Carl du Prel
Carl du Prel, noto anche come Karl, Freiherr von Prel (1839 – 1899), filosofo, scrittore e occultista tedesco.
L'enigma umano
Perché l'uomo è un enigma? Almeno per ciò che la fisiologia e la psicologia fisiologica sono scienze ancora incompiute. Ma non tanto noi dovremo parlare di ciò, quanto di quell'enigma, che sussisterebbe anche se quelle scienze avessero detta l'ultima parola.
Certamente sarebbe assai interessante se noi sapessimo già fin d'ora con precisione che cosa sia l'uomo dal punto di vista fisico; ma non per ciò i problemi principali sarebbero sciolti. Donde veniamo noi? A che scopo viviamo? Dove andiamo?
Si potrebbe affermare (e molti lo affermano) che tali problemi non esistono; noi però, con ciò che segue, dimostreremo che senza dubbio essi si impongono. E se devono esistere, essi esigono incalzantemente che noi gli sciogliamo per più ragioni, non foss'altro che pel nostro egoistico interesse. Inoltre bisogna considerare come uno scandalo scientifico che l'uomo, il quale sta al sommo della creazione terrestre, non abbia alcuna giusta conoscenza di sé stesso. Noi abbiamo sugli animali la superiorità d'una coscienza dell'io; ma di questo non, possiamo gloriarci, finché il nostro io resta per noi un mistero.
Citazioni
- In ogni tempo e in ogni luogo gli uomini hanno avuto, se non una chiara cognizione, almeno un vago sentimento che vi è qualche cosa di sommamente strano nell'uomo e nella sua posizione nel mondo. È evidente che l'umanità non volle mai confessare di trovarsi su questa isola cosmica senza conoscere dove vada e perché. Già il nostro agognare ad orientarci meglio sulla nostra isola risponde non solo a bisogni pratici, ma anche ad un interesse obbiettivo ed alla speranza di riuscire forse per tal via a sciogliere il nostro proprio enigma; ma i fondatori di religioni e i filosofi insistono sempre nell'affermare, che noi con pure escursioni scientifiche sull'isola non giungeremo mai ad alcuna luce; che dietro alla fisica dev'esservi qualche altra cosa, una metafisica, e che in questa soltanto si trova la soluzione dell'enigma. (pp. 9-10)
- Per essi [i materialisti] l'universo è un problema fisico, l'uomo un problema chimico. Con ciò essi sono certamente nel vero, ma questo non impedisce che esista anche un problema metafisico. Anche se l'universo fino all'ultima stella fissa fosse, come problema fisico, chiarito in ogni più minuta parte, noi saremmo egualmente innanzi a cosa sì meravigliosamente strana, che ad ogni pensatore si imporrebbe ancora il problema metafisico, come avveniva a quel re indiano il quale mantenendo alla sua corte molti sapienti acciò talvolta gli tenessero compagnia e lo istruissero, sempre diceva loro, dopo ch'essi avevano parlato a perfezione su tutto: Sta bene, ma... per quale ragione esiste qualche cosa? al che i sapienti non sapevano rispondere. (pp. 11-12)
- Il materialista vede soltanto la parte meccanica dell'universo, e poiché vi scorge solo forze agenti secondo leggi fisse, crede la natura intera un congegno senza scopo e senza fini; per lui né l'universo né la nostra propria esistenza hanno uno scopo; leggi meccaniche e cieca casualità sono per lui concetti identici. Questo è il principio fondamentale del materialismo, ma ne è anche l'errore fondamentale; poiché degli scopi possono benissimo essere raggiunti per molte vie da meccanismi governati da leggi. In simili casi l'adattamento allo scopo è tanto più indiscutibile e pieno, quanto più il meccanismo è perfetto. Nei nostri orologi da tasca ed in ogni invenzione tecnica il meccanismo è diretto al raggiungimento d'uno scopo, e lo stesso può ben accadere nell'universo. (p. 12)
- Una dottrina dell'anima, che meriti questo titolo, deve dimostrare nell'uomo non solo un fondo di natura metafisica – come fecero Schopenhauer ed Hartmann – ma anche un'individualità metafisica. Ove essa soddisfacesse anche a questa esigenza, ciò che realmente ha luogo, solo allora rivelerebbe una vera e propria anima. Questa starebbe nell'incosciente, ma non sarebbe essa stessa incosciente, giacché sarebbe dotata di volontà, di conoscenza e di una individualità. Così dunque il nostro incosciente sarebbe trasformato in un'anima, in un soggetto. (p. 39)
Bibliografia
- Carlo du Prel, L'enigma umano, Casa editrice Galli di C. Chiesa e F. Guindani, Milano, 1894.
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