Francesco Maria Pratilli: differenze tra le versioni
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Un altro esempio notevole in tal senso è la cosiddetta ''Cronaca napoletana di Ubaldo'' ([[1751]]), smascherato solo nel [[1855]] dall'[[esegesi]] di [[Bartolommeo Capasso]]<ref name="Pontieri35"/><ref>[[Bartolommeo Capasso]], ''[http://books.google.it/books?id=-385AAAAcAAJ&printsec=frontcover&source=gbs_atb#v=onepage&q&f=false La Cronaca Napoletana di Ubaldo edita dal Pratilli nel 1751 ora stampata nuovamente e dimostrata una impostura del secolo scorso]'', Napoli, 1855</ref><ref name="Acocella14">[[Nicola Acocella]], ''La traslazione di san Matteo. Documenti e testimonianze'', Salerno, 1954, p. 14</ref><ref>Nicola Cilento, ''Il falsario della storia dei Longobardi meridionali: Francesco Maria Pratilli (1689-1763)'' in ''Italia meridionale longobarda'', [[Riccardo Ricciardi editore]], Milano-Napoli, 1971, 2ª ed., pp. 35-51</ref>.
Le opere e i documenti apocrifi di Pratilli hanno avuto una notevole influenza sulla storiografia medievale successiva, con effetti negativi che studiosi come [[Nicola Acocella]]<ref name="Acocella15">[[Nicola Acocella]], ''La traslazione di san Matteo. Documenti e testimonianze'', Salerno, 1954, p. 15</ref>, Nicola Cilento<ref name="Cilento35-37"
===Attività in campo epigrafico===
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