Cascata delle Marmore

cascata italiana
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La cascata delle Marmore è la più alta cascata artificiale d'Europa e tra le più alte del mondo, potendo contare su un dislivello complessivo di 165 m suddiviso in tre salti. A flusso controllato, è formata dal Velino e dal Nera, affluenti del Tevere, si trova a Terni (a circa 7 km dal centro cittadino), quasi allo sbocco della Valnerina. Fa parte del parco fluviale del Nera.

Cascata delle Marmore
Cascata delle Marmore
Cascata delle Marmore
La cascata delle Marmore a piena portata dal Belvedere Inferiore
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione  Umbria
Provincia  Terni
ComuneTerni
Coordinate42°32′38.76″N 12°43′15.96″E
Altitudine (base)326 m s.l.m.
TipoArtificiale
FiumeVelino
Altezza165 m
Numero di salti3
Salto massimo85 m
Portata media15 m³/s
Visitatori500.000 annui circa
Mappa di localizzazione: Italia
Cascata delle Marmore
Cascata delle Marmore

Il nome deriva dai sali di carbonato di calcio presenti sulle rocce e simili a marmo bianco.

Descrizione

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Nei pressi della frazione di Marmore, il Velino defluisce dal lago di Piediluco e si tuffa nella sottostante gola del Nera formando le cascate.

L'acqua della cascata delle Marmore è utilizzata per la produzione di energia idroelettrica. Normalmente solo una parte dell'acqua del fiume Velino (portata media 50 m³/s) viene deviata verso la cascata (circa il 30%, equivalenti a circa 15 m³/s). La cascata non è dunque sempre aperta a pieno regime. Quando è aperta a flusso minimo, la cascata scopre le rocce e la vegetazione sottostante.

Un segnale acustico avvisa dell'apertura delle paratoie di regolazione, e in pochi minuti la portata aumenta fino a donarle l'aspetto conosciuto. L'accesso al parco è possibile dal basso (belvedere inferiore) e dall'alto (belvedere superiore) con pagamento di un biglietto. Diversi sentieri percorrono il parco ed è possibile andare a piedi tra i due belvedere, sia in salita che in discesa.

Di notte la cascata è sempre illuminata da un evoluto impianto a led di ultima generazione, che garantisce un fascio di luce e un'illuminazione uniforme.

Flora e fauna

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La flora e la fauna in corrispondenza delle cascate è tipica della macchia mediterranea. La cascata si contraddistingue per la straordinaria ricchezza biologica. Numerosi sono i vegetali che appartengono sia a forme primitive (alghe azzurre e verdi, muschi, epatiche e licheni), sia a organismi evoluti come i macromiceti; le piante vascolari acquatiche e quelle terrestri (felci e piante con fiori). A queste presenze botaniche vanno aggiunte le numerose specie zoologiche appartenenti a insetti, anfibi, pesci, rettili, uccelli e piccoli mammiferi.[1]

L'importanza di questa biodiversità è testimoniata dal fatto che l'area del parco della Cascata delle Marmore è stata riconosciuta a livello europeo come SIC (SIC) e Zona di protezione speciale (ZPS) della Rete Ecologica Europea Natura 2000.[2] Sono presenti specie di uccelli rari o addirittura unici in Italia. Alcuni esempi: Il Merlo acquaiolo e la Ballerina gialla che si alimentano lungo le sponde e nel letto del Nera; il variopinto Martin pescatore che si può osservare durante le migrazioni invernali; la Rondine montana e il Passero solitario che nidificano nelle nude pareti rocciose e la Ballerina bianca che costruisce il nido di fango sotto i tetti delle case prossime alla cascata; l'Usignolo che abita la vegetazione igrofila; la Gallinella d'acqua e il Germano reale.[1][3]

La cascata delle Marmore è inserita nella rete dei Centri di Educazione Ambientale (CEA) della Regione Umbria.

L'acqua, con il passare dei secoli, ha scavato grotte con stalattiti e stalagmiti nel travertino. Alcune grotte sono visitabili e rappresentano un aspetto ancora poco conosciuto della cascata delle Marmore.

Parco della Cascata

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L'area della Cascata delle Marmore è attrezzata con sentieri di visita, Centro di Educazione Ambientale e servizi. È possibile svolgere visite guidate e attività all'aperto gestite da personale qualificato. L'accesso all'area è a pagamento e l'apertura del Parco avviene a orari variabili a seconda della stagione[4].

Accessibilità

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Il belvedere inferiore si trova lungo la strada statale 209 Valnerina ed è collegato alla viabilità autostradale dallo svincolo "Valnerina" della superstrada Rieti-Terni. È servito da una fermata autobus dove transitano varie autolinee che lo collegano alla stazione ferroviaria di Terni: la linea urbana diretta 7/ Terni-Cascata, la linea urbana 7 Terni-Torre Orsina, e la linea extraurbana 621 diretta ad Arrone, Ferentillo, Montefranco, Scheggino.

Il belvedere superiore è invece raggiungibile tramite lo svincolo "Marmore" della superstrada Rieti-Terni; è servito da trasporto pubblico con la piccola stazione di Marmore, posta lungo la ferrovia secondaria Terni-L'Aquila, e con una fermata degli autobus dove transita la linea extraurbana 624 Terni-Colli sul Velino.

  Lo stesso argomento in dettaglio: Piana Reatina § La bonifica.
 
Veduta

Il fiume Velino percorre gran parte dell'altopiano che circonda Rieti (conca velina o reatina), trasportando sedimenti più a valle ha formato naturalmente una barriera, per deposito chimico fisico dell'acqua; questa particolare configurazione geologica ha contribuito, nel corso delle ere geologiche, alla formazione del dislivello tra conca ternana e conca reatina, che erano alla stessa quota, favorendo la formazione del lago Velino noto come Lacus Velinus. Nel 271 a.C., il console romano Manio Curio Dentato ordinò la costruzione di un canale (il Cavo Curiano) per far defluire le acque stagnanti in direzione del salto naturale di Marmore: da lì, l'acqua precipitava direttamente nel fiume Nera, affluente del Tevere.

Tuttavia, la soluzione di questo problema ne creava un altro: in concomitanza delle piene del Velino, l'enorme quantità d'acqua trasportata dal Nera minacciava direttamente il centro abitato di Terni. Questo fu motivo di contenzioso tra le due città, tanto che nel 54 a.C. fu imbastita una causa di fronte al console Appio Claudio Pulcro e a dieci legati, e Cicerone venne chiamato dai Reatini a perorare la loro causa.[5]

Con la caduta dell'Impero romano d'Occidente ebbe fine la manutenzione del canale, il che portò a una diminuzione del deflusso delle acque e a un progressivo impaludamento della Piana Reatina. Dopo varie peripezie, nel 1422 un nuovo canale venne costruito per ripristinare l'originaria portata del fiume (Cavo Reatino o Cavo Gregoriano, per via dell'intervento di Gregorio XII).

Papa Paolo III, nel 1545, diede mandato ad Antonio da Sangallo il Giovane di aprire un altro canale, la Cava Paolina, che però riuscì ad assolvere il proprio compito solo per 50 anni. Si pensò allora di ampliare la Cava Curiana e di costruire un ponte regolatore, una sorta di valvola che avrebbe permesso di regolare il deflusso delle acque. Quest'opera fu inaugurata nel 1598 da Papa Clemente VIII, che aveva affidato l'incarico progettuale a Giovanni Fontana, fratello di Domenico; il canale prese il nome di Cava Clementina.

Nei due secoli seguenti, l'opera creò non pochi problemi alla piana sottostante, ostacolando il corretto deflusso del Nera e provocando l'allagamento delle campagne circostanti. Per ordine di Papa Pio VI, nel 1787, l'architetto Andrea Vici operò direttamente sui balzi della cascata, dandole l'aspetto attuale e risolvendo finalmente la maggior parte dei problemi.

Nel XIX secolo le acque della cascata cominciarono a essere utilizzate per la loro forza motrice: nel 1896, le neonate Acciaierie di Terni alimentavano i loro meccanismi sfruttando 2 m³ d'acqua del Cavo Curiano. Negli anni successivi, la cascata cominciò a essere sfruttata intensamente per la produzione di energia idroelettrica.[6]

Una vista panoramica della cascata si può ammirare dal borgo medievale di Torreorsina, unico paese della Valnerina che si affaccia direttamente su di essa. Fra il 1901 e il 1960 tale località era raggiungibile mediante la tranvia Terni-Ferentillo, un'infrastruttura nata per agevolare il trasporto delle merci e delle persone lungo la valle della Nera che risultò determinante ai tempi dell'industrializzazione della stessa[7].

La leggenda

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La cascata vista da Pennarossa

Sulle origini della cascata esiste una leggenda[8] raccontata dallo Gnefro, una creatura leggendaria della cultura popolare della Valnerina che vive nei pressi delle Marmore, del lago di Piediluco e lungo il fiume Nera tra la cascata stessa e la fine della Valnerina.

La leggenda narra che c’era una volta una creatura fatata bellissima, una ninfa di nome Nera, figlia del dio Appennino, che un giorno si innamorò del giovane pastore Velino, trasgredendo le regole che non consentivano l'amore con gli esseri umani.

Un giorno durante un banchetto la dea Giunone venne a conoscenza di questo amore profano e per questo decise che Nera avrebbe meritato una punizione. Giunone portò Nera in cima al Monte Vettore e la trasformo in un fiume, che prese il suo nome. Nera era talmente disperata che iniziò a scorrere come un fiume in lacrime, arrivando fino al punto in cui aveva incontrato il suo amato Velino la prima volta.

Velino intanto, non sapendo nulla di quanto fosse accaduto e non trovando più la sua amata iniziò a chiedere in giro se qualcuno aveva visto Nera non ricevendo però alcuna risposta, poco dopo una sibilla gli svelò tutta la verità e Velino scoprì ciò che era accaduto alla sua amata. Il pastore disperato si gettò dalla rupe per tuffarsi nel fiume, così da potersi ricongiungere con la sua amata Nera. Giove assistendo alla scena decise di trasformare Velino in un'acqua, cosi da salvarlo e per permettergli di ricongiungersi con Nera per l’eternità.

Visitatori illustri

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Le opere ingegneristiche e la natura che la circonda hanno sempre richiamato un gran numero di turisti e visitatori, tanto da spingere alla creazione di luoghi di osservazione sicuri e stabili (la Specola in alto, piazzale Byron in basso, vari Belvedere). Fra di loro, è possibile citare tante illustri personalità: Plinio[Quale?], Cicerone, Fazio degli Uberti, un gran numero di papi, Galileo Galilei, Vittorio Alfieri, Ferdinando II delle Due Sicilie, la Regina Madre di Napoli, Salvator Rosa, Corot, William Turner, Gioachino Belli, Lord Byron e tanti altri. La cascata, nel XVIII e XIX secolo, rappresentava molto spesso una giornata di visita del Grand Tour verso Roma.

«Rimbombo di acque! Dalla scoscesa altura il Velino fende il baratro consunto dai flutti. Caduta di acque! Veloce come la luce, la lampeggiante massa spumeggia, scuotendo l'abisso. Inferno di acque! là dove queste urlano e sibilano e ribollono nell'eterna tortura; mentre il sudore della loro immane agonia, spremuto da questo loro Flegetonte, abbraccia le nere rocce che circondano l'abisso, disposte con dispietato orrore,e sale in spuma verso il cielo, per ricaderne in un incessante scroscio, che, con la sua inesausta nube di mite pioggia, reca un eterno aprile al terreno attorno, rendendolo tutto uno smeraldo: - quanto profondo è l'abisso! E come di roccia in roccia il gigantesco Elemento balza con delirante salto, abbattendo le rupi che, consunte e squarciate dai suoi feroci passi, concedono in abissi uno spaventoso sfogo alla poderosa colonna d'acqua che continua a fluire e sembra piuttosto la sorgente di un giovane mare, divelto dal grembo di montagne dalle doglie di un nuovo mondo, che non soltanto la fonte di fiumi che scorrono fluenti in numerosi meandri attraverso la valle! Volgiti indietro! Vedi, dove esso si avanza simile ad una Eternità, quasi che dovesse spazzar via tutto ciò che trova sul suo cammino, affascinando l'occhio col Terrore - impareggiabile cateratta,orribilmente bella! ma sul margine, da una parte all'altra, sotto lo scintillante mattino, posa un'iride tra gli infernali gorghi, simile alla Speranza presso un letto di morte, e, inconsunta nelle sue fisse tinte, mentre tutto là attorno è dilaniato dalle acque infuriate, innalza serenamente i suoi fulgidi colori con tutti i loro raggi intatti, e sembra, tra l'orrore della scena, l'Amore che sorveglia la Follia con immutabile aspetto.»

Nella pittura

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Paesaggio con fiume, disegno Leonardo da Vinci
 
La cascata in un dipinto di Jakob Philipp Hackert

Tra il Settecento e l'Ottocento la Valnerina, la cascata delle Marmore e Narni sono mete predilette per quelli che verranno definiti "Plenaristi", pittori en plen air, che rimasero affascinati dalla bellezza di quei luoghi. Le loro opere sono conservate sia presso privati che in diversi musei europei.

Grazie agli studi dello storico dell'arte Luca Tomìo il celebre disegno leonardesco Paesaggio con fiume, conservato al Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi di Firenze[9], è identificabile come rappresentazione della Cascata delle Marmore, del paese di Papigno e della vallata ternana. Tale ipotesi[10] non è tuttavia condivisa da tutta la comunità scientifica in quanto mancano prove documentarie che attestino la presenza di Leonardo da Vinci a Terni. In particolare, Francesco Scoppola, successivamente alla pubblicazione di un articolo on line[11] nel quale si citava la scoperta di Luca Tomìo, scrisse su L’osservatore Romano un articolo intitolato "È l’Umbria, non la Toscana”[12].

Lo stesso Scoppola poi, a maggio 2017[13], osservava: «Mi sembra inevitabile riconoscere che Leonardo da Vinci abbia visitato questi luoghi» aggiungendo «I paesaggi dell’Umbria, di Narni, di Amelia, della Cascata delle Marmore, sono paesaggi che si possono definire ‘leonardeschi’, ma dire con certezza che nei suoi disegni ci sia questo o quel luogo, mi sembra più difficile», mentre Luca Tomìo ha ribadito nello stesso articolo la sua tesi affermando con certezza che «i dati oggettivi di confronto sono inoppugnabili».

La cascata nel cinema, arti, sport

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Rafting lungo il Nera, presso la cascata
  • Il canoista Giovanni De Gennaro, vincitore, tra l'altro, del primo Marmore River Fest (2015), ha rappresentato l'Italia alle Olimpiadi di Rio specialità canoa K1.
  • A novembre 2015, Gianna Nannini ha girato alla cascata delle Marmore il video della canzone Tears (uno dei quattro inediti dell'album Hitstory)[14].
  • Nel 2017 l'ex tuffatrice italiana Tania Cagnotto è stata protagonista di uno spot in parte girato alla Cascata delle Marmore per la promozione del turismo in Umbria.
  • Ad ottobre 2017 la cascata appariva nel programma RAI "Soliti ignoti - Il Ritorno" grazie alla partecipazione di una guida turistica della gestione come personaggio da indovinare.
  • La cascata ha fatto da sfondo ad una prova in esterna nella dodicesima edizione di MasterChef. La puntata è andata in onda il 19 gennaio 2023.
  • Nel mese di ottobre si corre la tradizionale podistica competitiva e no "Circuito dell'Acciaio", giunta alla 42ª edizione. Toccherà come di consueto il parco della cascata.
  1. ^ a b La biodiversità della Cascata delle Marmore. Sito europeo della Rete Ecologica Natura 2000. Edito da Comunità Mont. Valle del Nera, 2008
  2. ^ Direttiva Habitat (92/43/CEE)
  3. ^ http://rassegna.crumbria.it/pdf/631771.pdf[collegamento interrotto]
  4. ^ Orari - Cascata delle Marmore, su Cascata delle Marmore | sito ufficiale. URL consultato il 19 marzo 2019.
  5. ^ Cicerone, Epistulae ad Atticum, 4.15.5
  6. ^ In quanto concessa ad un autoproduttore, la derivazione d'acqua e l'annessa centrale idroelettrica sarebbe dovuta rimanere esclusa alla nazionalizzazione, ma fu fatta una eccezione perché indispensabile alla congiunzione tra le reti dell'Italia settentrionale e quelle dell'Italia meridionale. In compenso le aziende di Terni ottennero un prezzo agevolato sull'energia
  7. ^ Adriano Cioci, La tramvia Terni-Ferentillo, Kronion, Bastia Umbra, 1989.
  8. ^ (IT) Velino e Nera, la forza di un amore, su www.lacascatadellemarmore.net. URL consultato il 25 marzo 2024.
  9. ^ «Quel disegno di Leonardo da Vinci raffigura Papigno e la Cascata» L'incredibile scoperta di uno studioso milanese, articolo di Corso Viola di Campalto, su www.ilmessaggero.it, 26 novembre 2016. URL consultato il 25 marzo 2024.
  10. ^ Leonardo e il disegno misterioso: «E’ fatto in Umbria, non in Toscana», articolo di Donatella Milani, 27 Novembre 2016, su lanazione.it.
  11. ^ Terni: «C’è la Cascata in quel ‘Da Vinci’», articolo di Marco Torricelli, su umbriaON, 25 novembre 2016. URL consultato il 25 marzo 2024.
  12. ^ È l’Umbria, non la Toscana, articolo di Francesco Scoppola, su web.archive.org, 9 maggio 2018. URL consultato il 25 marzo 2024 (archiviato dall'url originale il 9 maggio 2018).
  13. ^ Leonardo francescano, Scoppola: «Confermo», articolo di Francesca Torricelli, su umbriaON, 6 maggio 2018. URL consultato il 25 marzo 2024.
  14. ^ Gianna Nannini sceglie Terni per il suo ultimo singolo 'Tears' - La Nazione, su Umbria - La Nazione - Quotidiano di Firenze con le ultime notizie della Toscana e dell’Umbria, https://plus.google.com/110482234113594025211. URL consultato il 21 dicembre 2015.

Bibliografia

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Francesco Carrara, La caduta del Velino nella Nera, 1779
  • T. Moretti Antonucci, La Cascata delle Marmore e i suoi dintorni, Livoni Edizioni Turistiche, Terni.
  • Maria Teresa De Nittis, …ancora qualche “ritratto” sulla famosa Cascata delle Marmore a Terni e un elogio bibliografico agli Autori che narrano le sue vicende, Terni, Global Press, 2010.
  • La biodiversità della Cascata delle Marmore. Sito europeo della Rete Ecologica Natura 2000. Edito da Comunità Mont. Valle del Nera, 2008
  • Antonio Sangallo e la Cascata delle Marmore. Di Walter Mazzilli. Arti Grafiche Celori 2000.
  • Il Lago Velino, la Cascata e le bonifiche rinascimentali. Saggio e Stampe. Di Walter Mazzilli. Silca, Regione dell'Umbria Assessorato per l'assetto del territorio. 1996, Terni.
Approfondimenti

Voci correlate

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