Palazzo Carli Benedetti
Palazzo Carli (dal XIX secolo, conosciuto come Carli Benedetti[1]) è un palazzo storico dell'Aquila. Comunemente attribuito a Silvestro dell'Aquila[2], l'architetto della cupola e della facciata originaria di San Bernardino, venne edificato nella seconda metà del XV secolo all'interno del rione storico di Santa Maria, appena dietro l'abside della Chiesa di Santa Maria Paganica, in uno dei punti più elevati della città.
Storia
L'edificio, di chiaro stampo rinascimentale, si fonda con ogni probabilità su preesistenze due-trecentesche come testimoniato dalle discontinuità strutturali e formali del piano seminterrato con quello superiore[3]. Dalle cronache del tempo si apprende che i lavori terminarono nel 1494[4].
Nel corso del XVI secolo la famiglia Carli si trasferisce in un ben più imponente palazzo (oggi conosciuto come Palazzo Carli, sede del rettorato dell'Università degli studi dell'Aquila) a ridosso dell'altra chiesa capoquarto di San Pietro a Coppito, cosicché nel 1642 parte dell'edificio venne ceduta alle monache dell'ordine di Santa Maria dei Raccomandati per la localizzazione del monastero in cui poi verrà realizzato l'omonimo complesso museale[3]. Nel 1702 anche la restante parte del palazzo viene venduta.
Il terremoto del 1703 lo danneggia gravemente e rende necessario un intervento di restauro di cui sarà promotore l'abate di Collemaggio; in questo periodo l'edificio viene suddiviso in appartamenti e dato in affitto[3]. Nella metà del XX secolo la Soprintendenza promuove un secondo restauro con interventi di consolidamento e l'aggiunta di dispositivi antisismici ma, nonostante ciò, il palazzo subisce ulteriori danni dal terremoto del 2009 ed è oggi inagibile.
Descrizione
Il palazzo è posto in pieno centro storico con la facciata principale rivolta su Via Accursio, di fronte alla casa natale di Buccio di Ranallo nonché la parte absidale di Santa Maria Paganica, la chiesa capoquarto dell'omonimo rione; è caratterizzato da una struttura pressoché scatolare ma complessa nella forma, dovuta all'annessione con l'edificio retrostante (il monastero di Santa Maria dei Raccomandati, poi divenuto Museo archeologico, posto su Corso Vittorio Emanuele II) avvenuta nel 1642 e che ha comportato anche la chiusura di una strada interna[3]. In alzato il palazzo è composto di due piani cui va aggiunto un livello parzialmente interrato antecedente alla costruzione dell'edificio.
All'interno si rileva la presenza di un caratteristico cortile rinascimentale con pozzo centrale e portici con loggia sovrastante su tre lati; sul quarto lato, frontale all'ingresso, si staglia una monumentale scalinata fiancheggiata da semicolonne scanalate e sormontata da una grande arcata. Per la finezza dei particolari scultorei si è soliti attribuire il disegno del cortile, e quello dell'intero palazzo, a Silvestro dell'Aquila.
Degne di nota sono infine le aggiunte susseguenti i due importanti restauri del palazzo: all'interno del cortile e sulla facciata posteriore è possibile osservare infatti lo stemma di Ludovico Quatrari, già abate di Collemaggio, promotore della ristrutturazione susseguente il terremoto del 1703, mentre su un capitello reintegrato sempre all'interno del cortile è visibile la data del 1947, anno del secondo restauro ad opera della Soprintendenza[3].
Note
- ^ Da non confondere con la più recente residenza della omonima famiglia, vale a dire il Palazzo Carli di Piazza Rivera
- ^ Sono note ad esempio le relazioni tra la famiglia Carli e l'architetto, documentate anche da strumenti notarili. Vedi anche M.Chini, "Silvestro Aquilano e l'arte in Aquila nella seconda metà del sec. XV, 1954
- ^ a b c d e C. Bartolomucci, F. De Cesaris, "L'Aquila, Palazzo Carli Benedetti: fasi costruttive e storia sismica" nella rivista Arkos, n°20, luglio-settembre 2009
- ^ A.L. Antinori, Annales, XVII secolo
Bibliografia
- Touring Club Italiano - La Biblioteca di Repubblica, L'Italia - Abruzzo e Molise, Touring Editore, 2005.
- Touring Club Italiano, Abruzzo: L'Aquila e il Gran Sasso, Chieti, Pescara, Teramo, i parchi e la costa adriatica., Touring Editore, 2005.