Visualizza wikitesto di Antica religione norrena

[[File:Thor's hammer, Skåne.svg|thumb|upright=1.4|I ciondoli [[Mjöllnir]] erano l'equivalente norreno della [[croce cristiana]] nella tarda [[epoca vichinga]].]]
[[File:Three kings or three gods.jpg|thumb|upright=1.4|Tre figure sull'arazzo di Skog del XII secolo, interpretate come gli dei norreni [[Odino]] (un occhio), [[Thor]] (martello in mano) e [[Freyr]].]]
La '''religione norrena antica''', o '''paganesimo norreno''', è l'insieme delle [[Mitologia norrena|credenze]] e delle pratiche religiose diffuse tra i [[popoli germanici settentrionali]], parlanti tra loro la [[lingua norrena]], sviluppatasi a partire da un sostrato religioso certamente comune a tutti i Germani dal quale i Germani settentrionali si erano separati in epoca [[Proto-norreno|proto-norrena]]. Ancora ben attestato durante l'[[epoca vichinga]] (790-1066), il paganesimo fu sostituito dal cristianesimo fino a scomparire salvo che in alcune eco folcloristiche. Gli studiosi ricostruiscono aspetti della religione norrena in base alla [[linguistica storica]], [[Archeologia|all'archeologia]], alla [[toponomastica]] e ai documenti lasciati dai popoli della germanica settentrionale, come le iscrizioni in [[alfabeto runico]] del tipo [[Fuþark recente]], estensione distintamente germanica settentrionale dell'alfabeto runico. Numerose sono le fonti scritte norrene, datate al [[XIII secolo]], registranti informazioni sulla mitologia norrena legata all'antica religione.

La religione norrena era [[Politeismo|politeista]] ed il suo [[pantheon]] comprendeva diversi teonimi registrati: tra i più importanti figurano [[Odino]] e [[Thor]]. Le divinità nella [[mitologia norrena]] erano divise in due gruppi, gli [[Asi (mitologia)|Æsir]] e i [[Vani (mitologia)|Vanir]], originariamente rivali e poi alleati, e da varie altre razze mitologiche (giganti, nani, elfi e spiriti della terra) dai connotati benigni o maligni. La cosmologia nordica ruotava attorno a un [[albero del mondo]], [[Yggdrasill]], con vari regni/mondi accanto a quello degli umani, chiamato [[Miðgarðr]]. Questi includono più regni dell'aldilà, molti dei quali controllati da una particolare divinità.

Trasmessa attraverso la cultura orale piuttosto che attraverso testi codificati, la religione norrena si concentrava fortemente sulla pratica rituale, con re e capi che giocavano un ruolo centrale nel compiere atti pubblici di sacrificio. Ricorreva a vari spazi cultuali: inizialmente spazi esterni, come boschetti e laghi, e solo dopo il III secolo edifici per specifiche attività, seppur poco diffusi. Frequente era anche la pratica del ''[[Seiðr]]'', una forma di stregoneria che alcuni studiosi descrivono come [[Sciamanesimo|sciamanica]]. Le pratiche funebri comprendevano sia inumazione sia cremazione, tipicamente accompagnate da una varietà di corredi funerari.

Nel corso della storia, si sono verificati diversi livelli di [[Diffusionismo|diffusione transculturale]] tra la religione norrena e quella dei popoli non-germani confinanti, fond. i [[Religione sami|Sami]] e i [[Popoli finnici|Finni]]. Nel XII secolo, la religione norrena fu sostituita dal cristianesimo ma taluni suoi elementi sopravvissero nel [[Folclore scandinavo|folclore locale]]. Una rinascita d'interesse per la religione norrena si verificò con il [[Romanticismo tedesco]] nel [[XIX secolo]], quando l'antico credo ispirò diverse opere d'arte. La ricerca accademica sull'argomento principiò nel medesimo periodo, inizialmente influenzata dal pervasivo sentimento romantico.

== Terminologia ==
L'archeologo Anders Andrén ha osservato che ''Old Norse religion'' ({{Lett|religione norrena antica}}) è «il nome convenzionale» applicato alle religioni pre-cristiane della Scandinavia.<ref name="cita|Andrén 2011|p. 846">{{cita|Andrén 2011|p. 846}}.</ref><ref>{{cita|Andrén 2014|p. 14}}.</ref><ref>{{cita|Nordland 1969|p. 66}}.</ref><ref>{{cita|Turville-Petre 1975|p. 3}}.</ref><ref>{{cita|Näsström 1999|p. 12}}.</ref><ref>{{cita|Näsström 2003|p. 1}}.</ref><ref>{{cita|Hedeager 2011|p. 104}}.</ref><ref>{{cita|Jennbert 2011|p. 12}}.</ref> Altri termini usati da fonti accademiche includono "religione norrena pre-cristiana",<ref name=":0" /><ref name="cita|Andrén 2005|p. 106">{{cita|Andrén 2005|p. 106}}.</ref> "religione norrena",<ref>{{cita|Turville-Petre 1975|p. 1}}.</ref><ref>{{cita|Steinsland 1986|p. 212}}.</ref> "paganesimo norreno",<ref>{{cita|Abram 2011|p. 16}}.</ref> "paganesimo nordico",<ref>{{cita|DuBois 1999|p. 8}}.</ref> "paganesimo scandinavo",<ref>{{cita|DuBois 1999|p. 52}}.</ref><ref>{{cita|Jesch 2004|p. 55}}.</ref><ref name="donoghue 2008 pag 8">{{cita|O'Donoghue 2008|p. 8}}.</ref> "etenismo scandinavo",<ref name="simpson 1967 pag 190">{{cita|Simpson 1967|p. 190}}.</ref> "religione scandinava",<ref>{{cita|Clunies Ross 1994|p. 41}}.</ref><ref>{{cita|Hultgård 2008, p. 212}}.</ref> "paganesimo settentrionale",<ref name=":5">{{cita|Andrén 2011|p. 856}}.</ref> "etenismo settentrionale",<ref name="cita|Davidson 1990|p. 14">{{cita|Davidson 1990|p. 14}}.</ref> "religione germanica settentrionale",<ref group="N">Poiché le religioni e le lingue spesso si diffondono a velocità diverse e coprono aree diverse, la questione dell'antichità delle strutture religiose e degli elementi essenziali della religione germanica settentrionale viene trattata separatamente dalla questione dell'età linguistica - {{cita|The Nordic Languages|p. 390}}</ref><ref group="N">Il dio morente della religione germanica settentrionale è Baldr, quello dei Fenici è Ba'al - {{cita|Vennemann 2012|p.390}}</ref> o "paganesimo germanico settentrionale".<ref group="N">Le argomentazioni di Kuhn risalgono almeno al suo saggio sul paganesimo germanico settentrionale nell'era paleocristiana - {{cita|Niles & Amodio 1989|p. 25}}</ref><ref group="N">Fonti autentiche fonti dell'epoca del paganesimo germanico settentrionale (iscrizioni runiche, poesia antica, ecc.) - {{cita|Lönnroth 1965|p. 25}}</ref> Questa religione norrena può essere vista come parte di una più ampia religione germanica che si trova in tutta l'Europa [[Lingue germaniche|linguisticamente germanica]] delle cui diverse forme quella norrena è la meglio documentata.<ref name="cita|Andrén 2011|p. 846"/>
[[File:Viking_Expansion.svg|sinistra|thumb|Mappa degli insediamenti e delle attività dei norreni in Europa.]]
Radicata nella pratica rituale e nella tradizione orale, la religione era completamente integrata agli altri aspetti della vita dei Norreni: sussistenza, guerra, interazioni sociali, ecc.<ref name=":1">{{cita|Hultgård 2008|p. 212}}.</ref> Basandoci sulle rilevanze attuali, riteniamo inesistente (eventualmente rara) la codifica delle credenze norrene.<ref>{{cita|DuBois 1999|p. 42}}.</ref> Gli stessi praticanti di questo sistema di credenze non avevano alcun termine che significasse "religione", introdotto solo con il cristianesimo,<ref name=":0">{{cita|Andrén, Jennbert & Raudvere 2006|p. 12.}}</ref> quando cioè apparvero i termini norreni indicanti il vecchio credo, ''forn sið'' ("antica usanza") o ''heiðinn sið'' ("usanza pagana"),<ref name=":0" /> termini che suggeriscono inoltre un'enfasi su rituali, azioni e comportamenti piuttosto che sulla credenza stessa.<ref name=":0" /><ref name="Andrén p. 853" /> Il primo uso conosciuto del termine norreno ''heiðinn'' è nel poema ''Hákonarmál,'' di epoca cristiana.<ref>{{cita|Abram 2011|p. 105}}.</ref>

L'antica religione norrena è stata classificata come religione etnica,<ref>{{cita|DuBois 1999|p. 41}}.</ref><ref>{{cita|Brink 2001|p. 88}}.</ref> comunitaria non dottrinale.<ref name=":1" /> Variava nel tempo, in diverse regioni e località e in base alle differenze sociali.<ref name="cita|Davidson 1990|p. 14"/><ref>{{cita|DuBois 1999|pp. 44, 206}}.</ref><ref name=":2" /> Ciò era in parte dovuto alla sua trasmissione orale e non scritta.<ref>{{cita|Andrén 2014|p. 16}}.</ref> Per questo motivo, gli archeologi Andrén, Kristina Jennbert e Catharina Raudvere hanno affermato che «la religione norrena precristiana non è una categoria uniforme o stabile»,<ref name=":2">{{cita|Andrén, Jennbert & Raudvere 2006|p. 13}}.</ref> mentre la studiosa Karen Bek-Pedersen ha osservato che «l'antico sistema norreno di credenze dovrebbe probabilmente essere concepito al plurale, come diversi sistemi.»<ref>{{cita|Bek-Pedersen 2011|p. 10}}.</ref> La storica della religione Hilda Ellis Davidson ha affermato che avrebbe spaziato da manifestazioni di «simbolismo complesso» a «semplici credenze popolari dei meno sofisticati.»<ref>{{cita|Davidson 1990|p. 16}}.</ref>

Durante l'[[epoca vichinga]], i norreni probabilmente si consideravano un'entità più o meno unificata in ragione della lingua condivisa, il norreno.<ref>{{cita|DuBois 1999|p. 18}}.</ref> Lo studioso Thomas A. DuBois ha affermato che la religione norrena e altri sistemi di credenze pre-cristiane nel Nord Europa devono essere visti «non come entità linguistiche isolate e mutuamente esclusive ma come concetti ampi condivisi tra cultura e linee linguistiche, condizionate da simili fattori ecologici e da legami economici e culturali prolungati.»<ref>{{cita|DuBois1999|p. 7}}.</ref> Durante questo periodo, i norreni interagirono strettamente con altri gruppi etno-culturali e linguistici, come i [[Sami]], i [[Finnici del Baltico]], gli [[Anglosassoni]], gli [[Inuit]] groenlandesi e vari altri di lingue [[Lingue celtiche|celtiche]] e [[Lingue slave|slave]]. Si verificarono scambi economici, coniugali e religiosi.<ref>{{cita|DuBois1999|p. 10}}.</ref> Gli individui ridotti in schiavitù delle isole britanniche erano comuni in tutto il mondo norreno durante l'epoca vichinga.<ref>{{cita|DuBois1999|p. 22}}.</ref> Diversi elementi della religione norrena avevano origini e storie diverse; alcuni aspetti possono derivare dalla profondità della preistoria, altri emergono solo dopo l'incontro con il cristianesimo.<ref name=":7">{{cita|Andrén, Jennbert & Raudvere 2006|p. 14}}.</ref>

== Fonti ==
Secondo Hilda Ellis Davidson, la conoscenza odierna della religione norrena contiene «vaste lacune» e necessita cautela per evitare di «basare supposizioni selvagge su dettagli isolati.»<ref>{{cita|Davidson 1993|pp. 1 e 18}}.</ref>

=== Fonti scritte scandinave ===
[[File:Snorre Sturluson-Christian Krohg.jpg|destra|miniatura|[[Snorri Sturluson]], nell'illustrazione di Christian Krogh nell'edizione di ''Heimskringla'' del 1899]]
Dalla Scandinavia sopravvivono alcune [[Alfabeto runico|iscrizioni runiche]] di contenuto religioso, solitamente inneggianti a [[Thor]] per la consacrazione o protezione d'una [[Pietra runica|lapide commemorativa]].<ref name=":10">{{cita|Abram 2011|p. 9}}.</ref> Anche intagliare il suo [[martello]], [[Mjöllnir]], sulla pietra svolgeva questa funzione.<ref>{{cita|Turville-Petre 1975|pp. 82–83}}.</ref>

In contrasto con i pochi frammenti runici, un considerevole ''[[corpus]]'' di fonti letterarie e storiche sopravvive nei manoscritti norreni in [[alfabeto latino]], creati dopo la conversione della Scandinavia, la maggior parte originari dell'Islanda. La prima ampia fonte testuale indigena per l'antica religione norrena fu l{{'}}''[[Edda poetica]]'' di [[Snorri Sturluson]] (1179-1241). Alcune delle fonti poetiche in particolare, l'Edda poetica e la poesia [[Scaldo|scaldica]], potrebbero essere state originariamente composte da pagani, e ''[[Hávamál]]'' contiene sia informazioni sul misticismo pagano<ref>{{cita|Turville-Petre 1975|p. 11}}.</ref> sia ciò che Ursula Dronke definì «una carrellata di obblighi rituali.»<ref>{{cita libro|curatore=Dronke U|lingua=en|titolo=The Poetic Edda, Volume 3: Mythological Poems II|editore=Oxford University Press|anno=2011|ISBN=978-0-19-811182-5|p=63, nota a "Hávamál", verso 144}}</ref> Informazioni su credenze e pratiche norrene compaiono nelle [[Saga|saghe]], sia quelle storiche (es. ''[[Heimskringla]]'' e ''[[Landnámabók]]'' di Sturluson) che raccontano l'insediamento e l'antica storia islandese, sia le c.d. "[[Saghe degli Islandesi|saghe degli islandesi]]" di illustri personaggi e/o schiatte; sia le [[saghe leggendarie]] di contenuto fantastico. Molti versi scaldici sono conservati nelle saghe. Delle opere originariamente pagane non possiamo sapere quali mutamenti avvennero né durante la trasmissione orale né in conseguenza della loro registrazione da parte dei cristiani.<ref>{{cita|Näsström 1999|p. 1}}2</ref><ref>{{cita|Abram 2011|p. 10}}.</ref> Le Saghe degli Islandesi, in particolare, sono ora considerate dalla maggior parte degli studiosi come finzioni più o meno storiche piuttosto che documenti storici dettagliati.<ref>{{cita|Davidson 1990|p. 15}}.</ref> Senza dubbio una grande quantità di poesia mitologica è andata perduta.<ref>{{cita|Turville-Petre 1975|p. 13}}.</ref>

Altra importante fonte scritta è l{{'}}''[[Edda in prosa]]'' di Sturluson che incorpora un manuale della [[mitologia norrena]] per l'uso dei poeti nella costruzione dei ''[[Kenning]]'' e include numerose citazioni, alcune delle quali sono l'unica testimonianza di poesie perdute,<ref>{{cita|Turville-Petre 1975|pp. 22-23}}.</ref> come [[Þjóðólfr da Hvinir]]. Il [[Fyrirsögn ok Formáli|Prologo]] di Snorri [[Evemerismo|evemerizza]] gli Æsir come [[troia]]ni, derivando "Æsir" da "Asia", e alcuni studiosi hanno sospettato che molte delle storie che abbiamo solo da lui derivano dalla cultura medievale cristiana.<ref>{{cita|Turville-Petre 1975|p. 24}}.</ref>

=== Fonti scritte non scandinave ===
La prima fonte scritta non scandinava per l'antica religione norrena fu la ''[[De origine et situ Germanorum|Germania]]'' di [[Publio Cornelio Tacito|Tacito]] che risale a circa 100 d.C. e descrive le pratiche religiose di diversi [[Germani|popoli germanici]] ma ha pochi dati relativi alla Scandinavia.<ref>{{cita|Abram 2011|p. 27}}.</ref> Nel Medioevo, diversi commentatori cristiani scrissero anche del paganesimo scandinavo, principalmente da una prospettiva ostile. I più noti di questi sono [[Adamo da Brema]] nel suo ''[[Gesta Hammaburgensis ecclesiae pontificum]]'', scritto tra il 1066 e il 1072, che include una descrizione del [[tempio di Uppsala]],<ref name="cita|Davidson 1992|p. 337">{{cita|Davidson 1992|p. 337}}.</ref><ref>{{cita|Abram 2011|p. 28}}.</ref> e il ''[[Gesta Danorum]] di [[Saxo Grammaticus]],'' composto nel XII secolo, che cita sia miti norreni sia loro pratiche religiose.<ref>Andrén, ''Religion'', p.&nbsp;846; ''Cosmology'', p.&nbsp;14.</ref><ref>{{cita|Abram 2011|pp. 28-29}}.</ref> Anche gli arabi musulmani scrissero resoconti sui norreni da loro incontrati, il più noto dei quali è ''Risala'' di [[Ahmad ibn Fadlan]] del X secolo, un resoconto dell'incontro tra l'arabo e dei [[variaghi]] che include una descrizione dettagliata di una [[nave funeraria]].<ref>{{cita|Turville-Petre 1975|p. 8}}.</ref>

=== Fonti archeologiche e toponomastiche ===
[[File:Bracteate from Funen, Denmark (DR_BR42).jpg|miniatura|sinistra|[[Bratteato]] rinvenuto in [[Fionia]] ([[Danimarca]]), noto come "Bratteato di Fionia" ([[Alu (runico)|DR BR42 = DR IK58]]) raffigurante "''houaz''", lett. "L'Alto", uno degli epiteti di [[Odino]].]]
Poiché le fonti scritte sull'antica religione norrena sono state in gran parte rimaneggiate o contaminate dai cristiani, le prove archeologiche da siti religiosi e sepolture sono di grande importanza come fonte d'informazioni sulla religione norrena pre-cristiana.<ref name="cita|Andrén 2005|p. 106"/><ref>{{cita|Abram 2011|pp. 2 e 4}}.</ref> Molti aspetti della cultura materiale dei norreni (località di insediamento, manufatti, edifici, ecc.) possono svelare delle credenze e le prove archeologiche riguardanti le pratiche religiose indicano differenze cronologiche, geografiche e sociali molto maggiori di quanto suggerito dai testi.<ref name=":2" />

Anche la [[toponomastica]] è particolarmente utile. I toponimi teoforici, inclusi i casi in cui una coppia di nomi di divinità si trovano nelle immediate vicinanze, forniscono un'indicazione dell'importanza della religione di quelle divinità in aree diverse, risalenti a prima delle nostre prime fonti scritte. L'evidenza toponomastica mostra una notevole variazione regionale<ref name=":3">{{cita|Turville-Petre 1975|pp. 2–3}}.</ref><ref name=":4">{{cita|Abram 2011|p. 61}}.</ref>  e alcune divinità, come [[Ullr]] e [[Freia|Hǫrn]], si trovano più frequentemente,<ref name=":3" /> rispetto ai toponimi di [[Odino]], in altre località.<ref name=":4" /><ref>{{cita|De Vries 1970, Volume 1|p. 46}}.</ref>

Alcuni toponimi contengono elementi richiamanti la pratica religiosa: quelli formati con ''-vé'', ''-hörgr'', e ''-hof'', suffisi indicanti luoghi religiosi di vario genere;<ref>{{cita|Abram 2011|p. 60}}.</ref>  probabilmente anche quelli formati con ''-akr'' o ''-vin'', lett. "campo", quando accoppiato con il nome di una divinità. Magnus Olsen ha studiato una tipologia di tali toponimi in Norvegia, postulando uno sviluppo nel culto pagano dai boschetti e dai campi solo successivamente spostatosi negli edifici/templi.<ref>{{cita|De Vries 1970, Volume 1|p. 60}}.</ref>

Anche l'onomastica è fonte d'informazioni sulla popolarità di alcune divinità: es. il nome di Thor era un elemento comune nei nomi sia maschili sia femminili in Islanda.<ref>{{cita|DuBois 1999|p. 5}}.</ref>

== Storia ==
=== Età del ferro: origini ===
Andrén ha descritto la religione nordica come un «patchwork culturale» emerso da un sostrato d'influenze scandinave precedenti. Potrebbe aver avuto collegamenti con la cultura dell'[[Età del bronzo scandinava]]: mentre si ritiene che il sistema di credenze orientato al solare dell'età del bronzo in Scandinavia si sia estinto intorno al 500 a.C., un certo numero di motivi dell'età del bronzo, come la croce della ruota, riappaiono nell'[[età del ferro germanica]]<ref name=":5" /> (avviatasi intorno al 400-500 a.C.)<ref>{{cita|Lindow 2002|p. 3}}.</ref> Si ritiene spesso che si sia sviluppato da precedenti sistemi di credenze religiose comuni ai popoli germanici dell'età del ferro.<ref>{{cita|Abram 2011|pp. 53, 79}}.</ref> Le lingue germaniche emersero probabilmente nel [[I millennio a.C.]] nell'attuale Germania settentrionale o [[Danimarca]], dopodiché si diffusero. Molte delle divinità della religione nordica hanno parallelismi con altre società germaniche.<ref>{{cita|Turville-Petre 1975|p. 6}}.</ref>

Le evidenze archeologiche sono particolarmente importanti per comprendere la fase proto-norrena della storia scandinava.<ref>{{cita|Abram 2011|p. 54}}.</ref> Tacito è fonte ascrivibile a questo tempo e, secondo lo studioso Gabriel Turville-Petre, le sue osservazioni «aiutano a spiegare» la successiva religione nordica.<ref>{{cita|Turville-Petre 1975|p. 7}}.</ref> Tacito descrisse i popoli germanici come dotati di sacerdoti, luoghi sacri all'aperto, sacrifici e feste stagionali.<ref>{{cita|Abram 2011|p. 58}}.</ref> Tacito osserva che i popoli germanici erano politeisti e menziona alcune delle loro divinità cercando di percepirle attraverso equivalenti romani per renderle più comprensibili ai suoi lettori,<ref>{{cita|Abram 2011|pp. 54–55}}.</ref> applicando la consueta ''[[Interpretatio graeca]]'' come già [[Cesare]] fece a suo tempo presentando ai romani la [[antica religione celtica|religione dei Galli]].

=== Era vichinga: diffusione ===
[[File:Roseberry topping north side.jpg|destra|miniatura| Roseberry Topping (Yorkshire), Inghilterra del Nord. Dopo l'insediamento scandinavo nell'area, il sito divenne noto con l'antico nome norreno ''Óðinsberg'', it. "Collina di Odino".]]
Durante l'epoca vichinga, i norreni lasciarono la Scandinavia e si stabilirono in tutta l'Europa nordoccidentale, toccando sia aree poco o nulla popolate, come l'Islanda, le [[isole Orcadi]] e [[Isole Shetland|Shetland]] e le Isole Faroe, sia aree, come l'Inghilterra, il Galles sudoccidentale, la Scozia, le isole occidentali, l'isola di Man e l'Irlanda, già densamente popolate e civilizzate.<ref>{{cita|DuBois 1999|pp. 20–21}}.</ref>

Negli anni '70 dell'800, coloni norreni lasciarono la loro patria e [[Colonizzazione dell'Islanda|colonizzarono l'Islanda]], portando con sé il loro sistema di credenze.<ref>{{cita|Cusack 1998|p. 160}}.</ref> Evidenze toponomastiche suggeriscono che Thor fosse il dio più popolare dell'isola,<ref>{{cita|Abram 2011|p. 108}}.</ref> sebbene ci siano anche resoconti dalle saghe di devoti a Freyr,<ref name="Sundqvist87+">{{cita|Sundqvist 2016|pp. 87–88}}.</ref> incluso un "sacerdote di Freyr" citato nella ''[[Hrafnkels saga Freysgoða]]''.<ref>{{cita|O'Donoghue 2008|pp. 60–61}}.</ref> Non ci sono toponimi collegati a Odino sull'isola.<ref name="cita|Cusack 1998|p. 161">{{cita|Cusack 1998|p. 161}}.</ref><ref>{{cita|O'Donoghue 2008|p. 64}}.</ref> A differenza di altre società nordiche, l'Islanda mancava di una monarchia e quindi di un'autorità centralizzata che potesse imporre l'adesione religiosa;<ref>{{cita|Abram 2011|p. 182}}.</ref> c'erano sia comunità nordiche che cristiane dal momento del suo primo insediamento.<ref name="cita|Cusack 1998|p. 161"/><ref>{{cita|O'Donoghue 2008|p. 4}}.</ref>

I coloni scandinavi portarono la religione norrena nella Gran Bretagna già cristiana negli ultimi decenni del IX secolo.<ref name="cita|Jolly 1996|p. 36">{{cita|Jolly 1996|p. 36}}.</ref><ref name="pluskwski 2011 pag 774">{{cita|Pluskowski 2011|p. 774}}.</ref> Diversi toponimi britannici indicano possibili siti religiosi:<ref>{{cita|Jesch 2011|pp. 19–20}}.</ref> es. Roseberry Topping nel North Yorkshire, conosciuto come Othensberg/''Óðinsberg'' ("Collina di Odino") nel XII secolo.<ref>{{cita|Gelling 1961|p. 13}}.</ref><ref>{{cita|Meaney 1970|p. 120}}.</ref><ref>{{cita|Jesch 2011|p. 15}}.</ref> Diversi toponimi contengono anche riferimenti in [[lingua norrena|norreno]] a entità religiose, come ''alfr'', ''skratii'' e ''troll''. La chiesa inglese si trovò nella necessità di condurre un nuovo processo di conversione per cristianizzare questa popolazione in arrivo.<ref name="cita|Jolly 1996|p. 36"/>

=== Cristianizzazione della Scandinavia: declino ===
{{main|Cristianizzazione della Scandinavia}}
[[File:DR 290 Sövestad 1.jpg|sinistra|miniatura|upright=1.2|Pietra runica Sövestad 1, in [[Scania (provincia)|Scania]], raffigura un uomo che porta una croce.]]
Il mondo norreno incontrò il cristianesimo attraverso gli insediamenti nelle isole britanniche e i contatti commerciali con i cristiani orientali a [[Velikij Novgorod]] e [[Bisanzio]].<ref name="dubois 1999 pag 154">{{cita|DuBois 1999|p. 154}}.</ref> Quando il cristianesimo arrivò in Scandinavia, era già la religione accettata in gran parte dell'Europa.<ref name=":25">{{cita|Cusack 1998|p. 151}}.</ref> Non è chiaro come la Chiesa abbia convertito i coloni scandinavi, in parte a causa della mancanza di descrizioni testuali del processo di conversione paragonabile alla descrizione di [[Beda il Venerabile]] della conversione cristiana degli [[Anglosassoni]].<ref>{{cita|Jolly 1996|pp. 41–43}}.</ref><ref>{{cita|Jesch 2004|p. 56}}.</ref> Tuttavia, sembra che i migranti scandinavi si convertirono al cristianesimo entro i primi decenni dal loro arrivo.<ref name="pluskwski 2011 pag 774" /> Dopo che i missionari cristiani delle isole britanniche, tra cui [[Villibrordo]], [[Bonifacio (vescovo di Magonza)|Bonifacio di Magonza]] e [[Villeado di Brema]], ebbero predicato in varie parti dell'Europa settentrionale nell'VIII secolo,<ref>{{cita|Cusack 1998|pp. 119–27}}.</ref><ref name="dubois 1999 pag 154" /> il sacro romano imperatore [[Carlo Magno]] promosse la cristianizzazione della Danimarca, con [[Ebbone di Reims]], Halitgar di Cambrai e Villeado che facevano proselitismo nel regno durante il IX secolo.<ref>{{cita|Cusack 1998|p. 135}}.</ref> Il re danese [[Harald Klak]] (r. 812–827) si convertì (826) probabilmente per assicurarsi l'alleanza con [[Ludovico il Pio]], successore di Carlo Magno, contro i suoi rivali per il trono.<ref>{{cita|Cusack 1998|pp. 135–36}}.</ref> La monarchia danese tornò alla religione norrena sotto [[Horik II di Danimarca|Horik II]] (r. 854–867 circa).<ref>{{cita|Cusack 1998|p. 140}}.</ref>

Re [[Haakon I di Norvegia]] (r. 934–961 circa) si convertì al cristianesimo in Inghilterra e, al ritorno in patria, pur mantenendo la propria fede riservata, incoraggiò la predicazione missionaria cristiana provocando una reazione pagana che portò, secondo la ''[[Heimskringla]]'', all'incendio di tre chiese costruite vicino [[Trondheim]].<ref>{{cita|Abram 2011|pp. 99–100}}.</ref> Il suo successore, [[Harald II di Norvegia]] (r. 961–970) , parimenti cristiano, ebbe scarso successo nel convertire i norvegesi alla sua religione.<ref>{{cita|Abram 2011|pp. 123–124}}.</ref> [[Hákon Sigurðarson]], sovrano ''de facto'' della Norvegia (r. 975–995), fattosi battezzare sotto pressione del re danese, consentì ai cristiani di predicare nel regno ma sostenne con entusiasmo le usanze sacrificali pagane, affermando la superiorità delle divinità tradizionali e addirittura incoraggiando l'apostasia tra i neo-cristiani!<ref>{{cita|Abram 2011|pp. 128–130}}.</ref> Il suo regno vide l'emergere di un "paganesimo di stato", un'ideologia ufficiale che legava l'identità norvegese con l'identità pagana e che raccolse sostegno dalla sua leadership.<ref>{{cita|Abram 2011|p. 141}}.</ref> Haakon fu ucciso nel 995 e [[Olaf I di Norvegia]] (r. 995–1000) , il successore, promosse con entusiasmo il cristianesimo; costrinse i norvegesi di alto rango a convertirsi, distrusse templi e uccise coloro che chiamava "stregoni".<ref>{{cita|Davidson 1990|p. 12}}.</ref><ref>{{cita|Cusack 1998|pp. 146–47}}.</ref><ref>{{cita|Abram 2011|pp. 172–74}}.</ref> La Svezia fu l'ultimo paese scandinavo a convertirsi ufficialmente.<ref name=":25" /> Sebbene si sappia poco sul processo di cristianizzazione, è noto che i re svedesi si erano convertiti all'inizio dell'XI secolo e che il paese era completamente cristiano all'inizio del XII secolo.<ref>{{cita|Lindow 2002|pp. 7 e 9}}.</ref>

Olaf I di Norvegia inviò il missionario [[Sassoni|sassone]] [[Þangbrandr]] in Islanda ma molti islandesi furono irritati dal suo proselitismo e lo bandirono quando uccise diversi scaldi che l'avevano insultato.<ref>{{cita|Cusack 1998|p. 163}}.</ref><ref>{{cita|Abram 2011|p. 187}}.</ref> L'animosità tra cristiani e pagani sull'isola crebbe e all'[[Althing]] nel 998 entrambe le parti si bestemmiarono a vicenda gli dèi.<ref>{{cita|Abram 2011|p. 188}}.</ref> Nel tentativo di preservare l'unità, all'Althing del 999 si giunse ad un compromesso: la legge islandese si sarebbe basata sui principi cristiani, sia pure con concessioni al paganesimo, mentre sacrifici e riti pagani privati rimasero legali.<ref>{{cita|Cusack 1998|pp. 164–68}}.</ref><ref>{{cita|Abram 2011|pp. 189–190}}.</ref>

In tutta l'Europa germanica, la conversione al cristianesimo fu strettamente connessa ai legami sociali; la conversione di massa era la norma, piuttosto che la conversione individuale.<ref>{{cita|Cusack 1998|p. 176}}.</ref> Una delle motivazioni principali per la conversione dei re era il desiderio di sostegno da parte dei governanti cristiani, sia sotto forma di denaro, sanzione imperiale o sostegno militare. I missionari cristiani trovarono difficile convincere i norvegesi che i due sistemi di credenze si escludevano a vicenda.<ref>{{cita|Cusack 1998|p. 145}}.</ref><ref>{{cita|Abram 2011|p. 176}}.</ref> La natura politeistica della religione norrena permise ai suoi praticanti di includere [[Gesù]] nel novero degli altri dèi.<ref>{{cita|Davidson 1990|pp. 219–20}}.</ref><ref>{{cita|Abram 2011|p. 156}}.</ref> L'incontro con il cristianesimo potrebbe anche aver stimolato nuove e innovative espressioni della cultura pagana, influenzando ad esempio vari miti pagani.<ref name="abran 2011 pag 171">{{cita|Abram 2011|p. 171}}.</ref><ref name=":5" /> Come con altre società germaniche, ha avuto luogo la sincretizzazione tra i sistemi di credenze in arrivo e quelli tradizionali.<ref>{{cita|Cusack 1998|p. 168}}.</ref> Per coloro che vivevano in aree isolate, le credenze precristiane probabilmente sopravvissero più a lungo, mentre altre si mescolarono al folclore.<ref>{{cita|Cusack 1998|p. 179}}.</ref>

=== Sopravvivenze post-cristiane ===
Nel XII secolo, il cristianesimo era saldamente affermato in tutta l'Europa nordoccidentale.<ref>{{cita|Davidson 1990, p. 23}}.</ref> Per due secoli gli ecclesiastici scandinavi condannarono il paganesimo, anche se non è chiaro se costituisse ancora una valida alternativa al dominio cristiano<ref>{{cita|Abram 2011, p. 193}}.</ref>, e presentarono spesso il paganesimo come basato sull'inganno o l'illusione,<ref>{{cita|Abram 2011, p. 178}}.</ref> affermando che gli antichi dei erano uomini evemerizzati come divinità.<ref>{{cita|Abram 2011, pp. 201, 208}}.</ref>

Le storie mitologiche norrene sopravvissero nella cultura orale per almeno due secoli, venendo registrate nel XIII secolo.<ref name=":22">{{cita|Abram 2011, p. 191}}.</ref> Non è chiaro come questa mitologia sia stata tramandata. Sacche di pagani probabilmente mantennero le loro credenze per tutto l'XI e il XII secolo, o le stesse furono trasmesse ai cristiani che ne tramandarono la memoria pur disconnessa dalla fede.<ref name=":22" /> La storica Judith Jesch ha suggerito che dopo la cristianizzazione rimase un «paganesimo culturale» che riutilizzò i miti precristiani «in determinati contesti culturali e sociali» ufficialmente cristiani: es. temi e motivi mitologici norreni compaiono nella poesia della corte anglo-scandinava di [[Canuto il Grande]] (r. 1016–1035).<ref>{{cita|Jesch 2004, pp. 57–59}}.</ref> Saxo è la prima figura medievale a interessarsi alle credenze precristiane dei suoi antenati, non per desiderio di farne rivivere la fede ma per interesse storico.<ref name=":23">{{cita|Abram 2011, p. 207}}.</ref> Anche Sturluson partecipò a questo rinnovato interesse, esaminando i miti pagani da un punto di vista storico-culturale e mitografico.<ref>{{cita|Abram 2011, pp. 208, 219}}.</ref> Di conseguenza, la mitologia norrena «sopravvisse a lungo a qualsiasi adorazione o credenza negli dei che raffigura.»<ref>{{cita|O'Donoghue 2008, p. 6}}.</ref> Rimasero, tuttavia, resti di rituali pagani norreni per secoli dopo che il cristianesimo divenne la religione dominante in Scandinavia (v. ''Trollkyrka''). Gli antichi dei continuarono ad apparire nel folclore svedese fino all'inizio del XX secolo. Ci sono resoconti documentati di incontri sia con Thor sia con Odino, insieme alla credenza nel potere di Freja sulla fertilità.<ref>{{cita|Schön 2004|pp. 169–179}}.</ref>

== Credenze ==
La mitologia norrena e le storie delle divinità norrene ci sono tramandati dall'[[Edda poetica]] e nella guida per gli [[Scaldi]] di Sturluson, l'[[Edda in prosa]]. Raffigurazioni di alcune di queste storie possono essere trovate su pietre illustrate a [[Gotland]] e in altri documenti visivi tra cui alcune croci paleocristiane, il che attesta quanto fossero ampiamente conosciute.<ref>{{cita|Abram 2011|p. 81}}.</ref> I miti furono trasmessi puramente oralmente fino alla fine del periodo, e furono soggetti a variazioni; una poesia chiave, ''Vǫluspá'', è conservata in due versioni varianti in diversi manoscritti, oltre che nei versi eddici in prosa, sostanzialmente vicini ad una delle due varianti<ref>{{cita libro|lingua=en|autore=Dronke|titolo=The Poetic Edda, Volume 2: Mythological Poems|editore=Oxford University Press|anno=1997|edizione=rist. 2001|ISBN=978-0-19-811181-8|pp=61–62, 68–79}}</ref> e la rivisitazione dei miti da parte di Sturluson a volte varia dalle altre fonti testuali che sono conservate.<ref group="N">V.si le revisioni apportate alla storia del viaggio di Thor alla casa del gigante [[Geirröðr]] nella ''[[Þórsdrápa]]'' proposte da {{cita|Turville-Petre 1975|pp. 24–25 e 79}}</ref> Non esisteva un'unica versione autorevole di un mito particolare e si presume una variazione nel tempo e da un luogo all'altro, piuttosto che «un unico corpo di pensiero unificato.»<ref name=":23" /><ref name=":24">{{cita|O'Donoghue 2008|p. 19}}.</ref> In particolare, potrebbero esserci state influenze dalle interazioni con altri popoli, inclusi slavi settentrionali, finlandesi e anglosassoni,<ref name="donoghue 2008 pag 8" /> e la mitologia cristiana ha esercitato un'influenza crescente.<ref name=":24" /><ref name="abran 2011 pag 171" />

=== Divinità ===
[[File:Ardre Odin Sleipnir.jpg|destra|miniatura| Odino sul suo cavallo [[Sleipnir]].]]
La religione nordica antica era [[politeista]], con molti dèi e dèe antropomorfi che esprimono emozioni umane e, in alcuni casi, sono sposati e hanno figli.<ref>{{cita|Abram 2011|pp. 79, 228}}.</ref><ref>{{cita|O'Donoghue 2008|pp. 23–24}}.</ref> Nei miti si dice che un dio, [[Baldr]], sia morto. Le prove archeologiche sul culto di divinità particolari sono scarse, sebbene i toponimi possano anche indicare i luoghi in cui erano venerati. Per alcuni dei, in particolare [[Loki]],<ref name=":27">{{cita|O'Donoghue 2008|p. 67}}.</ref><ref>{{cita|Abram 2011|p. 151}}.</ref><ref>{{cita|De Vries 1970|Volume 1, p. 265}}.</ref> non ci sono prove di adorazione; tuttavia, questo può essere cambiato da nuove scoperte archeologiche. Regioni, comunità e classi sociali probabilmente variavano negli dei che veneravano di più o per niente.<ref>{{cita|Abram 2011|pp. 62–63}}.</ref><ref>{{cita|DuBois 1999|p. 59}}.</ref> Ci sono anche resoconti nelle saghe di individui che si sono dedicati a una singola divinità,<ref>{{cita|Davidson 1990|p. 219}}.</ref> descritto come ''fulltrúi'' o ''vinr'' (confidente, amico) come si vede nel riferimento di [[Egill Skallagrímsson]] alla sua relazione con Odino in il suo "Sonatorrek", un poema scaldico del X secolo per esempio.<ref>{{cita|Sundqvist 2016|pp. 87–90}}.</ref> Questa pratica è stata interpretata come un passato pagano influenzato dal culto cristiano dei santi. Sebbene le nostre fonti letterarie siano tutte relativamente tardive, ci sono anche indicazioni di cambiamento nel tempo.

Fonti mitologiche norrene, in particolare Snorri e "Vǫluspá", distinguono tra due gruppi di divinità, gli [[Asi (mitologia)|Æsir]] e i [[Vani (mitologia)|Vanir]], che combatterono una guerra durante la quale i Vanir abbatterono le mura della roccaforte degli Æsir, [[Ásgarðr]], e alla fine fecero pace per mezzo di una tregua e lo scambio di ostaggi. Alcuni [[mito]]grafi hanno suggerito che questo mito fosse basato sul ricordo di un conflitto in Scandinavia tra aderenti a diversi sistemi di credenze.<ref>{{cita|O'Donoghue 2008|p. 27}}.</ref><ref>{{cita|Nordland 1969|p. 67}}.</ref>

Le principali divinità tra gli Æsir includono [[Thor]] (che è spesso indicato nei testi letterari come Asa-Thor), [[Odino]] e [[Týr]]. Pochissimi Vanir sono nominati nelle fonti: [[Njörðr]], suo figlio [[Freyr]] e sua figlia [[Freia]]; secondo Sturluson, tutti questi potrebbero essere chiamati ''Vanaguð'' (Vanir-dio), e Freyja anche ''Vanadís'' ([[Dísir|Vanirdís]]).<ref>''[[Skáldskaparmál]]'', ch.&nbsp;14, 15, 29; ''Edda Snorra Sturlusonar: udgivet efter handskrifterne'', ed. [[Finnur Jónsson]], Copenaghen: Gyldendal, 1931, pp.&nbsp;97–98, 110.</ref> Lo stato di Loki all'interno del pantheon è problematico e, secondo ''[[Lokasenna]]'' e ''Vǫluspá'' e la spiegazione di Sturluson, viene imprigionato sotto terra fino a [[Ragnarǫk]], quando combatterà contro gli dei. Già nel [[1889]], [[Sophus Bugge]] suggerì che questa fosse l'ispirazione per il mito di [[Lucifero]].<ref>{{cita|Rooth 1961|pp. 162–65}}.</ref>

Alcune delle dèe — [[Skaði]], [[Rindr]], [[Gerðr]] — appartengono alla stirpe dei [[Jǫtunn]] ([[giganti]]).

La parola norrena generale per le dee è ''Ásynjur'', che è propriamente il femminile di ''Æsir'' . Un'antica parola per dea potrebbe essere ''[[Dísir|dís]]'', che è conservata come il nome di un gruppo di esseri soprannaturali femminili.<ref>{{cita pubblicazione|lingua=en|autore=Motz L|titolo=Sister in the Cave; the stature and the function of the female figures of the ''Eddas|rivista=[[Arkiv för nordisk filologi]]|volume=95|anno=1980|pp=168–182}}</ref>

=== Divinità localizzate e ancestrali ===
Le divinità ancestrali erano comuni tra i popoli ugro-finnici e rimasero una forte presenza tra i finlandesi e i Sami dopo la cristianizzazione.<ref>{{cita|DuBois 1999|p. 46}}.</ref> La venerazione degli antenati può aver avuto un ruolo nelle pratiche religiose private dei norvegesi nelle loro fattorie e villaggi.<ref name=":21">{{cita|DuBois 1999|p. 47}}.</ref><ref>{{cita libro|lingua=en|autore=Gíslason J|titolo=Acceptance of Christianity in Iceland in the Year 1000 (999)|rivista=Old Norse and Finnish Religions and Cultic Place-Names|editore=Donner Institute for Research in Religious and Cultural History|città=Turku|anno=1991|oclc=474369969|pp=223–255}}</ref> Nel X secolo, i pagani norvegesi tentarono di incoraggiare il re cristiano Haakon a prendere parte a un'offerta agli dei invitandolo a brindare agli antenati insieme a un certo numero di divinità nominate.<ref name=":21" />

Sembra che [[Þorgerðr Hölgabrúðr e Irpa]] fossero dèe personali o familiari venerate da [[Hákon Sigurðarson|Haakon Sigurdsson]], un defunto sovrano pagano della Norvegia.<ref>{{cita|Simek 2008|"Þorgerðr Hǫlgabrúðr", pp. 326–327}}.</ref>

È probabile che ci siano stati anche culti della fertilità locali e familiari; abbiamo un esempio riportato dalla Norvegia pagana nel culto familiare di Vǫlsi, dove viene invocata una divinità chiamata Mǫrnir.<ref>{{cita|De Vries 1970|Volume 2, p. 284}}.</ref><ref>{{cita|Turville-Petre 1975|pp. 256–57}}.</ref>

=== Altri esseri ===
Le [[Norne]] (non. ''Nornir'') sono figure femminili che determinano il destino degli individui. Sturluson le descrive come un gruppo di tre ma lui e altre fonti alludono anche a gruppi più numerosi di Norme che decidono il destino dei neonati.<ref>{{cita|Lindow 2002|"Norns", pp. 244–45}}.</ref> Non è chiaro se fossero adorate.<ref>{{cita|De Vries 1970|p. 272}}.</ref> Si pensava che i ''[[Vættir]]'', gli spiriti della terra, abitassero alcune rocce, cascate, montagne e alberi, e venivano fatte loro offerte.<ref>{{cita|DuBois 1999|p. 50}}.</ref> Per molti, potrebbero essere stati più importanti nella vita quotidiana degli dèi.<ref>{{cita|Davidson 1990|p. 214}}.</ref> I testi menzionano anche vari tipi di [[Elfo|elfi]] e [[Nano (mitologia)|nani]]. I ''Fylgjur'', spiriti guardiani, generalmente femminili, erano associati a individui e famiglie. Hamingjur, [[Dísir]] e [[Fanciulle cigno]] sono figure soprannaturali femminili di statura incerta all'interno del sistema di credenze; le ''Dísir'' potrebbero aver funzionato come [[Numi tutelari]].<ref>{{cita|Turville-Petre 1975|p. 221}}.</ref> Le [[Valchirie]] erano associate ai miti riguardanti Odino e si trovano anche nella poesia eroica come gli ''Helgi lays'', dove sono raffigurate come principesse che assistono e sposano eroi.<ref>{{cita|Davidson 1990|p. 61}}.</ref><ref>{{cita|De Vries 1970|Volume 1, pp. 273–74}}.</ref>

Il conflitto con gli Jǫtnar (giganti) è un motivo frequente nella mitologia.<ref>{{cita|Simek 2008|"Giants", p. 107}}.</ref> Sono descritti sia come antenati che come nemici degli dèi.<ref>{{cita|Motz 1982|p. 70}}.</ref> Gli dei sposano le gigantesse, ma i tentativi dei giganti di accoppiarsi con le dèe vengono respinti.<ref>{{cita|O'Donoghue 2008|p. 232}}.</ref> La maggior parte degli studiosi ritiene che gli Jǫtnar non fossero adorati, sebbene questo sia stato messo in dubbio.<ref>{{cita|Steinsland 1986, pp. 212–13}}.</ref> Gli Jǫtnar eddici hanno parallelismi con le loro controparti folcloristiche successive, sebbene a differenza di loro abbiano molta saggezza.<ref>{{cita|Motz 1982|p. 72}}.</ref>

=== Cosmologia ===
Diversi resoconti della cosmogonia norrena, o mito della creazione, appaiono nelle fonti testuali sopravvissute ma non ci sono prove che questi siano stati certamente prodotti nel periodo precristiano.<ref>{{cita|O'Donoghue 2008|p. 116}}.</ref> È possibile che si siano sviluppati durante l'incontro con il cristianesimo,<ref name=":26">{{cita|O'Donoghue 2008|p. 16}}.</ref> quando i pagani dovettero definire un mito della creazione abbastanza complesso da rivaleggiare con quello cristiano o quando i missionari cristiani mediarono elementi e racconti norreni presentandoli come miti della creazione e della cosmogonia paralleli a quelli nella [[Storia della creazione in Genesi|Bibbia]] per aiutare così gli indigeni alla comprensione della nuova religione tramite elementi nativi (una pratica comune impiegata dai missionari per facilitare la conversione di persone di diverse culture in tutto il mondo - v.si [[sincretismo]]). Secondo il racconto di ''Völuspá'', l'universo era inizialmente un vuoto conosciuto come [[Ginnungagap]]. Apparve allora un gigante, [[Ymir]], e dopo di lui gli dèi, che sollevarono la terra dal mare.<ref>{{cita|O'Donoghue 2008|p. 13}}.</ref> Un racconto diverso è fornito in ''[[Vafþrúðnismál]]'', che descrive il mondo formato dai componenti del corpo di Ymir: la terra dalla sua carne, le montagne dalle sue ossa, il cielo dal suo cranio e il mare dal suo sangue. ''Grímnismál'' descrive anche il mondo modellato dal cadavere di Ymir, sebbene aggiunga il dettaglio che i giganti sono emersi da una sorgente nota come [[Élivágar]].<ref>{{cita|O'Donoghue 2008|p. 14}}.</ref>

La ''[[Gylfaginning]]'' di Sturluson ribadisce che la cosmogonia norrena principiava dal concetto di vuoto cosmico, il Ginnungagap, da cui emersero due regni, il gelido e nebbioso [[Niflheimr]] e l'infuocato [[Múspellsheimr]], quest'ultimo governato dal gigante del fuoco [[Surtr]].<ref>{{cita|O'Donoghue 2008|pp. 114–15}}.</ref> Un fiume prodotto da questi regni si coagulò formando Ymir, mentre una mucca conosciuta come [[Auðhumla]] lo rifornì di latte.<ref>{{cita|O'Donoghue 2008|p. 15}}.</ref> Audumbla leccò un blocco di ghiaccio per liberare [[Búri]], il cui figlio [[Borr]] sposò una gigantessa di nome [[Bestla]].<ref name=":26" /> Alcune delle caratteristiche di questo mito, come la mucca Auðhumla, non sono di chiara provenienza; Sturluson non specifica dove ha ottenuto questi dettagli, come ha fatto per altre parti dei miti, e può anche darsi si tratti di sue invenzioni personali.<ref name=":26" />

La ''Völuspá'' ritrae [[Yggdrasill]] come un gigantesco frassino. ''Grímnismál'' afferma che le divinità vi si incontrano quotidianamente sotto per emettere un giudizio e che un [[Níðhöggr|serpente]] rosicchia le sue radici mentre un [[Cervi di Yggdrasill|cervo pascola dai suoi rami]] più alti ed uno [[Ratatoskr|scoiattolo]] corre tra i due animali per trasmettere messaggi. ''Grímnismál'' afferma anche che Yggdrasil ha tre radici; sotto l'una risiede la dèa [[Hel (divinità)|Hel]], sotto l'altra i giganti del gelo e sotto la terza l'umanità. Sturluson riferisce anche che Hel e i giganti del gelo vivono sotto due delle radici ma collocano gli dèi, piuttosto che l'umanità, sotto la terza radice. Il termine ''Yggr'' significa "il terrorizzante" ed è sinonimo di Odino, mentre ''drasill'' era una parola poetica per cavallo e "Yggdrasil" significa pertanto "Destriero di Odino". Questa idea di un albero cosmico ha paralleli con quelle di varie altre culture e può riflettere parte di un [[popoli indoeuropei|comune patrimonio indoeuropeo]].<ref>{{cita|Hultgård 2008|p. 215}}.</ref><ref>{{cita|O'Donoghue 2008|pp. 17–18}}.</ref>

La storia di Ragnarok sopravvive nella sua esposizione più completa nel ''Völuspá'', sebbene elementi figurino anche nella poesia precedente. La storia di Ragnarok suggerisce che l'idea di un destino inevitabile pervadesse le visioni del mondo norrene. Ci sono molte prove che ''Völuspá'' sia stata influenzata dalla fede cristiana ed è anche possibile che il tema del conflitto seguito da un futuro migliore -  evidente in Ragnarok - riflettesse il periodo di conflitto tra il paganesimo e il cristianesimo.<ref>{{cita|Abram 2011|pp. 157-158 e 163-165}}.</ref>

== Misticismo, magia, animismo e sciamanesimo ==
Il mito conservato nel poema eddico ''[[Hávamál]]'' di Odino appeso per nove notti a Yggdrasil, sacrificato a sé stesso e morente per assicurarsi la conoscenza delle [[Alfabeto runico|rune]] e di altra saggezza in quello che assomiglia a un rito iniziatico,<ref>{{cita|Davidson 1990|pp. 143-144}}.</ref><ref>{{cita|Simek 2008|"Odin's (self-)sacrifice", p. 249}}.</ref> prova il misticismo della religione norrena.<ref>{{cita|Turville-Petre 1975|pp. 11, 48–50}}.</ref>

Gli dèi erano associati a due distinte forme di [[magia]]. Nel ''Hávamál'' e altrove, Odino è particolarmente associato alle rune e al ''galdr''.<ref>{{cita|Simek 2008|"Runes", p. 269}}.</ref><ref>{{cita|Turville-Petre 1975|pp. 64–65}}.</ref> Gli incantesimi, spesso associati alle rune, erano una parte centrale nella cura delle malattie di esseri umani e bestiame nella società norrena.<ref>{{cita|DuBois 1999|p. 104}}.</ref> Al contrario, il [[seiðr]] e le relative [[Vǫlva|spæ]] che potevano coinvolgere sia la magia sia la [[divinazione]], erano praticate principalmente femminili, note come ''[[Vǫlva|vǫlur]]'' e ''Spæ-mogli'', spesso effettuate in contesti comunitari su richiesta di un cliente/interessato.<ref>{{cita|DuBois 1999|p. 123}}.</ref> Le tombe femminili del IX e X secolo contenenti bastoni di ferro e corredi funerari sono state identificate su questa base come quelle di praticanti seiðr.<ref name="Andrén p. 855">{{cita|Andrén 2011|p. 855}}.</ref> ''Seiðr'' era associato alla dea vanica Freia; secondo un resoconto evemerizzato nella ''[[Saga degli Ynglingar]]'', insegnò ''seiðr'' agli ''Æsir'',<ref>{{cita|Davidson 1990|p. 117}}.</ref> ma implicava così tanto ''ergi'' ("mala-virilità, effeminatezza") che oltre allo stesso Odino, il suo uso era riservato alle sacerdotesse.<ref>{{cita|Turville-Petre 1975|p. 65}}.</ref><ref>{{cita|DuBois 1999|p. 136}}.</ref><ref>{{cita|De Vries 1970|Volume 1, p. 332}}.</ref> Ci sono, tuttavia, menzioni di praticanti ''seiðr'' di sesso maschile in ''Heimskringla'', ove sono condannati per la loro perversione.<ref>{{cita|Davidson 1990|p. 121}}.</ref>

Nella letteratura norrena, i praticanti del ''seiðr'' sono talvolta descritti come stranieri, in particolare Sami o Finlandesi o, in casi più rari, dalle isole britanniche.<ref>{{cita|DuBois 1999|p. 128}}.</ref> I praticanti come Þorbjörg Lítilvölva nella ''[[Saga di Erik il Rosso]]'' hanno fatto appello agli spiriti aiutanti per l'assistenza. Molti studiosi hanno indicato questa e altre somiglianze tra quanto riportato delle cerimonie ''seiðr'' e ''spæ'' e dello [[sciamanesimo]].<ref>{{cita|Davidson 1990|p. 119}}.</ref> Lo storico della religione Dag Strömbäck lo considerava un prestito dalle tradizioni sciamaniche Sami o balto-finniche<ref>{{cita|DuBois 1999|p. 129}}.</ref><ref>{{cita|Schnurbein 2003|pp. 117–118}}.</ref> ma ci sono anche differenze rispetto alle pratiche registrate di Sami [[Noaide]].<ref>{{cita|DuBois 1999|p. 130}}.</ref> Dal XIX secolo, alcuni studiosi hanno cercato di interpretare altri aspetti della stessa religione nordica rispetto allo sciamanesimo:<ref>{{cita|Schnurbein 2003|p. 117}}.</ref> es. l'auto-sacrificio di Odino sull'Albero del Mondo è stato paragonato alle pratiche sciamaniche ugro-finniche.<ref>{{cita|Turville-Petre 1975|p. 50}}.</ref> Tuttavia, lo studioso [[Jan de Vries (filologo)|Jan de Vries]] considerava il ''seiðr'' come uno sviluppo sciamanico indigeno tra i norreni<ref>{{cita|Schnurbein 2003|p. 119}}.</ref><ref>{{cita|De Vries 1970|Volume 1, pp. 330–333}}.</ref> e l'applicabilità dello sciamanesimo come struttura per interpretare le pratiche del norreno, persino il seiðr, è contestata da alcuni studiosi.<ref name="Andrén p. 849" /><ref>{{cita|Schnurbein 2003|p. 123}}.</ref>

== Sepoltura e Aldilà ==
[[File:Rökstenen.jpg|miniatura| Descrizione della [[Valchiria]] nella [[Pietra runica di Rök]].]]
La religione norrena aveva idee pienamente sviluppate sulla morte e sull'aldilà.<ref>{{cita|Abram 2011|p. 4}}.</ref> Sturluson parla di quattro regni che accolgono i morti;<ref name=":20">{{cita|DuBois 1999|p. 79}}.</ref> sebbene le sue descrizioni riflettano una probabile influenza cristiana, l'idea di più oltretomba è probabilmente precristiana.<ref>{{cita|DuBois 1999|p. 81}}.</ref> A differenza del cristianesimo, la religione norrena non sembra aver aderito alla convinzione che le preoccupazioni morali influissero sulla destinazione dell'aldilà di un individuo.<ref>{{cita|Abram 2011|p. 212}}.</ref>

I guerrieri che morivano in battaglia divenivano [[Einherjar]] ed erano portati nella sala di Odino, il Valhalla, ove avrebbero atteso il Ragnarok per combattere al fianco degli Æsir.<ref>{{cita|DuBois 1999|p. 89}}.</ref> Secondo il ''[[Grímnismál]]'', il Valhalla aveva 540 porte, un lupo fuori dalla porta occidentale ed un'aquila che vi volava sopra.<ref>{{cita|Abram 2011|p. 107}}.</ref> In quella poesia, si afferma anche che un cinghiale di nome [[Sæhrímnir]] viene mangiato ogni giorno e che una capra di nome [[Heidrun (mitologia)|Heiðrún]] si trova in cima al tetto della sala producendo una scorta infinita di idromele. Non è chiaro quanto fosse diffusa una credenza nel Valhalla nella società norrena; potrebbe essere stata una creazione letteraria progettata per soddisfare le aspirazioni della classe dirigente, poiché l'idea di guerrieri defunti che devono prestare servizio militare a Odino è parallela alla struttura sociale di cui i guerrieri e il loro signore.<ref>{{cita|Abram 2011|pp. 105-106}}.</ref> Non ci sono prove archeologiche che alludano chiaramente a una credenza nel Valhalla.<ref>{{cita|Abram 2011|p. 78}}.</ref>

Secondo Snorri, una metà degli uccisi va nel Valhalla e l'altra nella sala di Frejya, [[Fólkvangr]], mentre coloro che muoiono di malattia o di vecchiaia vanno in un regno noto come [[Hel (regno)|Hel]]<ref name=":20" /><ref>{{cita|Abram 2011|p. 116}}.</ref> ove si trovò anche il dio Baldr dopo la sua morte.<ref name=":20" /> Il concetto di Hel come luogo dell'aldilà non compare mai nella poesia scaldica dell'era pagana, dove "Hel" fa sempre riferimento alla dea eponima.<ref>{{cita|Abram 2011|p. 119}}.</ref> Sturluson menziona anche la possibilità che i morti raggiungano la sala di Brimir a [[Gimlé]], o la sala di Sindri nei [[Niðafjöll]].<ref>{{cita|Abram 2011|p. 80}}.</ref>

Varie saghe e il poema eddaico ''[[Helgakviða Hjörvarðssonar]]'' si riferiscono ai morti che risiedono nelle loro tombe, dove rimangono coscienti.<ref>{{cita|DuBois 1999|p. 77}}.</ref> In queste fonti del XIII secolo, i fantasmi ([[Draugr]]) sono in grado di perseguitare i vivi.<ref>{{cita|DuBois 1999|p. 85}}.</ref> Sia la ''Laxdæla Saga'' sia ''Eyrbyggja Saga'' collegano le sepolture pagane con i fantasmi.<ref>{{cita|DuBois 1999|pp. 87–88}}.</ref>

Nei resoconti mitologici, la divinità più strettamente associata alla morte è Odino. In particolare è legato alla morte per impiccagione; questo è evidente in ''Hávamál'', una poesia che si trova nell{{'}}''Edda poetica''. Nella stanza 138 di ''Hávamál'', Odino descrive il suo "auto-sacrificio", in cui si impicca a Yggdrasill, l'albero del mondo, per nove notti, al fine di ottenere saggezza e poteri magici. Nella tarda ''Saga di Gautreks'', il re Víkarr viene impiccato e poi trafitto da una [[lancia (arma)|lancia]] mentre il suo carnefice recita la formula «Ora ti do a Odino.»<ref>{{cita|Abram 2011|p. 75-76}}.</ref>

== Pratica religiosa dei Norreni ==
I resoconti testuali suggeriscono una gamma di rituali, dai grandi eventi pubblici ai più frequenti riti privati e familiari, che si sarebbero intrecciati con la vita quotidiana.<ref>{{cita|Andrén 2011|pp. 848–849}}.</ref><ref name="Andrén p. 108">{{cita|Andrén 2005|p. 108}}.</ref> Tuttavia, le fonti scritte sono vaghe sui rituali norreni e molti sono invisibili per noi ora anche con l'assistenza dell'archeologia.<ref name="simpson 1967 pag 190" /><ref>{{cita|Andrén 2011|pp. 853 e 855}}.</ref> Le fonti menzionano alcuni rituali rivolti a divinità particolari ma la comprensione della relazione tra il rituale e il mito norreni rimane speculativa.

=== Sacrificio ===
{{Vedi anche|Blót}}
[[File:Ofring, Bork vikingehavn.jpg|miniatura|sinistra|Ricostruzione di un'offerta di cibo dopo un ''[[blót]]'' dell'epoca vichinga.]]
Il rituale religioso principale nella religione norrena sembra essere stato il sacrificio, o ''blót''.<ref name=":15">{{cita|Abram 2011|p. 70}}.</ref> Molti testi, sia in norreno che altri, si riferiscono a sacrifici. La "Saga di Hákon il Buono" nella ''[[Heimskringla]]'' afferma che c'erano ''blót'' obbligatori, in cui gli animali venivano massacrati e il loro sangue, chiamato ''hlaut'', spruzzato sugli [[Altare|altari]] e sulle pareti interne ed esterne del tempio, e brindisi rituali venivano bevuti durante il sacrificio che ne seguì festa; le coppe venivano passate sul fuoco e loro e il cibo venivano consacrati con un gesto rituale dal capotribù; Il re Hákon, cristiano, fu costretto a partecipare ma si fece il segno della croce.<ref>{{cita|Turville-Petre 1975|p. 251}}.</ref> La descrizione del tempio di Uppsala nella ''Storia'' di Adamo di Brema include un resoconto di una festa ogni nove anni in cui nove maschi di ogni specie di animale venivano sacrificati ei corpi venivano appesi nel bosco sacro del tempio.<ref>{{cita|Turville-Petre 1975|p. 244}}.</ref> Ci possono essere stati molti metodi di sacrificio: un certo numero di resoconti testuali si riferiscono al corpo o alla testa dell'animale macellato appeso a un palo o ad un albero.<ref>{{cita|Simpson 1967|p. 193}}.</ref> Oltre alle feste stagionali, un ''blót'' di animali poteva aver luogo, ad esempio, prima dei duelli, dopo la conclusione di affari tra commercianti, prima della partenza per assicurare venti favorevoli, e ai funerali.<ref>{{cita|Magnell 2012|p. 195}}.</ref> Resti di animali di molte specie sono stati trovati in tombe del periodo antico nordico,<ref>{{cita|Magnell 2012|p. 196}}.</ref><ref>{{cita|Davidson 1992|}}.</ref> e il racconto di Ibn Fadlan di una sepoltura di una nave include il sacrificio di un cane, animali da tiro, mucche, un gallo e un gallina così come quella di una serva.<ref>{{cita|Turville-Petre 1975|p. 273}}.</ref>

Nel poema eddico ''[[Hyndluljóð]]'', Freia esprime apprezzamento per i molti sacrifici di buoi fattile dal suo accolito, Óttar.<ref>{{cita|Turville-Petre 1975|p. 239}}.</ref> Nella ''[[Hrafnkels saga Freysgoða]]'', Hrafnkell è chiamato ''Freysgoði'' per i suoi numerosi sacrifici a [[Freyr]].<ref name="Sundqvist87+"/><ref>"Hrafnkel's Saga", tr. Hermann Pálsson, in ''Hrafnkel's Saga and Other Icelandic Stories'', Harmondsworth, Middlesex: Penguin, 1985, {{ISBN|9780140442380}}, [https://books.google.com/books?id=jUQ9iVq0RvoC&printsec=frontcover&dq=Hrafnkels+saga&hl=en&sa=X&ved=0ahUKEwixr4-subTWAhUJsFQKHfKlDv8Q6AEIKDAA#v=onepage&q=Frey%27s-Priest&f=false ch.&nbsp;1]: "He loved Frey above all the other gods and gave him a half-share in all his best treasures.&nbsp;... He became their priest and chieftain, so he was given the nickname Frey's-Priest."</ref> Potrebbero anche esserci indicatori con cui possiamo distinguere i sacrifici a Odino, associato all'[[impiccagione]], e alcuni testi associano in particolare l'uccisione rituale di un cinghiale con i sacrifici a Freyr ma in generale l'archeologia non è in grado di identificare la divinità a cui è stato fatto un sacrificio.<ref name=":28">{{cita|Abram 2011|p. 71}}.</ref><ref>{{cita|Turville-Petre 1975|p. 255}}.</ref>

I testi alludono spesso al [[sacrificio umano]]. I pozzi del tempio in cui le persone venivano sacrificate annegate sono menzionati nella descrizione di Uppsala di Adamo di Brema<ref>{{cita|Turville-Petre 1975|p. 245-246}}.</ref> e nelle saghe islandesi, dove sono chiamati ''blótkelda'' o ''blótgrǫf'',<ref>''[[Kjalnesinga saga]]'', ''[[Vatnsdæla saga]]''; De Vries Volume 1, p.&nbsp;410, Turville-Petre, p.&nbsp;254.</ref> e Adamo di Brema afferma anche che le vittime umane erano incluse tra quelle appese tra gli alberi di Uppsala.<ref name="cita|Davidson 1992|p. 337"/> Nella ''[[Saga di Gautrekr]]'', le persone si sacrificano durante una carestia saltando dalle scogliere,
<ref>{{cita|Turville-Petre 1975|p. 254}}.</ref> e sia la ''[[Historia Norvegiæ]]'' sia la ''Heimskringla'' si riferiscono alla morte volontaria del re [[Dómaldi]] come a un sacrificio per scongiurare i cattivi raccolti.<ref>{{cita|Turville-Petre 1975|p. 253}}.</ref> Le menzioni di persone «condannate al sacrificio» e "l'ira degli dei" contro i criminali suggeriscono un significato sacrale per la [[pena di morte]];<ref>{{cita|De Vries 1970|Volume 1, p. 414}}.</ref> in ''Landnamabók'' il metodo di esecuzione è dato come se avesse la schiena rotta su una roccia. È possibile che alcune [[mummie di palude]] dalle torbiere nel nord della Germania e in Danimarca e datati all'età del ferro fossero sacrifici umani.<ref>{{cita|Davidson 1992|p. 333}}.</ref> Tale pratica potrebbe essere stata collegata all'esecuzione di criminali o di [[prigionieri di guerra]],<ref name="Andrén p. 849">{{cita|Andrén 2011|p. 849}}.</ref> e Tacito afferma anche che tale tipo di esecuzione era usata come punizione per «il codardo, l'imprudente e l'uomo macchiato di vizi abominevoli» per la ragione che queste erano considerate «infamie che dovrebbero essere seppellite alla vista.»<ref group="N">{{cita|Tacito|XII|citazione=Traditori e disertori sono impiccati agli alberi; il codardo, l'imprudente, l'uomo macchiato di vizi abominevoli, viene immerso nel pantano della palude, con un ostacolo posto su di lui. Questa distinzione nella punizione significa che il crimine, secondo loro, dovrebbe, nell'essere punito, essere smascherato, mentre l'infamia dovrebbe essere sepolta alla vista.}}</ref> D'altra parte, alcune menzioni testuali di una persona che viene "offerta" a una divinità, come un re che offre suo figlio, possono riferirsi a una "dedizione" non sacrificale.<ref>{{cita|De Vries 1970|Volume 1, p. 415}}.</ref>

L'evidenza archeologica supporta la relazione di Ibn Fadlan sul sacrificio umano funerario con vari casi di sepoltura d'un morto per cause naturali accompagnato da un altro di morte violenta:<ref name=":28" /><ref>{{cita|Davidson 1992|p. 334}}.</ref> es. a [[Birka]] un giovane decapitato fu posto sopra un uomo più anziano sepolto con un corredo di armi; a Gerdrup, vicino a Roskilde, una donna fu sepolta accanto a un uomo il cui collo era stato spezzato; ecc.<ref>{{cita|Abram 2011|p. 72}}.</ref> Il supporto archeologico a questa parte del racconto di Ibn Fadlan<ref>{{cita|Davidson 1992|p. 336}}.</ref><ref>{{cita|Abram 2011|p. 73}}.</ref><ref name=":27" /> spinge a supporre che anche quegli elementi che l'archeologia non riesce oggi a confermare, come gli incontri sessuali, possano essere stati accurati.

=== Deposizione ===
La deposizione di manufatti nelle zone umide era una pratica in Scandinavia durante molti periodi della preistoria.<ref>{{cita|Brink 2001|p. 96}}.</ref><ref>{{cita|Andrén 2005|pp. 108–109}}.</ref><ref name="Andrén p. 853">{{cita|Andrén 2011|p. 853}}.</ref> Nei primi secoli dell'era volgare, un gran numero di armi distrutte furono collocate nelle zone umide: per lo più lance e spade, ma anche scudi, strumenti e altre attrezzature. A partire dal V secolo la natura dei depositi delle zone umide cambiò; in Scandinavia, [[Perone|fibule]] e [[Bratteato|bratteate]] furono collocate all'interno o accanto alle zone umide dal V alla metà del VI secolo, e di nuovo a partire dalla fine dell'VIII secolo,<ref name="Lund51">{{cita|Lund 2010|p. 51}}.</ref> quando ricominciarono a essere depositate armi, gioielli, monete e strumenti, la pratica durò fino all'inizio dell'XI secolo.<ref name="Lund51" /> Questa pratica si estendeva alle aree non scandinave abitate da norreni; per esempio in Gran Bretagna, una spada, strumenti e ossa di bovini, cavalli e cani venivano depositati sotto un molo o un ponte sul [[Hull (fiume)|fiume Hull]].<ref>{{cita|Hutton 2013|p. 328}}.</ref> Gli scopi precisi di tali deposizioni non sono chiari. 

È più difficile trovare depositi ritualizzati sulla terraferma. Tuttavia, a Lunda (che significa "[[Bosco sacro]]") vicino a [[Strängnäs]], nel Södermanland, sono state trovate prove archeologiche su una collina di presumibilmente attività rituale dal [[II secolo a.C.]] fino al X secolo, inclusa la deposizione di perline, coltelli e punte di freccia incombusti del VII-IX secolo.<ref name="Andrén p. 853"/><ref name="Andrén110">{{cita|Andrén 2005|p. 110}}.</ref> Anche durante gli scavi nella chiesa di Frösö, ossa di orso, alce, cervo, maiali, bovini e pecore/capre del IX o X secolo sono state trovate attorno a un albero di [[betulla]] che probabilmente aveva associazioni sacrificali e forse rappresentava Yggdrasill.<ref name="Andrén110" /><ref>{{cita|Andrén 2011|pp. 853–854}}.</ref>

=== Riti di passaggio ===
Un bambino era accolto nella famiglia tramite un rituale di aspersione con acqua (non. ''ausa vatni'') menzionato in due poemi eddici, ''Rígsþula'' e "[[Hávamál]]", e in seguito gli si dava un nuovo nome. Il bambino prendeva spesso il nome da un parente morto, poiché esisteva una credenza tradizionale nella rinascita, in particolare in famiglia.<ref>{{cita|De Vries 1970|Volume 1, pp. 181–183}}.</ref> Prima del ''ausa vatni'', il bambino poteva essere rifiutato e le prime leggi della Norvegia contemplavano l'[[infanticidio]].<ref>{{cita|De Vries 1970|Volume 1, pp. 178–180}}.</ref> 

Fonti norrene descrivono anche rituali per l'[[adozione]] (la legge norvegese [[Gulating]] ordinava al padre adottivo, seguito dal bambino adottivo, quindi tutti gli altri parenti, di entrare a turno in una scarpa di cuoio appositamente realizzata) e la [[Fratello di sangue|fratellanza di sangue]] (un rituale in piedi sulla nuda terra sotto una striscia d'erba tagliata in modo speciale, chiamata ''jarðarmen'' che forse stava nuovamente a simboleggiare la morte e rinascita).<ref>{{cita|De Vries 1970|Volume 1, pp. 184, 208, 294–95}}.</ref>

I matrimoni si verificano nelle saghe familiari islandesi. La parola norrena ''Brúðhlaup''/''Brúðkaup'' ha affini in molte altre lingue germaniche e significa "corsa della sposa"; è stato suggerito che questo indichi una tradizione di furto della sposa ma altri studiosi, tra cui [[Jan de Vries (filologo)|Jan de Vries]], lo interpretarono come un rito di passaggio che trasportava la sposa dalla sua famiglia natale a quella del marito.<ref>{{cita|De Vries 1970|Volume 1, pp. 185–86}}.</ref> La sposa indossava un velo di lino o un copricapo, come menzionato nel poema eddico ''Rígsþula'' (non. ''gekk hón und líni''), e gli dèi Freyr e Thor sono associati ai matrimoni in alcune fonti letterarie.<ref>{{cita|De Vries 1970|Volume 1, p. 187}}.</ref> Nella descrizione di Adamo da Brema del [[Tempio di Uppsala]], si menzionano offerte a ''Fricco'' (presumibilmente Freyr) in occasione dei matrimoni, e nel poema eddico ''[[Þrymskviða]]'', Thor recupera il suo martello quando è deposto nel suo grembo travestito in una rituale di consacrazione del matrimonio.<ref>{{cita|Turville-Petre 1975|p. 81}}.</ref><ref>{{cita libro|lingua=en|autore=Ross MC|capitolo=Reading "Þrymskviða"|titolo=The Poetic Edda: Essays on Old Norse Mythology|curatore=Acker P|curatore2=Larrington C|serie=Routledge medieval casebooks|città=New York e Londra|editore=Routledge|anno=2002|ISBN=9780815316602|pp=177–94|url=https://books.google.com/books?id=j4bufbA_UpQC&pg=PA181}}</ref> "Þrymskviða" menziona anche la dea [[Vár]] come consacrante dei matrimoni; Sturluson afferma in ''[[Gylfaginning]]'' di sentire i voti che uomini e donne si fanno l'un l'altro ma il suo nome probabilmente significa "amato" piuttosto che essere etimologicamente collegato al norreno ''várar'', "voti".<ref>{{cita|De Vries 1970|Volume 1, p. 237}}.</ref>

La sepoltura dei morti è il rito di passaggio norreno di cui abbiamo la maggior parte delle prove archeologiche. C'è una notevole variazione nelle pratiche di sepoltura, sia spazialmente che cronologicamente, il che suggerisce una mancanza di dogma sui riti funebri. Cremazioni e inumazioni coesistono in Scandinavia con l'eccezione dell'Islanda vichinga ove si praticava solo l'inumazione con un'unica possibile eccezione. I morti vengono trovati sepolti in fosse, bare o camere di legno, barche o cisterne di pietra; resti cremati sono stati trovati vicino alla pira funeraria, sepolti in una fossa, in una pentola o fusto e sparsi per terra. La maggior parte delle sepolture sono state trovate nei cimiteri, ma le tombe solitarie non sono sconosciute. Alcuni siti funerari non sono stati contrassegnati, altri sono stati commemorati con pietre erette o [[Tumulo|tumuli]].<ref name="Andrén p. 855"/><ref name="Rúnar">{{cita|Leifsson 2012|p. 185}}.</ref><ref>{{cita|DuBois 1999|p. 71}}.</ref>
[[File:Osebergskipet_2016.jpg|miniatura|La [[Nave di Oseberg]] conteneva i corpi di due donne e fu sepolta sotto un tumulo di terra.]]
I corredi funerari sono presenti sia nelle sepolture per inumazione sia per cremazione. Questi sono spesso costituiti da resti di animali; ad esempio, nelle tombe pagane islandesi, i resti di cani e cavalli sono i corredi funerari più comuni. In molti casi, i corredi funerari e altre caratteristiche della tomba riflettono la stratificazione sociale, in particolare nei cimiteri [[Città di mercato|delle città mercato]] come [[Hedeby]] e [[Kaupang]]. In altri casi, come in Islanda, i cimiteri ne mostrano pochissime prove.<ref name="Rúnar"/><ref>{{cita|DuBois 1999|p. 72}}.</ref><ref>{{cita|Leifsson 2012|p. 184}}.</ref>

La [[nave funeraria]] è una forma di inumazione d'élite attestata sia nella documentazione archeologica che nel resoconto scritto di Ibn Fadlan. Esempi scavati includono la sepoltura della [[Nave di Oseberg]] vicino a [[Tønsberg]] in Norvegia, un'altra a Klinta su [[Öland]], e la sepoltura della nave [[Sutton Hoo]] in Inghilterra. Una sepoltura in barca a [[Kaupang]] in Norvegia conteneva un uomo, una donna e un bambino che giacevano adiacenti l'uno all'altro accanto ai resti di un cavallo e di un cane smembrato. Il corpo di una seconda donna a poppa era adornato di armi, gioielli, un calderone di bronzo e un'asta di metallo; gli archeologi hanno suggerito che potrebbe essere stata una maga. In alcune aree del mondo nordico, in particolare la Norvegia costiera e le colonie atlantiche, le sepolture su barche più piccole sono sufficientemente comuni da indicare che non era più solo un'usanza d'élite.<ref name=":18">{{cita|Abram 2011|p. 74}}.</ref><ref>{{cita|DuBois 1999|p. 73}}.</ref>

La sepoltura delle navi è anche menzionata due volte nel corpus letterario-mitico dell'antico norvegese. Un passaggio della ''[[Saga degli Ynglingar]]'' di Sturluson afferma che Odino, presentato come un re umano in seguito divinizzato, istituì leggi secondo cui i morti sarebbero stati bruciati su una pira con i loro averi e tumuli funerari o pietre commemorative erette per i più importanti uomini.<ref>{{cita|DuBois 1999|p. 80}}.</ref><ref>{{cita|Abram 2011|pp. 74-75}}.</ref> Anche nella sua ''Edda in prosa'', il dio Baldr viene bruciato su una pira sulla sua nave, ''Hringhorni'', che viene lanciata in mare con l'aiuto della gigantessa [[Hyrrokkin]]; Snorri scrisse dopo la cristianizzazione dell'Islanda, ma attinse al poema scaldico di [[Úlfr Uggason]] "[[Húsdrápa]]".<ref>''Gylfaginning'', 48</ref><ref>{{cita|Simek 2008|"Hringhorni", pp. 159–60; "Hyrrokkin", p. 170}}.</ref>

== Sacerdoti e re ==
[[File:Domalde.jpg|miniatura|sinistra|Il sacrificio di [[Dómaldi]] - ill. di Erik Werenskiold.]]
Non ci sono prove di un sacerdozio professionale tra i norreni e, piuttosto, attività di culto erano svolte da membri della comunità che avevano anche altre funzioni e posizioni sociali.<ref name=":16">{{cita|Hultgård 2008|p. 217}}.</ref> Nella società norrena, l'autorità religiosa era imbrigliata all'autorità secolare: non c'era separazione tra istituzioni economiche, politiche e simboliche.<ref>{{cita|Hedeager 2002|p. 5}}.</ref><ref>{{cita|Abram 2011|p. 100}}.</ref> Sia le saghe dei re norvegesi sia il racconto di Adamo di Brema affermano che re e capi svolgevano un ruolo di primo piano nei sacrifici cultuali.<ref name=":16" /> Nell'Islanda medievale, il [[goði]] era un ruolo sociale che combinava funzioni religiose, politiche e giudiziarie,<ref name=":16" /> responsabile di servire come capo del distretto, negoziare controversie legali e mantenere l'ordine tra i suoi ''þingmenn''.<ref name=":17">{{cita|DuBois 1999|p. 66}}.</ref> La maggior parte delle prove suggerisce che l'attività di culto pubblico era in gran parte appannaggio dei maschi di alto rango nella società nordica.<ref name=":18" /><ref name=":17" /> Tuttavia, ci sono delle eccezioni. Il ''Landnámabók'' si riferisce a due donne che ricoprono la posizione di ''gyðja'', entrambe appartenenti a famiglie di rango principesco.<ref name=":17" /> Nel racconto di Ibn Fadlan, l'arabo descrive una donna anziana conosciuta come "Angelo della morte" che sovrintendeva a un rituale funerario.<ref name=":18" />

Tra gli studiosi, si è discusso molto sul fatto che la [[Re sacro|regalità sacra]], in cui il monarca era dotato di uno status divino e quindi era responsabile di garantire che i bisogni di una comunità fossero soddisfatti con mezzi soprannaturali, fosse praticata tra le comunità norrene.<ref>{{cita|Price & Mortimer 2014|pp. 517–518}}.</ref> Secondo alcuni, prova ne sarebbe la menzione nel ''[[Ynglingatal]]'' dell'uccisione rituale del re svedese [[Dómaldi]] per placare una [[carestia]] ma altri sostengono possa trattarsi di un semplice caso di omicidio politico nel contesto d'un colpo di Stato.<ref>{{cita|Abram 2011|p. 92}}.</ref>

== Il luogo sacro ==
=== Riti all'aperto ===
[[File:Helgafell í Helgafellssveit 0460.jpg|destra|miniatura|Helgafell, una montagna nell'Islanda occidentale, è presentata nelle saghe islandesi come sacra a Thor.]]
Le pratiche religiose norrene si svolgevano spesso all'aperto: es. a Hove, nel [[Trøndelag]] (Norvegia), le offerte venivano poste su una fila di pali recanti immagini di divinità.<ref name=":14">{{cita|Berend 2007|p. 124}}.</ref> Termini particolarmente associati al culto all'aperto sono ''vé'' (santuario) e ''hörgr'' (tumulo o [[altare]] di pietra). Molti toponimi contengono questi elementi in associazione con il nome di una divinità: es. Lilla Ullevi (composto con il nome del dio [[Ullr]]) nella parrocchia di Bro, [[Uppland]] (Svezia), gli archeologi hanno trovato un'area rituale coperta di pietra e resti di offerte rituali ivi depositate tra cui oggetti d'argento, anelli e un forcone da carne.<ref>{{cita|Sundqvist |pp. 131, 394}}.</ref> L'evidenza del toponimo suggerisce che le pratiche di culto potrebbero aver avuto luogo anche in molti diversi tipi di siti, inclusi campi e prati (''vangr'', ''vin''), fiumi e laghi, paludi, boschetti ( ''lundr'' ) e singoli alberi e rocce.<ref name="Andrén p. 108"/><ref>{{cita| Turville-Petre 1975|pp. 237–238}}.</ref>

Alcune saghe islandesi menzionano precisi luoghi sacri. Nelle saghe ''[[Landnámabók]]'' e ''[[Eyrbyggja saga]]'' si dice che i membri di una famiglia che adorava particolarmente Thor siano passati dopo la morte nella montagna Helgafell (montagna sacra), che non doveva essere contaminata da spargimenti di sangue o escrementi, e nemmeno da guardare senza lavarsi primo.<ref>{{cita| Brink 2001|p. 100}}.</ref> Il culto della montagna è menzionato anche in ''Landnámabók'' come un'antica tradizione norvegese a cui la famiglia di Auðr la Mente Profonda tornò dopo la sua morte; la studiosa Hilda Ellis Davidson lo considerava associato in particolare al culto di Thor.<ref>{{cita|Davidson 1943|p. 90}}.</ref><ref>{{cita| DuBois 1999|p. 76}}.</ref> In ''[[Víga-Glúms saga]]'', il campo Vitazgjafi (certo donatore) è associato a [[Freyr]] e similmente non deve essere contaminato.<ref>{{cita|Davidson 1990|pp. 101-102}}.</ref><ref>{{cita|Turville-Petre 1975|pp. 69, 165–66}}.</ref> Lo studioso Stefan Brink ha sostenuto che si può parlare di una "geografia mitica e sacrale" nella Scandinavia precristiana.<ref>{{cita|Brink 2001|p. 77}}.</ref>

=== Templi ===
[[File:Royal mounds.JPG|sinistra|miniatura|upright=2|Tumuli funerari reali e chiesa a [[Gamla Uppsala]], città presso la quale Adamo da Brema indicò l'esistenza d'un grande tempio norreno.]]
Molte delle saghe si riferiscono a case o templi di culto, generalmente chiamati in norreno con il termine "''hof''". Ci sono descrizioni dettagliate di grandi templi, inclusa un'area separata con immagini di divinità e l'aspersione di sangue sacrificale usando ramoscelli in modo simile all'uso cristiano dell'[[aspersorio]], in ''[[Kjalnesinga saga]]'' e ''[[Eyrbyggja saga]].'' La descrizione di Sturluson di un ''blót'' nella ''[[Heimskringla]]'' aggiunge ulteriori dettagli sull'aspersione di sangue.<ref name=":12">{{cita|De Vries 1970|Volume 1, pp. 382, 389, 409–10}}.</ref> [[Adamo da Brema]], nell'XI secolo, descrive con dovizia il [[Tempio di Uppsala]] in cui si svolgevano regolarmente sacrifici umani e contenente statue di Thor, Odino e Frikko (presumibilmente [[Freyr]]); uno ''[[Scolio]]'' aggiunge il dettaglio che una catena d'oro pendeva dalla grondaia.<ref name=":13">{{cita|Turville-Petre 1975|pp. 244–245}}.</ref><ref name="Simek-Uppsala">{{cita|Simek 2008|"Uppsala temple", pp. 341–342}}.</ref>

Questi dettagli appaiono esagerati e probabilmente in debito con le chiese cristiane e, nel caso di Uppsala, con la descrizione biblica del [[Tempio di Salomone]].<ref name=":12" /><ref name=":13" /><ref name="Simek-Uppsala"/> Sulla base della scarsità di prove archeologiche per case di culto dedicate, in particolare sotto i primi edifici ecclesiastici in Scandinavia, dove si prevedeva che si trovassero, e inoltre sull'asserzione di Tacito che le tribù germaniche lo fecero non limitando le loro divinità agli edifici,<ref>{{cita|Abram 2011|p. 69}}.</ref> molti studiosi hanno creduto che gli ''hof'' fossero in gran parte un'idea cristiana della pratica precristiana. Nel 1966, sulla base dei risultati di un'ampia indagine archeologica della maggior parte della Scandinavia, l'archeologo danese Olaf Olsen propose il modello della "fattoria/tempio" secondo cui l{{'}}''hof'' non sarebbe stato un edificio dedicato bensì la [[casa lunga]] dimora del contadino più importante del distretto utilizzata per le celebrazioni della comunità quando richiesto.<ref group="N">{{cita|Olsen 1966|p. 285|citazione= Suggerisco che la costruzione del ''hof'' pagano in Islanda fosse in effetti identica alla ''veizluskáli'' [sala delle feste] della grande fattoria: un edificio d'uso quotidiano che in occasioni speciali diventava lo scenario dei raduni rituali di un gran numero di persone.}}</ref><ref group="N">{{cita|Davidson 1988|p. 32|citazione=La sala di una fattoria utilizzata per le feste religiose comunali, forse quella del ''goði'' o uomo di spicco del distretto che avrebbe presieduto a tali raduni.}}</ref>

Dopo l'indagine di Olsen, tuttavia, in Scandinavia sono emerse prove archeologiche di edifici templari. Sebbene l'iniziale interpretazione di Sune Lindqvist dei buchi dei pali trovati sotto la chiesa di Gamla Uppsala come i resti di un edificio quasi quadrato con un tetto alto si sia rivelata un abbaglio,<ref>{{cita|Olsen 1966|pp. 127-142 e 282-283}}.</ref> gli scavi nelle vicinanze condotti negli [[Anni 1990|anni '90]] hanno portato alla luce un insediamento e un lungo edificio che potrebbe essere stata una casa lunga usata stagionalmente come tempio/''hof'' dedicato.<ref>{{cita libro|lingua=en|autore=Bradley R|titolo=Ritual and Domestic Life in Prehistoric Europe|città=Londra e New York|editore=Routledge|anno=2005|ISBN=0-415-34550-2|pp=43–44|}} cit. {{cita libro|autore=Price NS|lingua=en|titolo=The Viking Way: Religion and War in Late Iron Age Scandinavia [TESI]|editore=Università di Uppsala - Dip. Archeologia e Storia antica|anno=2002|ISBN=9789150616262|p=61}}</ref> Il cantiere di Hofstaðir, vicino a [[Mývatn]] (Islanda), punto focale del lavoro di Olsen, è stato riesumato e la disposizione dell'edificio e ulteriori scoperte sui resti di animali macellati ritualmente ora suggeriscono che fosse una casa di culto fino al rituale abbandono.<ref>{{cita|Lucas & McGovern 2007|pp. 7–30}}.</ref> Altri edifici che sono stati interpretati come case di culto sono stati trovati a Borg nell'[[Östergötland]], Lunda nel [[Södermanland]]<ref name=":15" /> e Uppakra in [[Scania (provincia)|Scania]].<ref name="Andrén854">{{cita|Andrén 2011|p. 854}}.</ref><ref>{{cita|Magnell 2012|p. 199}}.</ref> Finora sono stati trovati resti di un tempio pagano sotto un chiesa medievale, a Mære nel [[Nord-Trøndelag]], Norvegia.<ref name=":14" /><ref>{{cita|Davidson 1988|pp. 31–32}}.</ref>

In Norvegia, la parola ''hof'' sembra aver sostituito i termini più antichi che si riferivano a siti di culto all'aperto durante l'epoca vichinga<ref>{{cita|Turville-Petre 1975|p. 243}}.</ref> ed è stato suggerito che l'uso degli edifici di culto sia stato introdotto in Scandinavia a partire dal III secolo su modello delle chiese cristiane proliferate nell'[[Impero carolingio]], come parte di una serie di cambiamenti politici e religiosi che la società nordica stava allora vivendo.<ref name="Andrén p. 855" /> Alcune delle case di culto rinvenute si trovano all'interno di quelli che gli archeologi chiamano "luoghi centrali": insediamenti con varie funzioni religiose, politiche, giudiziarie e mercantili.<ref name="Andrén854"/><ref>{{cita|Hedeager 2002|p. 7}}.</ref> Alcuni di questi luoghi centrali hanno toponimi con associazioni di culto, come Gudme (casa degli dei), Vä ( ''vé'' ) e [[Helgö]] (isola santa).<ref name="Andrén854" /> Alcuni archeologi hanno affermato che sono stati progettati per rispecchiare la cosmologia del norreno, collegando così le pratiche rituali con visioni del mondo più ampie.<ref name="Andrén854" /><ref>{{cita|Hedeager 2002|pp. 11-12}}.</ref>

== Iconografia e immagini ==
[[File:Mjollnir.png|destra|miniatura| I ciondoli [[Mjöllnir|Mjölnir]] furono indossati dai pagani norreni dal IX al X secolo. Questo disegno di un ciondolo Mjolnir in argento placcato oro di 4,6 cm è stato trovato a Bredsätra a [[Öland]], [[Svezia]].]]
Il simbolo religioso più diffuso nella religione nordica vichinga era Mjöllnir, il martello di Thor.<ref name=":8">{{cita|Abram 2011|p. 65}}.</ref> Questo simbolo compare per la prima volta nel IX secolo e può essere una risposta consapevole al simbolismo della croce cristiana.<ref name=":7" /> Sebbene si trovino in tutto il mondo vichingo, i ciondoli Mjöllnir si trovano più comunemente nelle tombe della Danimarca moderna, della Svezia sud-orientale e della Norvegia meridionale; la loro ampia distribuzione suggerisce la particolare popolarità di Thor.<ref>{{cita|Abram 2011|p. 5}}.</ref> Quando si trovano nelle tombe a inumazione, è più probabile che i ciondoli Mjöllnir si trovino nelle tombe delle donne rispetto a quelle degli uomini.<ref name=":9">{{cita|Abram 2011|p. 66}}.</ref> Gli esempi precedenti erano realizzati in ferro, bronzo o [[Ambra (resina)|ambra]], sebbene i pendenti in [[argento]] divennero di moda nel X secolo.<ref name=":8" /> Questa potrebbe essere stata una risposta alla crescente popolarità degli amuleti cristiani con croce.<ref name=":9" /><ref name=":19">{{cita|DuBois 1999|p. 159}}.</ref>

I due simboli religiosi potrebbero essere coesistiti strettamente; un pezzo di prova archeologica che suggerisce che questo sia il caso è uno stampo in pietra ollare per la fusione di ciondoli scoperto a Trengården in Danimarca. Questo stampo aveva spazio per un ciondolo Mjöllnir e un crocifisso fianco a fianco, suggerendo che l'artigiano produttore dei ciondoli servisse entrambe le comunità religiose.<ref name=":9" /><ref name=":19" /><ref>{{cita|O'Donoghue 2008|p. 60}}.</ref> Questi sono stati tipicamente interpretati come un simbolo protettivo, sebbene possano anche aver avuto associazioni con la fertilità, essendo indossati come amuleti, portafortuna o fonti di protezione.<ref>{{cita|Abram 2011|pp. 5, 65–66}}.</ref> Tuttavia, circa il 10% di quelli scoperti durante gli scavi erano stati posti sopra urne crematorie, suggerendo che avessero un posto in certi rituali funerari.<ref name=":9" />

Dei e dee erano raffigurati attraverso figurine, ciondoli, fibule e come immagini su armi.<ref name=":11">{{cita|Andrén 2011|p. 851}}.</ref> Thor è solitamente riconosciuto nelle raffigurazioni dal trasporto di Mjöllnir. Il materiale iconografico che suggerisce che altre divinità sono meno comuni di quelle collegate a Thor. Alcune testimonianze pittoriche, in particolare quella delle pietre pittoriche, si intersecano con le mitologie registrate nei testi successivi. Queste pietre pittoriche, prodotte nella Scandinavia continentale durante l'era vichinga, sono le prime rappresentazioni visive conosciute di scene mitologiche norrene.<ref name=":10" /> Tuttavia non è chiaro quale funzione avessero queste pietre pittoriche o cosa significassero per le comunità che le producevano.<ref name=":10" />

Odino è stato identificato su vari bratteati d'oro prodotte dal V e VI secolo.<ref name=":11" /> Alcune figurine sono state interpretate come raffigurazioni di divinità. L'immagine Lindby di Skåne, in Svezia, è spesso interpretata come Odino a causa del suo occhio mancante;<ref>{{cita|Abram 2011|p. 7}}.</ref> la statuetta in bronzo di Eyrarland in Islanda come Thor perché tiene un martello.<ref>{{cita|Abram 2011|p. 6}}.</ref> Una statuetta in bronzo di Rällinge nel Södermanland è stata attribuita a Freyr perché ha un grande fallo, e un ciondolo d'argento di Aska nell'Östergötland è stato visto come Freya perché indossa una collana che potrebbe essere [[Brísingamen|Brisingamen]].<ref name=":11" />

Un'altra immagine che ricorre nelle opere d'arte norrene del periodo è il ''[[valknut]]'' (il termine è moderno, non norreno).<ref>{{cita|Abram 2011|p. 77}}.</ref> Questi simboli possono avere un'associazione specifica con Odino, perché spesso accompagnano immagini di guerrieri su pietre illustrate.<ref>{{cita|Davidson 1990|p. 147}}.</ref><ref>{{cita|Abram 2011|pp. 77–78}}.</ref>

== La rinascita artistico-politica (XIX-XX secolo) ==
=== Romanticismo, estetica e politica ===
Durante il Romanticismo, nel XIX secolo, vari nordeuropei s'interessarono sempre più all'antica religione norrena, vedendo in essa un'antica mitologia pre-cristiana che forniva un'alternativa alla dominante [[mitologia classica]]. Gli artisti iniziarono così a raffigurare dei e dee norreni nei loro dipinti e sculture, mentre i loro nomi venivano applicati a strade, piazze, giornali e aziende in tutte le parti del nord Europa.<ref name=":6">{{cita|Andrén 2011|p. 847}}.</ref>

La mitologia norreno/germanica ha fornito ispirazione a vari artisti, tra cui [[Richard Wagner]], autore del celebre ''[[L'anello del Nibelungo|Der Ring des Nibelungen]]''. Anche [[J. R. R. Tolkien|JRR Tolkien]] si ispirò ai miti norreni e germanici per creare il suo ''[[Legendarium]]'', l'universo immaginario in cui ambientò romanzi come ''[[Il Signore degli Anelli]]''. Durante gli [[Anni 1930|anni '30]] e [[Anni 1940|'40]], elementi della mitologia e della religione norreno/germanica furono adottati dalla [[Germania nazista]] e, dalla caduta dei nazisti, vari gruppi di estrema destra continuano ad usarli nei loro simboli, nomi e riferimenti: es. alcuni gruppi [[Neonazismo|neonazisti]] usano Mjöllnir come simbolo.<ref name=":6" /><ref>{{cita|Staecker 1999|p. 89}}.</ref>

Le teorie su una componente sciamanica dell'antica religione norrena sono state adottate da forme di neosciamanesimo nordico. Gruppi che praticavano quello che chiamavano ''seiðr'' sono stati istituiti in Europa e negli Stati Uniti negli [[Anni 1990|anni '90]].<ref>{{cita|Schnurbein 2003|pp. 133–134}}.</ref>

=== Studio accademico ===
La ricerca sull'antica religione norrena è stata interdisciplinare, coinvolgendo storici, archeologi, filologi, studiosi di toponimi, studiosi di letteratura e storici della religione.<ref name=":6" /> Studiosi di diverse discipline hanno però finito per adottare approcci diversi alla materia: es. molti studiosi di letteratura sono stati scettici sull'accuratezza della rappresentazione che un testo norreno fa della religione precristiana, mentre gli storici della religione sono del parere opposto.<ref>{{cita|Näsström 1999|pp. 177–179}}.</ref>

L'interesse per la mitologia norrena originò nel XVIII secolo ed attirò in modo sistematico gli studiosi nel XIX.<ref name=":6" /><ref>{{cita|Davidson 1990|p. 17}}.</ref> Poiché questa ricerca sviluppò sotto l'egida del Romanticismo, molti degli studiosi operanti nell'Ottocento e nel Novecento hanno inquadrato il loro approccio attraverso il [[nazionalismo]] e sono stati fortemente influenzati da nozioni romantiche di [[Nazione|nazionalità]], conquista e religione.<ref name="cita|Andrén 2011|p. 846"/><ref name="cita|DuBois 1999|p. 11">{{cita|DuBois 1999|p. 11}}.</ref> La loro comprensione dell'interazione culturale è stata influenzata anche dal [[colonialismo]] e dall'[[imperialismo]] europei del tempo. Molti consideravano la religione precristiana come singolare e immutabile, identificavano direttamente la religione con la nazione e proiettavano i moderni confini nazionali sul passato dell'era vichinga.<ref name="cita|DuBois 1999|p. 11"/>

A causa dell'uso dell'iconografia nordica e germanica da parte dei nazisti, la ricerca accademica sulla religione nordica si ridusse pesantemente dopo la [[seconda guerra mondiale]].<ref name=":6" /> L'interesse accademico per l'argomento è ripreso alla fine del XX secolo. Nel [[XXI secolo]], l'antica religione norrena è considerata una delle religioni non cristiane più conosciute d'Europa, insieme a quella della [[Religione dell'antica Grecia|Grecia]] e di [[Religione romana|Roma]].<ref>{{cita|Andrén 2005|p. 105}}.</ref>

== Note ==
=== Esplicative ===
<references group="N"/>
=== Bibliografiche ===
{{note strette}}

== Bibliografia ==
{{div col}}
=== Fonti primarie ===
* {{cita libro|lingua=lat|autore=[[Adamo da Brema]]|titolo=[[Gesta Hammaburgensis Ecclesiae Pontificum]]|anno=1075-1076|cid=Adamo|url=}}
* {{cita libro|lingua=non|autore=|titolo=[[Edda poetica]]|anno=XIII secolo|}}
* {{cita libro|lingua=isl|autore=|titolo=[[Saghe degli Islandesi]]|anno=pre-XII secolo|}}
* {{cita libro|lingua=isl|autore=|titolo=[[Saghe leggendarie]]|anno=XIV secolo|}}
* {{cita libro|lingua=lat|autore=[[Saxo Grammaticus]]|titolo=[[Gesta Danorum]]|anno=1208|cid=Saxo}}
* {{cita libro|lingua=non|autore=[[Snorri Sturluson|Sturluson S]]|titolo=[[Edda in prosa]]|anno=1220|}}
* {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15|Wikisource|link=no}} {{cita libro |autore=[[Tacito]] |cid=Tacito |titolo=[[Wikisource:la:De origine et situ Germanorum (Germania)|Germania]] |lingua=lat|}}

=== Fonti secondarie ===
;In italiano
* {{Cita libro |autore=[[Gianna Chiesa Isnardi|Isnardi GC]] |titolo=I miti nordici |editore=[[Longanesi]] |città=Milano |anno=1991 |illustratore=Arcidiacono G|isbn=88-304-1031-4}}
;In altre lingue
* {{cita libro|lingua=en| titolo = Myths of the Pagan North: The Gods of the Norsemen | autore= Abram C | anno= 2011 | editore= Continuum | città= New York e Londra | isbn = 978-1847252470 | cid=Abram 2011}}
* {{cita libro|lingua=en| titolo = Tracing Old Norse Cosmology: The World Tree, Middle Earth, and the Sun in Archaeological Perspectives |url=https://archive.org/details/tracingoldnorsec0000andr| autore = Andrén A | anno= 2014 | editore= Nordic Academic Press | città= Lund | isbn = 978-91-85509-38-6|cid=Andrén 2014}}
* {{cita libro|lingua=en| titolo = The Oxford Handbook of the Archaeology of Ritual and Religion | autore= Andrén A | anno= 2011 | curatore = Insoll T | editore= Oxford University Press | capitolo= Old Norse and Germanic Religion | pp= 846–62 | isbn = 978-0-19-923244-4|cid=Andrén 2011}}
* {{cita pubblicazione|lingua=en| titolo = Behind "Heathendom": Archaeological Studies of Old Norse Religion | autore= Andrén A | giornale= Scottish Archaeological Journal | anno= 2005 | volume = 27 | pp= 105–38 | doi = 10.3366/saj.2005.27.2.105 | jstor = 27917543 |cid=Andrén 2005}}
* {{cita libro|lingua=en| titolo = Old Norse Religion in Long-Term Perspectives| autore= Andrén A| autore2 = Jennbert K| autore3 = Raudvere C| anno= 2006| curatore= Andrén A| curatore2 = Jennbert K| curatore3 = Raudvere C| editore= Nordic Academic Press | città= Lund| capitolo= Old Norse Religion: Some Problems and Prospects| pp= 11–14| isbn = 978-9189116818 |cid=Andrén, Jennbert  & Raudvere 2006}}
* {{cita libro|lingua=en| titolo = The Nordic Languages : An International Handbook of the History of the North Germanic Languages| curatore=Bandle O [et al.]| editore= [[Walter de Gruyter]]| volume = 1 |p=390| url = https://books.google.com/books?id=PBKxhq2p0PgC|data=2002| isbn = 978-3110197051|cid=The Nordic Languages}}
* {{cita libro|lingua=en| titolo = The Norns in Old Norse Mythology |url=https://archive.org/details/nornsinoldnorsem0000bekp| autore= Bek-Pedersen K | anno= 2011 | editore= Dunedin Academic Press |città=Edimburgo |cid=Bek-Pedersen 2011 | isbn = 978-1-906716-18-9}}
* {{cita libro|lingua=en| titolo = Christianization and the Rise of Christian Monarchy: Scandinavia, Central Europe and Rus' c. 900–1200 | autore= Berend N | anno= 2007 |cid=Berend 2007 | editore= Cambridge University Press | url = https://archive.org/details/christianization00bere | pp = 124-139 | isbn = 978-0-521-87616-2}}
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* {{cita libro|lingua=en| titolo = Gods and Myths of Northern Europe | autore= Davidson HRE | anno= 1990 |wkautore=Hilda Ellis Davidson | annooriginale = 1964 | editore = Penguin | città= London |cid=Davidson 1990 | isbn = 978-0-14-013627-2}}
* {{cita libro|lingua=en| titolo = Myths and Symbols in Pagan Europe: Early Scandinavian and Celtic Religions | autore= Davidson HRE | anno= 1988 | editore= Manchester University Press | url = https://archive.org/details/mythssymbolsinpa00davi |cid=Davidson 1988 | isbn = 978-071902207-4}}
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* {{cita libro|lingua=de| titolo= Altgermanische Religionsgeschichte | edizione= 3. (rist. della 2.) | autore = De Vries J | anno= 1970 | annooriginale = 1956, 1957 | editore= De Gruyter | città= Berlino | serie = Grundriss der germanischen Philologie 12 |oclc=799742942|cid=De Vries 1970}}
* {{cita libro|lingua=en| titolo = Nordic Religions in the Viking Age | autore = DuBois TA | anno = 1999 | editore = University of Pennsylvania Press | città = Philadelphia|cid=DuBois 1999 | isbn = 978-081221714-8}}
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* {{cita libro|lingua=en| titolo = Iron Age Myth and Materiality: An Archaeology of Scandinavia AD 400–1000|url=https://archive.org/details/ironagemythmater0000hede| autore = Hedeager |nome=Lotte | anno= 2011| editore= Routledge | città= Londra e New York| isbn = 978-113681725-0}}
* {{cita libro|lingua=en| titolo = The Viking World| autore = Hultgård |nome=Anders | anno= 2008| curatore = Neil Price| curatore2 = Stefan Brink | editore = Routledge | città= Londra e New York| capitolo= The Religion of the Vikings| pp= 212–18| isbn = 978-113431826-1}}
* {{cita libro|lingua=en| titolo = Pagan Britain|url=https://archive.org/details/paganbritain0000hutt| autore = Hutton |nome=Ronald | anno= 2013| editore= Yale University Press | città= New Haven e Londra| isbn = 978-0-300-197716}}
* {{cita libro|lingua=en| titolo = Animals and Humans: Recurrent Symbiosis in Archaeology and Old Norse Religion| autore = Jennbert |nome=Kristina | anno= 2011| editore= Nordic Academic Press| isbn = 978-9185509379}}
* {{cita libro|lingua=en| titolo = Myths, Legends, and Heroes: Essays on Old Norse and Old English Literature| autore = Jesch J | cid=Jesch 2011| anno= 2011| curatore = Anlezark | editore= University of Toronto Press | città = Toronto| capitolo= The Norse Gods in England and the Isle of Man| pp= 11–24| isbn = 978-0802099471}}
* {{cita libro|lingua=en| titolo = The Christian Tradition in Anglo-Saxon England: Approaches to Current Scholarship and Teaching| autore = Jesch J | anno= 2004| cid=Jesch 2004| curatore = Cavill P| editore= D. S. Brewer | città= Cambridge| capitolo= Scandinavians and 'Cultural Paganism' in Late Anglo-Saxon England| pp= 55–68| isbn = 978-0859918411}}
* {{cita libro|lingua=en| titolo = Popular Religion in Late Saxon England: Elf Charms in Context| autore = Jolly KL|cid=Jolly 1996 | anno= 1996| editore= University of North Carolina Press | città= Chapel Hill| isbn = 978-0807845653}}
* {{cita libro|lingua=en|autore=Leifsson R|anno=2012|capitolo=Evolving Traditions: Horse Slaughter as Part of Viking Burial Customs in Iceland|titolo=The Ritual Killing and Burial of Animals: European Perspectives|curatore=Pluskowski A|città=Oxford|editore=Oxbow|ISBN=978-1-84217-444-9|pp=184–194|cid=Leifsson 2012|}}
* {{cita libro|lingua=en| titolo = Norse Mythology: A Guide to Gods, Heroes, Rituals, and Beliefs | autore = Lindow J| anno= 2002 | editore = Oxford University Press | città= New York|cid=Lindow 2002 | isbn = 978-019983969-8}}
* {{cita libro|lingua=en| titolo = Old Norse Religion in Long-Term Perspectives| autore = Lindow J | anno= 2006|curatore= Andrén A| curatore2 = Jennbert K| curatore3 = Raudvere C| editore= Nordic Academic Press | città= Lund| capitolo= Narrative Worlds, Human Environments, and Poets|cid=Lindow 2006| pp= 21–25| isbn = 978-9189116818}}
* {{cita libro|lingua=en| titolo = European Sources of Icelandic Saga-Writing: An Essay Based on Previous Studies| autore = Lönnroth L|cid=Lönnroth 1965| editore = Thule| url = https://books.google.com/books?id=TXpcAAAAMAAJ|data=1965 |p=25}}
* {{cita pubblicazione|lingua=en| titolo = Bloody Slaughter: Ritual Decapitation and Display at the Viking Settlement of Hofstaðir, Iceland| autore = Lucas G| autore2 = McGovern T|cid=Lucas & McGovern 2007| rivista= European Journal of Archaeology| anno= 2007 | volume = 10 | numero = 1 | pp= 7–30| doi = 10.1177/1461957108091480}}
* {{cita libro|lingua=en| titolo = Signals of Belief in Early England: Anglo-Saxon Paganism Revisited| autore = Lund J | anno= 2010 |cid=Lund 2010|curatore1= Alex Sanmark |curatore2= Sarah Semple |curatore3= Martin Carver | editore= Oxbow Books | città= Oxford e Oakville| capitolo= At the Water's Edge| pp= 49–66| isbn = 978-1-84217-395-4}}
* {{cita libro|lingua=en| titolo = The Ritual Killing and Burial of Animals: European Perspectives| autore = Magnell O|cid=Magnell 2012 | anno= 2012| curatore = Pluskowski A| editore= Oxbow Books | città= Oxford e Oakville| capitolo= Sacred Cows or Old Beasts? A Taphonomic Approach to Studying Ritual Killing with an Example from Iron Age Uppåkra, Sweden| pp= 195–207| isbn = 978-1-84217-444-9}}
* {{cita pubblicazione|lingua=en| titolo = Æthelweard, Ælfric, the Norse Gods and Northumbria| autore = Meaney A| cid=Meaney 1970| rivista= Journal of Religious History| anno= 1970 | volume = 6 | numero = 2 | pp= 105–32| doi = 10.1111/j.1467-9809.1970.tb00557.x}}
* {{cita pubblicazione|lingua=en| titolo = Giants in Folklore and Mythology: A New Approach| autore = Motz L|cid=Motz 1982| rivista= Folklore| anno= 1982 | volume = 93 | numero = 1 | pp= 70–84| doi = 10.1080/0015587X.1982.9716221 | jstor = 1260141}}
* {{cita pubblicazione|lingua=en| titolo = Fragments of the Past: How to Study Old Norse Religion | autore = Näsström BM | rivista= Scripta Instituti Donneriani Aboensis | anno= 1999 | volume = 17 | numero = 2 | pp= 177–85|cid=Näsström 1999 | doi = 10.30674/scripta.67271}}
* {{cita libro|lingua=en| titolo = Freya: The Great Goddess of the North | autore = Näsström BM | anno= 2003 | annooriginale = 1995 | editore= Clock and Rose Press | città= Harwich Port|cid=Näsström 2003 | isbn = 978-1-593-86019-6}}
* {{cita libro|lingua=en| titolo = Anglo-Scandinavian England: Norse-English relations in the period before the Conquest| autore= Niles JD| autore2= Amodio M|cid=Niles & Amodio 1989| editore= [[University Press of America]]| url = https://books.google.com/books?id=LWsIAQAAMAAJ|data=1989 |p=25| isbn = 978-0819172679}}
* {{cita pubblicazione|lingua=en| titolo = Valhall and Helgafell: Syncretistic Traits of the Old Norse Religion| autore= Nordland O |cid=Nordland 1969| rivista= Scripta Instituti Donneriani Aboensis| anno= 1969 | volume = 3 | pp= 66–99| doi = 10.30674/scripta.67032}}
* {{cita libro|lingua=en| titolo = From Asgard to Valhalla: The Remarkable History of the Norse Myths | autore= O'Donoghue H | anno= 2008 | editore= I. B. Tauris | città= Londra e New York |cid=O'Donoghue 2008 | isbn = 978-1845113575}}
* {{cita libro|lingua=da| titolo = Hørg, Hov og Kirke: Historiske og Arkæologiske Vikingetidsstudier | autore= Olsen O | anno= 1966 | editore= Gad | città= Copenhagen|cid=Olsen 1966 |oclc=6819543}}
* {{cita libro|lingua=en| titolo = The Oxford Handbook of Anglo-Saxon Archaeology| autore = Pluskowski A | anno= 2011| cid=Pluskowski 2011| curatore1= Hinton DA |curatore2= Crawford S |curatore3= Hamerow H | editore= Oxford University Press| capitolo= The Archaeology of Paganism| pp= 764–78| isbn = 978-0199212149}}
* {{cita pubblicazione|lingua=en| titolo = An Eye for Odin? Divine Role-Playing in the Age of Sutton Hoo| autore= Price N| autore2= Mortimer P|cid=Price & Mortimer 2014| rivista= European Journal of Archaeology| anno= 2014 | volume = 17 | numero = 3 | pp= 517–38| doi = 10.1179/1461957113Y.0000000050}}
* {{cita libro|lingua=en| titolo = Loki in Scandinavian Mythology| autore= Rooth AB | anno= 1961|cid=Rooth 1961| editore= C. W. K. Gleerup | città= Lund}}
* {{cita pubblicazione|lingua=en| titolo = Shamanism in the Old Norse Tradition: A Theory between Ideological Camps|url=https://archive.org/details/sim_history-of-religions_2003-11_43_2/page/116| autore= Schnurbein S| rivista= History of Religions| anno= 2003 | volume = 43 | numero = 2 | pp= 116–38| doi = 10.1086/423007}}
* {{cita libro|lingua=sv| titolo = Asa-Tors hammare: gudar och jättar i tro och tradition| autore= Schön E | editore= [[Hjalmarson & Högberg Bokförlag]]|data=2004 | pp= 169–179| isbn = 917224082-2|cid=Schön 2004}}
* {{cita libro|lingua=en| titolo = Dictionary of Northern Mythology |edizione=new| autore= Simek R | anno= 2008| cid=Simek 2008| editore = Boydell & Brewer| isbn = 978-0859915137}}
* {{cita pubblicazione|lingua=en| titolo = Some Scandinavian Sacrifices| autore= Simpson J| rivista= Folklore| anno= 1967 | volume = 78 | numero = 3 | pp= 190–202| doi = 10.1080/0015587X.1967.9717093}}
* {{cita pubblicazione|lingua=en| titolo = Thor's Hammer: Symbol of Christianization and Political Delusion| autore= Staecker J| rivista= Lund Archaeological Review| anno= 1999 | volume = 5 | pp= 89–104}}
* {{cita libro|lingua=en| titolo = Words and Objects: Towards a Dialogue between Archaeology and History of Religion|url=https://archive.org/details/wordsobjectstowa0000unse| autore= Steinsland G |cid=Steinsland 1986 | anno= 1986|curatore=Steinsland | editore= Norwegian University Press | città= Oslo| capitolo= Giants as Recipients of Cult in the Viking Age?| pp= [https://archive.org/details/wordsobjectstowa0000unse/page/212 212]–22| isbn = 978-820007751-0}}
* {{cita libro|lingua=en| titolo = An Arena for Higher Powers: Ceremonial Buildings and Religious Strategies for Rulership in Late Iron Age Scandinavia| autore= Sundqvist O|cid= Sundqvist 2016| anno= 2016| editore= Brill | città= Leida/Boston| volume = 150 |serie=Studies in the History of Religions| isbn = 978-900429270-3}}
* {{cita libro|lingua=en| titolo = Myth and Religion of the North: The Religion of Ancient Scandinavia | autore= Turville-Petre EOG | anno= 1975 | annooriginale = 1964|cid=Turville-Petre 1975 | editore= Greenwood Press | città= Westport}}
* {{cita libro|lingua=en| titolo = Germania Semitica| autore= Vennemann T| editore= Walter de Gruyter| cid=Vennemann 2012| url = https://books.google.com/books?id=hIlNAQAAMAAJ|data=2012 | isbn = 978-3110300949}}
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== Voci correlate ==
* [[Mitologia norrena]]
* [[Divinità germaniche]]

== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* [https://www.bbc.co.uk/programmes/p004y243 The Norse Gods], discussione della BBC Radio 4 con Carolyne Larrington, Heather O'Donoghue e John Hines ( ''In Our Time'', 11 marzo 2004)

{{Mitologia norrena}}
{{Vichinghi}}
{{Popoli germanici}}

[[Categoria:Germani]]
[[Categoria:Vichinghi]]
[[Categoria:Pagine con traduzioni non revisionate]]