Vicente Iranzo Enguita
Vicente Iranzo Enguita (Cella, 5 aprile 1889 – Madrid, 9 luglio 1961) è stato un politico spagnolo, tre volte ministro durante la seconda repubblica.
Vicente Iranzo Enguita | |
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Ministro della Marina della Repubblica spagnola | |
Durata mandato | 12 settembre 1933 – 8 ottobre 1933 |
Predecessore | Lluís Companys i Jover |
Successore | Leandro Pita Romero |
Ministro della Guerra della Repubblica spagnola | |
Durata mandato | 8 ottobre 1933 – 16 dicembre 1933 |
Predecessore | Juan José Rocha García |
Successore | Diego Martínez Barrio |
Ministro dell'Industria e del Commercio della Repubblica spagnola | |
Durata mandato | 28 aprile 1934 – 4 ottobre 1934 |
Predecessore | Ricardo Samper Ibáñez |
Successore | Andrés Orozco Batista |
Dati generali | |
Prefisso onorifico | Don |
Università | Università di Saragozza e di Valencia |
Professione | Politico |
Biografia
modificaNacque a Cella il 5 aprile 1889, e dopo aver effettuato gli studi secondari presso la scuola magistrale si laureò in legge e poi in medicina presso le Università di Saragozza e di Valencia. Dedicatosi alla professione di medico a tempo pieno ricoprì l'incarico di Presidente del Consiglio del Medici della provincia di Teruel che mantenne fino al 1934, quando fondò l'Unión Sanitaria, una organizzazione che occorpava i medici, farmacisti, veterinari e praticanti della provincia. Dopo la caduta della dittatura fu eletto provvisoriamente governatore civile di Teruel il 14 aprile 1931, alla proclamazione della Seconda Repubblica. Nelle elezioni legislative del 1931 si presentò come indipendente[1] in seno alla Agrupación al Servicio de la República[2] patrocinata da José Ortega y Gasset, venendo eletto membro del Parlamento per la circoscrizione di Teruel. Ministro della Marina (12 settembre-8 ottobre 1933)[3] nel primo governo presieduto da Alejandro Lerroux, fu Ministro della Guerra (8 ottobre-16 dicembre 1933) nel governo di Diego Martínez Barrio,[3] i due ultimi governi del biennio riformista di Azaña.[4]
Eletto nuovamente deputato nelle elezioni del 1933, tra il 28 aprile e il 4 ottobre 1934[5] ricoprì l'incarico di Ministro dell'Industria e del Commercio nel gabinetto presieduto da Ricardo Samper Ibáñez, l'ultimo prima dell'entrata della CEDA.[6] nel governo spagnolo.[5] Non risultando eletto nelle elezioni legislative del febbraio 1936 che videro il trionfo del Frente Popular lasciò l'attività politica e ritorno definitivamente alla sua attività professionale[7]. Fu membro della Massoneria[8]. Si spense a Madrid il 9 luglio 1961 e il suo corpo fu seppellito nel cimitero de La Almudena.
Note
modifica- ^ Manjón-Cabeza 1986, p. 51.
- ^ Campoamor 2002, p. 97.
- ^ a b Urquijo y Goitia 2008, p. 120.
- ^ Manjón-Cabeza 1986, p. 162.
- ^ a b Urquijo y Goitia 2008, p. 122.
- ^ Fitxa del Congrés dels Diputats (ES)
- ^ Vicente Iranzo Enguita Archiviato il 6 settembre 2016 in Internet Archive. a la Gran Enciclopedia Aragonesa
- ^ Álvarez Rey, "Diego Martínez Barrio y la Masonería andaluza y española del siglo XX'", REHMLAC: Revista de Estudios Históricos de la Masonería Látinoamericana y Caribeña, Universidad de Costa Rica, 2009, vol. 1, num. 2, pp. 133.
Bibliografia
modifica- (ES) Clara Campoamor, Neus Samblancat Miranda, La revolución española vista por una republicana, Bellaterra, Universitat Autònoma de Barcelona, 2002, ISBN 8-44902-243-6.
- (ES) Octavio-Ruiz Manjón-Cabeza, Historia general de España y América, vol. 17, Madrid, Ediciones Rialp S.A., 1986, ISBN 8-43212-115-0.
- (ES) Paul Preston, El holocausto español: Odio y exterminio en la Guerra Civil y después, Barcelona, Random House Mondadori, 2001, ISBN 978-8-48306-852-6.
- (ES) José Ramón de de Urquijo y Goitia, Gobiernos y ministros españoles en la edad contemporánea, Madrid, Consejo Superior de Investigaciones Científicas, 2008, ISBN 8-40008-737-2.