Nureyev - The White Crow

film del 2018 diretto da Ralph Fiennes

Nureyev - The White Crow (The White Crow) è un film del 2018 diretto da Ralph Fiennes.

Nureyev - The White Crow
Oleg Ivenko in una scena del film
Titolo originaleThe White Crow
Lingua originaleinglese, russo
Paese di produzioneFrancia, Regno Unito
Anno2018
Durata127 min
Rapporto1,85:1
Generebiografico, drammatico
RegiaRalph Fiennes
Soggettodal libro di Julie Kavanagh
SceneggiaturaDavid Hare
ProduttoreGabrielle Tana, Ralph Fiennes, Carolyn Marks Blackwood, Andrew Levitas, François Ivernel
Produttore esecutivoRosa Garnett, Joe Oppenheimer, Anne Sheehan, Peter Watson, Marie Gabrielle Stewart, Lisa Wolofsky, Liam Neeson, Stephanie Coleman, Anya Recordati, Wayne Marc Godfrey, Robert Jones
Casa di produzioneMagnolia Mae Films
Distribuzione in italianoEagle Pictures
FotografiaMike Eley
MontaggioBarney Pilling
MusicheIlan Eshkeri
ScenografiaAnne Seibel
CostumiMadeline Fontaine
TruccoLizzie Lawson
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

La pellicola, adattamento cinematografico della biografia Nureyev: The Life scritta da Julie Kavanagh, narra le vicende del ballerino Rudol'f Nureev, interpretato da Oleg Ivenko.

San Pietroburgo, 1961. Aleksandr Puškin, insegnante e amico di Rudol'f Nureev, viene interrogato dagli agenti del KGB in merito a un grave fatto avente per protagonista il ballerino; Puskin insiste che questi non abbia realmente commesso un crimine ma che abbia agito per amore della danza.

Attraverso una serie di flashback (non in ordine cronologico) viene ricostruita la vita di Nureev: dalla nascita a bordo di un vagone della Transiberiana all'infanzia indigente in Siberia, fino ai primi passi nel mondo della danza. Ammesso a frequentare la prestigiosa Accademia di danza Vaganova di Leningrado, dimostrò fin da subito un carattere difficile e insofferente alle regole: ciò gli causò grossi problemi con gli insegnanti, finché non gli venne assegnato proprio Puškin che riuscì a tirar fuori il suo talento anche grazie alla moglie Xenia che si prese cura di lui come una madre. Successivamente il regime sovietico gli impose di cambiare scuola e frequentarne una più vicina al suo luogo di nascita, ma ciò fu evitato grazie all'intercessione della ballerina Natal'ja Dudinskaja che lo scelse come partner di danza.

In seguito ad un infortunio, andò a vivere a casa dei Puškin dove Xeniaintraprense una relazione extraconiugale con lui.

Infine, nel 1961, fu scelto per entrare nella compagnia che si sarebbe poi esibita in una serie di spettacoli sia a Parigi che a Londra.

Rudy vede questa trasferta parigina come una grande occasione per dimostrare il suo talento e sfondare a livello mondiale. La sua insofferenza alle regole lo portò, però, ad ignorare il divieto di parlare con persone occidentali e strinse amicizia con il ballerino Pierre Lacotte e con Clara Saint, una ragazza di origine cilena il cui fidanzato, figlio del ministro francese della Cultura André Malraux, era da poco morto tragicamente.

Quando Rudy iniziò a esibirsi, fu da subito chiaro a tutti che il suo talento fosse in grado di cambiare il mondo della danza: iniziò a ricevere consensi e premi, guadagnando una fama sempre crescente. Tuttavia le sue frequentazioni con Pierre e Clara misero in allarme il regime che temeva potesse verificarsi un passaggio di informazioni: a nulla valsero i tentativi del manager Striževskij di metterlo in guardia e fargli rispettare le regole.

Arrivò il giorno della partenza per Londra e tutto il corpo di ballo fu trasferito all'aeroporto Le Bourget. Poco prima della partenza, però, Rudy venne informato che non avrebbe preso parte alla trasferta londinese e che il presidente Chruščëv l'aveva richiamato in patria per un'esibizione straordinaria al Cremlino, in seguito alla quale si sarebbe ricongiunto con la compagnia. Rudy tuttavia comprese che, a causa dei sospetti di spionaggio che gravavano su di lui, il regime lo volesse rimpatriare per poi non concedergli più di lasciare l'Unione Sovietica. Così chiese aiuto ai suoi amici Pierre e Clara perché lo aiutassero a non partire.

Grazie ai suoi agganci politici, Clara riuscì a coinvolgere la polizia e, con un espediente rocambolesco, Rudy riuscì a chiedere asilo politico alla Francia.

Striževskij, messo alle strette, gli propose di ritrattare e seguire i compagni in Inghilterra, rimanendo però sotto l'egida dell'Unione Sovietica: qualora avesse rifiutato, sarebbe stato condannato in contumacia per alto tradimento e la sua famiglia ne avrebbe subito le ripercussioni. Rudy, tuttavia, comprese che il regime non lo avrebbe mai reso davvero libero, così decise di rifiutare l'offerta e proseguì nella richiesta di asilo. Rudy iniziò così una nuova vita che lo portò ad avere successo e fama. Al termine dell'interrogatorio visto a inizio film, Puškin dichiarò di vergognarsi profondamente del comportamento di Nureev e di non averlo saputo prevedere. Tuttavia, una volta tornato a casa, lui e Xenia convennero che fosse andato tutto bene e ricordarono con affetto e nostalgia il loro amico.

Nureev non tornerà in Unione Sovietica fino al 1987, quando otterrà un permesso speciale per vedere un'ultima volta la madre gravemente malata. Il grande ballerino e coreografo morirà nel 1993 dopo aver contratto l'AIDS.

Promozione

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Il primo trailer del film viene diffuso il 24 gennaio 2019.[1]

Distribuzione

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La pellicola è stata presentata al Telluride Film Festival nel settembre 2018[2] e distribuita nelle sale cinematografiche britanniche a partire dal 22 marzo 2019[3] e in quelle italiane dal 27 giugno dello stesso anno.

Riconoscimenti

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  1. ^   (EN) StudiocanalUK, THE WHITE CROW - Official Trailer - Directed by Ralph Fiennes, su YouTube, 24 gennaio 2019. URL consultato il 26 gennaio 2019.
  2. ^ (EN) Kate Erbland, Telluride Reveals 2018 Full Lineup: ‘Destroyer,’ ‘White Boy Rick,’ and ‘The Old Man & the Gun’ Set for World Premieres, su indiewire.com, 30 agosto 2018. URL consultato il 26 gennaio 2019.
  3. ^ Beatrice Pagan, THE WHITE CROW: IL TRAILER DEL FILM DI FIENNES SULLA VITA DI NUREYEV, su movieplayer.it, Movieplayer.it, 25 Gennaio 2019. URL consultato il 26 Gennaio 2019.
  4. ^ (EN) Alex Ritman, Armando Iannucci's 'David Copperfield' Leads 2019 British Independent Film Awards Nominations, su The Hollywood Reporter, 30 ottobre 2019. URL consultato il 30 ottobre 2019.

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Collegamenti esterni

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