Benedetto Alfieri: differenze tra le versioni

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{{citazione|Ed un cugino di mio padre, mio semi-zio, chiamato il conte Benedetto Alfieri.<br />
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Era questi il primo architetto del re; ed alloggiava contiguamente a quello stesso Regio teatro da lui con tanta eleganza e maestria ideato, e fatto eseguire.<br />
Era questi il primo architetto del re; ed alloggiava contiguamente a quello stesso [[Teatro Regio (Torino)|Regio teatro]] da lui con tanta eleganza e maestria ideato, e fatto eseguire.<br />
Io andava qualche volta a pranzo da lui, ed alcune volte a visitarlo;|
Io andava qualche volta a pranzo da lui, ed alcune volte a visitarlo;|
da ''[[Vita scritta da esso|Vita]]'' di V.Alfieri}}
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|GiornoMeseMorte = 6 dicembre
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Anche il [[castello di Govone]], reso famoso dal soggiorno di [[Jean-Jacques Rousseau]] al servizio dei conti Solaro, fu costruito da Benedetto Alfieri su disegno di [[Guarino Guarini]]. Ad Alessandria, nel [[1730]], realizzò il palazzo dello zio marchese ''Tommaso Ghilini''. Nel [[1736]] [[Carlo Emanuele III di Savoia]] lo incaricò di terminare il [[Teatro Regio (Torino)|Teatro Regio]]. L'abilità dell'architetto fu quella di dare una perfetta omogeneità architettonica alla facciata del teatro con gli edifici che si affacciano su [[Piazza Castello (Torino)|Piazza Castello]]. La facciata del teatro è l'unico elemento architettonico superstite dell'antico edificio costruito dall'Alfieri e distrutto dal rogo del [[1936]].
Anche il [[castello di Govone]], reso famoso dal soggiorno di [[Jean-Jacques Rousseau]] al servizio dei conti Solaro, fu costruito da Benedetto Alfieri su disegno di [[Guarino Guarini]]. Ad Alessandria, nel [[1730]], realizzò il palazzo dello zio marchese ''Tommaso Ghilini''. Nel [[1736]] [[Carlo Emanuele III di Savoia]] lo incaricò di terminare il [[Teatro Regio (Torino)|Teatro Regio]]. L'abilità dell'architetto fu quella di dare una perfetta omogeneità architettonica alla facciata del teatro con gli edifici che si affacciano su [[Piazza Castello (Torino)|Piazza Castello]]. La facciata del teatro è l'unico elemento architettonico superstite dell'antico edificio costruito dall'Alfieri e distrutto dal rogo del [[1936]].


Nel [[1739]] succedette a [[Filippo Juvara|Filippo Juvarra]] come ''"primo architetto civile del re di Sardegna"''. Nel [[1739]], per la [[Palazzina di caccia di Stupinigi]], Benedetto Alfieri progettò due nuove ali laterali, che tuttavia furono realizzate soltanto nel [[1759]]. Nel [[1742]] fu [[sindaci di Torino|sindaco di Torino]]<ref name = StoriaTorino>{{cita libro|curatore= Giuseppe Ricuperati|titolo= Storia di Torino, vol. V - Dalla città razionale alla crisi dello Stato d’Antico Regime (1730-1798)| anno=2001|editore=Einaudi|città=Torino}}</ref>. Nel [[1743]] Benedetto Alfieri soprintese al restauro del [[Palazzo Barolo]] dei conti [[Falletti di Barolo]], intervenendo sia sulla facciata esterna (atrio e scalone) che al piano nobile. La sua attività a Torino proseguì con numerosi rifacimenti di interni, fra i quali si ricordano le stanze e gallerie nel [[Palazzo Reale di Torino|Palazzo Reale]], palazzo Morozzo della Rocca ([[1750]]), [[palazzo Solaro del Borgo|palazzo Isnardi di Caraglio]] ([[1756]]), [[palazzo Chiablese]] ([[1762]]), [[palazzo Asinari di San Marzano]] ([[1767]]), e intervenne nei rifacimenti dell'ala meridionale del [[palazzo del Senato Sabaudo]] ([[1741]]-[[1748]]), la cui costruzione iniziò nel [[1720]] su progetto di [[Filippo Juvara|Filippo Juvarra]].
Nel [[1739]] succedette a [[Filippo Juvara|Filippo Juvarra]] come ''"primo architetto civile del re di Sardegna"''. Nel [[1739]], per la [[Palazzina di caccia di Stupinigi]], Benedetto Alfieri progettò due nuove ali laterali, che tuttavia furono realizzate soltanto nel [[1759]]. Nel [[1742]] fu [[sindaci di Torino|sindaco di Torino]]<ref name = StoriaTorino>{{cita libro|curatore= Giuseppe Ricuperati|titolo= Storia di Torino, vol. V - Dalla città razionale alla crisi dello Stato d’Antico Regime (1730-1798)| anno=2001|editore=Einaudi|città=Torino}}</ref>. Nel [[1743]] Benedetto Alfieri soprintese al restauro del [[Palazzo Barolo]] dei conti [[Falletti di Barolo]], intervenendo sia sulla facciata esterna (atrio e scalone) che al [[piano nobile]]. La sua attività a Torino proseguì con numerosi rifacimenti di interni, fra i quali si ricordano le stanze e gallerie nel [[Palazzo Reale (Torino)|Palazzo Reale]], palazzo Morozzo della Rocca ([[1750]]), [[palazzo Solaro del Borgo|palazzo Isnardi di Caraglio]] ([[1756]]), [[palazzo Chiablese]] ([[1762]]), [[palazzo Asinari di San Marzano]] ([[1767]]), e intervenne nei rifacimenti dell'ala meridionale del [[palazzo del Senato Sabaudo]] ([[1741]]-[[1748]]), la cui costruzione iniziò nel [[1720]] su progetto di [[Filippo Juvara|Filippo Juvarra]].


Inoltre, tra il [[1751]] e il [[1757]], dopo la morte dello Juvarra, proseguì i lavori alla [[reggia di Venaria Reale]] di Torino. Fece i disegni per la modifica del [[Duomo di Torino]], per un ampliamento di [[Palazzo Madama e Casaforte degli Acaja|palazzo Madama]] e per una ricostruzione del castello di [[Chambéry]]. L'Alfieri si occupò anche di urbanistica, con il progetto nel [[1756]] della piazza all'incrocio fra Via Milano e [[Via Garibaldi (Torino)|Via Garibaldi]], [[Piazza Palazzo di Città|piazza Palazzo di Città, l'antica Piazza delle Erbe]], completata poi nell'[[XIX secolo|Ottocento]] con la statua di [[Pelagio Palagi]] che raffigura [[Amedeo VI di Savoia]] detto il Conte Verde. Nel [[1753]] accettò il progetto di realizzazione del campanile della [[Basilica di San Gaudenzio]] di [[Novara]]. L'opera venne però terminata nel [[1786]], 33 anni dopo l'apertura del cantiere e 19 dopo la morte del progettista.
Inoltre, tra il [[1751]] e il [[1757]], dopo la morte dello Juvarra, proseguì i lavori alla [[reggia di Venaria Reale]] di Torino. Fece i disegni per la modifica del [[Duomo di Torino]], per un ampliamento di [[Palazzo Madama e Casaforte degli Acaja|palazzo Madama]] e per una ricostruzione del [[castello di Chambéry]]. L'Alfieri si occupò anche di urbanistica, con il progetto nel [[1756]] della piazza all'incrocio fra Via Milano e [[Via Garibaldi (Torino)|Via Garibaldi]], [[Piazza Palazzo di Città|piazza Palazzo di Città, l'antica Piazza delle Erbe]], completata poi nell'[[XIX secolo|Ottocento]] con la statua di [[Pelagio Palagi]] che raffigura [[Amedeo VI di Savoia]] detto il Conte Verde. Nel [[1753]] accettò il progetto di realizzazione del campanile della [[Basilica di San Gaudenzio]] di [[Novara]]. L'opera venne però terminata nel [[1786]], 33 anni dopo l'apertura del cantiere e 19 dopo la morte del progettista.


Anche il Duomo di [[Carignano]] (chiesa parrocchiale dei SS. Giovanni Battista e Remigio), considerato il capolavoro assoluto dell'architetto, venne completato dagli architetti dello Studio regio nel [[1771]], quattro anni dopo la sua morte. La fabbrica presenta una sorprendente pianta a [[navata]] curva ed [[Nartece|endonartece]] circolare. Vittorio Alfieri la ricordava come «quella bizzarra chiesa di Carignano fatta a forma di ventaglio». {{Citazione necessaria|Secondo la vecchia lettura di Brinckmann, ''"il semicerchio della chiesa doveva stimolare lo spettatore a completarlo nella sua mente con l'altra metà"'';}} {{Citazione necessaria|esistono in realtà precedenti per questa inusitata e gigantesca architettura, tuttora incompleta, tra i bozzetti per scenografie teatrali in ambito juvarriano.}} Morì di [[polmonite]] il 6 dicembre [[1767]]
Anche il [[Duomo di Carignano]] (chiesa parrocchiale dei SS. Giovanni Battista e Remigio), considerato il capolavoro assoluto dell'architetto, venne completato dagli architetti dello Studio regio nel [[1771]], quattro anni dopo la sua morte. La fabbrica presenta una sorprendente pianta a [[navata]] curva ed [[Nartece|endonartece]] circolare. Vittorio Alfieri la ricordava come «quella bizzarra chiesa di Carignano fatta a forma di ventaglio». {{Senza fonte|Secondo la vecchia lettura di Brinckmann, ''"il semicerchio della chiesa doveva stimolare lo spettatore a completarlo nella sua mente con l'altra metà"'';}} {{Senza fonte|esistono in realtà precedenti per questa inusitata e gigantesca architettura, tuttora incompleta, tra i bozzetti per scenografie teatrali in ambito juvarriano.}} Morì di [[polmonite]] il 6 dicembre [[1767]]


== Lo stile "Alfieriano" ==
== Lo stile "Alfieriano" ==
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*Illuminazione del [[Castello del Valentino]], e della città ([[1750]])
*Illuminazione del [[Castello del Valentino]], e della città ([[1750]])
*[[Duomo di Torino|Duomo]], progetto per la costruzione di un nuovo duomo ([[1742]]-[[1748]])
*[[Duomo di Torino|Duomo]], progetto per la costruzione di un nuovo duomo ([[1742]]-[[1748]])
*[[Basilica del Corpus Domini|Chiesa del Corpus Domini]]
*[[Basilica del Corpus Domini (Torino)|Chiesa del Corpus Domini]]
*[[Chiesa di San Lorenzo (Torino)|Chiesa di San Lorenzo]], cappella di San Gaetano ([[1762]])
*[[Chiesa di San Lorenzo (Torino)|Chiesa di San Lorenzo]], cappella di San Gaetano ([[1762]])
*Chiesa di S.Maria del Monte o [[Monte dei Cappuccini]], altari laterali ([[1747]])
*Chiesa di [[Santa Maria al Monte dei Cappuccini]], altari laterali ([[1747]])
*Istituto della Provvidenza (ora Esattoria Comunale), ([[1752]])
*Istituto della Provvidenza (ora Esattoria Comunale), ([[1752]])
*[[Palazzo Asinari di San Marzano]], interni ([[1767]])
*[[Palazzo Asinari di San Marzano]], interni ([[1767]])
*[[Palazzo Barolo]], decorazioni interne ([[1743]])
*[[Palazzo Barolo]], decorazioni interne ([[1743]])
*[[Palazzo Benso di Cavour]], ammodernamenti interni ([[1757]])
*[[Palazzo Benso di Cavour]], ammodernamenti interni ([[1757]])
*[[Palazzo Chiablese]], ristrutturazione e prolungamento verso S.Lorenzo ([[1762]], [[1763]])
*[[Palazzo Chiablese]], ristrutturazione e prolungamento verso [[Chiesa di San Lorenzo (Torino)|S.Lorenzo]] ([[1762]], [[1763]])
*Palazzo d'Agliano, (facciata)
*Palazzo d'Agliano, (facciata)
*Palazzo Giannazzo di Pamparato (restauro)
*Palazzo Giannazzo di Pamparato (restauro)
*[[Palazzo Solaro del Borgo|Palazzo Isnardi di Caraglio]] (sede dell'[[Società del Whist|Accademia filarmonica]]) ([[1753]])
*[[Palazzo Solaro del Borgo|Palazzo Isnardi di Caraglio]] (sede dell'[[Società del Whist|Accademia filarmonica]]) ([[1753]])
*[[Palazzo Madama e Casaforte degli Acaja|Palazzo Madama]], ristrutturazione di un appartamento ([[1753]])
*[[Palazzo Madama e Casaforte degli Acaja|Palazzo Madama]], ristrutturazione di un appartamento ([[1753]])
*Palazzo Marozzo della Rocca, ricostruzione ([[1750]])
*Palazzo Marozzo della Rocca, ricostruzione ([[1750]])
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*[[Palazzo Reale (Torino)|Palazzo Reale]], Galleria Beaumont (oggi [[Armeria Reale]]), piano Po ([[1753]]); giardino ([[1756]]); sala della guardia ([[1761]]); Curia regia, altare maggiore ([[1762]]); colonne battistero, lavori di marmo/bronzo
*[[Palazzo Reale (Torino)|Palazzo Reale]], Galleria Beaumont (oggi [[Armeria Reale]]), piano Po ([[1753]]); giardino ([[1756]]); sala della guardia ([[1761]]); Curia regia, altare maggiore ([[1762]]); colonne battistero, lavori di marmo/bronzo
*[[Palazzo della Prefettura (Torino)|Palazzo della Prefettura]] ([[1739]])
*[[Palazzo della Prefettura (Torino)|Palazzo della Prefettura]] ([[1739]])
*Palazzo Solaro della Chiesa, restauro
*[[Palazzo Mazzonis|Palazzo Solaro della Chiesa]], restauro
*Palazzo Turinetti di Cambiano, rifacimento interno ([[1750]])
*Palazzo Turinetti di Cambiano, rifacimento interno ([[1750]])
*[[Palazzo del Senato Sabaudo|Palazzo del real Senato]] (ora Corte d'Appello), ala sud ([[1748]])
*[[Palazzo del Senato Sabaudo|Palazzo del real Senato]] (ora Corte d'Appello), ala sud ([[1748]])
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*[[Pecetto Torinese]], chiesa d'Eremo dei Calmadolesi, altare di marmo (non più reperibile)([[1752]])
*[[Pecetto Torinese]], chiesa d'Eremo dei Calmadolesi, altare di marmo (non più reperibile)([[1752]])
*[[Penne (Italia)|Penne]], Palazzo Aliprandi-De Sterlich, intervento di ristrutturazione interna ([[1740]])
*[[Penne (Italia)|Penne]], Palazzo Aliprandi-De Sterlich, intervento di ristrutturazione interna ([[1740]])
*[[Piovà Massaia]], chiesa parrocchiale ([[1749]])
*[[Piovà Massaia]], [[Chiesa dei Santi Pietro e Giorgio (Piovà Massaia)|chiesa parrocchiale]] ([[1749]])
*[[San Martino Alfieri]], villa Alfieri, rifacimento
*[[San Martino Alfieri]], villa Alfieri, rifacimento
*[[Trino]], [[Sinagoga di Trino|Sinagoga]], ora conservata all'Eretz Museum di [[Tel Aviv]]
*[[Trino]], [[Sinagoga di Trino|Sinagoga]], ora conservata all'Eretz Museum di [[Tel Aviv]]
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== Progetti ==
== Progetti ==
*Disegni per alcuni arredi della [[basilica di Superga]]
*Disegni per alcuni arredi della [[basilica di Superga]]
*Progetti per la [[Basilica del Corpus Domini|chiesa del Corpus Domini]] di [[Torino]] ([[1746]])
*Progetti per la [[Basilica del Corpus Domini (Torino)|Basilica del Corpus Domini]] di Torino ([[1746]])
*Progetto e ristrutturazione del [[Palazzo Civico (Torino)|Palazzo comunale]] e [[Piazza Palazzo di Città|Piazza delle erbe]] ([[1756]])
*Progetto e ristrutturazione del [[Palazzo Civico (Torino)|Palazzo comunale]] e [[Piazza Palazzo di Città|Piazza delle erbe]] ([[1756]])
*Progetto di ampliamento di [[Palazzo Madama e Casaforte degli Acaja|Palazzo Madama]] e del collegamento con la galleria Beaumont
*Progetto di ampliamento di [[Palazzo Madama e Casaforte degli Acaja|Palazzo Madama]] e del collegamento con la galleria Beaumont
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«Ed un cugino di mio padre, mio semi-zio, chiamato il conte Benedetto Alfieri.
Era questi il primo architetto del re; ed alloggiava contiguamente a quello stesso Regio teatro da lui con tanta eleganza e maestria ideato, e fatto eseguire.
Io andava qualche volta a pranzo da lui, ed alcune volte a visitarlo;»

Benedetto Alfieri
Benedetto Alfieri in un'incisione ottocentesca

Sindaco di Asti
Durata mandato1726 –
1730
Predecessorecarica istituita
SuccessoreFalletti Cassasco di Villafalet

Dati generali
Professionearchitetto

Benedetto Alfieri (Roma, 8 giugno 1699[1]Torino, 6 dicembre 1767) è stato un architetto e politico italiano, celebre per aver realizzato importanti edifici barocchi in Piemonte.

Benedetto Innocenzo Gaspare Giuseppe Alfieri, nasce a Roma dall'astigiano Alessandro Alfieri Bianco e dalla romana Lavinia Ponte. Apparteneva al ramo dei conti Alfieri di Cortemilia e, quindi, alla stessa famiglia del cronista astigiano Ogerio Alfieri e del poeta Vittorio Alfieri, che nella "Vita" lo ricorda con venerazione e affetto. Studiò prima a Roma presso il collegio dei padri gesuiti, e poi dal 1722 a Torino dove si laureò in legge. Parallelamente compì studi e approfondimenti come autodidatta, in architettura.

Facciata di Palazzo Alfieri, Asti

Ad Asti fu consigliere e poi sindaco dal 1726 al 1730. In questo periodo di attività, progettò la facciata e lo scalone del Palazzo del Comune, Palazzo Alfieri (casa natale del cugino Vittorio), Palazzo Ottolenghi, il Seminario vescovile, l'ex Convento della Consolata, palazzo Gazzelli. Su disegni di Benedetto Alfieri fu edificato il castello della famiglia Alfieri in San Martino Alfieri, e venne trasformato il semplice edificio militare dei conti Amico di Castell'Alfero ad elegante residenza barocca.

Anche il castello di Govone, reso famoso dal soggiorno di Jean-Jacques Rousseau al servizio dei conti Solaro, fu costruito da Benedetto Alfieri su disegno di Guarino Guarini. Ad Alessandria, nel 1730, realizzò il palazzo dello zio marchese Tommaso Ghilini. Nel 1736 Carlo Emanuele III di Savoia lo incaricò di terminare il Teatro Regio. L'abilità dell'architetto fu quella di dare una perfetta omogeneità architettonica alla facciata del teatro con gli edifici che si affacciano su Piazza Castello. La facciata del teatro è l'unico elemento architettonico superstite dell'antico edificio costruito dall'Alfieri e distrutto dal rogo del 1936.

Nel 1739 succedette a Filippo Juvarra come "primo architetto civile del re di Sardegna". Nel 1739, per la Palazzina di caccia di Stupinigi, Benedetto Alfieri progettò due nuove ali laterali, che tuttavia furono realizzate soltanto nel 1759. Nel 1742 fu sindaco di Torino[2]. Nel 1743 Benedetto Alfieri soprintese al restauro del Palazzo Barolo dei conti Falletti di Barolo, intervenendo sia sulla facciata esterna (atrio e scalone) che al piano nobile. La sua attività a Torino proseguì con numerosi rifacimenti di interni, fra i quali si ricordano le stanze e gallerie nel Palazzo Reale, palazzo Morozzo della Rocca (1750), palazzo Isnardi di Caraglio (1756), palazzo Chiablese (1762), palazzo Asinari di San Marzano (1767), e intervenne nei rifacimenti dell'ala meridionale del palazzo del Senato Sabaudo (1741-1748), la cui costruzione iniziò nel 1720 su progetto di Filippo Juvarra.

Inoltre, tra il 1751 e il 1757, dopo la morte dello Juvarra, proseguì i lavori alla reggia di Venaria Reale di Torino. Fece i disegni per la modifica del Duomo di Torino, per un ampliamento di palazzo Madama e per una ricostruzione del castello di Chambéry. L'Alfieri si occupò anche di urbanistica, con il progetto nel 1756 della piazza all'incrocio fra Via Milano e Via Garibaldi, piazza Palazzo di Città, l'antica Piazza delle Erbe, completata poi nell'Ottocento con la statua di Pelagio Palagi che raffigura Amedeo VI di Savoia detto il Conte Verde. Nel 1753 accettò il progetto di realizzazione del campanile della Basilica di San Gaudenzio di Novara. L'opera venne però terminata nel 1786, 33 anni dopo l'apertura del cantiere e 19 dopo la morte del progettista.

Anche il Duomo di Carignano (chiesa parrocchiale dei SS. Giovanni Battista e Remigio), considerato il capolavoro assoluto dell'architetto, venne completato dagli architetti dello Studio regio nel 1771, quattro anni dopo la sua morte. La fabbrica presenta una sorprendente pianta a navata curva ed endonartece circolare. Vittorio Alfieri la ricordava come «quella bizzarra chiesa di Carignano fatta a forma di ventaglio». Secondo la vecchia lettura di Brinckmann, "il semicerchio della chiesa doveva stimolare lo spettatore a completarlo nella sua mente con l'altra metà";[senza fonte] esistono in realtà precedenti per questa inusitata e gigantesca architettura, tuttora incompleta, tra i bozzetti per scenografie teatrali in ambito juvarriano.[senza fonte] Morì di polmonite il 6 dicembre 1767

Lo stile "Alfieriano"

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«Era appassionatissimo dell'arte sua; semplicissimo di carattere, e digiuno quasi d'ogni altra cosa, che non spettasse le belle arti.
Tra molte altre cose, io argomento quella sua passione smisurata per l'architettura, dal parlarmi spessissimo, e con entusiasmo, a me ragazzaccio ignorante d'ogni arte ch'io m'era, del divino Michelangelo Buonarroti, ch'egli non nominava mai senza o abbassare il capo, o alzarsi la berretta, con un rispetto ed una compunzione che non mi usciranno mai dalla mente»

Le costruzioni dell'architetto astigiano sono caratterizzate da un barocco di stile michelangiolesco in apparenza molto festoso, ma di fatto rigoroso, molto lontano da soluzioni guariniane ed aggiornato anche rispetto alle architetture juvarriane, verso un diverso uso degli elementi classici, non scevro da autentiche invenzioni (come nel duomo di Carignano), comprensibili con il carattere sprovincializzato della sua cultura architettonica[3]

È probabile che l'ispirazione per la sua architettura derivi dal suo soggiorno giovanile a Roma, soprattutto per le opere monumentali, dove è forte il tentativo di "sprovincializzare" l'architettura piemontese, avvicinandola il più possibile a quella classica romana.[4] Secondo R.Pommer, lo stile di Alfieri è molto più simile al Vanvitelli che allo Juvarra, o al Vittone. Infatti, i temi conservatori e severi dell'architetto si sposano pienamente allo stile dello scalone del Vanvitelli per la reggia di Caserta. Il rococò per Alfieri non coinvolge mai l'architettura esterna, ma rimane confinato agli interni con geniali intuizioni nell'utilizzo degli specchi, degli scaloni, delle dorature e degli arredi.[4].

Elenco degli interventi alfieriani

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Reggia di Venaria Reale, Galleria di Benedetto Alfieri

Altre località

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Il castello di Govone
Facciata della cattedrale di Saint-Pierre, Ginevra
  • La città di Asti ha intitolato l'Istituto Statale d'arte a Benedetto Alfieri.
  1. ^ Benedetto Alfieri (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016), Palazzo Reale di Torino
  2. ^ Giuseppe Ricuperati (a cura di), Storia di Torino, vol. V - Dalla città razionale alla crisi dello Stato d’Antico Regime (1730-1798), Torino, Einaudi, 2001.
  3. ^ Pommer Richard, Architettura del Settecento in Piemonte. Le strutture aperte di Juvarra, Alfieri e Vittone, Allemandi 2003
  4. ^ a b AA.VV: Benedetto Alfieri, l'opera astigiana, dall'introduzione di Amedeo Bellini, Lindau 1992 Torino
  • Amedeo Bellini, Benedetto Alfieri, tutta l'opera Milano 1978
  • AA.VV., ingegneri e architetti del sei e settecento in Piemonte, Torino 1963
  • AA.VV., Benedetto Alfieri, l'opera astigiana, Lindau 1992 Torino
  • Mirella Macera, Benedetto Alfieri, ed. Comune di Asti 1992
  • Pommer Richard, Architettura del Settecento in Piemonte. Le strutture aperte di Juvarra, Alfieri e Vittone, Allemandi 2003
  • Noemi Gabrielli, Arte e Cultura ad Asti attraverso i secoli, S.Paolo Torino 1976

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Predecessore Sindaco di Torino Successore
Conte Claudio Sansoz di Bovile -
Giovanni Battista Brunengo
1742 - con Filippo Comune del Piazzo Vassallo Michelangelo Robbio di Variglie-
Giovanni Pietro Agliaudo di Tavigliano
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