Cuma: differenze tra le versioni
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'''Cuma''' ({{latino|Cumae}}) è un [[sito archeologico]] della [[città metropolitana di Napoli]], nel territorio dei comuni di [[Bacoli]] e di [[Pozzuoli]], localizzato nell'area vulcanica dei [[Campi Flegrei]]. Le varie campagne di scoperta hanno portato alla luce gli [[scavi archeologici di Cuma]] che rientrano nel ''Parco archeologico dei Campi Flegrei''. |
'''Cuma''' ({{latino|Cumae}}) è un [[sito archeologico]] della [[città metropolitana di Napoli]], nel territorio dei comuni di [[Bacoli]] e di [[Pozzuoli]], localizzato nell'area vulcanica dei [[Campi Flegrei]]. Le varie campagne di scoperta hanno portato alla luce gli [[scavi archeologici di Cuma]] che rientrano nel ''Parco archeologico dei Campi Flegrei''. |
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Il nome deriva dal nome [[lingua greca antica|greco]] {{polytonic|Κύμη}} (''Kýmē''), che significa "onda", facendo riferimento alla forma della penisola sulla quale è ubicata.<ref>{{Cita news|autore=|url=https://www.archeoflegrei.it/cuma/|titolo=Cuma, la prima città greca in Italia|pubblicazione=archeoflegrei.it|accesso=6 aprile 2024}}</ref> |
Il nome deriva dal nome [[lingua greca antica|greco]] {{polytonic|Κύμη}} (''Kýmē''), che significa "onda", facendo riferimento alla forma della penisola sulla quale è ubicata.<ref>{{Cita news|autore=|url=https://www.archeoflegrei.it/cuma/|titolo=Cuma, la prima città greca in Italia|pubblicazione=archeoflegrei.it|accesso=6 aprile 2024}}</ref> Nata da una colonia di [[Calcide]], la polis in breve tempo crebbe, fondando essa stessa altre colonie ([[Partenope (città antica)|Partenope]] prima e Neapolis poi, [[Pozzuoli|Dicearchia]], ecc.). Trionfante contro gli [[Etruschi]], i [[Dauni]] e gli [[Aurunci]], nella seconda metà del [[V secolo a.C.]] cadde sotto il dominio sannita. Fedele a [[Roma]] durante la [[seconda guerra punica]], ottenne la cittadinanza prima della [[guerra marsica]]. L'imperatore [[Augusto]] vi dedusse una colonia militare.<ref>{{Cita news|autore=|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/cuma/|titolo=Cuma|pubblicazione=Treccani.it|accesso=29 aprile 2024}}</ref> |
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== Geografia == |
== Geografia == |
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Il territorio dove sorse questa colonia greca fu abitato fin dall'età preistorica e protostorica. Fra tutte le colonie elleniche della [[Magna Grecia]], Cuma posta sul litorale campano di fronte all'[[isola d'Ischia]], era una delle più antiche e più lontane dalla madrepatria. |
Il territorio dove sorse questa colonia greca fu abitato fin dall'età preistorica e protostorica. Fra tutte le colonie elleniche della [[Magna Grecia]], Cuma posta sul litorale campano di fronte all'[[isola d'Ischia]], era una delle più antiche e più lontane dalla madrepatria. |
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La città, come testimoniano le più recenti |
La città, come testimoniano le più recenti scoperte archeologiche dell'[[Università degli Studi di Napoli "L'Orientale"]], è stata fondata circa nel [[750 a.C.]]<ref>{{Cita news|autore=|url=http://magazine.unior.it/ita/content/lo-scavo-di-cuma-abbiamo-intervistato-il-direttore-matteo-dacunto |titolo=Lo scavo di Cuma: abbiamo intervistato il direttore, Matteo D'Acunto|pubblicazione=magazine.unior.it|accesso=24 marzo 2023}}</ref><ref>Daniela Giampaola, [[Emanuele Greco]], ''Napoli prima di Napoli. Mito e fondazioni della città di Partenope'', Roma, Salerno edit., 2022 p. 51</ref> |
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Secondo la leggenda, i fondatori di Cuma furono gli [[Eubea|Eubei]] di [[Calcide]], che sotto la guida di [[Ippocle]] di Cuma (è dibattuto se si sia trattato di [[Kymi|Cuma euboica]] o di [[Cuma eolica]]<ref>C. Bearzot, F. Landucci ''Tra mare e continente: l'isola d'Eubea'' Ed. Vita e Pensiero.</ref><ref>Alfonso Mele, ''Il commercio greco arcaico. Prexis ed emporìe'', Napoli 1979.</ref> |
Secondo la leggenda, i fondatori di Cuma furono gli [[Eubea|Eubei]] di [[Calcide]], che sotto la guida di [[Ippocle]] di Cuma (è dibattuto se si sia trattato di [[Kymi|Cuma euboica]] o di [[Cuma eolica]])<ref>C. Bearzot, F. Landucci ''Tra mare e continente: l'isola d'Eubea'' Ed. Vita e Pensiero.</ref><ref>Alfonso Mele, ''Il commercio greco arcaico. Prexis ed emporìe'', Napoli 1979.</ref> e [[Megastene di Calcide]], scelsero di approdare in quel punto della costa perché attratti dal volo di una colomba o secondo altri da un fragore di cembali. |
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Tali fondatori trovarono un terreno particolarmente fertile ai margini della pianura campana. |
Tali fondatori trovarono un terreno particolarmente fertile ai margini della pianura campana. |
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Tante furono le battaglie che i Cumani combatterono per difendere la propria terra dagli attacchi degli [[Etruschi]] di [[Capua (città antica)|Capua]], degli [[Aurunci]] e dalle popolazioni interne della Campania. |
Tante furono le battaglie che i Cumani combatterono per difendere la propria terra dagli attacchi degli [[Etruschi]] di [[Capua (città antica)|Capua]], degli [[Aurunci]] e dalle popolazioni interne della Campania. |
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[[File:Cumae Cave of the Sibyl AvL.JPG|thumb|L'[[antro della Sibilla]] cumana]] |
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Col passare del tempo, Cuma stabilì il suo predominio su quasi tutto il litorale campano fino a [[Punta Campanella]], raggiungendo il massimo della sua potenza. |
Col passare del tempo, Cuma stabilì il suo predominio su quasi tutto il litorale campano fino a [[Punta Campanella]], raggiungendo il massimo della sua potenza. |
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La riscossa dei popoli confinanti, però non si lasciò attendere a lungo, infatti nel [[524 a.C.]] gli Etruschi di Capua formarono una lega con altre popolazioni, per conquistare Cuma ed espandersi sia territorialmente che commercialmente. Lo scontro si risolse favorevolmente per i Cumani, grazie anche all'abilità strategica del futuro tiranno [[Aristodemo di Cuma|Aristodemo]], detto ''Malakos'', ossia l'effeminato. |
La riscossa dei popoli confinanti, però non si lasciò attendere a lungo, infatti nel [[524 a.C.]] gli Etruschi di Capua formarono una lega con altre popolazioni, per conquistare Cuma ed espandersi sia territorialmente che commercialmente. Lo scontro si risolse favorevolmente per i Cumani, grazie anche all'abilità strategica del futuro tiranno [[Aristodemo di Cuma|Aristodemo]], detto ''Malakos'', ossia l'effeminato. |
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Dopo questa battaglia ne seguirono altre due vittoriose per i Cumani, una prima accanto ai Latini nella [[Battaglia di Aricia]] contro gli [[Etruschi]]<ref> |
Dopo questa battaglia ne seguirono altre due vittoriose per i Cumani, una prima accanto ai Latini nella [[Battaglia di Aricia]] contro gli [[Etruschi]]<ref>{{Cita news|autore=|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/aristodemo-di-cuma_(Enciclopedia-Italiana)/|titolo=ARISTODEMO di Cuma|pubblicazione=Treccani.it|accesso=6 aprile 2024}}</ref> ed una seconda nel [[474 a.C.]] al fianco dei Siracusani i quali avevano inviato la loro flotta sempre contro gli Etruschi, riuscendo definitivamente a cacciarli dalla Campania. Scontro ricordato come [[battaglia di Cuma (474 a.C.)|battaglia di Cuma]]. |
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Le gloriose vittorie della colonia ne avevano accresciuto il prestigio, tanto che a quanto riferisce [[Diodoro Siculo]], col nome di 'campagna di Cuma' si soleva indicare tutta la regione dei [[Campi Flegrei]]. |
Le gloriose vittorie della colonia ne avevano accresciuto il prestigio, tanto che a quanto riferisce [[Diodoro Siculo]], col nome di 'campagna di Cuma' si soleva indicare tutta la regione dei [[Campi Flegrei]]. |
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La fortuna di Cuma tuttavia non resisté a lungo poiché, intorno al [[421 a.C.]], soccombette all'avanzata dei Campani che la conquistarono. |
La fortuna di Cuma tuttavia non resisté a lungo poiché, intorno al [[421 a.C.]], soccombette all'avanzata dei [[Campani]] che la conquistarono.<ref>Mario Lombardo e Flavia Frisone, ''Colonie di colonie. Le fondazioni sub-coloniali greche tra colonizzazione e colonialismo. Atti del Convegno Internazionale di studi (Lecce, 22-24 giugno 2006)'', Galatina (Lecce), Congedo Edit., 2010, ISBN 978-88-8086-699-2. p.195</ref> |
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[[Tarquinio il Superbo]], l'ultimo [[Età regia di Roma|re di Roma]], visse gli ultimi anni della sua vita in esilio a Cuma dopo l'instaurazione della [[Repubblica romana]].<ref> |
[[Tarquinio il Superbo]], l'ultimo [[Età regia di Roma|re di Roma]], visse gli ultimi anni della sua vita in esilio a Cuma dopo l'instaurazione della [[Repubblica romana]].<ref>{{Cita news|autore=|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/tarquinio-il-superbo/|titolo=Tarquìnio il Superbo|pubblicazione=Treccani.it|accesso=6 aprile 2024}}</ref> |
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Nella conquista romana della [[Campania antica|Campania]], a Cuma fu data (nel [[334 a.C.]]) la ''[[civitas sine suffragio]]'' e quando, oltre un secolo dopo, [[Annibale]] tentò in ogni modo di conquistarla insieme a [[Puteoli]], essa gli si oppose risolutamente infliggendo, presso ''Hamae'' (che alcuni studiosi identificano nei dintorni dell'attuale [[Torre di Santa Chiara]], mentre altri più al nord, verso il [[Volturno]]) una dura sconfitta alle truppe di [[Capua (città antica)|Capua]] che si allearono coi [[Cartaginesi]] (215 a.C.). |
Nella conquista romana della [[Campania antica|Campania]], a Cuma fu data (nel [[334 a.C.]]) la ''[[civitas sine suffragio]]'' e quando, oltre un secolo dopo, [[Annibale]] tentò in ogni modo di conquistarla insieme a [[Puteoli]], essa gli si oppose risolutamente infliggendo, presso ''Hamae'' (che alcuni studiosi identificano nei dintorni dell'attuale [[Torre di Santa Chiara]], mentre altri più al nord, verso il [[Volturno]]) una dura sconfitta alle truppe di [[Capua (città antica)|Capua]] che si allearono coi [[Cartaginesi]] (215 a.C.). |
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Durante la guerra tra [[Goti]] e [[Bizantini]], Cuma fu a lungo teatro di alterne vicende della lotta. Cadde sotto il potere dei Bizantini e nel [[558]] d.C. fu fortificata dal prefetto della flotta Flavio Nonio Erasto, finché, dopo l'invasione longobarda, fu governata prima dal [[Ducato di Benevento]] e poi dai Duchi di [[Napoli]] ([[717]])<ref>{{Cita libro|autore=A. L. Antinori|titolo=Annali degli Abruzzi, Vol. IV|anno=1971|editore=Forni Editore|città=Bologna|p=sub a. 717|pp=|ISBN=}}</ref>. |
Durante la guerra tra [[Goti]] e [[Bizantini]], Cuma fu a lungo teatro di alterne vicende della lotta. Cadde sotto il potere dei Bizantini e nel [[558]] d.C. fu fortificata dal prefetto della flotta Flavio Nonio Erasto, finché, dopo l'invasione longobarda, fu governata prima dal [[Ducato di Benevento]] e poi dai Duchi di [[Napoli]] ([[717]])<ref>{{Cita libro|autore=A. L. Antinori|titolo=Annali degli Abruzzi, Vol. IV|anno=1971|editore=Forni Editore|città=Bologna|p=sub a. 717|pp=|ISBN=}}</ref>. |
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Le scorrerie dei [[Saraceni]] le diedero il colpo di grazia. Insediati sull'acropoli dove potevano trovare un rifugio sicuro nelle gallerie del monte, i [[pirati]] seminarono a lungo il terrore nel golfo di Napoli, finché i Napoletani nel 1207 sotto il comando di [[Goffredo di Montefuscolo]], riuscirono a porre fine alle razzie e alle incursioni, stanando i Saraceni nei loro covi, liberando così il golfo<ref>Cfr. {{cita web|url=https://archiviogiuglianes.wixsite.com/website/post-singolo/2020/03/10/il-vescovo-gentilesanta-giuliana-e-la-distruzione-di-cuma|titolo=Il vescovo Gentile,Santa Giuliana e la distruzione di Cuma|accesso=}}</ref>. Con questo pretesto, che probabilmente nascondeva interessi politici, la città fu distrutta. Numerosi cumani fuggiaschi trovarono ospitalità a [[Giugliano in Campania|Giugliano]], insieme con il [[Clero]] ed il Capitolo Cattedrale, trasferendovi anche il culto di San Massimo e [[Giuliana di Nicomedia|Santa Giuliana]]<ref>{{cita web|url=https://www.duepassinelmistero2.com/studi-e-ricerche/arte/italia/campania/speciale-napoli-e-provincia/le-enigmatiche-formelle-di-giugliano-in-campania//|titolo=Le enigmatiche formelle di Giugliano in Campania nella Chiesa di Santa Sofia|accesso=}}</ref>. |
Le scorrerie dei [[Saraceni]] le diedero il colpo di grazia. Insediati sull'acropoli dove potevano trovare un rifugio sicuro nelle gallerie del monte, i [[pirati]] seminarono a lungo il terrore nel golfo di Napoli, finché i Napoletani nel 1207 sotto il comando di [[Goffredo di Montefuscolo]], riuscirono a porre fine alle razzie e alle incursioni, stanando i Saraceni nei loro covi, liberando così il golfo<ref>Cfr. {{cita web|url=https://archiviogiuglianes.wixsite.com/website/post-singolo/2020/03/10/il-vescovo-gentilesanta-giuliana-e-la-distruzione-di-cuma|titolo=Il vescovo Gentile,Santa Giuliana e la distruzione di Cuma|accesso=}}</ref>. Con questo pretesto, che probabilmente nascondeva interessi politici, la città fu distrutta.<ref>{{Cita news|autore=|url=https://www.beniculturali.it/luogo/parco-archeologico-dei-campi-flegrei-parco-archeologico-di-cuma#:~:text=Diventata%20nel%20tardo%20impero%20un,1207%20dall'armata%20napoletana%20di|titolo=Parco archeologico dei Campi Flegrei - Parco archeologico di Cuma|pubblicazione=beniculturali.it|accesso=6 aprile 2024}}</ref> Numerosi cumani fuggiaschi trovarono ospitalità a [[Giugliano in Campania|Giugliano]], insieme con il [[Clero]] ed il Capitolo Cattedrale, trasferendovi anche il culto di San Massimo e [[Giuliana di Nicomedia|Santa Giuliana]]<ref>{{cita web|url=https://www.duepassinelmistero2.com/studi-e-ricerche/arte/italia/campania/speciale-napoli-e-provincia/le-enigmatiche-formelle-di-giugliano-in-campania//|titolo=Le enigmatiche formelle di Giugliano in Campania nella Chiesa di Santa Sofia|accesso=}}</ref>. |
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[[File:CittàbassaCuma.jpg|thumb|Gli scavi |
[[File:CittàbassaCuma.jpg|thumb|Gli scavi nella città bassa (2021)]] |
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Da quel momento Cuma fu pressoché disabitata, l'interramento delle acque del [[Clanio|Clanis]] e del [[Volturno]] fece in modo che la città ed il suo territorio, soprattutto nella parte bassa, diventassero una zona paludosa. Il litorale fu infine bonificato con la costruzione dei ''[[Regi Lagni]]'', nella prima metà del [[XVII secolo]], durante il [[Domini spagnoli in Italia|predominio spagnolo in Italia]], con il [[viceré di Napoli]] [[Pedro Fernández de Castro]], sotto la direzione dell'architetto [[Domenico Fontana]]; infatti il Clanis, che in antico sfociava nel [[Lago di Patria]], fu irregimentato e portato a sfociare 9 km più a nord, a Pinetamare). |
Da quel momento Cuma fu pressoché disabitata, l'interramento delle acque del [[Clanio|Clanis]] e del [[Volturno]] fece in modo che la città ed il suo territorio, soprattutto nella parte bassa, diventassero una zona paludosa. Il litorale fu infine bonificato con la costruzione dei ''[[Regi Lagni]]'', nella prima metà del [[XVII secolo]], durante il [[Domini spagnoli in Italia|predominio spagnolo in Italia]], con il [[viceré di Napoli]] [[Pedro Fernández de Castro]], sotto la direzione dell'architetto [[Domenico Fontana]]; infatti il Clanis, che in antico sfociava nel [[Lago di Patria]], fu irregimentato e portato a sfociare 9 km più a nord, a Pinetamare). |
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Durante la [[seconda guerra mondiale]] fu sfruttata per la sua posizione strategica e usata come [[bunker]] per l'utilizzo di cannoni.<ref>{{Cita news|autore=|url=https://www.bacoli.it/?view=article&id=16:monte-cuma-e-isolotto-san-martino-durante-la-seconda-guerra-mondiale&catid=13#:~:text=L'area%20di%20Cuma%20era,e%20cunicoli%20collegati%20tra%20loro.|titolo=Monte Cuma e Isolotto San Martino durante la seconda guerra mondiale|pubblicazione=bacoli.it|accesso=6 aprile 2024}}</ref> |
Durante la [[seconda guerra mondiale]] fu sfruttata per la sua posizione strategica e usata come [[bunker]] per l'utilizzo di cannoni.<ref>{{Cita news|autore=|url=https://www.bacoli.it/?view=article&id=16:monte-cuma-e-isolotto-san-martino-durante-la-seconda-guerra-mondiale&catid=13#:~:text=L'area%20di%20Cuma%20era,e%20cunicoli%20collegati%20tra%20loro.|titolo=Monte Cuma e Isolotto San Martino durante la seconda guerra mondiale|pubblicazione=bacoli.it|accesso=6 aprile 2024}}</ref> |
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== Geografia == |
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== Galleria d'immagini == |
== Galleria d'immagini == |
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File:Accesso al sito archeologico di Cuma.jpg|Accesso al sito archeologico |
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File:TempodiApolloCuma.jpg|Altra visuale del tempio di Apollo |
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File:Parco archeologico Cuma 22.jpg|Resti di capitello |
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File:IngressoScaviCuma.jpg|La via d'ingresso agli scavi |
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File:Costa Cuma.png|Litorale di Cuma visto dal [[tempio di Giove (Cuma)|tempio di Giove]] |
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File:Route of Aeneas in the Mediterranean Sea by tom sulcer.jpg|Il percorso dell'eroe leggendario [[Enea]] nel poema epico L'[[Eneide]], con le principali città e isole, mentre viaggiava da [[Troia]], verso sud e verso ovest, fino a [[Cartagine]] e poi a [[Roma]] |
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File:RestiScaviCuma.jpg|Resti di colonne |
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File:Galleria Crypta Romana, Cuma.jpg|Crypta romana |
File:Galleria Crypta Romana, Cuma.jpg|Crypta romana |
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File:Tomb from Cumae.jpg|Tomba del II secolo a.C. scoperta a Cuma nel 2004 e oggi esposta nel [[Museo archeologico dei Campi Flegrei]] |
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File:Cumae acropolis seen from lower city AvL.JPG|L'acropoli vista dalla città bassa |
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==Bibliografia== |
==Bibliografia== |
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* Carlo Gasparri, Giovanna Greco, ''Cuma: indagini archeologiche e nuove scoperte'', Pozzuoli, Naus, 2009. ISBN 88-7478-012-5. |
* Carlo Gasparri, Giovanna Greco, ''Cuma: indagini archeologiche e nuove scoperte'', Pozzuoli, Naus, 2009. ISBN 88-7478-012-5. |
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* Gianni Picone, ''Da Posillipo a Cuma - scienza mito storia e archeologia sui campi flegrei'', Istituto Grafico Editoriale Italiano, 1981 |
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* Roberto Scandone, Lisetta Giacomelli, ''Campi Flegrei. Storia di uomini e vulcani'', Independently published, 2018 |
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== Voci correlate == |
== Voci correlate == |
Versione delle 19:34, 29 lug 2024
Cuma | |
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Acropoli di Cuma | |
Nome originale | (GRC) Κύμη, Κύμαι, Κύμα, (LA) Cumae |
Cronologia | |
Fondazione | 750 a.C. ca. |
Fine | 1207 |
Amministrazione | |
Dipendente da | Greci, Sanniti, Romani, Saraceni |
Territorio e popolazione | |
Lingua | greco, latino |
Localizzazione | |
Stato attuale | Italia |
Località | Pozzuoli, Bacoli |
Coordinate | 40°50′55″N 14°03′13″E |
Cartografia | |
Cuma (in latino Cumae) è un sito archeologico della città metropolitana di Napoli, nel territorio dei comuni di Bacoli e di Pozzuoli, localizzato nell'area vulcanica dei Campi Flegrei. Le varie campagne di scoperta hanno portato alla luce gli scavi archeologici di Cuma che rientrano nel Parco archeologico dei Campi Flegrei.
Il nome deriva dal nome greco Κύμη (Kýmē), che significa "onda", facendo riferimento alla forma della penisola sulla quale è ubicata.[1] Nata da una colonia di Calcide, la polis in breve tempo crebbe, fondando essa stessa altre colonie (Partenope prima e Neapolis poi, Dicearchia, ecc.). Trionfante contro gli Etruschi, i Dauni e gli Aurunci, nella seconda metà del V secolo a.C. cadde sotto il dominio sannita. Fedele a Roma durante la seconda guerra punica, ottenne la cittadinanza prima della guerra marsica. L'imperatore Augusto vi dedusse una colonia militare.[2]
Geografia
La città di Cuma era interamente protesa verso l'acropoli, la parte alta di ogni città greca, posta in una posizione geografica molto favorevole, cioè su una collina e in prossimità del mare. Inoltre questa ospitava il tempio di Giove.
Geologia
Il rilievo su cui si colloca l'acropoli di Cuma (h. 80 m s.l.m.) è costituito verso nord e verso est da lave trachitiche precalderiche associate a brecce e scorie riferibili al "Primo Periodo Flegreo" (datate fra i 42 000 e i 35 000 anni fa), mentre il suo nucleo e la sua parte orientale e meridionale è caratterizzata da tufi gialli postcalderici del "Secondo Periodo Flegreo" (datati 35 000-10 500 anni fa), resti del vulcano primordiale dei Campi Flegrei il cui cratere (avente un diametro di 15 chilometri circa ed epicentro Pozzuoli) è costituito dai monti di Licola - San Severino, dalla dorsale settentrionale di Quarto, dalla collina dei Camaldoli, dalla collina di Posillipo, e dal Monte di Procida.
Storia
Il territorio dove sorse questa colonia greca fu abitato fin dall'età preistorica e protostorica. Fra tutte le colonie elleniche della Magna Grecia, Cuma posta sul litorale campano di fronte all'isola d'Ischia, era una delle più antiche e più lontane dalla madrepatria.
La città, come testimoniano le più recenti scoperte archeologiche dell'Università degli Studi di Napoli "L'Orientale", è stata fondata circa nel 750 a.C.[3][4]
Secondo la leggenda, i fondatori di Cuma furono gli Eubei di Calcide, che sotto la guida di Ippocle di Cuma (è dibattuto se si sia trattato di Cuma euboica o di Cuma eolica)[5][6] e Megastene di Calcide, scelsero di approdare in quel punto della costa perché attratti dal volo di una colomba o secondo altri da un fragore di cembali.
Tali fondatori trovarono un terreno particolarmente fertile ai margini della pianura campana. Pur continuando le loro tradizioni marinare e commerciali, i coloni di Cuma rafforzarono il loro potere politico ed economico proprio sullo sfruttamento della terra ed estesero il loro territorio contro le mire dei popoli confinanti.
Cuma fu la colonia che diffuse in Italia la cultura greca, diffondendo l'alfabeto Calcidese, che venne assimilato e fatto proprio dagli Etruschi e dai Latini.[7][8]
Intimamente legato a Cuma è il mito della Sibilla Cumana. Già dal terzo libro dell'Eneide è scritto che Enea, se vorrà finalmente trovare la terra destinata al suo popolo dagli dei, dovrà recarsi ad interrogare l'oracolo di Cuma (Eneide, III, 440-452). Attualmente l'antro della Sibilla costituisce un'attrazione turistica di notevole interesse.
Tante furono le battaglie che i Cumani combatterono per difendere la propria terra dagli attacchi degli Etruschi di Capua, degli Aurunci e dalle popolazioni interne della Campania.
Col passare del tempo, Cuma stabilì il suo predominio su quasi tutto il litorale campano fino a Punta Campanella, raggiungendo il massimo della sua potenza. La riscossa dei popoli confinanti, però non si lasciò attendere a lungo, infatti nel 524 a.C. gli Etruschi di Capua formarono una lega con altre popolazioni, per conquistare Cuma ed espandersi sia territorialmente che commercialmente. Lo scontro si risolse favorevolmente per i Cumani, grazie anche all'abilità strategica del futuro tiranno Aristodemo, detto Malakos, ossia l'effeminato.
Dopo questa battaglia ne seguirono altre due vittoriose per i Cumani, una prima accanto ai Latini nella Battaglia di Aricia contro gli Etruschi[9] ed una seconda nel 474 a.C. al fianco dei Siracusani i quali avevano inviato la loro flotta sempre contro gli Etruschi, riuscendo definitivamente a cacciarli dalla Campania. Scontro ricordato come battaglia di Cuma.
Le gloriose vittorie della colonia ne avevano accresciuto il prestigio, tanto che a quanto riferisce Diodoro Siculo, col nome di 'campagna di Cuma' si soleva indicare tutta la regione dei Campi Flegrei.
La fortuna di Cuma tuttavia non resisté a lungo poiché, intorno al 421 a.C., soccombette all'avanzata dei Campani che la conquistarono.[10]
Tarquinio il Superbo, l'ultimo re di Roma, visse gli ultimi anni della sua vita in esilio a Cuma dopo l'instaurazione della Repubblica romana.[11]
Nella conquista romana della Campania, a Cuma fu data (nel 334 a.C.) la civitas sine suffragio e quando, oltre un secolo dopo, Annibale tentò in ogni modo di conquistarla insieme a Puteoli, essa gli si oppose risolutamente infliggendo, presso Hamae (che alcuni studiosi identificano nei dintorni dell'attuale Torre di Santa Chiara, mentre altri più al nord, verso il Volturno) una dura sconfitta alle truppe di Capua che si allearono coi Cartaginesi (215 a.C.).
Da allora Cuma si servì della lingua latina nei suoi atti ufficiali e fu fedele alleata di Roma di cui diventò municipium. Sempre nel 215 a.C., ai 300 cavalieri campani che avevano compiuto il servizio militare in Italia e si erano recati a Roma, venne concessa la cittadinanza romana e vennero iscritti nel municipio di Cuma.[12]
In quel periodo la Campania era in pieno sviluppo economico e Cuma, che da un lato godeva di un'ottima posizione strategica per le azioni militari, dall'altro soffriva per la difficile comunicazione commerciale dovuta alla presenza della Silva Gallinaria e degli acquitrini da cui era circondata.
Durante le guerre civili Cuma fu una delle più valide roccaforti che Ottaviano oppose a Sesto Pompeo, ma dopo la vittoria di Ottaviano, essa diventò posto di riposo e di quiete, un rifugio dalla vita tempestosa ed agitata di Puteoli, città tanto tranquilla che Giovenale, nella III satira, non può fare a meno di invidiare ad un suo amico.
In seguito divenne uno dei maggiori centri del Cristianesimo campano e baluardo di civiltà. È anche il posto dove, secondo la tradizione, fu ispirato da una visione Il Pastore di Hermas, uno dei primi scritti cristiani.
Durante la guerra tra Goti e Bizantini, Cuma fu a lungo teatro di alterne vicende della lotta. Cadde sotto il potere dei Bizantini e nel 558 d.C. fu fortificata dal prefetto della flotta Flavio Nonio Erasto, finché, dopo l'invasione longobarda, fu governata prima dal Ducato di Benevento e poi dai Duchi di Napoli (717)[13].
Le scorrerie dei Saraceni le diedero il colpo di grazia. Insediati sull'acropoli dove potevano trovare un rifugio sicuro nelle gallerie del monte, i pirati seminarono a lungo il terrore nel golfo di Napoli, finché i Napoletani nel 1207 sotto il comando di Goffredo di Montefuscolo, riuscirono a porre fine alle razzie e alle incursioni, stanando i Saraceni nei loro covi, liberando così il golfo[14]. Con questo pretesto, che probabilmente nascondeva interessi politici, la città fu distrutta.[15] Numerosi cumani fuggiaschi trovarono ospitalità a Giugliano, insieme con il Clero ed il Capitolo Cattedrale, trasferendovi anche il culto di San Massimo e Santa Giuliana[16].
Da quel momento Cuma fu pressoché disabitata, l'interramento delle acque del Clanis e del Volturno fece in modo che la città ed il suo territorio, soprattutto nella parte bassa, diventassero una zona paludosa. Il litorale fu infine bonificato con la costruzione dei Regi Lagni, nella prima metà del XVII secolo, durante il predominio spagnolo in Italia, con il viceré di Napoli Pedro Fernández de Castro, sotto la direzione dell'architetto Domenico Fontana; infatti il Clanis, che in antico sfociava nel Lago di Patria, fu irregimentato e portato a sfociare 9 km più a nord, a Pinetamare).
Durante la seconda guerra mondiale fu sfruttata per la sua posizione strategica e usata come bunker per l'utilizzo di cannoni.[17]
Galleria d'immagini
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Accesso al sito archeologico
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Resti di capitello
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Litorale di Cuma visto dal tempio di Giove
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Crypta romana
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Tomba del II secolo a.C. scoperta a Cuma nel 2004 e oggi esposta nel Museo archeologico dei Campi Flegrei
Note
- ^ Cuma, la prima città greca in Italia, in archeoflegrei.it. URL consultato il 6 aprile 2024.
- ^ Cuma, in Treccani.it. URL consultato il 29 aprile 2024.
- ^ Lo scavo di Cuma: abbiamo intervistato il direttore, Matteo D'Acunto, in magazine.unior.it. URL consultato il 24 marzo 2023.
- ^ Daniela Giampaola, Emanuele Greco, Napoli prima di Napoli. Mito e fondazioni della città di Partenope, Roma, Salerno edit., 2022 p. 51
- ^ C. Bearzot, F. Landucci Tra mare e continente: l'isola d'Eubea Ed. Vita e Pensiero.
- ^ Alfonso Mele, Il commercio greco arcaico. Prexis ed emporìe, Napoli 1979.
- ^ Alfabeto latino, in docenti.unimc.it. URL consultato il 6 aprile 2024.
- ^ Letteratura Latina III sec. a.C. Le origini, in hist.science.free.fr. URL consultato il 6 aprile 2024.
- ^ ARISTODEMO di Cuma, in Treccani.it. URL consultato il 6 aprile 2024.
- ^ Mario Lombardo e Flavia Frisone, Colonie di colonie. Le fondazioni sub-coloniali greche tra colonizzazione e colonialismo. Atti del Convegno Internazionale di studi (Lecce, 22-24 giugno 2006), Galatina (Lecce), Congedo Edit., 2010, ISBN 978-88-8086-699-2. p.195
- ^ Tarquìnio il Superbo, in Treccani.it. URL consultato il 6 aprile 2024.
- ^ Livio, XXIII, 31.10.
- ^ A. L. Antinori, Annali degli Abruzzi, Vol. IV, Bologna, Forni Editore, 1971, p. sub a. 717.
- ^ Cfr. Il vescovo Gentile,Santa Giuliana e la distruzione di Cuma, su archiviogiuglianes.wixsite.com.
- ^ Parco archeologico dei Campi Flegrei - Parco archeologico di Cuma, in beniculturali.it. URL consultato il 6 aprile 2024.
- ^ Le enigmatiche formelle di Giugliano in Campania nella Chiesa di Santa Sofia, su duepassinelmistero2.com.
- ^ Monte Cuma e Isolotto San Martino durante la seconda guerra mondiale, in bacoli.it. URL consultato il 6 aprile 2024.
Bibliografia
- Carlo Gasparri, Giovanna Greco, Cuma: indagini archeologiche e nuove scoperte, Pozzuoli, Naus, 2009. ISBN 88-7478-012-5.
- Gianni Picone, Da Posillipo a Cuma - scienza mito storia e archeologia sui campi flegrei, Istituto Grafico Editoriale Italiano, 1981
- Roberto Scandone, Lisetta Giacomelli, Campi Flegrei. Storia di uomini e vulcani, Independently published, 2018
Voci correlate
- Magna Grecia
- Monetazione di Cumae
- Scavi archeologici di Cuma
- Diocesi di Cuma
- Cuma eolica
- Sibilla Cumana
- Storia di Napoli
- Colonizzazione greca in Occidente
- Partenope (città antica)
- Pithecusa
Altri progetti
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Collegamenti esterni
- (IT, EN) Cuma CIR Campania - Sito ufficiale, su cir.campania.beniculturali.it. URL consultato il 14 agosto 2015 (archiviato dall'url originale il 6 marzo 2013).
- Cuma - Circuito Informativo Regionale della Campania per i Beni Culturali e Paesaggistici, su cir.campania.beniculturali.it. URL consultato il 15 agosto 2015 (archiviato dall'url originale il 10 luglio 2015).
- Cuma, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Cuma - Acropoli e Antro della Sibilla nel sito del comune di Pozzuoli, su comune.pozzuoli.na.it. URL consultato il 14 agosto 2015 (archiviato dall'url originale il 9 agosto 2015).
- Per la visita guidata dall'Acropoli fino alla spiaggia, su lealididedalo.it. URL consultato il 30 dicembre 2010 (archiviato dall'url originale il 25 aprile 2011).
- Il Bosco e la Duna. Visita guidata agli Scavi di Cuma e discesa alla Foresta Regionale di Cuma, su gruppoarcheologicokyme.it.
- Scheda del Parco Archeologico di Cuma, con info utili per la visita, su sitiarcheologiciditalia.it.
- Ettore Gabrici, Cuma, Bollettino d'Arte, 3, 1910
Controllo di autorità | VIAF (EN) 315531502 · GND (DE) 4010764-4 · BNF (FR) cb12077087g (data) · J9U (EN, HE) 987007556164405171 |
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