Total Productive Maintenance

sistema produttivo aziendale

Il Total Productive Maintenance (TPM, in Italia tradotto come "Manutenzione produttiva" ma comunque più noto nell'acronimo inglese) è un sistema produttivo che mira al raggiungimento della massima efficienza aziendale. Storicamente nasce per garantire la massima efficienza dei singoli impianti, focalizzando l'attenzione sulle attività degli operatori, dei manutentori e dei tecnici di processo. Successivamente vengono strutturate anche le attività che riguardano la qualità, lo sviluppo del personale, le attività di sicurezza e ambiente e di industrializzazione. L'equivoco che spesso emerge che il TPM sia una metodologia legata solo alla manutenzione degli impianti deriva da questa sua evoluzione durante gli anni.

Manutenzione produttiva
NormaUNI 10147
Riferimento nella norma3.11
Anno pubblicazione1993
Definizione breveInsieme di azioni volte alla prevenzione, al miglioramento continuo e al trasferimento di funzioni elementari di manutenzione al conduttore dell'impianto/macchinario, avvalendosi del rilevamento di dati e della diagnostica sulla entità da mantenere.
ArgomentoConcetti generali
Termine ingleseTotal Productive Maintenance

Le attività per ottenere un'alta efficienza da parte di ogni ente aziendale vengono indicate in "percorsi" metodologici, detti pilastri, che guidano in maniera strutturata e sistematica le diverse attività.

È una delle tecniche produttive giapponesi,[1] maturate nel ventennio '60-'80 presso la Toyota Motor Corporation e poi sviluppatesi in tutte le principali aziende giapponesi, grazie alla Plant Maintenance Committee della JMA (Japan Management Association) che, per volere dell'allora Ministero dell'Industria e del Commercio (METI), dal 1961 vi investì le proprie energie e nel 1971 lo presentò come metodologia che estendeva a tutti gli operatori un ruolo nella gestione operativa della manutenzione (da cui il nome Total Productive Maintenance),[2].

Il "padre" riconosciuto del TPM è Seiichi Nakajima, dapprima direttore tecnico in Toyota e quindi - fino alla fine degli anni ottanta - consulente presso JMA e JIPM. Nakajima si interessò sin dai primi anni cinquanta alle conoscenze sviluppate negli Stati Uniti in tema di manutenzione preventiva, di affidabilità e manutenibilità degli impianti, di life cycle cost ed altro. Quando alcuni americani si recarono in Giappone per insegnare alcune basi di riferimento nella gestione operativa degli impianti, egli funse in prima persona da interprete per i colleghi[3] e continuò a lavorare su quanto appreso arricchendolo di osservazioni e collegamenti.

Più recentemente - nel 1984, Nakajima venne in Italia in occasione del 1º Congresso Mondiale della Manutenzione, organizzato a Venezia da AIMAN, Associazione Italiana di Manutenzione. Durante il congresso illustrò il TPM fra lo stupore dei presenti. Nel 1998 uscì la prima versione in inglese del suo libro "Introduzione al TPM" (la versione originale in giapponese è del 1984) e, successivamente, nel 1992 uscì la prima edizione italiana per i tipi di ISEDI (oggi edito da FrancoAngeli con la collaborazione di JIPM - Japan Institute of Plant Maintenance[4]). Le prime esperienze di TPM in Italia furono fatte dalla FIAT Auto a partire dal 1985, con la RDA (Istituto per la Ricerca e l'Intervento nella Direzione Aziendale) ed il gruppo Telos (oggi Deloitte Consulting).[5].

A Seichi Nakajima è intitolato il premio Nakajima Prize[6]. In particolare gli viene riconosciuto di aver saputo inserire i vari elementi appresi in una visione organica, facendo delle singole nozioni elementi di un sistema in grado di divenire per le aziende che lo applicano un vero strumento di competitività.

Esiste inoltre un importante riconoscimento noto come TPM Excellence Award assegnato ogni anno ad aziende che abbiano raggiunto l'eccellenza nell'applicazione dei principi che la metodologia prevede. Istituito da JIPM come PM Award nel 1964, è tuttora molto ambito dalle aziende manifatturiere nel mondo, non solo giapponesi[7].

  1. ^ Tecniche Produttive Giapponesi, nove lezioni di semplicità, di Richard Shomberger, Editore FrancoAngeli
  2. ^ History | About JIPM | JIPM Archiviato il 23 marzo 2012 in Internet Archive.
  3. ^ Seiichi Nakajima | Marshall Institute's Blog, su info.marshallinstitute.com. URL consultato il 5 maggio 2011 (archiviato dall'url originale il 6 maggio 2011).
  4. ^ JIPM, Applichiamo il TPM, ISBN 88-204-9065-X FrancoAngeli, Milano, 1995.
  5. ^ Maurizio Cattaneo, Luciano Furlanetto, Carlo Mastriforti Manutenzione Produttiva, esperienze del TPM in Italia- Milano : ISEDI-Petrini, 1992.
  6. ^ JIPM-Solutions l Nakajima Prize Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive.
  7. ^ TPM Awards and Certification | Activity | JIPM Archiviato il 20 novembre 2010 in Internet Archive.

Bibliografia

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  • Nakajima Seiichi, Introduction to TPM: Total Productive Maintenance, ISBN 091-529-9232, Published by Productivity Press, NY, 1988.
  • JIPM - JAPAN INSTITUTE OF PLANT MAINTENANCE (ediz. italiana a cura di JMAC Europe ),Miglioramento specifico con il TPM - ISBN 88-204-98758, FrancoAngeli ed., Milano, 1996.
  • JIPM - JAPAN INSTITUTE OF PLANT MAINTENANCE (ediz. italiana a cura di JMAC Europe ),Manutenzione autonoma con il TPM - ISBN 88-204-91834, FrancoAngeli ed., Milano, 1995.
  • JMAC Europe Milano, Manutenzione autonoma: 1°, 2°, 3° step, nella serie tascabile "Toranomaki", tipi di: JMAC Milano, 2010.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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  • ConsulenteWCM.com World class manufacturing & Lean production Siteblog free resource ITA /ENG
  • JIPM, su jipm.or.jp.
  • JMAC EUROPE, su jmac.it. URL consultato il 1º settembre 2009 (archiviato dall'url originale il 17 giugno 2009).
  • Centre of Exellence for TPM [collegamento interrotto], su cetpm.de.
  • productility.com, http://www.productility.com.
  • Festo, su festo-didactic.com. URL consultato l'11 settembre 2009 (archiviato dall'url originale il 19 giugno 2009).
  • Gruppo Galgano [collegamento interrotto], su galganogroup.it.
  • Leanmanufacturing, su leanmanufacturing.it.
  • Manutenzionet.com. URL consultato il 1º maggio 2009 (archiviato dall'url originale l'11 febbraio 2009).
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