Daniel Halévy: differenze tra le versioni
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'''Daniel Halévy''' (1872 – 1962), storico e saggista francese.
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*Il piccolo Federico è tardo a parlare, contempla ogni cosa con occhi gravi e rimane in silenzio. A due anni e mezzo, profferisce la prima parola. Il pastore {{NDR|suo padre}} ama questo compagno silenzioso e se lo conduce dietro volentieri nelle sue passeggiate. [[Friedrich Nietzsche|Federico Nietzsche]] non dimenticò mai il suono lontano delle campane sulla pianura immensa, cosparsa di stagni, né l'impressione della propria mano racchiusa nella grossa mano paterna.
*Federico non dimenticava suo padre: egli voleva, secondo il suo esempio, e come avevano fatto tutti quelli della sua razza, diventare un pastore, uno degli eletti che vivono presso Dio e parlano nel suo nome. Non sapeva concepire vocazione più alta né più conforme al suo desiderio; per quanto giovane fosse, aveva una coscienza esigente e meticolosa. Soffriva dei più leggeri rimbrotti, e voleva essere solo a dirigere la sua condotta. Quando sentiva uno scrupolo di coscienza, si ritirava in un nascondiglio buio, si esaminava e non ripigliava i giochi con la sorella se non dopo essersi deliberatamente biasimato o giustificato. Un giorno che pioveva a dirotto, sua madre lo scorse mentre tornava da scuola, senza ombrello o mantello, a passo eguale e lento. Lo chiamò. Egli rientrò quieto. «Ci raccomandano sempre di non correre per istrada», spiegò poi. I suoi camerati l'avevano soprannominato «il piccolo pastore» e lo ascoltavano in rispettoso silenzio quando leggeva ad alta voce un capitolo della Bibbia.
*Nietzsche trovò a Basilea stessa un confidente migliore della sua inquietudine. Lo storico [[Jacob Burckhardt|Jacopo Burckhardt]], grande conoscitore di arti e di civiltà, era triste; ogni brutalità gli era odiosa; detestava la guerra e le sue distruzioni. Cittadino dell'ultima città in Europa che mantenga la sua indipendenza e il costume antico, fiero di questa indipendenza e di questo costume, Jacopo Burckhardt, borghese di Basilea, non amava le nazioni di trenta o quaranta milioni di anime che vedeva costituirsi. Ai disegni di Bismarck e di Cavour preferiva il consiglio di Aristotele: «Fate in modo che il numero dei cittadini non superi i diecimila, o se no, non potrebbero più riunirsi sulla piazza pubblica». Aveva studiato Atene, Venezia, Firenze e Siena. Teneva in altissimo conto le discipline antiche e latine, in conto molto mediocre le germaniche: aveva paura di un'egemonia tedesca.
==Note==
*Daniel Halévy, [https://archive.org/details/DanielHalevyLaVitaDiFedericoNietzsche/page/n1/mode/1up La vita di Federico Nietzsche]'', versione italiana di L. Ambrosini, Fratelli Bocca Editori, 1912.
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