Denis Mack Smith (Londra, 3 marzo 192011 luglio 2017) è stato uno storico e biografo britannico, specializzato nella storia italiana dal Risorgimento in poi.

Laureatosi a Cambridge, membro della British Academy, del Wolfson College (Università di Cambridge), dell'All Souls College (Università di Oxford) e dell'American Academy of Arts and Science, fu collaboratore di Benedetto Croce. È stato insignito dell'onorificenza di grande ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiana[1].

Studi e saggi sulla storia d'Italia

Nei suoi saggi Mack Smith si è occupato soprattutto di storia italiana contemporanea e dei suoi protagonisti, alcuni dei quali, come Garibaldi, hanno suscitato la sua ammirazione. Nella biografia che scrisse sull'eroe dei Due Mondi, che venne pubblicata in Inghilterra con il significativo titolo di Garibaldi, A great life in brief (Garibaldi, una grande vita in breve) lo storico inglese scrisse che «...Con tutti i suoi difetti, Giuseppe Garibaldi ha un suo posto ben fermo fra i grandi uomini del secolo decimonono...» sottolineando che «...combatté per la gente oppressa ovunque ne trovasse...» e che fu il maggiore artefice dell'unione delle due Italie.[2]

Anche su Giuseppe Mazzini Mack Smith espresse un giudizio ampiamente positivo, ritenendolo infatti un «...repubblicano, patriota e di gran lunga il maggior profeta del Risorgimento...».[3] Il pensatore genovese aveva inoltre avuto il merito di dare un notevole impulso democratico alla vita del XIX secolo, con particolare riferimento alle sue campagne in favore della sicurezza sociale, del suffragio universale e dei diritti delle donne[4]. Critico fu invece il giudizio dello storico inglese su Cavour al quale tuttavia riconobbe una grande statura politica[5]. Nel volume Cavour e Garibaldi (1954), definì Cavour un abile politico ma nel contempo «...disonesto...maldestro...sbagliato...». Secondo Mack Smith il politico piemontese era determinato ad impedire l'unità d'Italia se ci fosse stata qualche possibilità che il merito potesse essere attribuito a forze radicali, repubblicane, popolari o democratiche[6].

Non meno critico fu lo storico inglese nei confronti di casa Savoia (I Savoia Re d'Italia, 1990) e in particolare verso Vittorio Emanuele II, la cui figura fu oggetto di una biografia (Vittorio Emanuele II, 1994). Il sovrano che diede impulso all'Unità, contrariamente allo stereotipo del "re galantuomo" è da lui descritto come un personaggio moralmente discutibile (soprattutto per le numerose avventure extraconiugali) e dilapidatore di denaro pubblico. Secondo Mack Smith Vittorio Emanuele avrebbe anche manifestato a Metternich ed al Papa la propria disponibilità ad intervenire contro la Repubblica Romana mazziniana e ristabilire l'assolutismo[7]. Anche gli ultimi Borbone furono oggetto di severe critiche da parte di Mack Smith, in quanto responsabili di un «...corrotto dispotismo...»[8] e sostenitori di un sistema feudale nell'intento di costringere il Sud preunitario nell'arretratezza e nell'ignoranza.[9]

Non viene da più parti condivisa l'immagine che D.M.S dà sulla rivoluzione siciliana del 1848, un'immagine “di sfasamento tra i suoi elementi sociali e politici” che avrebbe portato “le altre nazioni a non avere una gran voglia di difendere un paese che era così poco disposto a difendersi da sé” sottovalutando l'assenza di aiuto concreto ai siciliani, in particolare di inglesi e francesi che seguivano lo scontro dalle loro navi ancorate nei porti siciliani.[10] Il ventennio fascista fu oggetto di particolare attenzione da parte di Mack Smith, cui si deve una biografia di Mussolini (Mussolini, 1981) e un saggio sui conflitti bellici cui l'Italia aveva preso parte in quegli anni (Le Guerre del Duce, 1992). Fra le sue opere più recenti segnaliamo la Storia d'Italia dal 1861 al 1997, edita da Laterza nel 1998, ultimo aggiornamento di un'opera da lui iniziata vari decenni prima.

Nel suo saggio Documentary falsification and Italian biography, Mack Smith mise infine in rilievo come la distruzione, la falsificazione e/o l'occultamento di prove documentali causate da interessi di parte sia una pratica cui tutti gli stati corrono il pericolo di cadere, ma che in alcuni momenti della storia italiana questa sia stata quasi una regola generale. Citando esempi specifici riferiti a personaggi di elevata importanza storica (da Vittorio Emanuele II, a Mussolini, Lamarmora, Crispi) lo storico fornì altrettanti esempi di manipolazione degli eventi storici ad uso politico[11]. Fra le vittime di tali manipolazioni vi furono anche Mazzini e Garibaldi.[12]

Opere

  • (EN) Cavour and Garibaldi, 1860: a study in political conflict, Cambridge, Cambridge University Press, 1954.
Cavour e Garibaldi nel 1860, traduzione di Paolo Gori, Torino, Einaudi, 1958.
  • (EN) Garibaldi. A great life in brief, New York, Knopf, 1956.
Garibaldi. Una grande vita in breve, a cura di Ferruccio Landi-Rossi, trad. di G. E. Valdi, Milano, Lerici, 1959.
  • (EN) Italy, a modern history, Ann Arbor-University of Michigan Press, 1959.
Storia d'Italia dal 1861 al 1958, traduzione di Alberto Aquarone, Bari, Laterza, 1959.; 1969; 1981; 1997. ISBN 88-420-5345-7.
  • (EN) The making of Italy, 1796-1870, New York-London, Evanston-Harper & Row, 1968; London, MacMillan Press, 1988.
  • Da Cavour a Mussolini, a cura di Marina Sorrentino Francaviglia, Catania, Bonanno, 1968.
  • Il Risorgimento italiano. Storia e testi, Bari, Laterza, 1968; 1999. ISBN 88-420-5853-X.
  • (EN) A history of Sicily, New York, Viking Press, 1968.
Storia della Sicilia medievale e moderna, trad. di Lucia Biocca Marghieri, Bari, Laterza, 1970.
  • (EN) Victor Emanuel, Cavour and the Risorgimento, London, Oxford University Press, 1971.
  • Vittorio Emanuele II, trad. di Jole Bertolazzi, Bari, Laterza, 1972.
  • Le guerre del Duce, Roma-Bari, Laterza, 1976.
  • Storia di cento anni di vita italiana visti attraverso il Corriere della Sera, trad. di Giovanni Ferrara, Milano, Rizzoli, 1978.
  • Mussolini, traduzione di Giovanni Ferrara degli Uberti, Milano, Rizzoli, 1981.
  • Garibaldi. Una vita a più immagini, a cura di, Firenze, Passigli, 1982.
  • Cavour, trad. di Giovanni Rossi, Milano, Bompiani, 1984.
  • I Savoia re d'Italia, trad. di Aldo Serafini, Milano, Rizzoli, 1990. ISBN 88-17-33601-7.
  • Mazzini, trad. di Bettino Betti, Milano, Rizzoli, 1993. ISBN 88-17-84282-6.
  • La storia manipolata, trad. di Marina Chiaroni, Roma-Bari, Laterza, 1998. ISBN 88-420-5646-4.
  • A proposito di Mussolini, Roma-Bari, Laterza, 2004. ISBN 88-420-7322-9.
  • Federigo da Montefeltro, trad. di Viviana Tonon, Urbino, QuattroVenti, 2005. ISBN 88-392-0709-0.

Onorificenze

Note

  1. ^ (EN) Modern Italy - A Political History - A new edition of the classic historical text on Italy, su press.umich.edu. URL consultato il 12 marzo 2011.
  2. ^ Denis Mack Smith, Garibaldi, Milano, Mondadori, 1993, p. 3, ISBN 88-04-45797-X.
  3. ^ Denis Mack Smith, Storia d'Italia dal 1861 al 1997, Bari-Roma, Laterza, 1997, p. 18, ISBN 88-420-6143-3.
  4. ^ Mazzini - Mack Smith, Denis - Yale University Press
  5. ^ Denis Mack Smith (1997),  p. 26
  6. ^ Jonathan Steinberg reviews ‘Cavour' by Denis Mack Smith and ‘Cavour and Garibaldi 1860' by Denis Mack Smith · LRB 23 May 1985
  7. ^ (EN) Denis Mack Smith, Documentary falsification and Italian biography, in History and Biography: Essays in Honour of Derek Beales, di Timothy C. W. Blanning e David Cannadine, Cambridge University Press, 1996, p. 185, ISBN 0-521-47330-6.
  8. ^ Denis Mack Smith (1997),  p. 135
  9. ^ Denis Mack Smith (1997), p. 5 Scrive lo storico inglese: «I Borboni, che avevano governato Napoli e la Sicilia prima del 1860, erano stati tenaci sostenitori di un sistema feudale colorito superficialmente dallo sfarzo di una società cortigiana e corrotta. Avevano terrore della diffusione delle idee ed avevano cercato di mantenere i loro sudditi al di fuori delle rivoluzioni agricola e industriale dell'Europa settentrionale.»
  10. ^ I.Castrogiovanni su "Agorà" n.3, 2000
  11. ^ Denis Mack Smith (1996), pp. 173-174
  12. ^ Denis Mack Smith, La storia manipolata, Roma-Bari, Laterza, 1998, pp. 75-78, ISBN 88-420-6151-4.
  13. ^ Progressione delle decorazioni OMRI sul sito del Quirinale: i discorsi e le interviste del Presidente della Repubblica italiana, i discorsi e le interviste del Presidente della Repubblica italiana

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