Orsanti
Con la definizione di "Orsanti" si indica quel fenomeno migratorio girovago, facente parte della categoria dei mestieri ambulanti, che ha coinvolto centinaia di persone fra il Settecento e l'Ottocento (con strascichi fino agli anni '50 del Novecento), che consisteva nel muoversi per l'Europa facendo esibire nelle località raggiunte animali ammaestrati. In particolare orsi (da qui il nome), ma anche cammelli, dromedari, pappagalli, pecore e scimmie. Erano infatti definiti anche "scimmianti" o "cammellanti" a seconda del tipo di animale utilizzato o "pelpini" per le loro origine geografiche.[1]
Origini e organizzazione
Gli orsanti partivano in particolare dalla zona che divide la Liguria dall'Emilia Romagna, negli Appennini la zona dell'alta Val di Taro, alle pendici del Monte Pelpi (in particolare dai comuni Bardi, Bedonia e Compiano). Erano organizzati in compagnie di più uomini che raggiunsero località anche molto remote dell'Europa, ritornando a casa ogni tre o quattro anni. In alcuni casi giunsero a possedere veri e propri circhi. Viaggiavano a piedi anche per poter continuare a guadagnare "strada facendo". I proventi di questa attività permettevano, alle volte, ai proprietari delle compagnie, di accumulare delle piccole fortune. All'interno della compagnia ogni membro aveva un compito specifico: chi accudiva gli animali, chi si occupava dell'esibizione, chi raccoglieva le offerte e chi anticipava le tappe della compagnia facendo una sorta di réclame.[2]
Difficilmente le compagnie seguivano gli stessi percorsi ma con regolarità si incontravano in occasione di fiere in grandi città europee. In queste occasioni venivano scambiate informazioni sui famigliari rimasti in paese e venivano messe in atto trattative relative alla vendita degli animali. Varie teorie sono state elaborate per spiegare dove abbiano imparato questi mestieri. [3]
Riferimenti nella cultura popolare
Nel 2000 viene fondato a Compiano un un piccolo museo dedicato agli orsanti spostato poi presso il Castello di Vigoleno.
Il gruppo musicale italiano degli YoYoMundi dedica nell'album "Munfrâ" del 2011 un brano agli orsanti.
Il pittore italiano Antonio Ligabue ha rappresentato gli orsanti in due sue celebri opere “Il circo” e “L’orso che balla”.
Bibliografia
- Marco Porcella, Con arte e con inganno. L’emigrazione girovaga nell’Appennino ligure emiliano, Genova: Sagep editrice, 1998
- Marco Ascari, L’Emigrazione girovaga parmense a metà Ottocento (merciai, orsanti, organettisti), Noceto (Parma): Millenium Editrice, 2006
- Bevilacqua, Piero; de Clementi, Andreina; Franzina Emilio (cured by) Storia dell’emigrazione italiana. I: Partenze, Roma: Donzelli editore. 2001
Note
- ^ Francesca Goglino and Carlo Stiaccini, A entheater: Italian Itinerant Migration around Europe between Nineteenth and Twentieth Century, in Association of European Migration Institutions, vol. 8.
- ^ Tiziana Grassi – Enzo Caffarelli – Mina Cappussi Delfina Licata – Gian Carlo Perego, Dizionario Enciclopedico delle Migrazioni Italiane nel Mondo, Società Editrice Romana, 2014.
- ^ Stiaccini Carlo, Orsanti. I quaderni di famiglia dei girovaghi dell'appennino ligure-emiliano., in El legado de Mnemosyne.