Antonino Pierozzi

teologo, arcivescovo cattolico e letterato italiano
(Reindirizzamento da Sant'Antonino Pierozzi)

Antonino Pierozzi noto anche come Antonino da Firenze (Firenze, 1º marzo 1389Montughi, 2 maggio 1459) è stato un teologo, arcivescovo cattolico e letterato italiano; appartenne all'ordine dei frati predicatori, fu arcivescovo di Firenze e studioso nei ranghi della tarda scolastica. È stato proclamato santo da papa Adriano VI nel 1523.

Sant'Antonino da Firenze
Busto di Sant'Antonino, Chiostro dello Scalzo, Firenze
 

Arcivescovo

 
Nascita1º marzo 1389 a Firenze
Morte2 maggio 1459 (70 anni) a Montughi
Venerato daChiesa cattolica
Canonizzazione31 maggio 1523 da papa Adriano VI
Santuario principaleChiesa di San Marco, Firenze
Ricorrenza2 maggio; 10 maggio (messa tridentina)
Attributipastorale, portamonete
Patrono diarcidiocesi di Firenze
Antonino Pierozzi, O.P.
arcivescovo della Chiesa cattolica
Busto di Sant'Antonino, stucco dipinto, XV secolo, Collezione Loeser.
 
Incarichi ricopertiArcivescovo metropolita di Firenze (1446-1459)
 
Nato1º marzo 1389 a Firenze
Ordinato presbitero1414
Nominato arcivescovo10 gennaio 1446 da papa Eugenio IV
Consacrato arcivescovo12 marzo 1446 dal vescovo Lorenzo Giacomini, O.P.
Deceduto2 maggio 1459 (70 anni) a Montughi
 

Biografia

modifica

Figlio del notaro ser Niccolò Pierozzi, fin dalla giovane età maturò un'indole avvezza alla meditazione, allo studio e alla preghiera, che in età adulta gli valsero l'appellativo di "campione della serietà". La sua esile figura, dalla corporatura minuta, gli diede qualche difficoltà a entrare tra i domenicani, ma le sue doti intellettuali convinsero i frati (si dice che sapesse a memoria tutto il Decreto di Graziano).

Ricevette il sacerdozio probabilmente a Cortona, nel 1414, dove si trovava per predicare. Si spostò anche a Fiesole e a Foligno.

Sin da giovane ricevette numerosi incarichi di responsabilità: vicario degli Osservanti in Italia e priore dei conventi domenicani a Fabriano, Napoli, Gaeta, a Roma (in Santa Maria sopra Minerva).

Tornò quindi a Firenze e divenne priore del convento di San Marco che, nello stesso periodo in cui Beato Angelico ne affrescava le celle con un famoso ciclo sulla vita di Gesù, raggiunse con Antonino vertici di spiritualità e vita cristiana.

Durante questa carica fu chiamato a ricoprire il seggio arcivescovile del capoluogo toscano nel 1446, dopo Bartolomeo Zabarella, su precisa richiesta della Signoria e del Capitolo di Santa Maria del Fiore. Accettò l'incarico, seppur con riluttanza (provò anche a fuggire, ma venne bloccato a Fiesole), e svolse il suo compito contraddistinguendosi per magnanimità, carità e profonda dottrina. Fu papa Eugenio IV stesso, esule a Firenze, che gli conferì la carica in persona.

Per un certo senso precursore della riforma tridentina, diede un nuovo volto alla arcidiocesi, con la riorganizzazione delle parrocchie, il ripristino degli ideali evangelici nel clero, l'istruzione dei fedeli, ecc. Figura instancabile, compiva regolarmente visite pastorali nelle varie chiese cittadine e del contado, radunava i sacerdoti, predicava al popolo dei fedeli e scriveva opere morali e teologiche in latino e in volgare. Non mancarono poi incarichi dati dal pontefice o dalla Repubblica fiorentina.

 
Busto sull'altare dell'Oratorio dei Buonomini di San Martino, Firenze

Alcune descrizioni[1] dell'epoca lo ricordano come esile, sgraziato nella voce, ma austero nel portamento, con un'aura di santità fin da quando era in vita.

Fu protettore dell'opera artistica di Beato Angelico e numerosi scritti e un epistolario ricco di una cultura profonda, ma assai densa di umanità.

Morì il 2 maggio 1459 presso Montughi, un colle abitato appena a nord di Firenze, vicino Careggi, nel cosiddetto Palazzo dei Vescovi fiorentini, la cui torre mozzata era (alla fine del Quattrocento) nella zona dove si trova l'odierna via Luigi Lanzi e il muro merlato nell'area oggi occupata da vicolo dei Bigozzi.

Antonino, nella sua notevolissima spiritualità, non sosteneva posizioni radicali o intransigenti come quelle sostenute in seguito dal suo confratello Savonarola, anzi fu un personaggio pienamente inserito nella cultura umanista fiorentina, che declinò nel governo cristiano della città e nella sua azione pastorale: riorganizzò le istituzioni caritative, indirizzandole ciascuna verso un preciso compito, affinché potessero al meglio specializzarsi con risparmio di energie e di mezzi, con le cosiddette Compagnie di Dottrina: lo Spedale degli Innocenti per i fanciulli, gli orfani e i trovatelli, la Compagnia dei Buonomini di San Martino per i poveri "verghognosi", ovvero per i benestanti caduti in disgrazia, la compagnia per l'assistenza dei sacerdoti anziani (presso l'Oratorio di Gesù Pellegrino). Antonino s'inserisce quindi in quella tradizione assistenziale - caritatevole e misericordiosa fiorentina, avviatasi attraverso l'operato dell'Ordine dei Servi di Maria e proseguita successivamente dalle confraternite del Bigallo e della Misericordia. Non è quindi un caso se Antonino lo ritroviamo effigiato in una delle opere richiamanti la Misericordia divina più note del panorama quattrocentesco: la Madonna della Misericordia dipinta nel 1475 da Domenico Ghirlandaio (fonte: Diego Baratono, Claudio Piani, 2014).

 
Opera di Santo Antonino, 1536, Fondazione Mansutti, Milano

Fu proclamato santo da papa Adriano VI il 31 maggio 1523; la bolla fu pubblicata dal successore, Clemente VII, il 23 novembre dello stesso anno.

La ricorrenza liturgica cade il 2 maggio:

«A Firenze, sant’Antonino, vescovo, che, dopo essersi adoperato per la riforma dell’Ordine dei Predicatori, si impegnò in una vigile cura pastorale, rifulgendo per santità, rigore e bontà di dottrina»

Nell'arcidiocesi di Firenze, di cui è compatrono assieme a san Zanobi, viene celebrato assieme a quest'ultimo il 10 maggio e così anche nella Messa Tridentina. Nella casa dove nacque, nei pressi di Piazza del Duomo a Firenze, oggi appartenente all'Opera di Santa Maria del Fiore, un busto e una targa in latino ricordano la sua figura. Giovanni XXIII, nel quinto centenario della sua morte, lo dichiarò patrono della città di Firenze e dell'arcidiocesi, accanto a San Zanobi. Una sua statua si trova nel cortile degli Uffizi. Esiste anche una via Sant'Antonino nei pressi di piazza dell'Unità italiana (zona Stazione di Santa Maria Novella) a Firenze. Esiste un busto in via Vittorio Emanuele, nei pressi di Montughi, vicino al civico 100.

Genealogia episcopale e successione apostolica

modifica

La genealogia episcopale è:

La successione apostolica è:

 
Confessionale, circa 1488-1490

Altre immagini

modifica

Bibliografia

modifica
  • La chiesa fiorentina, Firenze, Curia arcivescovile, 1970.
  • Fondazione Mansutti, Quaderni di sicurtà. Documenti di storia dell'assicurazione, a cura di Marina Bonomelli, schede bibliografiche di C. Di Battista, note critiche di F. Mansutti, Milano, Electa, 2011, pp. 53–55.
  • Diego Baratono e Claudio Piani, A.M.E.R.I.C.A. 1507. La genesi del Nuovo Mondo, Monaco, Liber Faber, 2014.

Voci correlate

modifica

Altri progetti

modifica

Collegamenti esterni

modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN89209643 · ISNI (EN0000 0001 1030 7848 · SBN SBLV084257 · BAV 495/32966 · CERL cnp01302649 · ULAN (EN500372048 · LCCN (ENn86859662 · GND (DE118897489 · BNE (ESXX1182271 (data) · BNF (FRcb12534798c (data) · J9U (ENHE987007273323405171 · NSK (HR000085141 · CONOR.SI (SL130554211