La grotta Romanelli è una delle grotte naturali costiere salentine, vicino a Castro. Fu scoperta agli inizi del 1900 da Paolo Emilio Stasi.

Grotta Romanelli
Stato
Regione  Puglia
Province  Lecce
ComuniCastro
Altitudinem s.l.m.
Lunghezza35 m
Uso abitativoPaleolitico
Data scopertainizi del 1900
Altri nomigrotta dei Benedetti
Coordinate40°00′58.25″N 18°25′59.91″E
Mappa di localizzazione: Italia
Grotta Romanelli
Grotta Romanelli

La grotta è lunga solo 35 metri, e si ha evidenza dai ritrovamenti che fu un rifugio per l'uomo nel Paleolitico. Si costituisce da un unico ampio vano aperto e visibile dall'esterno. Si accede più comodamente dal mare e l'ingresso al suo interno è vietato.

All'atto della sua scoperta l'antro non era visibile in quanto occultato da banchi di brecce ossifere e tutto il suo volume interno occupato da successioni di strati, ricchi di reperti, di terreni rossi e bruni di origine eolica.

La stratigrafia

Grotta Romanelli è molto importante nella storia degli studi preistorici perché con la sua scoperta fu definitivamente accertata la presenza del Paleolitico superiore in Italia a lungo negata da studiosi come il Pigorini. Le prime esplorazioni risalgono al 1900 ad opera di Paolo Emilio Stasi. Con gli scavi di Gian Alberto Blanc si mise in luce la stratigrafia completa della grotta, che ebbe due momenti di frequentazione: uno nel Paleolitico medio (Musteriano - strato G) l'altro nel Paleolitico superiore (Romanelliano - strati E-A)

  • A -E) Formazione superiore di "terre brune" datata in un arco di tempo tra i 10.640+/-100 (strato D) e 9.880+/-100 (strato A) anni fa.
  • F) Velo stalagmitico datato a 40.000 anni fa.
  • G) Formazione argillosa di "terre rosse"
  • H) Stalagmite datata a 69.000 anni fa.
  • I) Pietrame a spigoli vivi.
  • K) Spiaggia tirreniana.
  • L) Roccia di base

Uomini delle Terre Rosse

Nelle "terre rosse" di grotta Romanelli furono rinvenuti strumenti di pietra (raschiatoi) attribuibili al Musteriano. Con il termine "Musteriano" si intende la cultura che nel Paleolitico medio (120.000-40.000 anni fa) si diffonde in tutta Europa. Autore ne è l'uomo di Neanderthal, che si estingue all'inizio del Paleolitico superiore (40.000-35.000 anni fa), lasciando il posto all'uomo anatomicamente moderno.

Uomini delle Terre Brune

Nelle "terre brune" furono rinvenuti strumenti litici, ossei e pietre incise attribuibili al Romanelliano, che è un aspetto del Paleolitico superiore finale italiano (circa 10.000 anni fa). Oltre agli strumenti vennero alla luce tre scheletri umani insieme ad altre ossa sparse. Gli uomini delle "terre brune" erano uomini anatomicamente moderni che arrivarono in Europa verso i 35.000 anni fa dall'Africa, dove ebbero origine tra 100.000 e 200.000 anni fa.

L'arte nel Paleolitico superiore in grotta Romanelli

Con il Paleolitico superiore (40/35.000-10.000 anni fa) nascono le prime manifestazioni artistiche eseguite dall'uomo moderno su oggetti (arte mobiliare) o su pareti di grotte (arte parietale). I motivi rappresentati sono soprattutto animali con accanto altri segni. Alla fine del Paleolitico superiore diventano più rare le figure naturalistiche a vantaggio di disegni fatti di linee o di soggetti schematici come animali dal profilo sommario.

Grotta Romanelli ha restituito pietre incise con una grande varietà di motivi, cronologicamente parallele all'industria romanelliana.

Si tratta in gran parte di composizioni lineari e geometriche, tra le quali compaiono i cosiddetti nastriforni con l'estremità a ciuffo o ad occhiello. Più scarsi i soggetti animali, spesso con il corpo campito da linee. Un'unica pietra è dipinta con file sovrapposte di segni a forma di pettine. Sulle sue pareti, inoltre, è la figura di un bovide con altre figure fusiformi o ovali e fasci di linee verticali e oblique.

Bibliografia

  • Pier Francesco Fabbri, Elettra Ingravallo, Antonio Mangia (a cura di), Grotta Romanelli nel centenario della sua scoperta: 1900-2000, atti del convegno, Castro, 6-7 ottobre 2000, Galatina, Congedo editore, 2003.

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