Agalbursa de Cervera
Agalbursa de Cervera (1140 – Oristano, 1186/1192) è stata Giudicessa consorte di Arborea e Regina consorte di Sardegna.
Agalbursa de Cervera | |
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Regina consorte di Sardegna (per nomina imperiale) | |
In carica | 1164 – 1165 |
Predecessore | creazione del titolo |
Successore | estinzione del titolo |
Giudicessa consorte di Arborea | |
In carica | 1157 – 1186 |
Predecessore | Pellegrina de Lacon |
Successore | Giacobina |
Nascita | 1140 |
Morte | Oristano, 1186/1192 |
Dinastia | Cervera-Barcellona |
Padre | Poncho de Cervera |
Madre | Almodis di Barcellona, figlia di Raimondo Berengario III |
Consorte | Barisone di Lacon-Serra |
Religione | Cattolicesimo |
Biografia
modificaNipote del Conte di Barcellona Raimondo Berengario IV da parte di madre in quanto figlia di Almodis e di Poncho de Cervera, Visconte di Bas, Agalbursa nell'ottobre 1157 si sposò con il sovrano arborense Barisone I, da cui non ebbe figli. Durante la permanenza a Genova di Barisone, trattenuto lì dal Comune di Genova, governò con molte peripezie il regno. Per un certo periodo, poi, lo raggiunse e trascorse con lui la prigionia, durata otto anni. Dopo la morte del marito appoggiò suo nipote Ugone, che si era alleato con Genova e la Corona di Aragona, figlio di Ugo Poncho de Bas, nella contesa per il trono d’Arborea contro Pietro I, appoggiato da Pisa, figlio di primo letto di Barisone.[1] Successivamente la situazione degenerò in una vera e propria guerra civile: l'8 ottobre del 1186, a Genova, Agalbursa, accompagnata dal conte Ruggero Bernardo I di Foix e da altri nobili catalani, stipulò con il console Guglielmo Tornello un trattato in cui la repubblica marinara assicurava un aiuto militare ed economico alla giudicessa vedova per muovere guerra a Pietro I[2]. Si muoveva in favore di Ugone I anche lo zio Alfonso II il Casto, il quale fece mandare degli armati a prendere possesso, nel 1187, del castello di Serla, al confine con il giudicato di Torres[2]. Interessato ad indebolire Pietro I, anche il sovrano logudorese Barisone II supportò la fazione iberica, garantendo vettovaglie e forniture di cavalli ai soldati aragonesi[2]. Tuttavia Agalbursa morì prima di giungere ad un compromesso con il rivale o ad una vittoria totale; grazie ai riscontri sui documenti si sa infatti che nel 1192 risultava già deceduta[2].
Note
modificaBibliografia
modifica- Francesco Cesare Casula, La Storia di Sardegna, Sassari, Carlo Delfino Editore, 1991.
- Massimo Rassu, Nuove ipotesi sui templari in Sardegna, 2006, ISBN 8888246959.