| pp= 451–64| doi = 10.2307/2622309| url = https://links.jstor.org/sici?sici=0020-5850(199307)69%3A3%3C451%3ATEOUNP%3E2.0.CO%3B2-X}}
| nome = Oldřich
* {{Cita pubblicazione| cognome = Pushkina| nome = Darya| data =| anno = 2006| mese = giugno| titolo = A Recipe for Success? Ingredients of a Successful Peacekeeping Mission| rivista = [[International Peacekeeping]]| volume = 13| numero = 2| pp = 133–149| id=PMID| doi = 10.1080/13533310500436508}}
| data =
* Worboys. Katherine. 2007. “The Traumatic Journey from Dictatorship to Democracy: Peacekeeping Operations and Civil-Military Relations in Argentina, 1989-1999.” ''Armed Forces & Society'', vol. 33: pp.&nbsp;149–168. {{cita testo|url=http://afs.sagepub.com/cgi/content/abstract/33/2/149|titolo=abstract|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090331190946/http://afs.sagepub.com/cgi/content/abstract/33/2/149 }}
| anno = 2006
* Dandeker, Christopher and James Gow. 1997. “The Future of Peace Support Operations: Strategic Peacekeeping and Success.” ''Armed Forces & Society'', vol. 23: pp.&nbsp;327–347. {{cita testo|url=http://afs.sagepub.com/cgi/content/abstract/23/3/327|titolo=abstract|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080523212544/http://afs.sagepub.com/cgi/content/abstract/23/3/327 }}
| mese = giugno
* Blocq, Daniel. 2009. “Western Soldiers and the Protection of Local Civilians in UN Peacekeeping Operations: Is a Nationalist Orientation in the Armed Forces Hindering Our Preparedness to Fight?” ''Armed Forces & Society'', {{cita testo|url=http://afs.sagepub.com/cgi/content/abstract/0095327X08330816v1|titolo=abstract|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090406061546/http://afs.sagepub.com/cgi/content/abstract/0095327X08330816v1 }}
| titolo = Regional Peacekeeping Operations: Complementing or Undermining the United Nations Security Council?
* Bridges, Donna and Debbie Horsfall. 2009. “Increasing Operational Effectiveness in UN Peacekeeping: Toward a Gender-Balanced Force.” ''Armed Forces & Society'', May 2009. {{cita testo|url=http://afs.sagepub.com/cgi/content/abstract/0095327X08327818v1|titolo=abstract}}
| rivista = [[Global Change, Peace & Security]]
* Reed, Brian and David Segal. 2000. “The Impact of Multiple Deployments on Soldiers' Peacekeeping Attitudes, Morale and Retention.” ''Armed Forces & Society'', vol. 27: pp.&nbsp;57–78. {{cita testo|url=http://afs.sagepub.com/cgi/content/abstract/27/1/57|titolo=abstract|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20061017191516/http://afs.sagepub.com/cgi/content/abstract/27/1/57 }}
| volume = 18
* Sion, Liora. 2006. “'Too Sweet and Innocent for War'?: Dutch Peacekeepers and the Use of Violence." ''Armed Forces & Society'', vol. 32: pp.&nbsp;454–474. {{cita testo|url=http://afs.sagepub.com/cgi/content/abstract/32/3/454|titolo=abstract|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090331091910/http://afs.sagepub.com/cgi/content/abstract/32/3/454 }}
| numero = 2
| pp = 83–99
| id=PMID
| doi = 10.1080/14781150600687775
}}

* {{Cita pubblicazione
| cognome = Fortna
| nome = Virginia Page
| data =
| anno = 2004
| titolo = Does Peacekeeping Keep Peace? International Intervention and the Duration of Peace After Civil War
| url = https://archive.org/details/sim_international-studies-quarterly_2004-03_48_1/page/n272
| rivista = [[International Studies Quarterly]]
| volume = 48
| pp = 269–292
| id=PMID
| doi = 10.1111/j.0020-8833.2004.00301.x
}}

* {{Cita pubblicazione
| cognome = Goulding
| nome = Marrack
| linkautore = Marrack Goulding
| anno = 1993
| mese = luglio
| titolo = The Evolution of United Nations Peacekeeping
| rivista = [[International Affairs]]
| volume = 69
| numero = 3
| pp= 451–64
| doi = 10.2307/2622309
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* {{Cita pubblicazione
| cognome = Pushkina
| nome = Darya
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| anno = 2006
| mese = giugno
| titolo = A Recipe for Success? Ingredients of a Successful Peacekeeping Mission
| rivista = [[International Peacekeeping]]
| volume = 13
| numero = 2
| pp = 133–149
| id=PMID
| doi = 10.1080/13533310500436508
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== Voci correlate ==
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* {{cita web|url=http://www.studiperlapace.it/view_news_html?news_id=20041017193953|titolo=Centro studi per la pace}}
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* {{cita web|http://www.peacekeeping.fi|The Finnish Peacekeepers' Museum}}
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Versione attuale delle 20:10, 2 set 2024

Forze internazionali di pace delle Nazioni Unite
(ES) Fuerzas de paz de las Naciones Unidas
(RU) Миротво́рческие си́лы ООН
(FR) Forces de maintien de la paix des Nations unies
(EN) United Nations Peacekeeping Forces
(ZH) 联合国维持和平部队
(AR) قوات حفظ السلام
Affiliazione internazionaleDipartimento per le operazioni di pace delle Nazioni Unite
Fondazione1948
Sede centraleBandiera degli Stati Uniti New York
Sottosegretario generale per le operazioni di paceBandiera della Francia Jean-Pierre Lacroix
Sito web
Premio Nobel
Premio Nobel
Nobel per la pace
1988
Caschi blu della missione ONU in Etiopia ed Eritrea
Caschi blu iraniani
Caschi blu del Benin
Giornata internazionale dei caschi blu presso la missione ONU nella Repubblica Democratica del Congo

Il peacekeeping delle Nazioni Unite (UN peacekeeping) identifica le attività politiche e militari svolte dalle Forze internazionali di pace delle Nazioni Unite (comunemente indicate come "caschi blu") con lo scopo di mantenere la pace internazionale.[1] Queste azioni sono svolte sotto il controllo del Segretariato delle Nazioni Unite su mandato del Consiglio di sicurezza attraverso coalizioni militari internazionali. Le missioni sono gestite dal Dipartimento per le operazioni di pace, con sede presso il Palazzo di vetro a New York.[2] Nel 1988 alle Forze internazionali di pace dell'ONU è stato assegnato il premio Nobel per la pace.

Le attività di peacekeeping delle Nazioni Unite era stato inizialmente sviluppato durante la Guerra fredda come mezzo per risolvere conflitti tra Stati dispiegando personale militare disarmato o con armamento leggero proveniente da più Stati, sotto comando ONU, in aree dove i contendenti potevano aver bisogno di una terza parte neutrale in funzione di osservatore del processo di pace.

I caschi blu dell'ONU potevano entrare in azione quando le principali potenze (i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza) incaricavano le Nazioni Unite di porre termine a conflitti che minacciassero la stabilità regionale e la pace e sicurezza internazionali.

Dal 1948 al febbraio 2009, si contano 63 operazioni di pace dell'ONU, di cui sedici ancora in corso. Ogni anno ne vengono proposte di nuove.

La prima missione qualificabile come operazione di peacekeeping fu la l'UNEF I, tali tipo di operazioni si sono poi moltiplicate negli anni novanta, quando hanno iniziato a configurarsi anche come peace-building (UNOSOM I e II, ONUMOZ, UNAMIR, etc.) o altre forme[3].

L'ONU prese posizione sulla crisi di Suez (1956) — una guerra condotta contro l'Egitto (sostenuto da altre nazioni arabe) da Regno Unito, Francia ed Israele coalizzati. Quando nel 1957 fu dichiarato un cessate il fuoco, il diplomatico canadese (destinato a divenire poi Primo Ministro) Lester Bowles Pearson consigliò che le Nazioni Unite disponessero una forza internazionale sul canale di Suez per garantire che entrambe le parti onorassero il cessate il fuoco. Secondo Pearson la forza ONU poteva essere composta principalmente da soldati canadesi, ma tale soluzione suscitava la diffidenza egiziana, poiché in effetti un membro del Commonwealth avrebbe dovuto far da guardiano al Regno Unito e relativi alleati. Di conseguenza, fu riunita una forza d'interposizione che raccoglieva militari delle più varie cittadinanze, in modo da assicurare la diversità nazionale (ritenuta presupposto d'imparzialità). Pearson avrebbe ottenuto il premio Nobel per la pace in relazione a tale impresa, ed oggi è considerato un padre del peacekeeping moderno.

Nel 1988 il premio Nobel per la pace è stato assegnato alle Forze internazionali di pace delle Nazioni Unite.

Caschi blu pakistani
Casco blu cileno

Con la fine della guerra fredda si determinò un cambiamento nel peacekeeping, sia ONU sia multilaterale. In un nuovo spirito di collaborazione, il Consiglio di sicurezza deliberò più ampie e complesse missioni di pace, spesso nell'intento di cooperare nell'attuazione di accordi di pace intercorsi in conflitti interni ad un medesimo Stato e guerre civili. Inoltre, nel peacekeeping si prese ad inserire un numero sempre maggiore di elementi non-militari per assicurare il buon funzionamento di funzioni civili, come le elezioni. Il Dipartimento per le operazioni di pace fu creato nel 1992 per far fronte all'accresciuta richiesta di missioni di tal genere.

Tutto sommato, le operazioni di nuova concezione furono un successo. In El Salvador ed in Mozambico, ad esempio, il peacekeeping mostrò una via per raggiungere la pace auto-sostenuta. Tuttavia alcuni tentativi fallirono, forse in conseguenza di una rappresentazione troppo ottimistica delle reali potenzialità insite.

Mentre si stavano svolgendo complesse missioni in Cambogia, il Consiglio di sicurezza inviò caschi blu in zone di conflitto come la Somalia, in cui non si era raggiunto né un cessate il fuoco, né un qualche consenso fra le parti.

Queste operazioni si possono a buon diritto giudicare velleitarie, poiché non erano confortate né da quella potenza militare, né da quella (condivisa) volontà politica, che sarebbero state necessarie compagne ai caschi blu per centrare l'obiettivo affidato loro. Questi insuccessi—eminentemente il massacro di Srebrenica (1995) ed il genocidio del Ruanda (l'anno precedente)—causarono un periodo di ripiegamento e di autocritica nella recente storia del peacekeeping ONU.

Casco blu norvegese della missione ONU in Bosnia ed Erzegovina

Caratteristiche

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Nell'ambito dei poteri generali attribuiti dallo Statuto delle Nazioni Unite al fine di mantenere la pace internazionale, gli organi delle Nazioni Unite mettono in atto tutte le azioni volte a contrastare le minacce alla pace, la violazione della pace e gli atti di aggressione secondo quanto previsto dal Capitolo VII della Carta. Queste possono essere misure di carattere coercitivo o meno, implicanti l'uso della forza o meno.

Il concetto di operazioni di pace, o peacekeeping, va invece ad indicare una serie di fattispecie alternative fondate sul consenso dello Stato territoriale ed altresì caratterizzate dalla neutralità ed imparzialità delle operazioni e dall'uso della forza solo per legittima difesa.[3]

Nei casi in cui un diretto coinvolgimento da parte dell'ONU sia giudicato inopportuno o non praticabile, il Consiglio di sicurezza può delegare le missioni di pace ad organizzazioni regionali quali la NATO oppure coalizioni di Stati che manifestino tali intenzioni.

I vari ambiti di intervento dei caschi blu e dei funzionari internazionali incaricati sono:

  • prevenzione dei conflitti (conflict prevention);
  • edificazione della pace (peacemaking);
  • mantenimento della pace (peacekeeping);
  • assistenza umanitaria (humanitarian aid);
  • consolidamento della pace (peacebuilding).

Missioni di pace

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Caschi blu italiani in Libano nel 2006

Le missioni di pace sono organizzate e gestite dal Dipartimento per le operazioni di pace, un dicastero del Segretariato delle Nazioni Unite.

Il più importante documento di elaborazione dottrinale di DPO, intitolato United Nations Peacekeeping Operations: Principles and Guidelines è stato pubblicato nel 2008.[4]

In ambito ONU, le operazioni di pace sono inoltre caratterizzate dalla delega del Consiglio di sicurezza al Segretario generale, sia in ordine al reperimento, sia al comando delle forze da impiegare[1]. Non tutte le operazioni finalizzate al mantenimento della pace sono qualificabili come operazioni di pace[5] e da queste vanno distinte le operazioni di peacebuilding e di peace-enforcement[5][6][7], anche se talune missioni possono avere carattere ibrido quale la tutela dei diritti umani (il c.d. "dilemma umanitario")[8]. Nella storia dell'attività dell'ONU si usa distinguere tre fasi caratterizzate da altrettanti tipi di peacekeeping.[9][10] I fini statutari dell'ONU prevedono espressamente che l'organizzazione debba mantenere la pace e la sicurezza; per fare ciò uno degli strumenti usati, nel corso del tempo, per il mantenimento di queste, sono le operazioni di pace,[11] missioni che tuttavia non trovano esplicita previsione nello statuto e la cui legittimità giuridica è stata ravvisata da gran parte della dottrina nel consenso delle parti in causa oltre che in una progressiva consuetudine supplementare alla Carta ONU.[3][12]

Procedimento di richiesta

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Caschi blu australiani a Timor Est

Una volta che è stato raggiunto un accordo di pace, le parti coinvolte possono richiedere all'ONU una forza di peacekeeping per la supervisione sulla pratica attuazione dei punti concordati. Questo avviene perché un gruppo sotto egida ONU difficilmente sarà propenso a fare propri gli interessi di una fazione, dato che a sua volta dipende da molti gruppi, in particolare dal Consiglio di sicurezza (composto dai rappresentanti di quindici Paesi) e dal Segretariato delle Nazioni Unite (la cui composizione è deliberatamente diversa).[13]

Se il Consiglio di sicurezza approva l'avvio di una missione, il Dipartimento per le operazioni di pace inizia la programmazione degli elementi necessari. A questo punto, viene scelta la squadra di comando supremo (come verrà spiegato più avanti). Il dipartimento interpellerà le singole nazioni aderenti all'ONU per raccoglierne l'eventuale disponibilità al concorso operativo. Dato che—come già ricordato—le Nazioni Unite non dispongono di alcuna struttura organica permanente in proposito, per ogni esigenza dev'essere formata una coalizione ad-hoc.

Questo dato di fatto ha quanto meno due risvolti sfavorevoli: può portare alla pura impossibilità di mettere in campo una forza credibile, ed in ogni caso determina un fisiologico rallentamento nel reperimento di risorse (in ogni senso dell'espressione) una volta che l'operazione abbia pure preso il largo.

Roméo Dallaire,[14] comandante del contingente di pace in Ruanda ai tempi della tragedia umanitaria che afflisse quel lembo d'Africa (1996), così descrisse, nel libro Shake Hands With the Devil, tali problemi, a confronto con dispiegamenti "tradizionali" di forze militari:[15]

«Mi disse che l'ONU era un sistema "pull" [tirare] e non un sistema "push" [spingere] com'ero abituato nella NATO, nel senso che non vi era assolutamente un bacino di risorse da cui attingere. Dovevi fare domanda per qualunque cosa ti servisse, e poi aspettare che la domanda fosse analizzata… Per esempio, i soldati, ovunque si trovino, devono mangiare e bere. In un sistema "push", vivande e cibo sono fornite automaticamente nella quantità proporzionata al numero di persone. In un sistema "pull", devi chiedere che ti forniscano tali razioni, ed il buon senso non pare avere voce in capitolo.»

Mentre viene messa assieme la forza di peacekeeping, la squadra diplomatica ONU pratica varie attività diplomatiche. Le esatte dimensioni e forza dello schieramento vanno concordate con il governo della nazione in cui è in corso il conflitto. Le regole di ingaggio devono essere sviluppate e concordate sia dalle parti in lizza sia dal Consiglio di Sicurezza. Esse attribuiscono lo specifico mandato e scopo della missione (cioè quando i peacekeeper, se armati, possano usare la forza, e dove possano muoversi, nell'ambito del territorio che li ospita). Spesso il mandato dispone che i peacekeeper siano scortati da "guide" del governo ospitante ogniqualvolta lascino la loro base. Questa complicazione ha causato problemi sul campo.

Quando hanno avuto luogo tutti gli accordi, il personale richiesto è stato reperito, e l'approvazione finale è stata deliberata dal Consiglio di Sicurezza, i peacekeeper sono dislocati nella regione prevista.

Le missioni di pace ONU sono state concepite in quanto operazioni "Born out of necessity, largely improvised, a practical response to a problem requiring action"[16] e sono quindi tutte concepite ad hoc, condividono tuttavia una struttura ed organizzazione comune.

Una missione di pace dell'ONU ha tre centri direttivi. Il primo è il Rappresentante speciale del Segretario generale, il capo ufficiale della missione. È responsabile di tutta l'attività politica e diplomatica, presiede alle relazioni tanto con le parti stipulanti del trattato di pace, quanto con gli stati membri ONU in generale. Il secondo è il comandante della forza, che è responsabile dell'apparato militare sul campo. È un alto ufficiale delle forze armate che intervengono, e spesso è scelto tra quelli della nazione che partecipa con il maggior numero di effettivi. In terzo luogo dobbiamo considerare il Chief Administrative Officer,[17] che ha la supervisione delle forniture, della logistica, e coordina l'approvvigionamento di ogni necessaria risorsa.

Partecipazione: i caschi blu

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Elicotteri Bell 212 in servizio di peacekeeping in Guatemala, 1998
Campo San Martin a Cipro. Il contingente argentino comprende truppe di altri paesi latinoamericani
Carri T-72 dell'esercito indiano con insegne ONU nel contesto di UNITAF
Caschi blu peruviani inviati ad Haiti nel 2000

Lo statuto ONU impone a tutti gli stati membri l'obbligo di mettere a disposizione del Consiglio di sicurezza le forze e le infrastrutture necessarie al mantenimento di pace e sicurezza in ogni posto del mondo. Dal 1948, quasi 130 paesi hanno contribuito a missioni di pace con personale militare e di polizia civile.

Caschi blu (dal colore dell'elmetto) è la denominazione con cui vengono indicati i militari delle Forze internazionali di pace dell'ONU, con compiti di controllo finalizzati al ripristino della normalità politica e civile nel paese in cui operano. Hanno ricevuto il premio Nobel per la pace nel 1988.[18]

Nel 1956 è nata la prima Forza di emergenza delle Nazioni Unite in occasione del conflitto tra Israele ed Egitto.

Nel 2000 è stata anche istituita una Brigata di reazione rapida multinazionale per intervenire in aree a rischio in breve tempo.

Benché non siano disponibili informazioni dettagliate su tutto il personale che partecipò a missioni di pace dal 1948, si stima che circa un milione di operatori (soldati, agenti di polizia, e "normali civili") abbia lavorato sotto bandiera ONU in mezzo secolo abbondante. Con dati riferiti a marzo 2008, 113 paesi stavano contribuendo con un totale di 88 862 persone tra osservatori militari, polizia, e truppe inquadrate in unità militari canoniche.[19]

Nonostante il lungo elenco di paesi partecipanti sulla carta, la parte del leone — sotto il profilo del numero di addetti sul campo — è chiaramente svolta da un nucleo di paesi in via di sviluppo, che spesso traggono profitto economico da tale partecipazione. In questo senso, la classifica dei primi dieci (stima del marzo 2007) appare la seguente: Pakistan (10.173), Bangladesh (9.675), India (9.471), Nepal (3.626), Giordania (3.564), Uruguay (2.583), Italia (2.539), Ghana (2.907), Nigeria (2.465), e Francia (1.975).[20]

Alla data di marzo 2008, in aggiunta al personale militare e di polizia, risultano aver collaborato a missioni peacekeeping ONU: 5 187 "civili internazionali", 2.031 volontari delle Nazioni Unite e 12.036 civili locali.[21]

Fino ad aprile 2008, 2.468 persone, di oltre cento nazionalità, hanno perso la vita in missioni di pace.[22] Molti dei caduti provenivano dall'India (127), Canada (114) e Ghana (113). Il 30% delle perdite umane lamentate nei primi 55 anni di peacekeeping ONU ricade negli anni dal 1993 al 1995.

Come già detto, i paesi in via di sviluppo tendono a partecipare al peacekeeping più delle nazioni sviluppate. Questo, in parte, può spiegarsi con il fatto che le forze armate dei paesi emergenti non evocano il fantasma dell'imperialismo nelle località di guerra (spesso trattasi di ex-colonie). Ad esempio, nel dicembre 2005, l'Eritrea espulse dalla missione di pace sulla propria frontiera con l'Etiopia tutto il personale statunitense, russo, europeo e canadese. Alla motivazione storico-politica, si aggiunge però l'attrattiva economica per i paesi meno agiati. L'ONU riconosce mensilmente a ciascun operatore militare: $1.028 per paga e rimborsi spese; $303 extra per gli specialisti; $68 per vestiario personale, accessori ed equipaggiamento; $5 per armamento individuale.[23] Può essere un cespite finanziario di un certo rilievo per un paese emergente. Garantendo ai soldati addestramento, equipaggiamento e stipendi di elevato livello, le missioni di pace ONU consentono a tali paesi di mantenere forze armate più importanti di quello che si potrebbero permettere secondo i rispettivi bilanci. Circa il 4,5% del personale militare o di polizia impiegato nel peacekeeping ONU proviene dall'Unione europea; la percentuale scende sotto l'uno per cento se consideriamo gli addetti statunitensi.

I costi del peacekeeping, specie dopo la fine della guerra fredda, sono lievitati enormemente. Nel 1993, i costi annuali per le operazioni di pace delle Nazioni Unite sono arrivati a circa $3,6 miliardi, anche a causa delle operazioni nell'ex Jugoslavia (UNPROFOR) e in Somalia (UNOSOM II). Nel 1998, erano crollati ad una cifra addirittura inferiore al miliardo di dollari. Con la ripresa delle operazioni su vasta scala, i costi s'impennarono di nuovo verso i $3 miliardi nel 2001. Nel 2004, fu approvato un bilancio di previsione da $2,8 miliardi, ma il costo a consuntivo fu superiore. Nel 2006, l'ammontare si aggirava sui $5 miliardi.

Tutti gli Stati membri sono legalmente obbligati a pagare la loro quota di costi per il mantenimento della pace, in ragione di una complessa formula che loro stessi hanno stabilito. Malgrado questa obbligazione, gli Stati membri nel 2004 avevano accumulato un arretrato di circa $1,2 miliardi, con riferimento a missioni in atto e pregresse.

Missioni non-ONU

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Elicotteri CH135 Twin Huey canadesi assegnati alla Multinational Force and Observers, una forza di peacekeeping non-ONU, ad El Gorah,[24] Sinai, Egitto, 1989

Non tutte le forze di peacekeeping sono state direttamente controllate dalle Nazioni Unite. Nel 1981, un accordo tra Israele ed Egitto diede vita al già ricordato Multinational Force and Observers che tuttora esercita una supervisione sulla penisola del Sinai.

Sei anni più tardi, la Indian Peace Keeping Force[25] entrò nello Sri Lanka per concorrervi al mantenimento della pace. La situazione divenne stagnante, e nel 1990 il Primo ministro dello Sri Lanka, che aveva concluso un patto con le Tigri Tamil, chiese all'India di ritirarsi.

Nel novembre 1998, inoltre, l'India collaborò alla restaurazione del governo di Maumoon Abdul Gayoom nelle Maldive, azione da inquadrarsi nell'alveo della Operazione Cactus.[26]

Il 20 dicembre 1995, su mandato ONU, una forza a guida NATO (IFOR)[27] fece il suo ingresso in Bosnia per dare attuazione al General Framework Agreement for Peace in Bosnia and Herzegovina.[28] Analogamente, un'operazione NATO (KFOR)[29] si svolge tuttora nel Kosovo.

La missione a guida Nato in Bosnia ed Erzegovina è stata successivamente sostituita da una missione peacekeeping a patrocinio europeo, organizzata da EUFOR.[30] Anche l'Unione Africana, a partire dal 2003, è stata marginalmente coinvolta nel peacekeeping continentale.

Nell'Ossezia del Sud, Russia e Georgia inviarono le rispettive formazioni di caschi blu in applicazione all'accordo di Soči (siglato il 24 giugno 1992).[31][32]

La seconda guerra in Ossezia del Sud del 2008 si concluse con l'espulsione dalla regione di tutte le forze georgiane, compresi i caschi blu, ed ebbe un bilancio di 18 caduti tra i caschi blu russi.

Danni potenziali alle truppe

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Naturalmente, come ogni impresa militare (o bellica in senso ampio), anche il peacekeeping potrebbe provocare danni alla salute delle persone impiegate, soprattutto per l'elevato grado di stress che comporta. I peacekeeper sono esposti a danni causati ("collateralmente", in modo non deliberato) dalle parti in conflitto e spesso anche ad un clima cui non sono avvezzi. Ne scaturiscono problemi di salute mentale, suicidio ed abuso di droghe, come dimostrano specifiche statistiche.[33] Avere un parente in missione all'estero per un lungo periodo è fonte di stress anche per i familiari dei peacekeeper.[34] Oltre tutto, i peacekeeper, sebbene eventualmente agiscano su mandato ONU, possono divenire bersaglio (intenzionale) per gli attacchi di una parte belligerante.

Un differente approccio pone in risalto come il peacekeeping potrebbe "rammollire i guerrieri" ed intaccarne la combattività, posta l'ovvia differenza di profilo tra un contingente di peacekeeping ed un reparto operativo dispiegato in un contesto schiettamente e tradizionalmente conflittuale.[35][36]

Problemi a lungo termine

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Il peacekeeping può avere come risultato la mera conservazione di un precario status quo destinato a sicuro collasso nel lungo periodo. Bisogna, per obiettività, concedere anche il fatto che l'attuale figura di peacekeeper non postula la vocazione a costruire soluzioni politiche permanenti. La sua missione è, al contrario, stabilizzare una situazione in modo tale da offrire a statisti e diplomatici l'opportunità di sviluppare una pace (rebus sic stantibus) definitiva. Nel Peace Department ONU costituiscono ancora una relativa novità le diramazioni peace-building e peacemaking.[37] Si tratta di attività e strutture concepite per muoversi in sinergia con le operazioni peacekeeping che esaminiamo qui. Mentre i peacekeeper creano un ambiente stabile, i peace-builder e i peacemaker sono indirizzati ad aspetti diplomatici di più lunga prospettiva temporale: sostanzialmente si adoperano per far sorgere le condizioni di una pace duratura e stabile, talvolta anche creando le premesse per uno sviluppo sostenibile.

Peacekeeping, traffico di esseri umani e prostituzione coatta

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Maputo, aprile 1979. Graça Machel (a sinistra), con Nicolae Ceaușescu (al centro) ed il presidente del Mozambico dell'epoca, Samora Machel

Resoconti giornalistici attestano un rapido espandersi della prostituzione in Cambogia, Bosnia e Kosovo dopo che in tali luoghi sono iniziate le missioni di peacekeeping (negli ultimi due paesi si tratta di missioni NATO, tutte le altre sono ONU).[38] Nello studio del 1996 The Impact of Armed Conflict on Children, Graça Machel[39] già first lady del Mozambico ha documentato: "In sei su dodici studi nazionali preparati per questo rapporto sullo sfruttamento sessuale di bambini in situazioni di conflitto armato, l'arrivo di truppe peacekeeping è stato associato a rapido aumento della prostituzione infantile."[40]

Proposte di riforma ONU

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L'analisi di Brahimi

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In reazione a queste criticità, segnatamente per quanto attiene ai casi di abuso sessuale da parte dei peacekeeper, l'ONU ha mosso alcuni passi in un progetto di riforma delle sue operazioni, come sono state sinora conosciute. Il Report of the Panel on United Nations Peacekeeping Operations (colloquialmente indicato pure come Brahimi Report)[41][42] è stato il primo di tali passi per ricapitolare le missioni pregresse, isolare i malfunzionamenti, ed intraprendere azioni positive in grado di correggere tali storture assicurando contestualmente l'efficienza delle missioni che saranno varate in avvenire. È stato dichiarato un solenne impegno dell'ONU per realizzare concretamente dette pratiche all'atto di compiere le missioni peacekeeping del futuro. Gli aspetti tecnocratici del processo di riforma sono stati continuati e rivitalizzati dal DPKO nella sua "agenda di riforma" denominata Peace Operations 2010. Il basilare documento dottrinale intitolato United Nations Peacekeeping Operations: Principles and Guidelines[4] incorpora l'analisi di Brahimi e ne fa un proprio elemento fondante.

Forza di reazione rapida

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Una proposta avanzata per tener conto dei deleteri ritardi come quello che ha favorito la tragedia del Ruanda punta sulla forza di reazione rapida: un gruppo permanente, amministrato dall'ONU e schierato su disposizione del Consiglio di Sicurezza, che riceva truppe e sostentamento dai membri in carica del Consiglio di Sicurezza e sia pronto per un rapido rischieramento in caso di futuri genocidi.

Onorificenze erogate

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Lo stesso argomento in dettaglio: ONUC.
Congo

Il capitano dei peacekeeper ONU Gurbachan Singh Salaria ottenne la più alta onorificenza militare indiana, il Param Vir Chakra.[43] Nel novembre 1961 il Consiglio di Sicurezza era intervenuto per prevenire le ostilità katanghesi in Congo. Per reazione, Moise Tshombe, leader secessionista del Katanga, lanciò un'offensiva contro le forze ONU. Il 5 dicembre 1961, una compagnia indiana-ONU rinforzata da mortai da 3 pollici (81 mm) attaccò un posto di blocco tra il quartier generale katanghese ed il campo d'aviazione di Lubumbashi (Elisabethville). Dopo che gli indiani avevano preso possesso della posizione, un plotone gurkha tentò di collegarsi alla compagnia per consolidare il rinnovato posto di blocco, ma incontrò elementi ostili in prossimità del vecchio aeroporto. L'attacco del plotone contro la postazione ribelle, forte di una novantina di miliziani katanghesi, fu guidato dal capitano indiano Salaria. Malgrado che disponesse solo di sedici soldati e con un armamento inferiore a quello degli avversari, il capitano Salaria — anche giovandosi della proverbiale ferocia[44][45] dei combattenti gurkha — ebbe la meglio sul nemico, che si volse in fuga. Durante l'azione, Salaria fu colpito al collo, ma continuò a combattere sinché morì per le ferite riportate. Grazie alla sua abnegazione ed al suo coraggio, il quartier generale ONU di Elisabethville si salvò dall'accerchiamento.[46][47]

  1. ^ a b Dispensa di organizzazione internazionale di Antonietta Piacquadio (PDF) (archiviato dall'url originale il 19 novembre 2011).
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  11. ^ Lucidi UNIPV (PPT).[collegamento interrotto]
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  13. ^ Per l'esattezza:
    • Il Consiglio di Sicurezza è l'organo delle Nazioni Unite che ha maggiori poteri, avendo la competenza esclusiva a decidere contro gli stati colpevoli di aggressione o di minaccia alla pace. Si riunì per la prima volta il 17 gennaio 1946 a Londra. Lo scopo del Consiglio è stabilito dall'articolo 24 dello Statuto, al consiglio viene conferita “la responsabilità principale del mantenimento della pace e della sicurezza internazionale”. È costituito da 15 Stati membri di cui 5 sono membri permanenti mentre i restanti 10 vengono eletti ogni due anni. I membri permanenti sono: Cina, Russia, Regno Unito, Stati Uniti d'America e Francia. Questi ultimi hanno il diritto di veto, possono bloccare qualsiasi decisione loro sgradita e fare in modo che non venga discussa durante il riunirsi dell'assemblea generale presieduta da tutti gli Stati membri. La presidenza del Consiglio è detenuta a rotazione mensile secondo ordine alfabetico dagli altri Stati. Le decisioni prese dal Consiglio prendono il nome di Risoluzioni. L'articolo 42 della Carta stabilisce che il Consiglio può usare la forza contro uno Stato che è colpevole di aggressione o di violazione della Pace e l'eventuale azione militare nei confronti del Paese colpevole è riconosciuta come un'azione di polizia internazionale sotto la supervisione del Consiglio. Le forze armate anche conosciute come "caschi blu" provengono tutte dagli Stati membri.
    • Il Segretariato delle Nazioni Unite è uno degli organi principali dell'ONU. È guidato dal segretario generale delle Nazioni Unite e costituito da un insieme di uffici e dipartimenti finalizzati alla gestione amministrativa dell'ONU. Il segretario generale dispone di un vasto apparato burocratico per lo svolgimento delle proprie funzioni: in base allo Statuto, lo status dei funzionari, il loro reclutamento e i vari aspetti del rapporto d'impiego sono stabiliti dall'Assemblea Generale con apposite norme. Inoltre il personale del Segretariato non può ricevere istruzioni da alcun governo in quanto indipendente. Il Segretario Generale è il leader dell'Organizzazione, viene nominato dall'Assemblea generale dopo esser stato raccomandato dal Consiglio di Sicurezza, lavora come un diplomatico tra gli Stati membri e come un amministratore all'interno dell'Organizzazione; può portare all'attenzione del Consiglio di Sicurezza qualsiasi disputa o situazione secondo lui critica al fine di mantenere la pace nel mondo. È in carica per 4 anni. Attualmente il ruolo di Segretario Generale è ricoperto dal portoghese António Manuel de Oliveira Guterres, che è stato eletto nel 2017.
  14. ^ Bibliografia in punto:
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  37. ^ A queste nozioni, meritevoli di autonomo approfondimento, abbiamo già più volte accennato in altre parti della voce.
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  42. ^ Collegamenti esterni sulla figura di Lakhdar Brahimi:
  43. ^ Collegamenti esterni in punto:
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Voci correlate

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