Stenico
Stenico (Sténech[4] in trentino) è un comune italiano di 1 207 abitanti della provincia autonoma di Trento. Secondo Natale Bottazzi, Stenico era il centro del popolo ligure degli Stoni (Stoeni vicus), e da essi prese il nome[5].
Stenico comune | |
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Il castello di Stenico | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Trentino-Alto Adige |
Provincia | Trento |
Amministrazione | |
Sindaco | Monica Mattevi (lista civica Uniti per Stenico) dal 16-5-2010 |
Territorio | |
Coordinate | 46°03′N 10°51′E |
Altitudine | 666 m s.l.m. |
Superficie | 49,15 km² |
Abitanti | 1 167[1] (31-10-2021) |
Densità | 23,74 ab./km² |
Frazioni | Premione, Sclemo, Seo, Villa Banale, Terme di Comano |
Comuni confinanti | Comano Terme, Bocenago, Giustino, Pinzolo, San Lorenzo Dorsino, Tre Ville |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 38070 |
Prefisso | 0465 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 022182 |
Cod. catastale | I949 |
Targa | TN |
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa)[2] |
Cl. climatica | zona F, 3 411 GG[3] |
Nome abitanti | stenicensi o stenichesi (stenegòti o sténeghi) |
Patrono | san Vigilio |
Giorno festivo | 26 giugno (san Vigilio)
11 novembre (san Martino) |
Cartografia | |
Posizione del comune di Stenico nella provincia autonoma di Trento | |
Sito istituzionale | |
Geografia fisica
modificaTerritorio
modificaStenico è situato alle falde meridionali delle Dolomiti di Brenta ed è suddiviso in due sezioni distinte. Stenico I comprende l'abitato, le frazioni e tutta la campagna fino al fiume Sarca, ovvero la parte occidentale del monte Valandro e gran parte della val d'Algone Stenico II è invece costituita principalmente dalla val d'Agola dalle località Grual, dalla zona dei Fracingli con le vallecole denominate val Stretta e parte della val Larga. Assai frequentata dagli escursionisti è la val Nardis che porta alla Vedretta di Vallagola dove è ubicato il rifugio fratelli Garbari ai XII Apostoli ( 2489 m s.l.m.).
Nel territorio comunale di Stenico si trovano le cascate del Rio Bianco (con il giardino botanico del parco naturale provinciale dell'Adamello-Brenta).[6] A Nord del paese si può inoltre trovare l'Arca di Fraporte, un ponte naturale nella roccia dalle notevoli dimensioni (50x30 metri circa).
Presso la località "Ponte dei Servi", comincia un sentiero che scende presso il canyon del Limarò.[7]
Storia
modificaIl nome Stenico ha origini antiche che precedono la conquista romana delle zone alpine. Gli scrittori greci e latini narrano del popolo degli Stoni che abitavano il territorio corrispondente alle attuali Giudicarie, non è da escludere che il loro capoluogo Stonos corrisponda all'attuale Stenico. I reperti più antichi venuti alla luce durante la campagna di scavi in località Calferi risalgono all'età del bronzo medio (XV secolo a.C.) ma non mancano testimonianze anche dei periodi successivi come nell'età del bronzo finale e nell'età del ferro.
In testimonianza della presenza romana a Stenico, si trovò l'epigrafe del veterano M. Ulpio Bellico assieme a moltissime monete romane.
Stenico fu sede nel corso dell'Ottocento del giudizio distrettuale e degli uffici del censo e forestale. Durante il periodo di governo austriaco, nonostante la sua posizione periferica, fu il centro politico delle Giudicarie Esteriori a tal punto che «presenta naturalmente un ambiente burocratico che lo differenzia da tutti gli altri paesi della valle. Il Castello naturalmente vi occupa la posizione più amena e romantica, e da qui si prospetta come in vasto panorama gran parte della valle; su quest'altura fuvvi al certo un arce romana (rocca) sopra la quale si rifece il presente fabbricato in epoca posteriore, ove i P. Vescovi di Trento tenevano un Luogotenente per tutte le 7 Pievi».[8]
I paesi del comune di Stenico furono colpiti nel corso del XIX da numerosi incendi: in particolare si ricordano quelli di Seo del 1862[9] e del 1884[10],quello di Villa Banale del 19 aprile 1858[11]. La parte alta del paese di Stenico fu invece distrutta dalle fiamme nella notte tra il 19 e il 20 agosto 1863[12], mentre quello del 1914 decretò la fine dei caratteristici tetti di paglia.
Simboli
modificaLo stemma e il gonfalone sono stati concessi con regio decreto del 26 aprile 1930.[13]
Le prime informazioni di uno stemma civico del comune di Stenico risalgono al 1894 quando, il museo Ferdinandeum di Innsbruck chiese con lettera del 10 aprile 1894 una descrizione dello stemma comunale per un'indagine riguardante gli stemmi araldici esistenti in Tirolo. In data 14 aprile 1894 il comune rispose: «Lo stemma di questo Municipio è rappresentato da Castello che maestoso si erge a mezzodì del paese ed i colori sono i naturali colori del Castello stesso con delle larghe palme di edera che si arrampicano lungo le muraglie; non consta poi da chi lo stesso sia stato accordato.» Nel 1913 il Comune adottò un nuovo stemma sul quale campeggiava la torre dell'antico castello di Stenico sorto su resti romani, sormontato dall'aquila di Trento: Scudo partito: il 1º d'azzurro, al Castello d'argento, turrito, merlato, finestrato ed aperto del campo, poggiato sul monte di tre cime di verde; il 2º di rosso, fasciato di argento, all'aquila di nero, armata ed imbeccata d'oro, e al gambo di trifoglio di oro in forma di fascia su ambo i lati. Nella prima partizione il castello ricordava il Castello di Stenico, sede delle antiche giurisdizioni, nella seconda la Signoria dei principi vescovi di Trento e quella degli Arciduchi d’Austria e Conti di Tirolo (7 gennaio 1913).
Il 27 aprile 1928 il Comune presentò una domanda alla regia Prefettura di Trento per ottenere l'autorizzazione di poter far uso dello stemma e del gonfalone d'anteguerra concesso dal governo austriaco. Altra domanda venne inoltrata alla Soprintendenza all'Arte Medievale e Moderna di Trento presso il Castello del Buonconsiglio. Nella risposta del 19 novembre 1928 la Soprintendenza suggerì di realizzare un nuovo stemma che si rifacesse tuttavia "ai ricordi del passato" a questo proposito il funzionario precisò che "questo Museo Nazionale possiede un sigillo di Alberto di Stenico del secolo XIII. Questo da una parte reca un leone alato dall'altro un cervo rampante. Il leone alato probabilmente era l'emblema personale di Alberto e della sua famiglia; il cervo rappresentava lo stemma della Sua Signoria valle a dire del castello e comune di Stenico" come precisato dalla Soprintendenza. Alberto fu uno dei più importanti e fedeli vassalli vescovili. Egli morì nel 1212 poco più che quarantenne, tuttavia è noto che portò a compimento l'imponente palazzo romanico (denominato Palazzo nuovo o di Alberto) che domina il lato nord del Castello di Stenico, accanto a quello vescovile. Il Soprintendente specifica inoltre che "il cervo anticamente non era raro da codeste parti. Mi consta anzi che il Signor Luigi Rigotti di S. Lorenzo possiede tuttora le corna dell'ultimo cervo del Trentino ucciso nel 1811 da suo nonno. Riesumare tale emblema mi pare più che ragionevole; un cervo rampante d'oro in campo verde sarebbe quindi lo stemma più idoneo per Stenico." Il podestà in data 20 agosto 1928 inviò al capo del Governo in Roma tramite la Prefettura di Trento il bozzetto dello stemma e gonfalone con preghiera di provvedere alla legalizzazione. L'atto conclusivo è del 4 febbraio 1932 quando il re Vittorio Emanuele pose la sua firma e rese ufficiale il nuovo stemma comunale che ricalcava l'emblema di Alberto di Stenico. La descrizione dello stemma araldico è la seguente: «Stemma di rosso al cervo rampante d’oro. Lo scudo sarà fregiato della corona del Comune. Il gonfalone della foggia regolamentare, è formato da un drappo rosso caricato dello Stemma comunale. Di tale provvedimento sarà preso nota nel libro araldico degli Enti morali. Dato a Roma addì 4 del mese di febbraio 1932, trentesimo terzo del nostro Regno.»
Monumenti e luoghi d'interesse
modificaArchitetture religiose
modifica- Chiesa della Dedicazione di San Michele Arcangelo nella frazione di Seo
- Chiesa dei Santi Pietro e Paolo nella frazione di Sclemo
- Cappella di San Rocco nella frazione di Stenico
- Chiesa della Santissima Trinità nella frazione di Villa Banale
- Chiesa delle Sante Margherita e Lucia nella frazione di Premione
- Chiesa di San Sisto nella frazione Villa Banale
- Chiesa di San Vigilio
Architetture militari
modificaNella parte orientale del paese, si trova il castello di Stenico, che risale al XII secolo ma legato ad un preesistente castelliere preistorico. Ebbe il maggior splendore sotto i Principi Vescovi infatti fu oggetto di continui ampliamenti e modifiche che lo trasformarono in una pregevole residenza vescovile. Per quasi otto secoli fu occupato da un Capitano e dai luogotenenti che, in nome del Principe vescovo di Trento, esercitavano la funzione di massima autorità politico-amministrativa nel territorio giudicariese. Il nucleo più antico si eleva nella famigerata "torre della fame" dove i prigionieri venivano condannati a morire di stenti. Il castello fu quindi per lunghi secoli il centro politico, amministrativo e giudiziario dell'intera valle.
Esso rientra nel circuito delle esposizioni museale del castello del Buonconsiglio a Trento.[16]
Società
modificaEvoluzione demografica
modificaAbitanti censiti[17]
Geografia antropica
modificaLa circoscrizione territoriale ha subito le seguenti modifiche: nel 1928 aggregazione di territori dei soppressi comuni di Premione, Sclemo, Seo e Villa Banale.[18]
Amministrazione
modificaPeriodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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1985 | 1990 | Bruno Diprè | Democrazia Cristiana | Sindaco | |
1990 | 1991 | Ezio Sebastiani | Democrazia Cristiana | Sindaco | |
1991 | 1994 | Michele Sicheri | Partito Comunista Italiano | Sindaco | |
1994 | 1995 | Ezio Sebastiani | Partito Popolare Italiano | Sindaco | |
1995 | 2000 | Ezio Sebastiani | Partito Popolare Italiano | Sindaco | |
2000 | 2005 | Ezio Sebastiani | Lista civica (Centro) | Sindaco | |
2005 | 2010 | Ezio Sebastiani | Lista civica (Centro) | Sindaco | |
2010 | 2015 | Monica Mattevi | Lista civica | Sindaco | |
2015 | 2020 | Monica Mattevi | Lista civica | Sindaco | |
2020 | in carica | Monica Mattevi | Lista civica | Sindaco |
Note
modifica- ^ Bilancio demografico mensile anno 2021 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
- ^ Teresa Cappello, Carlo Tagliavini, Dizionario degli Etnici e dei Toponimi Italiani, Bologna, ed. Pàtron, 1981.
- ^ Natale Bottazzi, Valle Sabbia e Riviera: toponomastica e qualche balla, 1956.
- ^ Le cascate del Rio Bianco, su visitacomano.it. URL consultato il 9 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 22 aprile 2014).
- ^ Canyon del Limarò Archiviato il 4 ottobre 2013 in Internet Archive. su Visit Comano
- ^ Descrizione di don Lorenzo Guetti articolo pubblicato sul giornale La Voce Cattolica nel 1887
- ^ Incendio del 1862[collegamento interrotto]
- ^ Incendio del 1884
- ^ Incendio Villa Banale 1858[collegamento interrotto]
- ^ Incendio Stenico 1863[collegamento interrotto]
- ^ Stenico, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 22 aprile 2024.
- ^ Luigi Rangoni Machiavelli, Stemmi delle colonie, delle provincie e dei comuni del Regno d'Italia riconosciuti o concessi dalla Consulta Araldica del Regno al 1º novembre 1932, in Rivista del Collegio Araldico, anno XXXII, 1934, p. 181.
- ^ Comune di Stenico, Stemma comunale (PDF), in Statuto comunale, pp. 5-6.
- ^ Castello di Stenico
- ^ Statistiche I.Stat ISTAT URL consultato in data 28-12-2012.
Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it. - ^ Fonte: ISTAT - Unità amministrative, variazioni territoriali e di nome dal 1861 al 2000 - ISBN 88-458-0574-3
Altri progetti
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Collegamenti esterni
modifica- Sito ufficiale, su comune.stenico.tn.it.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 127105721 · LCCN (EN) nr88001305 · J9U (EN, HE) 987007533533505171 |
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