Le Allgemeine-SS («SS generali» o «SS generiche») furono una specialità delle Schutzstaffel (SS) nazionalsocialiste. Vennero create nell'autunno 1934 e così battezzate per distinguere i suoi membri dagli appartenenti alle SS-Verfügungstruppe (in seguito ribattezzate Waffen-SS =«SS combattenti») e alle SS-Totenkopfverbände («Unità testa di morto», che espletavano il servizio di guardia nei lager).

Allgemeine-SS
Rudolf Jordan, Heinrich Himmler, August Heißmeyer al centro
Descrizione generale
Attivasettembre 1934
– 8 maggio 1945
NazioneGermania (bandiera) Germania nazista
ServizioPartito Nazista
TipoSchutzstaffel
RuoloPolizia politica
Guardia d'onore
Sicurezza nazionale
Propaganda
Dimensione100.000 uomini (1940)
Guarnigione/QGSS-Hauptamt, Prinz-Albrecht-Straße, Berlino
Battaglie/guerreSeconda guerra mondiale
Reparti dipendenti
SS-Totenkopfverbände
Comandanti
Ministro responsabile Heinrich Himmler (Reichsführer-SS 1934-1945)
Simboli
Bandiera
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A partire dal 1939 unità analoghe alle Allgemeine-SS, chiamate Germanische SS («SS germaniche»), vennero costituite presso le nazioni conquistate dalla Germania da elementi appartenenti a partiti filonazisti nazionali. Nel 1940 tali unità di SS germaniche vennero coordinate da un apposito ufficio Leitstelle der Germanischen SS («Centro di coordinamento delle SS germaniche»).

Primi anni delle SS

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Schutzstaffel.

Le Schutzstaffel furono create il 4 aprile 1925 come specialità delle Sturmabteilung (SA, «Squadre d'assalto»), reparto paramilitare del Partito nazionalsocialista, il 1º novembre 1926; fin dalla loro fondazione esse vennero considerate una formazione d'élite del partito.

Il compito principale delle SS era la protezione personale del Führer Adolf Hitler durante i raduni e le conferenze che egli teneva in tutta la Germania per propagandare le idee del suo movimento. Entro l'inverno 1925 le SS avevano raggiunto la consistenza di circa 1.000 aderenti, anche se di questi solo 200 erano membri attivi mentre i rimanenti svolgevano attività di supporto e di appoggio economico. Heinrich Himmler (fino al 1929 solo facente funzione di comandante nazionale delle SS), iniziando un percorso di potenziamento ed espansione dell'unità, cercò fin dall'inizio di sottrarre il controllo delle SS dall'autorità dei comandanti delle SA, riuscendovi parzialmente entro la fine del 1927. Nei primi anni dopo la loro costituzione, molti membri delle SS erano ex appartenenti ai Freikorps e cittadini insoddisfatti dell'operato della Repubblica di Weimar.

Entro il dicembre 1929 la consistenza dei membri attivi aveva raggiunto le 1000 unità e le SS crebbero così rapidamente che Himmler poté annunciare il 29 gennaio 1930 al suo antico mentore Ernst Röhm, comandante delle SA, che probabilmente le SS avrebbero raggiunto i 2000 membri per la fine di aprile.[1]

Un ulteriore successo delle SS sulla strada verso l'indipendenza dalle SA venne dallo stesso Hitler, che il 7 novembre 1930 affermò: «Il compito delle SS è in primo luogo la pratica del servizio di polizia interno al Partito. Nessun comandante delle SA è autorizzato a dare istruzioni alle SS!». Quest'affermazione, proveniente dall'unica autorità riconosciuta da tutte le parti in causa, avallò la posizione di Himmler e, di fatto, rese indipendenti le SS dalle SA.

Formazione e compiti delle «Allgemeine-SS»

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Dopo l'ascesa al potere del Partito nazionalsocialista, le SS iniziarono una massiccia espansione: nel marzo 1933 contavano già 52.000 membri e in dicembre il numero aveva raggiunto le 204.000 unità. A questo punto Himmler ordinò un blocco delle iscrizioni alle SS, che nella sua concezione dovevano essere un corpo d'élite formato da un ristretto numero di elementi selezionati razzialmente e politicamente, in contrapposizione con la grande massa delle SA.

Nell'inverno 1933/34 Himmler divenne gradualmente capo delle polizie politiche di tutti gli stati federati della Germania e provvide a integrare e subordinare alle SS la Gestapo, la polizia politica di Stato, e il Sicherheitsdienst (SD), che svolgeva lo stesso ruolo della Gestapo ma all'interno dello NSDAP. In questa fase ebbe inizio la carriera di Reinhard Heydrich che lo portò a divenire, nel 1939, comandante del Reichssicherheitshauptamt (RSHA, «Ufficio centrale per la sicurezza del Reich»), un potente organismo di polizia che includeva Gestapo, SD e Kriminalpolizei.

Il 30 giugno 1934 l'ascesa delle SS ebbe un punto di svolta con la partecipazione all'eliminazione dei vertici delle SA. Hitler, appoggiato dalle SS, scatenò una sanguinosa purga – passata alla storia con il nome di «Notte dei lunghi coltelli» – contro le SA, accusate di voler assumere il potere attraverso un colpo di Stato. Tale accusa era però falsa, come false erano le prove costruite da Himmler per avallare la versione di un complotto delle SA a danno del «nuovo» Stato nazionalsocialista. I veri motivi sono da ricercarsi nel timore di Hitler di inimicarsi la Reichswehr – unico organismo ancora in grado di contrastare la sua ascesa - che temeva l'idea delle SA di trasformarsi in un nuovo esercito popolare nazionalsocialista.

Nel corso di pochi giorni il vertice delle SA fu decapitato attraverso l'uccisione dei principali comandanti, tra i quali Röhm, portata a termine con efficienza e velocità dalle SS di Himmler. Il 20 luglio 1934[2] Hitler decise di premiare la fedeltà dimostrata dalle SS rendendole completamente indipendenti dalle SA che, seppur destituite di ogni potere, continuarono a esistere fino al 1945.

Il 24 settembre Himmler ricevette il permesso da Hitler di creare una nuova organizzazione all'interno delle SS unendo e potenziando gli SS Sonderkommando («Unità speciali delle SS») e i Politische Bereitschaften (PBS, «Squadroni politici di riserva»), piccoli gruppi di uomini armati delle SS che ricevevano un addestramento di tipo militare in vista di eventuali disordini civili o di una controrivoluzione.[3] La nuova organizzazione, che assunse il nome di SS-Verfügungstruppe (SS-VT, primo nucleo delle Waffen-SS), era una forza militare indipendente che in caso di guerra sarebbe passata sotto il controllo della Wehrmacht ma che in tempo di pace era comandata esclusivamente da Himmler per compiti di sicurezza interna e che rispondeva unicamente a Hitler.

La creazione delle SS-VT e la contemporanea creazione di speciali unità per la guardia ai campi di concentramento rese necessaria una ristrutturazione delle SS per differenziare i diversi reparti e dotarli di comandi subordinati indipendenti seguendo il seguente schema:

  1. Allgemeine-SS, che rappresentava l'ossatura di comando delle SS, tutti i reparti non combattenti e che Himmler considerava le «vere» SS, ovvero l'avanguardia dello stato nazionalsocialista;
  2. SS-Verfügungstruppe, che poi divennero le Waffen-SS e che inglobavano i reparti combattenti delle SS. Dopo lo scoppio del conflitto molti volontari stranieri confluirono nelle Waffen-SS che, per questo, persero buona parte della loro «purezza» ideologica e razziale;
  3. SS-Totenkopfverbände, le unità che compivano servizio di sorveglianza presso i campi di concentramento, inizialmente comandate da Theodor Eicke. Dopo lo scoppio del conflitto molti membri in età militare delle SS-Totenkopfverbände confluirono nelle Waffen-SS e furono rimpiazzati per il servizio nei lager da personale Waffen-SS più anziano, inabile o convalescente dal servizio al fronte e da volontari stranieri.

La differenziazione tra i tre comandi fu rafforzata dall'introduzione di sistemi gerarchici e di grado indipendenti. Ad esempio, un SS-Brigadeführer (brigadier generale) delle Allgemeine-SS poteva essere solamente SS-Rottenführer (caporale) delle Waffen-SS.

Entro il dicembre 1935 Himmler espulse dalle SS circa 60.000 membri che erano stati precedentemente accettati – senza verificarne in maniera approfondita la vita e la purezza razziale – a causa della lotta per il potere con le SA.

Per lo scoppio del secondo conflitto mondiale le Allgemeine-SS contavano circa 485.000 uomini, inclusi 180.000 appartenenti a formazioni di riserva (Reserve-Standarten). Circa 170.000 membri furono chiamati in servizio dalla Wehrmacht e altri 35.000 entrarono nelle Waffen-SS; solamente i circa 100.000 membri che servivano negli uffici centrali delle SS furono esentati dal servizio militare. Anche se numericamente le Allgemeine-SS vennero quasi a scomparire rispetto alla massa delle Waffen-SS, le posizioni di controllo organizzativo all'interno degli uffici centrali le resero nondimeno importanti.

Al termine del conflitto le SS contavano un totale di circa 840.000 uomini, dei quali solo 48.500 appartenevano alle Allgemeine-SS.

Il 30 settembre 1946, i giudici del tribunale del Processo di Norimberga condannarono le SS, dichiarandole un'organizzazione criminale. I giudici sottolinearono questa sentenza dichiarando che «le SS vennero usate per scopi che erano criminali, che comprendevano: la persecuzione e lo sterminio degli ebrei, brutalità ed esecuzioni nei campi di concentramento, eccessi nell'amministrazione dei territori occupati, l'amministrazione del programma di lavoro schiavistico e il maltrattamento e assassinio di prigionieri di guerra» (IMT, 1946, Vol. XXII, p. 516, in: Höhne, 1969, p. 3). La sentenza continuava dichiarando che il sospetto di crimini di guerra avrebbe coinvolto tutte le persone «che erano state ufficialmente accettate come membri delle SS... che divennero o rimasero membri dell'organizzazione sapendo che veniva usata per commettere atti dichiarati criminali dall'articolo 6 dello statuto di Londra sui crimini di guerra» (International Military Tribunal, 1947-1949, Vol. XXII, p. 517 in: Höhne, 1969, p. 3)[4].

Per gli estremi completi delle opere citate vedi alla sezione Bibliografia.

  1. ^ (DEEN) Heinz Höhne. Der Orden unter dem Totenkopf. Die Geschichte der SS. Orbis, 2002, pp. 56-57. ISBN 3-572-01342-9. L'opera esiste anche in lingua inglese con il titolo The Order of the Death's Head: The Story of Hitler's SS. Penguin, 2001. ISBN 0-14-139012-3.
  2. ^ Lumsden, Storia, p. 26.
  3. ^ Lumsden, Storia, pp. 211-212
  4. ^ (EN) International Military Tribunal (Nuremberg). (PDF). Werle. Humboldt Universitat. Berlin.

Bibliografia

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