OTOMAT
Template:Missile L’Otomat è un missile a lungo raggio antinave, paritetico Italia-Francia, inizialmente sviluppato dal cosorzio Oto Melara-Matra (da cui il nome Otomat) e successivamente confluito nel gruppo MBDA.
La caratteristica principale del missile, la lunga gittata, è ottenuta con un motore francese a turbina Microturbo, che consente una gittata di 120-180 km con una testata da 210 kg, per un peso totale di circa 800 kg. Si tratta di un missile molto potente, ma non adatto ( o adattato) per aerei o sottomarini.
Sono stati prodotti oltre 1000 esemplari a partire dal 1975. Evoluzione dell'Otomat è il sistema Teseo.
Il missile cominciò ad essere progettato attorno al 1967, e ben presto, quest'arma ebbe un accordo internazionale tra OTO-Melara e Matra, che diede al missile il nome definitivo: OTOMAT, in quanto si trattava di una collaborazione paritetica. Il missile venne sperimentato tra il 1971 e il 1972, con il primo lancio di un missile completo già il 28 febbraio. Lo sviluppo, iniziato ufficialmente nel 1969 terminò nel 1974. A quel punto il missile era pronto per la produzione in serie e i primi missili, designati OTOMAT Mk 1 vennero messi in servizio nel 1976. Per metterli in servizio con una classe di navi adatta la MMI dovette attendere almeno un altro anno, con l'arrivo delle 'Lupo'. L'evoluzione non si era però arrestata in quanto venne ben presto sviluppato un missile più moderno, dato il grande sviluppo della microelettronica in quegli anni, con il passaggio allo stato solido dei circuiti.
L' Mk I era un missile con ridotte capacità, ma costituiva una valida base per ulteriori perfezionamenti. La gittata era di 60 km e non poteva essere controllato dopo il lancio, pertanto le sue capacità di ingaggio oltre l'orizzonte non potevano essere aiutate da update con operatori esterni. Nondimeno, offriva una gittata maggiore dell'Exocet e una testata da 210 kg. Ma l'Exocet, pur non essendo meno pesante era più compatto e sopratutto, interamente francese, così divenne il sistema per la Marine Nationale, mentre il binazionale franco-italiano OTOMAT venne prodotto in entrambi i Paesi per la MM e l'export. Che l'OTOMAT fosse capace di superare, principalmente per il tipo di motore, l'Exocet sarebbe ben presto stato dimostrato con il successivo sviluppo.
La nuova arma,la Mk 2 venne sviluppata a partire dal 1973 e il primo lancio venne eseguito nel 1974. Lo sviluppo arrivò al compimento nel 1976, in linea con l'entrata in servizio del modello 1,ma il primo lancio oltre l'orizzonte, probabilmente dal poligono sardo di Salto di Quirra, avvenne solo nel 1978. Ben presto anche quest'arma arrivò in servizio con la MM, ma inizialmente non fu offerta all'export.
Tecnicamente, il missile si presentava come un'arma di grosse dimensioni, non tanto per la lunghezza, ma per la larghezza dovuta ad una fusoliera larga 40 cm e dotata di due impulsori a razzo laterali ROXEL laterali e un turbogetto TR-281 ARBIZON III, 400 kg/s che offre una spinta circa il 50% maggiore che nel caso del similare Harpoon. La testata, 210 kg è appena davanti alla sezione motore che comprende un totale di 90 litri, sufficienti per almeno 10 minuti di autonomia. La testa di ricerca è ancora avanti e comprende un radar di ricerca autonomo, ospitato dietro un muso in materiale dielettrico. In definitiva, lo schema della fusoliera, realizzata in lega leggera di alluminio verte quindi, da prua a poppa, nelle sezioni: guida, elettronica, testata, carburante, motore. Le superfici di controllo sono quattro grosse ali stabilizzatrici al centro fusoliera e quattro alette mobili alla sua estremità posteriore.
La sequenza di lancio e funzionamento è eseguita nel seguente modo: il contenitore lanciatore in vetroresina, di forma caratteristica e piuttosto grande e squadrata, pesante circa 1700 kg. Aperta la sezione frontale, viene lanciato il missile, che non richiede alla nave di cambiare rotta: è infatti capace di cambiare rotta esso stesso per un massimo di almeno 200 gradi. Lasciata la nave sotto la spinta dei due ROXEL, capaci di 6 t per circa 5 secondi, il missile accelera a circa 1000-1100 kmh con il turbogetto, mentre un radar altimetro controlla la quota da 200, poi, a 20 metri (non è chiaro quando la transizione ha luogo). Giunto a circa metà gittata, sempre che sia previsto, viene aggiornato da un elicottero con il data-link, dopodiché arriva sull'obiettivo, aziona il radar e colpisce a volo radente, con una testata che contiene 65 kg di ECTOTAL e un involucro semiperforante, che grazie alla velocità di circa 1100 kmh raggiungibile con il missile progressivamente alleggerito dal carico di carburante, sfonda fino a 90 mm di acciaio, e poi tende a deviare l'esplosione verso il basso, colpendo quindi la nave anche sotto la linea di galleggiamento, rendendo ulteriormente pericoloso questo missile perché non si limita a mettere fuori uso la nave, ma con il carburante in eccesso spesso la incendia e comunque tende a danneggiarne anche la carena. La testata può causare uno squarcio anche di 6 metri di larghezza.
La guida a mezza corsa è un plus del missile, con la possibilità di attaccare bersagli navali oltre l'orizzonte. In genre la gittata massima per missili capaci di eseguire lanci sull'orizzonte è di circa 40 km, come nel caso dell'MM.40 Exocet. La gittata con lanci oltre l'orizzonte che si può sviluppare praticamente arriva sui 100 km con i missil Harpoon, ma per distanze superiori vi è la necessità o di costosi missili supersonici, oppure di missili con un sistema di aggiornamento -datalink. L'operazione di correzione di mezza corsa è però delicata. L'elicottero AB212 dei tipi dotati di apposito datalink TG-2 deve scoprire la nave e aspettare poi il missile, che deve passargli sotto per ricevere i segnali. Questo ovviamente, con distanze pratiche di scoperta dell'ordine dei 40-50 km se l'elicottero vola a bassa quota, può essere molto pericoloso se il nemico ha velivoli da intercettazione, anche altri elicotteri poiché un Lynx o un Dauphin è assai più veloce e maneggevole di un AB-212ASW e lo spostamento dell'elicottero anche solo di alcune centinaia di metri può portare al mancato aggancio. Inoltre può essere ingaggiato un solo bersaglio per volta, anche se con più missili.
Un sistema di questo tipo, il TESEO, è istallato sulle navi italiane. Per le navi Saudite vi è invece l'ERATO. Qui è la nave che riceve i dati e li ritrasmette ai missili, cosicché il rendez-vous con l'elicottero non è più necessario. Ma i missili devono sollevarsi fino a 900 m di quota per ricevere i dati, compromettendo teoricamente la furtività della manovra d'attacco. Tuttavia gli elicotteri che restano in vicinanza di una nave per minuti non è meno evidente e la traccia radar di un missile è tale che difficilmente da oltre 50 km può essere avvistato. Il sistema ERATO può controllare fino a 16 missili su 10 bersagli, il che consente di controllare simultaneamente tutti i missili di due navi attaccando navi di una intera formazione.
Il turbogetto francese è la chiave di questo missile, in termini di forza: consente la realizzazione di una gittata molto maggiore di quanto possibile altrimenti, con un motore a razzo di analoga massa, anche se costa di più ed è più complesso.
L'OTOMAT non è stato sviluppato con lanci da sottomarini e aerei, ma per navi e batterie costiere.
Gli sviluppi sono stati parecchi: le alette ripiegabili hanno consentito di raddoppiare il numero di missili da uno a due per ciascuna rampa, lasciando il limite sopratutto nei pesi in alto per le navi. Così se il Vittorio Veneto aveva 4 missili, il Garibaldi ne ha 8, e anche le Maestrale potrebbero imbarcare le stesse armi delle Lupo, cosa talvolta fatta parzialmente con due lanciatori singoli e due binati sovrapposti, dalla caratteristica forma ovale. Infatti i missili OTOMAT anche con alette ripiegabili hanno ancora i razzi laterali, quindi non possono essere ospitati in tubi di lancio perfetti come nel caso degli Harpoon, che hanno un unico booster posteriore, che negli OTOMAT non potrebbe essere usato se non allungando parecchio la struttura complessiva dell'arma.
Altre modifiche sono state studiate durante gli anni '80: l'OTOMACH venne pensato come missile supersonico, ma venne abbandonato perché costoso e perché la migliore misura era rendere maggiormente stealth l'arma. L'ULISSE venne pensato come aggiornamento in tale senso e suscitò l'interesse dell'US NAvy che però comprò le ultime versioni dell'Harpoon. L'ULISSE era aggiornato nella componente elettronica, stealth, con un ottimo sensore IR realmente provato su missili normali, che consentiva di riconoscere bersagli anche in ambiti costieri e di attaccare obiettivi costieri. MA il ritiro dell'US Navy portò la fine al programma. Attualmente è in produzione l'OTOMAT Mk 2 Block IV, ordinato in 38 esemplari dalla MM per il 2008.
Il MILAS ha una funzione di portasiluri con una gittata massima di 55 km per trasportare entro pochi minuti un'arma leggera come l'A244. Esso partì come programma nel 1986 ma la Francia non si dimostrò molto interessata alla sostituzione dei vecchi MALAFON, dopo la fine della Guerra Fredda, mentre l'Italia ha continuato a svilupparlo e alla fine di molti problemi legati alle risorse disponibili alcuni sono entrati in servizio.
In termini di guida, i missili italiani hanno una traiettoria d'attacco radente con la testata prodotta dalla SMA di Firenze, mentre i missili francesi hanno una traiettoria d'attacco con picchiata finale da 175 m di quota, per confondere le difere aeree. Per quanto causante problemi sia per la riflessione dalla superficie del mare che per complesse manovre sui tre assi, questo sistema consente di ingannare abbastanza agevolmente le difese aeree, e un sistema simile venne inizialment applicato anche agli Harpoon, che però hanno poi utilizzato una traiettoria interamente a volo radente, che consente maggiore semplicità e la possibilitàò teorica di un riattacco se le ECM ingannano il missile. In effetti vi sono dei pro e contro in tale applicazione. In quanto al sistema motore, l'MM,40 Exocet Block 3 ha cambiato il motore a razzo con lo stesso apparato dell'OTOMAT ed è singolare che proprio questo componente, che fornisce le prestazioni di gittata richieste, sia di produzione francese ma non usato dalla MN per tutti questi anni. Il totale di missili OTOMAT costruiti è di circa 1000. La loro carriera ha visto lanci in esercitazione oltre i 120 km e l'uso contro le difese aeree dell'US Navy, superate dalla maggior parte di un piccolo lotto di missili comprati per valutazione, e dotati di una particolare manovra d'attacco finale che sembra simile all'attacco in picchiata delle armi francesi.
L'OTOMAT non è stato usato mai in combattimenti reali ma è stato esportato in diverse nazioni, anche a 'rischio' come la Libia e l'Irak.
Lanzara, Leonardo Il missile antinave OTOMAT/Teseo, RID n.2/2007 pagg 34-40.