Stipa tirsa

specie di pianta

Stipa tirsa Steven, 1857 è una specie di pianta spermatofita monocotiledone appartenente alla famiglia Poaceae (sottofamiglia Pooideae ex Graminaceae).[1]

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Stipa tirsa
Stipa tirsa
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Monocotiledoni
(clade)Commelinidi
OrdinePoales
FamigliaPoaceae
SottofamigliaPooideae
TribùStipeae
SottotribùClade I Eurasiatico
(nome provvisorio)
GenereStipa
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
SottoregnoTracheobionta
SuperdivisioneSpermatophyta
DivisioneMagnoliophyta
ClasseLiliopsida
SottoclasseCommelinidae
OrdineCyperales
FamigliaPoaceae
SottofamigliaPooideae
TribùStipeae
GenereStipa
SpecieS. tirsa
Nomenclatura binomiale
Stipa tirsa
Steven, 1857

Etimologia

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Il nome generico (Stipa) deriva da una parola greca il cui significato è "stoppa, lino, fibra, cordame" in riferimento alle infiorescenze piumose o plumose di alcune specie di questo genere.[2] L'epiteto specifico (tirsa) deriva da un nome vernacolare della specie usato nella steppa russa meridionale.[3]

Il nome scientifico della specie è stato definito dal botanico ed entomologo russo, nato in Finlandia, Christian von Steven (Fredrikshamn, Finlandia, 1781 - Simferopol, Crimea, 1863) nella pubblicazione "Bulletin de la Société Imperiale des Naturalistes de Moscou. Moscow" (Bull. Soc. Imp. Naturalistes Moscou 30(2): 115) del 1857.[4]

Descrizione

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Il portamento
 
Le foglie
 
Infiorescenza
 
Spighetta generica con tre fiori diversi

Queste piante arrivano ad una altezza di 4 - 10 dm. La forma biologica è emicriptofita cespitosa (H caesp), sono piante erbacee densamente cespugliose, perenni, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve e presentano ciuffi fitti di foglie che si dipartono dal suolo.[5][6][7][8][9][10][11]

Le radici sono secondarie e fascicolate da rizoma.

La parte aerea del fusto è eretta (spesso incurvata all'apice); alla base è avvolta da fibre biancastre. I culmi in genere hanno 5 nodi. Gli internodi dei culmi sono glabri distalmente.

 
Linee dei peli del lemma[7]
 
Sezione trasversale della lamina fogliare[7]

Le foglie lungo il culmo sono disposte in modo alterno, sono distiche e si originano dai vari nodi. Sono composte da una guaina, una ligula e una lamina. Le venature sono parallelinervie. Non sono presenti i pseudopiccioli e, nell'epidermide delle foglia, le papille.

  • Guaina: la guaina è abbracciante il fusto e priva di auricole; è inoltre glabra.
  • Ligula: la ligula, nelle foglie basali, è breve o quasi nulla; nelle foglie cauline è lunga 1 mm. I bordi della ligula sono cigliati.
  • Lamina: le foglie sono rigide (hanno uno strato continuo di sclerenchima sulla faccia inferiore) con lamina filiforme, capillare e conduplicata, con apice sottile e più o meno aristato. In sezione trasversale si presenta con 2 - 3 coste per lato con forme arrotondate (2 - 3 volte più larghe che alte); la pelosità si presenta su tutta la superficie delle coste. Diametro delle foglie rotonde: da 0,3 - 0,4 mm a 1 - 2 mm.

Infiorescenza

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Le infiorescenze sonoInfiorescenza principale (sinfiorescenza o semplicemente spiga): le infiorescenze, formate da alcune spighette solitarie, hanno la forma di una pannocchia lineare e contratta. La fillotassi dell'inflorescenza inizialmente è a due livelli, anche se le successive ramificazioni la fa apparire a spirale. Alla base le infiorescenze sono abbracciate dalle foglie. Lunghezza della pannocchia: 35 – 55 cm.

Spighetta

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Infiorescenza secondaria (o spighetta): le spighette, con forme lanceolate e affusolate, sottese da due brattee distiche e strettamente sovrapposte chiamate glume (inferiore e superiore), sono formate da un fiore fertile senza estensione della rachilla. Alla base di ogni fiore sono presenti due brattee: la palea e il lemma. La disarticolazione avviene con la rottura della rachilla sotto il fiore fertile. Lunghezza della spighetta: 40 – 80 mm.

  • Glume: le glume sono diseguali con delle reste che superano la lunghezza del fiore; le glume sono persistenti.
  • Palea: la palea è un profillo meno lungo del lemma.
  • Lemma: i lemmi sono molto grandi con la linea dorsale dei peli (vedi immagine) più lunga di quelle subdorsali, mentre le linee marginali non raggiungono l'apice. I lemmi terminano con delle lunghe reste. Lunghezza del lemma: 15 - 18 mm.

I fiori fertili sono attinomorfi formati da 3 verticilli: perianzio ridotto, androceo e gineceo.

  • , P 2, A (1-)3(-6), G (2–3) supero, cariosside.
  • Il perianzio è ridotto e formato da tre lodicule, delle squame traslucide, poco visibili (forse relitto di un verticillo di 3 sepali). Le lodicule sono membranose e non vascolarizzate.
  • Fioritura: da maggio a giugno.

I frutti sono del tipo cariosside, ossia sono dei piccoli chicchi indeiscenti, con forme ovoidali, nei quali il pericarpo è formato da una sottile parete che circonda il singolo seme. In particolare il pericarpo è fuso al seme ed è aderente. L'endocarpo non è indurito e l'ilo è lungo e lineare. L'embrione è piccolo e provvisto di epiblasto ha un solo cotiledone altamente modificato (scutello senza fessura) in posizione laterale. I margini embrionali della foglia non si sovrappongono.

Biologia

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Come gran parte delle Poaceae, le specie di questo genere si riproducono per impollinazione anemogama. Gli stigmi più o meno piumosi sono una caratteristica importante per catturare meglio il polline aereo. La dispersione dei semi avviene inizialmente a opera del vento (dispersione anemocora) e una volta giunti a terra grazie all'azione di insetti come le formiche (mirmecoria).

Distribuzione e habitat

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Distribuzione della pianta (Distribuzione regionale[12] – Distribuzione alpina[13])
  • Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Europeo / Siberiano ma anche Ovest Asiatico.
  • Distribuzione: in Italia questa specie è rara e si trova con discontinuità al Nord. Fuori dall'Italia, nelle Alpi, questa specie si trova in Francia (dipartimento delle Alpes-Maritimes). Sugli altri rilievi europei collegati alle Alpi si trova nei Monti Balcani e nei Carpazi.[13] Nel resto dell'Europa e dell'areale del Mediterraneo questa specie si trova nell'Europa Centrale e Orientale (esclusa la parte settentrionale); si trova anche nella Transcaucasia e in Anatolia.[14] Fuori dall'Europa questa specie si trova in Asia temperata (Siberia, Asia centrale sovietica, Caucaso e Asia occidentale).[11]
  • Habitat: l'habitat preferito per queste piante sono i pascoli aridi e sassosi. Il substrato preferito è calcareo ma anche calcareo/siliceo con pH basico, bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere secco.[13]
  • Distribuzione altitudinale: sui rilievi, in Italia, queste piante si possono trovare da 200 a 1.200 m s.l.m.; nelle Alpi frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare e montano.

Fitosociologia

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Dal punto di vista fitosociologico alpino Stipa tirsa appartiene alla seguente comunità vegetale:[13]

  • Formazione: delle comunità a emicriptofite e camefite delle praterie rase magre secche
  • Classe: Festuco-Brometea
  • Ordine: Festucetalia valesiacae

Tassonomia

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La famiglia di appartenenza di questa specie (Poaceae) comprende circa 650 generi e 9.700 specie (secondo altri Autori 670 generi e 9.500[9]). Con una distribuzione cosmopolita è una delle famiglie più numerose e più importanti del gruppo delle monocotiledoni e di grande interesse economico: tre quarti delle terre coltivate del mondo produce cereali (più del 50% delle calorie umane proviene dalle graminacee). La famiglia è suddivisa in 12 sottofamiglie, il genere Stipa fa parte della sottofamiglia Pooideae e raccoglie un centinaio di specie distribuite nelle zone temperate in tutto il mondo (soprattutto Asia e Europa).[5][6]

Filogenesi

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Il genere di questa specie (Stipa) fa parte della supertribù Stipodae L. Liu, 1980 (tribù Stipeae, Clade I Eurasiatico). La supertribù Stipodae è il quarto nodo della sottofamiglia Pooideae ad essersi evoluto (gli altri tre sono la tribù Brachyelytreae, e le supertribù Nardodae e Melicodae).[15]

La specie di questa voce fa parte del Gruppo di Stipa pennata; un gruppo polimorfo costituito da diverse specie che si distinguono soprattutto per la pelosità delle foglie e dei lemmi. I caratteri principali del gruppo sono: il portamento è densamente cespuglioso con culmi eretti (alla base sono avvolti da fibre biancastre); le foglie sono rigide (hanno uno strato continuo di sclerenchima sulla faccia inferiore) con lamina sottile e conduplicata; la ligula è breve o quasi nulla; le pannocchie hanno delle forme lineari e sono pauciflore; le spighette hanno un solo fiore; le glume sono diseguali con reste; i lemmi hanno delle lunghe reste piumose (20 – 30 cm). Gli habitat tipici per queste specie sono i prati aridi steppici.

Nella flora spontanea italiana, oltre alla S. tirsa, il gruppo è formato dalle seguenti specie:

Il numero cromosomico di S. tirsa è: 2n = 44.[16]

Sottospecie

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Per questa specie è riconosciuta la seguente sottospecie:[14]

  • Stipa tirsa subsp. albanica Martinovský, 1972 - Distribuzione: Albania

Sinonimi

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Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[1]

  • Stipa aperta Janka ex Celak.
  • Stipa cerariorum Pancic
  • Stipa cerariorum Pančić
  • Stipa longifolia Borbás
  • Stipa pennata f. glaucescens Novak
  • Stipa pennata var. stenophylla Lindem.
  • Stipa pennata var. tirsa (Steven) Novák
  • Stipa pennata subsp. tirsa (Steven) Kneuck.
  • Stipa pennata var. tirsa (Steven) Čelak.
  • Stipa schmidtii Woronow ex Grossh.
  • Stipa stenophylla (Lindem.) Czern. ex Trautv.
  • Stipa tirsa f. glaucescens Soó
  1. ^ a b The Plant List, su theplantlist.org. URL consultato il 13 luglio 2019.
  2. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 7 maggio 2019.
  3. ^ Etymo Grasses 2007, pag. 291.
  4. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 13 luglio 2019.
  5. ^ a b Kellogg 2015, pag. 213.
  6. ^ a b c Judd et al 2007, pag. 311.
  7. ^ a b c Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 594.
  8. ^ Motta 1960, Vol. 3 - pag. 776.
  9. ^ a b Strasburger 2007, pag. 814.
  10. ^ Pasqua et al 2015, pag. 467.
  11. ^ a b World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su kew.org. URL consultato il 13 luglio 2019.
  12. ^ Checklist of the Italian Vascular Flora, p. 171.
  13. ^ a b c d Flora Alpina, Vol. 2 - p. 990.
  14. ^ a b EURO MED - PlantBase, su ww2.bgbm.org. URL consultato il 13 luglio 2019.
  15. ^ Soreng et al. 2017, Pag. 284.
  16. ^ Tropicos Database, su tropicos.org. URL consultato il 13 luglio 2019.

Bibliografia

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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