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{{vedi anche|Civiltà della valle dell'Indo}}
A partire dal X millennio a.C. i dravidi svilupparono una civiltà molto evoluta per l'epoca nella zona del fiume Indo e dell'ormai scomparso [[Sarasvati]] di cui le città di [[Mohenjo-Daro]] e [[Harappa]] sono le rappresentanti di cui
Ci fu lo sviluppo dell'[[agricoltura]], dell'uso della [[scrittura]] e dell'[[urbanizzazione]] con il sorgere di svariate [[città]] in mattoni, cotti o crudi. Frequenti furono i rapporti culturali e commerciali con la [[Mesopotamia]] e l'[[Antico Egitto]]. I testi [[sumeri]] ed [[accadi]]ci si riferiscono ripetutamente a un popolo con cui ebbero attivi scambi commerciali, chiamato ''Meluhha'', che sarebbe da identificare con la civiltà della valle dell'Indo.
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Lo [[Śivaismo|shivaismo]] o ''Śivaismo'' rimane la religione dominante dell'India fino all'arrivo degli arii.
Risalgono a questo remoto passato molti emblemi fallici identici a quelli usati ancora oggi e alcune immagini che rappresentano il dio in una posizione tipica dello [[yoga]], disciplina che anche secondo la tradizione [[Induismo|hindu]] è stata creata da Shiva per sublimare e utilizzare a fini spirituali e magici le energie sessuali. Per i [[Purana]] Shiva si manifestò in India nel [[VI millennio a.C.]] e insegnò all'uomo la [[religione]], la [[filosofia]], l'[[arte]] e la [[scienza]]. Tutte le pratiche dello Śivaismo sono sconosciute ai [[Veda]] ariani. I conquistatori anzi attaccarono violentemente il culto del dio e in particolare la venerazione del [[Pene|fallo]] ma, gradualmente, come per tanti altri aspetti della
Il contributo dell'antica filosofia pre-ariana all'attuale pensiero hindu è in definitiva superiore a quello apportato dagli arii vedici<ref name="ReferenceA">{{cita|Alain Daniélou, 1984}}</ref>.
Lo shivaismo ha infine avuto influenze marcate nel periodo protostorico su tutto il mondo mediterraneo e [[mesopotamia|mesopotamico]]. Il mito di [[Osiride]] è una variante di una storia di Shiva dei [[Purana]], il culto di [[Dioniso]] in [[Grecia]] e [[Bacco]] tra i [[Latini]] sono propaggini dello shivaismo. Lo stesso [[Alessandro Magno]] identificherà Shiva con Dioniso. La città di [[Nysa]] (nei pressi dell'attuale [[Djelalabad]] in [[Afghanistan]]) che era un importante centro dello shivaismo è menzionato da [[Omero]] come luogo sacro a Dioniso. Infine [[Megastene]] ci dice che la [[Vitis|vite]], sacra a Dioniso, proveniva dalle terre ad est dell'[[Eufrate]].
L'altra importantissima religione diffusa presso i dravidi era il [[Giainismo|jainismo]].
Erroneamente spesso questa religione è ritenuta di epoca molto più tarda ([[VI secolo a.C.]]) poiché si confonde il suo riformatore [[Mahavira]] ([[559 a.C.]]-[[487 a.C.]] o [[468 a.C.]]) come fosse il fondatore ma egli è solo l'ultimo dei 24 profeti jaina. Gli storici occidentali hanno per molto tempo ritenuto un mito gli altri 23 profeti, ma
Il jainismo è una religione moralista ed [[ateismo|atea]]. Non nega in realtà la possibile esistenza di esseri trascendenti ma piuttosto la possibilità per l'uomo di entrare in contatto con essi, motivo per cui l'umanità non se ne deve occupare. Dal jainismo provengono la teoria del [[Karma]] e della [[reincarnazione]] e quella della [[non-violenza]] da cui deriva per i jaina il [[vegetarismo]]. Le virtù della nudità totale, le purificazioni, le abluzioni rituali, il suicidio per [[digiuno]] e l'ideale della vita monastica sono anch'essi tutti concetti jaina. Regole analoghe sono state adottate dai monaci buddhisti e dagli asceti erranti brahmanici. I jainismo sembra aver influenzato i primi cristiani, specialmente gli [[gnostici]], ma soprattutto il [[buddhismo]] (Buddha e Mahavira furono contemporanei).
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